Castelvetrano : vibrata protesta e ricorsi legali contro le demolizioni delle case abusive

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Costruite entro i 150 metri dalla costa, in area di inedificabilità, il Comune vuol  demolire 85 case con un mutuo di tre milioni di euro contratto con la Cassa depositi e prestiti   Un villaggio intero passato nel tempo inosservato nella burocrazia dei nulla-osta necessari alla costruzione.  Osserviamo: perchè se i proprietari delle case abusive dell’epoca non sono stati sanzionati o bloccati nel corso dei lavori -certamente non invisibili- adesso si vuol smuovere una gigantesca operazione che ricadrà sulle tasche dei cittadini italiani?  Perchè quel mutuo contratto dai commissari  non potrà essere dirottato ai proprietari o ex proprietari delle case da “abbattere”.  E allora dov’è il beneficio pubblico?   Il segnale di legalità e/o regime sanzionatorio doveva intervenire prima di intestare i guai giudiziari ed amministrativi alla gente interessata.  Oggi si rivela una gran perdita di tempo e di denaro.   Non solo ma la vicenda-delicata e complessa-  può rappresentare una miccia esplosiva di protesta contro le ruspe demolitrici con refluenze negative dell’amministrazione e della sicurezza pubblica

In Campania – ricorderemo- il governatore  De Luca per dare una risposta alle 70mila sentenze di demolizione che tuttora gravano come un macigno sulla Regione, con apposita legge  dava la possibilità ai Comuni di acquisire al proprio patrimonio gli immobili abusivi da concedere poi in affitto agli stessi «occupanti di necessità». E’ un’ipotesi quella di non aggravare  l’emergenza abitativa . , Sappiamo che  gli ex governanti lo scorso settembre impugnarono davanti alla Corte costituzionale la legge .  Alcuni magistrati non condividono, altri ritengono che occorre un condono nazionale, altri ancora che gli immobili non possono essere acquisiti ma demoliti in assenza di “interesse pubblico prevalente”

Una cinquantina di ex proprietari di case abusive di Triscina, località di mare nel comune di Castelvetrano, vicinissima al sito archeologico di Selinunte, ha deciso dunque di presentare un ricorso in via cautelare alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) e un esposto alla Corte dei conti, per fermare la demolizione delle case già confiscate dal Comune       Gli avvocati  l’avvocato Giovanni Lentini, che insieme ai colleghi Eugenio e Davide Brillo e Valentina Blunda,che guidano il gruppo hanno rilevato alcune violazioni da parte del Comune e illogità manifeste che dovrebbero    far retrocedere i commissari dell’amministrazione comunale a procedere con le ruspe.

Costruite entro i 150 metri dalla costa, in area di inedificabilità, il Comune vuol  demolire 85 case con un mutuo di tre milioni di euro contratto con la Cassa depositi e prestiti. 

“C’è un precedente in Campania, dove la Corte dei conti ha negato la legittimità della stipula di un mutuo proprio finalizzato alla demolizione di opere abusive. I ricorsi che ci accingiamo a fare per il momento non bloccano le ruspe. Soltanto la saggezza e il senso di equilibrio potrebbero bloccarle”.      

UN’ALTRA VERGOGNA DELL’ARS: I DEPUTATI HANNO ASSUNTO 88 PORTABORSE SERVILI. UNA “NORMA”(INVENTATA DALL’ARS) LO CONSENTIREBBE

 

 

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DEPUTATI SICILIANI SENZA VERGOGNA : DOVREBBERO CIRCOLARE CON UNA MASCHERA PER GLI SPRECHI ED ILLECITI DI CUI SONO AUTORI ESCLUSIVI

Raffaele Lanza

Un’altra vergogna siciliana si aggiunge nel libro dell’Ars.  I nuovi collaboratori esterni dei gruppi sono centoundici. Se a questi si aggiungono i dipendenti diretti dei gruppi, gli uomini di staff e i consulenti la cifra sale a 226: 162 sono inquadrati dai gruppi parlamentari (88 portaborse e 74 stabilizzati) e 64 sono stati arruolati nei propri staff dai nove componenti del Consiglio di presidenza dell’Ars. Venti sono i collaboratori che fanno parte dello staff del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. Paradossalmente ed invertendo la regola che i servizi della Regione devono essere assicurati dal personale interno ricco di quasi tutte le professionalità,gli esterni sono, dunque, di più degli interni visto che i dipendenti dell’amministrazione sono 177.       La comunicazione perviene direttamente alla casella “direzione” di SUD LIBERTA’.

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In atto vige una “norma (in realtà taciuta dai parlamentari)“che al momento assegna a ciascun deputato 58.800 euro all’anno per l’assunzione di funzionari portaborse che ha prodotto la contrattualizzazione di 88 persone nei gruppi parlamentari. Altro problema riguarda il bacino degli ‘stabilizzati’ (una ottantina), 74 quelli assunti finora e chi non ha trovato collocazione ha presentato una diffida ai capigruppo. Tra le proposte in esame  quella del M5s, che ha suggerito di dare ai gruppi la libera facoltà di scelta dei propri collaboratori e di parametrare il numero di portaborse a quello dei deputati componenti del gruppo, fissando la quota al 30%. “In questo modo l’Ars risparmierebbe 3 milioni di euro”

Un’osservazione: SUD LIBERTA’ RITIENE UNA VERA INDECENZA LA NORMA VIGENTE CHE CONSENTE AL DEPUTATO SICILIANO DI “REGOLARIZZARE CON CONTRATTO” IL PORTABORSE SERVILE.

 

Corte dei conti: “Necessaria una riforma della governance dell’Inps”

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Inps: una serie di  risultati economici negativi si riflette sulla progressiva erosione del patrimonio netto che si attesta a fine esercizio su un importo di poco meno di 78 ml e che passa in territorio negativo in sede di assestamento del bilancio di previsione 2017″ . E’ l’analisi della Corte dei conti che rileva …..” la situazione patrimoniale dell’Inps tornerà ad attestarsi su un saldo, tra poste dell’attivo e del passivo, in deciso miglioramento per effetto della disposizione contenuta nella legge di Bilancio per il 2018″.

 Secondo la Corte dei Conti, inoltre, è necessaria una riforma della governance dell’Istituto. “Dal lato ordinamentale resta attuale – – la necessità di una riforma della governance dell’Inps che parta dalla revisione di funzioni e compiti dei tre principali organi – di indirizzo e vigilanza, di rappresentanza legale dell’ente, di indirizzo politico-amministrativo – che, insieme al direttore generale, compongono quel particolare assetto duale disegnato dal legislatore per gli enti previdenziali pubblici”.

La riforma del sistema di governo dell’Istituto “ad opera del d.l. n. 78/2010, di accentramento nella figura del presidente dei compiti prima spettanti al Consiglio di amministrazione, non si è mostrata, infatti, sufficiente a conferire all’Istituto migliore equilibrio, in particolare, nei rapporti con il Consiglio di indirizzo e vigilanza”.

Secondo i magistrati contabili, “è da porre in rilievo come sul finire del 2017 la Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati abbia approvato una proposta di modifica dell’ordinamento e della struttura organizzativa dell’Inps e dell’Inail, quale testo unificato delle tre proposte da tempo all’esame della medesima Commissione. Con lo scioglimento delle Camere, il percorso di riforma si è ovviamente interrotto, di talché appare auspicabile che esso trovi nella nuova Legislatura un rinnovato impulso”.

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