Corte dei conti: nel semestre 2022 emergono difficoltà notevoli degli Enti pubblici nella capacità di spesa e un reale sviluppo

GRANDE SOFFERENZA DELLE IMPRESE  CHE ANCORA NON PROCEDONO A NUOVE STRATEGIE  AZIENDALI  E/O  DI ASSUNZIONI  GIOVANI

 

Corte Conti | Nuovo Sud

Palermo,

Le amministrazioni centrali dello Stato- comunica la Corte dei conti siciliana- hanno reagito positivamente al primo impatto con il PNRR, con il conseguimento pressoché totale degli obiettivi previsti dal Piano ma l’attenzione sulla sua esecuzione resta particolarmente elevata e il giudizio complessivo sul 2022 potrà delinearsi solo a fine anno. 

E’ quanto emerge dalla relazione approvata, con Delibera n. 47/2022/G, dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, in cui la magistratura contabile ha riportato gli esiti delle analisi svolte, attraverso un campionamento qualitativo e quantitativo, sullo stato di attuazione di 31 su 45 degli interventi ricompresi nel PNRR e sul conseguimento degli obiettivi previsti per il primo semestre 2022.

Il controllo eseguito dalla Corte si è svolto seguendo le specifiche cadenze temporali previste per la realizzazione degli interventi connessi al Piano, con precisa attenzione sui temi della tutela ambientale e della salute, delle politiche del lavoro e dello sviluppo sostenibile, della digitalizzazione, dell’internazionalizzazione, dell’istruzione, dell’inclusione e del sostegno sociale.

Malgrado il dato formale positivo, nei settori esaminati sono emerse sostanziali criticità, in un contesto, come quello attuale, che ha visto modificare il quadro economico finanziario rispetto alle previsioni iniziali, determinando l’emersione di elementi di incertezza destinati ad influenzare il rialzo dei costi di realizzazione di alcuni progetti.

In tale prospettiva, la Corte ha sottolineato il permanere di difficoltà notevoli nella capacità di spesa delle singole amministrazioni, a dimostrazione del fatto che una maggiore disponibilità ed un maggior impiego di risorse non corrispondono automaticamente a reali capacità di sviluppo. Un aspetto, quest’ultimo, da valutare in un lasso di tempo più ampio, che consenta di elaborare previsioni sull’impatto reale degli interventi del PNRR sul PIL.

Il rafforzamento delle strutture amministrative e l’adeguatezza delle risorse umane in corso di reclutamento – ha specificato la magistratura contabile – costituiscono elementi essenziali ai fini dell’attuazione degli interventi, così come adeguate attività di assistenza tecnica che garantiscano lo svolgimento delle azioni connesse alla realizzazione degli obiettivi. Le osservazioni della Corte, su questo punto specifico, si sono focalizzate sulla necessità di superare la questione della finanziabilità dell’assistenza tecnica, attualmente non finanziabile con i fondi del PNRR. Molto potrà essere fatto, a parere della Corte, con l’introduzione, nel giugno scorso, del nuovo portale ”Capacity Italy”.

Sul versante attuativo degli interventi sul territorio – ha rilevato la Corte – è richiesta, soprattutto in alcune aree del Paese, un’azione di razionalizzazione che assicuri uniformità e omogeneità di presidio e di offerta di servizi, oltre a consentire lo svolgimento di efficaci controlli sui flussi di risorse e sul raggiungimento degli obiettivi finali.

Alla conclusione del Piano, per governare il ritorno a una gestione ordinaria priva delle attuali, ma momentanee, disponibilità legate alle risorse europee, sarà fondamentale garantire la stabilizzazione dei flussi finanziari destinati alle amministrazioni, anche per evitare la messa in sofferenza delle imprese che hanno tarato organizzazione e strategie aziendali sull’attuale entità degli stimoli economici e finanziari.

Corte dei conti -Reg  Siciliana

Gestione Inps sotto la lente della Corte dei conti

Corte dei conti: «L'inefficenza crea zone oscure dove si insinua la  corruzione» - Il Sole 24 ORE
Corte dei conti – Archivi Sud liberta’

 

l conto consuntivo 2020 dell’INPS mostra un avanzo di 88,415 miliardi di euro (in diminuzione di 20,491 sul 2019), un risultato d’esercizio negativo per 25,200 miliardi e un patrimonio netto che scende da 39,759 a 14,559 miliardi.

E’ quanto emerge dalla relazione sulla gestione 2020 dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, approvata dalla Sezione controllo enti della Corte dei conti con Delibera n.79/2022, in cui si evidenzia, nell’ambito delle entrate correnti (373,684 miliardi, in crescita di 18,460 sul 2019), un valore di quelle contributive pari al 60,25% di quelle accertate (225,150 miliardi, in valore assoluto).

La crisi pandemica – ha aggiunto la Corte – ha inciso negativamente sulle entrate contributive per 11,061 miliardi di euro – determinando, invece, un aumento delle uscite per prestazioni istituzionali pari a 28,461 miliardi (359,517 miliardi in termini assoluti).

Sul fronte delle agevolazioni contributive (17,471 miliardi), la Corte ha raccomandato la verifica preventiva sui requisiti di accesso alla riduzione del cuneo contributivo, per i casi di richieste di esonero contributivo derivanti dall’assunzione dei beneficiari. Sono state 237 (per un totale di 1.244.000 euro) le istanze di sgravio accolte, riferibili al credito di imposta per effetto di assunzioni di percettori di Reddito di cittadinanza.

