Catania e Messina, differenti “metodi” per il rilevamento delle infrazioni stradali in materia di divieti di sosta- Singolare caso di “Omissioni” ed esercizio abusivo di Giornalista

 

 

  Controlli con autovelox e dispositivo scout da lunedì 26 giugno sino a sabato 1 luglio

 

Due differenti modi di rivolgersi al cittadino , a  Messina un metodo condivisibile a Catania un metodo oppressivo  , disomogeneo, senza comprensione,  con chiara incompetenza dei principi naturali della logica.

Messina, vediamo un  pò .Il Comando del Corpo di Polizia municipale- comunica – ha disposto la prosecuzione dei servizi di controllo della velocità con autovelox, nell’ottica della prevenzione dei sinistri stradali, e con il dispositivo “scout”, per il rilevamento delle infrazioni al Codice della Strada in materia di divieti di sosta. I servizi saranno effettuati da lunedì 26 giugno sino a sabato 1 luglio 2023, alternativamente sugli assi viari più interessati dal traffico.

Il controllo con autovelox interesserà la Strada Statale 114 a Giampilieri; la Strada Statale 113 a Mortelle, Spartà, San Saba, Rodia e Casabianca; i viali Boccetta e Gazzi; e le vie Garibaldi, Circuito Torre Faro e Maregrosso/Franza. Il dispositivo “scout” monitorerà la Strada Statale 114, nel tratto tra il bivio Zafferia e la rotatoria “Alfio Ragazzi”; via Marco Polo; viale S. Martino, da villa Dante a piazza Cairoli; via Industriale (tratto Samperi – S. Cecilia); via La Farina, tra le vie S. Cosimo e Cannizzaro; piazza Duomo (isola pedonale); viale della Libertà, tra Giostra e Prefettura e tra rotatoria Annunziata e Giostra; viale Boccetta, dal corso Garibaldi al viale Principe Umberto; corso Garibaldi, nel tratto Prefettura – Cairoli; via T. Cannizzaro, tra il corso Cavour e il viale Italia; e piazza della Repubblica. Il Comando della Polizia municipale raccomanda agli automobilisti il rispetto dei limiti di velocità su tutte le strade, ricordando che l’eccesso di velocità è tra le cause, che incidono maggiormente sulla gravità dei sinistri stradali, e l’osservanza delle regole generali in materia stradale.

 

Il dito medio dei Vigili - Il Blog delle Stelle

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Anomalie e disfunzioni al Corpo dei vigili urbani di Catania-     Singolare episodio in via A.Mario: ”  la  vigilessa: “Mi occupo anche di Rassegna stampa”- Omissioni di doveri

A Catania il Comando del Corpo di Polizia municipale usa il codice della strada più che altro per soddisfare “le segnalazioni” dubbie  e sospette di proprietari di garages che chiedono telefonicamente e, in maniera impropria ,gli spazi  leciti dei portoni degli stabili liberi da autovetture reclamando una sorta di proprietà esclusiva ed indiretta anche su questi spazi.  Singolare un episodio,  il caso della particolare attenzione ” su una vettura – affermano pure alcuni cittadini  al telefono in redazione – che vede protagonisti  due vigili catanesi – un uomo e una donna,che non hanno rivelato da un lato  l’identità alla persona richiedente, in Via Alberto Mario di Catania, hanno messo -dall’altro. nel parabrezza un verbale   totalmente illeggibile e “al di fuori delle normali attribuzioni di operatori  della disciplina stradale.   Tutte le altre macchine (una trentina) parcheggiate sul marciapiede di Via A.Mario giorno 23 mattina sono “sfuggite-guarda caso-  alla loro attenzione e “competenza”.  Eravamo presenti- avete capito – anche noi di SUD LIBERTA’ e siamo rimasti stupefatti sul comportamento censurabile dei due dipendenti municipali intenti a “punire” un’autovettura lasciando l’immunità ad una trentina di auto         in sosta sul marciapiede sia nella via che nella via adiacente (Simili)

La “segnalazione” – riflettiamo – viene usata come strumento dimostrativo  ed uso improprio dell’intervento dei vigili urbani che hanno il dovere di intervenire su tutte le violazioni in materia di Codice della strada. Dovere di fare ciò che non fanno.

