Corte dei conti, oggi l’Organo contabile fa sapere il programma e le modalità del controllo 2025

Sono in tutto 313 gli enti pubblici o privati, cui lo Stato contribuisce in via ordinaria con apporti annuali al bilancio o al patrimonio, che nel 2025 saranno sottoposti all’esame della Corte dei conti

 

 

La Corte dei conti come strumento di contrasto alla corruzione a tutela  della legalità delle Pubbliche Amministrazioni | Associazione Giuristi di  Amministrazione

 

 

Sono in tutto 313 gli enti pubblici o privati, cui lo Stato contribuisce in via ordinaria con apporti annuali al bilancio o al patrimonio, che nel 2025 saranno sottoposti all’esame della Corte dei conti sotto il profilo della gestione finanziaria.

È quanto emerge dal Programma 2025 delle attività della Sezione controllo enti che la Corte dei conti ha approvato con delibera n. 16/2025, sottolineando come il controllo si collochi in un contesto generale di finanza pubblica, inteso a preservare la capacità di crescita del Paese attraverso un complesso quadro di riforme e investimenti infrastrutturali – con priorità di quelli legati al PNRR – e orientato a una politica di sostegno delle famiglie, delle imprese e del sistema di welfare, nonché a garantire una dinamica della spesa coerente con gli impegni assunti a livello europeo e con un graduale percorso di rientro dal debito.

Rilievo particolare verrà dato al monitoraggio sui risultati di bilancio (quelli, soprattutto, delle grandi società partecipate, che giocano un ruolo centrale nella strategia di crescita e innovazione del Paese) e alla realizzazione dei progetti del PNRR demandati agli enti controllati, proseguendo – anche grazie alla piattaforma informatica Lime survey – nell’attività di rilevazione tempestiva dell’avanzamento dei lavori compresi nel Piano stesso. Questo, specifica la Corte, anche allo scopo di verificare che le riforme aumentino l’attrattività degli investimenti, rafforzino la coesione sociale e promuovano l’inclusione dei soggetti più deboli, favorendo la partecipazione al mondo del lavoro e contribuendo a raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica e tutela ambientale.

Lo svolgimento dei controlli, prosegue il documento, si coniuga con i numerosi e recenti interventi normativi che impattano anche sulle attività del controllo stesso, con un’attenzione rivolta alla riforma legata all’adozione di un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale Accrual per tutte le PA (rientrante tra gli interventi strategici del Pnrr e in vigore con una fase pilota a partire dal 2025), alla nuova disciplina di protezione dei whistleblowers e alle disposizioni integrative e correttive del codice dei contratti pubblici.

I profili della gestione degli enti che saranno sottoposti al controllo riguarderanno, nel complesso, gli aspetti ordinamentali, le caratteristiche della governance, i costi degli organi e del personale, i risultati dell’attività istituzionale, le partecipazioni societarie, l’attività negoziale e i risultati finanziari ed economico-patrimoniali del bilancio d’esercizio, con aggiornamenti sui più significativi fatti gestori fino alla data di approvazione del referto.

Corte dei conti

Il quadro programmatico dell’attività della Sezione del controllo sugli enti per l’anno 2025 viene definito in coerenza con gli indirizzi ed i criteri di riferimento, deliberati dalle Sezioni riunite nell’adunanza del 16 dicembre 2024 (deliberazione n. 61/SSRRCO/INPR/2024), al fine di assicurare che le funzioni siano esercitate secondo canoni uniformi e in coerenza con il quadro normativo che disciplina le competenze delle varie Sezioni di controllo della Corte dei conti.
Occorre ribadire come le funzioni attribuite alla Sezione trovino fondamento nell’art. 100,secondo comma, della Costituzione e disciplina sistematica e di natura organizzatoria nella legge attuativa, che ha anche istituito la Sezione (legge 21 marzo 1958, n. 259).
Trattasi di un controllo obbligatorio e annuale, esercitato in via generale ed esclusiva nei confronti degli enti cui lo Stato contribuisce in via ordinaria, individuati, a prescindere dalla loro natura giuridica, con apposito atto normativo o con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
La citata legge – le cui disposizioni, pur risalenti, mantengono tutta la loro attualità pur in un quadro in continua evoluzione dell’ordinamento amministrativo e delle stesse funzioni della Corte – prevede, nello specifico, che, non oltre sei mesi dalla trasmissione del conto consuntivo o bilancio d’esercizio da parte dell’ente controllato, la Sezione comunichi alle Presidenze delle due Camere i predetti documenti contabili e riferisca il risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di ciascun ente.
La Sezione può, anche, pronunciarsi in corso di esercizio in caso di irregolarità nella gestione e, comunque, quando lo ritenga opportuno, formulando i suoi rilievi ai Ministri competenti e al Mef.
Il quadro normativo, che disciplina l’attività della Sezione, in linea di principio non consente,quindi, in sede di programmazione, di operare scelte selettive in ordine ai soggetti destinatari e ai contenuti del controllo, ma ha l’obiettivo di indicare metodologie e criteri, ai quali improntare l’esame delle gestioni, e di individuare eventuali profili critici o meritevoli di approfondimento, in coerenza con i mutamenti degli assetti ordinamentali e delle politiche pubbliche e in continuità con le verifiche effettuate nell’esercizio precedente.
Le linee programmatiche della Sezione per l’anno 2025, quindi, continueranno ad investire i principali profili della gestione degli enti controllati, tra i quali quelli inerenti agli aspetti ordinamentali, alle caratteristiche della governance, ai costi degli organi e del personale, ai  risultati dell’attività istituzionale, alle partecipazioni societarie, all’attività negoziale, ai risultati finanziari ed economico-patrimoniali del bilancio d’esercizio, con aggiornamenti sui
più significativi fatti gestori fino alla data di approvazione del referto.
Nell’esame dell’attività istituzionale svolta dai singoli enti, e con particolare riferimento alle società, specifica attenzione continuerà ad essere rivolta all’utilizzo delle risorse destinate agli investimenti, con riguardo all’osservanza della normativa di settore e delle relative procedure,nonché ai tempi di realizzazione delle opere. Sotto tale profilo, sarà oggetto di esame anche l’attuazione degli impegni programmatici (contratti di servizio, convenzioni altri obiettividefiniti dagli enti nei programmi di attività o nei piani strategici), valutando l’osservanza dei
cronoprogrammi, le attività concretamente svolte, i risultati raggiunti, nonché le correttemodalità di appostamento e di movimentazione delle risorse in bilancio.
Pur confermando e riproponendo indirizzi generali e criteri di indagine indicati nelle pregresse eterminazioni di programma ritenuti tuttora operativi e cogenti, anche per l’anno in corso la Sezione dovrà tener conto pure del contesto generale di finanza pubblica.
Quadro di finanza, questo, compiutamente illustrato dalle Sezioni riunite nella delibera n.61/2024, inteso a preservare la capacità di crescita del Paese attraverso un complesso quadro di riforme e investimenti infrastrutturali, con priorità per quelli del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e orientato, anche nel 2025, ad una politica di sostegno alle necessità delle famiglie, in termini di reddito disponibile, delle imprese, che devono misurarsi con il
rallentamento della domanda e con nuovi costi, fra cui quelli della transizione energetica, e del sistema di welfare, con particolare riferimento a quello sanitario, nel contempo, garantendo una dinamica della spesa coerente con gli impegni assunti a livello europeo e con un graduale percorso di rientro dal debito.
Un contesto geopolitico assai complesso, che già si è riflesso e che, anche con maggior vigore, potrebbe riflettersi su un rallentamento della produzione industriale, seppure in uno scenario positivo per l’occupazione, impone ritmi di crescita più elevati rispetto al recente passato.
Per questo motivo, il monitoraggio relativo alla realizzazione dei progetti del PNRR demandati agli enti controllati dalla Sezione, nonché quello riguardante i risultati di bilancio,in primo luogo delle grandi società partecipate, giocano un ruolo centrale nella strategia dicrescita e innovazione del Paese.

