Palermo, nel burrone il corpo della fidanzata, parzialmente bruciata. Sotto interrogatorio il giovane criminale autore dell’atroce delitto

I Carabinieri scelgono un'immagine di Terracina per augurare una buona  giornata sui loro social

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PALERMO

Fidanzato uccide la propria ragazza per motivi ancora da accertare. Un ragazzo di 19 anni si è presentato   questa mattina dai carabinieri per confessare di avere ucciso la propria fidanzata di 17 anni e di averne nascosto il corpo. Con le indicazioni del fidanzato i militari hanno rintracciato il luogo del delitto, un burrone nella zona di Monte San Calogero a Caccamo, in provincia di Palermo,dove è stato gettato il corpo della ragazza. . Sono intervenuti anche i vigili del fuoco per il recupero del cadavere. Procedere successivamente all’identificazione fisica della donna. 

In atto le indagini sull’atroce delitto sono condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura di Termini Imerese. Si vuole ricostruire        il grave reato di omicidio per conoscere le motivazioni che hanno spinto il giovane a compiere l’efferato atto criminale.  Si apprende finora che,secondo i primi accertamenti, il cadavere sarebbe stato parzialmente bruciato. Il giovane, P.M., di 19 anni  è sotto interrogatorio e successivamente tradotto in carcere a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Una vita rovinata anche la sua adesso dietro le sbarre di un carcere.

Contrasto al traffico di armi : tre arresti , sequestri e una denuncia dei Carabinieri all’Autorità giudiziaria