Un pubblico ufficiale-  dice la Giurisprudenza – rifiuta indebitamente di compiere “un atto del suo ufficio che per ragioni di ordine pubblico o di igiene e sanità, dev’essere compiuto senza ritardo” (art. 328 c.p.).

Altra anomalia del caso , la vigilessa che si proclama laureata e”dottssa” affermi all’utente che si  sia occupata tra le sue funzioni di “Rassegna stampa” su direttiva dei suoi superiori.   

Ma non lo sa – chiediamo al Comando dei vigili urbani di Catania , e in particolare al suo Ispettore Capo,ed infine al Sindaco Avv. Enrico Trantino che l’esercizio della “Rassegna stampa”  da parte di un operatore vigile urbano è una attività vietata dalla legge sulla Stampa del 1963  e successive integrazioni, quale esercizio abusivo della professione- punito penalmente dall’Autorità Giudiziaria  visto che la vigilessa in questione non  può svolgere neppure occasionalmente questo lavoro perchè  non   iscritta all’Albo dei Giornalisti ‘?

Messina e Catania si incontrano con vista sui fondi europei

 

Nelle giornate di mercoledì e giovedì scorsi, nell’ambito del progetto di “Supporto alla capacità amministrativa delle aree metropolitane delle regioni meno sviluppate dell’Italia”, finanziato dalla DG-Regio della Commissione europea e affidato in gestione all’RTI, composto da Ismeri Europa e Lattanzio KIBS, si sono svolti gli incontri di networking tra le due città metropolitane di Messina e Catania, unite dalla comune volontà di scambiare buone pratiche e trovare nuove vie per ottimizzare i processi di gestione dei fondi europei e, in particolare, delle opportunità offerte dal PON Città Metropolitane 2014-2020 e in prospettiva del nuovo PN Metro Plus 2021-2027.
Per la città di Messina erano presenti il direttore generale del Comune e organismo intermedio per l’Autorità urbana Salvo Puccio, la responsabile della segreteria organizzativa dell’organismo intermedio Annita Fiorello e il Rup attuatore di numerosi progetti del Piano Operativo della città Pasquale Tripodo, mentre per la città di Catania hanno partecipato Fabio Finocchiaro dell’organismo intermedio per l’Autorità urbana e l’alta professionalità Progettazione tecnica piani operativi comunitari e nazionali Gian Luca Emmi.

Il primo incontro si è tenuto al PalaCultura Antonello che ha ospitato la delegazione catanese, mentre nella seconda giornata sono stati i rappresentanti del comune messinese a recarsi a Palazzo Tezzano (Catania), sede della “direzione Politiche Comunitarie – Fondi Strutturali – Politiche Energetiche – Sport”. L’occasione si è rivelata proficua e utile per scambiare buone pratiche nell’ambito di gestione della Programmazione PON Metro 2014-2020 ed in vista della nuova Programmazione PN Metro Plus 2021-2027, per confrontare le opportunità di ottimizzazione delle procedure organizzative interne e correlate al programma, per avviare un percorso in grado di portare all’efficientamento della spesa, nonché soprattutto all’ottimizzazione degli impatti attraverso la rilevante quantità di fondi che saranno a disposizione di entrambe le città per la programmazione comunitaria in corso di avviamento.
L’incontro è stato inoltre un’occasione per parlare delle criticità che gli organismi intermedi del programma sono chiamati ad affrontare in corso di attuazione. Il confronto che ha coinvolto direttamente i gruppi di lavoro di ciascuna città ha generato un proficuo scambio di vedute e dato l’opportunità di esplicitare e condividere a vicenda le soluzioni adottate.
Durante le due giornate, infine, sono stati definiti gli ulteriori step di avanzamento del progetto che si chiuderà a settembre 2023. Un’occasione quindi di condivisione e di confronto costruttivo che si inserisce all’interno di un’ottica di programmazione ponderata e di una reciproca volontà di migliorarsi. Anche in tal senso, il Piano di lavoro di Messina ha previsto un percorso specifico che, partendo dal supporto alle procedure di digitalizzazione del piano Messina Smart City, punterà a trasferire nuove e ottimizzate pratiche operative che puntino a favorire la gestione della prossima programmazione.

