Problema Carceri e suicidi detenuti, la Camera approva il disegno di legge di Nordio. Ma i problemi vitali restano ancora sul tappeto

 

Disco verde della  Camera dei deputati al decreto legge sulle carceri con 153 voti favorevoli, 89 contrari e un astenuto. Essendo già stato approvato dal Senato è definitivamente convertito in legge. Oggi pomeriggio a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione presieduta dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla presenza del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Oggetto dell’incontro, fare il punto sul sistema carcerario che rappresenta un tema molto sensibile per il Governo.
Il Ministro Nordio  afferma :“Ho prospettato al Presidente Meloni soluzioni a breve e medio termine per il sovraffollamento carcerario. Su questo tema chiederò un incontro al Presidente della Repubblica, che ha sempre manifestato grande attenzione al riguardo. Del pari proporrò al Consiglio Superiore della Magistratura di considerare la copertura di organico per la magistratura di sorveglianza, garantendo da parte del Ministero agili e veloci procedure per il completamento della pianta organica degli amministrativi presso i Tribunali di sorveglianza”, 

Circa l’elevato numero di detenuti stranieri, il Ministro Nordio ha confermato “l’impegno a moltiplicare gli sforzi per rendere operativi in tempi celeri gli accordi con gli Stati interessati, al fine di garantire l’esecuzione della pena nei Paesi d’origine”. “Auspico che l’opposizione, invece di polemizzare su posizioni sedimentate nei decenni, possa collaborare fattivamente per rendere più veloce questo percorso che riguarda, sia a livello normativo che organizzativo, la modifica della custodia cautelare necessaria per evitare la carcerazione ingiustificata, ma soprattutto per affermare la detenzione differenziata dei tossicodipendenti presso le comunità di recupero”, ha concluso il Ministro

L’Autonomia differenziata è legge, anche la Camera approva la riforma con 172 voti a favore e 99 contrari

 

 

 

Roma,

L’assemblea di Montecitorio, dopo una serata fiume durata tutta la notte l’ha approvato con 172 voti a favore, 99 contrari e un astenuto. Il Ddl era già stato approvato dal Senato. “Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà. Ecco i tre cardini del disegno di legge sull’autonomia differenziata approvato alla Camera.Giorgia Meloni esprime così la sua soddisfazione: “Un passo avanti per costruire un’Italia più forte e più giusta, superare le differenze che esistono oggi tra i diversi territori della Nazione e garantire gli stessi livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sull’intero territorio. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini” .

Matteo Salvini comunica: “Per un’Italia più efficiente e più moderna, con meno sprechi e più servizi a tutti i cittadini, da Nord a Sud: dopo tanti anni di battaglie e di impegno, nonostante le bugie e gli attacchi della sinistra, grazie alla Lega ed al governo l’Autonomia richiesta da milioni di Italiani è stata approvata questa mattina anche alla Camera ed è finalmente legge. Una vittoria di tutti gli italiani: GRAZIE a tutti!”. 

Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. ““A dirlo mi tremano le gambe per l’emozione… c’è il VIA LIBERA DEFINITIVO della Camera all’Autonomia differenziata! L’approvazione di oggi è il coronamento di anni e anni di battaglie politiche della Lega, all’interno delle istituzioni e nelle piazze insieme ai militanti, con un voto che scrive una pagina di storia per tutto il Paese. Un percorso che mi rende particolarmente orgoglioso, quando penso al mio caro nonno Guido e al suo progetto del Movimento Autonomista Bergamasco. Nel mio cuore scorre un sangue autonomista fin da prima che io nascessi, è bello pensare di aver coronato anche il suo sogno”.

Da questo momento in avanti c’è un iter tracciato e ben definito, che permetterà alle Regioni di valorizzare le proprie eccellenze e garantire servizi sempre migliori ai cittadini, nel segno della responsabilità e della trasparenza”.
“Sbaglia chi dice che questo provvedimento spaccherà l’Italia, perchè farà l’esatto contrario. L’obiettivo è permettere a tutte le Regioni di correre sempre più veloce, riducendo i divari territoriali e realizzando quell’unità che c’è solo sulla carta.
L’orizzonte è davanti a noi e la via da intraprendere è definita, ora non resta che avere il coraggio di percorrerla. Si apre una fase nuova, il Governo sarà al fianco di chi vorrà cogliere questa storica sfida” conclude Calderoli.

