IL FUTURO DELL’UMBRIA AFFIDATO -A SORPRESA-A DONATELLA TESEI

 

Donatella Tesei vince la sfida contro Enzo Bianconi. E adesso la politica nazionale d’opposizione reclama di mandare a casa il governo Conte.    Un azzardo certo. Ma la situazione in Umbria sorprende. Sorprende il M5s, il Pd secondo i quali il patto comune non ha funzionato .

Secondo i dati quasi definitivi forniti dal ministero dell’Interno (mancano ancora un paio di sezioni da scrutinare) la candidata della coalizione a trazione leghista ha staccato di circa 20 punti Vincenzo Bianconi del centro sinistra. La Tesei ha ottenuto il 57,55% dei voti ed è di fatto la nuova presidente della Regione Umbria, mentre Bianconi si attesta al 37,49%. Riguardo ai partiti la Lega è al 36.94%, Fratelli d’Italia al 10,39% e Forza Italia al 5,50. Il Pd si attesta invece al 22,33% il M5s al 7,41.

Seguono il civico Claudio Ricci, con il 2,64; Rossano Rubicondi (Partito Comunista) con l’1,01%, Emiliano Camuzzi (Potere al Popolo, Partito Comunista Italiano) con lo 0,87%; Martina Carletti (Riconquistare l’Italia) 0,21%; Antonio Pappalardo (Gilet Arancioni) 0,13; Giuseppe Cirillo (Partito delle buone maniere) 0,13%;

Amministrare questa regione non sarà facile nella situazione in cui si trova, bisognerà lavorare da subito per ridarle un futuro”, ha detto Tesei parlando ai giornalisti all’Hotel Fortuna di Perugia accanto al leader della Lega Salvini In ogni caso, la sua – assicura – “sarà una squadra all’altezza del compito” che lavorerà con “serietà e forza”. “Sono anche spaventata da questo risultato, mi aspettavo un buon risultato ma, aspettiamo i dati, questo è un risultato straordinario. Ringrazio gli umbri che hanno dimostrato una volontà di cambiamento”.

 

 

Bilancio ballottaggi: Lega conquista Ferrara,M5S si aggiudica la sfida di Campobasso

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La Lega conquista la città di Ferrara con il candidato  Alan Fabbri, che batte al ballottaggio il candidato del centrosinistra Aldo Modonesi. Idem a , che  vede trionfare Gian Luca Zattini del centrodestra, mentre a Reggio Emilia vince il candidato di centrosinistra Luca Vecchi. Il Movimento 5 Stelle si aggiudica la sfida di Campobasso con Roberto Gravina, che batte la sfidante del centrodestra Maria Domenica D’Alessandro. A Potenza Mario Guarente diventa il primo sindaco leghista di una città del Sud; ad Avellino la fascia tricolore va al candidato delle civiche Gianluca Festa.

Sale il centrosinista a Livorno il centrosinistra con  Luca Salvetti dopo i 5 anni di consiliatura M5S targata Filippo Nogarin; sempre in Toscana Matteo Biffoni, centrosinistra, si guadagna la riconferma come primo cittadino di Prato. Vanno al centrodestra i comuni di Foggia, Ascoli Piceno, Biella, Vercelli. Il centrosinistra invece elegge i propri candidati a Cremona, Verbania, Rovigo.

Il ballottaggio finale dei 15 capoluoghi, dunque, finisce con questo bilancio: 7 comuni al centrodestra, 6 al centrosinistra, 1 al M5S e 1 a un candidato civico.  I  dati statisticamente non sono significativi perchè inerenti solo ad una parte dei comuni italiani ma danno alcune indicazioni approssimative sulla nuova politica italiana

La Sicilia restituisce con l’astensionismo (62%) decenni di indifferenza e disinteresse politico- I giovani disoccupati protagonisti della svolta

La Sicilia si  conferma come la regione con la più bassa affluenza al voto in tutta Italia.La Regione ha restituito in tale maniera decenni di indifferenza e disinteresse politico nei confronti della popolazione, delle imprese, degli artigiani e soprattutto dei giovani disoccupati che sono costretti a partire per cercare un lavoro o restare fino a tardi  età in famiglia

I dati di affluenza definitiva dicono che nell’isola ha votato il 62,76% degli aventi diritto, dieci punti in meno della media nazionale e circa due punti in meno rispetto alle precedenti Politiche.  L’apoteosi dei 5 Stelle è tale, in particolare nei Collegi uninominali, che supera persino lo scontro con la destra radicata, si sa, in Sicilia come l’elezione del presidente della regione ha provato diversi mesi addietro.

Quattro mesi dopo infatti  non c’è più il ballottaggio tra il centrodestra e i Cinque Stelle che aveva previsto lo stesso candidato premier Luigi Di Maio in occasione del comizio conclusivo del suo tour elettorale a Palermo.

