Castelvetrano: scoperta una “Loggia segreta” in grado di condizionare la burocrazia

. Una maxi operazione dei carabinieri nel trapanese ha consentito di scoprire una “loggia segreta” capace di condizionare la politica e la burocrazia     L’operazione ha condotto all’arresto di 27 persone tra cui l’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana Francesco Cascio. Della loggia avrebbero fatto parte, oltre ai politici, massoni e alcuni professionisti di Castelvetrano.

 

Le porte del carcere si sono aperte anche per  l’ex deputato regionale di Forza Italia Giovanni Lo Sciuto, ritenuto a capo della loggia segreta. Avrebbero tutti fatto parte, secondo l’accusa, di una “associazione a delinquere segreta”. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Alfredo Morvillo, dall’aggiunto Maurizio Agnello e dai sostituti Sara Morri, Andrea Tarondo e Francesca Urbani. E , dulcis in fundo, ci sono anche tre poliziotti tra gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta denominata ‘Artemisia’: uno presta servizio alla Questura di Palermo, uno a Castelvetrano e uno alla Dia di Trapani.

 

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, Fra – Tutte le 27 persone finite in manette sono accusate, a vario titolo, di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio ed associazione a delinquere secreta finalizzata ad interferire con la pubblica amministrazione (violazione della c.d. legge Anselmi).

Dieci  le persone indagate a piede libero. “Scoperto un vasto sistema corruttivo negli enti locali – dicono gli inquirenti -, quali il comune di Castelvetrano e l’Inps di Trapani”. L’indagine ha inoltre portato “alla luce diversi episodi di violazione del segreto istruttorio e favoreggiamento nei confronti di Lo Sciuto” da parte “di appartenenti alle Forze dell’Ordine e di esponenti politici regionali, quali l’ex deputato regionale Francesco Cascio, tratto anch’egli in arresto“.

 – Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Trapani, coordinati dalla Procura trapanese, sono iniziate nel 2015 e “hanno avuto come fulcro l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto”, in carica fino al 2017, “a carico del quale sono emersi gravi indizi di reità in ordine alla commissione di numerosi reati contro la Pubblica amministrazione al cui fine ultimo era costantemente quello di ampliare la sua base elettorale in vista delle varie elezioni e di conseguenza il proprio potere politico”.

Le indagini hanno consentito “di accertare che Lo Sciuto creava uno stabile accordo corruttivo con Rosario Orlando, ex responsabile del Centro Medico Legale dell’Inps, fino al maggio 2016, poi collaboratore esterno dello steso ente quale ”medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità civili”, che riusciva a corrompere, attraverso regalie ed altre utilità, nonché la sua intercessione con l’ex Rettore Roberto Lagalla, oggi assessore regionale all’Istruzione e destinatario di informazione di garanzia, per l’aggiudicazione di una borsa di studio a favore della figlia presso l’università di Palermo”. Lagalla è indagato per corruzione.

 – Da Orlando l’ex deputato regionale “otteneva la concessione di numerose pensioni di invalidità, anche in assenza dei presupposti previsti dalla legge”. E “ogni pensione di invalidità fatta concedere, in forza del consolidato accordo corruttivo – dicono gli inquirenti -, rappresentava per l’ex onorevole regionale un cospicuo pacchetto di voti certi”.

Lo Sciuto, 56 anni, nella scorsa legislatura faceva parte della Commissione regionale antimafia. L’ex assessore e consigliere provinciale di Trapani, eletto deputato alle regionali del 2012 nella lista Mpa-Partito dei Siciliani, aveva così spiegato la scelta di far parte della Commissione antimafia: “Cercherò di essere la sentinella alla Regione per l’intera provincia di Trapani e per Castelvetrano in particolare”. In passato, Lo Sciuto era finito più volte nei rapporti antimafia della provincia di Trapani e anche sotto processo per un giro nel campo del cablaggio e poi assolto.

– La “complessiva attività di indagine” ha inoltre “dimostrato ancora l’esistenza di una associazione a delinquere promossa ed capeggiata dall’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto con la collaborazione, nel settore organizzativo, del massone Giuseppe Berlino, associazione che, con certezza indiziaria, vede tra i suoi membri ad esempio l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante Jr., l’ex vice sindaco di Castelvetrano Vincenzo Chiofalo e il commercialista massone Gaspare Magro”.

E c’è anche il candidato sindaco di Castelvetrano, Luciano Perricone, tra i 27 arrestati nell’inchiesta ‘Artemisia’. Castelvetrano andrà al voto dopo due anni di commissariamento in seguito allo scioglimento per mafia. Secondo il gip Perricone, “si è reso disponibile all’esecuzione delle direttive impartitegli da Giovanni Lo Sciuto nella consapevolezza dell’esistenza dell’associazione segreta e di agire in favore di questa, in particolare e tra l’altro rendendosi disponibile, in qualità di candidato Sindaco alle elezioni per il Comune di Castelvetrano, a rappresentare e garantire le esigenze del gruppo rappresentato da Lo Sciuto a fronte per dell’appoggio elettorale da parte di quest’ultimo”.

