Aggiornamenti Covid-19 – Odissea senza fine : registrati oggi altri 575 deceduti

 

Odissea senza fine coronavirus . Altri 575 anime che volano via Rallenta l’aumento dei casi attualmente positivi e diminuisce ancora il numero delle persone ricoverate in terapia intensiva.       Totale di 22.745 decessi dall’inizio dell’emergenza. I casi attualmente positivi sono 106.962, con un incremento di 355 unità nelle ultime 24 ore (ieri l’incremento era stato di 1.189 unità).

Scende  il numero delle persone ricoverate con sintomi: sono 1.107 in meno rispetto a ieri, per un totale di 25.786. In terapia intensiva si trovano attualmente 2.812 pazienti (-124). In isolamento domiciliare 78.364 persone. I guariti sono in tutto 42.727, di cui 2.563 nelle ultime 24 ore (numero più alto dall’inizio dell’emergenza). Dall’inizio dell’emergenza i casi totali sono 172.434 (+3.493). Finora sono stati eseguiti 1.244.108 tamponi.

Situazione in Sicilia …Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 45.172 (+2.767 rispetto a ieri).
Di questi sono risultati positivi 2.625 (+46), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 2.139 persone (+31), 296 sono guarite (+12) e 190 decedute (+3).

Degli attuali 2.139 positivi, 567 pazienti (-6) sono ricoverati – di cui 46 in terapia intensiva (-2) – mentre 1.572 (+37) sono in isolamento domiciliare

«INFARTI IN SICILIA, DUEMILA ACCESSI IN MENO AL PRONTO SOCCORSO”

 

L’altra emergenza: l’allarme lanciato dal delegato regionale GISE Marco Contarini

 

Nella foto (Press) il dr. Marco Contarini, delegato Sici-Gise

” NEGLI ULTIMI DUE MESI AUMENTATA MORTALITÀ PRE-OSPEDALIERA»
«Nel periodo di quarantena stimati circa 200 morti. Non sottovalutare i sintomi per paura del contagio: negli ospedali percorsi protetti per patologie cardiovascolari»

C’è un dato allarmante generato dalla psicopandemia e dal timore del contagio che in questo periodo dilaga tra la gente: l’aumento di mortalità per infarto causato dalla drastica riduzione dei ricoveri per sindrome coronarica acuta. «In Sicilia negli ultimi due mesi abbiamo registrato il 50% di accessi in meno nei Pronto Soccorsi (diretti o con chiamata al 118) per patologie cardiovascolari gravi: una percentuale che tradotta in numeri corrisponde a circa 2mila pazienti che non si recano in ospedale per paura del Coronavirus – spiega Marco Contarinidelegato regionale della Sici Gise (Società Italiana di Cardiologia e Interventistica) e direttore dell’UOC Cardiologia con Utic ed Emodinamica dell’ospedale Umberto I di Siracusa – la riduzione di ricoveri è correlata a un aumento di mortalità, che negli ultimi anni siamo invece riusciti a gestire al meglio grazie alla “Rete per l’infarto miocardico in Sicilia”. Quest’ultima, garantendo tempestività e qualità d’intervento di soccorso, ha portato a una sensibile riduzione della mortalità pre-ospedaliera attraverso interventi adottati nei modi e nei tempi opportuni».

In questo periodo invece i pazienti a rischio preferiscono convivere con i dolori e ricorrere agli aiuti quando ormai è troppo tardi o quando il cuore è già compromesso, arrecando complicanze irreversibili sulle funzionalità: «Abbiamo fatto un balzo indietro di circa 20 anni: la paura del Coronavirus spinge i cittadini a sottostimare, minimizzare o addirittura ignorare i sintomi, riducendo così la possibilità di essere salvati – continua Contarini – in questi mesi di quarantena i morti per infarto in Sicilia sono saliti, stimiamo circa 200 decessi: numeri che hanno un impatto ancora più grave della pandemia».