Su 13.181 ispezioni in materia previdenziale, 8.477 hanno rilevato irregolarità. Sono 144.014 i lavoratori trovati in posizione irregolare, di cui 2.455 (circa il 2%) totalmente in nero. L’ammontare accertato della sorte contributiva omessa/evasa è di 375,808 milioni di euro nel 2020, rispetto ai 532,204 del 2019. Il numero di ispettori in forza all’Istituto è in costante calo, dai 1.073 del 2019 ai 1.020 nel 2020 (-4,9%).

Per il 2020, infine, la Corte ha dato atto all’Ente dei risultati raggiunti nella mitigazione del rischio di povertà, svolta mediante l’erogazione, sia di prestazioni a sostegno del reddito di Cassa integrazione guadagni ordinaria, con causale Covid-19 (1.765.228.806 ore autorizzate, a fronte di 673.222.022 utilizzate), sia delle indennità Covid-19 (c.d. bonus) per una spesa di 6,002 miliardi.

Le analisi complessivamente svolte dalla Corte si sono estese all’assetto organizzativo dell’Istituto, ai temi generali della riscossione dei crediti contributivi, della gestione del contenzioso e delle misure assistenziali, nonché alle previsioni statistico-attuariali della spesa pensionistica.

Corte dei conti: attuare subito un ricambio generazionale dei dipendenti pubblici, formare i giovani disoccupati

Corte dei conti -Sez di Palermo Archivi SUD LIBERTA’

 

L’unificazione delle scuole preesistenti e l’individuazione di ulteriori esigenze formative dopo l’emergenza pandemica, la diffusione della didattica a distanza e la necessità di impiego dei fondi europei per i progetti inseriti nel PNRR sono state l’oggetto della riforma della Scuola nazionale dell’amministrazione (SNA).

E’ quanto emerge dalla delibera n. 12/2022/G della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, dal titolo “I processi di formazione del personale delle Pubbliche Amministrazioni e il ruolo della Scuola Nazionale dell’Amministrazione”, riferita all’arco temporale 2015-2020.

La magistratura contabile auspica che la SNA possa assumere un ruolo primario per la ripresa economica del Paese e sottolinea che la formazione e la valorizzazione del personale pubblico, anche mediante un ricambio generazionale dei dipendenti, sono considerate leve indispensabili per una migliore qualità dei servizi a cittadini e imprese, nonché per un’efficiente attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

La Corte rimarca la necessità di un monitoraggio costante sull’utilizzo del fondo, istituito con iniziale dotazione di 50 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, al fine di migliorare la capacità formativa della PA entro il 2026.

 

Corte dei conti, inaugurazione Anno giudiziario- Nel 2021 126 sentenze di condanna per un importo di oltre 37 milioni di euro

 

Oggi ì 11 marzo 2022, alle ore 10,00, nell’Aula Magna dello Steri (Piazza Marina, 61), sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Palermo, si è tenuto, alla presenza delle più alte Autorità civili, militari e religiose, l’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2022 della Sezione giurisdizionale per la Regione Siciliana.

Hanno svolto le relazioni il Presidente della Sezione giurisdizionale regionale, Vincenzo Lo Presti, e il Procuratore regionale ad interimGianluca Albo.
Sono seguiti gli interventi del rappresentante dell’Ordine degli Avvocati, del Presidente della Sezione regionale di controllo e del rappresentante dell’Associazione Magistrati.           Pubblichiamo i primi due interventi in sintesi.

 