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.“Ci hanno tenuto tutta la notte in Parlamento pur di approvare l’Autonomia Differenziata e brandire lo scalpo del Sud prima dei ballottaggi. E così Fratelli d’Italia si piega all’antico sogno secessionista della Lega. Suggerirei che a questo punto cambiassero il nome in Brandelli d’Italia. O Fratelli di mezza Italia, visto che la stanno spaccando in due. Continueremo a batterci contro l’autonomia differenziata e il premierato insieme alle altre opposizioni, come abbiamo fatto ieri sera in una piazza unitaria e pienissima”….

Giuseppe Conte, leader dei 5stell“Sono le 7.39: da ieri e per tutta questa notte stiamo contrastando la maggioranza decisa ad approvare, in questa seduta fiume alla Camera, il disegno di legge Spacca-Italia, che condanna il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento delle proprie condizioni riguardanti la sanità, l’istruzione, i trasporti. Continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze”. 

L a Rissa alla Camera: e poi i politici chiedono alla gente il perchè dell’astensionismo elettorale

Comunicazione video su You T.

Furibonda rissa in aula alla Camera dei deputati nel corso dell’esame del ddl autonomia differenziata             Sembrava una lite gigantesca del tipo che si vedono a Roma davanti ai bar scontri tra giovani     Il deputato M5s Leonardo Donno, colpito da alcuni deputati fra i quali il deputato della Lega Igor Iezzi, secondo i racconti di diversi parlamentari, con due pugni in testa. È stato necessario l`intervento dei medici che hanno portato Donno fuori dall`aula su una sedia a rotelle. Nella rissa è risultato colpito anche un assistente parlamentare intervenuto per sedare i deputati.

La rissa è scoppiata dopo che il deputato pentastellato aveva provato a portare il tricolore al ministro Calderoli, gesto censurato dal presidente della camera Lorenzo Fontana con l’espulsione. Diversi deputati leghisti lo hanno circondato ed è scoppiata la rissa a colpi di cazzotti e pugni. La seduta è stata sospesa.

Audizioni su separazione carriere nella magistratura

 

 

 

Alle ore 14.30, la Commissione Affari costituzionali, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti modifiche all’articolo 87 e al titolo IV della parte II della Costituzione in materia di separazione delle carriere giudicante e requirente della magistratura, ha svolto l’audizione di Gaetano Azzariti, professore di diritto cosituzionale presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza,  Serena Sileoni, professoressa di diritto costituzionale presso l’Università Suor Orsola Benincasa.

 

Usa, i repubblicani riconquistano la Camera dei rappresentanti

 

Archivi -Sud Libertà

 

L’America sembrava  ancora divisa in due, tra Biden e Trumps Ma nel  voto di Midterm Usa, i Repubblicani riconquistano la Camera dei Rappresentanti di Washington, secondo le proiezioni diffuse dai media Tv: il Gop,  ha raggiunto la necessaria soglia dei 218 seggi a otto giorni dal voto, a conferma di una performance elettorale di medio termine inferiore alle aspettative per il partito, che vede deluse le speranze di un”onda rossa”

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è subito congratulato con il Gop per la raggiunta maggioranza, dicendosi pronto a lavorare con i Repubblicani.    Afferma il presidente americano: “Mi congratulo con il leader McCarthy per la maggioranza alla Camera e sono pronto a lavorare con i Repubblicani per ottenere risultati per le famiglie che lavorano”Lavorerò con chiunque, repubblicano o democratico, sia disposto a collaborare per ottenere risultati” per il popolo americano….”

 

Oggi, alle 11, il “Manifesto del Presidente del consiglio Meloni”

Elezioni, Pravda: "Con Meloni l'Italia sceglie la via dell'abisso" -  LaPresse

Roma,

Oggi alle ore 11 intervento della Meloni.. Il discorso con cui  il presidente del consiglio andrà alla prova della fiducia vuole infatti tracciare “un manifesto programmatico che ambisce ad essere la base di lavoro di un’intera legislatura” “a conferma della natura fortemente politica del governo e con l’obiettivo di dare seguito concreto e attuazione agli impegni assunti con i cittadini italiani in campagna elettorale”. A partire dalla volontà di fronteggiare al meglio le difficoltà, leggi caro bollette e crisi energetica.

