La Corte dei conti: “La manovra genera perplessità e non mantiene in equilibrio i conti pubblici….” IL governo con la revisione delle pensioni sbaglia perchè colpisce le fasce più deboli

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“Alcune misure in materia di entrate generano alcune perplessità”. Non sta bene la manovra della Meloni alla Corte dei conti in un documento sulla legge di bilancio, presentato in un’audizione alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.

Alcune misure in materia di entrate generano alcune perplessità””I buoni risultati dell’ultimo biennio hanno consentito di mantenere in equilibrio i conti pubblici, garantendo la sostenibilità di un processo redistributivo che ha assunto dimensioni di rilievo. E’ importante conseguire – sottolineano i giudici contabili – significativi miglioramenti in termini di coerenza fiscale, ponendo al centro degli obiettivi pubblici un’efficace azione di contenimento dell’evasione che, nonostante i risultati conseguiti, rimane di dimensioni considerevoli”.

  CRITICHE DELLA CORTE AL LA REVISIONE DEL GOVERNO MELONI DEL SISTEMA DI INDICIZZAZIONE DELLE PENSIONI “-IL GOVERNO COLPISCE LE FASCE PIU’ DEBOLI –
Come più volte sottolineato dalla Corte, per far ciò “è necessario che si utilizzino compiutamente le diverse misure di prevenzione e contrasto, che possono concorrere all’innalzamento dei livelli di fedeltà fiscale, favorendo, attraverso l’uso delle tecnologie, l’emersione spontanea delle basi imponibili e supportando la necessaria azione di controllo dell’Amministrazione fiscale; ciò anche mediante l’impiego sistematico dei dati finanziari e, non ultima, un’efficace attività di riscossione”.

“Non sembrano andare in questa direzione alcune delle misure della manovra – aggiunge la Corte dei Conti – che interrompono un percorso intrapreso per la tracciabilità dei pagamenti, che ampliano l’area dei ricavi soggetti a regime forfettario o che propongono regimi di favore che, se consentono di ottenere un incremento del gettito immediato, ipotecano entrate future”.

Vediamo il testo integrale dell’Ufficio Stampa della Corte dei conti: ”

La manovra 2023-25 conferma i positivi orientamenti sui saldi di finanza pubblica preannunciati nella NaDEF. E’ positiva la scelta di mantenere entro margini limitati gli interventi previsti per il 2023 con ricorso a indebitamento, puntando, nel medio termine, alla riduzione del saldo di bilancio entro la soglia del 3% e a una più rapida discesa del debito rispetto a quanto prospettato nel DEF.

E’ quanto emerge dal documento che la Corte dei conti ha presentato, oggi, in audizione alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame della Legge di bilancio 2023.

Nonostante il limitato tempo a disposizione, hanno evidenziato i giudici contabili, si sono approntati interventi per importi significativi senza ricorrere in misura rilevante a nuove entrate (eccettuata la misura sugli extra profitti delle imprese del settore energetico) e individuando minori spese per importi considerevoli.

Permangono, tuttavia, elementi di incertezza sul quadro di finanza pubblica modificato dalla manovra. L’intervento sui costi dell’energia, pur di dimensioni rilevanti (oltre 20 miliardi nel 2023), è destinato a esaurire la maggior parte degli effetti nel primo trimestre dell’anno. In caso di persistente aumento dei prezzi e nonostante il gettito che deriverebbe dalla tassazione dei sovraprofitti, la dimensione del fabbisogno è rappresentata dalla differenza con gli importi impiegati nel corso del 2022.

Oltre alle misure per l’energia (considerando gli importi al netto degli effetti fiscali per la deindicizzazione e per la decontribuzione e la sostituzione del reddito di cittadinanza), la manovra 2023 prevede ulteriori interventi per 18 miliardi, coperti, nel primo anno, sia con maggiori entrate (in gran parte temporanee, legate ai sovraprofitti energetici), pari a 7,6 miliardi, che con minori spese, pari a circa 10,5 miliardi. Nel biennio successivo, al contributo del risparmio sul fronte previdenziale e della revisione del reddito di cittadinanza, si aggiunge un limitato aumento delle entrate e, soprattutto nell’anno finale, un consistente taglio di spesa (poco meno di 16 miliardi, di cui 5 in conto capitale), che consente di prefigurare un avanzo di circa 5 miliardi.

Il quadro che emerge è, quindi, impegnativo. Anche per dare attuazione, sin dal prossimo anno, ad alcuni indirizzi programmatici, si mobilitano risorse importanti in uno scenario non ancora ben delineato. La revisione del sistema di indicizzazione delle pensioni, oltre a contribuire alla copertura di alcune misure che anticipano un più complessivo riassetto del quadro normativo, assicura risorse crescenti nell’arco di previsione: una scelta che, se porta ad una percepibile riduzione della “curva previdenziale”, va ad inserire ulteriori elementi di incertezza in un sistema che fatica a trovare un assetto definito in senso assicurativo e dal cui ridisegno – che verrà proposto – dipende, in misura rilevante, la sostenibilità del nostro debito. Una incertezza che caratterizza anche il futuro del sistema di sostegno delle fasce più deboli, di cui non è ancora percepibile lo sviluppo dell’aspetto più impegnativo: l’effettiva assistenza nella ricerca di occasioni di lavoro.

