UNA CITTÀ MIGLIORE? «E’ POSSIBILE CON LA RIGENERAZIONE E PROGETTAZIONE PARTECIPATA»

 

Nuovo PUG: Ance Catania chiude gli incontri promossi dal Comune 

 

CATANIA –

Un nuovo Piano Urbanistico che tenga conto degli interessi collettivi e che avvii un percorso di rigenerazione per la città di Catania. Questa la sintesi emersa nell’ultimo Forum promosso dal Comune di Catania per la redazione del Pug, che per diverse settimane ha visto protagonisti gli Ordini professionali, l’Università etnea e le associazioni del territorio.

«I molti contributi ricevuti saranno centrali ad alimentare lo scenario e le strategie che le azioni urbanistiche dovranno tradurre in forma spaziale sin dalla prossima redazione del Documento preliminare. Un’ulteriore fase della faticosa formazione del nostro Piano Urbanistico Generale, il PUG, come è definito dalla nuova legge sul Governo del Territorio in Sicilia – ha dichiarato in apertura dell’incontro il sindaco di Catania Salvo Pogliese – Ci conforta che la nuova legge, mutando la procedura di approvazione del Piano, ne potrà accelerare di molto i tempi, recuperando il tempo perduto dopo lo stop all’iter già avanzato, portato avanti con il consiglio comunale. Gli Uffici sono al lavoro. Alcuni brillanti giovani sono già operativi e l’arrivo di altri nuovi tecnici a breve apporterà indispensabile linfa nuova per accelerarne le attività, con la guida del Direttore Ing. Bisignani e la supervisione del professore Paolo La Greca. Stiamo elaborando in parallelo – ha proseguito il sindaco – il Piano Strategico per la Città Metropolitana di Catania, che è stato affidato, con una procedura di gara, a “European House – Ambrosetti”, che si avvale anche di qualificati professionisti locali per la sua elaborazione. Queste intense giornate di confronto e di ascolto hanno confermato alcune linee urgenti strategiche che il nostro PUG deve perseguire: avviare le indifferibili politiche di rigenerazione urbana e di adeguamento sismico; compiere le scelte necessarie sul sistema infrastrutturale e dei trasporti per relazionare le previsioni del passante ferroviario e liberare il fronte mare dalla insostenibile cintura ferroviaria, con la riqualificazione sostenibile delle aree costiere; razionalizzazione dei servizi eco-sistemici, a partire dalla ridefinizione e potenziamento del sistema del verde che deve evolvere in una vera infrastruttura. Il Piano, in sostanza, deve accompagnare il percorso di riordino e di rigenerazione della città: un cammino con il coraggio di scegliere e perseguire uscendo dalle secche di discussioni sterili. I confronti, le esperienze avviate, gli esiti di queste consultazioni ci confermano che la visione posta fin dall’inizio del nostro mandato, a fondamento delle scelte urbanistiche per Catania, si radica sempre di più. Lavoriamo perché Catania diventi una città migliore, da lasciare in eredità ai nostri figli».

A chiudere i lavori dei sei “forum di consultazione per la formazione del Pug” Ance Catania, che con un titolo esplicativo: “Verso una rigenerazione urbana partecipata”, ha puntato i riflettori sulle dinamiche della partecipazione pubblica e sul concetto di “rigenerazione”, «imprescindibili in ambito di progettazione e pianificazione. Due aspetti – ha commentato il presidente Rosario Fresta – su cui lavoriamo da anni, ma che per essere efficaci necessitano di norme e regole certe».

Affinché dalle parole si passi ai fatti e le idee si trasformino in azioni, sono due i passaggi principali segnati dal vicepresidente di ANCE Catania Salvatore Messina: «Individuare le aree oggetto di rigenerazione urbana e rendere partecipata la progettazione di questi spazi. Di concerto crediamo sia fondamentale la costituzione di un Urban Center, luogo di ascolto e confronto tra le realtà che vogliono cambiare volto alla città». «In un centro urbano come Catania – decima in Italia per numero di abitanAti – sarebbe grave non prendersi cura degli spazi fisici e di chi li abita. Un processo possibile – ha aggiunto – solo con un’attenta analisi, attraverso il confronto tra chi ha una conoscenza esperta del territorio e gli stakeholder locali».

Quali, quindi, le attuali necessità di Catania? A rispondere è lo stesso Messina: «Adeguamento sismico, infrastrutture, verde e riduzione del consumo di suolo, in una parola: rigenerazione urbana. Da non confondere con la riqualificazione degli immobili. Sarebbe un grave errore ridurre tutto a una mera opportunità edilizia. Consenso attorno all’intervento su scala urbana e tempo per la sua realizzazione sono fattori fondamentali per tutti i componenti della comunità. Più il consenso diventa “visione comune” maggiore è la possibilità di realizzazione. La rigenerazione urbana – conclude Messina – rappresenta un pubblico interesse in quanto vi rientra tutto quanto è necessario a garantire la sicurezza e salute dei cittadini, lo sviluppo sostenibile, l’eliminazione e la prevenzione del degrado sociale ed ambientale».