 

 

2. PROFILI FUNZIONALI E ORGANIZZATIVI

Le funzioni di controllo della Sezione, secondo la legge istitutiva, hanno quali destinatari soggetti istituzionali di differente natura giuridica cui lo Stato contribuisce in via ordinaria,con apporti annuali al bilancio o al patrimonio: si tratta di enti pubblici, economici e non economici, di società partecipate dallo Stato e/o da altre amministrazioni pubbliche, di fondazioni e di altri organismi di diritto privato.
Tale platea è suscettibile di ampliamento o riduzione, a seguito della costituzione di nuovi organismi finanziati con contribuzioni pubbliche o di accorpamento, fusione, trasformazione di enti già esistenti.
Le competenze della Sezione – pur senza considerare le attribuzioni ulteriori di cui si dirà nel prosieguo – risultano, di fatto, di anno in anno accresciute, in relazione alla pluralità dei nuovi soggetti giuridici, pubblici e privati, a beneficio dei quali il legislatore ha previsto, con modalità diversificate, contribuzioni pubbliche.
Nel 2024, sono state assoggettate al controllo ex art. 12 la Fondazione Centro italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore e la Fondazione Centro italiano di ricerca per l’automotive.
Gli enti assoggettati a controllo, al 31 dicembre 2024, sono complessivamente 313, compresi i 98 Automobile club federati; di essi 207 sono enti pubblici, 43 sono società e 63 sono personegiuridiche di diritto privato diverse dalle società.
Di tali enti, 83 sono controllati con le modalità di cui all’art. 12 della citata legge n. 259.E’ ancora una volta da sottolineare come negli ultimi esercizi si sia verificato un progressivo aumento degli enti controllati ex art. 12 (fra cui Leonardo S.p.A., Giubileo 2025 S.p.A., Ita Airways S.p.A., Milano Cortina infrastrutture S.p.A., Biotecnopolo di Siena, Società stretto di Messina S.p.A.), tutti di grande rilevanza o di elevata complessità, che hanno richiesto
l’impiego di notevoli risorse, solo in modesta misura compensate da interventi di dismissione del controllo, ai sensi dell’art. 3 della legge n. 259 del 1958, di alcuni enti (come previsto nel Programma del 2024).
La Sezione dovrà, peraltro, continuare a confrontarsi con gli impegni connessi alle verifiche sui progetti del PNRR assegnati agli enti sottoposti a controllo, secondo quanto previsto dal decreto-legge n. 77 del 2021, nonché con l’emanazione dei pareri di cui al novellato art. 5 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175.
2.2 Organizzazione della Sezione
Il ruolo della Sezione si connota per la complessità dell’attività di verifica che riguarda enti aventi, come detto, natura e caratteristiche fra loro diverse e con la necessità di riscontrare le attività amministrativo-contabili di ciascun ente in rapporto a diversi assetti normativi primari e secondari.
Si tratta di funzioni – non appare superfluo ribadirlo – non comprimibili, in quanto trovano fondamento nell’art. 100 della Costituzione, con le modalità declinate dalla legge n. 259 del 1958, come ribadito dalla Corte costituzionale, in particolare, con la sentenza n. 466 del 1993,ovvero in leggi ordinarie.
In un quadro di migliore organizzazione delle funzioni di controllo, anche nel 2025 è confermato lo stretto collegamento tra i magistrati componenti la Sezione ed i magistrati delegati non facenti parte dell’organico della stessa. Questi ultimi, infatti, saranno partecipi dell’attività della Sezione attraverso la presenza alle adunanze e alle periodiche riunioni di coordinamento, sia per l’esame preliminare degli schemi di referti sulla gestione degli enti, sia
per la trattazione di specifiche questioni di carattere generale.
È, poi, da sottolineare come, anche nell’anno in riferimento, l’attività dei magistrati della Sezione e dei magistrati delegati ex art 12 della legge n. 259 del 1958 continuerà ad avvalersi dei consueti strumenti di coordinamento, sia mediante appositi gruppi di esame, sia attraverso note di indirizzo, nella predisposizione delle relazioni