Dr. Vincenzo Lo Presti  (intervento in sintesi) “

Preliminarmente, vorrei svolgere alcune brevissime considerazioni sul ruolo della Corte dei conti nell’attuale assetto costituzionale.
La nostra Costituzione assegna alla magistratura contabile l’oneroso compito di garantire, in posizione di terzietà, che la gestione delle pubbliche finanze venga effettuata in maniera oculata e trasparente, assicurando, in tal modo, che il contributo fiscale corrisposto dai cittadini onesti venga effettivamente utilizzato per proporre alla collettività i migliori servizi possibili.
Un ottimale utilizzo delle risorse disponibili è, infatti, indispensabile per lo sviluppo economico e sociale del paese e costituisce il presupposto per l’adempimento dei “…doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale…”,sanciti dall’art. 2 della nostra Costituzione.
La Corte dei conti deve, quindi, assicurare che la Pubblica Amministrazione persegua i fini determinati dalla Costituzione e dalla legge e, nello stesso tempo,operi con criteri di economicità, efficienza, imparzialità e trasparenza, così come previsto dalla legge 7 agosto 1990 n. 241, che è norma direttamente attuativa dell’art. 97 della Costituzione.
Inoltre, dopo la riforma dell’art. 81 della Costituzione, la Corte costituzionale ha costantemente ribadito, in numerose pronunce, che il bilancio è un “bene pubblico” di rilevanza costituzionale che, da un lato, assicura il soddisfacimento degli interessi della comunità, nel bilanciamento tra risorse disponibili e spese destinate a finalità pubbliche, e, dall’altro, deve rendere conoscibile l’attività di gestione delle pubbliche finanze consentendo ai cittadini di valutare, in modo obiettivo e informato, se, e in che misura, gli amministratori,nello svolgimento del mandato, abbiano dato concreta attuazione a quanto promesso durante la campagna elettorale.
Oggi, l’esigenza di legalità finanziaria è particolarmente avvertita dalla collettività che, sempre più spesso, si rivolge alla Corte dei conti per segnalare fenomeni di sperpero e distrazione delle risorse pubbliche. In tale contesto, la giurisdizione contabile costituisce un indispensabile presidio per il contrasto ad ogni forma di spreco, anche in considerazione della persistenza, nonostante le numerose condanne, di fenomeni corruttivi.
Inoltre, le sentenze del giudice contabile costituiscono, per il pubblico amministratore, un’importante guida per il corretto esercizio dei compiti istituzionali e, per altro verso, la prospettiva della responsabilità amministrativa può costituire un efficace deterrente alla commissione dell’illecito erariale. Questa è probabilmente la ragione per cui oggi, la giurisdizione del giudice contabile si è estesa bel oltre la nozione tradizionale di danno erariale (inteso come mero risarcimento dei danni materiali e finanziari arrecati alla pubblica amministrazione) ricomprendendo anche la lesione di beni immateriali come il danno all’immagine della pubblica amministrazione (cagionato da comportamenti del dipendente pubblico costituenti reato) e i danni da disservizio (conseguenti a comportamenti illeciti che riducono l’efficienza amministrativa vanificando le aspettative della collettività).
Inoltre, la giurisdizione del giudice contabile ricomprende anche l’attività di soggetti estranei alla pubblica amministrazione quando questi si ingeriscano, in virtù di legge o convenzionalmente, nell’attività amministrativa, ovvero siano destinatari di contribuzioni pubbliche finalizzate alla realizzazione progetti di pubblico interesse.
*****
La Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Sicilia, nel 2021, ha esaminato varie tipologie di illeciti erariali: alcuni, caratterizzati dal conseguimento di personale profitto e, quindi, aventi natura dolosa, altri, invece,caratterizzati da grave negligenza, imprudenza e imperizia nell’espletamento delle funzioni.
Per sua natura, l’illecito erariale, a differenza di quello penale, è atipico e si fonda sulla clausola generale di responsabilità secondo cui chi cagiona un danno ingiusto, con dolo o colpa, è tenuto al risarcimento in favore della amministrazione danneggiata.
Nell’esercizio della giurisdizione, i casi dedotti in giudizio, pur avendo ciascuno caratteri peculiari per il multiforme palesarsi delle condotte antigiuridiche, vengono scrutinati con riferimento ai principi fondamentali,imposti dalla Costituzione e dalle Leggi, che costituiscono la stella polare dell’agire pubblico.
Tali principi impongono la doverosa osservanza: • dell’obbligo di fedeltà e del dovere di adempiere con disciplina ed onore alle funzioni svolte; • del principio di legalità, che impone il rispetto delle leggi attributive competenze ed obiettivi per la realizzazione dell’interesse pubblico; • del principio di buon andamento, che impone l’erogazione di servizi
efficienti e rispondenti a criteri di economicità; • del dovere di imparzialità, che non consente favoritismi e discriminazioni nello svolgimento delle funzioni; • delle prescrizioni introdotte, dalla riforma costituzionale del 2012, per
assicurare l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico.
*****
Ciò premesso, faccio presente che, nel 2021, in materia di responsabilità amministrativa, la Sezione ha pronunciato 126 sentenze nei confronti di 222 convenuti (di cui: 93 di condanna, 14 di assoluzione e 19 con altra formula).
In particolare, le sentenze di condanna, per un importo totale di € 36.875.768,20, sono state pronunciate a carico di:
– soggetti privati che hanno chiesto ed indebitamente ottenuto contributi pubblici o che ne hanno fatto un uso diverso da quello per il quale erano stati concessi, vanificandone, in tal modo, le finalità pubbliche;
– amministratori e dipendenti che hanno indebitamente disposto, a vantaggio loro o di altri, la liquidazione di indennità ed emolumenti non dovuti; – dipendenti pubblici che, violando il principio di esclusività del rapporto di pubblico impiego, hanno svolto attività professionale privata, anche in concorrenza con la struttura pubblica presso la quale prestavano servizio,o, addirittura, utilizzando mezzi e personale in dotazione a quest’ultima;- amministratori che hanno attribuito incarichi esterni per attività che dovevano essere svolte da personale in servizio presso l’Ente o, per le quali,
la legge non consentiva il ricorso a professionalità esterne;