Importanza della partecipazione che si evince guardando ad altre realtà, di cui ha portato testimonianza, invitato da ANCE Catania, l’architetto Andrea Mariotto, esperto in partecipazione e comunicazione pubblica, dottore di ricerca dell’Università Iuav di Venezia che ha illustrato i percorsi che caratterizzano il processo di consultazione pubblica, strumento di ascolto e di mediazione dei conflitti. Ha inoltre sottolineato l’importanza, nella rigenerazione urbana, dell’individuazione di aree, temi, tempi, soggetti coinvolti e risorse. Non meno importanti le relazioni tra le diverse istituzioni. «La partecipazione – ha dichiarato – è fondamentale; strumento efficace che risponde a un’ampia gamma di bisogni. Occorre avere chiari quindi gli obiettivi ed i limiti del dibattito».

Ha chiuso l’incontro l’assessore all’Urbanistica Enrico Trantino che, richiamando il tema della composizione dei conflitti nel confronto pubblico, ha sottolineato come spesso le decisioni devono essere assunte in tempi brevi, oggi ancor di più alla luce del PNRR e delle scadenze imposte, che riducono lo spazio del confronto, e comunque l’assunzione delle responsabilità degli amministratori nelle scelte. All’incontro – introdotto dal direttore di Ance Catania Ines Petrilla – presente il direttore della Direzione Urbanistica Biagio Bisignani.

 

 

Commissione Sanità Comune di Catania: venerdì e sabato sensibilizzazione sulla diagnosi precoce della endometriosi

 

panchina gialla

 

CATANIA

L’importanza della diagnosi precoce della endometriosi è il tema al centro del progetto “Endopank” che la Commissione consiliare Sanità, presieduta da Sara Pettinato, promuoverà con due iniziative nelle giornate di venerdì 10 e sabato 11 dicembre.
Venerdì, alle ore 10, nel liceo artistico “Emilio Greco” di Catania si terrà la lectio magistralis  del professore Giuseppe Ettore, Capo Dipartimento Materno Infantile Arnas Garibaldi, e del  dottore Marco D’Asta, dirigente medico presso la UOC di Ginecologia Arnas Garibaldi.
I due esperti, ospiti del preside Antonino Massimino, spiegheranno agli studenti cosa è e come si manifesta l’endometriosi, patologia subdola e invalidante che può essere definita come un’infiammazione cronica benigna degli organi genitali femminili e del peritoneo pelvico, causata dalla presenza anomala, in questi organi, di cellule endometriali che in condizioni normali si trovano solo all’interno dell’utero. La malattia, che si manifesta in genere con forti dolori e sofferenze intestinali, colpisce soprattutto le donne tra i 25 e i 35 anni e se  non diagnosticata in tempo può anche portare alla perdita della fertilità.
Dopo la lezione, alle ore 11, i ragazzi del liceo si recheranno in piazza Dante per colorare di giallo una panchina, che sabato  alle ore 11, alla presenza del sindaco Salvo Pogliese, sarà consegnata alla cittadinanza insieme ad una targa offerta dall’ Associazione “La Voce di una è  la voce di tutte”, promotrice del progetto “Sediamoci sul giallo: Endopank™”,  che propone una panchina gialla in ogni città, paese, borgo italiano, preferibilmente in prossimità delle scuole per sensibilizzare sul tema in particolare le giovani donne.
Alla manifestazione parteciperanno  la presidente della Commissione Sanità Sara Pettinato, il professore Giuseppe  Ettore,  il dottore  Marco D’Asta, il preside del Liceo  Artistico Emilio Greco,  Antonino Massimino, e la professoressa  Liliana Nigro con gli studenti dell’Accademia  di  Belle Arti, cattedra di Storia del Costume, che si esibiranno in una sfilata di abiti da loro realizzati.

Catania: sgravio TARI per alcune categorie e per licenziamento o cassa integrazione

 

tari

Arriva dall’Amministrazione Comunale un sostegno alle famiglie in difficoltà per il pagamento della Tari.Anche a chi ha perduto il lavoro o è in cassa integrazione …

La Giunta Pogliese ha infatti determinato di ridurre o azzerare le tariffe TARI 2021 con contributi economici specifici destinate ad alcune categorie di utenze domestiche in stato di bisogno a causa dell’emergenza COVID-19, stanziando la somma di 4 milioni e 65 mila euro, pari all’intero contributo statale per questo tipo di aiuti.

Secondo l’Avviso/ bando pubblico possono beneficiare dello sgravio delle Tariffe TARI 2021, i nuclei familiari residenti nel Comune di Catania, in possesso di un indice della situazione economica equivalente (ultima dichiarazione ISEE in corso di validità) non superiore a 20.000,00, in cui almeno un componente risulti nelle seguenti condizioni di precarietà, determinata dall’emergenza Covid 19: perdita del lavoro per licenziamento dovuto a chiusura di attività lavorativa o cassa integrazione nel corso degli esercizi 2020/2021.

Tali condizioni, da intendersi come alternative o concomitanti, dovranno essere certificate con apposita dichiarazione in autocertificazione resa nelle forme di legge e verificabili mediante idonea documentazione.

Manteniamo un impegno assunto coi cittadini e le forze sociali della città -ha detto il sindaco Salvo Pogliese-  dando una boccata d’ossigeno alle famiglie che più di altre hanno sofferto l’emergenza Covid-19. La somma che abbiamo stanziato come aiuto ai più bisognosi supera il 25 % dell’incasso preventivato dalle utenze domestiche, che in sostanza significa che una famiglia su quattro potrà potenzialmente avvalersi di questi benefici. Qualora dovessero rimanere fondi da questi 4 milioni di euro -ha aggiunto il primo cittadino- i residui verranno utilizzati con altre modalità ma sempre per aiutare i più disagiati. Un obiettivo di grande valore sociale raggiunto anche grazie all’impegno dell’assessore Bonaccorsi, della dirigenza e dei funzionari della ragioneria generale e del Servizio Tributi, che anticipa altre misure di sostegno economico e alimentare per famiglie indigenti che a giorni renderemo note”.