 

 

S.Giovanni Li Cuti,Catania, ottantenne si tuffa in acqua ma viene stroncato da infarto

Quartiere di Catania - Benvenuti su goccediperle!

S.Giovanni Li Cuti-  Archivi -Sud Libertà

 

 

Catania

Un malore , per essersi tuffato nelle acque del porto di S.Giovanni Li Cuti causa il decesso di un anziano ottantenne Giuseppe Guttadauria. E’ probabile che l’anziano sia stato stroncato da un infarto. Alcuni tra i presenti si sono tuffati  in acqua per prestare i primi soccorsi

Il corpo è stato  riportato a riva ma  per l’uomo non c’era più niente da fare.   I presenti hanno potuto constatare solo il decesso.      Chiamati   oltre gli uomini della  Capitaneria di porto, anche carabinieri e soccorritori del 118.

Progetti -Contrada Amabilina -Iacp Trapani e Catania premiati a Barcellona. L’Assessore Aricò: «L’edilizia popolare- per la sua efficienza – incontra ora il futuro»

 

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Palermo,

Riconoscimenti nazionali e internazionali per il progetto di social housing “Contrada Amabilina – Marsala” dello Iacp di Trapani su progetto dell’architetto Francesca D’Amico: inserito nella pubblicazione di Federcasa sugli interventi che riguardano il welfare, la gestione sociale e i progetti innovativi di settore, è stato anche presentato a Barcellona in occasione del Festival di Housing Europe, la Federazione europea dell’edilizia pubblica, durante il workshop sul programma europeo dedicato all’efficientamento energetico “Super I”. Nell’ambito della manifestazione è stato presentato anche il progetto dello Iacp di Catania che ha realizzato ben due comunità energetiche nella provincia etnea. 

Presente anche l’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò. «L’edilizia residenziale pubblica – dice l’esponente del governo Schifani – va incontro al futuro e grazie a progetti come quello di Amabilina diventa sinonimo di efficienza, sostenibilità, comunità. È una grandissima soddisfazione assistere agli enormi passi avanti che la Sicilia sta portando avanti in questo settore, il chiaro segnale di un cambio di visione. I progetti degli Iacp di Trapani e di Catania stanno dando lustro alla nostra Regione e, per questo, è nostra intenzione promuoverli il più possibile come modello per tutti i progetti di edilizia popolare futuri che porteremo avanti».

Il progetto, finanziato dalla Comunità europea con i fondi Po-Fesr 2014-2020 (azione 9.4.1), permetterà, entro il 2023, di ricavare 25 case popolari, di diversa metratura, da una ex scuola. La riqualificazione dell’area si completerà, inoltre, con la creazione di aree verdi e spazi socio-educativi, ricreativi, sportivi e culturali, oltre ad un poliambulatorio, con lo scopo di fornire servizi essenziali a categorie di cittadini più fragili, puntando soprattutto alla costruzione di un forte senso di comunità.

Nel corso del Festival di Barcellona, i gestori dell’edilizia residenziale pubblica di Italia, Portogallo e Spagna – rispettivamente Federcasa, Aphm e Avs – hanno anche dato vita all’Asse del Mediterraneo, un protocollo che consentirà di affrontare con una strategia comune le sfide future dell’edilizia popolare, accendendo un riflettore europeo sul settore degli alloggi sociali.
«Un percorso che terremo ben presente nella nostra attività politica – aggiunge l’assessore Aricò – perché identifica l’edilizia popolare con un servizio pubblico di qualità e ci impegna a lavorare sempre di più e meglio per garantire la dignità delle persone nell’ambito di una vita autonoma e responsabile nei confronti dell’ambiente e della sostenibilità».