SUD LIBERTA’- Quotidiano : -Apoteosi M5 Stelle, exploit di Salvini, minimo storico del Pd, Sicilia grillina ed astensionista

Movimento 5 Stelle
Camera Senato
32,12% 31,76%
10
seggi
7
seggi
C31,90% .
S31,48%

 

Centrosinistra
Camera Senato
23,28% 23,39%
7
seggi
2
seggi
C18,99% C0,50%
S19,44% S0,50%
C2,63% C0,58%
S2,41% S0,54%
C0,43% .
S0,43% .
Centrodestra
Camera Senato
37,04% 37,44%
14
seggi
7
seggi
C13,95% C17,94%
S14,34% S18,12%
C4,34% C1,30%
S4,28% S1,19%
. .
. .
Liberi e Uguali
Camera Senato
3,45% 3,34%

seggi

seggi
C3,36% .
S3,26% .
. .
. .
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Il M5 Stelle va in orbita e la  Lega di Matteo Salvini supera Forza Italia e Silvio Berlusconi perde la leadership.

Luigi Di Maio lo si vede euforico e incapace di trattenere l’entusiasmo, festeggiare il risultato insieme ad altri esponenti di spicco del Movimento presenti all’Hotel Parco dei Principi, tra cui il candidato ministro Alfonso Bonafede, Alessandro Di Battista e le new entry Emilio Carelli e Gianluigi Paragone.    A tal punto se più tardi i dati verranno confermati è quasi certo che Di Maio avrà l’incarico di premier e convergerà pure sulla Lega di Salvini per la formazione del nuovo governo.

“Si tratterà di un trionfo del M5S, di una vera e propria apoteosi” che “dimostra che tutti quanti dovranno a venire a parlare con noi”, aveva detto poco dopo la mezzanotte Alessandro Di Battista, commentando i primi risultati. “Questa è la migliore garanzia di trasparenza per il popolo italiano.

Proprio negli ultimi giorni di campagna elettorale , l’ex premier aveva lanciato il suo asso fedelissimo  Antonio Tajani premier e si era ritagliato per sé il ruolo di regista, di king maker del futuro centrodestra.

Se Berlusconi comunque pensa egualmente di essere il punto di maggior equilibrio e di maggior riferimento comunicativo in virtù dei mass-media in suo possesso, subentra tuttavia il  timore, ora, tra le fila dell’area moderata azzurra è che si possano creare convergenze tra Lega e M5S. Si sa che la lega e il M5 Stelle hanno avuto numerose convergenze politiche.

Il Pd nelle prossime ore discuterà la linea e le scelte di Renzi . Tra i dem, circola già l’ipotesi della richiesta di una Direzione da convocare prima dell’avvio delle consultazioni. Renzi ha sempre negato l’intezione di voler cedere il passo. “Resterò fino a 2021”, aveva detto con eccesso di ottimismo  solo pochi giorni fa. Ma un Pd sotto il 20% è un risultato nemmeno ipotizzato nei giorni scorsi che aprirebbe scenari inattesi. Tanto che lo stesso Rosato, di fronte una domanda sul futuro del segretario, ha spiegato: “Deciderà lui”.

Più tardi il vice segretario del Pd Maurizio Martina, al fianco del presidente del Pd Matteo Orfini e del coordinatore Lorenzo Guerini, ha commentato: “E’ chiaro che per noi si tratta di una sconfitta molto evidente, molto chiara e netta“.

Il Pd dovrà rifondare il partito e , probabilmente ricercare un leader brillante e serio fuori dagli intrecci bancari e dai favoritismi personali, mentre Forza Italia dovrà esaminare le cause del regresso e, forse puntare su uomini nuovi e non più su chi ha governato con insuccesso dell’economia.  In casa Lega si respira un clima di grande soddisfazione-si apprende, oltre il 18% con poco più della metà delle schede scrutinate alla Camera e due terzi al Senato.

Il primato storico raggiunto, ovvero l’aver quadruplicato i voti rispetto al 2013, rafforza il partito e la leadership di Salvini, proiettandolo alla guida della coalizione dopo aver vinto una sfida personale con il Cav in questa campagna elettorale. Con conseguente ribaltamento dei rapporti di forza con Fi.   Gli argomenti di forza sono stati: l’espulsione dal nostro Paese degli extracomunitari non aventi i requisiti in regola e per il M5 Stelle la rIduzione delle indennità parlamentari che nessuno ha voluto negli altri partiti seguire l’esempio.