L’agevolazione, per il solo anno 2021, previa verifica dei requisiti anche reddituali, verrà concessa sulla base delle domande che perverranno all’Ente compilando il modulo disponibile anche alla voce “Avvisi” nella home page del sito internet www.comune.catania.it

I richiedenti dovranno presentare apposita istanza entro e non oltre il termine del 28 dicembre 2021, fornendo le informazioni e le dichiarazioni di cui allo schema di domanda.

L’agevolazione in esame sarà concessa, per il solo anno 2021, previa verifica dei requisiti anche reddituali, sulla base delle domande che perverranno all’Ente compilando l’apposito modulo, riversando direttamente il contributo assegnato all’Ufficio Tributi dell’Ente, effettuando le operazioni di conguaglio e rimborso delle somme eventualmente già corrisposte dagli utenti beneficiari, tenendo conto anche di eventuali posizioni debitorie afferenti la TARI.

Le istanze possono essere presentate mediante recapito “a mano” o con invio raccomandataA/R, o con plico analogo alla raccomandata inoltrato da corrieri specializzati, al Protocollo del Comune di Catania di piazza Duomo, specificando sulla busta la seguente dicitura: “AVVISO PUBBLICO PER L’ASSEGNAZIONE DI CONTRIBUTI PER UTENZE DOMESTICHE TARI”.

Farà fede, a prescindere dalla modalità di trasmissione, la data di arrivo apposta dall’Ufficio protocollo del Comune.

Le domande, una per nucleo familiare, possono essere recapitate anche a mezzo Pec al seguente indirizzo: comune.catania@pec.it oppure accedendo tramite Spid con il portale digitale “Catania Semplice” attivo all’interno del sito istituzionale, dove verrà comunicata anche l’ammissione/esclusione al beneficio economico.

L’Amministrazione potrà provvedere alla verifica della veridicità delle dichiarazioni rese in sede di istanza, provvedendo alla denuncia all’Autorità Giudiziaria in caso di false dichiarazioni.

SALVO POGLIESE INTERVIENE CON UNA NOTA SULLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE DEPOSITATA OGGI

Atti a Corte costituzionale, Pogliese torna sindaco Catania - Sicilia -  ANSA.it

In merito alla sentenza della Corte Costituzionale depositata oggi, inerente la non fondatezza delle eccezioni di costituzionalità sollevate dal Tribunale di Catania il 5 dicembre dello scorso anno relativamente alla sospensione dall’incarico elettivo, il sindaco Salvo Pogliese ha diffuso la seguente nota:

 “Apprendo e accolgo con serenità il pronunciamento della Corte Costituzionale che, di fatto, legittima quella parte della legge <<Severino>> che il Tribunale di Catania aveva chiesto di esaminare. 

Anche stavolta per la sua concreta applicazione mi rimetto rispettosamente al giudizio della magistratura ordinaria, visto che fu proprio il Tribunale etneo, esattamente un anno addietro, a reintegrarmi nelle mie funzioni dopo la temporanea sospensione. Continuerò nel frattempo a lavorare svolgendo il ruolo di Sindaco per Catania e nell’interesse dei suoi Cittadini, incarico che con largo consenso sono stato chiamato a ricoprire.  Ritengo, tuttavia, doveroso evidenziare che sulla legge Severino pende già un referendum abrogativo, ritenuto ammissibile dalla Corte di Cassazione, e diversi disegni di legge di modifica sono stati presentati in Parlamento. 

Da ultimo quello del Pd, partito a cui fa riferimento il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, che di recente è stato colpito da analogo sproporzionato provvedimento di sospensione, anch’egli a fronte di una sentenza di primo grado. 

Sono certo, nel merito, che la mia condotta limpida e trasparente verrà accertata in ogni sede giudiziaria; ho fatto, lo ribadisco, una scelta d’amore verso la mia Città. 

Per questa ragione non sarà una legge profondamente ingiusta, come la ritengono illustri costituzionalisti ed esponenti di ogni parte politica, a farmi arretrare di un millimetro. 

Fino a quando sarò chiamato a farlo, rispetterò il mandato che mi è stato affidato dai Catanesi, con lo scrupolo e la coscienza di chi considera Catania la propria vita, la propria famiglia e, da Sindaco, la propria missione”.

BENI CONFISCATI AI BOSS SANTAPAOLA-ERCOLANO,CESAROTTI,ALTRI, PER CIRCA 7.700 MILA EURO

 

Catania Bicocca - Visita della UIL nella Casa Circondariale - La relazione
Il carcere di Bicocca

 

Il Tribunale di Catania-si apprende – ha applicato la misura di prevenzione patrimoniale della confisca di beni nei confronti di Benedetto Santapaola, Aldo Ercolano, Giuseppe Mangion, Giuseppe Cesarotti e Mario Palermo, 

I militari del Ros hanno eseguito la confisca. Il provvedimento scaturisce dagli esiti del procedimento penale, indagine “Samael”, nel corso del quale era stato possibile individuare parte del patrimonio occulto direttamente riconducibile ai vertici della famiglia Santapaola Ercolano,  gestito mediante prestanome e imprenditori contigui all’associazione mafiosa (Palermo, Cesarotti).

