Mafia nigeriana: il centro di Mineo luogo preferito dai pusher spacciatori nigeriani- Arresti –

 

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Un’operazione quella nel Cara di Mineo (nella foto )che ha condotti diversi soggetti malavitosi ad essere rinchiusi nelle carceri di Catania Bicocca, Siracusa, Messina e Bergamo. . Nelle abitazioni di alcuni indagati che sono associati con trafficanti libici, sono state sequestrate una mannaia e affilati  coltelli da cucina, dosi di marijuana e materiale per il confezionamento. Gli arrestati – tra cui tre donne – sono accusate di associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti o psicotrope e violenza sessuale aggravata.

Gli inquirenti spiegano che “in Nigeria si sarebbe radicato un ampio sodalizio criminale, poi diffuso in diversi stati europei ed extraeuropei. Un nigeriano – ospite del Cara di Mineo – ha denunciato aggressioni e una rapina subita da parte di suoi connazionali ospiti della struttura. Gli investigatori sono riusciti a registrare un rituale di affiliazione e intercettato un episodio di violenza sessuale di gruppo ai danni di una nigeriana ospite del Cara.

Il centro di Mineo era il luogo preferito dei pusher nigeriani che spacciavano a Catania, Caltagirone e Caltanissetta. Al vertice della consorteria ci sarebbe stato William Ihugba, 31 anni, tra i fermati; il gruppo operante a Catania e provincia sarebbe stato guidato da Kingrney Ewiarion, 22 anni, anch’egli fermato. Tra gli altri indagati emerge la figura di Anthony Leonard Izedonmi, 28 anni, fermato in provincia di Bergamo, punto di collegamento con le altre cellule della confraternita in Italia.

Altri arresti :Michael Osokai, di 33 anni; Sunday Aghaulor, di 21; Stanley Williams, di 19; Famous Williams, di 23; Micheal Okorie, di 37; Monday Emmanuel, di 23, arrestato ad Augusta (Siracusa); Sundaj Aghie, di 28; Chukwuemera Ozoemena, di 27; Samuel Oniovosa, di 22; Fedelix Okowe, di 29. Le donne arrestate sono Beauty Eric e Juliet Benjamin, entrambe di 27 anni, e Osato Iyekekpolor, di 26.

Sulla vicenda il Ministro dell’Interno comunica che tra breve tempo la Cara di Mineo sarà chiuso perchè una struttura così grande è un’attrazione per la malavita”

Tribunale dei Ministri: “Processate e condannate Matteo Salvini, impediva lo sbarco dei migranti e aveva l’obbligo di salvare la vita in mare, dovere che prevale su tutte le norme”

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Sembrava conclusa la vicenda di Salvini, ministro dell’Interno, sul caso Diciotti dopo che la Procura di Catania aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo. Invece eccoti la sorpresa. Il Tribunale dei ministri di Catania – si apprende – ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini    Appresa la notizia il Ministro ha comunicato di essere indifferente alle accuse del Tribunale  e proseguirà ancora  nella sua linea rigida di chiudere i porti e impedire qualsiasi sbarco sia in Sicilia che nel resto del Paese..

. La richiesta del Tribunale è stata ricevuta dalla Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari.Dovrà esprimersi sull’autorizzazione a procedere. Salvini è accusato del reato di sequestro di persona aggravato per avere, nella sua qualità di Ministro dell’Interno, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 177 migranti di varie nazionalità giunti al porto di Catania a bordo dell’unità navale di soccorso ”U.Diciotti” della Guardia Costiera italiana alle ore 23:49 del 20 agosto 2018″,afferma il decreto del Tribunale dei Ministri etneo.

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Nella foto il Tribunale di Catania

Nella condotta posta in essere dal ministro dell’Interno nell’arco temporale dal 20 al 25 agosto 2018, con riguardo alla permanenza a bordo della nave Diciotti attraccata al porto di Catania di 177 migranti, tra cui alcuni minori non accompagnati, è opinione di questo collegio – si spiega – che siano ravvisabili gli estremi del reato di sequestro di persona aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale, dall’abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché per avete commesso il fatto anche in danno di soggetti minori di età“.

