Messina, aggredisce convivente con arma da taglio. Arrestato per tentato omicidio

 

Ha umiliato, offeso e minacciato l'ex convivente: arresti domiciliari per  un 19enne - La Provincia

 

 

 Messina – Barcellona Pozzo di Gotto 
Un 45enne è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), in quanto accusato dei reati di “tentato omicidio”, “maltrattamenti contro familiari” e “lesioni personali aggravate”, per aver colpito con un coltello la convivente, 30enne.
I fatti si sono verificati nella mattinata di ieri a Barcellona Pozzo di Gotto, quando i Carabinieri, a seguito di una segnalazione pervenuta al 112, sono intervenuti in un appartamento del centro, laddove era stata segnalata una lite in famiglia. 
Nel luogo indicato, i militari dell’Arma hanno trovato già i sanitari del 118, intervenuti in soccorso di una donna che, poco prima, al culmine di un litigio, era stata aggredita e colpita con un coltello dal convivente, il quale, si era allontanato subito dopo aver commesso il gesto.
I militari dell’Arma hanno quindi avviato immediatamente le ricerche dell’uomo, che, rintracciato pochi istanti dopo nelle vicinanze dell’abitazione, ancora con le calzature sporche di sangue, è stato bloccato e condotto in caserma.
Sono stati quindi effettuati gli accertamenti necessari per ricostruire quanto avvenuto da parte dei Carabinieri, che, nel sopralluogo effettuato nell’abitazione, hanno rinvenuto e sequestrato un coltello da cucina, intriso di tracce ematiche, utilizzato dall’aggressore. 
La vittima, 30enne, trasportata e medicata presso l’ospedale di Milazzo, fortunatamente ha riportato ferite non gravi. L’arrestato invece è stato ristretto presso la Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Tutte le attività sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, diretta dal Procuratore dott. G.V., particolarmente attenta a dare sempre pronte ed efficaci risposte ai reati in danno delle vittime vulnerabili. 

SI RESTITUISCONO ALL’ AMBASCIATA DELL’ECUADOR 9 REPERTI ARCHEOLOGICI DI CULTURA PREISPANICA

 

Restituzioni dei beni culturali, serve un'arte del dialogo

Archivi-Sud Libertà

 Roma,
L’indagine, che ha consentito il recupero dei beni archeologici, è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo TPC di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma ed ha avuto origine da attività info-investigativa finalizzata a contrastare la commercializzazione di reperti archeologici importati illecitamente dai Paesi del Centro Sud-America. Si procedeva al sequestro di 9 reperti di presumibile interesse storico archeologico risalenti alle civiltà precolombiane e/o preispaniche, custoditi nell’abitazione di un collezionista romano.
Con la collaborazione dei funzionari archeologi dell’Istituto Nazionale del Patrimonio Culturale Direzione di Gestione del Rischio del Patrimonio Culturale del Ministero della Cultura dell’Ecuador, si accertava che i 9 reperti archeologici sequestrati erano indiscutibilmente autentici, risalenti alla cultura preispanica La Tolita e Bahia (300 a.C. – 800 d.C.) e provenienti da aree archeologiche dell’Ecuador.
Per tali beni archeologici, i funzionari del Ministero della Cultura ecuadoriano ne richiedevano la restituzione in quanto pertinenti al patrimonio culturale del loro Paese.
Il 19 marzo 2024 veniva emesso dal Tribunale di Roma il relativo decreto di dissequestro e restituzione dei beni archeologici autentici alle Autorità dell’Ecuador.

Modica: due fratelli in stato di fermo per rapina aggravata

mafia boss wearing hat and eyeglasses smoking cigar sitting at table - mafia foto e immagini stock

Archivi -Sud Liberta’

 Ragusa – Modica
I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Modica, hanno tratto in arresto, in esecuzione ad una misura cautelare che ha disposto gli arresti domiciliari, emessa dal tribunale di Ragusa, su richiesta della Procura della Repubblica Iblea, due giovani fratelli, rispettivamente un 22enne ed un 19enne, residenti nella città di Modica, celibi e disoccupati, con numerosi precedenti specifici per reati contro la persona e nell’ambito dello spaccio di stupefacenti.

