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Isola di Vulcano:denunciati turisti -ignari del rischio di esalazioni gassose- trovati sulla sommità del cratere vulcanico dell’isola eoliana
I militari delle Stazioni Carabinieri dell’arcipelago eoliano di Lipari, Vulcano, Santa Marina Salina, Filicudi e Stromboli, nonché del Posto Fisso di Panarea, hanno attuato diversi posti di controllo alla circolazione stradale, nel corso dei quali, a Vulcano, hanno deferito una persona in stato evidente di ubriachezza, sanzionandola anche per violazione della normativa sul distanziamento sociale.
Inoltre, sempre sull’isola di Vulcano, i Carabinieri hanno sanzionato dieci turisti, per aver violato l’ordinanza sindacale n. 115/2021 del Comune di Lipari che, in ragione della pericolosità connessa alle anomale concentrazioni delle esalazioni gassose presenti sulla sommità del vulcano, vieta la scalata del cratere della Fossa a visitatori ed escursionisti, elevando sanzioni amministrative per un totale di cinquemila euro.
Nel corso dei servizi sono state sottoposte a controllo 32 vetture e 83 persone. Infine sono state elevate diverse sanzioni per violazione delle norme del codice della strada tra cui la mancanza di copertura assicurativa, l’uso del cellulare alla guida di veicoli ed il mancato uso del casco a bordo di motocicli
Detenuto di Caltagirone ucciso nel sonno dal compagno di cella
Archivio -Sud Libertà
Un omicidio maturato in piena notte fra i corridoi del penitenziario di Caltagirone. Ad uccidere G. Calcagno, secondo la Procura, sarebbe stato il suo compagno di cella, che lo avrebbe strangolato nel sonno.Un uomo, T.G. – fornite solo le iniziali del nome – è stato arrestato dai carabinieri perché reo di aver strangolato il compagno di cella, mentre la vittima dormiva, il 3 gennaio scorso nel carcere di Caltagirone, nel catanese, dove era detenuto.
E’ da supporre che la vittima si sia svegliata e abbia cercato di reagire al suo assassino compagno di cella.
La ricostruzione dei fatti, corroborata da inequivocabili accertamenti medico-legali, ha permesso di fare luce sulle cause del decesso del detenuto, G.C, inizialmente apparsa quale morte naturale. L’uomo era già agli arresti domiciliari, perché gravemente indiziato dell’omicidio del compagno di cella. In passato, inoltre, era stato condannato per omicidio e tentato omicidio.
Emessa l’Ordinanza giudiziaria
I militari dell’Arma hanno notificato un’ordinanza del Gip all’uomo arrestato, emessa su richiesta del Procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, e del sostituto Samuela Maria Lo Martire.
Agrigento, scoperta dai Carabinieri serra di canapa. Due arresti.
Contrasto alla droga ad Agrigento (Ribera). Arrestato un tunisino in possesso di droga e contanti
Contrasto e lotta alla droga. I Carabinieri della Tenenza di Ribera, nell’ambito dei consueti servizi finalizzati al contrasto dello spaccio di stupefacenti, predisposti con il supporto del personale della Compagnia d’Intervento Operativo di Palermo, hanno arrestato un cittadino di origine tunisine, di 28 anni, senza fissa dimora, disoccupato, con precedenti di polizia, trovato in possesso di vari quantitativi di droga di diversa specie e denaro contante.
In particolare, pregressa attività info-investigativa svolta sul territorio dai militari, consentiva di individuare l’alloggio del cittadino tunisino ubicato negli immobili ormai abbandonati di Via Tevere a Ribera. La perquisizione locale permetteva di rinvenire e sequestrare 8 gr. di cocaina, 3 gr. di marijuana, 5 gr. di hashish, la somma in contanti di 860 euro, costituita per lo più da banconote di piccolo taglio, nonché materiale idoneo per il taglio ed il confezionamento della sostanza.