L’obbligo di salvare la vita in mare – decreta il Tribunale – costituisce un preciso dovere degli Stati e prevale su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare. Le Convenzioni internazionali in materia, cui l’Italia ha aderito, costituiscono un limite alla potestà legislativa dello Stato e, in base agli art.10, 11 e 117 della Costituzione, non possono costituire oggetto di deroga da parte di valutazioni discrezionali dell’autorità politica, assumendo un rango gerarchico superiore rispetto alla disciplina interna”.

Ma non è tutto, “Salvini, nella sua qualità di Ministro, violando le Convenzioni internazionali in materia di soccorso in mare e le correlate norme di attuazione nazionali (Convenzione SAR, RisoluzioneMSC167-78, Direttiva SOP009/15), non consentendo senza giustificato motivo al competente Dipartimento per le Libertà Civili per l’Immigrazione – costituente articolazione del Ministero dell’Interno- di esitare tempestivamente la richiesta di POS (place of safety) presentata formalmente da IMRCC (Italian Maritime Rescue Coordination Center) alle ore 22:30 del 17 agosto 2018, bloccava – si sottolinea – la procedura di sbarco dei migranti, così determinando consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale di questi ultimi, costretti a rimanere in condizioni psico-fisiche critiche a bordo della nave ”U.Diciotti” ormeggiata nel porto di Catania dalle ore 23:49 del 20 agosto e fino alla tarda serata del 25 agosto, momento in cui veniva autorizzato lo sbarco. Fatto aggravato dall’essere stato commesso da un pubblico ufficiale e con abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché – si aggiunge – per essere stato commesso anche in danno di soggetti minori di età”.

NOTAI CATANIA, INCONTRO SUL “TESTAMENTO SOLIDALE”

 

Giovedì 24 gennaio 2019, ore 17.30, Palazzo della Cultura – ingresso libero

 

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COME LA BENEFICENZA PUÒ DIVENTARE EREDITÀ

Nella città etnea la tappa dell’iniziativa promossa dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla in sinergia con il Consiglio nazionale del Notariato

CATANIA – Si chiama “testamento solidale” perché consente di lasciare concretamente in eredità un valore inestimabile, quello della solidarietà. Sempre più italiani over 50 scelgono di destinare una parte del proprio patrimonio a organizzazioni non profit, per garantire il futuro dell’assistenza ai meno fortunati e della ricerca scientifica. Un gesto a cui è dedicata la“Settimana nazionale dei Lasciti”, promossa dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism), in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato.

Sette giornate – dal 21 al 27 gennaio 2019 – in cui si svolgono nel territorio italiano oltre 50 incontri gratuiti di informazione e sensibilizzazione sul tema. A Catania l’iniziativa farà tappa giovedì 24 gennaio, alle 17.30, al Palazzo della Cultura, grazie all’impegno del Consiglio notarile di Catania e Caltagirone – presieduto da Giuseppe Balestrazzi – e della sezione catanese dell’Aism.

Interverranno: il notaio Donata Galeardi, la presidente di Aism Catania Virginia Guerrera, la consigliera dell’Ordine dei Commercialisti Maria Luciana Fragalà e l’avvocato Manfredi Zammataro; verranno illustrate anche le modalità per richiedere gratuitamente la “Guida ai lasciti testamentari” realizzata da Aism e Notariato.

I notai del Distretto etneo saranno a disposizione dei cittadini per spiegare e approfondire, con un linguaggio semplice e chiaro, il tema delle successioni testamentarie e dei lasciti solidali, aiutando le persone interessate a fare scelte consapevoli, come quella di contribuire alla scoperta di una cura per la sclerosi multipla.

Fino a domenica 27 gennaio è inoltre attivo il numero verde dedicato 800 094 464.

Una rassegna a Catania di 500 lotti antichi e moderni

Venerdì 25 e sabato 26 gennaio (ore 16.30), in viale Africa 12 e in diretta streaming

 

LA STARTUP DELL’ANTIQUARIO, TRA ONLINE E TRADIZIONE NASCE LA PRIMA CASA D’ASTE CATANESE “ART LA ROSA”

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CATANIA –

 Non c’è cultura senza arte; non c’è memoria senza storia; non c’è passione che non custodisca valore. L’antiquariato è un frammento di vita che si tramanda nel tempo e che va preservato e raccontato. È questo lo spirito che da sempre anima le iniziative imprenditoriali di Giacomo La Rosa, critico e perito d’arte che più di trent’anni fa ha trasformato in professione l’amore per lo studio, la ricerca e l’analisi: parole che ogni giorno lo spingono a scoprire l’anima di un oggetto, di un dipinto, di una scultura che proviene dal passato.
Un’azienda familiare che nel tempo è cresciuta, conquistando una fetta importante di mercato in tutt’Italia, e che oggi è pronta per una nuova scommessa al passo con i tempi: l’apertura di Art la Rosa, Casa d’Aste che nasce a Catania con l’obiettivo di esplorare i mercati online, partendo proprio dalla tradizione e dal concept della galleria.