CONTROLLI E PERQUISIZIONI A TAPPETO DEI CARABINIERI -INDEBOLITE LE RISORSE OPERATIVE DEI GRUPPI CRIMINALI ARMATI LOCALI

ISERNIA: ILLEGITTIMA DETENZIONE DI ARMI, SEQUESTRATI DAI CARABINIERI FUCILI  DA CACCIA E UNA PISTOLA - Molise Web giornale online molisano
Archivio- Sud Libertà
 Ragusa – Vittoria 
Proseguono senza sosta i controlli a tappeto effettuati dai Carabinieri della Compagnia di Vittoria, con il supporto di personale dello Squadrone Eliportato Carabinieri “Sicilia”, volti al contrasto del traffico di armi clandestine, nonché alla prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio. 
In tale ambito, sono stati eseguiti numerosi rastrellamenti e perquisizioni nelle aree del territorio ritenute più sensibili sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, effettuando mirati posti di controllo nelle aree rurali dei maggiori centri abitati. 
Al termine di un’approfondita attività info-investigativa, l’opera di contrasto svolta dai Carabinieri ha consentito di sequestrare 9 armi e circa 400 munizioni di vario calibro, contribuendo in tal modo ad indebolire le risorse operative dei gruppi criminali armati locali.
In particolare,l’esito di serrati controlli ha condotto  i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Vittoria, congiuntamente a personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia”, a trarre in arresto nella flagranza dei reati ricettazione e detenzione abusiva di armi e munizioni, un 20enne originario del luogo, disoccupato, che, a seguito di una perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di un fucile a pompa marca Beretta modello R.S.200p e 6 cartucce cal. 12.
I Carabinieri hanno scoperto che l’arma rinvenuta è stata oggetto di furto denunciato presso il Commissariato di P.S. di Vittoria nell’anno 2002. 
Tutto il materiale rinvenuto è stato sequestrato e, considerati gli elementi raccolti, i Carabinieri hanno arrestato il 20enne, sottoponendolo agli arresti domiciliari presso la propria abitazione su disposizione dell’A.G. di Ragusa; inoltre, a Vittoria,
 in Contrada Salmè, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile,  hanno tratto in arresto nella flagranza dei reati ricettazione e detenzione abusiva di armi e munizioni, un 63enne originario del luogo, trovato in possesso di una carabina cal. 9 marca Saint’Etienne, oggetto di furto denunciato a Vittoria nel 2016 e 44 cartucce cal. 9 di cui 2 modificate, per aumentarne le potenzialità offensive. L’arma e le munizioni, detenute illegalmente, sono state rinvenute all’interno di un agrumeto di sua proprietà a pochi passi dalla sua abitazione. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato accompagnato presso la propria abitazione e sottoposto agli arresti domiciliari su disposizione dell’A.G. di Ragusa.. 
L’attività dei Carabinieri si è spostata a Chiaramonte Gulfi, in Contrada Monte Arcibessi s.n.c., dove congiuntamente ai Carabinieri Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia”, hanno tratto in arresto nella flagranza del reato di detenzione abusiva di armi e munizioni Campo Giovanni cl.1969, allevatore, pregiudicato. In particolare, a seguito di una perquisizione domiciliare eseguita presso l’abitazione dell’uomo – che già nell’anno 2011 era stato colpito da un provvedimento di divieto di detenzione armi e munizioni – i Carabinieri hanno rinvenuto, occultati all’interno di un armadio posto nella propria camera da letto: 
 un fucile cal. 12, senza marca, e 166 cartucce dello stesso calibro dell’arma, intestate al padre defunto;  una carabina ad aria compressa cal. 4,5 marca “Norica”;  80 cartucce per pistola di vario calibro.
I militari dell’Arma hanno sequestrato tutte le armi e le munizioni rinvenute, in quanto detenute illegalmente dall’uomo. 
Nelle prossime ore, gli investigatori effettueranno gli accertamenti balistici per verificare se la carabina detenuta sia stata modificata, per aumentarne le potenzialità balistiche. Al termine delle formalità di rito, l’arrestato è stato tradotto presso la propria abitazione, ove è stato sottoposto agli arresti domiciliari, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria..
 A Comiso, i Carabinieri della locale Stazione hanno deferito in stato di libertà per il reato di porto abusivo di arma un 23enne del luogo, addetto al settore agricolo. Quest’ultimo, fermato per un controllo dai Carabinieri a bordo della propria autovettura durante le ore del coprifuoco imposto dal D.P.C.M. per contenere il contagio da coronavirus, è stato trovato in possesso di un fucile a canne sovrapposte marca Luigi Franchi e 5 cartucce cal.12, legalmente detenuti per uso sportivo. 
A seguito di successivi accertamenti, i Carabinieri della Stazione di Comiso hanno proceduto anche al ritiro cautelare ex art. 38 T.U.L.P.S. di altre 5 armi, una canna e 95 munizioni di vario calibro, legalmente detenute dal 23enne. 

Famiglia “positiva al Covid” in giro per la città di Messina: controllati e denunciati alla Procura dai Carabinieri

Trasmissibilità del Covid-19, Liguria nel gruppo di regioni dove non c'è  ancora una stima | Liguria Business Journal

Nel corso dei controlli condotti dai Carabinieri del Comando Provinciale di Messina per assicurare il rispetto della normativa per il contenimento del contagio da Covid-19, sono stati intensificati i posti di controllo lungo le arterie principali e nei quartieri cittadini più popolosi. 
Nella serata di ieri, in via Pietro Castelli, i Carabinieri della Stazione di Messina Principale -informa il Comando -hanno controllato un nucleo familiare composto da tre persone, il padre 46enne, la madre 38enne ed il figlio 20enne, tutti gravati da precedenti di polizia, che a bordo della propria monovolume, circolavano per il capoluogo sebbene fossero sottoposti al regime di quarantena poiché risultati positivi al virus covid-19.
I militari hanno fermato l’auto durante un controllo stradale ed hanno verificato le generalità degli occupanti consultando la Banca Dati delle persone in isolamento, appurando che i tre erano risultati positivi Covid-19 qualche giorno prima a seguito di un tampone “molecolare” eseguito dall’ASP, e pertanto avevano l’obbligo disposto dall’Autorità Sanitaria di restare in isolamento all’interno della loro abitazione. L’uomo provava a giustificare la loro uscita di casa asserendo di dover provvedere alla necessità di fare aver portato la famiglia a fare la spesa.
I tre sono stati denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Messina per la “violazione della quarantena” che prevede una pena fino a 18 mesi di arresto. La misura di contenimento, infatti, impone in divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per soggetti posti in isolamento per i soggetti dichiarati positivi al Covid-19.