 

E’ una politica che cura l’interesse alla poltrona, altro che interesse generale! La Sicilia isolata dal resto del Paese e non promette bene ” il voto di scambio” di alcuni partiti

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I politici si sfidano. Gli interessi sono molti.  Gli italiani sono nauseati e non ne possono più dei politici diventati sinonomi di ladri.Luigi Di Maio contro Vittorio Sgarbi,(quest’ultimo non si è dimesso da assessore regionale ai beni culturali della Sicilia) Gianluigi Paragone vs Umberto Bossi, Paolo Gentiloni (presidente del consiglio in carica, non ha presentato dimissioni per fare campagna elettorale..) contro Luciano Ciocchetti. E poi ancora Matteo Renzi che sfida l’ex renziano Nicola Cecchi, Pier Carlo Padoan vis à vis con Claudio Borghi e Teresa Bellanova che dovrà vedersela con Massimo D’Alema. Eccola la carica dei big che si sfidano nei collegi uninominali. Gare a distanza, certo, perché i leader in campo si sono ben guardati da duelli di peso, preferendo corse ‘in solitaria’ alla minaccia del confronto diretto.

NAPOLI – Nel collegio Campania 1-03 alla Camera, ad esempio, che comprende il comune di Pomigliano d’Arco, città natale di Di Maio, per il centrodestra correrà Vittorio Sgarbi, mentre il candidato del Pd sarà Antonio Falcone.

 ROMA – A Roma, il premier Paolo Gentiloni dovrà vedersela con il grillino Angiolino Cirulli, imprenditore presentato ieri da Di Maio come “uno degli azzerati dal decreto salva-banche”, e con Luciano Ciocchetti schierato per il centrodestra. E se Carla Ruocco dovrà vedersela alla Camera con Riccardo Magi nel quartiere Gianicolense di Roma, nello stesso collegio, per quanto riguarda il Senato, la sfida sarà tra l’avvocato Claudio Consolo ed Emma Bonino. Rimanendo nel Lazio, l’economista Lorenzo Fioramonti – astro nascente dei 5 Stelle – sfiderà il presidente dem Matteo Orfini alla Camera nel collegio di Torre Angela (Lazio 1-05). Nei collegi uninominali, Giorgia Meloni correrà invece a Latina.

VARESE – A Varese in Lombardia il giornalista Gianluigi Paragone, ex direttore della Padania, contenderà il seggio al Senato al fondatore della Lega Umberto Bossi.

FIRENZE – Per frenare la corsa di Matteo Renzi a Firenze, i Cinquestelle hanno schierato Nicola Cecchi, ex tesserato Pd con un passato da renziano di ferro (votò sì al referendum costituzionale) ora si dice “deluso e amareggiato” dal Partito Democratico. Sempre contro il segretario del Pd, il centrodestra ha chiamato invece l’economista Alberto Bagnai. Sempre in Toscana, il comandante Gregorio De Falco rappresenterà il M5S nel collegio di Livorno, dove il Pd ha candidato Silvia Velo per un posto a Palazzo Madama.

SIENA E BOLZANO – A Siena il faccia a faccia sarà tra il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e Claudio Borghi per il centrodestra, mentre a Bolzano il duello tutto al femminile vedrà contrapposte Maria Elena Boschi e la candidata di Forza Italia Michaela Biancofiore.

PALERMO – A Palermo il leader di Liberi e Uguali Pietro Grasso correrà per tornare a Palazzo Madama contro il grillino Steni Di Piazza e Teresa Piccione, mentre l’avversario del centrodestra sarà il forzista Giulio Tantillo.In Sicilia Crocetta, ex presidente della Regione, sperava che Matteo Renzi, gli riservasse una poltrona nazionale. Non se ne parla nemmeno. Crocetta è stato trombato dal Pd e la sua corsa con il “Megafono” si profila alquanto inutile e solitaria.

BOLOGNA – A Bologna sarà la presidente di Confedilizia Bologna, Elisabetta Brunelli, vicina a Forza Italia, la candidata che sfiderà i big Pier Ferdinando Casini (Pd) e l’ex presidente dell’Emilia-Romagna Vasco Errani (Leu) nel seggio uninominale del Senato.

PUGLIA – Il grande match si gioca poi in Puglia, dove il duello più avvincente sarà quello tra l’ex sindacalista Teresa Bellanova che corre con il Pd e l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema in campo con Liberi e Uguali.

MILANO 1 – Nell’uninominale di Milano 1 si sfideranno invece per la Camera Bruno Tabacci di +Europa, il grillino Alberto Bonisoli e poi due donne di ferro: Laura Boldrini per Leu e Cristina Rossello per il centrodestra che proverà a sfilare il seggio alla presidente della Camera. Legale di fiducia di Silvio Berlusconi nella causa che lo ha contrapposto all’ex moglie Veronica Lario, Rossello è avvocato di società quotate e di rilevanti imprese familiari, membro di collegi arbitrali, con esperienza in materia di diritti televisivi e dell’editoria in generale.

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