I due malviventi si sono resi protagonisti, nel mese di maggio, di una rapina aggravata nei confronti di uno straniero al quale hanno sottratto la somma di 130 euro. Nello specifico, i due giovani, giunti presso l’abitazione della vittima, hanno sfondato la porta di ingresso della sua abitazione e, con l’utilizzo di una noccoliera, gli hanno provocato delle lesioni che hanno richiesto l’intervento di personale sanitario.

I militari, sin dalle prime fasi, si sono adoperati affinché potesse essere ricostruita l’esatta dinamica degli eventi, cercando di risalire anche al percorso utilizzato dagli aggressori per scappare a seguito del compimento della rapina. Gli operanti sono riusciti a ricostruire esattamente la sequenza cronologica degli spostamenti dei due aggressori, tanto da relazionare all’Autorità Giudiziaria con l’indicazione dell’esatta successione degli eventi, soprattutto grazie all’ausilio dei vari sistemi di videosorveglianza che insistono tra le strade cittadine del territorio della Contea. L’aggravio penale presentato alla Procura della Repubblica di Ragusa nei confronti dei due soggetti di particolare interesse operativo non ha lasciato dubbi sulla necessità di emettere la misura cautelare degli arresti domiciliari per entrambi. L’Arma di Modica, durante questo periodo estivo, contraddistinto dalla numerosa affluenza di turisti nella Contea, continuerà ad eseguire appositi servizi perlustrativi affinché i visitatori possano sentirsi in diritto di godere liberamente delle bellezze paesaggistiche e artistiche della città e, soprattutto, senza aver timore di essere vittima dell’incoscienza altrui.

I carabinieri scoprono e distruggono un’altra piantagione di marijuana, la quinta in pochi giorni

Quante piante di marijuana si possono tenere per uso personale?

 

Reggio Calabria – Giffone (
Oltre 2500 piante rinvenute. Evitata la produzione di oltre 70 mila dosi per un valore di circa 600 mila euro.
Ancora una volta nel corso di un servizio di controllo del territorio, i Carabinieri della Compagnia di Taurianova, con il supporto dello squadrone eliportato “Cacciatori di Calabria”, hanno scoperto una vasta piantagione di marijuana nascosta in una zona boschiva e impervia del comune aspromontano di Giffone. Questa è la quinta piantagione individuata nel giro di pochi giorni.
Nell’ultima operazione, i militari hanno rinvenuto diverse piante di marijuana, alcune delle quali superavano i due metri di altezza. Le piante erano già in uno stato avanzato di crescita, pronte per essere raccolte. In loco, è stato sorpreso un giovane di 21 anni, residente a Giffone, mentre controllava lo stato di maturazione delle piante e gestiva un sofisticato sistema di irrigazione.
Grazie all’intervento tempestivo dei Carabinieri, le piante sono state estirpate e sequestrate, impedendo che la marijuana, una volta raccolta, alimentasse il mercato illegale degli stupefacenti. Se trasformate in dosi pronte per la vendita, le oltre 2700 piante rinvenute in questi giorni avrebbero potuto produrre circa 70 mila dosi, per un valore stimato sul mercato nero di oltre 600.000 euro.
Il procedimento è attualmente pendente nella fase delle indagini preliminari e l’effettiva responsabilità della persona arrestata, attesa la fondatezza delle ipotesi d’accusa mosse a suo carico, sarà vagliata nel corso del successivo processo. 
Non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori, anche in favore della persona sottoposta ad indagini.