L’indagine ha vissuto una prima fase esecutiva lo scorso 3 dicembre 2019, quando le aziende ed i beni immobili, oggetto dell’odierno provvedimento giudiziario, sono stati sottoposti a sequestro preventivo: Tropical Agricola Srl con sede legale in Catania; GR Transport Logistic Srl con sede legale a Mascali (CT); LT logistica e Trasporti Srl con sede legale a Mascalucia (CT); nr. 12 immobili siti in Mascali (CT) ed in Massannunziata frazione di Mascalucia (CT). Il valore complessivo dei beni confiscati ammonta a circa 7.700.000 euro.

Benedetto Santapaola - WikiMafia

Nella foto d’Archivio Benedetto Santapaola. Oggi ovviamente, è anziano, e -si apprende -molto malato.

Note informative biografiche sul Boss che dominò a Catania per oltre un trentennio , che proveniva dalle scuole Salesiane, che teneva ogni notte tra le mani la Bibbia, e nel suo giardino aveva pure una chiesetta con la Madonna dove pregava.

Nitto Santapaola, il cui vero nome è Benedetto, nasce il 4 giugno del 1938 a Catania, nel quartiere di San Cristoforo, in una famiglia di umili origini. Dopo aver frequentato una scuola salesiana, intraprende fin da giovane la strada della criminalità, dedicandosi a rapine. Nel 1962 viene denunciato per la prima volta, per associazione a delinquere e furto. Dopo essere stato affiliato nella “Famiglia di Catania”, dove è vicecapo di Giuseppe Calderone, viene costretto al soggiorno obbligato nel 1970; cinque anni dopo è denunciato per contrabbando di sigarette, anche se nel frattempo è stato (almeno ufficialmente) venditore di oggetti da cucina e titolare di una concessionaria di automobili della Renault. Alla fine degli anni Settanta Nitto Santapaola, in accordo con i Corleonesi, uccide Calderone, per  assumere il comando di Cosa Nostra in città. Nell’agosto del 1980, egli viene ritenuto uno dei responsabili dell’omicidio del sindaco di Castelvetrano Vito Lipari: fermato dai carabinieri in macchina insieme con Rosario Romeo, Francesco Mangion e Mariano Agate, viene arrestato ma immediatamente scarcerato (senza essere sottoposto al guanto di paraffina).

Nel 1982, dopo l’omicidio a giugno di Alfio Ferlito, nemico di Nitto Santapaola (ucciso insieme alla scorta che lo sta portando da Enna al carcere di Trapani, nella cosiddetta “strage della circonvallazione”), a settembre va in scena l’agguato aL GENERALISSIMO  Carlo Alberto Dalla Chiesa,, in servizio a Palermo da pochi mesi, che rimane ucciso nella strage di via Carini insieme con l’agente Domenico Russo e la moglie Emanuela Setti Carraro.
Indagato per l’omicidio, Santapaola inizia la sua lunga  latitanza. Nello stesso periodo il suo clan inizia ad allargare i propri interessi nel Nord Italia: riesce, tra l’altro, a far assegnare la gestione del casinò di Campione d’Italia al presidente della Pallacanestro Varese Ilario Legnaro, rappresentante del gruppo di imprenditori che si appoggia a lui. Nel frattempo, la rivista “I Siciliani”, fondata dal giornalista Giuseppe Fava rende noti i rapporti tra il clan di Santapaola e i cosiddetti “quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa” (in questo modo vengono definiti sul primo numero del giornale, in copertina, del mese di gennaio del 1983): si tratta di Mario Rendo, Gaetano Graci, Francesco Finocchiaro e Carmelo Costanzo, cavalieri del lavoro impegnati nella gestione dell’imprenditoria edile siciliana di quel periodo. Fava viene ucciso il 5 gennaio del 1984, a Catania, davanti al Teatro Stabile: quasi vent’anni dopo Nitto Santapaola verrà condannato come mandante dell’assassinio.

Il boss catanese è anche ritenuto uno degli organizzatori della strage di via D’Amelio, che il 19 luglio del 1992 costa la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti che compongono la sua scorta (Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Eddie Walter Cusina ed Emanuela Loi).

Nel 1993, il 18 maggio, Nitto Santapaola viene arrestato nel corso dell’operazione denominata “Luna piena”, nelle campagne di Mazzarrone, da parte degli uomini del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato: a favorire la sua cattura sono intercettazioni telefoniche delle conversazioni dei suoi figli. I poliziotti che lo catturano si trovano davanti un uomo che non reagisce in maniera scomposta, ma anzi si mostra sereno e flemmatico: non sorpreso dalla venuta degli agenti, chiede di poter fare colazione insieme con la moglie Grazia; quindi, esce dalla villa con le manette ai polsi, dopo aver preso in mano e baciato la Bibbia che tiene in camera da letto, sul comodino. Gli agenti scoprono, con sorpresa, che nel giardino della villa in cui latitava si era costruito un altare di piccole dimensioni, con una chiesetta, una statua della Madonna, alcune panche e addirittura un campanile.