Ultimate le formalità di rito, su disposizione della Procura della Repubblica di Sciacca, l’arrestato veniva posto in libertà in attesa del relativo processo all’esito degli accertamenti tecnici sulla sostanza in sequestro.
Operazione antidroga dei Carabinieri di San Lorenzo a Palermo e Trapani, 58 provvedimenti cautelari
Sono 58 Provvedimenti cautelari : , notifiche 37 in carcere, 20 domiciliari e 1 dell’obbligo di presentazione alla Procura g. emessi dal gip del tribunale di Palermo accusati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti.
Ricorderemo qui che l’indagine, condotta dai carabinieri tra febbraio e luglio del 2018, ha consentito di smantellare un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti e operante nel quartiere Sperone di Palermo e di individuarne struttura, dinamiche e strategie criminali.
le piazze di spaccio interi nuclei familiari, erano affidati dai boss anche ai minorenni per la cessione di stupefacenti. I componenti dell’organizzazione usavano i meandri degli edifici, le strette vie del quartiere, le loro abitazioni, le camerette dei figli minori, come magazzini, lavorazione e spaccio di stupefacenti.
Due i canali di approvvigionamento degli stupefacenti, gestiti da 3 degli odierni indagati, con precedenti penali e ritenuti vicini a cosa nostra.
Ricostruito dagli investigatori l’organigramma dell’associazione, con un vertice che gestiva il rifornimento, le strategie di spaccio e raccoglieva i proventi dell’attività, da cui dipendevano ben tre distinte compagini criminali, ognuna con a capo una famiglia che organizzava autonomamente la propria “piazza di spaccio” e impartiva precise direttive ai propri pusher.
Collaboravano anche le madri, le mogli e le conviventi dei capi delle compagini, che tenevano la contabilità delle ‘piazze di spaccio’, pronte anche a subentrare, all’occorrenza, per garantire continuità allo spaccio in caso di arresto di uno dei promotori.
L’organizzazione criminale aveva a disposizione magazzini e interi appartamenti, in cui i sodali si riunivano per decidere le strategie dell’organizzazione, spartirsi i proventi o rifornire i pusher impegnati nelle ‘piazze’.
Siti che venivano utilizzati per lo stoccaggio di marijuana e hashish e come laboratori per “cucinare” e “basare” la cocaina per la produzione del crack. Il vincolo associativo era talmente forte che parte dei profitti erano redistribuiti per il sostentamento delle famiglie dei detenuti e il pagamento delle relative spese legali i pusher operativi su strada per conto della delineata associazione erano organizzati su turni per garantirne la piena attività anche in orario notturno, con direttive precise sui punti dei cortili condominiali dove occultare lo stupefacente e sulle modalità di consegna agli acquirenti.
Le piazze di spaccio garantivano ai tre sodalizi consistenti profitti, stimati nell’ordine di 1,5 milioni di euro su base annua. Nel corso dell’attività sono già state arrestate in flagranza di reato 37 persone, segnalate alla locale prefettura quali acquirenti 56 soggetti e sequestrati circa 3 kg di stupefacente e oltre 6.000 euro in contanti.
Siracusano trasportava rifiuti senza autorizzazione. Denunciato alla Procura
foto Archivio Sud Libertà
SIRACUSA,
I Carabinieri della Stazione di Cassibile hanno denunciato alla Procura un trentaduenne siracusano con numerosi precedenti penali poiché sorpreso mentre trasportava a bordo di un ape car, sprovvista di assicurazione, oltre 200 kilogrammi di rifiuti plastici, ferrosi e indifferenziati.
Il soggetto, oltre ad essere denunciato per trasporto e gestione non autorizzata di rifiuti è stato sanzionato per la mancata copertura assicurativa ed il veicolo è stato sequestrato assieme ai rifiuti. Sono in corso ulteriori accertamenti per identificare il produttore dei rifiuti ed il luogo ove il denunciato intendeva scaricarli.