Una lotta non solo al Covid19, dunque, ma anche ai problemi cardiovascolari, che in Italia continuano a essere la principale causa di morte: «Per far fronte a questa situazione – spiega – in molteplici ospedali sono stati creati protocolli specifici e percorsi differenziati con accessi dedicati, cosiddetti “puliti”, per chi non ha contratto l’infezione ma ha sintomi differenti: ciò consente di evitare promiscuità e di gestire il paziente in tutta sicurezza. Chiedo a tutti i colleghi siciliani di attivare ogni strumento per sensibilizzare e informare i cittadini, spingendoli a superare ogni timore, contattando immediatamente i soccorsi ai primi sintomi ricollegabili all’infarto: dolore al petto, angina, pressione instabile. L’infarto non dà tempo. Aiutiamoli ad aiutarli».

ENTE SCUOLA EDILE DI CATANIA: « CONSULENZA GRATUITA PER LA SICUREZZA NEI CANTIERI EDILI»

 

Menfi: emanato l'avviso pubblico per i tecnici dei cantieri di ...

Covid-19, formazione e vademecum per affrontare l’emergenza

 Il presidente Giuseppe Alì: «Al fianco di imprese e lavoratori in questo momento critico: e-learning e protocolli personalizzati»

CATANIA 

– «Dal lavoro agile alle pause scandite dalle turnazioni. Sono tante le linee guida per il settore edile, da seguire per rendere efficaci le misure ministeriali di contenimento del Covid-19. Per questo il nostro Ente ha redatto un vademecum che ha diffuso tra i propri iscritti, e si è messo sin da subito a disposizione per dare assistenza e supporto a imprese e lavoratori, redigendo protocolli di sicurezza personalizzati per molteplici cantieri». Questo è quanto affermano Giuseppe Alì (presidente) e Antonino Potenza (vicepresidente) dell’Esec (Ente Scuola Edile Catania), che si occupa di sicurezza e formazione nell’ambito della filiera delle costruzioni.

Nella foto(Press) il Presidente G.Alì

«Senza alcun dubbio – afferma Giuseppe Alì – la pandemia ha rivoluzionato il nostro stile di vita, compreso quello lavorativo. Dai primi provvedimenti presi dal Governo a inizio marzo, che prevedevano la chiusura di alcune attività e l’obbligo di mantenere la distanza di sicurezza, ne sono susseguiti altri, fino a giungere al lockdown. Nel corso di quest’arco temporale, si è provveduto a individuare i punti fondamentali per la sicurezza dei lavoratori all’interno dei cantieri».

Un metro di distanza, precauzioni e disposizioni chiare all’ingresso: sono tante le indicazioni dell’Esec in relazione al decreto ministeriale: «Per esempio, all’entrata si deve procedere con il controllo della temperatura e ridurre al minimo il contatto con i fornitori per limitare il rischio di contagio. E ancora, è necessario pulire e sanificare periodicamente i locali e i cantieri, organizzando i turni per le pause. Queste sono solo alcune delle tantissime regole: nel nostro sito sono consultabili numerosi documenti, corredate da approfondimenti e spiegazioni».

«Tante disposizioni e alcune forse ancora poco chiare – sottolinea Alì – in questo momento difficile il supporto di un ente di formazione di settore come il nostro è fondamentale. Ne siamo consapevoli e per questo ci siamo messi a disposizione per dare consulenza a coloro che ne hanno bisogno, e istituito – ove possibile – la formazione in modalità e-learning. Quando si allenteranno definitivamente le misure restrittive del Governo bisognerà essere pronti per ripartire, con l’obiettivo di dare un po’ di ossigeno al comparto».

Altri 566 decessi ma in Sicilia il quadro complessivo è positivo ed incoraggiante

 

 

Sono 20465 i morti in Italia causa  coronavirus. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati altri 566 decessi, secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile. I guariti, in totale, sono 35435. I casi attualmente positivi sono 103616. In isolamento domiciliare 72333 persone, mentre 28023 sono ricoverate con sintomi (+176). I pazienti in terapia intensiva sono 3260: il numero continua a calare (-83).

