“SOLVENTI ALLA FRUTTA”: IL PROGETTO CATANESE DELL’ITI CANNIZZARO AL MAKER FAIRE ROME 2021

La dirigente scolastica Pina Montella: «Un percorso educativo che consente di instradare i giovani nei settori della produzione eco-innovativa e del consumo sostenibile”.

 

 

CATANIA 

 

Un progetto formativo ed educativo, con un occhio di riguardo alla green chemistry (la chimica sostenibile): è con “Solventi alla Frutta” che l’Istituto Tecnico Industriale Cannizzaro di Catania ha partecipato al Maker Faire Rome 2021, evento dedicato alle tecnologie e alle innovazioni, che si è tenuto a Roma nei giorni scorsi.

Protagonisti della trasferta gli studenti della classe V A – indirizzo “Chimica dei Materiali” – impegnati nella la realizzazione di un solvente prodotto con le bucce di agrumi siciliani, in sostituzione dei più comuni solventi sintetici. Un prodotto naturale ed ecocompatibile, a basso impatto ambientale nei processi di smaltimento, perfettamente in linea con le indicazioni della Green Economy tracciate dalla Comunità Europea per ridurre le emissioni e l’aumento della temperatura globale.

Un percorso curriculare ed extracurriculare nato da un’idea della professoressa Angela Percolla, pienamente avallato dalla dirigente scolastica Pina Montella. A guidare i ragazzi il professore Giacomo Anselmo, che ha accompagnato a Roma due giovani studenti in rappresentanza del gruppo di lavoro: Mauro Mocci e Simone La Rosa.

«Un progetto portato avanti durante l’anno scolastico – spiega Anselmo – e che proseguirà con ulteriori studi e approfondimenti per migliorarne il rendimento e la realizzazione, che avviene attraverso l’estrazione di olii essenziali e un processo di “deterpenizzazione”, effettuato estrapolando specifiche biomolecole: i terpeni. Un solvente che sostituisce quelli di uso comune e vede molti campi di applicazione, dalle vernici utilizzabili nella bioedilizia alla cosmetica.

Un progetto che si muove nella direzione green, presentato all’interno dell’evento che unisce scienza, hi-tech e soluzioni ecocompatibili. «Un traguardo che gratifica noi e i nostri ragazzi – ha sottolineato la preside Montella – questo evento per il Cannizzaro, per tutto il mondo scolastico siciliano, rappresenta un’importante vetrina, che consente il dialogo con grandi aziende del settore a livello globale. I nostri laboratori sperimentali hanno attirato l’attenzione di imprenditori moldavi, con cui – siamo certi – avvieremo uno scambio nei prossimi mesi. Ci tengo a sottolineare che il progetto “Solventi alla Frutta” – che individua nelle risorse del territorio nuove possibilità di utilizzo economico e sostenibile dei prodotti agricoli locali – è stato interamente autofinanziato dalla scuola, grazie a un’attenta e oculata gestione delle risorse».

Ancora una volta, la teoria si interseca con la pratica, attraverso un percorso educativo e di sensibilizzazione verso il rispetto dell’ambiente, che consente di instradare i giovani nei settori della produzione eco-innovativa e del consumo sostenibile.

Un tornado gigantesco si è abbattuto nel pomeriggio sul centro storico di Catania

Video Sicilia T.-Diffuso You Tube

Il violento nubifragio che ha colpito  la Sicilia ha causato diversi danni e disagi anche sulla costa orientale dell’isola, in particolare in provincia di Catania. Nel capoluogo etneo un pauroso  tornado seguito da pioggia e grandine si è abbattuto nel pomeriggio nel centro storico, allagando l’intera Via Etnea causando seri danni alle abitazioni e agli esercizi commerciali. Diversi gli alberi sradicati e i lampioni caduti, mentre si registrano anche alcuni feriti: si tratta di quattro atleti stranieri della polo canoa.

