Mattarella: “Il mio periodo sufficiente a garantire la continuità dell’azione dello Stato”

 

Mattarella, il discorso di fine anno e l'appello al senso civico degli  italiani - Corriere.it

 

Ricordando la figura di Giovanni Leone, l’attuale Presidente della Repubblica cita il messaggio che il predecessore inviò al Parlamento il 15 ottobre 1975, “che venne ritenuto da giuristi autorevoli studiosi di grande livello uno dei massimi documenti sulla questione delle riforme istituzionali. Tra gli altri temi trattati (bicameralismo, Cnel, pubblica amministrazione, Mezzogiorno, lo sciopero nei pubblici servizi), Leone “investito all’epoca da una campagna giornalistica scandalistica, afferma Mattarella, ripropose la sollecitazione (già sottolineata dal Presidente Segni), di introdurre la non rieleggibilità del Presidente della Repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco”.

E in quello stesso messaggio Leone ricordava che da presidente del Consiglio, nel 1963, si era fatto promotore di un disegno di legge che recepisse l’auspicio espresso dal suo predecessore. Quello stesso citato da Mattarella il 2 febbraio scorso, nel pieno della crisi del secondo esecutivo di Giuseppe Conte, in occasione dei 130 anni dalla nascita di Segni.

Fu anche l’occasione -affermò l’attale Capo dello Stato riferendosi a quel testo- per esprimere la convinzione che fosse opportuno introdurre in Costituzione il principio della ‘non immediata rieleggibilità’ del Presidente della Repubblica. In quell’occasione Segni definiva ‘il periodo di sette anni sufficiente a garantire una continuità nell’azione dello Stato’. Inoltre –aggiungeva- ‘la proposta modificazione vale anche ad eliminare qualunque, sia pure ingiusto, sospetto che qualche atto del Capo dello Stato sia compiuto al fine di favorirne la rielezione’“.

Di qui l’affermazione che ‘una volta disposta la non rieleggibilità del Presidente, si potrà anche abrogare la disposizione dell’articolo 88 comma 2 della Costituzione, che toglie al Presidente il potere di sciogliere il Parlamento negli ultimi mesi del suo mandato'”.

 Mattarella nell’ultimo anno ha fatto cenno varie volte alla questione della sua possibile rielezione in maniera formale ed informale. “Quello che inizia -sottolineò nel messaggio di fine 2020- sarà il mio ultimo anno come Presidente della Repubblica. Coinciderà con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita economica e sociale del nostro Paese. La ripartenza sarà al centro di quest’ultimo tratto del mio mandato. Sarà un anno di lavoro intenso”.

Migranti, non c’è pace, il sindaco Leoluca Orlando sfida Salvini ed iscrive i migranti all’Anagrafe…

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Migranti, non c’è pace , il sindaco di Palermo Leoluca Orlando procede con l’iscrizione all’anagrafe di quattro cittadini stranieri con permesso di soggiorno provvisorio.

. Mentre Matteo Salvini cerca una strategia, anche per respingere le motivazioni dei magistrati che conducono a Catania una inchiesta contro di lui, per il respingimento in mare delle Ong che trasportano migranti, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando sfida il ministro dell’Interno e il suo decreto Sicurezza procedendo con l’iscrizione all’anagrafe di quattro migranti imitando il sindaco di Napoli De Magistris.. 

 Leoluca Orlando ha firmato i primi provvedimenti  per motivi umanitari  richiedenti asilo.  Per superare le restrizioni del decreto Sicurezza, Leoluca Orlando ha deciso di agire in prima persona nelle vesti di ufficiale di governo e ufficiale di anagrafe. Il sindaco di Palermo ha fatto sapere che ha agito in nome dell’obbligo a rispettare la Costituzione, facendo dunque intendere che il decreto Sicurezza sia anticostituzionale.