La prima asta si svolgerà venerdì 25 e sabato 26 gennaio 2019: oltre 500 le opere antiche e moderne esposte in Viale Africa (Catania) che compongono la prima rassegna di lotti. Nelle due giornate, a partire dalle 16.30sarà possibile partecipare all’evento non soltanto con la presenza in sala – competendo per alzata di mano – ma anche telefonicamente, per corrispondenza (con offerte scritte) e in streamingtramite la diretta web audio/video. Un evento quindi che nasce dal cuore culturale di Catania, ma che amplia i propri confini nel vastissimo mondo connesso della rete.

«La passione per l’arte e per il mercato delle opere antiche e moderne, da sempre è il filo conduttore che guida le nostre iniziative professionali e imprenditoriali – sottolinea La Rosa – il commercio online ha ormai rivoluzionato le logiche d’acquisto, ma l’approccio tradizionale legato all’inquadramento scientifico, allo studio delle opere, alla cultura dell’epoca di riferimento, rimane un punto fermo in un settore tanto affascinate, quanto complesso».

 

 

Il pubblico digitale può sfogliare sul web un ricco catalogo di dipinti che intervallano autori affermati e minori, arredi, collezioni, preziosi e oggetti – con valori di stima al di sotto della soglia, a cui si applica il diritto della Casa d’aste – che attraversano i secoli per proiettarsi nel futuro attraverso i nuovi strumenti telematici.

«Uno degli obiettivi prioritari – continua Giacomo La Rosa – è quello di aprire l’arte a tutti, democratizzare l’accesso di un mondo prima considerato elitario e appannaggio soltanto di collezionisti ed esperti, promuovendo il comparto e sensibilizzando un pubblico sempre più giovane, che può così acquistare le opere a prezzi competitivi e investire attraverso nuovi canali».

Attorniati da paesaggi, nature morte, dipinti d’autore, mobili d’epoca, illustrazioni comics e ceramiche di Caltagirone, “Art La Rosa” consente ai cultori e agli appassionati d’arte che vivono nel territorio di Catania di riunirsi finalmente in una “casa” comune e sfidarsi a colpi di emozioni al cospetto del battitore d’asta, che decreterà le aggiudicazioni anche a colpi di click.

 

SUD IN GINOCCHIO E, COLPITO PURE DAL VIRUS INFLUENZALE, NEL GELO ARTICO CONTINUA A BATTERE I DENTI

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Sud nella morsa del gelo artico. Non sono queste le temperature favorevoli per l’organismo umano e, soprattutto per le persone del Sud abituate a temperature miti. Sono diversi i comuni etnei che si sono ‘svegliati’ ammantati dal bianco della neve. L’ondata di freddo, infatti, che da qualche giorno sta investendo anche la Sicilia, sta facendo battere i denti anche ai più forti.Le strade sono isolate. Mezza Sicilia è stata colpita pure dal virus antiinfluenzale,favorita dal freddo polare, molto aggressivo quest’anno e ha già messo in ginocchio- e a letto- una intera popolazione siciliana. In provincia di Catania, in particolare, è anche emergenza. . Tra i comuni maggiormente colpiti anche quelli danneggiati dal sisma di Santo Stefano, di magnitudo 4.8 sull’Etna, come Santa Venerina, Zafferana Etnea e Acireale. La neve è caduta copiosa anche a Caltagirone, dove ha provocato numerosi disagi e un consistente rallentamento nel servizio di raccolta dei rifiuti.  Molti uffici pubblici registrano in questo periodo vuoti paurosi di assenze per malattie atteso che si è messo in  mezzo quest’anno- secondo i sanitari in coro – un virus che è davvero un “flagello di Dio”

Nella morsa del gelo anche Palermo. La neve che è caduta abbondante nei Comuni del comprensorio ha imbiancato ieri sera anche il capoluogo, facendo registrare un brusco calo delle temperature. Spalaneve e spargisale in azione su diverse strade dell’entroterra, dove la coltre bianca ha creato disagi di non poco conto alla circolazione. Ma i fiocchi hanno imbiancato nella notte anche Prizzi, Corleone, Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi, Petralia Soprana e Petralia Sottana. Numerosi gli interventi di soccorso dei carabinieri da un capo all’altro della provincia ad automobilisti rimasti bloccati per la neve. Numerosi i disagi registrati all’aeroporto Falcone-Borsellino, dove alcuni voli sono stati cancellati e altri dirottati in altri scali.