Catania, attività antidroga ed arresti disposti dal magistrato

 

Comunicato stampa

Catania,

Nell’ambito della costante attività info-investigativa svolta nell’humus criminale catanese dai militari dell’Arma, questi ultimi avevano appreso che una loro vecchia conoscenza, tra l’altro sottoposta alla misura alternativa alla detenzione dell’affidamento in prova ai servizi sociali, avrebbe non solo perseverato nella sua “carriera” di spacciatore di droga ma che, anzi, avrebbe ambito elevarsi a rifornitore della “materia prima” ai suoi stessi “colleghi”. 

I militari pertanto, al fine di dar riscontro alle informazioni raccolte, organizzato un servizio di osservazione “discreto”, stante le numerose vedette poste a copertura dello smercio di droga, sono riusciti senza farsi notare ad accedere all’edificio che ospita l’abitazione del pusher, in viale Biagio Pecorino. Nella circostanza l’uomo, alla vista degli operanti, ben consapevole del motivo della loro presenza, ha immediatamente manifestato chiari segni di nervosismo e, resosi conto di essere stato scoperto, quando gli hanno chiesto se detenesse droga in casa o nelle sue pertinenze, senza null’altro proferire li ha condotti nel proprio garage, nel seminterrato della palazzina.

 Qui, aperta la saracinesca, ha estratto una busta di plastica al cui interno era celato un quantitativo di 413 grammi di marijuana, quindi, sempre scortato dai Carabinieri, è risalito a casa prelevando e consegnando loro anche un bilancino di precisione, che teneva nascosto all’interno di una scarpiera posta nel balcone. La ricerca, ovviamente, è stata comunque completata dai militari, che hanno altresì rinvenuto un’ulteriore bilancia elettronica di precisione. Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato posto agli arresti domiciliari come disposto dall’Autorità Giudiziaria, fino all’avvenuta convalida dell’arresto.

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Piazza Dante hanno arrestato in flagranza un incensurato catanese di 29 anni, responsabile di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Al riguardo, nel quadro delle mirate attività di controllo del territorio volte a contrastare il fenomeno dello smercio di droga disposte dal Comando Provinciale, i militari dell’Arma hanno organizzato un servizio di pattugliamento “discreto” nella zona del quartiere di San Berillo. Nella circostanza, intorno alle 19:00 circa, gli operanti hanno notato in via Di Prima il soggetto a bordo di uno scooter Aprilia Scarabeo, che presi contatti con un giovane, giunto a piedi in un punto evidentemente prestabilito, gli ha verosimilmente consegnato dello stupefacente, ricevendo in cambio del denaro. I Carabinieri, vista l’operazione sospetta, hanno quindi seguito a distanza il 29enne, sino a bloccarlo in via Neve, dove all’esito della perquisizione personale, lo hanno trovato in possesso di diversi tipi di droghe: 7 dosi di marijuana e 2 pietre di hashish, del peso di 8 grammi complessivi, nascoste nelle tasche del suo giubbotto, mentre all’interno di due borselli, sono stati rinvenuti 12 dosi cocaina in bustine di plastica per quasi 6 grammi e 16 di crack per quasi 9 grammi. Ritrovato anche il denaro verosimilmente frutto dello spaccio e sino a quel momento incassato: 100 euro, in banconote da venti ciascuna. Alla luce di quanto recuperato sulla persona del pusher, i militari hanno pertanto proceduto anche ad una ricerca presso l’abitazione di quest’ultimo in via Antonio Cagnone, nel quartiere di Picanello, dove, all’interno di un armadio della stanza da letto, hanno analogamente trovato una busta con ulteriori 19 dosi di marijuana ed altre 3 pietre di hashish, per complessivi 16 grammi. Il 29enne è stato posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne ha convalidato l’arresto, disponendo nei suoi confronti la sottoposizione agli arresti domiciliari.