TRAPANI,TRUFFE AGLI ANZIANI: ARRESTATO UN ALTRO TRUFFATORE CHE SI SPACCIAVA PER CARABINIERE

 

Foto vista posteriore di un uomo in piedi per strada

 

 – Trapani,
I Carabinieri della Compagnia di Alcamo hanno arrestato un pregiudicato 49enne, colto in flagranza all’interno dell’abitazione di un’anziana donna mentre perpetrava una truffa con il “modus operandi” del sedicente Carabiniere/Avvocato.
I militari della Compagnia di Trapani, in servizio perlustrativo nei pressi dell’ospedale, notavano una vettura procedere in senso contrario con a bordo una donna in evidente stato di agitazione. Approfondito il controllo, la donna dichiarava che si stava recando presso il nosocomio trapanese in quanto un sedicente “Carabiniere”, che in quel momento era a casa della madre, l’aveva informata di un incidente stradale occorso al padre e che lo stesso versava in fin di vita presso il pronto soccorso dell’ospedale trapanese.
I Carabinieri di Trapani, insospettiti dalla dinamica poco chiara, verificavano immediatamente che non si era verificato alcun incidente e, congiuntamente ai militari della Compagnia di Alcamo, si recavano presso l’abitazione dell’anziana donna ove fermavano il 49enne mentre tentava di scappare da un’uscita secondaria dell’abitazione.
La successiva perquisizione personale permetteva di rivenire la fede nuziale e un sacchetto contenente numerosi monili in oro che l’uomo si era fatto consegnare dall’anziana donna. Tutta la refurtiva veniva restituita.
A seguito degli ulteriori approfondimenti, anche grazie alla visione delle immagini della videosorveglianza urbana, il 49enne sarebbe risultato presunto autore di analoghi fatti criminosi anche a Trapani dove, qualificandosi quale sedicente “Carabiniere”, si sarebbe fatto consegnare altri monili in oro e contanti da altre vittime.

L’uomo a seguito dell’arresto e dell’udienza di convalida è stato tradotto presso il carcere di Trapani.

L’odierno arresto è il frutto dall’incessante sforzo investigativo dei Carabinieri della provincia di Trapani che, per contrastare il grave fenomeno delle truffe in danno di persone vulnerabili che sta interessando il territorio:
– hanno proceduto, lo scorso mese di giugno, all’arresto di altri due soggetti che avrebbero messo a segno truffe a Trapani con il medesimo “modus operandi”;
– svolgono incontri formativi presso parrocchie, sedi comunali e strutture assistenziali o ricreative, al fine di illustrare il modus operandi di questi individui senza scrupoli fornendo utili consigli su come riconoscere sul nascere un tentativo di truffa e come comportarsi;
Di recente, per sensibilizzare e rafforzare l’attenzione sulla tematica, il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha avviato una campagna di comunicazione diretta alla popolazione maggiormente colpita da questo tipo di reati con la partecipazione del celebre attore Lino Banfi.

CAPORALATO E LAVORO IN NERO IN SICILIA – IMPRESE E LAVORATORI IRREGOLARI – SANZIONI 100 MILA EURO- CONTROLLI A TUTTO CAMPO DEI CARABINIERI

 

Sanzioni amministrative | Camera di commercio di Torino

 

 – Palermo,
Nell’ambito del piano nazionale della lotta al lavoro sommerso disposto a livello centrale, i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Palermo, in sinergia con i colleghi dell’Arma territoriale e dell’9° Nucleo Elicotteri Carabinieri, insieme agli Ispettori Nazionali del Lavoro, distaccati presso il Dipartimento Generale del Lavoro in Sicilia dalla scorsa estate e da funzionari ispettivi dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Palermo, hanno controllato diverse aziende agricole del capoluogo e della provincia.
Il servizio è stato effettuato per contrastare il fenomeno del caporalato e l’abuso del lavoro sommerso, realtà che attingono dal tessuto produttivo ed economico del Paese, reclutando sul territorio individui particolarmente suscettibili allo sfruttamento in quanto, spinti ad accettare anche le peggiori condizioni di lavoro pur di non precludersi la strada verso un regolare permesso di soggiorno, finanche garantirsi, molto più semplicemente, la mera sopravvivenza in ragione delle condizioni di estremo bisogno in cui versano.
Interessate dall’attività ispettiva sono state 4 imprese del settore agricolo, tutte risultate irregolari; le violazioni maggiormente riscontrate sono state la mancata formazione dei lavoratori, l’assenza di sorveglianza sanitaria, così come la mancata nomina del responsabile della sicurezza.
In sede di ispezione è stata accertata anche la presenza di 14 lavoratori irregolari o in nero su un totale di 16 controllati, di cui anche 4 minori extracomunitari senza ancora il permesso di soggiorno.
Sono state elevate sanzioni amministrative per quasi 100.000 euro.
In tutti i casi si è provveduto nei confronti degli imprenditori titolari delle aziende, anche a comminare il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, impedendo, così, alle ditte, di continuare a lavorare in circostanze di illegalità riguardanti le posizioni lavorative dei propri dipendenti.