La forte ondata di pioggia e le raffiche di vento stanno danneggiando anche il Cimitero etneo di Via Acquicella dove l’acqua piovana esce a fiumi dai cancelli  e  nel quartiere Librino  sono stati divelti alcuni alberi. Numerose le chiamate ai vigili del fuoco per allagamenti di scantinati e garage e decine di interventi da parte dei pompieri. Disagi anche all’aeroporto Fontanarossa, dove quattro voli sono stati dirottati in altri scali, due dei quali a Palermo e uno a Bari

ALLA RICERCA DELLA TRASPARENZA PER IL RILANCIO DELL’EDILIZIA IN SICILIA

Protocollo d’intesa tra Regione Siciliana e Ance Catania

 GARE D’APPALTO PIÙ VELOCI, SICURE E TRASPARENTI 

 

Accordo tra assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Siciliana, il Dipartimento Regionale Tecnico e i Costruttori etnei

 

CATANIA –

Rilancio della filiera edilizia e ripresa economica post-covid. Questi gli obiettivi della stretta sinergia tra l’assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Siciliana, il Dipartimento Regionale Tecnico e Ance Catania, che questa mattina (4 ottobre) hanno firmato un protocollo d’intesa per tracciare linee-guida volte alla semplificazione dell’iter di accesso e partecipazione ai bandi di gara pubblici.

 «Ancora una volta si rafforza e si riafferma la collaborazione fra il Governo regionale e Ance Catania, ma anche con tutta la rappresentanza siciliana dell’Associazione dei costruttori – ha dichiarato l’assessore regionale Infrastrutture e Mobilità Marco Falcone – lavoriamo assieme per l’implementazione, il monitoraggio e l’aggiornamento costante del Cassetto delle Imprese, strumento su cui spingiamo ogni giorno per facilitare la vita di imprese e professionisti. Abbiamo preso un impegno chiaro, sin dall’inizio del nostro percorso: sostenere i settori produttivi e l’intero comparto edile e dei lavori pubblici, pilastro dell’economia siciliana. Oggi vogliamo confermare quest’impegno, mettendo un altro tassello  importante, grazie alla disponibilità di Ance Catania, alla lungimiranza del presidente Rosario Fresta, alla fattività del Dipartimento regionale Tecnico guidato da Salvo Lizzio. Siamo a lavoro per snellire le procedure, essere sempre più efficienti e performanti, così da avvicinare sempre più la Regione Siciliana, e la Pubblica amministrazione in genere, alle aspettative di cittadini e imprese».

Le normative del Codice degli Appalti e del decreto Semplificazioni – finalizzate alla sburocratizzazione – trovano dunque ulteriore risposta nel documento firmato questa mattina, «finalizzato a rispondere con immediatezza e in modo adeguato alle esigenze del mondo del lavoro e delle imprese – ha spiegato il dirigente generale del Dipartimento Regionale Tecnico Salvatore Lizzio – avremo gare più veloci, sicure e trasparenti».

Il fine? «Uniformare tutte le stazioni appaltanti alle interpretazioni delle normative nazionali e regionali, redigendo moduli che definiscano esaustivamente i contenuti e la documentazione necessaria – hanno dichiarato il presidente e il vicepresidente di Ance Catania, rispettivamente Rosario Fresta e Giuseppe Costantino – i nostri uffici lavoreranno in collaborazione con Dipartimento Tecnico sulla base delle indicazioni giuridiche e tecniche fornite dall’Assessorato e dal Dipartimento stesso. L’auspicio è di rendere il sistema più efficace e sempre più trasparente a vantaggio di tutto il settore delle costruzioni e delle imprese che operano sul territorio. Un primo passo a garanzia di comportamenti omogenei».

SICUREZZA E PREVENZIONE: «INGEGNERI, SCREENING PER GLI EDIFICI STORICI DELLA DIOCESI DI CATANIA»

Incontro tra Ordine etneo e S.E. mons. Salvatore Gristina

Foto Press

CATANIA

Competenze e professionalità al servizio della comunità, attraverso un’attività di monitoraggio e di screening strutturale degli edifici storici della Diocesi di Catania: questa la proposta dell’Ordine degli Ingegneri etnei, che verrà a breve formalizzata in un Protocollo d’intesa da condividere con i direttori degli uffici della Curia.

