I POLITICI PROMETTONO SGRAVI ( 3%) IN BUSTA PER I DIPENDENTI PUBBLICI E RIDUZIONI ALIQUOTE IRPEF IL 10 LUGLIO SI DISCUTERA’ IN AULA

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Per i lavoratori dipendenti  previste  modifiche economiche a partire dal 2024, sia sul fronte della riforma degli scaglioni a definizione delle aliquote Irpef sia su quello dello sgravio contributivo,  Tali cambiamenti sono volti a far percepire al lavoratore un netto in busta paga più alto e ridurre il noto cuneo fiscale.      Ma per saperne di più si rimane in attesa della discussione in aula, in programma il 10 luglio, circa il testo della riforma fiscale, dopo l’ok ricevuto dalla Commissione Finanze della Camera.

A partire dal 2024 sarebbe prevista , la riduzione da quattro a tre aliquote Irpef,  mediante un allargamento del primo scaglione. Ma altre novità sono in vista a tema busta paga, come l’ipotesi di una flat tax al 15% da applicare su straordinari, tredicesima e premi di produzione, a beneficio – dei redditi più bassi, fino a 20.000 euro. Le imposte dovrebbero poi crescere gradualmente al crescere del reddito del dipendente, fino ad assestarsi alle aliquote ordinarie oggi in vigore.

Chiarezza sulla Quota 100: i dipendenti pubblici che maturano i requisiti entro il 31 marzo 19 potranno andare in pensione a Luglio 2019

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Quota 100 adesso non è più il sogno dei dipendenti :il testo del decreto, che tra l’altro contiene le novità in tema di riforma previdenziale, è stato tracciato in ogni minima parte. Chiarezza sulle tempistiche per il pensionamento che – come più volte anticipato – differiscono tra dipendenti privati e pubblici con quest’ultimi che per il conseguimento dell’assegno devono attendere più tempo.

Nel testo del decreto si legge che coloro che maturano i requisiti per il pensionamento anticipato con Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contribuzione) possono andare in pensione a partire dal 1° aprile 2019. Questa finestra di accesso, però, è riservata ai soli dipendenti del settore privato che hanno maturato i suddetti requisiti entro il 31 dicembre 2018.

Per chi, invece, li raggiunge dal 1° gennaio 2019 in poi vi è una finestra mobile di tre mesi da rispettare: di conseguenza, chi matura i requisiti a marzo dovrà attendere giugno per il conseguimento del diritto alla pensione. Oppure chi li matura ad ottobre andrà in pensione solamente a gennaio 2020.

Vista la specificità del rapporto di impiego nella Pubblica Amministrazione, invece, il decreto prevede delle regole differenti per i dipendenti pubblici. Per questi, infatti, dalla maturazione dei requisiti alla decorrenza della pensione devono trascorrere almeno sei mesi.

In questo caso la prima finestra di accesso è fissata a luglio 2019 e vi possono ricorrere solamente coloro che maturano i requisiti per Quota 100 entro il 31 marzo 2019. Per chi invece li matura dal 1° aprile 2019 in poi vi è da rispettare un termine di sei mesi.

Con un solo giorno di differenza, quindi, chi matura i requisiti il 31 marzo la decorrenza della pensione si ha ad aprile 2019, mentre chi li matura il 1° aprile dovrà attendere, suo malgrado, fino ad ottobre dello stesso anno. Per i dipendenti pubblici vi è un’altra regola da rispettare: la domanda per il pensionamento va presentata alla propria amministrazione di appartenenza con un preavviso di almeno sei mesi.  Non sussistono penalità di sorta.    Si perdono solo le cose ovvie legate all’assenza e cioè l’incentivazione, il piano di lavoro, il lavoro straordinario ma i controvantaggi sono nettamente superiori.