Napoli, Servizi Alto impatto. Carabinieri setacciano il rione De Gasperi. Diciotto perquisizioni domiciliari, trovate armi e droga

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 – Napoli,
A Napoli, nel quartiere Ponticelli, i carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno effettuato un servizio ministeriale straordinario interforze a largo raggio setacciando le strade e le aree comuni delle palazzine popolari.
Nella lente dei controlli dei carabinieri le strade del quartiere partenopeo e in particolare il rione De Gasperi. Le indagini sono costanti in sinergia con la Procura di Napoli e si monitorano costantemente movimenti, comportamenti ed eventi che accadono nel posto.
I Carabinieri della compagnia di Poggioreale con il prezioso contributo dei militari del nucleo investigativo partenopeo, con i motociclisti, con le Aliquote di Pronto Impiego e con i carabinieri del reggimento Campania hanno passato palmo a palmo numerosi giganteschi palazzoni di cemento del rione.
In un solaio del Lotto 2 i carabinieri hanno rinvenuto 2 pistole con matricola abrasa perfettamente funzionanti. La prima è una calibro 9×21 mentre l’altra una 7×75. Insieme alle pistole pronte all’uso anche 9 proiettili e 85 grammi di marijuana. Droga e armi erano state nascoste nel muro ma il cemento fortunatamente era ancora fresco.
Durante le operazioni i militari hanno identificato 24 persone già note alle forze dell’ordine e controllato 16 mezzi tra auto e scooter con 18 perquisizioni tra domiciliari, personali e veicolari. Denunciato per evasione un 56enne del posto.
Le armi saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificare il loro eventuale utilizzo in fatti di sangue o altri delitti.

 

Ragusa, con un tirapugni ostacola il controllo antidroga.. Arrestati un 24enne e un albanese 58 anni senza fissa dimora

Syringes, pills and powder on black background, closeup with space for text. Hard drugs

 

 Ragusa
I Carabinieri della Sezione Operativa del NOR della Compagnia di Ragusa, nel corso di mirati servizi tesi al contrasto dello smercio di nel centro storico, hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, un 24enne gambiano, senza fissa dimora, con precedenti di polizia specifici, e un 58enne albanese, disoccupato, incensurato.
I due sono stati identificati all’interno dell’autovettura dell’albanese e, in ragione del loro atteggiamento sospetto e della minaccia con un tirapugni rivolta dal gambiano ai militari operanti, sono stati sottoposti a perquisizione personale sul posto che consentiva di rinvenire 100 grammi di cocaina e una cospicua somma di denaro (4.000 euro) ritenuta profitto dell’attività illecita condotta dai predetti.
Le successive perquisizioni domiciliari a carico dei due soggetti hanno permesso di rinvenire e sequestrare ulteriori 20 grammi di cocaina, 25 cartucce cal. 12 illegalmente detenute, due bilancini di precisione e materiale per il confezionamento dello stupefacente nei confronti dell’albanese, mentre un’ulteriore somma costituita da banconote di piccolo taglio, anch’essa ritenuta essere pertinente all’attività delittuosa, è stata rinvenuta nella disponibilità del gambiano.
Su disposizione del P.M. di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, l’albanese è stato collocato agli arresti domiciliari mentre il gambiano tradotto presso la casa circondariale di Ragusa.

Contro le truffe agli anziani l’Arma arruola un testimonial speciale: Lino Banfi, “Nonno d’Italia”

Truffe anziani, i consigli utili dei Carabinieri - Etna News 24

Comando Generale – Ufficio Stampa Roma –

L’Arma dei Carabinieri rivolge particolare attenzione ai soggetti vulnerabili, tra cui gli anziani, sempre più fragili di fronte alle insidie della modernità.