Alcune misure in materia di entrate – continuano i giudici contabili – generano alcune perplessità. I buoni risultati dell’ultimo biennio hanno consentito di mantenere in equilibrio i conti pubblici, garantendo la sostenibilità di un processo redistributivo che ha assunto dimensioni di rilievo. E’ importante conseguire significativi miglioramenti in termini di coerenza fiscale, ponendo al centro degli obiettivi pubblici un’efficace azione di contenimento dell’evasione che, nonostante i risultati conseguiti, rimane di dimensioni considerevoli.

Come più volte sottolineato dalla Corte, per far ciò è necessario che si utilizzino compiutamente le diverse misure di prevenzione e contrasto, che possono concorrere all’innalzamento dei livelli di fedeltà fiscale, favorendo, attraverso l’uso delle tecnologie, l’emersione spontanea delle basi imponibili e supportando la necessaria azione di controllo dell’Amministrazione fiscale; ciò anche mediante l’impiego sistematico dei dati finanziari e, non ultima, un’efficace attività di riscossione. Non sembrano andare in questa direzione alcune delle misure della manovra che interrompono un percorso intrapreso per la tracciabilità dei pagamenti, che ampliano l’area dei ricavi soggetti a regime forfettario o che propongono regimi di favore che, se consentono di ottenere un incremento del gettito immediato, ipotecano entrate future. 

In definitiva, conclude la Corte, il quadro che emerge è delicato e richiede che, al più presto, si dispieghino gli effetti attesi dall’attuazione del Piano di ripresa e resilienza. La definizione delle riforme per le quali il Governo e il Parlamento si sono impegnati sul fronte fiscale, previdenziale, assistenziale e del funzionamento degli apparati pubblici, rappresenta, oggi, una condizione indispensabile a cui la nuova legislatura è chiamata.

Corte dei conti
Ufficio Stampa

Draghi: “Ingannati da alcune case farmaceutiche”

Draghi partecipa alla videoconferenza dei leader del G7 - Corriere TV

Nel corso della videoconferenza con Bruxelles il premier italiano Mario Draghi esprime le sue critiche : “I cittadini europei hanno la sensazione di essere stati ingannati da alcune case farmaceutiche, penso soprattutto ad AstraZeneca”.        Intervenire per gli impegni non onorati da alcune case farmaceutiche.

Durante la sessione il premier ha spiegato come la priorità assoluta deve essere quella di non commettere errori durante la ripresa economica “Dobbiamo disegnare una cornice per la politica fiscale che sia in grado di portarci fuori dalla crisi”,      Gli Stati Unitisa hanno un’unione dei mercati dei capitali, un’unione bancaria completa, e un safe asset”, ha spiegato Draghi, aggiungendo che questi elementi sono la chiave del ruolo internazionale del dollaro.

Draghi ha poi enfatizzato l’importanza di creare un titolo comune europeo: “Lo so che la strada è lunga, ma dobbiamo cominciare a incamminarci. È un obiettivo di lungo periodo, ma è importante avere un impegno politico”,

Il premier ha poi pienamente condiviso la proposta della Commissione europea di introdurre un certificato verde digitale, invitando anche ad approfondire alcuni possibili ostacoli all’esecuzione del progetto. “Gli Stati Membri avranno bisogno di tutto l’aiuto che la Commissione può dare”, ha ricordato Draghi, “perché avere piattaforme nazionali e renderle interoperabili non è un risultato banale”. Draghi ha anche invitato i leader a riflettere su come affrontare i possibili rischi di discriminazione tra persone causati dall’introduzione del certificato.

L’Eurosummit tra i capi di Stato e di governo dell’Ue ha visto la partecipazione della presidente della Bce Christine Lagarde e del presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, che formalmente era in agenda per domattina.

Gelida la risposta della Gran BretagnaIl Regno Unito ha ricordato che con AstraZeneca ha stipulato un contratto “di esclusiva” per la fornitura del vaccino contro il coronavirus, mentre l’Unione europea ne ha stipulato uno che si basa sui “migliori sforzi” da parte della casa farmaceutica. Per questo, gli accordi stipulati dal governo britannico prevarrebbero su quelli europei. Lo ha detto in un’intervista al Financial Times il ministro britannico della Salute, Matt Hancock, spiegando che Londra e Bruxelles stanno cercando di risolvere la disputa riguardo alle consegne delle dosi del vaccino anglo-svedese.

Tuttavia, ha aggiunto Hancock, l’Unione europea non dovrebbe sospendere le esportazioni verso la Gran Bretagna del vaccino prodotto nello stabilimento olandese, proprio per la natura degli accordi contrattuali stipulati con la casa farmaceutica. “Ritengo che le nazioni che si basano sul libero commercio seguano il diritto contrattuale”, ha detto il ministro britannico. “Loro hanno un contratto di ‘migliori sforzi’ e noi abbiamo un accordo di esclusiva”, ha affermato Hancock, aggiungendo che “il nostro contratto prevale sui loro. Si chiama diritto contrattuale. E’ molto semplice”, ha sottolineato il responsabile della Sanità britannica.

Dosi AstraZeneca ad Anagni, “Catalent ha assunto a valanga”

 Nell’azienda di Anagni, sorvegliato da ieri dalle forze dell’ordine, sono state trovate 29 milioni di dosi di Astrazeneca pronte per essere infialate e spedite: Inghilterra, Belgio o paesi in via di sviluppo le destinazioni.

Un camion con targa NL(Olanda) ha lasciato in mattinata lo stabilimento. Poco prima del camion con targa olandese, un altro tir, italiano, specializzato in “trasporto farmaci nazionali e internazionali a temperatura controllata”, è uscito dai cancelli dell’azienda frusinate.