L’iniziativa intrapresa dai professionisti mira a donare il proprio servizio alla collettività, attraverso azioni concrete. Ieri (sabato 2 ottobre), nel Salone dei Vescovi dell’Arcivescovado, il presidente Mauro Scaccianoce  accompagnato dal segretario Alfio Torrisi, dal tesoriere Salvatore Rapisarda e dai consiglieri Antonio Brunetto, Irene D’Antone, Giorgia Ferlazzo e Alfredo Foti – ha incontrato S.E. mons. Salvatore Gristina, Arcivescovo metropolita di Catania, accompagnato da don Massimiliano Parisi: «È un onore essere accolti da Sua Eccellenza – ha commentato l’ing. Scaccianoce – un’occasione per presentare il nuovo Consiglio, prospettando le attività dell’Ordine e il programma per il prossimo quadriennio. Abbiamo messo in evidenza che la nostra priorità è tutelare la professione a garanzia della collettività, nel rispetto dei principi del nostro codice deontologico. Nell’ottica di favorire un ulteriore passo avanti nella crescita della cultura della prevenzione sismica da parte della popolazione e degli amministratori pubblici, formalizzeremo un Protocollo con l’obiettivo di avviare un’attività al servizio dell’Arcidiocesi. Tale convenzione prevede uno screening strutturale finalizzato a individuare eventuali fattori di rischio di alcuni edifici che verranno indicati dalla Curia. Per lo svolgimento dell’attività verranno attivati dei percorsi formativi specifici».

«Lieto di poter incontrare il nuovo Consiglio e il suo presidente – ha dichiarato S.E. monsignor Gristina – ciascuna attività lavorativa può avere un duplice obiettivo: da un lato la crescita personale e familiare; dall’altra la possibilità di poter donare un qualificato contributo alla comunità. Grazie all’Ordine degli Ingegneri di Catania per questa iniziativa. Auguro a tutto il Consiglio che l’attività svolta possa sempre essere di qualità e fonte legittima di incoraggiante soddisfazione. Quando lavoriamo con gioia certamente il nostro lavoro può essere più utile per la collettività».

Durante l’incontro è stato mosso il primo passo, ma l’accordo prevede tempi serrati per dialogare con i direttori degli uffici di Curia al fine di condividere nei singoli aspetti i contenuti, così da poter avviare le attività. L’incontro ha visto anche un momento di preghiera che si è concluso con la benedizione di S.E. mons. Gristina.

CONCLUSIONI RAID ETNA 2021: SUCCESSO PER LA SICILIA E IL TURISMO SPORTIVO

A piazza Università e Palazzo Manganelli il gran finale della manifestazione

 

CATANIA

Settanta equipaggi a bordo di vetture che hanno fatto la storia dell’automobilismo, oltre 140 partecipanti, circa mille chilometri di percorso, visite guidate in numerose ville nobiliari e bellezze artistiche, architettoniche e naturali della Sicilia. In sintesi, Raid dell’Etna 2021: manifestazione – giunta alla 23esima edizione – che, come sempre, rappresenta il perfetto connubio tra competizione, fascino delle auto d’epoca e promozione del territorio, dando grande impulso al turismo sportivo.

«Siamo orgogliosi del risultato ottenuto, arrivato in un periodo non facile a causa della pandemia e delle relative difficoltà nell’organizzazione e nelle autorizzazioni. Anche quest’anno abbiamo raggiunto il nostro scopo: coniugare lo splendore delle vetture storiche a quello della nostra terra. Merito del nostro impegno, ma soprattutto del supporto delle Istituzioni, dello staff della Scuderia del Mediterraneo e degli sponsor che ci hanno accompagnato in questa avventura». Così hanno commentato gli organizzatori Stefano Consoli e Giovanni Spina al termine della manifestazione.

 

Vetture e partecipanti provenienti da Svezia, Germania, Svizzera, Polonia, Austria, Colombia e, ovviamente, Italia, hanno fatto tappa in molteplici località dell’Isola. Il Raid ha abbracciato gran parte della Sicilia, da Palermo a Enna, da Siracusa a Catania, aprendo le porte di ville nobiliari chiuse al pubblico e facendo degustare prodotti tipici siciliani, passando per scenari mozzafiato, come quelli offerti dall’Etna o dallo splendore di Ortigia.

L’ultimo atto ieri nella città etnea, con l’arrivo in piazza Università, tra tanti curiosi che si sono concessi scatti fotografici accanto ad auto che hanno scritto pagine indelebili della memoria automobilistica. Poi il momento della premiazione, che si è celebrata ufficialmente a Palazzo Manganelli, con tanti riconoscimenti messi in palio: le scuderie con maggior numero di partecipanti, i partecipanti con più presenze nelle 23 edizioni, gli equipaggi provenienti da più lontano, la migliore coppia femminile.

