Codice Rosso, è legge, le indagini saranno più veloci, punito il “Reverge porn”, la condivisione on line

Oggi il Codice Rosso, fortemente voluto dal governo Conte – come lo stesso afferma-  , è legge dello Stato” .

Uno strumento pensato per aiutare le tante donne che quotidianamente sono minacciate, perseguitate, stalkerizzate, sottoposte a violenze fisiche o psicologiche da ex compagni o mariti, talvolta semplicemente da conoscenti”. “I dati parlano di una vittima ogni 72 ore e ci restituiscono l’immagine di un Paese nel quale, evidentemente, il problema della violenza contro le donne è prima di tutto culturale. Ed è lì che bisogna intervenire, a fondo e con convinzione, per cambiare davvero le cose. Grazie anche al supporto fondamentale delle associazioni che da anni si impegnano per combattere contro la violenza di genere, abbiamo studiato e messo a punto ogni strumento che consentirà di offrire a chi chiede aiuto una rete efficace di protezione che si attiverà da subito”, aggiunge Conte. “Il Codice Rosso,aggiunge Conte,  a cui hanno lavorato i ministri Giulia Bongiorno e Alfonso Bonafede, che ringrazio, è un modo per non far sentire queste donne sole e indifese. Non è la soluzione definitiva, e ne siamo consapevoli. Ma è un primo importante passo, che mi rende orgoglioso, nella direzione della rivoluzione culturale di cui il nostro Paese ha fortemente bisogno“.

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Procedimenti penali più veloci per prevenire e combattere la violenza di genere. Il Codice Rosso, definitivamente approvato dal Senato, non punta solo su un generalizzato inasprimento delle pene per combattere il dilagare di violenze, maltrattamenti e femminicidi, ma agisce sul ‘fattore tempo’ come elemento determinante per scongiurare l’esito irreparabile che, ormai con cadenza quotidiana, viene riportato dalle cronache. La maggioranza sbandiera il risultato raggiunto a palazzo Madama, mentre l’opposizione ne contesta gli effetti positivi annunciati, perché è una legge a costo zero e non stanzia risorse.

Il testo si compone di 21 articoli che, come fa notare una relazione del Servizio Studi del Senato, “individuano un catalogo di reati attraverso i quali si esercita la violenza domestica e di genere e, in relazione a queste fattispecie, interviene sul codice di procedura penale al fine di velocizzare l’instaurazione del procedimento penale e, conseguentemente, accelerare l’eventuale adozione di provvedimenti di protezione delle vittime”. Il provvedimento incide sul codice penale per inasprire le pene per alcuni dei citati delitti, per rimodulare alcune aggravanti e per introdurre nuove fattispecie di reato.

VELOCIZZAZIONE DELLE INDAGINI E DEI PROCEDIMENTI GIUDIZIARI – Gli articoli da 1 a 3 del ddl intervengono sul codice penale prevedendo, a fronte di notizie di reato sui delitti di violenza domestica e di genere che la polizia giudiziaria, acquisita la notizia di reato, riferisca immediatamente al pubblico ministero, anche in forma orale. Alla comunicazione orale seguirà senza ritardo quella scritta. Il pubblico ministero, entro 3 giorni dall’iscrizione della notizia di reato, assume informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato e nel caso scattano le indagini di polizia giudiziaria.

DIVIETO DI AVVICINAMENTO RAFFORZATO – Le norme in vigore che disciplinano il reato di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, vengono rafforzate e punite con la reclusione da sei mesi a tre anni per chiunque violi gli obblighi o i divieti previsti dall’autorità giudiziaria.

PUNITO IL MATRIMONIO FORZATO Una delle innovazioni introdotte dal Codice Rosso è l’articolo che punisce, con la reclusione da uno a 5 anni, il delitto di costrizione o induzione al matrimonio che colpisce chi “con violenza o minaccia costringe una persona a contrarre vincolo di natura personale o un’unione civile”, approfittando delle condizioni di vulnerabilità o di inferiorità psichica o di necessità di una persona. La disposizione, vista la dimensione ultranazionale del fenomeno da colpire, stabilisce che il reato sia punito anche quando il fatto è commesso all’estero da cittadino italiano o da straniero residente in Italia.

PENE AGGRAVATE IN CASO DI MATRIMONIO FORZATO DI MINORI – Il nuovo articolo contiene le circostanze aggravanti del reato di matrimonio forzato: la pena è aumentata se i fatti sono commessi ai danni di un minore di 18 anni é aumentata da 2 a 7 anni se viene colpito un minore sotto i 14. Si vogliono così contrastare, in attesa di una legge organica, il fenomeno delle spose-bambine e dei matrimoni precoci e forzati.

PIU’ RISORSE PER ORFANI DEL FEMMINICIDIO – Sul fronte delle risorse, la legge recepisce il finanziamento di 7 mln a partire dal 2020, già previsto nella Legge di Bilancio.

