NAPOLI
Stamane i finanzieri dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Cagliari e Napoli e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) hanno eseguito, nell’hinterland partenopeo, 7 misure cautelari disposte dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di D. P. L. (cl. 1990) e D. L. C. (cl. 1987), entrambi già detenuti, in carcere, in quanto ritenuti gravemente indiziati della commissione dei reati di cui agli artt. 110, 81, 512-bis c.p. (trasferimento fraudolento di valori), 648-bis c.p. (riciclaggio) e 648-ter.1 c.p (autoriciclaggio), con l’aggravante, per tali due indagati, prevista dall’art. 416-bis 1 c.p. nella duplice forma del “metodo mafioso” e della “finalità agevolatrice del sodalizio denominato clan Orlando”.
Contemporaneamente, per le medesime ipotesi di reato, è stata data esecuzione alla misura degli arresti domiciliari nei confronti di P. P. (cl. 1965) e P. D. (cl. 1980), quest’ultimo per il solo del delitto di cui all’art. 353 c.p. (turbata libertà degli incanti), per aver interferito sul regolare svolgimento di un’asta giudiziaria in una procedura esecutiva immobiliare, determinando un rialzo del prezzo di vendita di un appartamento sito in Marano, onde impedirne l’acquisto da parte di una persona che vi partecipava in buona fede. Infine, S. M. (cl. 1979), D. M. I. (cl. 1987) e H. K. (cl. 1985 – per il solo delitto di cui all’art. 512 c.p.), sono stati raggiunti dalla misura cautelare dell’obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria.
I provvedimenti cautelari scaturiscono da indagini coordinate dalla Procura di Napoli, avviate a partire dal mese di aprile 2019 nei confronti di un gruppo di narcotrafficanti, composto da soggetti campani e sardi, che aveva organizzato il trasporto di ingenti quantitativi di hashish sull’asse Napoli-Medio Campidano.
L’esame della documentazione acquisita nel quadro delle cennate indagini e l’arricchimento delle stesse attraverso accertamenti bancari e patrimoniali ha consentito di ricostruire molteplici e sistematiche operazioni di acquisto di beni mobili e immobili (anche mediante la turbata libertà degli incanti in procedure esecutive), nonché di attività commerciali, compiute tra il 2014 e il 2018, riciclando e reimpiegando i proventi dei reati commessi e intestandoli a compiacenti prestanome.
Questi ultimi sono risultati totalmente asserviti agli illeciti affari del principale indagato, D. P. L., inserito nel sodalizio camorristico degli “O.”, egemone nel Comune di Marano (NA), con i cui plenipotenziari egli intratteneva frequenti e stabili rapporti.
Gli indagati, al fine di “schermare” i beni illecitamente acquistati hanno, altresì, impiegato una persona fisica nell’acquisto di un immobile da una società riconducibile al cognato dei fratelli – di diverso cognome per errori dell’Anagrafe – N. A. e N. F., alias O’ Cecato, esponenti di spicco dell’omonimo sodalizio camorristico (clan N.).