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha reso questa mattina, prima al Senato della Repubblica e poi alla Camera dei Deputati, un’informativa sui recenti sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina.

 

 

 

 

Riportiamo l’intervento del Presidente del Consiglio Draghi  in riferimento al conflitto tra l’Ucraina  e la Russia. L’Aula della Camera ha definitivamente approvato il Dl Ucraina bis (chiamato anche dl energia o anti-rincari) con 336 voti a favore e 51 contrari (due gli astenuti).

Il decreto legge reca misure per contrastare gli aumenti dei prezzi causati della crisi ucraina. Nel testo è stato “travasato” un successivo intervento che proroga all’8 luglio le agevolazioni già previste dal taglia-prezzi sulle accise per i carburanti. Nel passaggio al Senato è stato fortemente rafforzato il capitolo “golden power” sia con una sua estensione alla costituzione di imprese nei settori previsti, sia con la sua applicabilità alle concessioni a partire da quelle idroelettriche. Il provvedimento è convertito in legge.

 

“Signor Presidente,
Onorevoli Senatrici e Senatori,

L’informativa di oggi intende approfondire i principali aspetti legati alla guerra in Ucraina.
In particolare, mi soffermerò sulla situazione militare sul terreno;
sulle conseguenze del conflitto dal punto di vista umanitario, alimentare, energetico;
sullo sforzo italiano di sostegno all’Ucraina;
sulle sanzioni nei confronti della Federazione Russa;
sulle iniziative negoziali in corso;
sull’azione del governo in tema di diversificazione delle forniture energetiche e di aiuto alimentare ai Paesi più esposti.

La guerra in Ucraina è giunta al suo 85esimo giorno.
La speranza da parte dell’esercito russo di conquistare vaste aree del Paese in tempi brevi si è scontrata con la convinta resistenza da parte del popolo ucraino.
La Federazione Russa si è ritirata da ampie porzioni del territorio ucraino, per concentrare le sue forze nell’area orientale del Paese.
Anche qui, l’avanzata russa procede molto più lentamente del previsto.
Nell’ultima settimana, le forze ucraine hanno ripreso il controllo di Kharkiv nell’Est del Paese, la seconda città per popolazione in Ucraina.
L’esercito ucraino ha finora respinto i tentativi da parte russa di attraversare il fiume Severskij Donec’, e quindi di accerchiare Severodonetsk – a circa 100 chilometri a nord-ovest di Lugansk.

Nel sud-est dell’Ucraina, l’offensiva russa si è trasformata in un’occupazione militare.
A Kherson, le forze russe hanno lasciato alla Guardia Nazionale Russa il presidio dell’area.
Il 1° maggio la città ha adottato il rublo russo ed è stata agganciata alla rete di telecomunicazioni russa Rostelecom – un segnale di un progressivo radicamento della Russia nell’area.
L’attività dell’aviazione e i lanci missilistici russi continuano su Mariupol e nell’area del Donbass.
Secondo lo Stato Maggiore ucraino le Forze russe stanno cercando di annettere nuovi territori negli oblast di Donetsk e Lugansk.

Il costo dell’invasione russa in termini di vite umane è terribile.
Le ricostruzioni con immagini satellitari hanno individuato 9.000 corpi in quattro fosse comuni nei dintorni della città di Mariupol.
La scorsa settimana sono state ritrovate fosse comuni a Kiev dopo quelle scoperte in altri luoghi liberati dall’occupazione russa, ad esempio Bucha e Borodyanka.
L’Italia ha offerto il suo sostegno al governo ucraino per indagare su possibili crimini di guerra.
In questo contesto, la nostra Ambasciata ha comunque ripreso le sue attività a Kiev.
Ringrazio ancora una volta l’Ambasciatore Zazo e tutto il personale dell’Ambasciata per lo spirito di servizio, la professionalità e il grande coraggio dimostrati.