 

Dando spazio ai risultati, in classifica generale il primato è andato al duo Antonio Belotti e Maria Marchesi del Club Orobico, su Jaguar XK140; a seguire Giancarlo Calise e Rosanna Siervo della Mastroberardino Team, alla guida della Alfa Romeo Giulietta Spider; terza la coppia Fuzzy Walter Kofler e Claudia Kofler della Veteran Car Team Bolzano, a bordo della Porsche 356 A; quarta piazza per Marco Biroli e Luisa Guenzani della SCRT Lugano, su Porsche 911 Targa 4S; quinto posto per i polacchi Artur Moscicki e Adrian Moscicki della Pagoda SL Klub Polska, su Mercedes Benz 280 SL.

Partner dell’evento: Eberhard & CO., Grandi Navi Veloci, Michelin, Ma-Fra, Centro Porsche Catania, Nuova Sport Car, Firriato, Condorelli, Golden Eight, Elenka, Arance Rosse di Sicilia e Soccorso Stradale San Salvatore.

ARCHITETTI: «ISTITUIRE UFFICIO DEDICATO ALLA FASCIA COSTIERA”

Convegno “Catania: da città sul mare a città di mare”

 

 

 

PUNTARE SULLA QUALITÀ DEI PROGETTI PER COLMARE LA DISTANZA TRA LA CITTÀ E IL SUO LITORALE»

 

CATANIA

“Catania: da città sul mare a città di mare”: questi giorni il Dicar (Unict) è stato quartier generale per un convegno – organizzato dal Centro di documentazione, ricerca e studi sulla cultura dei rischi presieduto da Antonio Pogliese – che ha riunito istituzioni, mondo universitario, professionisti. Presente anche l’Ordine degli Architetti PPC del capoluogo etneo, che, oltre a consegnare un documento contenente la sintesi dell’impegno della categoria (redatto facendo la sintesi di alcuni contributi dei Consigli e degli Uffici Speciali Governo del Territorio che si sono avvicendati dal 2014 ad oggi), ha lanciato una proposta per cercare finalmente di far convergere aspetti tecnici, economico-finanziari, normativi, ma anche “visioni” sull’organizzazione di un territorio che mai come adesso dev’essere (ri)disegnato su ampia scala e con un’identità chiara, attraverso un’idea solida di bellezza, proporzione, sicurezza e utilità.

«Un’iniziativa nata per dibattere su una questione che da sempre è stata al centro del futuro di questa città, ma che purtroppo rimane ancorata al passato, nonostante gli sforzi, nonostante la voglia di superare l’impasse in cui ci ritroviamo da anni – sottolinea il presidente degli Architetti Sebastian Carlo Greco – Abbiamo subito inermi per troppo tempo lo schiacciamento del potere economico votato al solo profitto sulle Città. Di rado oggi assistiamo ad occasioni dove emerge la qualità o dove si emerge per qualità. Vero è che norme sterili, burocrazia, procedure contorte e strumenti obsoleti hanno imbalsamato tutto, ma altrettanto vero è che la nostra comunità ha espresso un pensiero troppo spesso inascoltato. È necessario che la politica riparta colmando l’assenza degli indirizzi sulle questioni che competono agli Architetti. La promozione della conoscenza dello spazio in cui viviamo, naturale e antropizzato, incoraggia il senso di opportunità e di identità. Questo implica una grande responsabilità sociale nell’attivare politiche e processi in grado di assicurare la qualità dell’abitare la Città. Bisogna liberarsi dell’idea di fruire di progettazioni prodotte per la esclusiva necessità di non perdere fondi di finanziamento, che si sono purtroppo mostrati quale unica strada percorribile verso il cambiamento. Questo cambiamento deve riguardare anche la riconversione armonica del diaframma esistente tra tessuto urbano e linea di costa: il waterfront non può essere considerato come una semplice linea di confine tra terra e acqua, ma piuttosto come un sistema complesso di relazioni tra la fascia costiera e la città; come un luogo scenografico di alto valore;  come un nodo di connessione tra flussi infrastrutturali di due diversi sistemi, quello marino e terrestre; come laboratorio di idee per strumenti pianificatori innovativi e modelli sperimentali di tutela ambientale e sostenibilità socio-culturale nel  rispetto delle matrici identitarie».