C’è rabbia e dubbi tra i cittadini del frusinate per un mistero che ancora non ha una spiegazione certa. “Non può essere”, “io sto ancora aspettando che mi chiamino per fare il vaccino”, “mi auguro davvero che queste dosi non escano tutte dall’Italia”, “chi ci sta dietro?”, “105mila morti in totale e ancora non si fa un gioco comune”.

Conte la spunta con 156 voti favorevoli tra i veleni che serpeggiano tra i corridoi del Senato

VIDEO – CONTE AL SENATO REPLICA ALLE CRITICHE

 

di    R.Lanza

Brividi sulla conta al Senato. La fibrillazione nasce dal ritardo dei voti di Italia viva- Renzi leader e Teresa Bellanova- La conclusione della votazione è questa: 156 senatori favorevoli, 16 astenuti,  come proclamato con ritardo dalla Presidente Casellati del Senato: l’Italia apre una nuova pagina di storia. Vedremo le conseguenze, soprattutto il lavoro al SUD dove i giovani sono mortificati a stare in casa con i genitori.   Conte dovrà costruire una maggioranza più ampia e qualificata nel corso della sua navigazione se non vorrà incontrare facili intoppi ed inghippi.

Vedremo se la Sicilia, la Campania, diventeranno nel prossimo futuro terre ideali per le imprese piccole e grandi che danno occupazione. Vedremo gli incentivi, i contributi nel Meridione per risollevare le sorti di una terra abbandonata e depredata da mezzo secolo da politici mafiosi e senza dignità, maestri nel rubare i soldi pubblici dei finanziamenti ai partiti ed altro.

Ricordiamo alcuni tratti della giornata al Senato:

Conte rivolgendosi a Renzi e Bellanova:  Italia Viva ha scelto “la strada, non leale” dello scontro e degli “attacchi mediatici”.

Ma “sui temi concreti si sono trovate soluzioni”,  la prima bozza del Recovery plan non sia stata”elaborata in un’oscura cantina di Palazzo Chigi, ma è stata elaborata anche con le ministre di Iv. La bozza che avete voluto distruggere, anche mediaticamente, è frutto di un confronto anche con i ministri”.

Confrontiamoci, vi era stato detto –  – dovevamo operare e occorreva un momento collegiale, i bilaterali non avevano risolto i problemi. L’effetto finale” delle rimostranze di Iv “è stato di bloccarlo per 40 giorni”, mentre “avremmo potuto trovarci attorno a un tavolo e in una ventina giorni risolvere, dare molto prima la versione aggiornata”. La bozza è stata “migliorata grazie a voi ma anche grazie alle altre forze di maggioranze, si discute tutti insieme e nessuno può avere pretese di verità o pretese di offrire le soluzioni migliori”.

“Il Mes può essere approvato in Parlamento, e le forze di maggioranza non sono d’accordo. Ma per stanziare risorse aggiuntive, e ne abbiamo stanziante tantissime, dovremmo aumentare il deficit e il debito pubblico. Questo prescinde dalla possibilità di usare il Mes o no. E, se mi permettete, è contraddittorio contribuire a migliorare il recovery e poi decidere di non accettare il Recovery plan perché non c’è il Mes“, …

Anche sulla cabina di regia –  -, avete detto che ‘non era accettabile’, che era ‘indecente’, ma quando mai si è detto che non si poteva discutere? Ma quando mai si è imposto qualcosa a voi?”.

“Quando si sceglie la via del dialogo e del confronto voi avete trovato sempre il sottoscritto a difendervi”, quando d’accordo sulle istanze mosse “le ho spesso difese, non avete mai trovato porte chiuse. A un certo punto, diciamolo, avete preso una strada diversa, non leale, di non collaborazione”, costruita su “attacchi mediatici, sul parlare fuori e non dentro. La rispettiamo, ma permetteteci di dire che non è la scelta migliore per il paese” e che non consente “di investire in futuro come sostenete di voler fare”.

Non mi vergogno di dire che siamo seduti su queste poltrone, non è importante dire non sono interessato a sedere su questa poltrona ma che lo faccio con disciplina e onore”, ha aggiunto il premier, che ha continuato: “Mi è stata rimproverata l’espressione ho i ministri migliori del mondo. Ma io sono il capitano, ho il dovere di difendere i ministri dagli attacchi strumentali”. “Consideriamo che non ci sono termini di paragone, nessun altro ministro ha attraversato una fase così grave e recessiva nella storia Repubblicana. Poi le opinioni sono aperte, ma tenete conto che l’impegno è stato notevole, non c’è stato risparmio di un briciolo di energie fisiche e intellettive“….

“Certo c’è un problema di numeri della maggioranza e se questi numeri non ci sono questo governo va a casa, non va avanti”,

Ho sentito qualche diffidenza sul progetto politico che ho presentato insieme alla forze di maggioranza rimaste a collaborare in modo leale”, ha poi replicato al senatore Quagliariello che ha parlato di ‘annessione’. “Il mio invito ai volonterosi, a singoli parlamentari ma anche rappresentanti di nobili tradizioni che si collocano in un perimetro progettuale ben chiaro” non avviene con “nessuna logica di annessione” ma è “un invito franco, fatto in modo trasparente e aperto, davanti al Paese”, la “gravità della situazione è tale che non possiamo permetterci di condurre partite in modo opaco”.

I PARLAMENTARI DEL M5S ACCUSANO L’ASSESSORE SAMONA’ DI OPERARE “UN ATTENTATO AI BENI CULTURALI..”

