Operazione “Demolition”: scoperto gruppo criminale che da un bar di AciBonaccorsi allungava i suoi tentacoli ad altri comuni

Mafia-Capitale, il Lazio e i tentacoli di una “Piovra” che cambia pelle

 

ACIREALE

-. Stamane operazione antimafia dei Carabinieri ad Acireale e sette persone indagate, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti .

Militari della compagnia di Acireale, supportati dai reparti specializzati dell’Arma (Compagnia di Intervento Operativo del XII Reggimento “Sicilia”, Nucleo Elicotteri e Nucleo Cinofili). L’indagine, denominata “Demolition”, ha consentito di fare piena luce sull’attivita’ illecita di un gruppo criminale, principalmente fondato da un nucleo familiare, che, partendo da una base logistica individuata all’interno di un bar di Aci Bonaccorsi (Catania), allungava i suoi tentacoli (spaccio al minuto di cocaina) in altri comuni dell’hinterland catanese.   Con l’aiuto delle videocamere iI militari dell’Arma, hanno approfondito e definito i ruoli ben definiti di ciascuno degli indagati in seno all’associazione,e visualizzato che anche i bambini collaboravano nell’attività illecita di spaccio..

Siracusa: in manette i componenti di una banda specializzata in raggiri ad Istituti religiosi

Caserma dei carabinieri di Piacenza: i sintomi di una malattia mortale

I Carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, nella persona del Procuratore Aggiunto Dottor Fabio SCAVONE e del sostituto Procuratore Dott. Salvatore GRILLO, hanno sottoposto all’obbligo di dimora 7 soggetti (4 residenti nel siracusano e 3 nel torinese) ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di istituti religiosi e case di riposo. Sono in corso le ricerche di un ulteriore soggetto destinatario della citata misura.
L’attività concerne 148 truffe perpetrate dal 5 settembre 2014 al 5 febbraio 2019 da un gruppo organizzato e caratterizzate da modalità operative serialmente riproposte:
− gli istituti religiosi, molti dei quali ricomprendenti scuole paritarie o case di cura/assistenza convenzionate, venivano contattati da soggetti che asserivano di essere impiegati regionali, provinciali o comunali, direttori e impiegati di banca o di uffici postali e preannunciavano l’avvenuto stanziamento, in favore degli stessi istituti, di somme variabili di denaro, nell’ordine di qualche decina di migliaia di euro, a titolo di contributo per le attività scolastiche e/o sportive svolte, rimborsi di vario genere, donazioni di benefattori contributi pensionistici;
− carpita la fiducia dell’interlocutore, gli indagati riferivano che l’Ente erogatore aveva erroneamente stanziato una somma maggiore rispetto a quella spettante, motivo per il quale veniva chiesta l’immediata restituzione delle somme eccedenti (in genere da 1.000 a 3.000 euro) precisando che si trattasse dell’unica modalità per ricevere il contributo nel suo esatto e completo corrispettivo;
− il più delle volte, gli indagati sembravano disporre di elementi informativi veritieri sulla comunità religiosa contattata (nominativi, banca ove i religiosi erano titolari di conto corrente, causale della sovvenzione spettante ecc.) generando piena fiducia negli interlocutori che si adoperavano nella restituzione delle somme “ricevute in eccesso”;
− le vittime, seguendo in maniera scrupolosa le indicazioni ricevute, restituivano le predette somme di denaro tramite vaglia postali veloci o mediante ricariche postepay intestati a complici;
− dopo la “restituzione” del denaro, le persone offese, recandosi presso i rispettivi istituti di credito per la riscossione delle sovvenzioni, si rendevano conto della truffa. 
Con questo metodo, i malfattori sono riusciti a truffare decine e decine di vittime accumulando un illecito profitto stimato in 254.000 €.
Oltre agli 8 indagati, destinatari dell’obbligo di dimora, sono stati denunciati in stato di libertà 69 soggetti, che dietro compenso (generalmente variabile dai 200 ai 400 €), procuravano carte ricaricabili, schede telefoniche per contattare le vittime e notizie utili per guadagnarne la fiducia.
L’indagine ha preso le mosse dalla constatazione del significativo aumento, a partire dai primi mesi del 2017, delle truffe in danno di istituti religiosi su tutto il territorio nazionale e ha portato al riconoscimento di una associazione per delinquere operante nel territorio siracusano finalizzata alla commissione di truffe in tutt’Italia.
La Procura di Siracusa e i Carabinieri del Comando Provinciale sono riusciti a collegare gli episodi delittuosi a soggetti residenti nella provincia aretusea, organizzati secondo ruoli ben precisi e ciascuno con mansioni connesse al ruolo nonostante una precisa strategia degli indagati per ostacolare la loro identificazione
Nel corso dell’attività è stato disposto anche il sequestro di 21 conti correnti riconducibili agli indagati. Durante le perquisizioni sono state sequestrate 10 carte di credito/debito in uso agli indagati, ulteriori 8 carte “vergini” per la clonazione provviste di microchip e 16.000 euro in contanti. 
Tre dei soggetti coinvolti nell’operazione sono risultati percettori di reddito di cittadinanza, per i quali è stata proposta la revoca del beneficio. 