DISCO ROSSO AD ASSOCIAZIONE A DELINQUERE , 17 MISURE CAUTELARI PER FERMARE MOVIMENTO DI 27 TONNELLATE DI SIGARETTE
NAPOLI
Guai in vista per tanti contrabbandieri . Scoperti ed arrestati..I Comandi Provinciali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Napoli, al termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica partenopea, hanno eseguito un provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di 17 persone ritenute gravemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri.
Per uno dei sodalizi è stata applicata la custodia in carcere, per sette di essi gli arresti domiciliari.Altri sette sono destinatari di divieto di dimora nella provincia di Napoli, mentre due dell’obbligo di dimora.
Nel complesso sono 67 le persone coinvolte nelle attività investigative e gravemente indiziate, a vario titolo, di aver costituito e fatto parte di sodalizi criminali attivi nella commissione di reati inerenti al contrabbando di T.L.E. provenienti dall’Est Europa e introdotti in Italia per alimentare il mercato clandestino campano.
Già sequestrati, e successivamente confiscati, anche due immobili utilizzati per lo stoccaggio dei TLE, per un valore di oltre 250.000 euro.
Tre i gruppi familiari autonomi investigati, operativi nella città di Napoli, nelle zone di Porta Nolana, Piazza Mercato, via Sant’Antonio Abate, Quartiere Forcella e nell’area metropolitana, tra Cardito, Frattaminore, Casoria e Melito di Napoli.
Tali sodalizi, inseriti in un livello intermedio nella catena distributiva delle sigarette di contrabbando, disponendo di locali adibiti a magazzini clandestini intestati a diversi prestanome, hanno gestito il mercato illegale delle sigarette canalizzando le forniture ai minutanti di posti fissi (le cosiddette “bancarelle”) secondo i differenti flussi di domanda, dipendenti dalla qualità e dai prezzi praticati.
Nel corso delle indagini, svolte tra l’estate del 2015 ed il 2017, sono stati individuati e monitorati sia gli immobili destinati a deposito (box, garage, sottoscala, appartamenti) che gli automezzi utilizzati per le consegne delle forniture di t.l.e. ai clienti: generalmente auto di piccola cilindrata ma capaci di occultare fino a 3 casse di sigarette
ARRESTATO “NERONE”,UN ANZIANO INCENDIARIO CHE HA CAUSATO LA DISTRUZIONE DI 85 ETTARI DI BOSCO
Archivi -Sud Libertà
I Carabinieri della Stazione di Pioppo hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un anziano monrealese, ritenuto responsabile di incendio boschivo, già noto alle forze dell’ordine per fatti analoghi.
L’attività investigativa dei militari dell’Arma ha consentito di individuare nell’indagato il responsabile dell’incendio appiccato il 17 agosto 2020 in località “Casaboli” del comune di Monreale, che divampando per oltre 24 ore ha causato la distruzione di 85 ettari di area boschiva.
L’arrestato è stato ristretto nella propria abitazione in regime di arresti domiciliari, il reato di cui risponderà prevede una pena fino a dieci anni di reclusione.
Maxi blitz in Sicilia per catturare il superboss Matteo Messina Denaro
Maxi blitz in Sicilia per l’impegno di porre fine alla latitanza del boss latitante Matteo Messina Denaro. La Polizia di Trapani con il Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine, punta i riflettori sui fiancheggiatori del superboss e sta eseguendo decine di perquisizioni nella Valle del Belice, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo.
Tutti i militari sono impegnati in un’imponente operazione in cui sono dispiegati oltre 150 agenti provenienti anche dai Reparti Prevenzione Crimine di Sicilia e Calabria. Coinvolti nell’operazione anche elicotteri del Reparto Volo di Palermo, pattuglie munite di apparecchiature speciali e unità cinofile.
L’attività di polizia giudiziaria è rivolta a persone sospettate di essere fiancheggiatori del latitante, per i trascorsi criminali e per la loro vicinanza o contiguità alle famiglie mafiose trapanesi e agrigentine. Perquisizioni dapertutto anche nelle località di Castelvetrano, Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Partanna, Mazara del Vallo, Santa Margherita Belice e Roccamena (Palermo).