Cresce la devozione per S. Rita, la Santa dei casi impossibili

 

 

 

Chiesa di Santa Rita in Sant’Agostino

 

Si scopre tanta devozione per S.Rita , la Santa dell’impossibile.   Dove trovarla a Catania, in Via Vittorio Emanuele nell’edificio,  collegato al vicino convento,  originariamente dedicato al culto di Sant’Agostino,

.La devozione popolare  ha creato nel 2013 il  Santuario di Santa Rita, figura particolarmente cara alla popolazione siciliana e anche nazionale.
Proprio per questo tutto il mese di maggio costituisce un periodo di grande fermento per la chiesa, che si prepara alla tradizionale e imperdibile benedizione delle rose tenutasiil 22 del mese ma anche all’Ottava non si può pèrrdere l’occasione.di dare un saluto alla Santa dei casi impossibili

SPEZZARE GLI INTRECCI NELLA REGIONE SICILIANA : IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE DELL’ASP- DR DE LUCA – MODIFICA IL “GIUDIZIO PROFESSIONALE” DEL MEDICO AZIENDALE-DR SOLE

 

 

 

DI  RAFFAELE   LANZA

 

UFFICI  PUBBLICI           COME UNA TARANTOLA –

 

Un destino strano è riservato all’Istituto incremento ippico di Catania     E’ passato diverso tempo da quando una determina dirigenziale dell’ente  , firmata dal direttore dell’Istituto Alfredo Alessandra.ha creato il panico fra i dipendenti  che hanno girato la palla al tribunale del lavoro, attraverso ricorsi approfonditi di giuristi .         Già si sono svolte udienze d’apertura e non è detto che almeno entro l’anno   si possa arrivare alla decisione giudiziaria di “confermare la qualifica degli  ex stallieri  di istruttore direttivo”.     Già si sa i dipendenti dell’Istituto ippico rivestono la qualifica di istruttore ed istruttore direttivo    Ma sono costretti – salvo alcune eccezioni – a  svolgere l’ antico compito e mansione di addetti alle stalle.    Quando si dice dalle stelle alle stalle e viceversa.    .Un demansionamento generale.  E anche forte.    

Il direttore dell’ente Alessandra ,probabilmente per eludere le contestazioni e i ricorsi, ricorderemo come già pubblicato da Sud Libertà, ha pensato di mandare a visita sanitaria dal medico competente convenzionato i dipendenti dell’Istituto con l’esclusivo compito della gestione delle stalle e cura degli equini. E lo ha fatto in maniera forzata, cioè formalmente con atto scritto per tutelare i medici competenti.     Due medici hanno rifiutato l’incarico e si sono dimessi, il dr Sole medico competente di Siracusa ha accettato il nuovo incarico sulla base di una delibera -scudo “che la visita avrebbe dovuto accertare esclusivamente l’idoneità alla gestione delle stalle e cura equini.        Forte di questa deliberazione dirigenziale dell’Istituto Incremento ippico il dr Sole  pensava di aver creato la propria immunità giudiziaria e/amministrativa  dai contraccolpi dei dipendenti più attenti e rivoluzionari    Era nata la simbiosi  direttore Alessandra e medico Giuseppe Sole.   Il dr Sole firma l’idoneità alla gestione delle stalle per i dipendenti sottoposti a visita sanitaria.  Nulla viene richiedo dal sanitario- si apprende -”   in ordine alla qualifica attuale rivestita dal popolo dell’ente regionale.  Ma la storia vede oggi un altro protagonista, un ex dirigente sindacale autonomo, Salvo Soldano, che presenta la sua denuncia personale all’Organo di controllo -Dipartimento di prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di lavoro-   di Catania .       “Un mobbing massacrante che l’ex dirigente sindacale ,noto in Sicilia per le sue denunce nel corso della sua attività, cerca in ogni modo di spezzare.     Il dipartimento di vigilanza interviene con “disposizioni in merito al ricorso avverso il giudizio espresso dal medico competente aziendale in data 24 marzo 2023 nei riguardi di Soldano Salvatore”              

Riportiamo testualmente la disposizione in oggetto del 16 maggio, cioè di ieri:   “In relazione al ricorso in oggetto, avverso il giudizio espresso dal medico competente Dott. Giuseppe Sole, valutate le condizioni psico-fisiche del Sig. Soldano Salvatore a seguito di visita medica effettuata in data 26 Aprile 2023 ed esaminata la documentazione esibita, si modifica il giudizio  espresso dal medico competente ritenendo il predetto lavoratore idoneo alla mansione di Collaboratore addetto Uffici Amministrativi   Non idoneo a svolgere attività di scuderia. Firmato il Direttore del Servizio Prevenzione e Sicurezza  negli Ambienti di lavoro dott.  Santo De Luca.   