In seguito all’arresto, Mario Tornabene e Natale D’Emanuele diventano reggenti del clan Santapaola: verranno catturati a loro volta nel 1995 (anno in cui la moglie di Nitto, Maria Grazia Minniti, verrà uccisa in un agguato). Nel frattempo nel 1994 Maurizio Avola, pentito autoaccusatosi di oltre settanta assassinii, svela che Santapaola aveva organizzato l’omicidio di Claudio Fava, ma era contrario all’uccisione di Giovanni Falcone per non acuire la lotta contro  lo Stato. Sempre secondo Avola, Santapaola avrebbe avuto frequentazioni con Saro Cattafi e Marcello Dell’Utri: con il tramite di quest’ultimo, avrebbe addirittura investito denaro nelle attività Fininvest.  Dellì’Utri verrà poi assolto, definitivamente nel 2021 e prosciolto da ogni accusa di natura mafiosa.

Il 12 maggio del 1995 Benedetto Santapaola viene condannato a diciotto mesi di isolamento diurno per associazione mafiosa, mentre il 26 settembre del 1997 viene condannato all’ergastolo per la strage di Capaci in primo grado: la sentenza viene confermata in appello due anni e mezzo più tardi, il 7 aprile del 2000. Nel frattempo, nel 1998 Santapaola era stato condannato all’ergastolo, nel 1998, anche per la morte di Giuseppe Fava, in appello: la sentenza sarà confermata il 14 novembre del 2003 in Cassazione. Infine, il 9 dicembre del 1999 egli viene condannato all’ergastolo nel corso del processo Borsellino-ter, a Caltanissetta, insieme con altri 17 boss mafiosi (tra cui Raffaele Ganci e Giuseppe Calò) in primo grado: in appello, il 7 febbraio del 2002, la condanna viene ridotta a venti anni.

“Ogni scuola avrà la sua buona stella”: progetto che accenderà una riflessione sulla cura di leucenie, linfomi e mieloma

 

CATANIA –

Ogni scuola catanese avrà la sua buona stella. Grazie al progetto “CarlottaxAIL” – nato in memoria dell’architetto Carlotta Reitano, scomparsa prematuramente il 18 settembre 2020 – 118 plessi e circa 25mila bambini del nostro territorio riceveranno in dono una stella di Natale, che accenderà una riflessione sull’importanza della ricerca per la cura di leucemie, linfomi e mieloma.

«È doveroso condividere le iniziative che parlano di sensibilizzazione in materia di ricerca – ha commentato l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Catania Barbara Mirabella – AIL manda un messaggio d’amore nelle scuole: la stella è un segno di luce che abbiamo voluto condividere con 34 dirigenti scolastici, abbracciando la ricerca e facendo capire ai più piccoli quanto sia importante». «Quest’anno abbiamo la possibilità di presentare una nuova manifestazione grazie al Comune e a CarlottaXAIL, dando la possibilità a ogni classe di coltivare una stella. Una strada per far prendere coscienza anche ai più giovani di una malattia – quella del tumore al sangue – che grazie alla ricerca ha fatto grandi passi in avanti. E si può fare ancora di più», ha aggiunto il presidente di AIL Catania Riccardo Bottino.

 

«Quest’anno AIL Catania si è superata e siamo felici di aver collaborato per dar vita al progetto per le scuole “Accendi una STELLA” – ha commentato l’architetto Alessandro Amaro, promotore delle iniziative CarlottaX – Un percorso, dunque, che giunge fin dentro le aule: i ragazzi contribuiranno a dare speranza ai pazienti ematologici e collaboreranno a tenere in vita la stella di Natale nei propri Istituti».

Una campagna di sensibilizzazione che, come ogni anno, vede protagonista la sezione catanese dell’Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma, che anche quest’anno scende in campo con lo slogan “Ogni malato di leucemia ha la sua buona stella. Quella buona stella per noi, puoi essere tu”, accompagnato da #maipiùsognispezzati.

Il prossimo 3,4 e 5 dicembre, dalle ore 9.00 alle 19.00 sarà possibile acquistare una stella di Natale negli stand di Piazza Giovanni Verga, Corso Italia e via Etnea 286. Giorno 8, invece, sarà presente nella sola piazza Verga. Oltre alla pianta, sarà possibile richiedere i Sogni di Cioccolato AIL: una confezione di 350 grammi di stelle di cioccolato al latte o fondente con nocciole IGP del Piemonte.

 

In alternativa è possibile prenotarsi tramite telefono (3703791645), via mail (info@ailcatania.it)e direttamente nell’area Donazioni del sito AIL Catania.

I fondi raccolti saranno impiegati per sostenere la ricerca scientifica, per supportare il reparto di Ematologia degli ospedali Policlinico e Garibaldi di Catania, per finanziare il servizio di cure domiciliari, quello di psicologia e i progetti di assistenza per i pazienti ematologici e i loro familiari.

Tavola rotonda commercialiste: “Il Gender Gap economico arriva al 40%”

 

Tavola rotonda promossa da Comitato Pari Opportunità ODCEC Catania e Fondazione YMCA

CATANIA

«Esiste ancora un divario in merito ai redditi professionali percepiti, nonostante il numero di donne professioniste nella nostra categoria rappresenti oltre il 33%. Nella fascia dei 30 anni la disparità economica è lieve, mentre si accentua andando avanti con l’età, raggiungendo il 40% tra i 41 e i 50 anni e superando il 40% per le over 50. Più in generale, il gap economico in tutti gli ambiti lavorativi si aggira intorno al 14,5%, a parità di carriera e competenze». Sono questi i dati – in linea con quelli nazionali – illustrati dalla consigliera dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Catania Marilù Fragalà, che mettono in risalto una discriminazione di genere anche in ambito lavorativo. Un problema per cui sono state introdotte apposite norme: «Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha proseguito – nel capitolo dedicato al lavoro è stata prevista una certificazione per le aziende che garantiscono equità salariale, con il conseguente vantaggio di benefici fiscali e finanziamenti. Purtroppo – ha aggiunto – siamo ancora nella condizione di dover ricorrere alle norme per raggiungere la parità di genere e ridurre il gender gap». Riflessioni fatte durante l’incontro tenutosi nella sede della Fondazione YMCA di Catania in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne (25 novembre).