AGGIORNAMENTO 2 -Terremoto : “Mamma, la nostra casa sta per crollare….dove andiamo adesso….mamma..?” I Sacrifici e l’abnegazione dei soccorritori e delle Autorità

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Mamma, la casa è rovinata, sta per crollare, vi sono crepe…la nostra casa, dove andiamo adesso ?”  Forse sono queste le parole più toccanti che vibrano nel nostro cuore e che ripetutamente ascoltiamo dai v ideo registrati.   Sappiamo che in atto, al momento preciso in cui scriviamo, vi sono 28 feriti, di cui uno grave, per diverse fratture riportate, e circa 600 sfollati che tra breve, riferiscono gli addetti ai lavori della Protezione civile e dei Vigili del Fuoco potrebbero arrivare a 900. 

Due feriti sono stati soccorsi dal 118. Si tratta di un 80enne estratto dalla macerie, sempre a Fleri(Frazione di Zafferana), e di una persona a Pisano. Sono entrambi in ospedale con codice verde. Altre antiche costruzioni sono crollate sempre a Fleri, (qui è crollata anche l’antica Chiesa e la Soprintendenza etnea dovrà inviare i propri tecnici a verificarne l’eventuale staticità e transennatura) , Santa Venerina e Zafferana.     Si  convive con le scosse tant’è  che anche stanotte sono state registrate diverse scosse ma tutte di bassa intensità a Catania, dopo la famosa scossa delle ore 3.19 di martedì mentre per oltre 600 persone nel catanese si è trattato della prima notte passata da sfollati. Altre centinaia di persone hanno preferito dormire in auto, nei pressi della propria abitazione dove si hanno i ricordi di una vita per paura di altre scosse. La notte è stata relativamente tranquilla. Continua, intanto, l’eruzione dell’Etna con la presenza di attività stromboliana dai crateri sommitali.

                        SUD   LIBERTA’   CONSIGLIA

Chi avesse riportato nella propria abitazione danni poco evidenti quali lineature, piccole crepe, caduta dal soffitto di mattoni o terriccio, pareti rovinate,SUD LIBERTA’  CONSIGLIA  per lo stato di Calamità  richiesto dal Presidente della Regione  di formulare un corredo fotografico pertinente insieme ad osservazioni tecniche spedendo per Racc.ta con ricevuta di ritorno all’Ufficio tecnico comunale di pertinenza e, per conoscenza al Sindaco e al  Dipartimento della Protezione civile Regionale .  Converrà aggiungere una Autodichiarazione del proprietario ai sensi della responsabilità civile e penale ed un preventivo redatto da Tecnico per ripristinare le parti lese della casa (che dovrà essere regolare urbanisticamente) al fine di ottenere successivamente un Contributo di “risarcimento/solidarietà”.

VIDEO DEL TERREMOTO NELLA PROVINCIA DI CATANIA, CROLLI E DISPERAZIONE

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La direzione dell’Osservatorio vulcanologico etneo spiega che è in corso una inusuale e  «forte attività stromboliana»  dalla bocca nuova e dalla parte orientale del nuovo cratere di Sud-est. «……..– le reti di videosorveglianza mostrano l’apertura di una nuova fessura eruttiva localizzata a est dell’area craterica sommitale, a un’altitudine presunta di circa tremila metri sul mare, che genera attività stromboliana».

«Contestualmente – prosegue il comunicato – la fessura eruttiva apertasi in precedenza sul fianco meridionale del nuovo cratere di Sud-est continua la sua intensa attività stromboliana, generando anche una colata lavica che si propaga lungo la parete occidentale della Valle del bove. I fenomeni eruttivi sono accompagnati da un incremento significativo del tremore vulcanico». Una nuvola di cenere, nel frattempo, si allunga in cielo: la pioggia di polvere vulcanica è già cominciata a Piano Provenzana e d è già arrivata (come preventivato n.d.r.) ai Comuni dell’area ionica. Non ci sono, allo stato attuale, notizie sull’operatività dell’aeroporto Fontanarossa. 