Adesso dopo questo”infortunio professionale” del dr Giuseppe Sole –  e comunque brutta , bruttisima figura professionale – ,le dimissioni dell’incarico, prima che intervenga il magistrato ,Pubblico Ministero, sono d’obbligo …

 

Catania: Operazione “Alcatraz” , arresti e stop a spaccio droga e cellulari all’interno della casa di reclusione di Augusta

 

Catania

Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica etnea, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania e personale del Nucleo Investigativo Regionale di Palermo della Polizia Penitenziaria hanno dato esecuzione nelle province di Catania, Ragusa, Siracusa, Palermo, Cosenza e Udine a un’ordinanza con cui il Gip di Catania ha disposto l’applicazione di misure cautelari coercitive personali nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei delitti di traffico organizzato di sostanze stupefacenti e di spaccio delle predette sostanze all’interno della casa di reclusione di Augusta nonché di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.

Gli arresti sono stati operati con il supporto dei finanzieri Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata (SCICO) nonché dei Comandi Provinciali di Palermo, Ragusa e Udine e, per la Polizia Penitenziaria, con l’ausilio di personale del Nucleo Investigativo di Padova e di Catanzaro, sotto il coordinamento del Nucleo Investigativo Centrale.

Nel dettaglio, l’indagine, diretta dalla locale Procura e condotta dal GICO del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania e dal predetto Nucleo Investigativo Regionale di Palermo della Polizia Penitenziaria, trae origine dalle dichiarazioni di alcuni detenuti ristretti presso la casa di reclusione di Augusta in merito a presunte condotte di illecita introduzione di stupefacenti e telefoni cellulari all’interno della struttura carceraria.

Le investigazioni, svolte anche mediante attività tecniche e servizi di pedinamento, osservazione e controllo, hanno consentito, nell’attuale stato del procedimento in cui non è stato ancora instaurato il contradittorio con le parti, di individuare un’associazione criminale, composta da non meno di 8 soggetti, dedita in particolare all’approvvigionamento, al trasporto e all’introduzione clandestina dello stupefacente, principalmente hashish, all’interno del richiamato istituto di pena.

Il sodalizio sarebbe stato promosso, organizzato e coordinato dai due detenuti. Il primo avrebbe impartito dalla predetta struttura carceraria direttive ai propri sodali a piede libero su quantitativi, tipologia, prezzi e modalità di pagamento della droga, coordinando le successive fasi di introduzione clandestina e cessione ad altri detenuti.

Il secondo avrebbe curato l’approvvigionamento, il confezionamento, il trasporto e l’ingresso dello stupefacente all’interno del medesimo istituto di pena avvalendosi dell’ausilio, a vario titolo, di altri 6 sodali.

L’attività criminosa sarebbe stata resa possibile dall’utilizzo di telefoni cellulari illegalmente introdotti, dotati di sim intestate a soggetti inesistenti, i quali costituivano lo strumento fondamentale per le quotidiane comunicazioni con l’esterno.

Per l’ingresso della “merce” e dei citati telefoni cellulari all’interno della struttura carceraria sarebbero state utilizzate due consolidate strategie operative: la fruizione di permessi premio da parte dei detenuti e i colloqui visivi di questi ultimi con i propri familiari. Nel primo caso il detenuto di rientro nella struttura penitenziaria avrebbe, in più occasioni, abilmente occultato la sostanza stupefacente sulla persona in modo da superare i relativi controlli di rito, nel secondo caso sarebbero state utilizzate diverse modalità che prevedevano il trasporto e l’occultamento ad opera dei “visitatori” dei panetti o dei cellulari all’interno di involucri di patatine, di pannolini per bambini o di bricchi di succhi di frutta, poi cestinati in specifici contenitori dell’immondizia all’interno dell’istituto di pena, previamente indicati da uno dei due promotori dell’associazione, il quale, approfittando della sua mansione di addetto alle pulizie, avrebbe successivamente provveduto al recupero e alla consegna ai propri sodali detenuti.