 

 

CATANIA COME NAPOLI, VENTI ARRESTI PER SPACCIO DI DROGA,ESTORSIONI, AGGRAVATO DAL METODO MAFIOSO

Detenzione e successiva cessione di droga: sono due distinti reati

CATANIA

 I Carabinieri di Catania hanno infatti arrestato venti persone indagate a vario titolo dei reati di tentata estorsione, estorsione in concorso, associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, reati tutti aggravati dal ‘metodo mafioso’ per essere stati commessi avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà tipiche di un’associazione mafiosa.

L’indagine, denominata ‘Quadrilatero’ quello formato dalle vie Avola, San Damiano, Testai e la piazza Cosma e Damiano, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dalla Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa dal dicembre 2018 al dicembre 2019, ha consentito di disarticolare i gruppi criminali che gestivano 3 fiorenti ‘piazze di spaccio’ di sostanze stupefacenti (cocaina, crack e marijuana) radicate nel popolare quartiere di ‘San Cristoforo’ zona ‘San Cocimo’ roccaforte degli affiliati all’omonimo gruppo capeggiato da Maurizio Zuccaro, organico alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano.

I carabinieri, nell’ambito dell’odierna operazione sono stati supportati dai reparti specializzati dell’Arma (Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento ‘Sicilia’Nucleo Elicotteri e Nucleo Cinofili).

Si è scoperto che Catania utilizza per lo spaccio anche i bambini.

L’attività di spaccio avveniva infatti anche in presenza e addirittura con il coinvolgimento di bambini di circa dieci anni che in talune occasioni ritiravano il denaro indicando agli acquirenti il luogo ove poter ritirare lo stupefacente.

I carabinieri, nel corso delle indagini, hanno trovato e sequestrato un libro contabile (‘carta delle piazze di spaccio’) dove venivano annotati i proventi dell’attività illecita e il quantitativo di stupefacente venduto quotidianamente.

Infine  sono stati riscontrati tre episodi di natura estorsiva, in particolare due tentati ai danni di una farmacia e di una concessionaria di autovetture, un altro invece realizzato con il cosiddetto ‘cavallo di ritorno’ (dietro compenso di denaro uno degli soggetti arrestati aveva fatto da intermediario per consentire da parte dei ricettatori la restituzione alla legittima proprietaria dell’auto precedentemente asportata).

Napoli, fermato un ragazzo di 15 anni per il tentato omicidio di un giovane 19enne

 

Arrivati altri 14 carabinieri Più controlli nel Canturino - Cronaca, Cantù

Archivi -Sud Libertà

Le indagini dei carabinieri di Napoli  hanno condotto all’arresto di  un ragazzo di 15 anni   per il tentato omicidio di un 19enne, accoltellato nella notte tra il 17 e il 18 settembre. Il 15enne è stato sottoposto a fermo dai Carabinieri della stazione di Napoli Borgoloreto perché ritenuto gravemente indiziato del tentato omicidio di un 19enne, accoltellato nella notte tra il 17 e il 18 settembre in piazza Santa Maria della Fede.

Il provvedimento è stato emesso dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli e sarà posto a giudizio di rito  del Gip durante l’udienza di convalida. Secondo quanto emerso dalle indagini, il 15enne avrebbe accoltellato il 19enne a seguito di una lite scoppiata per futili motivi.
Si apprende che il 15enne è stato portato al centro di prima accoglienza dei Colli Aminei. 