 

 

La proposta che va in questa direzione? «L’attivazione di un Ufficio dedicato alla fascia costiera e allo sviluppo litoraneo – interno alla Direzione Urbanistica – che riunisca tutti gli attori presenti in questi giorni e che, ragionando su un’unica dorsale che da Malta arriva fino a Reggio Calabria, possa finalmente dar vita a un pensiero armonico di sviluppo, dove far incrociare tutte le competenze – continua il presidente – L’atavica negazione del rapporto con il mare è stata una delle principali cause del mancato innesco di meccanismi di riqualificazione economica e sociale, impedendo l’insorgere di effetti migliorativi di lungo raggio e ampia penetrazione. Fondamentale sarebbe la sinergia tra azione pubblica e privata, a dimostrazione di come sia sempre possibile ottenere ottimi risultati attraverso la condivisione dei processi decisionali e attuativi e la cooperazione tra enti e soggetti diversi.

 Il Piano della fascia costiera dovrebbe essere oggetto di un concorso di progettazione in due fasi.  Ciò consentirebbe di definire uno scenario generale dentro il quale sviluppare, poi, le varie peculiarità di ogni tratto del fronte lungo mare, valorizzandone i caratteri identitari e le vocazioni. Tale lavoro – conclude Sebastian Carlo Greco – svolto con il necessario coordinamento di tutti gli Enti coinvolti, contribuirebbe allo sviluppo degli elementi architettonici e paesaggistici che verrebbero così a caratterizzare il nostro Parco del Mare e restituirebbe un luogo di straordinaria bellezza a residenti e visitatori, oltre a divenire motore rigenerativo per l’intero sistema urbano».

 

RAID DELL’ETNA, VIAGGIO E COMPETIZIONE ALLA SCOPERTA DELLA SICILIA

 

OGGI, SABATO, A CATANIA SFILATA TRA LE VIE DEL CENTRO STORICO E PREMIAZIONE

 

Un itinerario che ha abbracciato alcune delle località siciliane più suggestive, aggiungendo due ingredienti speciali: l’agonismo e l’adrenalina delle corse automobilistiche, a bordo di vetture d’epoca. Un mix di turismo e competizione per promuovere il territorio e portare alla scoperta di luoghi meravigliosi partecipanti provenienti da tutto il mondo: dal centro storico di Palermo ai palazzi nobiliari di Bagheria, dal Barocco di Ortigia al contrasto mozzafiato mare-montagna del capoluogo etneo. Questo è il Raid dell’Etna 2021, che volge alle battute conclusive.

 

Un viaggio iniziato lo scorso 26 settembre con l’arrivo a Palermo dei 70 equipaggi e 140 partecipanti, che hanno sfilato tra centinaia di curiosi e appassionati. Il giorno dopo è stata la volta di Bagheria, con tappa a villa Palagonia, palazzo Butera e al Museo del giocattolo e delle Cere. Dal tour culturale alla prima cronometrata della manifestazione, anche qui con un solco tangibile della storia: la prova sul Circuito delle Madonie, per anni teatro della Targa Florio. Poi l’arrivo all’autodromo di Pergusa – che ha ospitato per diversi anni i gran premi di Formula 1 e Formula 2 – per proseguire l’itinerario verso Siracusa e Ortigia. Qui, visita al Duomo, palazzo Vermexio, palazzo Beneventano e Fonte Aretusa, prima di dare il via alla cronometrata Eureka. Ieri, 30 settembre, il mare cristallino di Punta Secca e la casa del “Commissario Montalbano” hanno ospitato i partecipanti del Raid, che nel pomeriggio si sono sfidati nella prova “Vaccarizzo”, con direzione Catania.

Nel pomeriggio di oggi via all’impegnativa cronoscalata Etna, tra le meraviglie della natura e un panorama mozzafiato visibile da Piano Provenzana. Sabato, “sfilata” in centro e in piazza Università (ore 10.00), prima della premiazione finale a Palazzo Manganelli ….

LA SICILIA CHE FUNZIONA PER LO SVILUPPO: LA SIBEG GARANTISCE CIRCA IOOO POSTI LAVORO

L’Ad Luca Busi: «Nonostante la pandemia abbiamo confermato il nostro ruolo-chiave per lo sviluppo territoriale»

Luca Busi, amministratore delegato di Siberg

CATANIA –

«Un identikit chiaro della nostra azienda, che fa emergere con forza il valore di Sibeg, misurando non solo l’impatto economico, ma anche quella resilienza che ci ha fatto reagire a una crisi che ha travolto il sistema-Paese. Non solo non abbiamo indietreggiato di un passo, ma siamo addirittura riusciti a fare uno scatto in avanti, cogliendo le opportunità offerte dalla ripresa». Così Luca Busi, amministratore delegato di Sibeg – azienda che dal 1960 produce, imbottiglia e sviluppa tutti i prodotti a marchio The Coca-Cola Company in Sicilia – commenta i dati emersi dallo studio realizzato da SDA Bocconi School of Management, che ha analizzato l’impatto socio-economico di Coca-Cola in Italia, includendo il ruolo fondamentale di Sibeg in Sicilia, nell’anno 2020.

