DI RAFFAELE LANZA
Fiducia al “photofinish” ottenuta in Senato, già il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è al Quirinale per esporre l’intera situazione a Mattarella. Ma non per dimettersi, come vorrebbero Partito democratico e Movimento Cinque Stelle nell’ottica di battezzare formalmente il nuovo inizio con i responsabili. E’ una questione di principio istituzionale
Con la costituzione di un gruppo si potranno riequilibrare a favore dei giallorossi le commissioni parlamentari del Senato. Alcune sono in mano alle opposizioni. Due, in particolare,pilastri del giorno, sono fondamentali e devono essere assegnate a persone che non hanno cattiva coscienza: Bilancio e Affari costituzionali. Nella prima deve tra l’altro transitare il Recovery Plan, nella seconda la riforma della legge elettorale in senso proporzionale.
Soltanto in seguito, e quindi non prima di febbraio, si aprirebbe la partita del rimpasto di governo. Rimpasto e non Conte ter, perché Conte non intende dimettersi, non vi sono motivi validi. .Vuole soprattutto il rilancio del Sud, aprire le porte del lavoro ai giovani disoccupati che sono in mortificante attesa.
Una certezza c’è già comunque. Il vicepresidente Andrea Orlando del Pd è il più accreditato all’ingresso dell’esecutivo.Qui si ipotizzano due caselle: Interno o Giustizia,-Orlando preferisce la Giustizia – in questo secondo caso dirottando Alfonso Bonafede ai Servizi. E poi c’è l’Agricoltura….. Ballano poi il ministero della Famiglia e un posto da sottosegretario agli Esteri. Di due ministeri Conte avrà bisogno per soddisfare e riscontrare l’interesse dei “costruttori” che hanno ceduto al suo appello o si faranno avanti nei prossimi giorni. Certamente, uno andrà al gruppo di Bruno Tabacci alla Camera. Un altro, forse, a Riccardo Nencini, che ieri ha strappato con Italia Viva alla seconda chiama.
Conte sa benissimo infine anche che potrebbe sdoppiare qualche ministero, ad esempio Infrastrutture e Trasporti, ma anche Rapporti con il Parlamento e Riforme, Cultura e Turismo e Sport e Giovani. Sono poltrone in più che serviranno per i nuovi equilibri. Intanto oggi c’è lo scostamento di bilancio da approvare.