Antibracconaggio: sorpresi a cacciare illegalmente nonostante la sospensiva del Tar Catania del 30 agosto

Il richiamo illegale per quaglie squarcia il silenzio della notte: allarme  dei vicini, cacciatori denunciati

Archivi-Sud Libertà – I bracconieri arrestati sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Siracusa. I Fucili e le munizioni posti sotto sequestro

Senza soste l’attività dei Carabinieri . Ieri- apprendiamo –  i militari  del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Catania, nel corso di un servizio di pattugliamento del territorio finalizzato al controllo del rispetto del divieto dell’attività venatoria, hanno individuato nella zona di Lentini 4 soggetti intenti ad esercitare la caccia nonostante il provvedimento di sospensiva del calendario venatorio emanato il 30 agosto dal TAR di Catania.
La pronuncia del Tar, che ha prescritto alla Regione Siciliana di stabilire un nuovo calendario venatorio, consegue all’eccezionale incidenza del fenomeno degli incendi durante l’estate in corso, al quale sono conseguiti gravissimi danni a vaste aree dell’isola con pesante pregiudizio per la biodiversità, già a rischio per effetto delle attività dell’uomo.
Alle prime ore del mattino di ieri, tuttavia, i quattro cacciatori in questione avevano già esploso diversi colpi ed avevano abbattuto 2 conigli selvatici e 12 colombacci.
Gli stessi, sorpresi mentre si aggiravano per le campagne, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Siracusa per esercizio della caccia in periodo di chiusura e rischiano la pena dell’arresto fino ad un anno o un’ammenda fino a 2.582 Euro. 
I fucili e le munizioni sono stati sequestrati dai militari e la selvaggina, previa verifica dell’idoneità al consumo umano da parte dell’Asp, è stata donata ad un ente di beneficenza..

Ricercato si cala da una finestra per fuggire ai Carabinieri ma viene raggiunto ed arrestato

Banksy, il detenuto evade dal carcere con una macchina da scrivere è la sua  ultima opera - Il Fatto Quotidiano

Archivi-Sud Libertà

Noto protagonista ancora dell’azione investigativa dei Carabinieri che dopo aver arrestato, negli ultimi giorni, 2 persone all’interno della popolosa comunità dei Caminanti, hanno ora rintracciato nello stesso ambito ed assicurato alla giustizia un uomo ricercato da oltre due anni per reati che vanno dall’estorsione alla truffa al furto aggravato commessi tra il 2010 e il 2013 a Lecce, Trieste e Pordenone.
Gli uomini del Nucleo Operativo della Compagnia, all’esito di prolungate ricerche, sono riusciti ad individuare una villetta, sita nel così detto quartiere dei Caminanti, all’interno della quale poteva nascondersi il soggetto da arrestare. Quando i Carabinieri si sono presentati all’ingresso del palazzo per verificare la presenza del ricercato, l’uomo si è rapidamente calato da una finestra laterale ed ha cercato di fuggire correndo tra i tetti delle abitazioni vicine.

I militari però lo hanno inseguito e sono riusciti a raggiungerlo ed a trarlo in arresto. Dopo gli adempimenti burocratici, il soggetto è stato tradotto presso la casa circondariale di Siracusa – Cavadonna, dove dovrà scontare due anni e tre mesi di reclusione. 

Camorra: arrestato un latitante ricercato per reati di stampo mafioso

Guida per la città Barcellona, tutto quello che devi sapere

Nella foto d’Archivio, Barcellona

I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno arrestato un noto latitante, ritenuto elemento di spicco di un clan camorristico. L’uomo, irreperibile dal luglio del 2020 e destinatario di due provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria partenopea, è ritenuto gravemente responsabile del reato di estorsione aggravata dalle finalità mafiose e associazione a delinquere di stampo mafioso.

Questa notte a Barcellona – città dove il latitante si rifugiava – il F. A. S. Team Spagnolo, attivato dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia italiano e su precise indicazioni dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, ha catturato l’uomo che era insieme alla compagna. La donna, partita da Napoli, lo aveva appena raggiunto. La localizzazione da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli, si inquadra nell’ambito di un’articolata indagine partita dal novembre scorso e coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia. Ora è in carcere in attesa del provvedimento di estradizione.