Una tavola rotonda fortemente voluta dal Comitato Pari Opportunità dell’Ordine etneo, con l’intento di trattare l’argomento con propositività, «aprendo al dibattito sull’equità e sulla meritocrazia, guardando alla diversità come opportunità e ricchezza non solo sociale, ma anche professionale. Solo un confronto costruttivo può portare all’evoluzione della società, in cui è imprescindibile la coesistenza e lo stretto legame tra pari opportunità e meritocrazia», ha sottolineato la presidente del CPO Maria Papotto.

Considerazioni che si inseriscono in un quadro in cui «scarseggiano le opportunità e si assiste a un decadimento sociale, con la perdita di valori e la mancanza del rispetto verso gli altri» ha commentato il viceprefetto di Catania Rosaria Maria Grazia Giuffrè.

A fianco dei Commercialisti la Fondazione YMCA, branca della World Alliance YMCA (ente esistente da 177 anni e vincitore anche di un premio Nobel per la pace nel 1946). La Fondazione è ormai una realtà consolidata, presente a Catania con un campus universitario e diverse strutture formative per i giovani (12-18 anni): «L’evento di oggi rientra perfettamente nei valori in cui crediamo – ha affermato la direttrice nazionale postgraduate e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Daniela Mainenti –l’importanza delle pari opportunità, della “solidarietà di genere” e della meritocrazia sono assolutamente presenti anche in ambito lavorativo. In quest’ottica, da anni siamo promotori di iniziative e di collaborazioni che possano contribuire alla sensibilizzazione sociale. Tra queste rientra il partenariato con l’Ordine dei Commercialisti di Catania, per l’assegnazione di borse di studio per il corso di alta formazione in amministrazione e gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, in sinergia con l’Università di Napoli».

Durante la tavola rotonda – moderata dalla segretaria del CPO Alessandra Neri – si è analizzato il problema puntando i riflettori sul ruolo e la figura della donna nel passato, fino a giungere ai giorni nostri, grazie al contributo di Giusi Scalia (assistente sociale e referente Associazione Antiviolenza Galatea), Maria Liliana Nigro (docente di Storia del Costume per lo Spettacolo dell’Accademia delle Belle Arti di Catania) e Raoul Vecchio (presidente dell’Associazione Balouo Salo).

Giornata contro la violenza sulle donne: presentati a Catania nel Palazzo della Cultura flash mob delle scuole e libro. Giovedì 25 l’incontro “Segnali di aiuto”

 

CATANIA

Un flash mob “messo in scena” nel Palazzo della Cultura di Catania  dai ragazzi di undici scuole cittadine ha levato alto il grido delle nuove generazioni contro la violenza sulle donne.

La toccante performance tra musica, teatro e reading, sullo sfondo di scenografici e inquietanti manichini di cartone, è stata realizzata nell’ambito delle iniziative  promosse dal sindaco Salvo Pogliese e dall’assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, Barbara Mirabella, in occasione della  giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il messaggio del flash mob è stato rafforzato con la presentazione del libro “Il più bel giorno della mia vita” della scrittrice Pina Mazzaglia, incentrato proprio sul tema della violenza domestica e del femminicidio.

L’argomento sarà trattato in modo più  approfondito giovedì 25, a partire dalle 9.30, quando   il sindaco Pogliese e l’assessore Mirabella, sempre nel Palazzo della Cultura,  daranno l’avvio all’incontro con le scuole  dal titolo “Violenza sulle donne. Segnali di aiuto per la prossima generazione”, che vedrà la partecipazione del  prefetto Maria Carmela Librizzi, della consigliera regionale di parità Margherita Ferro e di  rappresentanti del mondo delle istituzioni, dell’università, delle associazioni.

E’ stata l’assessore Mirabella ad accogliere stamani sulla “scena” allestita nella sala conferenze di Palazzo Platamone gli alunni/attori delle scuole Brancati, Cavour, Coppola, Diaz-Manzoni, Malerba, Parini, Pestalozzi, S. Giorgio, S. G. Bosco e Vittorino da Feltre, accompagnati dagli insegnanti, e coordinati dalla responsabile delle attività parascolastiche della Pubblica Istruzione, Giusy Balsamo, e dalle animatrici scolastico-culturali della Sezione Didattica Pari Opportunità. L’evento ha coronato la chiusura del progetto  “Il futuro è rosa, donne & cambiamenti” realizzato nelle scuole elementari e medie con il coinvolgimento di oltre 600 alunni.

Insieme con il sindaco Pogliese  – ha detto l’assessore Mirabella – abbiamo fortemente voluto introdurre nelle scuole iniziative e programmi di sensibilizzazione su questo drammatico tema perché  riteniamo fondamentale trasmettere alle nuove generazioni, attraverso una istituzione di primaria importanza come la scuola, i valori del rispetto reciproco, della libertà, e spronare al ripudio di ogni forma di violenza”.