Corse clandestine: i Carabinieri di Noto li vedono sui social, li rintracciano e li denunciano all’Autorità giudiziaria per competizione non autorizzata ed altro

Corse di cavalli clandestine nelle strade deserte di Pasqua: 4 denunciati  nel Lazio - La Stampa

Foto di Corse clandestine (Google)

Non sfugge nulla ai Carabinieri, specialisti anche degli illeciti sui social. Vediamo la storia, cos’è successo.All’alba del 9 Novembre, lungo la S.S. 124, nel tratto compreso tra i comuni di Noto e Palazzolo Acreide (SR), si è disputata una corsa clandestina tra due cavalli di due distinte scuderie.
Organizzatori e partecipanti hanno invaso, con decine di motoveicoli, l’intero asse viario, per agevolare la gara e consentire ai due calessi di correre lungo la carreggiata.
Durante le concitate fasi della gara si è registrato anche un sinistro stradale, quando uno scooter con a bordo 3 persone ha impattato con un altro scooter provocando lesioni a due uomini.
L’eccitazione è stata tanta che tutta la gara è stata postata su Facebook da parte di alcuni dei partecipanti: gli autori di reato sempre più spesso pubblicano le loro “gesta” sui social networks, prevalentemente Facebook, Twitter ed Instagram, per ottenere qualche like in più. 
In questo caso però oltre ai like hanno guadagnato una denuncia da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Noto, che hanno visto il loro lavoro agevolato ed attraverso il video hanno identificato con certezza 8 soggetti, denunciandoli all’Autorità Giudiziaria per maltrattamenti di animali e competizione non autorizzata. 
I Carabinieri della Stazione di Rosolini, Comune dal quale proviene la maggior parte degli indagati, stanno raccogliendo, insieme ai colleghi delle stazioni CC di Avola e Noto, altre fonti di prova a carico degli attuali indagati e di altri soggetti in fase di identificazione, che verranno anche sanzionati amministrativamente per aver violato gli obblighi derivanti dalla normativa in materia di contrasto alla diffusione del Covid-19 vigente al momento della gara. 

Nel corso delle indagini i Carabinieri sono inoltre riusciti a risalire ad entrambe le scuderie a cui appartengono i due cavalli che sono stato impegnati nella corsa. Anche se al momento solo uno dei due animali è stato rintracciato e sequestrato, insieme al calesse con cui aveva corso, fantini e proprietari degli animali sono stati denunciato per maltrattamenti di animali e competizione non autorizzata.

Quello delle corse clandestine di cavalli è un fenomeno tristemente diffuso nella provincia. Le gare, organizzate in totale riservatezza attraverso messaggi in gruppi privati WhatsApp o Telegram, vengono organizzate alle prime luci dell’alba in strade poco trafficate e si svolgono nell’arco di pochi minuti, in totale disprezzo delle norme del codice della strada e del codice penale, finché i partecipanti si dileguano velocemente, anche attraverso i campi, per sfuggire all’intervento delle forze dell’ordine. I partecipanti scommettono tra loro cifre considerevoli, che arrivano anche a 10.000 euro, e per vincere spesso i cavalli vengono dopati e maltrattati. Dalle prime indagini sembra che anche la gara in questione rientrasse nella tipologia appena descritta e che dietro ad essa ci fossero importanti scommesse: i carabinieri stanno ora verificando questa ipotesi.
Le investigazioni dei Carabinieri di Noto (SR) non si fermano infatti qui. Accertamenti sono in corso sulle scuderie che insistono nel territorio della Compagnia di Noto (SR) al fine di verificare, unitamente a personale della locale ASP, lo stato di salute degli animali con particolare attenzione all’eventuale rinvenimento nel sangue degli animali di sostanze dopanti, chiaro indizio del loro utilizzo nelle gare clandestine