Di notevole aiuto il supporto dei Social, Facebook, per la disponibilità umana e materiale oltre che informativa messa attentamente a disposizione….Nei locali di S.Giovanni La Punta- S.Agata Li Battiati  presso la Protezione civile il Presidente della Regione On. Nello Musumeci fa il punto della situazione e allerta i propri Uffici regionali   Nel corso della riunione Musumeci rivolgendosi sai sindaci dei Comuni più colpiti dal terremoto nella provincia-si dice infastidito del fatto che alcuni si siano sorpresi delle attività sismiche visto che la Sicilia è notoriamente la regione più esposta d’Italia e nel contempo quella meno attrezzata dal punto di vista infrastrutturale. L’80 per cento delle scuole non è a norma così come molti edifici strategici…”

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Presenti alla riunione oltre ai sindaci anche gli assessori alla Sanità  Ruggero Razza, alle Infrastrutture Marco Falcone, il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti e il dirigente generale del Dipartimento tecnico regionale Salvatore Lizzio. “Siamo abituati – ha proseguito Musumeci – a convivere con le scosse e anche con i danni agli edifici. Il governatore vuol esaminare pure  la circostanza di attivare una convenzione con la FederAlberghi per l’ospitalità immediata degli sfollati.  Stiamo cercando di capire come si evolverà l’attività effusiva e sismica, oltre a interrogarci se i Comuni hanno il Piano di protezione civile. Insomma, se tutto è predisposto perché si possa affrontare e gestire al meglio una condizione di emergenza. Gli sfollati? Speriamo possano tornare presto nelle loro case perché non si può vivere in un Palasport o in un albergo se non per alcuni giorni. Noi dobbiamo invece vigilare sulle infrastrutture, su quelle particolarmente sensibili come gli ospedali e le scuole. Sono questi i veri temi che devono fare riflettere tutti”.

CRISI EDILE IN IO ANNI: 70 MILA POSTI PERSI IN SICILIA, 15 MILA IN PROVINCIA DI CATANIA

 

 

Immagine correlataApprovato bilancio 2017 dell’Ance etnea

A CATANIA SETTORE EDILE IN AFFANNO

PIANA: «INVESTIMENTI E PIÙ CONSAPEVOLEZZA PER RIGENERARE LA CITTÀ»

 

CATANIA – Oltre 600mila posti di lavori persi in Italia nel settore edile negli ultimi 10 anni, di cui 70mila in Sicilia e ben 15mila solo nella provincia di Catania, con un crollo preoccupante del 60% della massa salari della Cassa edile. Sono i dati emersi dalla relazione del presidente Giuseppe Piana diAnce Catania (Associazione nazionale costruttori edili), durante l’assemblea annuale degli associati per l’approvazione del bilancio 2017. Il documento contabile che, per il prossimo anno, prevede di mantenere e incrementare le politiche di monitoraggio delle spese già adottate, ha l’obiettivo di rafforzare il programma di azioni culturali, sociali e finanziarie promosse dall’Ance etnea e di stimolare l’avvio di un processo di rigenerazione nel territorio.

«Il mio mandato è iniziato in un periodo difficile, al culmine di una crisi del settore che dura ormai da circa 10 anni – ha spiegato Giuseppe Piana agli associati durante l’assemblea – e che purtroppo ha decimato il numero delle imprese e degli occupati nel settore delle costruzioni. Un cambiamento che inevitabilmente ha modificato anche il modo di fare associazione, sia a livello nazionale che territoriale. In tal senso abbiamo cercato di adeguarci con un piano di attività di politica associativa per rispondere alle esigenze della città di Catania e del suo circondario. Grazie alla collaborazione di tutti gli attori della filiera edile e non solo, siamo riusciti a intraprendere la strada giusta per rimarcare la centralità delle imprese edili nella vita economica della nostra città, nonostante le criticità tangibili del comparto». Dal tavolo tecnico #CataniaSicuraper la prevenzio­ne antisismica, agli incontri con gli esponenti del­le forze politiche nazionali e regionali; dall’attivazione di un ciclo di seminari formativi sulle procedure edilizie in Sicilia alla collaborazione con la pubblica ammi­nistrazione per sostenere giovani neo laureati, fino alla costante attenzione dedicata all’attuale revisione del codice degli appalti: l’assemblea ha rappresentato una concreta occasione per fare il punto dei lavori finora condotti e ripercorre tutte le iniziative intraprese in questo ultimo anno dall’Ance Catania.