Il giornalista Samonà nuovo assessore alla cultura in Sicilia

Nella foto l’assessore regionale Alberto Samonà

LA  SOPRINTENDENTE DI CATANIA, ROSALBA PANVINI, DOVREBBE INVECE FAR LAVORARE APPIENO I CATALOGATORI..”

 

Un decreto dell’assessore regionale ai beni culturali Alberto Samonà sotto i riflettori del Movimento 5 S che ne richiede il ritiro immediato. Esso viene definito “un attentato ai beni culturali appartenenti alla Regione Siciliana”.

Il decreto  ribattezzato “Carta di Catania”, autorizza Soprintendenze, Parchi archeologici, Musei, Gallerie e Biblioteche, a concedere in uso per la valorizzazione e la pubblica fruizione il cospicuo patrimonio in giacenza nei depositi.

I beni a cui si fa riferimento nella “Carta di Catania” sono quelli acquisiti per confisca, quelli donati o consegnati spontaneamente, quelli di più vecchia acquisizione per i quali sia stata smarrita la documentazione e, in generale, quelli deprivati di ogni riferimento al loro contesto di appartenenza.

Gli Istituti periferici della Regione dovranno ora provvedere alla formazione degli elenchi di beni, suddivisi per lotti omogenei in relazione alle caratteristiche storico-culturali o tipologiche. Per tale attività -riferisce il decreto di Alberto Samonà-si potrà anche fare ricorso a studenti universitari in discipline connesse alla conservazione dei beni culturali che opereranno in regime di tirocinio formativo.

Pensare – informano  i parlamentari 5 stelle – che la valorizzazione dei Beni culturali custoditi nei depositi  possa avvenire attraverso l’esposizione in luoghi pubblici o privati aperti al pubblico, previo il pagamento di un corrispettivo, è pura follia.  Chi ne curerà, ci chiediamo,  e con quali competenze, lo stato di conservazione e tutela?”.

Non solo   – continuano i deputati M5S – l’elenco delle opere da dare in concessione dovrebbe essere affidato, come sembra, alle mani e agli occhi, non certo esperti, di studenti universitari. Tutto ciò è assurdo.  La concessione in uso e il prestito sono già disciplinati dal codice Urbani, Samonà non deve farle altro che applicarlo e muoversi entro quel range. Punto”.

“Nessuno – concludono i deputati – è contrario alla valorizzazione dei depositi, che possono e devono essere valorizzati senza fare uscire le opere,  incentivando il loro ruolo di attrattore culturale per studiosi della cultura e dell’arte. Sarebbe utile far sì che venga finalmente catalogato tutto  ( e questo è compito dei Soprintendenti,in primis di quella etnea R.Panvini che, invece dovrebbe far lavorare appieno la fascia dei Catalogatori in servizio negli uffici di Catania e provincia   n.d.r.) e che le opere culturali vengano valorizzate non dandole in affitto a terzi ma rimpolpando le mostre e gli spazi espositivi esistenti ed, eventualmente, investendo nella realizzazione e nel recupero di nuovi spazi”.

 

Sanremo 2019: brutto ricordo di un festival di dilettanti

 

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di   Raffaele Lanza

Sanremo

Sanremo 2019 da dimenticare, alla svelta. L’ultima serata vede una conduzione -costituita da Baglioni, Bisio e Raffaele – corretta , più disinvolta e professionale. Non si ripetono gli errori tecnici di presentazione delle precedenti serate -richiesta continua ad es. di applausi- e Bisio si esibisce in una gag da varietà riabilitativa rispetto alle precedenti esibizioni.   Ma si avverte sempre la mancanza di  un  faro centrale sul palcoscenico, l’emozione travolge anche un cantante esperto come Baglioni che si sforza con sorrisi stretti di nascondere il disagio di “presentare” un festival come Sanremo.    Dove sono i fiori colorati  attorno al palco, segni visibili della tradizione floreale di Sanremo?

       L’impegno – sì- c’è stato, i contenuti espressi nella serata finale sono anche buoni- è innegabile – manca tuttavia la disinvoltura e la spontaneità. E  questo il pubblico lo ha subito percepito. Spiace ribadirlo perchè Baglioni è persona sensibile e tiene molto al suo lavoro.  Come dire: un grande lottatore messo di fronte ad un mastino napoletano che avverte la paura e i timori dell’uomo. Quindi a rischio la persona.         Solo un ricordo bello portiamo da Sanremo: l’immagine del giornalista Mollica, che visibilmente travolto dalla malattia, con le mani tremolanti, gli occhi quasi chiusi, riesce egualmente a trovare il vigore fisico, il sorriso  e l’entusiasmo di sempre nelle sue belle interviste a Baglioni e cantanti affermati come Eros Ramazzotti.  

  Dopo la chiusura della serata finale del Festival di Sanremo 2019, che ha visto Mahmood -egiziano/italiano- vincere questa edizione, Ultimo si è presentato in conferenza stampa visibilmente alterato. Su di lui si sta scatenando una bufera. Sembra infatti che “I tuoi particolari” abbia delle sonorità che ricordano chiaramente una canzone di Marco Masini del 2015. Si sente massacrato dai giornali.   Come fosse un cantante affermato ha dichiarato ai giornalisti in Sala: “Avete questa settimana per sentirvi importanti e dovete rompere il cazzo. Tanto qualsiasi cosa io dico troverete qualcosa da ridire”. 