Denunce degli specialisti Carabinieri sulla campagna olearia 2020 (cupa colorazione nerastra del fiume Naro)

SCENE DA UNA CAMPAGNA OLEARIA - Olio Garda Dop
AGRIGENTO
Il controllo degli specialisti dei Carabinieri ha concluso con due denunce la chiusura di un opificio e la certezza del malfunzionamento di un depuratore le attività d’ispezione e di indagine condotte dall’Arma agrigentina nell’ambito della campagna olearia 2020.
Come ormai annualmente accade l’Arma dei Carabinieri attraverso i reparti specializzati conduce particolari campagne di controlli nell’ambito di specifici settori. In particolare nei mesi che vanno da ottobre a dicembre le attività si sono concentrate sulla molitura delle olive e conseguentemente sull’annoso smaltimento delle acque di vegetazione.
Non è sfuggita ai militari dell’Arma la cupa colorazione nerastra di cui si era tinta la foce del fiume Naro nella località balneare di Lido Cannatello, per cui La Procura della Repubblica ha immediatamente disposto le indagini, circostanza peraltro denunciata anche dall’Associazione ambientalista Mareamico. 
È scattata un’immediata operazione di controllo lungo l’intera asta fluviale, effettuando ricognizioni da terra e dall’alto con l’ausilio di un aeromobile del 9° Nucleo Elicotteri di Palermo.
La risalita dell’asta fluviale ha condotto al punto di immissione nel corpo ricettore del depuratore di Favara, sito in contrada Chimento Burgialamone, sul quale i militari del Centro Anticrimine Natura di Agrigento unitamente al personale specializzato dell’ARPA hanno effettuato un controllo e prelevato campioni in entrata e uscita nelle 24h.
Gli esiti di laboratorio hanno fatto emergere forti criticità di funzionamento del depuratore con parametri che superano abbondantemente i limiti tabellari imposti dal D.Lgs 152/2006 T.U.A. in particolare di oltre 34 volte per l’escherichia coli
È stata accertata la circostanza di un ingresso anomalo nel depuratore proprio nei giorni in cui era comparsa la colorazione nerastra presso la foce del fiume Naro; tale ingresso anomalo è con ottime probabilità da ricondurre ad immissione in pubblica fognatura di acque di vegetazione che hanno inevitabilmente compromesso la funzionalità del depuratore stesso.
L’azione sinergica dei controlli mirati da parte dei reparti territoriali dell’Arma durante l’intero periodo della campagna olearia e l’attività ispettiva del Centro Anticrimine Natura di Agrigento hanno fatto si che nessun altro evento delittuoso fosse perpetrato in danno all’ambiente fluviale dalle acque di vegetazione, facendo rimanere quello di fine ottobre un caso isolato.
È il caso di ricordare che le acque di vegetazione opportunamente trattate possono essere utilizzate quale correttore di acidità del terreno e che possono essere oggetto di spandimento nei terreni idrogeologicamente idonei a tale scopo. Anche in questo caso una maggiore consapevolezza delle potenzialità di impiego di questa materia prima secondaria scongiurerebbe azioni in danno all’ambiente tanto inutili quanto dannose.
 