Già da tempo l’Istituzione ha assunto efficaci iniziative a loro tutela, soprattutto in relazione alle truffe: un fenomeno sempre più diffuso e attuale, che prende di mira le persone fragili, lasciando in loro segni indelebili. Oltre al danno economico e al trauma psicologico dell’invasione del proprio spazio domestico, le vittime subiscono, infatti, anche il senso di colpa di essere state raggirate. I truffatori approfittano proprio della sensibilità emotiva e della fragilità fisica degli anziani per conquistarne la fiducia, con i metodi più disparati.

In questo contesto, l’Arma ha deciso di avviare una campagna di comunicazione diretta alla parte della popolazione maggiormente colpita da questo tipo di reati, allo scopo di rafforzare la prevenzione e accrescere la funzione di rassicurazione sociale. Il testimonial della campagna è il celebre attore Lino Banfi, il quale, per la profonda stima che nutre nei confronti dell’Istituzione e per la sua particolare sensibilità rispetto ai temi della legalità, si è mostrato fin da subito disponibile, con la grande generosità che lo caratterizza, a ricoprire questo ruolo così importante.

 

10 film di Lino Banfi da nominare patrimonio Unesco | Wired Italia

L’attore Lino Banfi ha aderito con piacere all’invito dell’Arma dei Carabinieri di tutelare gli anziani

 

La scelta del “Nonno d’Italia” è stata ispirata dall’esigenza e dal desiderio di avvicinarsi ancora di più agli anziani, con l’intento principale di trasmettere in modo diretto ed efficace consigli utili a tutelarsi dai raggiri. Per questo l’attore ha subito aderito all’invito dell’Arma dei Carabinieri.

Nello spot, che sarà diffuso sulle piattaforme social dell’Arma e sui media, Lino Banfi e il Comandante di Stazione del quartiere in cui vive mettono in guardia gli spettatori dalle truffe.

Nel corso di un dialogo con il “suo” Comandante di Stazione, Banfi, con l’inconfondibile stile che lo contraddistingue, racconta di alcuni suoi conoscenti che hanno subito truffe, per poi lasciare la scena al Maresciallo dell’Arma che esorta il pubblico a prestare massima attenzione e a rivolgersi con fiducia ai Carabinieri chiamando il 112 N.U.E. Lo spot si conclude con l’invito a consultare il sito Carabinieri.it, in cui sono illustrate le principali tipologie di truffe e come riconoscerle. Le tecniche adottate dai truffatori, infatti, per quanto subdole e fantasiose, hanno schemi ricorrenti: individuarli è il primo passo per difendersi.

Oltre a questa iniziativa, è stata realizzata una locandina che sarà affissa in tutte le caserme, nelle parrocchie e nei luoghi di ritrovo degli anziani, nonché un opuscolo pieghevole da distribuire ai cittadini. In maniera chiara e semplice, vi sono indicati i consigli per evitare di rimanere vittima delle truffe tra i quali: attenzione ad aprire la porta agli sconosciuti, diffidare dalle apparenze, limitare la confidenza su internet.

Protagoniste assolute della missione di rassicurazione sociale dell’Arma sono le Stazioni Carabinieri, che vivono le comunità, rappresentando punti di riferimento sempre presenti e affidabili.

Ed è per questo che i Comandanti di Stazione:

  • svolgono incontri formativi in luoghi di culto, presso sedi comunali e strutture assistenziali/ricreative per anziani, con distribuzione di opuscoli informativi;
  • mantengono contatti con i direttori di istituti di credito e degli uffici postali, per condividere informazioni su casi sospetti;
  • sviluppano collaborazioni con gli organi di informazione e istituzioni locali per sensibilizzare l’opinione pubblica.

Operazione “fata verde” producevano sostanze stupefacenti, simulando la coltivazione di canapa sativa

 

Droghe sintetiche (immagine di repertorio)

Archivi -Sud Libertà 

 

Reggio Calabria,

I carabinieri del n.i.p.a.a.f. del gruppo carabinieri forestale di Reggio Calabria, diretti dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, hanno ricostruito, allo stato degli atti, l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di vaste piantagioni di cannabis sul territorio calabrese con conseguente vendita sul mercato illegale della sostanza stupefacente ricavata, all’interno di una consolidata organizzazione costituita da soggetti operanti tra i comuni di Taurianova (rc), san Procopio (rc) e Sant’eufemia di aspromonte (rc).