In Sicilia la situazione complessiva è in migliorata. Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 37.311 (+1.213 rispetto a ieri).

Degli attuali 2.050 positivi, 605 pazienti (0) sono ricoverati – di cui 51 in terapia intensiva (-2) – mentre 1.445 (+20) sono in isolamento domiciliare.

l‘incremento degli attuali positivi registrato nelle ultime 24 ore (solo più 20 i nuovi contagiati)- rileviamo -risulta il più basso dall’inizio della pandemia.  Anche i ricoveri sono fermi : 605 pazienti erano ricoverati ieri e tanti sono rimasti finora. Bene

Messaggio di Mattarella per gli auguri di una serena Pasqua, “anche se diversa e in forzata solitudine”….

 

 

«Ci apprestiamo a vivere, domani, il giorno di Pasqua. E’ la ricorrenza di maggior significato per la Cristianità e una festa tradizionale importante per tuttiQuest’anno la vivremo in condizioni molto diverse dal consueto. Penseremo ai numerosi nostri concittadini morti per l’epidemia. Tante storie spezzate, affetti strappati, spesso all’improvviso. Per i loro familiari e per le comunità di cui erano parte il vuoto che essi hanno lasciato renderà questa giornata particolarmente triste.

Questo giorno sarà vissuto diversamente anche dai tanti malati e dai molti medici e infermieri cui si affidano; e che si adoperano per la loro guarigione con generosità, mettendo a rischio se stessi.

Sarà diverso per tutti.

In molte lettere che ho ricevuto vengono narrate le storie di forzata solitudine che tanti stanno vivendo anche in questi giorni abitualmente di festa condivisa.

Comprendo bene il senso di privazione che questo produce. So che molti italiani trascorreranno il giorno di Pasqua in solitudine. Sarà così anche per me.

Ma in questi giorni intravediamo, tuttavia, anche la concreta possibilità di superare questa emergenza. I sacrifici che stiamo facendo da oltre un mese stanno producendo i risultati sperati e non possiamo fermarci proprio adesso.

Vorrei dire: evitiamo il contagio del virus e accettiamo piuttosto il contagio della solidarietà tra di noi.

Non appena possibile, sulla base di valutazioni scientifiche e secondo le indicazioni che verranno stabilite, si potrà avviare una graduale, progressiva ripresa,con l’obiettivo finale di una ritrovata normalità.

Fino a quel momento è indispensabile mantenere con rigore il rispetto delle misure di comportamento: stiamo per vincere la lottcontro il virus o, quanto meno, quella per ridurne al massimo la pericolosità. In attesa di farmaci specifici e di un vaccino che lo sconfigga del tutto.

Coltiviamo speranza e fiducia.

Nella condivisione che tutti avvertiamo, in questo periodo, per la nostra sorte comune, desidero esprimere a tutti voi la mia più grande vicinanza.

Con l’augurio di una Pasqua per quanto possibile serena ».

 

LE FOSSE COMUNI DEI “SENZA NOME”

Pubblichiamo un magnifico intervento pervenuto stamattina alla direzione di Sud Libertà sulla situazione di New York  in particolare invasa dal male del virus ,che ha decretato l’uso di fosse comuni per ” i senza nome”. L’articolo è apparso stamane  sul Quotidiano “Interris.it” di  Padre Aldo Buonaiuto

“I sepolcri del nostro tempo”

Fosse comuni a New York, minoranze rimaste nell’indifferenza anche nell’ora dell’epidemia. L’emergenza sanitaria mette a nudo le fragilità della nostro vivere quotidiano. E le ferite aperte nelle coscienze di tutti

di Damiano Mattana 
Foto “Interris.it”