Particolare attenzione dovrà essere prestata all’attività formativa, sia nei riguardi dei magistrati che del personale di supporto, mediante la predisposizione di un apposito programma formativo con l’ausilio, come nel passato, della Scuola di alta formazione. Attività formativa, questa, che, per assumere piena efficacia, dovrà esplicarsi con riguardo i) alle peculiarità e alle modalità di svolgimento delle specifiche attività di controllo ivi comprese, in
primo luogo, le funzioni ex art. 12; ii) agli aspetti applicativi di alcuni recenti interventi
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normativi. Al riguardo, occorre ricordare, per la rilevanza nell’attività di controllo, il d.lgs. 10 marzo 2023, n. 24 in materia di segnalazioni di violazioni del diritto europeo e nazionale e il d.lgs. 31 dicembre 2024, n. 209, contenente disposizioni integrative e correttive al codice dei contratti pubblici di cui al d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36.

CONTENUTO DEL CONTROLLO 

È da considerare, in primo luogo, come l’attività della Sezione vada sempre ad incrementarsi,anche sotto il profilo dei contenuti, in forza di verifiche rese necessarie dall’evoluzione normativa e dallo stato della finanza pubblica.
Restano, altresì, confermati i contenuti essenziali cui si deve attenere l’attività predetta e di cui
è data sintetica esposizione nel prosieguo.
3.1 Controllo relativo all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) Il programma messo a punto dall’Unione europea per la ripresa post-pandemica, denominato Next Generation EU (NGEU), prevede investimenti e riforme per rilanciare l’economia dei vari Paesi dell’Unione stessa; il Piano nazionale di ripresa e resilienza presentato dall’Italia,articolato sui tre assi strategici della digitalizzazione e innovazione, della transizione ecologica
e dell’inclusione sociale, coinvolge, sotto vari profili, numerosi enti assoggettati al controllo della Sezione.
In linea generale, si dovrà verificare che le riforme aumentino l’attrattività degli investimenti,rafforzino la coesione sociale e promuovano l’inclusione dei soggetti più deboli, favorendo la partecipazione al mondo del lavoro e contribuendo a raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica e tutela ambientale.
Il programma dei controlli per l’anno 2025 continuerà, quindi, a tenere conto di tali priorità;ciò comporterà da parte dei magistrati relatori il monitoraggio tempestivo dell’avanzamento dei lavori compresi nel Piano.
A tal fine, proseguirà, da parte dell’apposito gruppo di lavoro costituito nell’ambito della Sezione, la ricognizione semestrale sullo stato di attuazione dei progetti e delle attività intestate a ciascun ente e la valutazione del relativo impatto economico-finanziario, dando conto al Parlamento, in apposito capitolo del referto annuale su ciascun ente, dell’esito del controllo effettuato, secondo i parametri di economicità, efficienza ed efficacia indicati dall’art. 7, comma 7, del menzionato decreto-legge n. 77 del 2021.
Anche tale attività sarà svolta in coerenza con la “Programmazione dei controlli e delle analisi
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della Corte dei conti per il 2025” adottata dalle Sezioni riunite con la citata deliberazione n.61/SSRRCO/INPR/2024, che stabilisce “il coinvolgimento di tutte le Sezioni centrali di controllo, prevedendo tuttavia output distinti e allineati, in termini di modalità di referto e di tempistica, alle relative competenze specifiche [e che] la Sezione di controllo sugli enti affronterà il tema dell’attuazione del PNRR in seno ai referti dei singoli enti sottoposti a
controllo, secondo le tempistiche ordinarie di produzione dei referti stessi”.
Va anche ricordato come le stesse Sezioni riunite abbiano evidenziato che “La complessità di alcune gestioni ed esigenze di tempestività delle verifiche comporta anche la necessità di un rafforzamento del controllo in corso di esercizio, anche con riguardo all’art. 8 della legge n. 259 del 1958, che trova specifica ragion d’essere soprattutto nel controllo esercitato dal magistrato delegato ai sensi dell’art 12, per i caratteri di contestualità che può assumere rispetto alle scelte operate dagli organi di amministrazione dell’ente”.
Questa Sezione, nel 2024, ha proseguito la propria attività di monitoraggio del Piano, con la consueta cadenza semestrale, ma avvalendosi della piattaforma informatica Lime survey, così
fotografandone lo stato di attuazione alle date del 30 giugno 2024 e del 31 dicembre 2024,rispettivamente, in occasione del quinto e del sesto monitoraggio, e svolgerà gli ulteriori monitoraggi alle date del 30 giugno e del 31 dicembre 2025.
I dati così raccolti, in conformità alle sopra richiamate indicazioni formulate dalle Sezioni riunite, anche nel 2025, verranno in tempo reale messi a disposizione dei singoli magistrati che,nella qualità di istruttori ex art. 2 o di delegati ex art. 12 della legge 21 marzo 1958, n. 259, sono chiamati a predisporre le relazioni annuali sugli enti sottoposti a controllo.
In particolare, attraverso la predetta piattaforma informatica vengono acquisite informazioni per l’esatta individuazione del progetto (CUP, denominazione, eventuale qualità di soggetto attuatore dell’ente coinvolto, Amministrazione centrale titolare dell’intervento,provvedimento di approvazione del finanziamento) e, quindi, per la specifica individuazione dei flussi finanziari di cassa, ovvero: l’importo assegnato per il progetto, la fonte di
finanziamento (PNRR e/o PNC e/o altre fonti e/o autofinanziamento), le somme ricevute dall’ente nell’ambito di ciascuna delle fonti del finanziamento, le somme pagate, la fase di avanzamento del progetto; inoltre, l’Ente è invitato a dichiarare l’avvenuto raggiungimento degli obiettivi fissati alle varie scadenze ovvero, in caso contrario, a specificare i motivi del loro mancato raggiungimento.
I dati raccolti consentono al magistrato relatore l’esame dei flussi finanziari e la verifica del tempestivo raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano; nel contempo, costituiscono il punto di partenza per ogni ulteriore approfondimento in ragione della specifica situazione economico-finanziaria dell’ente.