Non poteva mancare l’opinione di Matteo Salvini: : “Mahmood? La canzone italiana più bella?!? Io avrei scelto Ultimo” – 

Indifferenza di  Vittorio Feltri su Sanremo 2019? Mi interessa come il sesso tra scarafaggi” – Più di 10 milioni di italiani guardano la “festa della canzone italiana”, ma il direttore di Libero commenta il Festival durante il programma “I Lunatici” su Rai Radio2. “Non mi importa un c……..” conclude Feltri

 Don Mazzi critica Baglioni e la sua scelta di portare all’Ariston Achille Lauro – Il servizio pubblico sceglie di mettere nella competizione  una canzone che non solo inneggia alla droga, ma che contiene una frase che mi sconvolge perché va al di là della droga in sé, parla della fine che provoca. Ma la cosa che mi meraviglia di più è che un uomo di grande cultura, un conduttore come Claudio Baglioni, si sia lasciato scappare una cosa del genere”. Don Antonio Mazzi, su Sanremo 2019, esprime un voto altamente negativo così sulla conduzione ritenendola dilettantistica.
  “Manca la satira, si vede il peso delle pressioni politiche”- tuona il giornalista Giletti – Il conduttore sempre più in odor di Rai ha espresso all’Agi il suo giudizio negativo quasi a sollecitare una inchiesta, sul Festival di Sanremo. “Non c’è satira, che è invece necessaria al Festival. Si vede che hanno subito delle pressioni politiche”.
Voltiamo pagina, e ascoltiamo questa insulsa e stupida canzonetta “Soldi” in coerenza con la recessione che l’Italia sta vivendo e le sofferenze degli italiani ad arrivare alla fine del mese. Che indecenza signori!

 

 

 

Day After Sanremo: dilettantismo nel presentare, gaffe, “trucchi”, autocelebrazioni (risapute) di Baglioni, banalità, volgarità, “pubblicità politica”

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di   Raffaele Lanza

 

Claudio Baglioni, Claudio Bisio: due artisti ma non due conduttori professionisti.  Perchè la loro esibizione può essere valutata per il primo solo musicalmente, teatro-varietà per il secondo.  Virginia Raffaele ha momenti di luce professionale ma non illumina da sola il difficile palco di Sanremo.          I dirigenti della Rai dovevano essere più previdenti: troppe banalità, gaffe, aperture programma con la bandiera inglese non pertinente, autocelebrazioni di canzoni di Baglioni e amici suoi come fosse un concerto personale di Baglioni, pubblicità politica , volgarità nell’espressione verbale di Baglioni e Bisio che lanciano “pennacchie” per restituirle probabilmente al pubblico in sala contestatore.  C’è troppo personalismo, arterie di dilettantismo in Claudio Bisio che chiede minuto dopo minuto l’applauso al pubblico, a tratti, pronto a fischiare a Baglioni.    No, non è una cosa seria.     Mancano le idee, solo qualche eccezione fornita da personale bravura teatrale- nella seconda serata  da Virginia Raffaele.  Poi il vuoto.La banalità prende il sopravvento. Ascoltiamo ritualmente canzoni del passato da parte di cantati affermati come Antonello Venditti, e altri come fosse un varietà del  programma di Amedeus “Ora o mai più”.           Tutto questo pagato con denaro pubblico a fior di milioni di euro.   Che indecenza!

Non mancano mai accuse di plagio nei confronti di alcune canzoni in gara, come anche immense discussioni relative ai compensi, ritenuti sempre eccessivi, destinati ai vari conduttori, al direttore artistico e agli ospiti del festival…

Il retroscena: “Dietro le quinte c’è un clima orrendo” – In conferenza stampa e sul palco sorridono tutti, parlando di unità e coralità, ma dietro le quinte del Festival,  l’atmosfera sarebbe del tutto diversa: “C’è un clima orrendo –– nuvole nere tra il cast artistico e i vertici di Rai 1”. I motivi? Alcuni monologhi e altre dichiarazioni dei conduttori…    Possibile che i dirigenti Rai non sappiano prima i contenuti dei “presentatori”.

Vi sono anche ipocrisie manifestata tipicamente italiane: Dice   Lorella Cuccarini: “Standing ovation per Fabrizio Frizzi? Ma se non gli hanno mai proposto di presentarlo”.    Il con duttore Frizzi, scomparso prematuramente, solo ora viene ricordato dalla Rai c he l’ha tenuto in naftalina negli eventi importanti come Sanremo.

Non possiamo omettere di ricordare la gaffe nella prima serata di Virginia Raffaele. Sanremo 2019 si apre con un gaffe difficile da dimenticare. Claudio Bisio e Virginia Raffaele, , stavano commentando la vistosa giacca del primo quando la Raffaele se ne è uscita con un commento sui boss Casamonica di Roma.       Ma che razza di battuta ha fatto?  Quale diavoletto ha spinto la Raffaele a tanto?.

Anche l’attore comico ha fatto una gaffe con Andrea Bocelli, sul palco insieme al figlio Matteo con un’esibizione che ha un pò sorpreso  il pubblico.

– Ora la domanda è d’obbligo: la magistratura – semmai anche quest’anno saranno confezionate denunce – potrà controllare il meccanismo di selezione dei cantanti per Sanremo”. Proprio a ridosso della prima serata del Festival della canzone italiana, continuano le polemiche che vedono protagonista Claudio Baglioni.  Pioggia di accuse  al direttore artistico della kermesse e al modo in cui sono stati reclutati i cantanti in gara.

 “Sanremo? Manifestazione truccatissima” – Il cantautore genovese Francesco Baccini,  ha duramente attaccato la kermesse canora definendola “truccatissima”.