Al 3 maggio, il numero di sfollati interni è arrivato a 7,7 milioni di persone.
Secondo l’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite, circa 6 milioni di persone – soprattutto donne e minori – dall’inizio delle ostilità hanno lasciato l’Ucraina per i Paesi vicini.
Se si sommano queste due cifre, sono quasi 14 milioni i residenti in Ucraina che hanno dovuto lasciare le proprie case – quasi un cittadino su tre.
Oltre 116 mila ucraini sono arrivati in Italia – di cui 4mila minori non accompagnati.
Sinora abbiamo inserito circa 22.792 studenti ucraini nelle scuole italiane.
La maggior parte – quasi 11 mila – sono bambine e bambini delle scuole primarie.
Desidero ringraziare il ministro Bianchi, il personale della scuola e tutte le bambine e i bambini italiani per questa meravigliosa manifestazione di amore e di efficienza collettiva.
Voglio ringraziare anche la Protezione civile, gli enti del terzo settore e tutti i cittadini italiani che sono impegnati nell’accoglienza dei rifugiati.
L’Italia è orgogliosa di voi – della vostra accoglienza, della vostra solidarietà, della vostra umanità.

Alla crisi umanitaria dovuta all’invasione russa rischia di aggiungersi una crisi alimentare.
Russia e Ucraina sono tra i principali fornitori di cereali a livello globale.
Da soli, sono responsabili di più del 25% delle esportazioni globali di grano.
26 Paesi dipendono da loro per più di metà del proprio fabbisogno.
Le devastazioni belliche hanno colpito la capacità produttiva di vaste aree dell’Ucraina.
A ciò si aggiunge il blocco da parte dell’esercito russo di milioni di tonnellate di cereali nei porti ucraini del Mar Nero e del Mar d’Azov.
La guerra in Ucraina minaccia la sicurezza alimentare di milioni di persone, anche perché si aggiunge alle criticità già emerse durante la pandemia.
L’indice dei prezzi dei prodotti alimentari è salito nel corso del 2021 e ha toccato a marzo i massimi storici.
La riduzione delle forniture di cereali e il conseguente aumento dei prezzi rischia di avere effetti disastrosi in particolare per alcuni Paesi dell’Africa e del Medio Oriente, dove cresce il pericolo di crisi umanitarie, politiche, sociali.
La guerra ha avuto anche degli effetti significativi sul mercato energetico, aumentando l’incertezza.
I prezzi erano già molto alti anche prima della guerra, ma l’incertezza certamente è aumentata.
A causa delle difficoltà tecniche legate al conflitto, è stato interrotto il flusso di gas russo verso l’Europa attraverso il gasdotto Sokhranivka, da cui passa circa un terzo del totale.
I prezzi restano comunque a livelli molto alti rispetto ai valori storici e sono soggetti a forte volatilità.

Fin dall’inizio dell’invasione, il Governo si è mosso con convinzione per sostenere l’Ucraina.
Abbiamo stanziato oltre 800 milioni di euro in assistenza per i profughi.
Circa 300 milioni fanno parte dell’ultimo Decreto Aiuti.
Rafforziamo la capacità di accoglienza dei rifugiati e forniamo ai profughi l’accesso all’assistenza sanitaria pubblica.
Siamo un Paese ospitale: lo stiamo dimostrando e intendiamo continuare a farlo.

L’ Italia ha inoltre stanziato 110 milioni di euro in sovvenzioni al bilancio generale del governo ucraino per la gestione dell’emergenza – a cui si aggiungono fino a 200 milioni in prestiti.
Finanziamo con 26 milioni di euro le attività di varie organizzazioni internazionali attive in Ucraina e nei Paesi limitrofi.
Nel quadro del meccanismo europeo di protezione civile, è stato organizzato un trasporto umanitario di circa 20 tonnellate di materiali umanitari della Cooperazione italiana.
Il servizio nazionale di protezione civile ha donato beni come letti da campo, tende, medicinali e apparecchiature mediche all’Ucraina, e ha offerto assistenza anche a Slovacchia e Moldova.