«È questo lo spirito di cooperazione di cui abbiamo bisogno per poter risollevare la nostra città: continueremo ad impegnarci per redigere e per far approvare il piano regolatore, uno strumento urbanistico che potrà concretamente stimolarne lo sviluppo e la crescita economica» ha dichiarato il sindaco di Catania Salvo Pogliese, intervenuto all’assemblea per ringraziare l’associazione del lavoro svolto in questi mesi.

A portare i saluti istituzionali anche il presidente di Confindustria Catania Antonello Biriaco: «Catania dev’essere al centro di un percorso di innovazione e rinnovamento. Un processo che può funzionare solo attraverso la valorizzazione e consolidamento di sinergie». Ospite dell’incontro anche il direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura (Dicar) Enrico Foti: «Il nostro territorio ha bisogno di una crescita sostenibile e di momenti di confronto come questi per sviluppare infrastrutture capaci di contrastare le fragilità dell’Isola». Dello stesso tenore le parole del docente di Architettura Tecnica del Dicar Giuseppe Margani il quale, illustrando il “Renovate-Pro”, il software decisionale per la riqualificazione degli edifici, ha evidenziato la preoccupante vulnerabilità sismica dell’edilizia residenziale a Catania: «La pericolosità del nostro territorio richiede quanto prima l’attivazione di interventi sostenibili e innovativi di rigenerazione urbanistica di alta qualità che sappiano offrire un fortissimo impulso all’intera filiera edile».

 

Catania, festa per le cooperative sociali che combattono contro l’emarginazione della disabilità

 

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DUE MENSILITÀ ARRETRATE SOTTO L’ALBERO DELLE COOP SOCIALI
LIROSI: RINUNCEREMO AL 50% DEI CREDITI MA GARANTIREMO I SERVIZI

Il sindaco Pogliese e l’assessore al Welfare Giuseppe Lombardo al pranzo di Natale della realtà catanese che da vent’anni ospita disabili mentali

CATANIA –

Al secondo piano di via Tripolitania, da circa vent’anni, storie d’integrazione e aggregazione combattono contro la solitudine e l’emarginazione della disabilità. Perché le camerette della cooperativa “Insieme”, sono più di un alloggio: sono il rifugio per venti vite che hanno dovuto fare i conti con la malattia mentale e che, percorrendo il lungo corridoio che divide il soggiorno dalla cucina, hanno intrapreso un percorso complesso di riabilitazione e inclusione sociale.

Oggi è festa per tutti: tavola imbandita, luci accese e anche quella serenità che basta un attimo per trasformarsi in allegria. Non solo perché a mangiare c’è il sindaco della città e l’assessore ai Servizi sociali, ma perché nonostante il dissesto cittadino, la crisi generalizzata e il vuoto creato da questa contemporaneità, si respira fiducia nell’aria.

«Abbiamo risposto a quest’invito per testimoniare l’impegno continuo nei confronti delle comunità di disabili, che riteniamo svolgere un ruolo sociale centrale per la nostra società – ha sottolineato il primo cittadino di Catania Salvo Pogliese – abbiamo cercato di evitare in tutti i modi il default, ma non è stato possibile: adesso voltiamo pagina. Siamo assolutamente convinti che molte realtà pagheranno un prezzo per responsabilità che non sono nostre, ma cercheremo di manifestare vicinanza e impegno in ogni modo, così come abbiamo dimostrato in questi giorni». Il sindaco fa riferimento alle quattro mensilità arretrate ricevute da luglio a dicembre: le ultime due entrate nelle casse delle cooperative proprio stamattina.