La sostanza stupefacente avrebbe alimentato un mercato interno a favore dei “clienti-detenuti” interessati al relativo acquisto, con tanto di tariffario completo e aggiornato che variava a seconda della qualità della droga e del grado di conoscenza dell’acquirente. Di norma il prezzo di un panetto di hashish si sarebbe aggirato intorno alle 1.500/2.000 euro e il relativo pagamento sarebbe stato assicurato attraverso accreditamenti su diverse carte Postepay nella disponibilità di alcune sodali a piede libero, madri e compagne dei due dominus del sodalizio, addette alla gestione della cassa e alla tenuta della contabilità del denaro incassato e da incassare. La diversificazione delle carte da ricaricare a titolo di pagamento sarebbe stata finalizzata anche a evitare incongruenze tra l’esiguo ISEE dichiarato e il giro di denaro gestito, essendo taluni dei sodali percettori del reddito di cittadinanza.

Nel corso dell’attività d’indagine, a riscontro dell’operatività del descritto sodalizio, sono stati tratti in arresto, in flagranza di reato, 3 soggetti per detenzione ai fini della cessione di sostanze stupefacenti e si è proceduto al sequestro, in più momenti, di 15 panetti di hashish e apparecchi cellulari. Sono state inoltre individuate specifiche responsabilità a carico degli altri indagati che avrebbero, a vario titolo, preso parte alla florida attività criminosa posta in essere dal predetto sodalizio ponendo in essere attività di acquisto, trasporto o cessione dello stupefacente.

Alla luce delle evidenze investigative raccolte dal Nucleo PEF della Guardia di finanza di Catania e dal Nucleo Investigativo Regionale di Palermo della Polizia Penitenziaria, il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale – su richiesta del P.M. inquirente – ha dunque disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di 9 soggetti e gli arresti domiciliari per ulteriori 2 indagati.

L’attività investigativa in questione si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Procura di Catania, dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia Penitenziaria volte alla repressione di tutte le forme di traffico organizzato e spaccio di sostanze stupefacenti.

Inps e Carabinieri scoprono e denunciano a Catania 267 percettori del Reddito di cittadinanza, privi dei requisiti richiesti dalla legge

Catania,

Documenti falsi e dichiarazioni non veritiere per rientrare nell’istituto del Reddito della cittadinanza.   Scoperta inevitabile prima o poi. Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, al termine di una complessa attività investigativa intrapresa congiuntamente alla Direzione Provinciale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (I.N.P.S.), hanno denunciato alla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania 267 indebiti percettori del Reddito di Cittadinanza, distribuiti su tutta la provincia etnea.

Le indagini, partite da soggetti che non avevano dichiarato di essere già riscossori dell’“Indennità di disoccupazione agricola”, hanno poi accertato altri escamotage per ottenere il beneficio. Oltre infatti alle false attestazioni su composizione e redditi dei nuclei familiari, i militari dell’Arma e il personale dell’INPS hanno scovato anche diversi extracomunitari che incassavano il sussidio, pur non residenti in Italia da almeno 10 anni. Tra questi, emblematico il caso di un 44enne di Gravina di Catania, che pur vivendo con il padre in una casa popolare (per la quale il genitore non versa il canone da quasi 30 anni), ha falsamente asserito di dover pagare 500 euro mensili d’affitto, al fine di ottenere una quota maggiorata del beneficio.

 

Nei 267 deferiti, figurano numerosi soggetti gravati da pregiudizi per gravi reati come “associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e all’immigrazione clandestina”, “estorsione”, “rapina”, “riciclaggio”, “maltrattamenti in famiglia” e “atti persecutori”. Presenti inoltre anche alcuni parcheggiatori abusivi e ben 11 appartenenti alla etnia semi-nomade dei “Camminanti di Adrano”.Il recupero della somma indebitamente percepita  a oltre 1,3 Milioni di Euro.

 

Oltre agli odierni indagati, il Comando Provinciale di Catania, sin dal 2021, ha già deferito ulteriori 640 persone che godevano senza diritto del “Reddito di Cittadinanza”, per un danno alle casse dello Stato, nel triennio 2020 – 2022, di complessivi 5 Milioni di Euro circa.