3.2 Controlli relativo all’art. 5 del TUSP
Le disposizioni, introdotte dall’art. 11 della legge 5 agosto 2022, n. 118, apportano modifiche all’art. 5 del d.lgs. n. 175 del 2016, prevedendo che la Corte dei conti (e quindi, per gli enti ssoggettati al controllo, questa Sezione) si pronunci, entro il termine perentorio di sessanta giorni dal ricevimento, sull’atto deliberativo di costituzione di una società a partecipazione pubblica o sull’acquisto di partecipazioni, anche indirette, da parte di amministrazioni
pubbliche in società già costituite.
La novella ha posto numerosi dubbi interpretativi che in parte sono stati risolti da due pronunce di orientamento delle Sezioni riunite in sede di controllo (la n.16/SSRRCO/QMIG/2022 e la n. 19/SSRRCO/QMIG/2022) in cui vengono declinati i tratti essenziali della funzione ed i parametri di riferimento.
La Sezione continuerà a svolgere la funzione in parola sulla base delle modalità organizzative già adottate, che, come già detto, hanno comportato anche un’implementazione del SICE
3.3 Relazioni di settore
In continuità con le linee programmatiche degli anni precedenti, la Sezione continuerà apredisporre, unitamente ai referti annuali al Parlamento per singolo ente, referti al Parlamento di taglio trasversale (c.d. relazioni di settore), attraverso la predisposizione di relazioni unitarie afferenti a una pluralità di enti omogenei, affidati ad un unico magistrato in qualità di istruttore-relatore.
Questa modalità ha dato negli anni precedenti buona prova di sé, perché ha consentito non solo di analizzare la gestione di ogni singolo ente ma anche di effettuare comparazioni fra glienti del medesimo ambito, nonché di acquisire elementi di conoscenza e valutazione generale dell’intero settore.
Pertanto, anche nel corso del 2025 la Sezione continuerà a riferire al Parlamento con un’unica relazione sulla gestione finanziaria delle 14 Fondazioni lirico-sinfoniche, dell’Automobile club d’Italia, unitamente ai 98 Automobile club federati, dei 23 parchi nazionali, dei 3 Consorzi fluviali e della Giunta storica insieme agli Istituti della rete; sarà, infine, valutata l’eventualità di un unico referto riguardante le cinque Autorità di bacino.
Qualora profili organizzativi non consigliassero relazioni di carattere unitario, saranno individuati elementi di comparabilità normativi, economico-finanziari o gestionali, best practice o quant’altro sia utile alla valutazione dell’ente in esame, nel contesto più generale della categoria cui esso è riconducibile.
3.4 Contraddittorio
La Sezione -informa la Corte -anche nel 2025 non mancherà di assicura l’efficacia del confronto con l’ente,
rafforzando le forme di contraddittorio, sia nella fase istruttoria che in quella successiva all’invio del referto agli organi di gestione e controllo, introdotte dalla determinazione n. 7 del 30 gennaio 2020, con la quale sono state apportate integrazioni alle disposizioni di organizzazione della Sezione a suo tempo approvate con la determinazione n. 10 del 1° marzo 1990 e successive modificazioni ed integrazioni.
Senza alterare la peculiare natura del controllo della Sezione, l’art. 8-bis delle predette disposizioni, introdotto con la citata novella, prescrive, infatti, che, alla conclusione della fase istruttoria, il vertice dell’ente controllato sia informato delle criticità, ove riscontrate e non risolte, sulle quali potrà produrre risposte e chiarimenti, di cui si terrà conto in sede di valutazione collegiale.
Tenuto poi conto delle peculiarità delle funzioni svolte dalla Sezione ai sensi della legge n. 259 del 1958 – che, come sopra specificato, sono continuative, in quanto seguono la cadenza dei bilanci consuntivi degli enti sottoposti a controllo – il sistema regolamentare sopra delineato consente di dare conto delle valutazioni dell’ente già nel successivo referto. Pertanto, il comma 2-bis, aggiunto all’art. 5 delle indicate norme di organizzazione, stabilisce che, dopo l’approvazione del referto da parte del Collegio – sede nella quale potrebbero anche emergere
nuove osservazioni, critiche e suggerimenti – il Presidente della Sezione trasmette la relazione  anche ai vertici dell’ente, con specifico invito a presentare eventuali proprie osservazioni, che potranno essere oggetto di esame della Sezione e di cui potrà darsi conto nel referto successivo.
3.5 Contenuto e profili gestionali oggetto del controllo

Sulla base dell’ormai consolidato indirizzo seguito nell’esercizio del controllo, l’analisi della
gestione finanziaria andrà riferita alle funzioni assegnate dall’ordinamento a ciascun ente,
rispetto alle quali valutare la legittimità e la regolarità amministrativo-contabile degli atti e
commisurare l’efficienza, l’economicità e l’efficacia della gestione rispetto ai risultati finali
rappresentati nel rendiconto.
Sarà osservata la corretta costituzione del sistema di governo, in primo luogo con riferimento al tempestivo, fisiologico rinnovo degli organi da parte dei soggetti competenti. In particolare,per gli enti che svolgono attività di impresa, sarà oggetto di analisi il profilo dell’efficace funzionamento della governance, anche alla luce del nuovo testo dell’art. 2086 del Codice civile, il cui comma 2, introdotto dall’art. 375, comma 2, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14 (“Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza”) ed entrato in vigore, ai sensi del successivo
art. 389, comma 2, il 16 marzo 2019, ha posto, per le imprese in forma societaria o collettiva, il dovere di istituire anche un assetto organizzativo e amministrativo adeguato, in funzione della tempestiva rilevazione di eventuali situazioni di crisi o perdita della continuità aziendale. Il decreto legislativo citato, con esclusione degli articoli entrati in vigore nel 2019, è divenuto efficace da luglio 2022 nel testo largamente modificato ad opera del decreto legislativo 17
giugno 2022, n. 83, che ha recepito la cd. Direttiva insolvency (Direttiva (UE) 2019/1023 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019) e, da ultimo, ulteriormente modificato dall’art. 2, comma 1, del d. lgs. 13 settembre 2024, n. 136.