MALTRATTAMENTI E ATTI PERSECUTORI – L’articolo 9 interviene sui delitti di maltrattamenti contro familiari e conviventi e di atti persecutori, elevando la pena minima a 3 anni, fino a una massima di sette; se dal fatto deriva una lesione personale grave, si applica la reclusione da 4 a 9 anni; con una lesione gravissima, la reclusione da 7 a 15 anni. I caso di morte la morte, la reclusione raddoppia da 12 a 24 anni. La fattispecie viene ulteriormente aggravata quando il delitto di maltrattamenti è commesso in presenza o in danno di minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità.

REVENGE PORN, PUNITO ANCHE CHI CONDIVIDE IMMAGINI La lotta al revenge porn è un altro aspetto innovativo della legge, che punisce chi realizza e diffonde immagini o video privati, sessualmente espliciti, senza il consenso delle persone rappresentate per danneggiarle a scopo di vendetta o di rivalsa personale. Punito anche chi ‘condivide’ le immagini on line. Il reato viene punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5.000 a euro 15.000 e prevede una serie di aggravanti nel caso, a esempio, se il reato di pubblicazione illecita è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato o da una persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa.

ERGASTOLO PER OMICIDIO AGGRAVATO – L’articolo 11 modifica il codice penale intervenendo sull’omicidio aggravato dalle relazioni personali, di cui all’art. 577 c.p., per estendere il campo d’applicazione delle aggravanti consentendo l’applicazione dell’ergastolo anche in caso di relazione affettiva senza stabile convivenza o di stabile convivenza non connotata da relazione affettiva.

DA 8 A 14 ANNI DI CARCERE – A chi causa lesioni permanenti personali gravissime, come la deformazione o lo sfregio permanente del viso. La cronaca riporta ormai decine di casi di donne rimaste irreparabilmente offese per essere state colpite al volto dall’acido corrosivo lanciato da uomini che non si erano rassegnati all’interruzione del matrimonio o di una relazione sentimentale.

VIOLENZA SESSUALE, FINO A 24 ANNI DI RECLUSIONE – L’articolo 13 inasprisce le pene per i delitti di violenza sessuale che, in caso di violenza su un minore di dieci anni, parte de un minimo di 12 fino a un massimo di 24 anni di reclusione.

 – E’ prevista la possibilità per i condannati per delitti sessuali in danno di minori, di sottoporsi a un trattamento psicologico con finalità di recupero e di sostegno, suscettibile di valutazione ai fini della concessione dei benefici penitenziari.

 – La legge stabilisce l’attivazione di specifici corsi di formazione per il personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia penitenziaria “in relazione alla prevenzione e al perseguimento dei reati di violenza domestica e di genere”.

 

 

Bilancio, la Regione siciliana ci riprova e revoca la delibera disapprovata dalla Corte dei conti

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Revocata la delibera di ottobre sul rendiconto generale della Regione per il 2017 tanto contestata dall’Organo contabile della Regione siciliana.Il Presidente Musumeci esprime il suo malumore anche nei confronti degli esperti economici della Regione    autori del documento contabile disapprovato dai giudici

La Corte dei conti aveva rilevato che con quella delibera era stato stravolto sostanzialmente  il rendiconto esaminato  nel luglio scorso, innestato in un disegno di legge comprendente  il bilancio consolidato e già pronto per la discussione in Assemblea regionale.

Ora l’assessore all’Economia, Gaetano Armao,comunica che  presto la Giunta regionale  trasmetterà all’Assemblea un nuovo provvedimento legislativo con il  rendiconto parificato dalla Corte dei conti.

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Nota del deputato Fantinati sulla “Battaglia contro i “FURBETTI” del Parlamento che votano per altri”

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Riceviamo e pubblichiamo :

 

Ricordate quando la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini è stata pizzicata a votare per la sua vicina, Licia Ronzulli, durante la votazione segreta per la ratifica di due trattati internazionale? Un vergognoso caso di “pianista”, che votava al posto di un altro, senza averne diritto. La Bernini suonava la musica stonata e steccava. Proprio per questo, oggi lancio il mio appello ai presidenti Casellati e Fico per portare avanti una battaglia contro i “furbetti del Parlamento”. Quelli che, approfittando del fatto che la registrazione delle impronte digitali sia facoltativa e non obbligatoria, aggirano le regole e votano per gli altri. Come non è tollerabile che i soldi dei contribuenti vengano sprecati dai “furbetti del cartellino”, così dobbiamo assicurarci che anche i politici non imbroglino. Perchè i politici per primi devono dare l’esempio: prima di chiedere le impronte digitali ai dipendenti pubblici, dobbiamo pretendere che anche i politici diano i loro dati biometrici.

È importante, dunque, che abbiamo approvato il ddl Concretezza, un disegno legge che dice basta ai “furbetti del cartellino”, imponendo l’utilizzo di sistemi biometrici per valutare la presenza dei dipendenti pubblici. Ma sarebbe altrettanto importante che questi strumenti biometrici, già previsti alla Camera e al Senato, diventassero obbligatori per i parlamentari. Il problema non è solo tecnico, ma politico. Come possono fare gli interessi dei cittadini persone che violano le più elementari regole procedurali per falsificare il?