 

«Una boccata d’ossigeno per la nostra comunità ormai in ginocchio – ha detto il presidente della onlus Insieme Francesco LiRosi –  visti gli arretrati e la decisione, sofferta ma purtroppo obbligata, di dover rinunciare al 50% delle mensilità dovute, a causa del dissesto finanziario dell’Ente. Vogliamo credere in un futuro migliore, che riservi maggiore attenzione alle nostre realtà, da sempre in bilico tra sopravvivenza e chiusura, pur rappresentando l’unico appiglio di speranza per molti». Il pranzo di Natale si trasforma così in un messaggio di ottimismo, un’iniezione di fiducia, uno slancio per andare avanti: «Siamo felici di avere le istituzioni vicine in questo momento – continua Lirosi, affiancato dalla responsabile della struttura Adele D’Anna – perché vogliamo reagire con uno scatto d’orgoglio, convinti che l’unione può fare la differenza. Noi usciremo con le ossa spezzate da questo momento, ma non chiuderemo i battenti, facendo sacrifici per cercare di attutire il colpo. È una questione legata alla dignità e al rispetto della persona, che abbiamo sempre mostrato nel lavoro di ogni giorno. Le nostre sono imprese sociali, ci aspettiamo sostegno per poter trovare soluzioni future, per poter affrontare il sistema bancario, per costruire modelli sostenibili».

«Avrete una corsia preferenziale nell’architettura di quello che sarà il bilancio pluriennale – ha continuato l’assessore GiuseppeLombardo – non riusciremo di certo ad ammorbidire quelle che saranno misure drastiche, ma da parte nostra ci sarà la massima sensibilità su diversi fronti. Il primo impegno è quello che riguarda i gruppi-appartamento, ancora non presenti a Catania, che rappresenterebbero un risparmio per l’amministrazione e una possibilità maggiore d’integrazione per i disabili meno gravi. Inoltre il Comune di Catania ha finalmente avviato i progetti del “dopo di noi” che vedranno partire le misure proprio l’anno prossimo. E poi ci saranno i piani individualizzati, per parametrare i sostegni finanziari sulle effettive esigenze territoriali delle categorie fragili, garantendo una migliore risposta al problema».

Catania e provincia: come gestire la “Sicurezza pubblica” nei locali pubblici e grandi eventi

 

Evento a cura di Comando provinciale Vigili del Fuoco e Fondazione Ingegneri di Catania

con partecipazione di Procura, Comune, Questura, Asp, Sues 118 e Ordini professionali

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SICUREZZA PUBBLICA NEI GRANDI EVENTI

 

Confronto sulla Circolare Gabrielli e le altre direttive in merito alla gestione emergenze

nelle manifestazioni soggette ad affollamento

CATANIA

Il fercolo di Sant’Agata attorniato da migliaia e migliaia di fedeli che si stringono alla patrona riempiendo tutta l’area di Piazza Duomo: è l’immagine del massimo folclore di Catania ed è stata volutamente scelta dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco e dalla Fondazione dell’Ordine etneo degli Ingegneri per sottolineare l’importanza sociale del tema affrontato durante il seminario di oggi (14 dicembre): la gestione della sicurezza pubblica e delle emergenze durante i grandi eventi.

La foto del 5 febbraio catanese è nella copertina del programma degli interventi, quelli tenuti dalle autorità di Procura, Comune, Questura, Asp e Servizio 118 di Catania – moderati dal comandante VVF Giuseppe Verme – e dai rappresentanti degli Ordini professionali e di altre forze sociali, coordinati in una tavola rotonda dal presidente della Fondazione Ingegneri Mauro Scaccianoce.

«L’obiettivo del seminario – ha affermato il comandante Verme – è fornire ai responsabili degli enti locali e agli ingegneri, un quadro di riferimento generale sui nuovi standard organizzativi, procedurali e tecnici che devono essere previsti, attuati e verificati nelle manifestazioni soggette ad affollamento, e dunque al rischio pubblico. Sono i Comuni, con il supporto dei loro uffici tecnici, a concedere le autorizzazioni, sulla scorta della documentazione presentata dagli organizzatori e redatta dai professionisti, verificando la complessità dell’evento e la piena applicazione delle norme. Per eventi di particolare rilevanza è richiesto il coinvolgimento delle Prefetture e degli enti territoriali preposti alla “security” (la Questura) e alla “safety” (Vigili del Fuoco, Azienda Sanitaria, 118)».