Altro motivo di contestazione . Sembra manifestato un  conflitto di interesse di Claudio Baglioni, per la valutazione su  molti artisti dei 24 big selezionati per Sanremo che sono inseriti nella  sua  agenzia. Il direttore artistico sarebbe infatti legato all’agenzia di Ferdinando Salzano, che rappresenta gli interessi di molti artisti celebri, tra cui Baglioni.

 

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Nella foto(Archivio Sud Libertà) Francesco Baccini

 Non si placa la polemica per l’esclusione della canzone di Pierdavide Carone e i Dear Jack sulla pedofilia – Sulla polemica per la bocciatura del brano “Caramelle”, Pierdavide Carone ha dichiarato in un’intervista al programma di Massimo Giletti su La 7 Non è l’Arena: “Sono molto deluso, in primis da Claudio Baglioni. Con il direttore artistico di Sanremo c’era un rapporto di stima, abbiamo anche duettato insieme. È un cantautore e mi sarei aspettato più empatia visto il tema del brano. È più facile dire di sì a un argomento scottante quando c’è il patrocinio di un gigante della musica. Se avessi portato ‘Caramelle’ con una star della musica, l’avrebbero presa. So che era piaciuta, dunque il problema era in chi la presentava: è grave e anche un po’ razzista”.

Anche il Ministro Fontana: “Dispiace per l’esclusione da Sanremo 2019 di Caramelle” – Il ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana si è schierato al fianco di Pier Davide Carone e i Dear Jack, esclusi con il loro brano “Caramelle” dal Festival di Sanremo 2019.

Sanremo 2019, polemica sulle pubblicità ‘del governo’ inserite nella programmazione del Festival.

. Dal Pd: Presenteremo esposto all’Agcom. Torna a far discutere il Festival di Sanremo ma questa volta non per la satira di Pio e Amedeo. Questa volta nel mirino delle critiche le presunte pressioni del governo che avrebbe spinto la RAI a inserire le pubblicità del Reddito di Cittadinanza e di Quota 100 negli spazi più caldi del palinsesto.  Pressioni per modificare il palinsesto Rai inserendo pubblicità su Quota 100 e Reddito di Cittadinanza

I palinsesti della RAI sarebbero stati modificati appositamente per inserire gli spot pubblicitari dedicati a Quota 100 e Reddito di Cittadinanza. Fonti della rete di stato avrebbero confermato pressioni dai vertici per l’inserimento nella programmazione pubblicitaria degli spot sui provvedimenti bandiera del governo a guida Lega-Movimento Cinque Stelle.  Immediate le reazioni:

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Nella foto (Archivio Sud Libertà) L’On. Michele Anzaldi

Michele Anzaldi (PD): “l danno economico è evidente e gli spot veicolano un messaggio falso Il caso si è spostato ovviamente sul piano politico, con le opposizioni che protestano sia per la presunta modifica al palinsesto. Polemiche anche sul messaggio ingannevole veicolato dalle pubblicità in questione. Il Partito democratico ha fatto sapere di essere intenzionato a procedere con un esposto all’Agcom per fare luce sulla vicenda. Stando alle accuse, si tratterebbe del primo caso in cui pubblicità governative sarebbero state inserite all’interno della programmazione pianificata per il Festival di Sanremo. Dure le parole di Michele Anzaldi (Partito democratico): “Il danno economico è evidente anche ammesso che abbiano sostituito una pubblicità gratuita con questa del governo, si poteva liberare lo slot per altri acquirenti. E per di più veicolano un messaggio falso: nella comunicazione sulle pensioni si dice che si potrà accedere con 62 anni di anzianità e 38 di contributi senza pagare nulla, il che al momento è falso e mancano comunque i decreti attuativi“.

Penultimo appuntamento questa sera … Sarà  la serata dei duetti, in cui tutti e 24 i cantanti in gara canteranno la loro canzone con un collega o amico. Super ospite della serata Luciano Liguabue che, dopo 5 anni, torna sul palco dell’Ariston con un omaggio a Francesco Guccini.

Ascolti tv, Sanremo 2019 in calo al 49,5%, Flop degli imbranati Baglioni e Bisio, gaffe di Raffaele e ancora stupidaggini di Bisio

 

Ascolti tv, Sanremo 2019 in calo al 49,5%. FESTIVAL MEZZO FLOP DI BAGLIONI

Sono questi gli artisti “migliori” che abbiamo ?    La RAI LI SELEZIONI MEGLIO…..

 La prima serata di Sanremo è stata seguita in media da 10.086.000 telespettatori con il 49,5% di share.Quel che subito salta agli occhi è la mancanza di un vero presentatore.   Il palcoscenico di ieri era quello degli “imbranati” e tanta nostalgia il pubblico ha provato ricordando i presentatori conduttori del recente passato. 

Ascolti tv, Auditel: Festival Sanremo 2019 giù: Baglioni sotto gli 11 milioni e il 50% di share. I dati Auditel su Sanremo

Lo scorso anno la media della prima serata il Festival aveva toccato 11.603.000 telespettatori e del 52,1% di share sempre con Claudio Baglioni al comando. Nell’edizione di Sanremo 2019 con Carlo Conti e Maria De Filippi gli spettatori erano stati anche in quel caso più alti. 11.374.000  e share: 50.37% fu il verdetto dell’Auditel.