Nei referti un approfondimento dovrà essere riservato al funzionamento degli organi di amministrazione e controllo. Dovrà, in particolare, darsi conto i) della qualità e della tempestività delle informazioni fornite ai componenti gli organi sulle questioni poste all’ordine del giorno nelle sedute collegiali e dei profili di problematicità eventualmente insorti; ii) della regolare approvazione, attuazione e aggiornamento del Piano triennale unico anticorruzione
e per la trasparenza, anche con specifico riferimento al rispetto della normativa sui contratti pubblici e connesse procedure ed alla pubblicazione delle informazioni nella sezione

(Continua)

Disco verde della Corte dei conti al rinnovo del contratto dei dirigenti : “La Regione siciliana-afferma Schifani- deve essere moderna e meritocratica..”

L'orlandino Cono Catrini nominato dirigente del dipartimento regionale  Turismo

 

 

Disco verde della Corte dei conti al rinnovo del contratto dell’area della dirigenza della Regione Siciliana e degli enti regionali per il biennio 2019/2021. L’ipotesi di contratto dell’area della dirigenza regionale, firmata il 27 novembre scorso nella sede dell’Aran a Palermo, è stata notificata agli assessorati regionali all’Economia e alla Funzione pubblica, all’ufficio legislativo della Regione e all’Aran Sicilia, che potrà ora procedere alla convocazione delle parti per la firma definitiva del contratto. Dopo il via libera dello scorso dicembre al rinnovo del contratto di comparto per lo stesso triennio 2019/2021, si tratta del secondo risultato che testimonia il lavoro delle istituzioni regionali con le organizzazioni sindacali, in linea con le direttive del governo Schifani.

«Un risultato fondamentale che consente alla Regione Siciliana di allinearsi agli standard nazionali della pubblica amministrazione – dice l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Andrea Messina – Questo contratto, al quale abbiamo lavorato con la dottoressa Madonia, già dirigente generale della Funzione pubblica che ha seguito l’iter istruttorio fin qui svolto, colma un primo gap e rappresenta un passaggio cruciale verso una maggiore efficienza e stabilità amministrativa. Nonostante la rilevanza del traguardo raggiunto, però, è già necessario guardare al futuro: il contratto per il triennio successivo 2022/2024, anch’esso scaduto, rappresenta il prossimo obiettivo per completare il riallineamento con il resto del Paese e riportare la gestione dei contratti del personale regionale in una condizione di normalità. Il nostro impegno prosegue senza sosta per assicurare alla Regione Siciliana una pubblica amministrazione moderna e meritocratica, capace di rispondere efficacemente alle sfide attuali».

La Corte dei conti Sicilia boccia il Rendiconto 2020 della Regione siciliana . Dove sono finiti i soldi del disavanzo? “Correttivi in atto”

 

 

I giudici contabili bocciano  la parifica del documento varato dall’allora giunta Musumeci.

L’assessore Falcone mimetizza: ” La bocciatura non avrà conseguenze sulla tenuta finanziaria della Regione”

La Corte dei Conti ha definito il giudizio sul rendiconto 2020 della Regione Siciliana, non parificando lo strumento finanziario. Presenti all’adunanza
l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone, il ragioniere generale Ignazio Tozzo, il capo di gabinetto della presidenza della Regione Salvatore Sammartano. “Abbiamo preso atto – afferma Falcone – della decisione della Corte dei Conti inerente a una fase finanziaria risalente ormai a un quinquennio fa e che non avrà conseguenze sulla tenuta finanziaria della Regione. Se è vero che il disavanzo al 2018 andava ripianato non in dieci ma in tre anni, è vero anche che la Regione, da allora ad oggi, ha posto in essere tutti i necessari correttivi e guarda ai propri conti con maggiore serenità.

Lo scorso novembre i giudici contabili, accogliendo la richiesta della Procura generale della Corte dei conti, avevano sospeso il giudizio di parificazione del rendiconto, rinviando la decisione in attesa della sentenza della Corte Costituzionale sulla questione del disavanzo: sentenza che è arrivata a fine gennaio di quest’anno, con la quale la Consulta ha dichiarato illegittimo il decreto che consentì all’ex governo Musumeci di spalmare il deficit in dieci anni perché per i giudici la Regione poteva essere autorizzata solo con una legge e dunque andava spalmato in tre anni, tesi questa che era stata sostenuta dalla Corte dei conti.

La manovra,  prevista all’origine in 100 milioni, sale intorno ai 350 milioni.       La Regione Sicilia dovrà dare i promessi 60 milioni ai Comuni per i rifiuti inviati all’estero; 15 milioni a Siciliacque per combattere la crisi idrica a Trapani; 7 milioni per la nuova ondata di stabilizzazioni dei Pip e 6 milioni e mezzo per l’Ast , azienda che funziona poco e male, incontrollata com’è. ma servono anche quasi 170 milioni per coprire tante altre piccole spese e nuove falle di natura contabile.

Ci adegueremo alle indicazioni dei magistrati nella revisione del rendiconto 2020 – aggiunge – potendo disporre degli opportuni accantonamenti che mantengono in sicurezza i nostri bilanci. Ciò è avvenuto anche grazie al rapporto di leale collaborazione che abbiamo instaurato con la Corte dei Conti e che ci ha condotto assieme a risultati importanti: infatti, il rendiconto 2022 certifica il calo del disavanzo della Regione a soli   miliardi di euro. Dal 2021 ad oggi siamo cioè rientrati di quasi tre miliardi e, secondo le nostre previsioni, nel rendiconto 2023, in fase di  predisposizione, rientreremo di altri 800 milioni di euro”.