Usura Trapani: tassi alle stelle. Arrestato alcamese

Silipo: "Contro l'usura l'arma è la denuncia. Salva l'azienda e la vita" |  Rep
  Un’ordinanza di custodia cautelare  è stata oggi  eseguita dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Alcamo. Finito in carcere un alcamese, cl. 51,, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per i reati di usura ed estorsione.
Il provvedimento scaturisce dalle indagini condotte dai Carabinieri a partire dall’ottobre 2019, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Trapani – dott.ssa Rossana Penna, le quali hanno avuto origine dalla denuncia presentata dalla sorella di una delle vittime (residente ad Alcamo) che, disperata per le oppressioni e le minacce subite dal fratello a seguito di un prestito per cui avrebbe dovuto corrispondere interessi del 171%, aveva deciso di rivolgersi all’Arma e chiedere aiuto, temendo per l’incolumità propria e del suo familiare. I successivi accertamenti, condotti anche con mezzi tecnici, hanno permesso di delineare un preciso quadro accusatorio nei confronti del soggetto, già noto poiché gravato da reati contro il patrimonio, e di individuare un’ulteriore vittima (una donna residente a Valderice).
In particolare, secondo quanto emerso durante le indagini, l’arrestato dopo aver individuato le vittime approfittando del loro stato di bisogno economico e, dopo averne carpito la fiducia, si sarebbe proposto per fornire loro liquidità immediata, pattuendo una restituzione a rate di esiguo valore, ma che si prorogavano nel tempo raggiungendo somme ben oltre l’ammontare del prestito iniziale.
Una volta conclusosi l’accordo, infatti, iniziavano le vessazioni che, minacciando ritorsioni personali o ai familiari, riusciva a farsi promettere molto più di quanto dovuto. Come detto, gli interessi superavano di gran lunga quelli legalmente consentiti raggiungendo la soglia del 171% in un caso e del 201% nell’altro. Anche quando le vittime palesavano di aver ormai estinto il debito, l’aguzzino prorogava la scadenza delle rate intimando nuovamente ritorsioni e, nel caso della vittima alcamese, passando anche alle percosse, mentre, nel caso della donna valdericina, minacciando l’incendio dell’autovettura o danni ai figli. Inoltre, per tenere sempre sotto scacco le vittime, si era fatto fornire quale garanzia degli assegni in bianco già firmati dagli interessati, da poter utilizzare in caso di diniego di pagamento. Addirittura, la vittima di sesso maschile, aveva anche dovuto cedere a garanzia di estinzione del debito, il libretto postale elettronico, comprensivo di PIN, intestato alla propria madre. I citati assegni in bianco, insieme ad un “pizzino” riportante cifre ricevute ed ancora da percepire, sono state poi effettivamente rinvenute e sequestrate dai Carabinieri durante una perquisizione effettuata nel corso dell’attività. Il destinatario del provvedimento, in mattinata, al termine delle procedure di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Trapani, ove permarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Napoli, sequestrate pistole e munizioni e denunciata una donna per maltrattamenti ad un cane

NAPOLI

Napoli sotto continuo controllo dei militari .   Un’operazione di controllo è stata infatti svolta  dai  Carabinieri della Compagnia del Vomero nel quartiere della periferia nord, nell’ambito di un servizio disposto dal Comando Provinciale di Napoli. In Via Labriola rinvenute e sequestrate 2 pistole a salve modificata senza tappo rosso complete di serbatoio, 1 pistola ad aria compressa priva del tappo rosso e 32 munizioni a salve inesplose GFL 9 mm.

Armi e munizioni erano nascoste in un borsello occultato in un vano finestra condominiale del lotto G. Non è finita. Denunciata una 43enne per maltrattamenti ad animali. La donna, dopo aver ostacolato l’ingresso dei militari nello stabile per i controlli, è stata individuata come proprietaria di un cane di taglia media tenuto in pessime condizioni igieniche e sanitarie.

Per cure idonee il cane è stato sequestrato ed affidato al servizio veterinario dell’ASL Napoli 1. Nel corso del servizio sono state controllate decine di persone e altrettanti veicoli. Elevate contravvenzioni al codice della strada, diverse per guida senza copertura assicurativa e senza il casco.

Trapani: veicolava informazioni per incontri di mafia.Arrestato insieme ad altri mafiosi.

Il Ddl che ricorda le vittime di mafia fermo in I Commissione da più di un  anno e mezzo. M5s: “Il testo venga discusso in commissione Antimafia” -  sicilia5stelle
Trapani

I Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, in esecuzione della misura di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Marsala, hanno arrestato una persona per associazione a delinquere di tipo mafioso, quale appartenente a Cosa Nostra trapanese unitamente ad altre persone già condannate o sottoposte ad altri procedimenti penali.

