Una nuova terapia apre una speranza alle donne che lottano contro il tumore del seno

In Italia vivono più di 37.000 donne con diagnosi di tumore della mammella metastatico

Una terapia potrebbe dare una nuova speranza alle donne colpite da tumore del seno e migliorare significativamente la sopravvivenza globale, fino al 70%   L’Italia- si apprende – ha avuto un ruolo importante, perchè ha valutato la molecola ribociclib, in associazione alla terapia endocrina come trattamento iniziale in donne in pre e peri-menopausa con tumore della mammella avanzato o metastatico HR+/HER2- (positivo per i recettori ormonali e negativo per il recettore 2 del fattore umano di crescita epidermica

Dalla ricerca emerge “che tassi di sopravvivenza globale nella popolazione a 42 mesi erano pari al 70,2% con ribociclib in associazione alla terapia endocrina, rispetto al 46% per la sola terapia endocrina. Al momento del ‘cut-off’ dei dati, il 35% delle donne che assumevano ribociclib in associazione alla terapia endocrina ha proseguito il trattamento. Non è stata rilevata nessuna nuova segnalazione relativa alla sicurezza. La molecola non è indicata per l’utilizzo in associazione a tamoxifene“…..

“In Italia vivono più di 37.000 donne con diagnosi di tumore della mammella metastatico – spiega Lucia Del Mastro, responsabile della Breast Unit dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova -. Di queste, 3.700 hanno un’età compresa fra i 40 e i 49 anni. Si tratta di donne giovani, nel pieno della loro vita familiare e professionale, come madri, mogli e lavoratici. In questi casi, la malattia ha un impatto profondo sull’intera famiglia”.

“Da qui – la necessità di opzioni terapeutiche innovative che garantiscano quantità e qualità di vita.    Le nuove speranze alle giovani pazienti: ribociclib infatti è un trattamento caratterizzato, da un lato, da un’efficacia superiore rispetto alle terapie anti-ormonali standard, dall’altro da una bassa tossicità, consentendo di condurre una vita normale pur continuando le cure per la neoplasia metastatica”.

Sezione trasversale grafica del seno femminile

 

“Il beneficio di sopravvivenza globale è considerato il ‘gold standard’ negli studi clinici, ma rappresenta una sfida nel tumore mammario metastatico HR+/HER2-. Lo studio Monaleesa-7 ha raggiunto questo importante endpoint prima di quanto previsto – ha affermato Sara Hurvitz, MD, Direttore medico del Jonsson comprehensive cancer center clinical research unit e Direttore del Breast cancer clinical trials program all’università della California (Los Angeles). “Risultati importanti come questi con ribociclib sono ciò che desideriamo osservare in ogni studio clinico e ottenere un miglioramento della sopravvivenza in una malattia non guaribile come il tumore della mammella metastatico è veramente un eccezionale avanzamento per le pazienti”.

Susanne Schaffert, ceo Novartis Oncology, ha aggiunto che “Ribociclib è l’unico inibitore CDK4/6 ad ottenere una sopravvivenza globale statisticamente significativa quando somministrato in combinazione con la terapia endocrina e siamo veramente orgogliosi di condividere questi importanti dati con la comunità dei medici. Questi emozionanti risultati si aggiungono alla provata efficacia e al profilo di sicurezza di ribociclib e li consolidano come standard di cura per le donne che vivono con un tumore della mammella metastatico HR+/HER2-“.

DIO ILLUMINA L’UOMO ALLA SCOPERTA GRADUALE DEL CANCRO- PREMIATI DUE SCIENZIATI CON IL NOBEL

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James P. Allison e  Tasuku Honjo sono i due scienziati premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina 2018 per la scoperta dell’immunoterapia anticancro. La comunicazione proviene dal  Karolinska Institutet di Stoccolma in Svezia, in diretta su internet

Il riconoscimento ammonta quest’anno a 9 milioni di corone svedesi, al cambio odierno oltre 871 mila euro. Dal 1901 al 2017 sono stati 108 i premi Nobel per la Medicina o la Fisiologia, consegnati a un totale di 214 scienziati, dato che il riconoscimento viene dato spesso a più di una persona.