Per impedire che la crisi umanitaria continui ad aggravarsi, dobbiamo raggiungere il prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire con forza i negoziati.
È la posizione dell’Italia ed è un’aspirazione europea che ho condiviso con il Presidente Biden e i leader politici del Congresso durante la mia recente visita a Washington.
In questi incontri ho riscontrato un apprezzamento universale per la solidità della posizione italiana, fermamente ancorata nel campo transatlantico e dell’Unione Europea.
Questa posizione ci permette di essere in prima linea, con credibilità e senza ambiguità, nella ricerca della pace.
Da questo punto di vista, il colloquio del Capo del Pentagono Austin con il ministro della Difesa russo Shoigu, avvenuto il 13 maggio, rappresenta un segnale incoraggiante.
Si tratta della prima telefonata dall’inizio della guerra.

Nella giornata di ieri, la Federazione Russa ha comunicato al nostro Ambasciatore a Mosca l’espulsione di 24 diplomatici italiani.
È un atto ostile, che ricalca decisioni simili prese nei confronti di altri Paesi europei e che risponde a espulsioni di diplomatici russi da parte dell’Italia e di altri Stati membri dell’Unione Europea.
È essenziale comunque mantenere canali di dialogo con la Federazione Russa.
È soltanto da questi canali che potrà emergere una soluzione negoziale.

L’Italia si muoverà a livello bilaterale e insieme ai partner europei e agli alleati per cercare ogni possibile opportunità di mediazione.
Ma dovrà essere l’Ucraina, e nessun altro, a decidere che pace accettare. Anche perché una pace che non fosse accettabile da parte dell’Ucraina non sarebbe neanche sostenibile.
A fine giugno si terrà il Consiglio Europeo, nel quale affronteremo anche la questione dell’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea.
Come ho già detto in Parlamento, l’Italia è favorevole all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea.
A inizio luglio, sarò ad Ankara per il vertice bilaterale con la Turchia – il primo di questo tipo da 10 anni.
In questo incontro discuteremo delle prospettive negoziali e diplomatiche del conflitto, e del rafforzamento dei rapporti tra Italia e Turchia.
Se oggi possiamo parlare di un tentativo di dialogo è grazie al fatto che l’Ucraina è riuscita a difendersi in questi mesi di guerra.
L’Italia continuerà a sostenere il Governo ucraino nei suoi sforzi per respingere l’invasione russa.
Lo faremo in stretto coordinamento con i nostri partner europei.
Ne va non solo della solidità del legame transatlantico, ma anche della lealtà all’Unione Europea.
Il Governo ha riferito più volte sul tema al Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, che ha sempre riscontrato la coerenza del sostegno offerto rispetto alle indicazioni e agli indirizzi del Parlamento.

Al tempo stesso, dobbiamo continuare a mantenere alta la pressione sulla Russia attraverso le sanzioni, perché dobbiamo portare Mosca al tavolo dei negoziati.
Le misure restrittive fin qui approvate dall’Unione Europea e dal G7 hanno già avuto un impatto significativo sull’economia russa, che sarà ancora più forte nei prossimi mesi.
Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, il prodotto interno lordo russo calerà dell’8,5% quest’anno, e il tasso d’inflazione raggiungerà il 21,3%.
L’indice MOEX della Borsa di Mosca ha perso un terzo del valore rispetto a metà febbraio, prima dell’invasione.
Per frenare la fuga di capitali, la Banca Centrale Russa ha alzato i tassi di interesse, che oggi sono al 14%, e ha introdotto controlli sui movimenti di capitali.
L’Unione Europea è al lavoro su un sesto pacchetto di sanzioni, che l’Italia sostiene con convinzione.
La lista di interventi prevede misure legate al petrolio, restrizioni per alcuni istituti finanziari, l’ampliamento della lista di individui sanzionati.

L’attività di deterrenza nei confronti della Russia comprende anche l’intensificarsi delle operazioni dell’Alleanza Atlantica.
Il Comandante Supremo Alleato ha rafforzato il livello di risposta lungo il fianco orientale – uno sforzo a cui l’Italia contribuisce con 2.500 unità.
Nel medio periodo, siamo pronti a rafforzare ulteriormente il nostro contributo in Ungheria e Bulgaria, rispettivamente con 250 e 750 unità, in linea con l’azione dei nostri alleati.
Valutiamo infine la possibilità di sostenere la Romania nelle attività di sminamento marittimo del Mar Nero e la Slovacchia nella difesa anti aerea.
Il crescere della minaccia russa ha spinto la Svezia e la Finlandia a fare domanda per aderire alla NATO.
L’Italia appoggia con convinzione questa richiesta, come ho avuto modo di dire ieri alla Premier finlandese Sanna Marin durante il nostro incontro bilaterale.
È necessario affiancare alla NATO una vera e propria difesa comune europea, complementare all’Alleanza Atlantica.
Il primo passo deve essere la razionalizzazione della spesa militare in Europa, la cui distribuzione è inefficiente.
Nel mio recente intervento al Parlamento Europeo di Strasburgo, ho lanciato la proposta di una conferenza europea che abbia l’obiettivo di iniziare un coordinamento per i nostri investimenti in sicurezza.