Il Festival di Sanremo ha cambiato la sorte pure  dell’access prime time dove, con ‘PrimaFestival’, ha consegnato a Rai 1 una debordante vittoria sulla fascia,in virtù di  8.012.000 telespettatori e uno share del 29,92%. Canale 5 con ‘Striscia la Notizia’ ha ottenuto 3.525.000 telespettatori e il 12,28% di share. Anche nel preserale ha dominato la rete ammiraglia di Viale Mazzini con ‘L’Eredità’, visto da 5.406.000 telespettatori e il 25,73% di share, mentre ‘Avanti un altro!’ su Canale5 ha totalizzato 4.287.000 telespettatori e il 20,75% di share.

Sanremo 2019: “salutiamo i Casamonica”, gaffe Raffaele e Bisio, social si scatenano

Salutiammo i Casamonica..”. E i social si scatenarono sulla gaffe di Virginia Raffaele sul palco dell’Ariston. Tutto e’ partito dalla giacca damascata con cui Claudio Bisio si e’ presentato in scena nella prima parte della serata inaugurale della 69^ edizione del Festival di Sanremo: ricami verde, nero e oro e inserti lurex. Una giacca cosi’ particolare che non poteva passare inosservata tra i ‘navigatori’ del web. E lo stesso Bisio ci ha poi scherzato dicendo “E’ arrivato un tweet sulla mia giacca, chiedono se la mia stilista e’ dei Casamonica”. Ed e’ allora che la Raffaele, al suo fianco, ridendo fa la battuta: “Salutiamo i Casamonica”. Un attimo e si e’ resa conto che era il caso di scusarsi subito e dire “Scherzavo, ora mi denunciano…”. In soccorso interviene lo stesso Bisio, dicendo “Non preoccuparti, siamo registrati poi la tagliano”.

Sanremo 2019: Bisio, Rai e giornalisti chiudiamo qui polemica su Baglioni

Lo dico anche al mondo Rai: quest’uomo ha un grande cuore, una grande testa e se vi fidate di lui lavoreremo benissimo. Chiudiamola qua, lo dico anche ai giornalisti, non a quelli che seguono lo spettacolo…”. Cosi’, con una vena ironica, Claudio Bisio nel suo monologo dal palco dell’Ariston dedicato al ‘sovversivo’ Claudio Baglioni per le sue parole, ai primi di gennaio, sul tema migranti.

Sanremo 2019: Bisio gioca su testi Baglioni, passerotto richiamo a migranti

Il passerotto e’ un volatile migrato dall’Africa migliaia di anni fa, “e Baglioni lo sapeva”. Ad esempio, “‘passerotto non andare via’ era un’esortazione agli immigrati, ‘restate qui’, e l’ha detto 30 anni fa. E’ lui che li ha sobillati. Non sapevano che li stava aspettando, e lui li stava aspettando”. Di conseguenza, Claudio Baglioni “e’ sempre stato un sovversivo” e” solo ora vi accorgete che Baglioni fa politica”. Claudio Bisio ha scherzato, giocato su alcune parole di testi del direttore artistico del Festival di Sanremo per ridimensionare le polemiche sulla questione migranti che era stata innescata dallo stesso Baglioni rispondendo ad una domanda sul tema in occasione della prima conferenza stampa dell’organizzazione.   Bisio si e’ detto “stupito da quella serie di polemiche sulle sue parole”, ovvero “mi ha stupito il vostro stupore…”.   I passerotti “se ne fregano di porti chiusi o aperti…”, implicito – ma non troppo – il riferimento alle parole del ministro dell’Interno Salvini in fatto di porti interdetti alle navi delle Ong. “Baglioni ha scritto ‘Tutti qui’, lui e’ da sempre ossessionato da questa storia dei migranti. E’ un anarchico, un sobillatore. Antimilitarismo, eversore sociale…”

Sanremo 2019: problema tecnico, Patty Pravo “qui per passeggiata o cantare?”

E allora che succede? Sono venuta per fare una passeggiata o per cantare?..”. Patty Pravo l’ha detto quando si e’ verificato un problema tecnico che ha ritardato il via all’esecuzione di ‘Un po’ come la vita’, il brano con cui e’ in gara al Festival di Sanremo in coppia con Briga. Problema che ha allungato i tempi, tanto che e’ stata rimandata sugli schermi la grafica con il titolo del brano e i nomi di artisti e autori, ripartendo quindi da zero. E al termine dell’esecuzione, Virginia Raffaele nel donarle un mazzo di fiori l’ha imitata nella voce dicendo “un piccolo contrattempo, cosa vuoi che sia’”

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NUOVA SOPRINTENDENTE DI SIRACUSA DONATELLA APRILIA-PROVA FONDATA CHE IL SISTEMA DI NOMINA BENI CULTURALI VERSA IN UN PROFONDO SCADIMENTO

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Perviene     alla Redazione di SUD LIBERTA’  un curioso Comunicato Stampa  (Italpress) prova fondata dei Comunicati di facciata delle Istituzioni. Vediamolo:

Formalizzato ufficialmente, con la firma del decreto di nomina, l’incarico di soprintendente dei Beni culturali di Siracusa all’architetto Irene Donatella Aprile.Dirigente di terza fascia, lascia il Polo regionale di Catania per i siti culturali per ricoprire il prestigioso ruolo nella provincia aretusea. L’architetto Aprile prendera’ il posto di Calogero Rizzuto, nominato a interim dopo lo spostamento di Rosalba Panvini a Catania. “Serve riportare – evidenzia il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – serenita’ e spirito di collaborazione nella Soprintendenza di Siracusa. Sara’ compito dell’architetto Aprile lavorare in questa direzione. Sono sicuro che sapra’ fare bene”

Dopo un periodo lavorativo all’universita’ etnea, la Aprile e’ entrata nei ruoli dell’amministrazione regionale dei Beni culturali nel 1990. Ha ricoperto incarichi dirigenziali alla Soprintendenza di Catania, al museo regionale della ceramica di Caltagirone e al Polo regionale per i siti culturali – Parchi archeologici di Catania e della Valle dell’Aci. E’ stata, inoltre, direttore dei lavori e responsabile unico del procedimento per numerosi progetti finanziati dall’Unione europea. “La nomina dell’architetto Aprile, professionista di grande competenza ed esperienza, in una delle Soprintendenze piu’ importanti della Sicilia – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’identita’ siciliana Sebastiano Tusa – contribuira’ a rilanciare la tutela, la ricerca e la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale della provincia aretusea, in un clima di rinnovato equilibrio collaborativo tra istituzioni e territorio”.