 

Nuove norme per limitare i poteri di controllo della Corte dei conti

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Archivi -Sud Libertà

 

Nuove norme per limitare i poteri di controllo della Corte dei conti. Il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo informa che alla Camera il governo ha posto la questione di fiducia sull’esame del disegno di legge di conversione del decreto 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, il cosiddetto decreto Pa.  Il testo prevede anche nuove norme sulla Corte dei Conti.

Il voto di fiducia sul decreto si terrà domani.Una decisione della capigruppo di Montecitorio. Dalle 12.30 ci saranno le dichiarazioni di voto. 

CONTROLLI, CORTE CONTI: IL PROGRAMMA 2023 DELLA SEZIONE AUTONOMIE

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Le analisi sulla finanza territoriale pianificate per quest’anno dalla Sezione delle autonomie della Corte dei conti,- informa l’Ufficio Stampa dell’Organo di controllo-  dovranno tenere conto di un contesto, come quello attuale, in cui il perdurare delle criticità legate alla pandemia e quelle, più recenti, connesse all’aumento dei costi energetici o all’inflazione, costituiscono elementi di stress per i bilanci degli enti territoriali e richiedono un forte impegno a preservarne gli equilibri.

E’ quanto emerge dal “Programma delle attività per l’anno 2023” approvato, con Delibera n. 1/SEZAUT/2023/INPR, dalla Sezione delle autonomie della Corte dei conti, in cui la magistratura contabile, nel ribadire la necessaria sinergia con le articolazioni regionali dell’Istituto deputate al controllo, delinea un’agenda degli interventi incentrata sui temi legati alle criticità finanziarie, alle procedure di risanamento, alle partecipate locali, nonché alla copertura delle leggi regionali di spesa, alla realizzazione del federalismo fiscale, dell’autonomia differenziata e della riforma fiscale.

Nel documento, si evidenzia inoltre la prosecuzione del monitoraggio sull’attuazione del PNRR, nell’obiettivo di accompagnare gli enti nella sua fase attuativa. Questo, ha specificato la Corte, attraverso modelli di controllo incentrati sul raggiungimento di risultati misurabili, da perseguire coinvolgendo le autonomie locali e avvalendosi delle loro esperienze; ricalibrando gli interventi risultati non in linea con le scadenze o gli obiettivi programmati.

Tali attività, collocate nel solco delle linee generali tradizionalmente definite dalle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte, saranno affiancate dalla predisposizione delle tradizionali “Linee guida”, per l’acquisizione delle necessarie informazioni, nell’ulteriore obiettivo di rendere più funzionale la qualità delle basi informative di supporto al lavoro svolto dalla Sezione delle autonomie.

De Luca (M5S): “Gravissima la leggerezza della Regione Sicilia sulle performance dei dirigenti degli uffici promossi in massa. E’ una vera vergogna”

“Il rinvio della parifica del bilancio della Regione del 2020 e le troppe criticità sollevate dai magistrati contabili rappresentano l’eloquente e pesantissimo giudizio della Corte dei conti sull’operato dell’esecutivo Musumeci, un governo fallimentare, la cui unica nota di rilievo è stata quella di togliere il disturbo con anticipo”.

Così il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca al verdetto della magistratura contabile sui conti della Regione.Riportiamo il Comunicato stampa di De Luca:

“É andata peggio delle peggiori previsioni – dice Antonio De Luca – ora, altro che Finanziaria approvata per tempo, qui si bloccano le spese per centinaia di milioni di euro per investimenti e le assunzioni nei centri per l’impiego e nell’amministrazione regionale. A fare le spese di tutto ciò saranno i siciliani. Schifani, piuttosto che rivendicare la continuità col governo Musumeci, dovrebbe vergognarsene e, soprattutto, provare a cambiare rotta rispetto al passato. Intanto ritiri le variazioni di bilancio e prepari l’esercizio provvisorio”.

“La sollevazione della legittimità costituzionale per il ripiano di 2, 2 miliardi spalmati in dieci anni operato dalla Regione costringe ora il governo a trovare in tempi brevissimi grossissime risorse che rischiano di penalizzare ulteriormente i siciliani. Gravissime ci appaiono pure i rilievi della Corte su diversi profili interpretativi, considerati scorretti, la difficoltà nel recupero del vecchio disavanzo e l’assenza di riforme strutturali evidenziati.

Gravissime, a nostro avviso, sono pure la leggerezza sulle performance dei dirigenti ‘promossi’ praticamente in massa con la più alta valutazione. Stessa cosa per i non dirigenti, Come dire, niente di nuovo sotto il sole: anni fa denunciammo, con tanto di documentazione acquisita tramite accesso agli atti, i giudizi più che benevoli per i dirigenti, alcuni dei quali con altissime pagelle solo per aver mandato e mail o tenuto in ordine l’archivio, praticamente il minimo sindacale in qualsiasi ufficio, Ebbene, a parte il clamore mediatico di allora, pare che dopo anni sia cambiato poco o nulla. Schifani ne prenda atto”.

La Corte dei conti contesta alla classe dirigente della Regione siciliana numerose irregolarità e 866 milioni di disavanzo

 

 

Corte dei Conti, condannato dipendente per danno d'immagine ...

 

Palermo,

Le Sezioni riunite della Corte dei Conti hanno  sospeso il giudizio di parificazione del rendiconto della Regione per il 2020 contestando numerose irregolarità nel conto economico e nel conto patrimoniale oltre che il risultato di amministrazione e ha deciso di sollevare la questione di legittimità costituzionale del ripiano del disavanzo di 2,2 miliardi che era stato spalmato in dieci esercizi finanziari mentre per i giudici andava fatto in tre anni.