Migliorare le nostre capacità di difesa non basta per costruire una pace duratura, una coesistenza pacifica.
Come ha detto il Presidente Mattarella, nel lungo termine servirà anche uno “sforzo creativo” per arrivare a una conferenza internazionale sul modello degli accordi di Helsinki del 1975.
Una volta ottenuto il cessate il fuoco e conclusi i negoziati tra Kiev e Mosca, occorrerà costruire un “quadro internazionale rispettoso e condiviso”, per usare le sue parole.
Questa conferenza dovrà avere l’obiettivo, come fu per Helsinki, di avvicinare Paesi che oggi sono distanti e rendere duraturo il processo di distensione.
Tra i principi di Helsinki c’erano il rispetto del diritto all’autodeterminazione dei popoli, il non ricorso alla minaccia o all’uso della forza contro l’integrità territoriale e l’indipendenza politica di qualunque Stato.
Sono valori con cui l’Italia si identifica pienamente e che vogliamo vedere al centro della vita del continente europeo e del mondo.

Il Governo ha intenzione di continuare a impegnarsi per far fronte anche alle altre crisi che derivano o sono aggravate dalla guerra in Ucraina.
Il conflitto ha messo in luce le fragilità della politica energetica degli ultimi anni e reso ancora più evidente la necessità di diversificare i nostri fornitori.
Ci siamo mossi rapidamente per ridurre la quota di gas naturale che importiamo dalla Russia, che nel 2021 è stato circa il 40% del totale.

Il nostro obiettivo è non soltanto incrementare le forniture di gas naturale di cui abbiamo bisogno come combustibile di transizione, e insisto su transizione, ma anche investire in questi stessi Paesi per aumentare la produzione di energie rinnovabili.
L’intesa che abbiamo firmato ad aprile con l’Algeria, ad esempio, prevede un sostegno allo sviluppo di energia rinnovabile e di tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio;
prevede inoltre lo sviluppo di progetti di reti di trasmissione dell’energia elettrica in Algeria e di interconnessione elettrica tra l’Algeria e l’Italia.

Il Governo si è poi mosso con la massima determinazione per eliminare i vincoli burocratici che limitano l’espansione delle rinnovabili in Italia.
L’energia rinnovabile resta infatti l’unica strada per affrancarci dalle importazioni di combustibili fossili, e per raggiungere un modello di crescita davvero, davvero sostenibile.
Il Governo continuerà in ogni sforzo per rendere questi investimenti più rapidi, per smontare, per distruggere le barriere burocratiche che impediscono gli investimenti. Oggi sono solo quelle.
Le stime del Governo indicano che potremo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024.
I primi effetti di questo processo si vedranno già a fine 2022.
Durante la mia visita a Washington ho condiviso con il Presidente Biden la strategia energetica italiana.
Ci siamo detti d’accordo sull’importanza di preservare gli obiettivi sul clima – un impegno che l’Italia intende mantenere.

Il Governo ha adottato misure molto sostanziose per tutelare le imprese e le famiglie dai rincari energetici.
I provvedimenti ammontano a circa 30 miliardi di euro solo per quest’anno, per mitigare gli aumenti dei prezzi dei carburanti e ridurre le bollette.
Abbiamo destinato i nostri aiuti soprattutto alle fasce più vulnerabili della popolazione, in particolare le famiglie a basso reddito;
e abbiamo aiutato i settori produttivi più in difficoltà, come le imprese ad alta intensità energetica.
È ora importante che si trovino a livello europeo soluzioni strutturali, che superino le distorsioni presenti nei mercati dell’energia.
La Commissione europea ha presentato ieri il piano RepowerEU, che sarà al centro del prossimo Consiglio europeo straordinario.
C’è bisogno di risposte immediate e coraggiose, per alleviare l’impatto della crisi sulle nostre economie.