Con i suoi 33 milioni di euro (pari allo 0,04% del Pil regionale), generati e distribuiti nell’Isola e calcolati sommando stipendi, contratti di forniture, imposte e contributi fiscali versati, la storica azienda catanese lo scorso anno ha garantito 964 posti di lavoro (pari allo 0,07% degli occupati in Sicilia), creati direttamente o indirettamente attraverso il suo indotto. «Un risultato per nulla scontato – commenta Busi – non solo per il freno dettato dalla pandemia, ma anche per la vicenda legata all’introduzione di Sugar e Plastic Tax, che da quasi due anni si trascina dietro incertezza e sfiducia, innescando ragionamenti che spingono al depotenziamento e certamente non danno impulso alla crescita. L’entrata in vigore delle tanto discusse tasse inciderebbe infatti su ogni dinamica virtuosa, fino ad oggi preservata dalla voglia di generare sviluppo e fare impresa in un territorio complesso come il nostro».

Un impegno costante, quello di Sibeg, che da sempre si contraddistingue per il profondo legame con il territorio di appartenenza: le risorse generate in Sicilia e destinate alle famiglie (10,1 mln di euro), alle imprese (22,6 mln di euro) e allo Stato (0,03 mln di euro), rappresentano un ottimo risultato, in un periodo già complesso e aggravato dalle chiusure del canale Horeca. Partendo dai “fatti”, lo studio racconta e inquadra il contributo apportato, ogni giorno, dalle donne e dagli uomini del sistema Coca-Cola in Sicilia: «Sibeg con i suoi 313 dipendenti diretti oggi detiene oltre il 62% del valore del mercato delle bevande gassate nella regione – continua Busi – dallo studio emerge inoltre che, se la nostra presenza venisse meno, la crescita del tasso di disoccupazione in Sicilia salirebbe dello 0,3%. La pandemia ha ovviamente avuto un impatto economico su ogni anello della filiera, facendo registrare anche in Sibeg una contrazione delle risorse di 2,9 mln di euro rispetto al 2019, ma siamo comunque riusciti a rimanere accanto a famiglie, bar e ristoranti, attraverso politiche commerciali, fiscali e attività dedicate. Accanto al ruolo di Sibeg, si riconferma l’impegno del Sistema Coca-Cola in Sicilia, grazie anche al supporto non condizionato di The Cola-Cola Foundation con numerosi progetti a sostegno della filiera agrumicola, promossi dal Distretto Agrumi di Sicilia, con l’Università di Catania e l’Alta Scuola Arces».

L’analisi di SDA Bocconi ha evidenziato inoltre la particolare attenzione alla sostenibilità ambientale di Sibeg, che dispone di un impianto di trigenerazione che permette di produrre in maniera autonoma il 50% del fabbisogno di energia elettrica, abbassando le emissioni di CO2 di oltre 1000 tonnellate l’anno; e che utilizza solo energia proveniente da fonti rinnovabili al 100%. Sibeg è stata inoltre tra le prime aziende a dotare la sua forza commerciale di una flotta 100% elettrica, mettendo a disposizione della comunità un’infrastruttura per le colonnine di ricarica. Anche durante l’emergenza sanitaria Sibeg non ha fatto mancare il suo sostegno donando 80mila euro al Policlinico Vittorio Emanuele di Catania e di prodotti Coca-Cola alla Protezione Civile.

CATANIA 

«Un identikit chiaro della nostra azienda, che fa emergere con forza il valore di Sibeg, misurando non solo l’impatto economico, ma anche quella resilienza che ci ha fatto reagire a una crisi che ha travolto il sistema-Paese. Non solo non abbiamo indietreggiato di un passo, ma siamo addirittura riusciti a fare uno scatto in avanti, cogliendo le opportunità offerte dalla ripresa». Così Luca Busi, amministratore delegato di Sibeg – azienda che dal 1960 produce, imbottiglia e sviluppa tutti i prodotti a marchio The Coca-Cola Company in Sicilia – commenta i dati emersi dallo studio realizzato da SDA Bocconi School of Management, che ha analizzato l’impatto socio-economico di Coca-Cola in Italia, includendo il ruolo fondamentale di Sibeg in Sicilia, nell’anno 2020.

