I diversi hanno diritto ad avere una copertura legale . Così Papa Francesco che spezza quasi un tabù della Chiesa ma non parla di Matrimonio di fronte a Dio. Non avrebbe potuto. Anzi, il Santo Padre è andato “oltre gli steccati” senza con questo voler cambiare la dottrina.
“Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge di convivenza civile. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo“. Lo afferma papa Francesco nel docufilm “Francesco“ di Evgeny Afineevsky, presentato oggi in anteprima mondiale al Festival del cinema di Roma, nella sezione Eventi Speciali. Inutile ribadire che l’invito del Papa ha come sempre carattere universale e non si riferisce necessariamente all’Italia, dove peraltro una legge simile è già stata approvata.
Il documentario parte – e chiude – con l’immagine potentissima di Papa Francesco nella piazza San Pietro completamente vuota: la sua camminata faticosa, i candelabri che illuminano il sagrato, il selciato bagnato dalla pioggia, le sirene delle ambulanze in sottofondo. Erano i giorni più duri, noi chiusi in casa e i drammatici bollettini, e il pontefice pregava per la fine della pandemia da Coronavirus: c’era tutto il mondo, in quella piazza vuota, anche chi non crede. Afineevsky, per raccontare il Papa venuto dalla “fine del mondo”, sceglie quel momento, un evento che fa già parte dei libri di storia, perché testimonia la sua capacità di dialogare oltre gli steccati, ascoltando e accogliendo anche chi non si riconosce nella religione cattolica.
Nel lungometraggio, che oggi giovedì, sarà insignito al Vaticano, del Premio Kinèo , giunto alla 18ma edizione, il Papa interviene sul tema anche con una telefonata a una coppia di omosessuali italiani che gli avevano indirizzato una lettera. Andrea Rubera e Dario Di Gregorio, tre figli piccoli a carico avuti con la “gestazione per altri” in Canada, avevano chiesto al Papa come superare l’imbarazzo legato al loro desiderio di portare i figli in parrocchia alle lezioni di catechismo. La risposta di Papa Francesco è inequivocabile: i bambini vanno accompagnati in parrocchia superando eventuali pregiudizi e vanno accolti come tutti gli altri. Andrea Rubera è presidente di “Nuova proposta”, associazione di cristiani lgbt di Roma. Molto bella poi la testimonianza di Juan Carlos Cruz, vittima e attivista contro gli abusi sessuali, presente al Festival di Roma insieme al regista. «Quando ho incontrato Papa Francesco mi ha detto quanto fosse dispiaciuto per quello che era successo. ‘Juan, è Dio che ti ha fatto gay e comunque ti ama. Dio ti ama e anche il Papa poi ti ama’».