personale sanitario per risarcimenti erogati dalle strutture sanitarie a pazienti lesi da comportamenti gravemente colposi; – amministratori e dipendenti, definitivamente condannati in sede penale, che, con il loro comportamento, divulgato dagli organi di informazione, hanno gravemente leso l’immagine ed il prestigio della pubblica amministrazione; – amministratori e dipendenti che, con il loro comportamento illecito, hanno determinato la soccombenza processuale dell’Amministrazione ed il conseguente obbligo del risarcimento del danno e delle spese processuali, in favore di terzi.
*****
Inoltre, la Sezione, nel trascorso anno, si è anche occupata dei conti giudiziali. Il giudizio sui conti, infatti, ha per oggetto specifico l’esame delle scritture contabili cui è tenuto chiunque abbia maneggio di denaro o valori pubblici e rappresenta un efficace strumento per prevenire e fare emergere ogni irregolarità nella gestione delle risorse finanziarie pubbliche.
Nel corso del 2021, sono stati definiti 3.977 conti giudiziali, di cui 49 in udienza pubblica (con 13 sentenze che hanno posto a carico del contabile addebiti per € 33.950,20 e le restanti con formula assolutoria) e 3.928 con decreto
presidenziale di discarico; sono state, inoltre depositate dai Magistrati 2.985 relazioni di cui: 357 con proposta di discarico, 2.618 con proposta di estinzione e 10 con richiesta di deferimento al Collegio.
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Infine, in materia pensionistica, altra tradizionale competenza rientrante nella giurisdizione della Corte di conti, sono state emesse 1175 sentenze (di cui 575 di accoglimento, 276 di rigetto, e 324 con altra formula); sono state anche emanate
19 ordinanze di sospensiva e 479 ordinanze istruttorie.
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Passando adesso all’esame delle novità normative del 2021, desidero segnalare l’art. 51, c. 1, lett. h) del decreto-legge n. 77/2021, convertito in legge L. 29 luglio 2021, n. 108. Tale norma proroga, fino al 30 giugno 2023, le limitazioni della
responsabilità amministrativa, introdotte in precedenza e fino al 31 dicembre 2021, dall’art. 21 del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito in legge 11 settembre 2020, n. 120.
In proposito, facendo un passo indietro, osservo che, prima della entrata in vigore del decreto-legge n. 543/1996, convertito in legge 20 dicembre 1996, n. 639,alle condotte illecite, causative di danno erariale, conseguiva il risarcimento del danno, anche in caso di colpa lieve.
A partire, invece, dalla entrata in vigore di tale ultima norma, per evitare così detta “paura della firma” la responsabilità amministrativa era stata limitata alle sole ipotesi di dolo o colpa grave (ponendo, quindi, a carico della collettività le conseguenze dannose derivanti da comportamenti lievemente colposi di pubblici amministratori e dipendenti).
In tale contesto, avallato anche dalla sentenza della Corte costituzionale n.371/98 e già fortemente limitativo della responsabilità amministrativa, aveva suscitato non poche perplessità la ulteriore limitazione della responsabilità
amministrativa introdotta, fino al 31 dicembre 2021, dall’art. 21 del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito in legge 11 settembre 2020, n. 120; tale norma,infatti, aveva limitato la responsabilità amministrativa ai soli casi in cui il danno,conseguente alla condotta attiva del soggetto agente, era stato da lui dolosamente voluto (tale limitazione di responsabilità non si applicava, invece, per i danni cagionati da omissione o inerzia del soggetto agente che, in tale ultimo caso,rispondeva, come in precedenza, anche per colpa grave).
Tale forte limitazione della responsabilità amministrativa, è stata ancora prorogata, fino al 30 giugno 2023, con il citato decreto-legge n. 77/2021 inoltre,sono attualmente all’esame del senato, emendamenti (presentati in relazione al
disegno di legge n. 1359) finalizzati a renderla permanente

L’intervento del Procuratore GianLuca Albo (in sintesi)

“Abbiamo cercato di valorizzare al meglio le risorse a disposizione abbiamo creduto energicamente sul ruolo centrale della Procura contabile nel sistema anticorruzione, oggi identificato nel contrasto allo spreco delle risorse pubbliche.
Nel quinquennio vi è stato un incisivo turn-over del personale di magistratura, per i colleghi più anziani in ruolo reso necessario dal limite decennale di permanenza e per i giovani referendari reso possibile da una infausta legittimazione al trasferimento che il Consiglio di Presidenza a tutt’oggi consente prima dell’immissione in ruolo dei vincitori di concorso, così innestando un meccanismo di rotazione che si ripercuote negativamente proprio sugli uffici connotati da gravi carenze di magistrati come la Procura siciliana.
Nonostante dal 2018 la scopertura dell’organico di magistratura abbia superato il 40% e che tutti i colleghi oggi in servizio siano giovani referendari con una anzianità massima di circa 3 anni, la piccola e giovanissima squadra
siciliana non solo ha retto… ma ha fatto.
Tranquillizzo subito i presenti, non inizierò a sciorinare numeri; una eventuale curiosità statistica è agevolmente esaudibile esaminando i grafici, anche quinquennali, illustrati nella seconda parte della relazione scritta.
Sia consentita, invece, una breve analisi del progetto iniziale ancorato al principio di effettività di tutela dell’Erario, e da attuare sia con un intervento qualitativo dell’Ufficio sui fenomeni territoriali di mala gestio, sia responsabilizzando l’amministrazione nella tutela della legalità funzionale.
Sarebbe ingenuo pensare che una Procura erariale composta da cinque o sei magistrati possa neutralizzare lo spreco delle risorse pubbliche in Sicilia,ma al contempo non va sottovalutata l’efficacia deterrente dell’intervento del
pubblico ministero contabile se dedicato alle criticità di sistema e se di intervento credibile si tratti.