Qualcuno ha avanzato paragoni con l’attacco a Pearl Harbor. Altri ancora hanno parlato di Manhattan e delle Twin Towers, rase al suolo dagli attacchi dell’11 settembre di 19 anni fa. Ma anche il coronavirus sta chiedendo una dura prova a New York, diversa da quelle tragedie, portate rispettivamente dalla follia della guerra e del terrorismo. Il Covid-19, nella Grande Mela come nel resto del mondo, si è insinuato fra le maglie della società, andando a prendersi la quotidianità di lavoratori e famiglie, che poi del resto fanno tutt’uno, di istituzioni e cittadini, catapultati in una sfida più grande di loro. Inattesa, come gli attacchi dei giapponesi alle Hawaii e i Boeing dirottati sui grattacieli del World Trade Center. E anche il prezzo, come allora, è stato elevato. Esorbitante per numero di vittime, drammatico perché rivelatore di una società colpita al cuore, privata perfino, in molti casi, dei più essenziali diritti.

Foto © Vatican Media

Senza nome

In un contesto di sofferenza, dei comparti sanitari come del cuore delle persone, anche una città come New York ha ceduto all’ondata del male, che oggi assume le sembianze di un male invisibile. E le difficoltà finisce per sperimentarle, inevitabilmente, anche chi ha il compito di disporre i corpi dei deceduti. La Grande Mela si riaffaccia in un passato lontano, quando le epidemie era più devastanti di quanto le forze umane potessero concepire, decretando l’uso di fosse comuni per seppellire i propri morti. Oggi è Hart Island, nel Bronx, a ospitarne una, in fase di scavo, pronta a contenere i corpi di coloro che non hanno sconfitto il coronavirus, così come secoli fa si usava per chi non aveva una famiglia, o nessuno che potesse ottenere per lui una sepoltura senza omettere di ricordare il suo nome. Riportando alla luce la considerazione foscoliana delle “umane lodi” e dell’”amoroso pianto” descritte ne I Sepolcri, indicate come pietra d’angolo per la dignità degli “estinti”.

Uccisi dall’indifferenza

Il Covid-19 ci ha costretti a rivedere anche questo. Squarciando il velo di normalità della società del Duemilaventi per mostrarne le debolezze. Mettendone alla prova le convinzioni, la quotidianità stessa della vita di ogni giorno. Ma, allo stesso tempo, evidenziando una volta di più i troppi vuoti nelle coscienze collettive, le ingiustizie delle periferie del mondo, costrette ad affrontare l’ennesima emergenza, senza scorgerne troppe differenze rispetto alle precedenti. Realtà dimenticate, seppellite dall’indifferenza. Lacune storiche, minoranze vessate, come quella dei Rohingya, bloccati dal governo del Bangladesh in un distretto a sud del Paese, col divieto assoluto di muoversi di lì. In un contesto fatto di assembramento e scarse condizioni igieniche, un milione di persone assembrate in un agglomerato urbano fatto di case di tela in cui il contagio non sembra aver ancora preso piede ma, in caso, costituirebbe una potenziale catastrofe. Una realtà di sofferenza che carica su di sé il vessillo che raffigura i sepolcri del nostro tempo, non dissimile, forse, da altri scenari di disagio umanitario e sociale. Dall’Africa attraversata da un’emergenza pressochè continua  i campi profughi alle porte dell’Europa, come quello di Lesbo. Senza considerare aree del mondo dove la popolazione civile paga lo scotto dei fratricidi conflitti civili, dallo Yemen, con la progressiva disgregazione della sua impalcatura sociale, alla Siria, che scopre anch’essa il fianco alla pandemia  in un momento storico fin troppo simile a quello di ieri.

A tutela della vita

Il Sabato Santo, giorno del silenzio, scandito dalla meditazione dell’umanità attorno a una pietra di peso immenso posta davanti al sepolcro di Cristo, costringe il mondo di oggi, anche nella particolare e deleteria realtà del coronavirus, a non dimenticarsi delle sue piaghe. E, soprattutto, a ergersi in difesa della vita. Poiché è nella sofferenza dei nostri tempi che, in qualche modo, si può imparare a riconsiderare il valore di un’esistenza che nella frenesia dell’oggi spesso trascuriamo di comprendere. E in parte continuiamo a farlo, se anche in un’epoca di morte si considera lecito consentire alla vita di essere fermata ancor prima di nascere. La pietra sepolcrale forse più pesante, in un’epoca in cui la tragedia mette a nudo tutte le fragilità del nostro vivere insieme. Con la speranza che, all’indomani della tempesta, arriveremo a ricordarcene”.