Acitrezza, uccide l’ex ragazza per strada che l’aveva denunciato per stalking e messo agli arresti domiciliari

Aggiornamento  : l’ex fidanzato è stato ritrovato dai Carabinieri  impiccato in un casolare di campagna

La vittima di  26 anni, passeggiava sul lungomare di Acitrezza con gli amici,quando contro di lei esplosi   diversi colpi di arma da fuoco.

Il primo pensiero degli investigatori va all’ex ragazzo.  Si scopre subito che l’ex  fidanzato era stato già denunciato per stalking ed era sottoposto al divieto di avvicinamento

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Nella foto la ragazza uccisa Vanessa Zappalà

CATANIA 

Si ricorderà la cronaca nera della  notte ad Aci Trezza, frazione di Aci Castello, in provincia di Catania.  La vittima è Vanessa Zappalà, 26 anni, uccisa a colpi di pistola mentre passeggiava con gli amici.

La scoperta dell’ex fidanzato che , a quel che pare, era stato respinto nella relazione, e denunciato dalla vittima,senza riuscire a rassegnarsi,  è supportata da diversi testimoni presenti che l’hanno visto scendere da un’auto . L’uomo è attualmente ricercato: si chiama Antonino Sciuto, ha 38 anni ed è un rivenditore di auto di San Giovanni La Punta. L’identità è stata resa nota dai carabinieri che hanno anche diffuso due foto dell’uomo, una con barba corta e l’altra con barba lunga, per favorire la sua cattura attraverso segnalazioni al 112.

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La denuncia per stalking-  Oggi ricercato – Foto date dai Carabinieri

La ragazza, che lavorava in un panificio a Trecastagni, aveva presentato una denuncia per stalking. La Procura di Catania aveva chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari che l’uomo  venisse collocato in custodia domiciliare.     In atto aveva il divieto dell’Autorità Giudiziaria  di avvicinamento alla ragazza.

Lei vuole chiarire e spiegare sui motivi della denuncia, lui spara

Purtroppo  nella notte, la fine della storia, l’ex compagno probabilmente per i provvedimenti giudiziari che lo hanno colpito causa la denuncia della Zappalà, ha esploso diversi colpi di pistola, uno dei quali ha raggiunto Vanessa alla testa. Il fidanzato è ricercato dai carabinieri. Vive e lavora a San Giovanni La Punta, paese della cintura dell’Etna, dove vende automobili. Ed è al volante di un’auto che ieri notte, intorno alle tre, è arrivato ad Aci Trezza. Vanessa gli sarebbe andata incontro per un chiarimento o forse per respingerlo ancora e invitarlo a lasciarla in pace  ma  lui ha concluso la relazione sparando alla Zappalà.  E’ adesso latitante.

Aggiornamento  : l’ex fidanzato è stato ritrovato dai Carabinieri impiccato in un casolare di campagna

Ragalna(Catania), sorpresi a deturpare l’ambiente con una cava abusiva, denunciati alla Procura

Escavatore - Foto e Immagini Stock - iStock

Archivi -Sud Libertà
I Carabinieri del N.O.E. di Catania, nella prosecuzione delle attività di controllo nel settore delle cave predisposta dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica di Roma, avviata già da diverso tempo nel territorio della Sicilia Orientale e, in particolare, nei Comuni della Provincia di Catania interessati dalle colate laviche, con la collaborazione dei militari della locale Stazione nel corso della scorsa settimana hanno operato il sequestro di una cava abusiva di basalto lavico nel territorio del Comune di Ragalna (CT).
Pur essendo un territorio non interessato da recenti colate laviche dell’Etna, i Carabinieri hanno avuto modo di riscontrare che un’area di circa 2.000 metri quadri sita in contrada Fossa Lupa presentava una particolare caratteristica costituita da una collinetta emergente dal sottosuolo interamente costituita da basalto lavico.
La zona in questione, inserita in un contesto ambientale di tipo rurale-agricolo molto suggestivo, per le sue peculiari caratteristiche è risultata essere inserita nel Piano Paesaggistico della Regione Siciliana con contestuale vincolo paesaggistico-forestale di massima tutela.
Ciò nonostante il proprietario dell’area, in assenza di qualsiasi autorizzazione, ha consentito che l’area  venisse fatta oggetto di scavi abusivi chiaramente miranti all’estrazione non autorizzata del basalto lavico presente sotto l’iniziale strato di terreno vegetale. 
Anche in questo caso, dopo numerosi servizi, il N.O.E. Carabinieri ha sorpreso in flagranza di reato il dipendente di una ditta del luogo operante nel settore movimento terra mentre, a mezzo di un escavatore, effettuava operazioni di sbancamento, chiaramente finalizzati alla successiva asportazione e commercializzazione del materiale estratto.
E’ scattato l’immediato sequestro della cava abusiva e del mezzo impiegato. Il sequestro è stato successivamente convalidato dall’A.G. 
Per i fatti di cui sopra il proprietario dell’area, il titolare della ditta e il dipendente che stava eseguendo gli scavi abusivi sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Catania per l’esecuzione di opere non autorizzate in area sottoposta a vincolo paesaggistico e per le violazioni conseguenti alla mancata comunicazione egli Enti competenti (Comune e Distretto Minerario di Catania) delle attività minerarie condotte in assenza di autorizzazione