Vado via con l’auspicio che l’entusiasmo del giovane Ufficio di cui mi è stato affidato il coordinamento si sia tradotto nella percezione per le amministrazioni e gli amministratori siciliani che la Procura della Corte dei conti se interviene lo fa efficacemente; a tale efficacia è affidata la tenuta generalpreventiva del sistema anticorruzione.
Un’idea dell’intervento di sistema anche sui cc.dd. macro-danni all’Erario-Funzione richiede qualche dato numerico di riferimento.
Nel quinquennio 2017-2021 sono state depositate 495 citazioni con valore ponderale medio di 1,74 con cui sono stati convenuti 1.105 soggetti per una contestazione complessiva di euro 179.078.474,34 di danno erariale.
Non indicherò, comprensibilmente, i casi concreti ma le categorie di azioni sulle quali i Giudici hanno avallato l’operato della Procura siciliana: indebita percezione o mala gestio di contributi pubblici di rilevantissimo importo; vendite e locazioni di immobili pubblici in condizioni svantaggiose per l’ente; inerzia nella riscossione dei canoni demaniali; mala gestio dei beni confiscati alla criminalità organizzata; incompatibilità assoluta e relativa nello svolgimento di incarichi esterni; erogazione ingiustificata di emolumenti; violazione del principio di omnicomprensività della retribuzione; indennità di posizione e di risultato sine titulo; gravi disservizi; ricorso ingiustificato a dirigenti esterni, consulenze, esperti e nomine fiduciarie; violazione del divieto di assunzione di personale; minori entrate per inerzia funzionale; mala
gestio fondi gruppi parlamentari e consulenze ufficio di presidenza; mala gestio enti funzionali e società in house; acquisti di beni e servizi in violazione del principio di economicità; danni indiretti per andamento anomalo degli
appalti, violazione del procedimento e della sua tempistica, aggiudicazione illegittima, errori sanitari, violazione dei diritti del dipendente; sanzioni pecuniarie e interdittive per dissesto dell’ente; strumentalizzazione illecita di
funzioni e danni all’immagine per gravi episodi di infedeltà funzionale; azioni revocatorie.
Come già detto, oltre ai traguardi raggiunti ci sono anche quelli mancati e tra questi rimane il rammarico per l’esito infausto delle azioni intraprese per il c.d. danno da abusivismo edilizio ancorato alla perdita delle indennità di
occupazione degli immobili abusivi, per le difficoltà a intervenire efficacemente, anche per ragioni interpretative, sulla mala gestio del “sistema rifiuti” nonché su una fattispecie sanzionatoria molto diffusa nei comuni dell’Isola, quale quella prevista dal comma 4 dell’articolo 148 D.lvo 165/2001 per l’omessa istituzione o per l’inadeguatezza dei controlli interni.
La Procura non vive solo di azioni ma è anche momento di impulso e sintesi di problematiche interpretative, alcune delle quali hanno avuto rilievo generale per la Corte dei conti.
Nel quinquennio sono 35 le pronunce delle Sezioni Unite della Corte di cassazione adite dalle difese che invocavano l’insussistenza della giurisdizione: la legittimazione della Procura contabile siciliana è stata sempre confermata dal Giudice della giurisdizione ad eccezione di un isolato caso che riguardava una società regionale.
Inoltre, con l’avallo della prospettazione della Procura regionale siciliana sono stati definiti i ricorsi avverso provvedimenti di sospensione del giudizio adottati dalla locale Sezione di primo grado e annullati dalle Sezioni Riunite
della Corte dei conti.
In particolare, nell’ordinanza 3/2017, le Sezioni Riunite hanno affermato che “la sospensione si risolve comunque in un diniego di giustizia, sia pure temporaneo”.
La più recente ordinanza 5/2020 del Collegio della nomofilachia haritenuto pienamente vigente l’istituto della separazione delle cause offrendo in motivazione pregevoli spunti ricostruttivi del rapporto tra codice di giustizia contabile e principi generali del processo civile.
Da ultimo per cercare di superare interpretazioni asistematiche dove la propensione per soluzioni innovative sembra aver prevalso sul tradizionale – e doveroso – obbligo di ragionevolezza del sillogismo giudiziale, la Procura
regionale ha dato impulso a una proposta di deferimento di questione di massima e di questione di diritto condivisa dal Sig. Procuratore Generale, il quale ancora una volta ringrazio per la vicinanza umana oltre che tecnica riservata all’Ufficio siciliano. È stato quindi formalizzato l’atto di deferimento alle Sezioni Riunite adite d’ufficio ex art. 114, comma 3, c.g.c., per la risoluzione del seguente quesito: “se con il rito sanzionatorio previsto dagli articoli 133 e ss.
c.g.c. possa valutarsi solo l’applicazione delle sanzioni pecuniarie previste dai commi 5 e 5 bis dell’articolo 248 D.lvo 267/00 o possa accertarsi anche la connessa misura interdittiva prevista dai medesimi commi quale effetto ope legis della condotta sanzionata.”
Non si conosce ad oggi la soluzione del quesito, ma certo è che la Procura siciliana ha rivendicato chiarezza e ragionevolezza……..

 

 

CORTE CONTI: ECCO IL PROGRAMMA DI CONTROLLO UE – 2022 DELLA SEZIONE AFFARI COMUNITARI E INTERNAZIONALI

 

 

Dettaglio notizia

 

Il quadro delle attività della Sezione di controllo per gli affari comunitari e internazionali -comunica l’Ufficio Stampa della Corte dei conti- sì è arricchito nell’ultimo biennio, per gli effetti della pandemia sul sistema dei Fondi europei. Nello scenario consolidato dei controlli sui Fondi, servirà rafforzare l’attenzione sulle misure attuative delle politiche di coesione del primo pilastro del Next Generation EU, con ingenti risorse assegnate.

È quanto emerso nell’adunanza del 23 febbraio u.s. della Sezione controllo affari comunitari e internazionali della Corte dei conti, in cui è stato approvato – con Delibera n. 3/2022 – il Programma di controllo per il 2022. Sul tema, ha rimarcato la Sezione, sarà significativa l’esperienza maturata anche nei rapporti con l’Unione e la Corte dei conti europee, data la non addizionalità delle risorse che impone monitoraggi di breve periodo per evitare il rischio di esiti negativi dei controlli UE.