Un premier formidabile spadaccino-che spiega le nuove misure e l’attività e respinge con fermezza le “falsità e menzogne” della Meloni e di Salvini

 

 

Conferenza stampa di Giuseppe Conte, il nuovo decreto legge

 

 

Un formidabile  presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che in diretta-stasera-  spiega le nuove misure restrittive sino al 3 maggio prossimo  e respinge con fermezza e sdegno -tra l’altro – le “menzogne di Salvini e della Meloni” dilatate ad arte sui social” 

Esordio: “Abbiamo appena prediposto un nuovo dpcm con cui proroghiamo le misure restrittive fino al 3 maggio”.  “Una decisione difficile ma necessaria, di cui mi assumo ogni responsabilità politica. E’ una decisione che ho assunto dopo diversi incontri con ministri, esperti del comitato tecnico-scientifico, regioni, province, comuni, sindacati, industrie, associazioni di categoria. Il comitato tecnico scientifico ci ha dato una conferma, i segnali della curva epidemiologica sono incoraggianti. Le misure di contenimento stanno dando frutti, stanno funzionando”, aggiunge Conte. “Non possiamo vanificare gli sforzi sin qui compiuti: se cedessimo ora, rischieremmo di perdere tutti i risultati positivi e dovremmo ripartire dall’inizio. Dobbiamo mantenere alta la soglia dell’attenzione, anche ora che siamo prossimi alla Pasqua. Dobbiamo farlo anche per i ponti del 25 aprile e del primo maggio. Siamo tutti impazienti di ripartire, l’auspicio è che dopo il 3 maggio si possa ripartire con cautela e gradualità. Dipenderà dal nostro comportamento, dobbiamo continuare a rispettare le regole”…

“La proroga del dpcm vale anche per le attività produttive, mettiamo la salute al primo posto e consideriamo tutti gli interessi in campo. La nostra determinazione è allentare le misure il prima possibile per tutte le attività produttive per far ripartire in sicurezza il motore del paese a pieno regime. Dobbiamo attendere ancora. Se anche prima del 3 maggio si verificassero condizioni, cercheremmo di provvedere di conseguenza”, dice prima di fare riferimento a qualche “piccola variazione: dal 14 aprile riapriamo cartolibrerie, librerie, negozi per neonati e bambini. Il lavoro per la fase 2 è già partito, non possiamo aspettare che il virus scompaia del tutto dal nostro territorio”.

Problema Europa: “L’Europa sta affrontando un’emergenza mai vista in tempi di pace. Alcune stime dicono che serviranno 1500 miliardi. Negli Stati Uniti il sostegno pubblico già ora è nell’ordine dei 2000-2300 miliardi, numeri mai visti in tempi di pace. Le proposte messe ieri sul tavolo dei ministri delle Finanze dell’Eurogruppo sono un primo passo verso la risposta europea. Il ministro Gualtieri ieri ha fatto un gran lavoro”, dice. “E’ un primo passo che l’Italia giudica ancora insufficiente e su questo sono d’accordo col ministro Gualtieri. Bisogna lavorare per costruire qualcosa di ancora più ambizioso, la principale battaglia che l’Italia deve condurre sui tavoli europei è quella di un fondo che deve essere finanziato con una vera e propria condivisione economica dello sforzo, come ad esempio con gli eurobond, i famosi eurobond.

Il fondo deve avere una potenza di fuoco proporzionata alle risorse di un’economia di guerra. Deve essere disponibile subito, se arriveremo tardi sarà una risposta insufficiente”e. “Sul tavolo sono stati messi strumenti significativi, ma il nostro strumento è l’eurobond, condurremo fino alla fine la nostra battaglia”    Altrimenti io non firmerò nulla.