Gli operanti, nel cuore della notte, hanno rintracciato il soggetto nella propria abitazione a Vita (TP). Secondo gli investigatori dell’Arma, lo stesso ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa di Vita (TP), ha mantenuto un costante collegamento con altri associati assicurando all’interno del sodalizio criminoso la veicolazione di informazioni riservate, comunicando con altri associati il rinvenimento di apparecchiature destinate all’attività investigativa.

Le indagini hanno consentito, altresì, di appurare che lo stesso metteva a disposizione i propri locali del baglio, in località Chinea, nell’agro tra Trapani e Salemi, per consentire incontri riservati tra sodali. Tra le fattispecie contestate nell’ambito dell’operazione “Pionica”, anche l’intestazione fittizia di beni, poi rivenduti, al fine di sottrarli alle misure di prevenzione patrimoniale.

Carabinieri di Alcamo in soccorso di un cane gravemente ferito da randagi

Prima multa per omissione di soccorso di animale

Immagine Archivi Sud Libertà

I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Alcamo, nel pomeriggio di ieri, hanno soccorso un cane ferito nelle campagne di Bruca.
I militari dell’Arma, allertati da segnalazione pervenuta al 112 da parte di un privato cittadino il quale aveva assistito all’aggressione dell’animale da parte di altri cani randagi senza però riuscire ad aiutarlo, sono intervenuti in pochi minuti. I Carabinieri, giunti sul posto, hanno individuato il cane, con non poche difficoltà, riverso a terra in un prato in mezzo a fango ed erba alta, impossibilitato a muoversi perché particolarmente dolorante e sanguinante.

Una volta raggiunto, lo hanno condotto al sicuro e coperto con un telo per farlo riprendere dal freddo, permettendogli di bere un po’ d’acqua. In collaborazione con l’amministrazione comunale di Buseto Palizzolo, è stata subito interessata l’associazione LIDA (Lega Italiana Diritti Animali) cui il povero cane è stato affidato. L’animale fortunatamente non è in pericolo di vita, sta bene ed è stato preso in cura da un veterinario di Custonaci.

Sanzionato per violazione delle norme antiCovid, giovane lancia bottiglie incendiarie contro la stazione dei militari

 

Costa molto caro ad un  giovane di 21 anni , sanzionato dai Carabinieri per violazione norme antivirus, pensare di vendicarsi con la fabbricazione di ordigni incendiari.       Il giovane incensurato è stato fermato a Campofiorito con l’accusa di avere lanciato tre bottiglie incendiarie contro la locale stazione dei carabinieri. E’ successo ieri notte. I militari lo hanno incastrato al termine di accurate indagini, scoprendo che era stato verbalizzato a Brancaccio per inosservanza delle norme in vigore contro la pandemia

. Il 21enne (D.C. le sue iniziali) residente a Campofiorito, è stato tratto in arresto  perché ritenuto “responsabile della fabbricazione e del lancio delle bottiglie”. 

“Il riconoscimento del giovane – comunicano i Carabinieri – è avvenuto attraverso la visione dei filmati, dopo la quale è scattata una perquisizione in casa. Sono stati acquisiti ulteriori elementi utili a configiruare a suo carico reati di fabbricazione e porti di armi da guerra e danneggiamento aggravato seguito da incendio”.

Il ragazzo, sottoposto “a fermo di indiziato delitto della polizia giudiziaria”, è stato portato in carcere a Termini Imerese in attesa dell’udienza di convalida del Gip. Sono in corso indagini per accertare l’eventuale coinvolgimento del giovane in altri episodi simili avvenuti a Campofiorito negli ultimi giorni. Il 21enne – si tratta di un disoccupato che risulta incensurato – lo scorso novembre era stato fermato dai carabinieri a Brancaccio ed era stato multato per la violazione delle norme anti Covid.

 
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