Saranno cruciali i temi legati all’impatto delle risorse del Recovery Fund e “Sure” sulle aree presidiate dai Fondi strutturali; le problematiche della Programmazione 2014-2020 e le potenziali connessioni con la successiva, in fase di avvio; l’intervento dei fondi relativi al PNRR; la semplificazione delle procedure; le carenze progettuali degli enti intermedi; l’avvio della nuova Politica Agricola Comune, nonché il controllo sull’affidabilità dei sistemi informativi di gestione degli avanzamenti legati al PNRR (sistema REGIS). L’avvio della Programmazione 2021-2027 rimarcherà, inoltre, l’importanza della rilevazione delle diverse fonti di finanziamento.

Per quanto descritto, “si manterrà- prosegue la nota – la tradizionale articolazione della Relazione annuale al Parlamento, con l’analisi dei riscontri sull’attuazione dei progetti del PNRR, in coordinamento con la Corte dei conti europea. Per le relazioni speciali 2022, si confermano l’indagine su “Le funzioni di audit di primo e secondo livello” e quella sul “Ricorso all’assistenza tecnica nella gestione dei progetti a valere sui fondi europei”. Per ognuna di esse, la Sezione svolgerà il follow-up sulle misure adottate dalle Amministrazioni a seguito delle osservazioni formulate.

Prosegue l’attività di External auditor di Agenzie specializzate ONU (ITU; WMO; ICGEB e ICRAnet, fuori dal sistema ONU), con la prospettiva del mandato presso il CERN di Ginevra. Completa il quadro internazionale l’attività nell’Audit Board delle Nazioni Unite prevista nel Protocollo d’Intesa 2020 tra le Corti dei conti italiana e francese, firmato dai rispettivi Presidenti Guido Carlino e Pierre Moscovici.

Sul versante interno, continuerà la collaborazione tra la Sezione e quella per il controllo sulle gestioni delle Amministrazioni dello Stato, come nel caso del Parallel audit sulla “Sudden pollution in Adriatic Sea” (Trieste, settembre 2021) e si proseguirà nel rafforzamento della collaborazione con le Sezioni regionali.

Per adeguare gli strumenti di lotta verso frodi e irregolarità al nuovo quadro di bilancio, prosegue la presenza nel COLAF (Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione Europea) insieme alla Procura generale, nonché l’impegno nella costruzione della piattaforma informatica PIAF, che coinvolge il Dipartimento delle politiche europee, l’IGRUE e l’Agenzia per la coesione. Avrà rilevanza, in questo quadro, il sistema gestito direttamente dalla Corte, denominato “SIDIF”.

 

Corte dei Conti, condanna di 139.000 euro per due poliziotti accusati di assenteismo(false certificazioni) e permessi facili ai cinesi

Marito e moglie sono tuttora a processo penale per i fatti contestati, che sono antecedenti al 2016

La Corte dei Conti: difficile mantenere a lungo il Superbonus, è troppo  oneroso - ItaliaOggi.it


La corruzione investe anche la polizia qualificata. La Corte dei Conti ha condannato Roberto Brunetti e Maria Cristina Massaro al pagamento, rispettivamente di 78.261 euro e 61.018 euro, in favore del Ministero dell’Interno, quale risarcimento del danno procurato alla pubblica amministrazione. I due poliziotti, marito e moglie, sono tuttora a processo, in primo grado, per fatti antecedenti al gennaio 2016. Tra i reati ipotizzati nell’inchiesta, ci sono la corruzione, la falsità ideologica e la truffa.

Se il processo al Tribunale di Prato, a quasi 5 anni dal rinvio a giudizio, non si è ancora concluso, la magistratura contabile è giunta nei giorni scorsi a sentenza di primo grado.
Brunetti, all’epoca ispettore capo alla Digos, in concorso con il proprio medico di base, senza sottoporsi a visite di sorta, avrebbe ottenuto false certificazioni di malattia per 385 giorni, nell’arco di un anno e mezzo. Nel periodo di assenza dall’ufficio per malattia, il poliziotto è accusato di aver svolto attività non compatibili con il riposo prescritto: allenamenti in palestra, una maratona non competitiva, oltre ad un’attività professionale non consentita, come addetto alla sicurezza in una società di portavalori privata. Brunetti è accusato anche di aver ottenuto indebitamente il riconoscimento di un’infermità dipendente da causa di servizio.
Al danno patrimoniale, quantificato in 68.261 euro, si è aggiunta la condanna di 10.000 euro per danno d’immagine. Brunetti è stato invece assolto dalla Corte dei Conti per quanto riguarda il secondo filone d’inchiesta: quello dei presunti illeciti corruttivi finalizzati a far ottenere il permesso di soggiorno a cittadini cinesi.
Per queste circostanze è stata invece condannata dai giudici contabili la moglie Maria Cristina Massaro, all’epoca dei fatti vicedirigente dell’Ufficio immigrazione della Questura di Prato, accusata di aver accettato denaro e regali (fra cui vestiti e borse di di marca e quattro I-phone) da due intermediarie della comunità cinese, una delle quali ha patteggiato e l’altra ha subito una prima condanna nel processo penale.
La Corte dei Conti ha condannato Massaro per aver distratto, per fini illeciti, le proprie energie lavorative in orario di servizio, e ha quantificato il risarcimento nella misura del 20% della retribuzione complessvamente percepita dalla vicedirigente nel periodo in questione.
Gli avvocati difensori Mauro Cini e Cino Benelli preannunciano ricorso contro la sentenza della Corte dei Conti e confidano di portare all’attenzione dei giudici di appello il materiale probatorio emergente nel processo penale in corso.