“Dal primo gennaio ad oggi – ha continuato l’assessore – nella città di Catania si sono registrate  2.500 denunce, il che può voler dire che in 22.500 non hanno denunciato.  A voi ragazzi dico: avete la fortuna di frequentare le scuole della nostra città che hanno dirigenti e insegnanti straordinari, che vi tracciano la strada corretta, per qualsiasi  situazione di difficoltà non tenete tutto chiuso in voi stessi o nella cerchia dei vostri coetanei ma parlate con i vostri insegnanti, parlate con i genitori, con i vostri medici pediatri, che vi proteggeranno in maniera affettuosa”.

Lo sguardo verso un orizzonte di consapevolezza e di rigenerazione, che lasci alle spalle il come eravamo, è stato rimarcato nel corso della presentazione del  libro di Pina Mazzaglia “Il più bel giorno della mia vita”. Sono intervenuti con l’autrice, dopo l’introduzione dell’assessore Mirabella, l’avvocato Maria Elena Parisi, la presidente del Centro Antiviolenza Thamaia Onlus di Catania, Anna Agosta, il direttore letterario della casa editrice Prova d’Autore di Catania, Mario Grasso, Giovanna Zizzo, madre della piccola Laura Russo vittima di femminicidio, che ha portato la propria testimonianza. .

 

 

 

SILENZIO, SPIEGA IL MAESTRO SPAGNOLO ANDRES CANOVAS- ATTENTI GLI ARCHITETTI CATANESI AI CAMBIAMENTI DEL FUTURO

Catania “ospita” Andres Canovas: convegno e mostra dell’architetto spagnolo

«ARCHITETTURA NEI CENTRI STORICI NON PUÒ ESSERE TABÙ»SÌ A NUOVI INNESTI IN ARMONIA CON STORIA E TRADIZIONE

 

CATANIA

Un’architettura contemporanea che valorizzi il costruito esistente e che accompagni Catania nel processo di cambiamento tanto atteso. È stato questo il filo conduttore degli interventi che hanno caratterizzato l’incontro con l’architetto spagnolo Andres Canovas “Luoghi e persone”, tenutosi oggi (20 novembre) a Palazzo della Cultura.

Un evento finalmente in presenza, promosso dall’Ordine e dalla Fondazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori etnei, che «rivestono un ruolo chiave nella pianificazione nella nuova visione della città – ha dichiarato l’assessore ai Beni Culturali del Comune di Catania Barbara Mirabella – una grande iniziativa, questa volta con un illustre ospite le cui opere sono un concreto esempio di sostenibilità legato all’architettura e alla bellezza».

«Il cambiamento sociale e le risorse economiche messe a disposizione dall’Europa, rappresentano oggi una grande opportunità per l’architettura contemporanea. Un’opportunità da cogliere, consapevoli del ruolo dell’Architettura nello spazio urbano e collettivo, seguendo alcuni modelli in cui questo processo di armonizzazione tra “passato e presente” è già presente da anni – ha commentato il presidente dell’Ordine Sebastian Carlo Greco – le realizzazioni di Canovas, che rientrano nella prestigiosa raccolta di ACM Arquitectos, ne sono un esempio concreto. Puntare alla qualità del costruito e alla valorizzazione del patrimonio culturale, rappresenta una priorità di questo Consiglio: vogliamo restituire all’architettura, in quanto valore di interesse pubblico, quella dimensione sociale e culturale che può aiutare i cittadini a identificarsi con l’ambiente circostante».

Nella foto Andrea Canovas

«Abbiamo organizzato l’incontro nell’ottica di mettere in risalto le opere di architettura contemporanea nei centri storici, argomento che sembra essere quasi tabù nella nostra città: vogliamo dimostrare che è possibile far coesistere storia e contemporaneità, tradizioni e nuove visioni. Conosciamo bene la realtà dei nostri centri storici, che versano in gravissime condizioni statiche e igienico-sanitarie e spesso sono privi dei requisiti di salubrità e sicurezza – ha spiegato la presidente della Fondazione Eleonora Bonanno – non si vuole intervenire sugli edifici di pregio e valore, ma solo sul tessuto fatiscente. C’è bisogno di Architettura contemporanea per rigenerare le nostre città».

Che direzione intraprendere, dunque? «Stiamo vivendo due rivoluzioni: quella legata ai cambiamenti climatici e quella legata alle donne – ha commentato Canovas – Sarà su queste priorità che si proietterà l’architettura del futuro. Bisogna puntare non solo ad habitat ed edifici esteticamente belli, ma soprattutto alla funzionalità delle opere all’interno della società e del costruito, guardando al futuro e prendendo spunto dal passato per la realizzazione di nuovi progetti».

ANDRES CANOVAS

Andres Canovas, architetto, è direttore del Dipartimento di Architettura della Scuola Tecnica Superiore di Madrid (ETSAM). Ha tenuto corsi e conferenze in più di trenta università in tutto il mondo. Ha ricevuto il Premio Nazionale per il Restauro e la Conservazione dei Beni Culturali 2012, assegnato dal Ministero dell’Istruzione, della Cultura e dello Sport del governo spagnolo, per il suo lavoro nel Verricello di Cartagena. Per lo stesso progetto ed è stato selezionato per il Premio Mies van der Rohe. Ha ricevuto il Premio Luis Moreno Mansilla, il Premio Santiago Amón, il Premio Umicor, il Premio di Architettura della Regione di Murcia, il Premio della Comunità di Madrid, il Premio Internazionale di Architettura CSCAE e il Premio COAM. Ha ottenuto inoltre più di 150 Premi e Menzioni in concorsi nazionali e internazionali. Il suo lavoro è stato pubblicato ed esposto in tutto il mondo e raccolto in quattro monografie.