Le recenti cronache hanno riportato l’argomento all’attenzione dell’intera opinione pubblica, soprattutto a un anno di distanza dall’entrata in vigore della Circolare Gabrielli e delle successive direttive ministeriali in materia. «Coordinare l’intervento delle varie componenti attraverso la definizione di parametri di riferimento – ha affermato il questore di Catania Alberto Francini – ha certamente migliorato l’operatività generale, ma la buona riuscita di un evento dipende soprattutto dall’attenzione posta dagli organizzatori e dal rispetto del senso civico da parte dei partecipanti». «È fondamentale sensibilizzare i privati e le associazioni che propongono le iniziative – ha aggiunto il viceprefetto Rosamaria Monea – Spesso la documentazione arriva negli uffici troppo tardi o incompleta». E soprattutto «l’esperienza insegna che alla regolarità formale, deve seguire quella sostanziale e operativa», ha ribadito l’assessore alla Sicurezza del Comune di Catania Fabio Cantarella, il quale ha annunciato che la settimana prossima si riunirà il Comitato per l’ordine pubblico in merito alla prossima Festa di Sant’Agata.

La tematica riguarda però, non soltanto la città di Catania, ma l’intero territorio etneo, basti pensare ad eventi come il Carnevale di Acireale, l’Ottobrata di Zafferana, la Sagra del Pistacchio di Bronte. In platea erano infatti presenti numerosi responsabili delle 58 amministrazioni comunali della provincia.

«Emerge sempre più come la progettazione della sicurezza abbia bisogno di uffici tecnici ben preparati – ha spiegato il presidente della FondazioneMauro  Scaccianoce, affiancato dai consiglieri dell’Ordine Antonio Brunetto e Filippo Di Mauro – ma soprattutto di professionisti specializzati nel management dei sistemi di evacuazione del pubblico, perché l’intera organizzazione di un evento, soprattutto quelli che contano oltre 20mila presenze, deve essere funzionale per la perfetta gestione delle emergenze, cioè incendi, terremoti, inondazioni o atti terroristici, che determinano la necessità di abbandonare l’area della manifestazione senza il rischio di vittime ma con un esodo ordinato e sicuro di tutti i presenti».

Fondamentale quindi la determinazione della safety e della security: la prima si riferisce alla tutela dei diritti individuali e collettivi della persona, la seconda alla garanzia dell’ordine pubblico. Ad esempio, rientrano nella safety le attività di: individuazione e valutazione degli spazi, regolazione e monitoraggio degli accessi, calcolo della capienza massima, servizio sanitario; fanno parte invece della security operazioni come: controllo e bonifica delle aree, valutazione di eventuali minacce, videosorveglianza, blocco di persone od oggetti pericolosi.

All’evento – tenutosi al Grand Hotel Villa Itria di Viagrande – hanno inoltre relazionato: il capo di Gabinetto della Questura Ferdinando BucetiAngelo Sgroi del Comando provinciale VVF (responsabile scientifico del seminario), il disaster manager dell’Azienda Sanitaria provinciale Giuseppe Spampinato, il direttore del Servizio Sues 118 Isabella Bartoli. Sono intervenuti: il segretario dell’Ordine Architetti Maurizio Mannanici, il presidente del Collegio Geometri Paolo Nicolosi, il consigliere dell’Ordine Periti industriali

Gli architetti ci provano: un Piano strategico per Catania

Fino al 15 ottobre al Palazzo Platamone il workshop internazionale “Layer Zero 2018”

 

CATANIA : RESTITUIRE SPAZIO URBANO ALLA CITTÀ

 

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Sabato prossimo, alle 9.00, presentazione dei progetti e del loro “piano di fattibilità”

CATANIA

Otto giornate di studio, sei conferenze di esperti, oltre 40 partecipanti tra giovani architetti e progettisti, e un obiettivo comune: favorire una nuova stagione di pianificazione strategica per il tessuto urbano di Catania. Il workshop internazionale di Architettura “Layer Zero 2018” – organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione etnei degli Architetti PPC – è in queste ore nel vivo delle attività, nei locali del Palazzo Platamone, dove tra cartografie, matite, mouse e masterplan, si lavora dallo scorso sabato per presentare il lavoro alla città.

«Il filo conduttore che caratterizza le idee architettoniche elaborate è il meccanismo della sottrazione, ovvero togliere tutto ciò che non serve per poter finalmente vedere l’essenziale È un’occasione importante per approfondire il tema delle connessioni urbane, strettamente legato agli spazi dove nasce e si svolge la vita comune di una società civile», ha spiegato Paolo Colonna, associato dello studio di fama mondiale che porta il nome di “Renzo Piano Building Workshop”, e ospite in città anche nel ruolo di presidente del Comitato scientifico dell’Ordine e della Fondazione di Catania.