 

di    Raffaele Lanza

Abbiamo detto Comunicato di facciata (salvi naturalmente i giornalisti che hanno solo ricevuto /appreso la notizia, ignari dei retroscena) perchè non si dice in esso che la dipendente arch.Donatella Aprile esce o meno da una graduatoria dirigenziale di soprintendenti candidati alla nomina dell’ente di Siracusa, ritualmente prima tappa dei novelli soprintendenti, prima di arrivare a Catania in Via Luigi Sturzo.

L’assessore Sebastiano Tusa parla delle qualità della dirigente e degli incarichi ricoperti dalla prescelta ma quale dirigente ai beni culturali non ha ricoperto in Sicilia incarichi e ruoli rilevanti tipici della qualifica?           L’incarico all’arch.Aprilia è l’ennesima dimostrazione vivente che sia l’assessore Tusa, sia il direttore generale  . sia i dirigenti di vertice del dipartimento ai beni culturali di Palermo in Via Delle Croci sono a perfetta conoscenza che  questi incarichi verticistici di soprintendenti hanno esclusivamente ispirazione politica e di segnalazione. 

 I curriculum vitae-pubblicati sui siti– valgono solo per gli occhi degli allocchi se è vero com’è vero che ancora oggi la Regione non ha inventato una modalità trasparente e leale nella valutazione dei dirigenti.    E il controllo dei sindacati regionali Cobas.codir, Sadirs, Siad, Cisl, Cgil, Uil, Ugl   sull’operato della Regione?   Ma non scherziamo,non hanno essi nè le capacità di opporsi nè l’intenzione  di attivare una inimicizia o rottura  con i potenti della Regione   perchè potrebbero fermare i finanziamenti regionali e  l’approvazione di articoli contrattuali  che, tra tanta disinformazione,danno tante adesioni sindacali.

Lo abbiamo visto – e denunciato anche  – nel passato con l’ex soprintendente di Catania Vera Greco,dirigente messa lì dall’ex Presidente della Regione Raffaele Lombardo, lo abbiamo visto con Gesualdo Campo (ex assessore lombardiano della Provincia etnea), lo vediamo adesso con l’arch. Aprilia notoriamente donna attiva di “destra”, da anni “collega ” dello stesso Nello Musumeci sia per la pubblicità/volantini  distribuita (velatamente) al tempo alla Soprintendenza etnea sia perchè inserita candidata (non eletta) nelle prime posizioni dal gruppo regionale di “destra”.

                                   LA  GAFFE   DEL  PRESIDENTE DELLA REGIONE NELLO MUSUMECI

E d’altronde- ci sorprendiamo del Presidente della Regione Nello Musumeci- della gaffe – perchè  lui  infatti”la conosce bene ” -per  esaltare le qualità e l’esperienza ” della neosoprintendente di Siracusa.

Si omette -o l’assessore Tusa è non è di fervida memoria   -segnalato nel suo ruolo  com’è stato –  da Vittorio Sgarbi (campione politico –spiace dirlo– dell’assenteismo nella Giunta regionale) che la dipendente Irene Donatella Aprile ha ricoperto il ruolo di capo Unità di staff di uomini “storici” dei beni culturali come Gesualdo Campo ex soprintendente etneo ed ex  dirigente generale condannato definitivamente -è noto -per ingenti somme dalla Corte dei conti  e, periodicamente,  nella bufera sia per contestazioni vibrate sindacali a Catania sia per il tentativo di “assunzione diretta” della figlia in ufficio della Regione a Bruxelles, con artifici vari.     S

Si omette di dire ancora  che essa è una donna che negli uffici ” realizza politica attiva”,si omette che alla Soprintendenza di Catania l’arch Donatella Aprilia ,  arrivava in ritardo-era notorio a Catania – quasi ogni mattina ed  era l’unica a fare la timbratura all’uscita (alle due circa, anzichè passare il badge alle 7.30 come gli altri)) come risulta da specifiche denunce sindacali dell’epoca.

Qualunque sia quindi la posizione politica o ideologica di chi osserva questi eventi, una constatazione sarà innegabile: al dipartimento ai beni culturali della Sicilia – e quindi alla Soprintendenza di Catania ,impera-qui, più che altrove- il favoritismo, il patteggiamento, l’accordo “fra alti dirigenti che contano”  Non sappiamo se il Presidente Musumeci sia  ignaro di queste responsabilità….pur consapevole che la dirigente è notoriamente politicizzata ed ” amica”   Il silenzio poi – e la solidarietà del personale delle Soprintendenze a cui sta bene questo fenomeno negativo- non copre tutte le magagne     La certezza: altro che qualità della dirigente prescelta, il sistema continua a non andare proprio e versa in un profondo, prolungato scadimento

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