 

«NUOVO PUG, CRITICITÀ ED EMERGENZE : UNA VISIONE GLOBALE PER LE ESIGENZE DELLA SOCIETÀ»

Catania, “La città dell’abitare”: confronto per progettare il Piano Urbanistico Generale

Forum di discussione organizzato da Ordine e Fondazione Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori all’interno della serie d’incontri promossi dal Comune di Catania

CATANIA 

Partire dal basso e dai problemi della città per una progettazione di qualità, che porti a un processo di rigenerazione e riqualificazione urbana. Questo lo scopo del forum “La città dell’abitare, tra sussidiarietà, qualità e bellezza”, organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Catania. Un appuntamento inserito nella serie di incontri promossi dal Comune di Catania per individuare le linee-guida per la stesura del nuovo Piano Urbanistico Generale, che andrà a sostituire quello datato 1969.

«Un confronto da cui emergono sicuramente istanze e riflessioni interessanti per riscrivere la storia della città – ha dichiarato il sindaco etneo Salvo Pogliese – il contributo di chi la conosce e di chi ha le competenze tecniche per migliorarla è fondamentale, perché con il nuovo PUG c’è in gioco il futuro di Catania». A rafforzare il concetto l’assessore all’Urbanistica Enrico Trantino, secondo il quale «la città ha bisogno di un dibattito costruttivo, mettendo da parte le polemiche e la ricerca di elementi di dissenso. Quella di oggi è un’opportunità per rispondere alla necessità di una nuova visione della città – oggi di fronte a innumerevoli sfide – e per evitare di sprecare le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Possiamo dare una nuova impronta e iniziare un percorso virtuoso».

Della stessa opinione il direttore della Direzione Urbanistica di Catania Biagio Bisignani, che ha sottolineato l’importanza «del contributo di chi studia e conosce la città – anche di chi la osserva dall’esterno – per individuare un modello da seguire e realizzare: primo grande passo nell’evoluzione della città».

«Un risultato raggiungibile trasformando le emergenze e le criticità in opportunità – ha evidenziato il presidente OAPPC CT Sebastian Carlo Greco – e puntando sulla partecipazione attiva, sulla sensibilizzazione e sulla conoscenza del territorio. Da qui la necessità di un polo attrattivo su cui far convergere progettualità, logistica e creatività, aperto a cittadini e associazioni per raccogliere le istanze di chi vive i quartieri e ragionare sugli spazi e sulla loro funzione e funzionalità: l’Urban Center. Un luogo per sviluppare quella visione d’insieme che Catania vuole avere nel medio e lungo termine: un futuro in cui la città possa essere messa a sistema attraverso una mobilità interconnessa, con la giusta attenzione al rischio sismico e a quello idrogeologico – su cui realizzare un adeguato waterplan – con il recupero di aree dismesse e ricorrendo a sistemi innovativi, quali lo sviluppo verticale».

«Un progetto della città che può essere realizzato solo guardando con “altri occhi” – ha aggiunto la presidente della Fondazione Eleonora Bonanno – non ci si può fermare solo all’aspetto estetico e urbanistico – di cui si conoscono potenzialità e limiti – ma bisogna mettere sotto la lente di ingrandimento anche gli aspetti sociali. Sviluppo e futuro di Catania passano non solo dal coinvolgimento degli architetti e delle categorie professionali tecniche, ma anche da quello di sociologi, psicologi, antropologi e criminologi. “Abitare”, infatti, riguarda tutti gli elementi che fanno parte integrante della nostra quotidianità».

Partecipazione e multidisciplinarietà appaiono dunque elementi imprescindibili per il futuro di Catania e per un PUG che tenga conto di numerosi aspetti. Oltre all’intervento dell’architetto Maurizio Carta, infatti, ad arricchire il dibattito sono stati i contributi tecnico-scientifici e metodologici del sociologo Carlo Colloca, della criminologa Thea Giacobbe, di Giuseppe Messina (segretario e coordinatore del Dipartimento Governo del Territorio dell’OAPPC CT) e Andrea Toscano (vicepresidente della Fondazione). Durante i loro interventi, sono stati presentati i risultati del lavoro di ricerca svolto dall’OAPPC CT, che ha raccolto le segnalazioni e le proposte avanzate nelle varie circoscrizioni e dalle associazioni coinvolte – Officine Culturali, CittàInsieme, Acquedotte, Antico Corso, Trame di Quartiere, Fiab – «rappresentando un ottimo punto di partenza per i progetti futuri».

«Bisogna lavorare sulle infrastrutture, sulla qualità della vita e dei quartieri partendo dalle richieste di chi vive la città e abbia consapevolezza delle criticità e delle problematiche. Solo così si può avere una Catania che abbia cura dei propri spazi, dei propri cittadini e che si affacci prepotentemente nel globale, sia dal punto di vista artistico, sia architettonico, che economico», hanno chiosato Greco e Bonanno.

A conclusione dei lavori, è stato possibile vedere il “lato B” della città, attraverso la mostra dell’artista Vlady: “Greetings from Catania”. Un ulteriore spunto di riflessione sulla Catania di oggi.

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