 – Il cancro uccide milioni di persone ogni anno ed è una delle più grandi sfide per la salute dell’umanità. Studiando la capacità del nostro sistema immunitario di attaccare le cellule tumorali, i vincitori del premio Nobel 2018 per la Medicina e la fisiologia hanno stabilito un principio completamente nuovo per la terapia del cancro. Hanno infatti mostrato come diverse strategie per inibire i ‘freni’ posti al sistema immunitario possano essere utilizzate nel trattamento della malattia, e le loro scoperte sono oggi un punto di riferimento nella lotta contro i tumori.

                  LA   SCOPERTA E’ OGGI UN PUNTO DI RIFERIMENTO NELLA LOTTA CONTRO I TUMORI

In particolare, Tasuku Honjo ha scoperto una proteina presente sulle cellule immunitarie, rivelando la sua funzione, appunto, di ‘freno’ del sistema di difesa dell’organismo, quando intraprende un diverso meccanismo di azione. Le terapie basate sulla sua scoperta si sono rivelate sorprendentemente efficaci nella lotta contro il cancro.

Anche l’altro scienziato insignito del maggiore riconoscimento nel settore della Medicina, James P. Allison, ha studiato la proteina che funziona da freno del sistema immunitario, e si è reso conto del potenziale terapeutico di un sistema che possa liberare tale freno, scatenando le nostre cellule immunitarie per attaccare i tumori. Inoltre ha sviluppato questo concetto in un nuovo approccio per il trattamento dei pazienti.

Fino all’arrivo di queste scoperte, i progressi nello sviluppo clinico delle immunoterapie erano stati modesti: la terapia dei ‘checkpoint immunitari’, così è stata ribattezzata la nuova strada inaugurata da Honjo e Allison, ha dunque rivoluzionato il trattamento del cancro e cambiato radicalmente il modo in cui i clinici gestiscono oggi questa patologia.

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Forse un giorno, proseguendo sulle ali della scienza e dello studio, Dio illuminerà l’uomo alla scoperta di questa tremenda malattia nella sua interezza

Una risposta a Nadia Toffa: “Le persone fighe sono quelle che tengono per mano la persona amata sapendo che quella potrebbe essere l’ultima notte

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 Le affermazioni di Nadia Toffa, la conduttrice della trasmissione “Le Iene” secondo le quali i malati di c ancro sarebbero dei fighi  pazzeschi” ha avuto risvolti negativi e, comunque un pò critici. “Beata te cara Nadia… che vivi su un altro pianeta, un pianeta dove avere il cancro fa sentire fighi”, scrive Catia, una  manager di Perugia, in un lungo post su Facebook, rilanciato oggi da ‘Corriere.it’. Un post, diventato virale, che in pochi giorni ha superato le 90mila condivisioni.

Beata te cara Nadia Toffa – si legge nel messaggio – che in due mesi hai scoperto di avere un tumore, hai fatto l’intervento, chemio e radio, sei già al lavoro e ti dichiari guarita (????) Sai, qui, nel mondo di noi comuni mortali, ci sono persone che in due mesi non riescono neanche ad avere una diagnosi”. “Qui, nel nostro mondo – continua -, i medici ci avvisano del fatto che il Protocollo Ufficiale, può funzionare …. ma può anche ucciderci. Qui, curarsi, è un terno al lotto“.

 Per Catia realmente “figo” è chi assiste un malato oncologico. “Sono quelli – scrive nel post – che devono mantenere il sorriso, ogni giorno mentre corrono da un ospedale all’altro in cerca di risposte. Sono quelli che piangono di nascosto”. “Le persone fighe – continua -, sono quelle che provano un senso di impotenza devastante, ma si comportano da supereroi. Le persone fighe, sono quelle che tengono per mano, per una notte intera la persona amata, sapendo bene che quella potrebbe essere l’ultima notte“.