Nel caso dei politici di Forza Italia, poi, si tratta di quei personaggi che ci prendono in giro perché per noi l’onestà sarebbe un valore. Che ci chiamano giustizialisti, perché chiediamo giustizia. Ma la verità è che loro si approfittano del loro ruolo per imbrogliare i cittadini. Io spero che i cittadini votino per politici puliti sempre di più, e che mandino in pensione i personaggi come la Bernini. Ma in attesa che questa rivoluzione si compia, è necessario implementare strumenti biometrici per mettere fuori gioco questi furbetti. Questo è il mio appello. Basta furbi. L’Italia ha bisogno di onestà. 

31 Novembre                                                                                                          On.          Mattia Fantinati  

deputato   (M5S)

Assenteismo: arriva per i dipendenti pubblici l’identificazione biometrica- Il fenomeno diffuso in Sicilia ,Comuni e Regione siciliana

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Molti dipendenti pubblici che consegnano il cartellino al collega per fuggire via dall’ufficio avranno fra poco vita più difficile L’assenteismo è un fenomeno diffusissimo in Italia.     Vi sono dipartimenti ed uffici – lo abbiamo denunciato- dove l’assenteismo parte addirittura dai dirigenti capipersonale ( Beni culturali – Soprintendenze -della Regione Sicilia)  sino ad arrivare ad intere fasce di personale a tempo determinato ed indeterminato . La rilevazione biometrica delle presenze dei lavoratori della pa è il primo passo per fronteggiare dunque il fenomeno deleterio.

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Il ddl del Ministro Giulia Bongiorno prevede dunque misure “per contrastare l’assenteismo dei dipendenti pubblici, prevedendo l’utilizzo generalizzato di sistemi di identificazione biometrica e di videosorveglianza per rilevare presenze e il rispetto dell’orario di lavoro” e “recepisce un’osservazione della Corte dei conti sulle stabilizzazioni effettuate nella precedente legislatura prevedendo, mediante una norma di interpretazione autentica, l’adeguamento dei fondi destinati al trattamento economico accessorio del personale in proporzione al numero delle nuove assunzioni”.

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Nella foto il Ministro della Pubblica Amministrazione Avv. Giulia Bongiorno

Sarà ‘istituito  pure il Nucleo della concretezza che, in collaborazione con l’Ispettorato della funzione pubblica, svolge sopralluoghi e visite presso le singole amministrazioni, proponendo eventuali misure correttive con l’indicazione dei tempi di realizzazione; il ‘Piano triennale delle azioni concrete per l’efficienza delle pubbliche amministrazioni’ che contiene azioni dirette a garantire la corretta applicazione delle disposizioni in materia di organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni e le azioni dirette ad implementare la loro efficienza, con indicazione dei tempi per la loro realizzazione; la mancata attuazione delle misure correttive determina responsabilità dirigenziale e disciplinare dei dirigenti e l’iscrizione dell’amministrazione in un’apposita ‘black list’; il coinvolgimento del Ministero dell’interno è assicurato sia nella fase di predisposizione del Piano, sia all’esito dei sopralluoghi mediante la trasmissione dei verbali al Prefetto competente, sia attraverso la possibile utilizzazione da parte del Prefetto o dei Commissari prefettizi del Nucleo della concretezza (in questi ultimi casi con il coinvolgimento del personale della Prefettura); l’assegnazione al Dipartimento di 53 unità di personale già appartenente alle pubbliche amministrazioni o da reclutare tramite concorso pubblico.

Inoltre il ddl “detta misure per garantire assunzioni mirate e accelerare il ricambio generazionale. In particolare, per le pubbliche amministrazioni prevede la possibilità di assumere personale a tempo indeterminato in misura pari al 100 % del personale cessato dal servizio nell’anno precedente; l’obbligo di reclutare, in via prioritaria, figure professionali con elevate competenze in materia di digitalizzazione, di razionalizzazione e semplificazione dei processi amministrativi, di qualità dei servizi pubblici, di gestione dei fondi strutturali e della capacità di investimento, di contrattualistica pubblica, di controllo di gestione e attività ispettiva; la possibilità di procedere, nel triennio 2019 – 2021, all’effettuazione di assunzioni, mediante scorrimento delle graduatorie ovvero tramite apposite procedure concorsuali indette in deroga alla normativa vigente in materia di mobilità del personale e senza la necessità della preventiva autorizzazione, da svolgersi secondo procedure semplificate e più celeri”.

Il ddl “contiene una disposizione finalizzata a prevedere la sostituzione dei buoni pasto erogati in base delle Convenzioni BP 7 e BPE1, stipulate da Consip” e “prevede che le disposizioni della legge costituiscano principi fondamentali ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione e siano applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione”.

Non sappiamo se queste misure saranno davvero idonee in quei luoghi di lavoro dove “la solidarietà    nella timbratura del cartellino è pressochè quasi totale”