Dobbiamo poi agire con la massima urgenza per evitare che il conflitto in Ucraina provochi crisi alimentari.
Durante la mia recente visita negli Stati Uniti, ho discusso con il Presidente Biden dell’urgenza di un’azione coordinata – un tema sollevato anche dalla presidenza tedesca del G7.
Al Presidente ho chiesto sostegno per una iniziativa condivisa tra tutte le parti che sblocchi immediatamente i milioni di tonnellate di grano bloccati nei porti del sud dell’Ucraina.
In altre parole, occorre che le navi che portano questo grano siano lasciate passare e se i porti sono stati – come si dice – minati dall’esercito ucraino siano sminati a questo proposito.
Tutte le parti in causa dovrebbero aprire in questo momento una parentesi di collaborazione per evitare una crisi umanitaria che farebbe morire milioni e milioni di persone nella parte più povera del mondo.
L’Italia ha promosso un Dialogo Ministeriale con i Paesi del Mediterraneo in collaborazione con la FAO, per delineare le misure d’intervento per la regione.
Analoghe iniziative sono state prese dalla Francia, dalla Germania, dagli Stati Uniti. Ma forse la cosa più urgente è fare quello che dicevo prima.

Voglio infine ringraziare il Parlamento – la maggioranza e anche la principale forza di opposizione – per il sostegno che avete dato al Governo nell’affrontare questa crisi.
La risoluzione, approvata a larghissima maggioranza, che ha impegnato il Governo, tra l’altro, a:
sostenere dal punto di vista umanitario, finanziario e militare l’Ucraina;
a tenere alta la pressione sulla Russia, anche attraverso sanzioni;
a ricercare una soluzione negoziale;
ha guidato in modo molto chiaro l’azione di Governo e ha rafforzato la nostra posizione a livello internazionale.
Il Governo intende continuare a muoversi nel solco di questa risoluzione.
Grazie”.

 

 

 

Fiducia della Camera a Draghi in una maggioranza variopinta dove tutti i deputati si odiano, cambiano colore e programma ma per ora si sta uniti

Risultato immagini per immagine di draghi alla camera

La Camera ha votato la fiducia al governo Draghi con 535 voti a favore, 56 contrari e 5 astenuti. Presenti 596 deputati.

Luigi Di Maio sul social : “Dopo la fiducia al Governo Draghi, sostenuto anche dai nostri iscritti, ora è il momento di dare risposte. Il Paese sta attraversando uno dei momenti più bui di sempre e ci sono priorità come i vaccini, il sostegno a imprese, partite iva e famiglie. Questa è la strada da seguire”.

Sono 16 gli esponenti del M5S che hanno votato no alla fiducia e quattro i pentastellati che si sono astenuti, mentre altri 12 deputati del Movimento non hanno partecipato al voto. Hanno votato no Corda, Sapia, Spessotto, Testamento, Volpi, Baroni, Cabras, Colletti, Costanzo, Forciniti, Giuliodori, Maniero, Russo, Sarli, Termini e Vallascas. Si sono astenuti Paxia, Villarosa, Raduzzi e Sodano. Non hanno partecipato alla votazione Corneli, Ehm, Menga, Romaniello, Spadoni ( presidente dell’assemblea), Tucci, Di Lauro, Masi, Penna, Scutellà (malattia), Suriano, Zanichelli. Risultano in missione invece i deputati  pentastellati Mammì e Vianello.

Dissenso anche nelle file della Lega. Il deputato leghista Gianluca Vinci ha  votato no alla fiducia e ha annunciato il suo passaggio a Fratelli d’Italia. “Ho deciso di votare no a questo governo e non far parte di una maggioranza variopinta dove tutti odiano tutti ma si sta uniti, si danno nuove cariche e si cambiano i ‘programmi’ della legislatura senza mai andare al voto”. “Il mio no non è stato una scelta, ma un atto dovuto, rispettoso del mandato ricevuto dagli elettori che alle elezioni hanno votato per avere un’alternativa alla Sinistra. Ritengo fondamentale che gli elettori di centrodestra non siano traditi e che abbiano una rappresentanza in Parlamento che porti avanti i loro valori e le loro idee”….