E ancora: “Le persone fighe sono quelle che restano lì per prendersi l’ultimo respiro, nonostante sappiano che quell’ultimo respiro non permetterà più loro, in seguito, di respirare con naturalezza. I malati no, cara Nadia, loro – sottolinea – non sono fighi e non credo neanche si sentano fighi. Sono solo persone – conclude – che vorrebbero essere trattate dai medici come tali e non come semplici casi da inserire nelle loro maledettissime statistiche”.

Parole quelle di Catia in cui molti si sono riconosciuti. . “. Nessuno mette in dubbio che l’intenzione di Nadia Toffa fosse quella di infondere coraggio a chi sta combattendo la sua stessa battaglia. “Sicuramente Nadia voleva dare un segnale positivo o illudersi di vincere qualche battaglia sulla grave malattia del cancro.   Una malattia che solo il destino potrà dire mortale o meno, e quindi la volontà di Dio di far continuare la vita terrena.  Forse un giorno,cara Nadia Toffa, chissà, osserviamo noi di Sud Libertà, saremo davvero la gran parte tutti fighi perchè l’uomo proseguendo sulle ali della scienza e della fede potrà scoprire il miracolo della vita là dove un Dio forse lo permetterà….

 

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Alla scoperta della vita: miracolo della medicina, un esame del sangue può captare tutti i tipi di tumore

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Altro miracolo consentito da Dio all’uomo per  captare tutti i tipi di tumore attraverso un semplice esame del sangue. Il team della Johns Hopkins University di Baltimora sta infatti testando un metodo in grado di scoprire la presenza, per ora, di otto forme della malattia, che potrebbe essere eseguito, una volta messo a punto definitivamente, una volta l’anno come screening di massa. E salvare veramente tante vite, riporta ‘Science’.

I tumori – si apprende  – rilasciano piccolissime tracce del loro Dna mutato nel flusso sanguigno, oltre ad alcune proteine. L’innovativo esame, chiamato ‘The CancerSeek’, va a verificare la presenza di mutazioni in 16 geni su cui normalmente i tumori vanno a influire e su 8 proteine che la malattia stimola. Il test è stato applicato su 1.005 pazienti affetti da cancro all’ovaio, al fegato, allo stomaco, al pancreas, all’esofago, al colon, al polmone e al seno, non diffusi ad altri organi.

 L’analisi – è qui il dato sorprendente –  ha scovato il 70% delle neoplasie, e fra l’altro con un costo molto limitato, circa 500 dollari a paziente, equivalente al prezzo di una colonscopia. Cristian Tomasetti, uno dei ricercatori, ha spiegato alla Bbc che questo test potrebbe avere davvero “un enorme impatto sulla riduzione della mortalità per cancro. Fra queste neoplasie, infatti, ve ne sono alcune che non dispongono di programmi di screening precoce. Si pensi al cancro del pancreas, che dà luogo a pochi sintomi e per questo viene scoperto sempre in fase avanzata”. CancerSeek sarà ora testato su persone sane.

Scompare una stella di Wimbledon: Jane Novotna, ” battuta” dal cancro a soli 49 anni

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Il cancro batte Jana Novotna, una stella dello sport mondiale.  “Dopo una lunga battaglia contro il cancro, Jana  scompare, vinta dal cancro, circondata dalla famiglia nella sua nativa Repubblica Ceca”.

Ex numero uno del mondo del tennis in doppio e arrivata anche alla seconda posizione nella classifica di singolare, nell’arco di 14 anni nel circuito maggiore la Novotna ha collezionato 24 titoli in singolare e 76 in doppio, col successo più importante nel 1998 a Wimbledon: alla sua terza finale sull’erba londinese – nel ’93 e ’97 aveva perso da Steffi Graf e Martina Hingis – riuscì finalmente a trionfare, superando nell’ultimo atto la francese Nathalie Tauziat.

 Arrivò in finale anche agli Australian Open del ’91, sconfitta da Monica Seles. Per la Novotna altri 16 titoli dello Slam in doppio (4 nel misto), tre medaglie olimpiche e la Fed Cup vinta con la Repubblica Ceca nel 1988. Nel 2005 era stata inserita nella International Tennis Hall of Fame.