La Corte dei conti denuncia interventi omissivi e carenze dell’organizzazione del sistema Protezione civile

 

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Corte dei conti denuncia le carenze dell’organizzazione della Protezione civile

La Corte dei conti denuncia le carenze post Sisma 2016 e d interventi omissivi della Protezione civile in particolare.

Fra le cause del ritardo nell’attuazione degli interventi previsti in seguito al sisma del 24 agosto 2016, che ha colpito l’Italia centrale, vi è anche la mancanza di un’organizzazione preposta alla gestione della ricostruzione, a fronte di strutture già operative per la gestione delle emergenze (Protezione civile). Vista la natura del territorio del nostro Paese, più volte devastato dagli eventi sismici, vi è la necessità di uno studio per disciplinare, anche con opportuni interventi legislativi, l’organizzazione della fase successiva all’emergenza, mediante modelli idonei a velocizzare l’avvio delle fasi di ricostruzione.

È quanto emerge dall’indagine svolta dalla Sezione centrale controllo gestione Amministrazioni Stato della Corte dei conti in materia di “Interventi per la ricostruzione nei territori interessati dal sisma del 24 agosto 2016” (delibera n. 21/2021/G) nell’ambito della quale la magistratura contabile ha analizzato la complessa struttura commissariale, le procedure utilizzate per la ricostruzione degli edifici privati e degli immobili pubblici (opere pubbliche, scuole, infrastrutture, chiese), nonché l’attività posta in essere dal 2016 sino agli ultimi mesi del 2021.

Il sisma del 2016 ha causato gravissimi danni infrastrutturali agli edifici pubblici e privati, al patrimonio culturale, alla rete dei servizi essenziali e alle attività economiche di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, comportando una gestione straordinaria – distinta da quella emergenziale – delle attività volte alla ricostruzione, affidate ad un Commissario straordinario del Governo oltre a quattro vice-Commissari, individuati nei Presidenti delle Regioni interessate. La stima dei danni, inizialmente quantificati in 16,5 miliardi di euro dei quali 2,8 destinati all’emergenza, è stata sottoposta ad aggiornamento, in via di ultimazione, solo di recente.

Dal 2016 al 2020, per le attività della gestione commissariale sono stati previsti 4,118 miliardi di euro, dei quali 2,568 trasferiti alla stessa. La verifica dei magistrati contabili ha accertato una limitata utilizzazione delle risorse disponibili, con un’inversione di tendenza a partire dalla seconda metà del 2020, a seguito delle numerose modifiche organizzative e procedurali adottate nell’ambito delle misure di semplificazione e accelerazione. Modifiche con cui si è inteso porre rimedio ai ritardi registrati sia nella ricostruzione privata che in quella pubblica.

Per gli interventi di ricostruzione pubblica, dal 2016 al 30 settembre 2021 sono state erogate dal Commissario straordinario risorse pari a 468,32 milioni di euro, a fronte di 266,508 milioni di euro registrati fino al 31 dicembre 2020. 

Le misure di semplificazione e accelerazione introdotte per la ricostruzione privata hanno consentito, nel corso dell’ultimo anno, la riduzione dei tempi necessari per ottenere il contributo, che ha visto il raddoppio del numero di domande analogamente a quello delle istanze accolte, malgrado le interruzioni e i rallentamenti causati dagli eventi pandemici.

La Corte dei Conti centrale boccia il bilancio 2019 della Regione Siciliana e scopre altre catastrofi finanziarie

ATTEGGIAMENTO DI SFIDA -E SCORRETTO – DELL’ARS CHE APPROVA, NONOSTANTE LA BOCCIATURA DELLA CORTE DEI CONTI,IL RENDICONTO 2019.   

Pino Zingale, Sicilia, Politica

Il Procuratore generale della Corte dei Conti siciliana, Pino Zingale

Accolto il ricorso del Procuratore generale della Corte dei Conti siciliana Sezione centrale dell’Organo di controllo dei conti e ha di nuovo bocciato due parti del bilancio 2019. È l’esito del procedimento che si è concluso oggi davanti alle Sezioni Riunite in sede giurisdizionale in speciale composizione, chiamate appunto a dare l’eventuale placet al documento contabile della Regione arrivato al termine del giudizio di parifica del giugno scorso a Palermo fosse corretto o meno.

La sentenza emessa oggi obbliga la Regione a correggere in aumento lo stanziamento previsto nel fondo crediti di dubbia esigibilità: si dovrà passare dagli attuali 34 milioni e 992 mila euro a 43 milioni e 503 mila euro.

Ma di più:  la Corte dei Conti centrale ha sollevato questione di legittimità su un articolo della Finanziaria del 2016 con cui la Regione ha spostato a carico del Fondo sanitario nazionale il pagamento della rata annuale da 128 milioni di un vecchio mutuo contratto per la copertura dei debiti delle Asp. In attesa di un giudizio su questo articolo restano sospesi gli effetti finanziari e dunque il rischio è una nuova catastrofe finanziaria.

La sentenza della Corte dei Conti nazionale ha di nuovo acceso la protesta dell’opposizione sulla situazione contabile della Regione. «Siamo di fronte ad una ennesima bocciatura dei conti della Regione – dice il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo – che apre ulteriori preoccupazioni sul futuro della Sicilia. Il presidente Musumeci e l’assessore Armao hanno il dovere di illustrare in aula come intendono agire di fronte allo stop della parifica del bilancio 2019. Ormai abbiamo perso il conto degli errori contabili ed amministrarvi di questo governo regionale. Purtroppo il prezzo che i siciliani saranno costretti a pagare per i pasticci di Musumeci sarà altissimo».