Brutta storia per la classe dirigente della Regione siciliana. SONO TANTI GLI ILLECITI, LE ANOMALIE RILEVATE DALLA PROCURA. Il governo Schifani, in sostanza, dovrebbe adesso interessare il governo centrale per prevedere  già nel prossimo bilancio 866 milioni di euro .  Ma le irregolarità sono state commesse e non possibile , nè è giusto, come afferma Marco Falcone , sistemare tutto a Roma. E la ricerca delle responsabilità?       Attenzione dunque Falcone, le sue affermazioni hanno intento di copertura delle macchie della classe dirigente siciliana.  E’ un tipo di Mafia che non ci piace perchè non consente di pagare gli errori, gli illeciti e riproduce ogni anno il solito copione.

L’assessore all’Economia, Marco Falcone pensa di eludere la pronuncia della Corte dei conti : “Tratteremo subito col governo Meloni, basta una norma interpretativa che dia ragione alla Regione siciliana e che faccia decadere il motivo del contendere”.

Il pronunciamento dei giudici è più pesante rispetto alla richiesta che aveva fatto la Procura della Corte dei conti, che aveva proposto il via libera al bilancio consolidato 2020 senza le parti che riguardavano il ripianamento del disavanzo, il conto economico e quello patrimoniale oltre a una trentina di partite contabili contestate nei capitoli di entrata, di spesa e dei residui attivi e passivi. La partita più consistente riguarda il deficit. Per i giudici la Regione doveva spalmare il disavanzo in tre anni e non in dieci, come ha fatto, per due motivi: non si poteva fare con un decreto legislativo ma serviva una legge e comunque il provvedimento è stato fatto prima che fosse approvato lo stesso decreto legislativo. Sulla questione il giudizio passa alla Corte Costituzionale.

La Corte dei conti: “La manovra genera perplessità e non mantiene in equilibrio i conti pubblici….” IL governo con la revisione delle pensioni sbaglia perchè colpisce le fasce più deboli

Corte dei conti (Italia) - Wikipedia

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“Alcune misure in materia di entrate generano alcune perplessità”. Non sta bene la manovra della Meloni alla Corte dei conti in un documento sulla legge di bilancio, presentato in un’audizione alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.

Alcune misure in materia di entrate generano alcune perplessità””I buoni risultati dell’ultimo biennio hanno consentito di mantenere in equilibrio i conti pubblici, garantendo la sostenibilità di un processo redistributivo che ha assunto dimensioni di rilievo. E’ importante conseguire – sottolineano i giudici contabili – significativi miglioramenti in termini di coerenza fiscale, ponendo al centro degli obiettivi pubblici un’efficace azione di contenimento dell’evasione che, nonostante i risultati conseguiti, rimane di dimensioni considerevoli”.

  CRITICHE DELLA CORTE AL LA REVISIONE DEL GOVERNO MELONI DEL SISTEMA DI INDICIZZAZIONE DELLE PENSIONI “-IL GOVERNO COLPISCE LE FASCE PIU’ DEBOLI –
Come più volte sottolineato dalla Corte, per far ciò “è necessario che si utilizzino compiutamente le diverse misure di prevenzione e contrasto, che possono concorrere all’innalzamento dei livelli di fedeltà fiscale, favorendo, attraverso l’uso delle tecnologie, l’emersione spontanea delle basi imponibili e supportando la necessaria azione di controllo dell’Amministrazione fiscale; ciò anche mediante l’impiego sistematico dei dati finanziari e, non ultima, un’efficace attività di riscossione”.

“Non sembrano andare in questa direzione alcune delle misure della manovra – aggiunge la Corte dei Conti – che interrompono un percorso intrapreso per la tracciabilità dei pagamenti, che ampliano l’area dei ricavi soggetti a regime forfettario o che propongono regimi di favore che, se consentono di ottenere un incremento del gettito immediato, ipotecano entrate future”.

Vediamo il testo integrale dell’Ufficio Stampa della Corte dei conti: ”

La manovra 2023-25 conferma i positivi orientamenti sui saldi di finanza pubblica preannunciati nella NaDEF. E’ positiva la scelta di mantenere entro margini limitati gli interventi previsti per il 2023 con ricorso a indebitamento, puntando, nel medio termine, alla riduzione del saldo di bilancio entro la soglia del 3% e a una più rapida discesa del debito rispetto a quanto prospettato nel DEF.

E’ quanto emerge dal documento che la Corte dei conti ha presentato, oggi, in audizione alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame della Legge di bilancio 2023.

Nonostante il limitato tempo a disposizione, hanno evidenziato i giudici contabili, si sono approntati interventi per importi significativi senza ricorrere in misura rilevante a nuove entrate (eccettuata la misura sugli extra profitti delle imprese del settore energetico) e individuando minori spese per importi considerevoli.

Permangono, tuttavia, elementi di incertezza sul quadro di finanza pubblica modificato dalla manovra. L’intervento sui costi dell’energia, pur di dimensioni rilevanti (oltre 20 miliardi nel 2023), è destinato a esaurire la maggior parte degli effetti nel primo trimestre dell’anno. In caso di persistente aumento dei prezzi e nonostante il gettito che deriverebbe dalla tassazione dei sovraprofitti, la dimensione del fabbisogno è rappresentata dalla differenza con gli importi impiegati nel corso del 2022.

Oltre alle misure per l’energia (considerando gli importi al netto degli effetti fiscali per la deindicizzazione e per la decontribuzione e la sostituzione del reddito di cittadinanza), la manovra 2023 prevede ulteriori interventi per 18 miliardi, coperti, nel primo anno, sia con maggiori entrate (in gran parte temporanee, legate ai sovraprofitti energetici), pari a 7,6 miliardi, che con minori spese, pari a circa 10,5 miliardi. Nel biennio successivo, al contributo del risparmio sul fronte previdenziale e della revisione del reddito di cittadinanza, si aggiunge un limitato aumento delle entrate e, soprattutto nell’anno finale, un consistente taglio di spesa (poco meno di 16 miliardi, di cui 5 in conto capitale), che consente di prefigurare un avanzo di circa 5 miliardi.