Le indagini avrebbero consentito di individuare i soggetti che finanziavano e sovraintendevano i lavori di piantagione, riconducibili alle cosche di ‘ndrangheta delle province di Reggio Calabria ed anche di Catanzaro, nonché gli altri componenti dell’organizzazione, con la definizione delle “quote parte” spettante a ciascuno di essi, in termini di proventi derivanti dalla vendita della sostanza stupefacente sul mercato illegale.

In ausilio ai sodali, operavano ulteriori figure assoldate di volta in volta, che venivano individuate per svolgere compiti di vigilanza e manovalanza, ovvero quali “soggetti sacrificabili”, spesso incensurati, disposti ad assumersi ogni responsabilità nell’ipotesi di un intervento delle forze di polizia.

Dalle conversazioni intercettate emergeva come i partecipi all’organizzazione si mostrassero sicuri in merito ai canali commerciali ai quali destinare la sostanza stupefacente, grazie alle figure garanti dei capi-promotori, già inseriti in un sistema strutturato e consolidato di commercio nel mercato illegale.

Gli odierni arrestati non desistevano neppure a fronte delle periodiche azioni di contrasto alle loro attività poste in essere dalle forze di polizia, tanto da essere capaci di riavviare in tempi rapidi le attività di produzione della sostanza stupefacente nonostante i vari controlli subiti.  peraltro i sodali simulavano la legale sussistenza delle coltivazioni di canapa, con raggiri e stratagemmi atti ad eludere i controlli operati dai carabinieri forestali.

Nel corso di un controllo amministrativo, uno dei titolari dell’attività, già istruito a dovere dai sodali, esibiva ai carabinieri la documentazione comprovante la sussistenza di un’azienda agricola a suo nome, un regolare contratto di affitto del terreno e fatture di acquisto di semi certificati di canapa nei limiti previsti dall’attuale normativa. nello specifico, i militari intervenuti eseguivano ritualmente un campionamento delle piante presenti, con prelievo della coltura, alla presenza del titolare, al quale venivano rilasciati dei campioni in contraddittorio per le eventuali controverifiche. gli esiti delle analisi condotti dal reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri, confermavano la sussistenza di un principio attivo – thc nettamente superiore al quantitativo soglia consentito dalla legge, il che certificava la natura di stupefacente delle piante campionate.

Tra le varie attività condotte nel corso dell’indagine, i militari del n.i.p.a.a.f. di Reggio calabria avevano già proceduto all’arresto in flagranza di un soggetto che trasportava ingenti quantitativi di piante di canapa prelevate dalle piantagioni oggetto della presente indagine, nonché di ulteriori quattro soggetti sorpresi nella lavorazione dello stupefacente, con conseguente sequestro di circa 70 kg di marijuana già in stato di essiccazione e pronta per la vendita.

Quest’ultima attività e tutti gli elementi raccolti dagli investigatori hanno portato all’adozione delle odierne misure cautelari, emesse dal g.i.p. di Reggio Calabria.

Le ipotesi di reato contestate vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico delle sostanze stupefacenti, aggravata ai sensi dell’art. 416 bis 1 c.p., a una serie di delitti in materia di stupefacenti.

E’ appena il caso di evidenziare gli effetti deleteri per la salute derivanti dall’uso di tale sostanza stupefacente, quali tra i più gravi l’alterazione della capacità di giudizio.

Per l’odierna operazione sono stati impiegati circa 60 carabinieri forestali provenienti dalle regioni Calabria e Sicilia, unitamente a militari del comando provinciale di Reggio Calabria. tredici le misure cautelari personali eseguite in data odierna, di cui otto in carcere, tre agli arresti domiciliari e due divieti di dimora nel territorio calabrese.

Si precisa che il presente procedimento penale è nella fase delle indagini preliminari per cui ogni valutazione è da considerare allo stato degli atti e fatte salve le successive valutazioni