Anche il gruppo pentastellato ha sollevato obiezioni con  Luigi Sunseri ” perché malgrado fosse pendente il giudizio che è arrivato al traguardo oggi il governo ha fatto approvare all’Ars il rendiconto 2019 chiudendo di fatto il bilancio: «Avevo chiesto a Miccichè, Armao e Musumeci di non dare seguito all’approvazione del documento contabile. Ed invece lo hanno fatto, con il voto contrario del Movimento 5 Stelle – ha detto il deputato -. L’approvazione del rendiconto regionale, nelle more della decisione sul ricorso proposto dalla Procura, è stata una mossa sbagliata. Adesso, purtroppo, a pagare le conseguenze dell’incapacità del governo è la Sicilia».

 

SICILIA CORROTTA : LA CORTE DEI CONTI CONDANNA GLI EX GOVERNATORI LOMBARDO E CROCETTA E RINVIA A GIUDIZIO 14 EX ASSESSORI PER LA NOMINA ILLECITA DI PATRIZIA MONTEROSSO

La corruzione, fenomeno ancora molto diffuso nel nostro Paese - Il Faro  Online

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I giudici d’appello della Corte dei Conti, presieduta da Valter Camillo Del Rosario, hanno confermato la condanna per due ex presidenti della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta e 12 ex assessori regionali a risarcire le casse della Regione per la nomina e la successiva riconferma di Patrizia Monterosso, (nella foto sotto) a segretario generale dell’ente perché ritenute “illecite”.

 

 

La nomina di Patrizia Monterosso illegittima", il procuratore Albo chiede  un risarcimento di un milione di euro | BlogSicilia - Ultime notizie dalla  Sicilia

La Procura della Corte dei Conti aveva citato in giudizio gli amministratori al pagamento di 893.942 euro. Il procuratore regionale della Corte dei conti, Gianluca Albo, ha disposto la citazione in giudizio per i 14 ex amministratori regionali. Con Lombardo gli ex assessori Alessandro Aricò, Accursio Gallo, Beppe Spampinato, Daniele Tranchida, Amleto Trigilio, Marco Venturi; con Crocetta anche Mariella Lo Bello, Vania Contrafatto, Giovanni Pistorio, Bruno Marziano, Baldo Gucciardi e Luisa Lantieri. Parte della richiesta è andata in prescrizione circa 576 mila euro. Alla fine per Lombardo dovrà risarcire 52 mila euro, Crocetta 106 mila euro. Gli ex assessori della giunta Lombardo: Aricò, Gallo, Spampinato, Tranchida, Trigilio, Venturi dovranno pagare a testa 8 mila e 600 mila euro. Gli ex assessori di Crocetta: Lo Bello, Contrafatto, Pistorio, Marziano, Gucciardi e Lantieri, a testa 17.750 euro.

Patrizia Monterosso non fu confermata nell’incarico dal governatore Nello Musumeci e ora è direttore della Fondazione Federico II, articolazione della presidenza dell’Assemblea regionale siciliana.

CORTE DEI CONTI. “REGIONE SICILIANA CON 101 MILIONI DI EURO DI DEBITI FUORI BILANCIO……”

CONSIGLIERI DEL M5S ALL’ARS:  ” VI E’ UNA MOLTEPLICITA’ ED ETEROGENEITA’ DELLE AREE DI CRITICITA’, NON FUNZIONA LA MACCHINA REGIONALE  SICILIANA   TROPPO CORROTTA   “

 

Corruzione, la Sicilia primeggia ma la Calabria è in quarta posizione

Il quadro dipinto quest’oggi dalla Corte dei Conti, riunita in udienza pubblica per la parifica del rendiconto 2019, è un quadro disarmante con tinte molto scure. I consiglieri prima e il PM dopo non lasciano molto scampo al fallimentare governo di Musumeci: con numeri alla mano e relazioni piene di dettagli hanno evidenziato la molteplicità e l’eterogeneità delle aree di criticità finanziarie della macchina regionale, criticità che mettono anche in dubbio l’attendibilità del risultato di amministrazione. A questo punto c’è solo da prepararsi al peggio”.

Lo affermano i deputati del M5S all’Ars.

I magistrati – affermano i deputati – hanno evidenziato criticità vecchie e nuove che testimoniano il fallimento politico e l’inoperosità di questo governo regionale, visti anche che i numerosi moniti della Corte non sono stati recepiti dalla Regione. La propaganda di Musumeci si scontra con la dura realtà raccontata dalla Corte dei Conti. Chi governa deve essere credibile ed attuare quanto serve per mettere in sicurezza i conti e per evitare che la nave affondi. I siciliani sono veramente stufi di questo fallimentare governo regionale” .

Sono tantissime – accusano e ribadiscono i parlamentari 5 stelle – le criticità evidenziate dai magistrati che lasciano pochissimo spazio all’ottimismo, tra queste. soprattutto: l’inadeguatezza delle misure di rientro messe in atto con l’assestamento bilancio 2019, il fondo contenziosi, che nonostante i numerosi moniti precedenti, sconta ancora la mancanza di una banca dati che impedisce una sua corretta quantificazione, la mancanza, di 101 milioni di euro di debiti fuori bilancio, non ancora riconosciuti e quindi non ancora accantonati in apposito fondo rischi, la mancanza di 34 milioni dal Fondo dei crediti di dubbia esigibilità. E ancora l’assenza di una corretta quantificazione patrimonio regionale e la mancanza del collegio dei revisori, figure che faciliterebbero il lavoro della stessa Corte”.