 Quindi il riferimento alla “nuova linea di credito destinata alle spese per la sanità collegata al Mes. Vedo che in Italia su questo punto, sin dalla notte, si è creato un dibattito legittimo e vivace. Il governo troverà l’opportunità per informare tempestivamente il Parlamento. E’ altrettanto importante che il dibattito si sviluppi con chiarezza.

                                                         “Le  falsità di  Salvini e della Meloni “

Il Mes esiste dal 2012, non è stato istituito ieri, non è stato attivato la scorsa notte come falsamente è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Non è assolutamente così. Questo governo non lavora con il favore delle tenebre, l’Eurogruppo non ha firmato nulla e non ha istituito nessun obbligo: è una menzogna. Su richiesta di alcuni stati membri, non dell’Italia, l’Eurogruppo ha lavorato alla proposta di questa linea di credito collegata al Mes. Terzo punto: l’Italia non ha firmato nessuna attivazione del Mes, non ha bisogno del Mes, uno strumento totalmente inadeguato e inadatto all’emergenza. L’ho chiarito ai miei omologhi”.   E poi, guardate, la negoziazione con i 26 Paesi dell’Unione è davvero complessa. Dobbiamo parlare ai vari popoli e spiegare il nostro progetto”   Ma se creiamo ostacoli, c’è il rischio di non arrivare al successo della negoziazione che si deve condurre con ambizione perchè l’Italia può e deve esprimere la propria dignità, il proprio coraggio, la propria storia

 

Disco verde dell’Europa al rilancio dell’ “economia italiana e alle spese sanitarie”

 

In videoconferenza i ministri delle Finanze “hanno discusso dei possibili strumenti economici per risollevare i Paesi colpiti dalla pandemia Covid e sui  prossimi passi” . “Una componente chiave sarà il fondo per la ripresa, cestinata l’ipotesi di utilizzo del Mes -prima maniera -anche a condizioni, ritenendolo-come sosteneva vibratamente Giuseppe Conte, inadeguato nella circostanza – si pensa già di rilanciare l’economia italiana, con nuove valutazioni Ue, rendendola più digitale”   Parole del il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, al termine della riunione

. Il fondo sarà “temporaneo, mirato e commisurato ai costi straordinari della crisi attuale, che aiuterà a spalmare nel tempo, con appropriati finanziamenti. Alcuni Stati membri hanno espresso l’opinione che sia necessaria l’emissione di debito comune, secondo altri dovrebbero essere trovate vie alternative”.    I finanziamenti serviranno a sostenere spese sanitarie e di prevenzione, dirette e indirette”. I soldi, continua, “potranno andare a coprire i costi connessi alla sanità diretti e indiretti, definizione che non è poi così ristretta. Mi aspetto che tutti i Paesi possano accedere a queste linee di credito, pari al 2% del Pil. Sono delle polizze di assicurazione”

 

Coronavirus, Gualtieri: nuovo decreto garantirà liquidità e misure ...

 

L’intesa è stata raggiunta: 500 miliardi di euro disponibili subito“, più “un fondo per la ripresa a venire. Parole del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, affidate ai social. 

 – I ministri delle Finanze dell’area euro “propongono di creare un aiuto per la crisi da pandemia, basato sulle Eccl (Enhanced Conditions Credit Lines)” del Meccanismo Europeo di Stabilità, “adattato tuttavia  alla sfida attuale, come salvaguardia per gli Stati dell’area euro”. Lo si legge nel documento diffuso al termine dell’Eurogruppo. Lo strumento sarebbe “a disposizione di tutti gli Stati membri dell’area euro, a condizioni standardizzate, concordate in anticipo dagli organi di governo del Mes, in modo da riflettere le sfide attuali, sulla base delle valutazioni delle istituzioni Ue.