 

 

Controlli e sicurezza: quattro arresti per smercio di sostanze stupefacenti ed altri reati gravi

 

Droga, torna a crescere uso dell'eroina ,+9,7% morti overdose - Società &  Diritti - ANSA.it

Archivi -Sud Libertà

Nel corso degli ultimi giorni, a seguito dell’incremento dei turisti nell’area dello Stretto, i Carabinieri della Compagnia Messina Centro, supportati dalle pattuglie del Nucleo Radiomobile, hanno intensificato i controlli lungo le principali arterie stradali del capoluogo peloritano ed in particolare sono stati predisposti controlli allo scopo di contrastare lo smercio di sostanze stupefacenti e reati predatori in generale.
Nel corso dei servizi, i militari dell’Arma di Messina Giostra hanno arrestato, in esecuzione di distinti ordini di carcerazione emessi dalla Corte di Appello di Messina, il 35enne messinese O.C. e il 38enne B.E., originario del Veneto, entrambi già noti alle forze dell’ordine. I due, già sottoposti alla detenzione domiciliare, si erano resi responsabili di molteplici violazioni delle prescrizioni imposte dalla misura alternativa, accertate dai Carabinieri durante i periodici controlli.

Le segnalazioni delle ripetute trasgressioni all’Autorità Giudiziaria, quindi, hanno determinato, per ambedue, il ripristino della carcerazione. Sempre i militari dell’Arma di Messina Giostra hanno arrestato il 38enne A.C., già noto alle forze dell’ordine, rintracciato dai Carabinieri nella sua abitazione. Lo stesso dovrà espiare la pena di due anni di reclusione perché riconosciuto colpevole di spaccio di sostanze stupefacenti. I tre arrestati sono stati ristretti presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
I Carabinieri della Stazione di Villafranca Tirrena, impegnati nella vigilanza delle aree costiere, hanno arrestato, nella flagranza del reato di evasione, B.L., 35enne, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari si era arbitrariamente allontanato da casa per andare a consumare una bevanda in un bar. I militari, riconosciutolo, lo hanno arrestato e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, lo hanno ristretto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.
Durante l’attività di controllo, i militari del Nucleo Radiomobile hanno altresì proceduto, segnalandoli alla Procura della Repubblica di Messina, nei confronti di due giovani messinesi poiché responsabili di disturbo delle occupazioni o delle persone, in quanto individuati, nel corso dei controlli alla circolazione stradale, con elevatissimo volume dello stereo della propria auto, tale da provocare rumori molesti.
Inoltre, nel corso del servizio è stato denunciato dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia Messina Centro un 26enne che, perquisito in via Santa Marta mente circolava a bordo di una bici elettrica, è stato trovato in possesso di circa 35 grammi di marijuana. Altresì tre messinesi, sono stati segnalati alla Prefettura di Messina quali assuntori di stupefacente, poiché trovati in possesso di modiche quantità di hashish, detenute per uso personale, con il sequestro di 6 grammi complessivi di sostanza stupefacente. 
Infine sono stati intensificati i controlli alle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ai soggetti sottoposti al regime degli arresti domiciliari ed alla sorveglianza speciale di P.S..