Con i suoi 33 milioni di euro (pari allo 0,04% del Pil regionale), generati e distribuiti nell’Isola e calcolati sommando stipendi, contratti di forniture, imposte e contributi fiscali versati, la storica azienda catanese lo scorso anno ha garantito 964 posti di lavoro (pari allo 0,07% degli occupati in Sicilia), creati direttamente o indirettamente attraverso il suo indotto. «Un risultato per nulla scontato – commenta Busi – non solo per il freno dettato dalla pandemia, ma anche per la vicenda legata all’introduzione di Sugar e Plastic Tax, che da quasi due anni si trascina dietro incertezza e sfiducia, innescando ragionamenti che spingono al depotenziamento e certamente non danno impulso alla crescita. L’entrata in vigore delle tanto discusse tasse inciderebbe infatti su ogni dinamica virtuosa, fino ad oggi preservata dalla voglia di generare sviluppo e fare impresa in un territorio complesso come il nostro».

Un impegno costante, quello di Sibeg, che da sempre si contraddistingue per il profondo legame con il territorio di appartenenza: le risorse generate in Sicilia e destinate alle famiglie (10,1 mln di euro), alle imprese (22,6 mln di euro) e allo Stato (0,03 mln di euro), rappresentano un ottimo risultato, in un periodo già complesso e aggravato dalle chiusure del canale Horeca. Partendo dai “fatti”, lo studio racconta e inquadra il contributo apportato, ogni giorno, dalle donne e dagli uomini del sistema Coca-Cola in Sicilia: «Sibeg con i suoi 313 dipendenti diretti oggi detiene oltre il 62% del valore del mercato delle bevande gassate nella regione – continua Busi – dallo studio emerge inoltre che, se la nostra presenza venisse meno, la crescita del tasso di disoccupazione in Sicilia salirebbe dello 0,3%. La pandemia ha ovviamente avuto un impatto economico su ogni anello della filiera, facendo registrare anche in Sibeg una contrazione delle risorse di 2,9 mln di euro rispetto al 2019, ma siamo comunque riusciti a rimanere accanto a famiglie, bar e ristoranti, attraverso politiche commerciali, fiscali e attività dedicate. Accanto al ruolo di Sibeg, si riconferma l’impegno del Sistema Coca-Cola in Sicilia, grazie anche al supporto non condizionato di The Cola-Cola Foundation con numerosi progetti a sostegno della filiera agrumicola, promossi dal Distretto Agrumi di Sicilia, con l’Università di Catania e l’Alta Scuola Arces».

L’analisi di SDA Bocconi ha evidenziato inoltre la particolare attenzione alla sostenibilità ambientale di Sibeg, che dispone di un impianto di trigenerazione che permette di produrre in maniera autonoma il 50% del fabbisogno di energia elettrica, abbassando le emissioni di CO2 di oltre 1000 tonnellate l’anno; e che utilizza solo energia proveniente da fonti rinnovabili al 100%. Sibeg è stata inoltre tra le prime aziende a dotare la sua forza commerciale di una flotta 100% elettrica, mettendo a disposizione della comunità un’infrastruttura per le colonnine di ricarica. Anche durante l’emergenza sanitaria Sibeg non ha fatto mancare il suo sostegno donando 80mila euro al Policlinico Vittorio Emanuele di Catania e di prodotti Coca-Cola alla Protezione Civile.

 

La Finanza di Catania paralizza e disarticola consorterie criminali internazionali dedite al traffico di droga

 

Nell’ambito di articolate attività d’indagine coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Catania, con la collaborazione e il supporto dello SCICO (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata) e del “Cuerpo Nacional de Policia” spagnolo, hanno individuato e tratto in arresto a Valencia (Spagna) J. C. H. R., narcotrafficante di origine colombiana, latitante, su cui pendeva un mandato di arresto europeo per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Nel dettaglio, le informazioni acquisite nel tempo e la collaborazione internazionale hanno permesso di individuare a Valencia il citato H., che è stato tratto in arresto dalla polizia spagnola ed è in attesa di estradizione.

H. era infatti tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania, con cui, lo scorso 25 maggio, sono state disposte misure restrittive nei confronti 13 persone, sottoposte a indagine, a vario titolo, per associazione a delinquere e spaccio di sostanze stupefacenti.