(comunicazione Ag.)

Operazione Antimafia a Trapani: confiscato il patrimonio della famiglia Patti (sterminato elenco di appartamenti nel mondo, barca-nave…..)

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PALERMO – Un patrimonio che vale un miliardo e mezzo di euro. Il decreto di sequestro e confisca che colpisce l’impero economico di Carmelo Patti entra nella storia giudiziaria italiana come uno dei più pesanti di sempre.

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Decreto di sequestro e confisca, emesso dal Tribunale di Trapani su proposta del Direttore nazionale della Dia, nei confronti degli eredi del noto imprenditore Carmelo Patti, originario di Castelvetrano (TP) già proprietario della ex Valtur (ora in amministrazione straordinaria), deceduto il 25 gennaio 2016.

Nel paese in provincia di Trapani Carmelo Patti  svolgeva attività di  il venditore ambulante di vestiti assieme al padre. . Poi, fondò innanzitutto la Cablelettra che si alimentava con le commesse della Fiat. Quindi la scalata al gruppo Valtur, acquisito per 300 miliardi di lire, e la realizzazione di una ventina di villaggi turistici e golf resort in giro per la Sicilia e l’Italia.

Il maxi provvedimento riguarda partecipazioni societarie in campo industriale, ma anche uno sterminato elenco di immobili in Italia, Marocco, Costa d’Avorio e Tunisia. C’è pure una barca da crociera, la Valtur Bahia, registrata a Londra e ormeggiata a Mazara.

Il pentito Angelo Siino con le sue dichiarazioni si è rivelato fondamentale , dicono gli inquirenti.. Uno che di affari se intendeva tanto da meritarsi l’appellativo di “ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra”. Dell’ex patron Valtur Siino raccontò la vicinanza al cassiere della mafia mazarese Francesco Messina. “Mastro Ciccio – spiegava il collaboratore di giustizia – aveva tra le mani Patti, tanto che Bernardo Provenzano ci scherzava su, dicendogli che lui non aveva problemi a passare le vacanze alla Valtur”.

Non è tutto . Si apprende dagli investigatori che nel 1998 andò all’asta la vendita del villaggio turistico di Punta Fanfalo, a Favignana, fiorirono due offerte. Una era di Emma Marcegaglia, successivamente a capo  di Confindustria, e l’altra di una ragazza sconosciuta di soli 21 anni. Fu quest’ultima ad aggiudicarsela. Sarebbe rimasta proprietaria per poco tempo della struttura. A lei subentrò Carmelo Patti.

Il sequestro è inerente a beni di oltre 1,5 miliardi di euro e la Procura ha dimostrato come la famiglia avesse  interessi economici riferibili alla “famiglia mafiosa di Castelvetrano”, comandata dal superboss latitante Matteo Messina Denaro.

Un’indagine scattata da alcuni anni. La Dia inizialmente aveva chiesto di sequestrare somme complessive di circa  cinque miliardi di euro. 

VIDEO DELL’OPERAZIONE ANTIMAFIA A TRAPANI

“Sfregi nella Chiesa Madre di Castelvetrano”: Vittorio Sgarbi annuncia un’interrogazione e sollecita l’assessore Tusa

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Vittorio Sgarbi fa sentire la sua presenza in Sicilia,  annuncia un’interrogazione alla Camera per “intollerabili sfregi nella Chiesa Madre a S.Domenico a Castelvetrano.e chiede un intervento  urgente dell’assessore ai Beni culturali della Regione siciliana,  Sebastiano Tusa.

“Si tratta di una grave manomissione- avverte il critico d’arte – che compromette  lo spazio dell’aula in modo incongruo e fa prevalere arbitrariamente  le funzioni celebrative sul decoro della chiesa e la sua armonia  stilistica” .

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Nella foto ,Vittorio Sgarbi insieme all’assessore ai beni culturali della Sicilia Sebastiano Tusa (“segnalato per la sua sostituzione”-è noto- dallo stesso critico d’arte al governatore Musumeci)

 

“Inqualificabile” per il deputato forzista  il basamento di pietra grezza  su cui poggia “il grottesco cero a forma di serpente. Le forme del  pulpito con il ridicolo cartiglio riproducono in modo caricaturale lo  stile fascista. Il parallelepipedo dell’altare contrasta, nella sua  infantile miseria, con la mirabile decorazione plastica del  presbiterio, fino a sfiorare il vandalismo o lo sfregio. Chiederò una  ispezione all’assessore Tusa”.

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