MA CHE RAZZA DI MINISTRI ABBIAMO, RICONSEGNARE A TRIPOLI UN CRIMINALE SANGUINARIO ANZICHE’ ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE. VERGOGNATEVI!

 

Il ritorno di Almasri in Libia

foto d’Ag.rec.

 

di   RAFFAELE   LANZA

Riconsegnare un criminale incallito e sanguinario a Tripoli resta una faccenda che non fa onore alle massime istituzioni italiane, in primis al governo Meloni, e al Ministro Nordio.

Quest’ultimo sul caso non firma alcuna carta nè disposizione alla Corte d’Appello di Roma: sfugge ad eventuali responsabilità europee visto che in Italia il diritto e l’umanità sono calpestati selvaggiamente da chi comanda. Espulsione perchè il libico  è un soggetto molto pericoloso?    Perchè allora non consegnarlo alla Corte penale internazionale che aveva fatto espresso richiesta all’Italia che, non dimentichiamo, ha il dovere di cooperare.   

Il ministro Piantedosi fa un discorso sul quale nulla si può condividere. Anzi fa trapelare la scarsa consistenza tecnica e giuridica dello Stato italiano oltrechè ovviamente della sua figura istituzionale. 

La Presidente del consiglio adesso dovrà fornire dettagliati chiarimenti sulla vicenda e la Corte penale internazionale dovrebbe sanzionare- secondo un corretto principio universale europeo- sia la Meloni che il Ministro Nordio insieme con il suo collega Piantedosi che ha imparato a memoria il ritornello -vergognoso- di  autodifesa. Che razza di ministri abbiamo!  Vediamo precisamente il loro pensiero:

”Afferma  il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi rispondendo al question time al Senato sul caso di Almasri, capo della polizia giudiziaria libica

 accusato di violenze sessuali, stupri, torture, omicidi e traffico di migranti. Insomma la sintesi di un essere spregevole che avrebbe il diritto di stare -scusino i lettori- all’Inferno anzichè a Tripoli a perseverare negli orrendi reati e delitti di cui si macchia.

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Il ministro Piantedosi: “.il 21 gennaio, la Corte d’Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, ha dichiarato il non luogo a provvedere sull’arresto del cittadino libico, valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa”.

“Espulso per sicurezza Stato”

Quanto all’espulsione, “è stata individuata come misura in quel momento più appropriata, anche per la durata del divieto di reingresso, a salvaguardare la sicurezza dello Stato e la tutela dell’ordine pubblico che il governo pone sempre al centro della sua azione unitamente a ogni profilo di tutela dell’interesse nazionale”..

La ricostruzione

 Piantedosi ha spiegato che ”lo scorso 19 gennaio, il cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish, da poco arrivato a Torino dopo essere stato nei giorni precedenti in altri Paesi europei, è stato sottoposto all’esecuzione del mandato d’arresto internazionale a fini di estradizione, emesso il giorno precedente dalla Corte Penale Internazionale. Ad avvenuta esecuzione del provvedimento, sono stati informati gli uffici della procura generale presso la Corte d’Appello di Roma e il competente Dipartimento del ministero di Giustizia, oltre al difensore nominato d’ufficio e le Autorità Consolari”.

Il cittadino libico è stato temporaneamente associato alla locale casa circondariale Lorusso e Cotugno e, quindi, messo a disposizione dell’autorità giudiziaria competente, ossia la Corte d’Appello di Roma e la Procura Generale presso la stessa Corte d’Appello”, ha aggiunto.

“Almasri rimpatriato a Tripoli per motivi urgenza vista sua pericolosità”

Almasri è stato quindi ”rilasciato” nella serata del 21 gennaio per ”poi essere rimpatriato a Tripoli, per ragioni di urgenza e sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”

”Il Governo ha dato la disponibilità a rendere un’informativa di maggiore dettaglio sul caso in questione – ha aggiunto Piantedosi – Sarà quella l’occasione utile per approfondire e riferire su tutti i passaggi della vicenda, compresa la tempistica riguardante la richiesta, l’emissione e l’esecuzione del mandato di cattura internazionale, che è poi maturata al momento della presenza in Italia del cittadino libico”.

”Sulla ricostruzione dei fatti che hanno portato all’espulsione del cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish” a seguito ”della mancata convalida dell’arresto da parte della Corte d’appello di Roma, considerato che il cittadino libico era ‘a piede libero’ in Italia e presentava un profilo di pericolosità sociale, come emerge dal mandato di arresto emesso in data 18 gennaio dalla Corte Penale Internazionale, ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del Testo unico in materia di immigrazione. Il provvedimento è stato notificato all’interessato al momento della scarcerazione e, nella serata del 21 gennaio, ha lasciato il territorio nazionale”, ha aggiunto il ministro.