Il quadro che emerge è, quindi, impegnativo. Anche per dare attuazione, sin dal prossimo anno, ad alcuni indirizzi programmatici, si mobilitano risorse importanti in uno scenario non ancora ben delineato. La revisione del sistema di indicizzazione delle pensioni, oltre a contribuire alla copertura di alcune misure che anticipano un più complessivo riassetto del quadro normativo, assicura risorse crescenti nell’arco di previsione: una scelta che, se porta ad una percepibile riduzione della “curva previdenziale”, va ad inserire ulteriori elementi di incertezza in un sistema che fatica a trovare un assetto definito in senso assicurativo e dal cui ridisegno – che verrà proposto – dipende, in misura rilevante, la sostenibilità del nostro debito. Una incertezza che caratterizza anche il futuro del sistema di sostegno delle fasce più deboli, di cui non è ancora percepibile lo sviluppo dell’aspetto più impegnativo: l’effettiva assistenza nella ricerca di occasioni di lavoro.

Alcune misure in materia di entrate – continuano i giudici contabili – generano alcune perplessità. I buoni risultati dell’ultimo biennio hanno consentito di mantenere in equilibrio i conti pubblici, garantendo la sostenibilità di un processo redistributivo che ha assunto dimensioni di rilievo. E’ importante conseguire significativi miglioramenti in termini di coerenza fiscale, ponendo al centro degli obiettivi pubblici un’efficace azione di contenimento dell’evasione che, nonostante i risultati conseguiti, rimane di dimensioni considerevoli.

Come più volte sottolineato dalla Corte, per far ciò è necessario che si utilizzino compiutamente le diverse misure di prevenzione e contrasto, che possono concorrere all’innalzamento dei livelli di fedeltà fiscale, favorendo, attraverso l’uso delle tecnologie, l’emersione spontanea delle basi imponibili e supportando la necessaria azione di controllo dell’Amministrazione fiscale; ciò anche mediante l’impiego sistematico dei dati finanziari e, non ultima, un’efficace attività di riscossione. Non sembrano andare in questa direzione alcune delle misure della manovra che interrompono un percorso intrapreso per la tracciabilità dei pagamenti, che ampliano l’area dei ricavi soggetti a regime forfettario o che propongono regimi di favore che, se consentono di ottenere un incremento del gettito immediato, ipotecano entrate future. 

In definitiva, conclude la Corte, il quadro che emerge è delicato e richiede che, al più presto, si dispieghino gli effetti attesi dall’attuazione del Piano di ripresa e resilienza. La definizione delle riforme per le quali il Governo e il Parlamento si sono impegnati sul fronte fiscale, previdenziale, assistenziale e del funzionamento degli apparati pubblici, rappresenta, oggi, una condizione indispensabile a cui la nuova legislatura è chiamata.

Corte dei conti
Ufficio Stampa

GIUDIZIO DI PARIFICAZIONE DEL RENDICONTO GENERALE DELLA REGIONE SICILIANA

 

Sabato 3 dicembre 2022 alle ore 10.30, nell’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza, Università degli Studi di Palermo, via Maqueda 172, avrà luogo la pubblica udienza del giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio finanziario 2020.

L’evento si svolgerà alla presenza del Presidente della Corte dei conti Guido Carlino e delle autorità regionali.
Il collegio delle Sezioni Riunite per l’evento si svolgerà alla presenza del Presidente della Corte dei conti Guido Carlino e delle autorità regionali.
Il collegio delle Sezioni Riunite per la Regione siciliana sarà presieduto dal Presidente Salvatore Pilato e la relazione sarà illustrata dai magistrati Tatiana Calvitto e Giuseppe Massimo Urso.
Le funzioni di pubblico Ministero saranno esercitate dal titolare della Procura generale presso la Sezione Giurisdizionale d’Appello, Presidente Maria Rachele Aronica.

 

Bilancio della Regione siciliana, la Corte dei conti contesta le spese del precedente governo regionale

03/08/2020 - Corte dei Conti: responsabilità amministrativa ...

Archivi -SUD LIBERTA’

Palermo,

Sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei conti, il bilancio 2020 della Regione Siciliana. Negli uffici di Palazzo d’Orleans è giunta una relazione dei magistrati della Corte dei conti che contesta oltre un miliardo di spese effettuate sulla base del documento messo a punto dal precedente governo regionale.     Per i magistrati contabili, c’è la modalità di copertura del disavanzo della Regione con la decisione di rateizzarlo in dieci tranche anziché tre.

La strada fu scelta dal governo Musumeci in base all’accordo che sarebbe stato poi firmato con lo Stato e consentì di vincolare soltanto 461 milioni di euro a fronte di una rata complessiva di 1,3 miliardi. L’accordo con Roma arrivò, però, soltanto nel 2021 e ora la Corte dei conti contesta il bilancio in quanto, a suo avviso, avrebbe dovuto essere realizzato con le vecchie norme.

Tra le contestazioni dei magistrati contabili ci sarebbe anche il finanziamento delle autolinee pubbliche e private in forza di una legge poi dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. A questo punto la Regione potrà fornire entro metà novembre le sue controdeduzioni, poi saranno le sezioni riunite della Corte dei conti, a dicembre, a esprimersi con il giudizio di parifica che potrebbe costringere il nuovo governo a trovare circa 1,1 miliardi con una manovra.

“Afferma Cateno De Luca :   “. Il governo Musumeci, quello dalle carte in regola, ha approvato i bilanci senza tenere conto delle norme vigenti al momento dell’approvazione. Nel 2019 è stato proposto un bilancio in violazione del diritto di base. La Corte dei conti fa riferimento ad uno squilibrio di circa un miliardo ma noi sappiamo che in realtà il buco è molto più profondo……”

 

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