Si apprende anche che l’attività investigativa – svolta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania – ha consentito di porre in luce e disarticolare due consorterie criminali operanti nel capoluogo etneo, dedite alla commercializzazione di elevati quantitativi di sostanze stupefacenti, e di sottoporre a sequestro, in più occasioni, oltre 367 kg di marijuana e cocaina.

In particolare, la prima associazione, promossa da due fratelli colombiani, coadiuvati da altri due cittadini del medesimo paese sudamericano, era dedita al traffico di cocaina.

La seconda associazione criminale era a sua volta articolata in due gruppi.

Il primo, costituito da cittadini albanesi, ed è risultato attivo nell’importazione di importanti quantitativi di droga dall’Albania, poi rivenduti a organizzazioni operanti sul territorio siciliano.

Il secondo gruppo si riforniva di stupefacente del tipo marijuana dal primo sodalizio, per poi rivenderlo a Catania.

Le investigazioni, condotte dalle unità specializzate antidroga del GICO del Nucleo di PEF della Guardia di finanza di Catania, hanno consentito, nel tempo, di effettuare sei interventi repressivi del traffico di stupefacente. In particolare, gli interventi, operati in provincia di Catania (Belpasso e Misterbianco) e a Messina, hanno consentito di pervenire al sequestro di 367 kg tra marijuana e cocaina, destinate al mercato catanese.

IN GINOCCHIO A CATANIA IDEATORI DI TRUFFE ED EVASIONI FISCALI: DUE ARRESTI E 47 PERSONE DENUNCIATE

CATANIA

Un’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dalla Guardia di Finanza nei confronti di due professionisti (dottori commercialisti ed esperti contabili), sottoposti a indagini per aver ideato e commercializzato modelli di evasione fiscale attraverso cui sono state commesse più condotte di indebite compensazioni di debiti IVA. Nel complesso 47 sono i soggetti sottoposti a indagine, che ha permesso di evidenziare la creazione di crediti fittizi per oltre 105 milioni di euro.

Nel dettaglio, le indagini, originate da autonoma attività di analisi svolta dalle unità specializzate del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania e poi condotte dallo stesso Nucleo PEF anche mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che con accertamenti bancari, hanno permesso di mettere in luce un articolato sistema, finalizzato a consentire, in particolare, a 14 società, attive su tutto il territorio nazionale e operanti in diversi settori economici (trasporti, pulizie, consulenza alle imprese), l’evasione delle imposte sui redditi mediante il sistema della indebita compensazione dei debiti tributari.

La complessa attività delittuosa posta in essere dai sodali consisteva, in sintesi, nella strumentalizzazione della possibilità data ai contribuenti di portare a compensazione dei propri debiti nei confronti dell’Amministrazione finanziaria crediti relativi alla medesima tipologia di imposta maturati o maturandi in relazione a un diverso periodo. I sodali, quindi, si adoperavano per consentire alle società o ai professionisti debitori dell’amministrazione finanziaria di effettuare l’acquisto, mediante accollo, di crediti vantati da parte di altre società nei confronti della medesima amministrazione, ma derivanti da operazioni in tutto o in parte inesistenti, verso il pagamento di una somma inferiore al loro valore nominale, in modo da consentire all’acquirente di compensare in tutto in parte il proprio debito nei confronti dell’amministrazione finanziaria.

Per quanto sopra, a seguito delle complesse indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania e svolte dal Nucleo PEF della Guardia di finanza di Catania: – sono stati denunciati, complessivamente, 47 soggetti, tra professionisti, intermediari e imprenditori, tutti sottoposti a indagine per il reato di cui all’articolo 10-quater del d.lgs. n. 74 del 2000; – sono stati evidenziati, nel complesso, 105 milioni di crediti IVA fittizi, dei quali 67 utilizzati per operare le indebite compensazioni; – 2 professionisti sono stati destinatari di misura cautelare personale (arresti domiciliari).

L’attività si inserisce nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Guardia di finanza di Catania a tutela della finanza pubblica, con lo svolgimento di complesse indagini volte, da un lato, a contrastare le più insidiose forme di frode fiscale che ledono gli interessi finanziari della collettività e, dall’altro, a garantire il recupero degli illeciti proventi dell’evasione, da destinare, una volta definitivamente acquisiti alle casse dello Stato, anche a importanti interventi economico e sociali.