L’unico requisito per accedere alla linea di credito sarà che gli Stati dell’area euro che la richiedono si impegnino ad usarla per sostenere il finanziamento della sanità, diretto o indiretto, i costi di cura e di prevenzione dovuti dalla crisi della Covid 19″. L’Eurogruppo specifica che “verranno seguite le disposizioni del trattato del Mes. L’accesso garantito sarà per una somma pari al 2% del Pil dello Stato membro a fine 2019, come parametro. La linea sarà disponibile fino alla fine della crisi. In seguito, gli Stati membri rimarranno impegnati a rafforzare i fondamentali economici e finanziari, in coerenza con il quadro di vigilanza economica e di bilancio, inclusa qualsiasi flessibilità applicata dalle istituzioni Ue”.

Aggiornamenti coronavirus:diminuiscono i malati in terapia intensiva, ma i decessi- 610- sembrano una costante

Non si vuol chiudere il triste capitolo del coronavirus .Sono 18279 i morti nella crisi Covid in Italia.

Nelle ultime 24 ore sono stati registrati altri 610 decessi, secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile. I guariti in totale sono 28470, quasi 2000 in più di ieri (26491). I casi attualmente positivi sono 96877 (+1615): di questi, 64873 in isolamento domiciliare, 28399 ricoverati con sintomi (-86 rispetto a ieri) e 3605 in terapia intensiva (-88 rispetto a ieri).

Sicilia: dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 28.742 (+1.304 rispetto a ieri).
Di questi sono risultati positivi 2.232 (+73), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.942 persone (+49), 152 sono guarite (+19) e 138 decedute (+5).

Degli attuali 1.942 positivi, 629 pazienti (+1) sono ricoverati – di cui 63 in terapia intensiva (-2) – mentre 1.313 (+48) sono in isolamento domiciliare.

Ieri i nuovi contagi erano stati 34, il minimo dopo tanti giorni di numeri allarmanti, oggi sono +49 a fronte anche di un numero di tamponi  più basso rispetto al giorno precedente  (1.304 eseguiti ieri e 2.581 l’altro ieri).  .

La curva del virus Covid scende ancora: il 50% dei guariti-record- mentre i decessi sono 542

 

Sono 542 i morti in Italia per Coronavirus nelle ultime 24 ore. I dati sono stati forniti dalla Protezione Civile nel consueto punto stampa. Sono quindi 17669 i decessi in tutto il Paese dall’inizio dell’emergenza. Aumenta però anche il numero dei guariti, 2099 in un giorno per un totale di 26491. E continua a scendere il numero delle persone attualmente ricoverate: sono 233 in meno rispetto a ieri per un totale di 28485.

La situazione è in miglioramento anche per quanto riguarda i pazienti in terapia intensiva: sono 3693, -99 nelle ultime 24 ore (il calo è arrivato al quinto giorno consecutivo). I casi attualmente positivi sono 95262 (+1195). Le persone in isolamento domiciliare sono 63084. In tutto sono stati eseguiti 807125 tamponi. I casi totali di Coronavirus dall’inizio dell’emergenza sono 139422. 

Vediamo la situazione in Sicilia. La pandemia coronavirus, ha ritmi lenti con soli 34 nuovi casi registrati a fronte di un numero di tamponi che aumenta quotidianamente.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 27.438 (+2.581 rispetto a ieri).

Degli attuali 1.893 positivi, 628 pazienti (-7) sono ricoverati – di cui 65 in terapia intensiva (-8) – mentre 1.265 (+41) sono in isolamento domiciliare.

Dal -8 ricoveri in terapia intensiva al calo dei contagi, ci sono quindi i numeri per un cauto ottimismo in Sicilia, anche se la Regione non intende abbassare la guardia in questo momento per non rischiare una ripresa dell’epidemia. Ieri i nuovi contagi erano stati 44 i nuovi positivi, l’altro ieri +41, il 5 aprile +48, il 4 aprile +62, il 3 aprile +58, il 2 aprile +62, e il 1° aprile +52, mentre il 31 marzo erano stati ben 84 i nuovi contagi. Oggi solo +34.

“Oggi registriamo un nuovo record di guariti”, ha comunicato con sollievo  il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, spiegando che “negli ultimi 10 giorni abbiamo registrato il 50% dei guariti dall’inizio dell’emergenza“.