Si attende una reazione di Matteo Salvini A Palermo -afferma il Ministro dell’Interno -siamo di fronte a un caso in cui un sindaco ha coscientemente e volutamente violato una legge emanata dall’esecutivo, legge diventata esecutiva. Agire contro Orlando  potrebbe causare a una reazione a catena degli altri sindaci cosiddetti ribelli……

Mattarella: “Il potere può fare inebriare, occorre il senso del limite, e io sono il garante imparziale”

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(Immag.concessione)

Sergio Mattarella, saggio ed arbitro imparziale,  mette i panni del vecchio nonno che spiega ai nipoti i significati della vita :”La storia insegna che l’esercizio del potere può provocare il rischio di fare inebriare” e di fronte a questo pericolo occorre far ricorso agli “antidoti” previsti dalla Costituzione, come ad esempio il “senso del limite” e la presenza di “autorità indipendenti dagli organi politici”, che “dovendo governare aspetti tecnici” prescindono dalle “scelte politiche”. Il riferimento    è alla vicenda della manovra politica, al diniego governativo di una retromarcia di fronte al rialzo dello spread e , insomma la battuta c’è, è elegante e chi vuol intendere intenda.

L’occasione è l’incontro al Quirinale con alcuni studenti delle scuole secondarie di secondo grado e la risposta alla domanda di uno di loro che gli chiede: “In qualità di garante della Costituzione, quanto ritiene sia difficile il suo lavoro?” “La nostra Costituzione – risponde il Capo dello Stato – consente di superare difficoltà e di garantire l’unità della società anche perché ha creato un sistema in cui nessuno, da solo, può avere troppo potere. C’è un sistema che si articola nella divisione dei poteri, nella previsione di autorità indipendenti, autorità che non sono dipendenti dagli organi politici ma che, dovendo governare aspetti tecnici, li governano prescindendo dalle scelte politiche, a garanzia di tutti”.

“C’è un sistema complesso di pesi e contrappesi, come insegna la nostra Costituzione – spiega Mattarella – perché la storia insegna che l’esercizio del potere può provocare il rischio di fare inebriare, di perderne il senso del servizio e di fare invece acquisire il senso del dominio nell’esercizio del potere”.

“Ci sono, rispetto a questo pericolo, due antidoti. Il primo è personale: una capacità di autodisciplina, di senso del limite, del proprio limite come persona e come ruolo che si esercita, un senso di autocontrollo – e, ragazzi, anche, perché no – di autoironia che è sempre molto utile a tutti. C’è poi un altro antidoto che è quello di meccanismi di equilibri che distribuiscono le funzioni e i compiti del potere tra più soggetti, in maniera che nessuno, da solo, ne abbia troppo”.

“La nostra Costituzione conta molto sul primo aspetto, quello dell’autodisciplina e dell’autocontrollo, ma ha messo in campo una serie di meccanismi di articolazione del potere che garantiscono quell’obiettivo. Questo – conclude Mattarella – consente anche al Capo dello Stato, al Presidente della Repubblica, di svolgere la funzione di garante del buon funzionamento del sistema in maniera adeguata, ma il merito è della Costituzione”.

Insomma Mattarella fa capire che la sua pazienza ha un limite.  Se le cose continuano a peggiorare in Europa, non esclude in un modo o nell’altro, un diretto intervento presidenziale. E siamo certi che finirà proprio così…

SORPRESA MATTARELLA: CARO CONTE, FIRMO SI’ IL DECRETO,MA ATTENTO AGLI OBBLIGHI DELLA COSTITUZIONE…”

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Disco verde del  Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al decreto legge governativo sui migranti e sulla sicurezza. Ma c’è una sorpresa. Oltre la firma  il capo dello Stato ha inviato una  nota al presidente del Consiglio, prof. avv. Giuseppe Conte, nella quale ricorda che “restano ‘fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato’, pur se non espressamente richiamati nel testo normativo, e, in particolare, quanto direttamente disposto dall’articolo 10 della Costituzione e quanto discende dagli impegni internazionali assunti dall’Italia”.

Signor presidente – scrive Mattarella a Conte – in data odierna ho emanato il decreto legge recante ‘Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica nonché misure per la funzionalità del ministero dell’Interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata’.

Insomma la nota è una sorta di avvertimento/condizioni a non uscire fuori dal recinto segnato notoriamente  dal Presidente Mattarella.  Diversamente il governo potrà avere “altre sorprese”dal Capo dello Stato.