IL PARLAMENTO ACCORDA LA FIDUCIA A CONTE : “LA POLITICA- AFFERMA IL PREMIER- SENZA SENTIMENTO DIVENTA DISCIPLINA SENZ’ANIMA

 

Esordio del premier Conte in Aula : Nessuna arroganza ma sono”Qui a testa alta”, e con  la “vocazione europeista” dell’esecutivo 

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 Al termine dell’intervento, la discussione generale e poi  il voto -321 che incassa l’esecutivo e vedrà anche la deputata di Forza Italia Renata Polverini, ex Presidente della Regione Lazio, ed insofferente da tempo alla linea del suo partito,dare la fiducia a Conte..

All’inizio di questa esperienza di governo -spiega Conte -ero consapevole che un esecutivo formato da esperienze diverse poteva nascere solo con una solida vocazione europeista, e mi sono adoperato per la prospettiva di un disegno riformatore. A riguardare i 29 punti programmatici, ravviso che c’era una visione e una forte spinta ideale, un chiaro investimento di fiducia”, ha detto il premier. La maggioranza, ha spiegato il presidente del Consiglio “è stata solida anche in passaggi critici”, e ora, nel futuro “abbiamo davanti una sfida epocale” perché “la pandemia ha sconvolto la società”.

Spiega Conte con fierezza e serenità: “Non abbiamo  mai “rinunciato a porre le basi per il rilancio del Paese”. “Abbiamo operato sempre scelte migliori? Ciascuno esprimerà le proprie valutazioni. Per parte mia posso dire che il governo ha operato con massimo scrupolo e attenzione per i delicati bilanciamenti anche costituzionali. Se io oggi posso parlare a voi che siete in quest’Aula e ai cittadini che ci seguono da casa a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori, ma per la consapevolezza di chi ha operato con tutte le energie fisiche e intellettivi per poter offrire la migliore protezione possibile alla comunità internazionale“.

E ancora: “Abbiamo seguito il principio di leale collaborazione con cui sarebbe stato possibile attuare strategie di intervento efficace. La pandemia ha rafforzato nelle forze politiche che con lealtà hanno sostenuto il governo la consapevolezza del valore del dialogo per assumere decisioni fondamentali”.

“E’ stato chiaro e apprezzato il contributo di Iv, ma ha deciso per l’astensione sul Recovery”. Ma “il Recovery – spiega – non c’entra con il Mes”. E sulla crisi “non ravviso alcun fondamento”, sottolinea il premier che aggiunge come ora la si debba “trovare qui una risposta”. Una crisi aperta in una “fase cruciale“, dice Conte, puntando il dito contro “contrappunti polemici, sterili e del tutto incomprensibili” e sui “non casuali rilanci sui temi più divisivi”.

Rischiamo di perdere contatto con la realtà, c’era bisogno di aprire una crisi politica in questa fase? No. Abbiamo compiuto – rivendica il premier – ogni sforzo per evitare che questa crisi latente potesse esplodere, nonostante continue pretese, critiche sempre più incalzanti, continui rilanci concentrati su temi palesemente divisivi rispetto alle sensibilità delle varie forze di maggioranza”.

E’ una crisi che avviene in una fase cruciale, con la pandemia in pieno corso. Confesso, lo devo dire, di avvertire un certo disagio. Non sono qui per illustrare misure per i cittadini e per le imprese o la bozza del Recovery Plan, ma per provare a spiegare una crisi di cui non ravviso alcun plausibile fondamento

Rincara la dose ancora il premier: “Arrivati a questo punto, bisogna dirlo con franchezza, non si può cancellare quel che accaduto, non si può pensare di recuperare quel senso di fiducia necessario per lavorare” insieme, in una compagine governativa. “Adesso si volta pagina, questo paese merita un governo coeso”, impegnato “a lavorare per una piena ripartenza” e per una “incisiva ripresa”.

Quanto accaduto nelle ultime settimane, ha quindi ribadito il premier, “ha aperto una crisi profonda tra le forze di maggioranza, ma ha soprattutto provocato sgomento nel paese e rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha fatto salire lo spread, ma perché ha attirato l’attenzione dei media internazionali, delle cancellerie straniere”.

Sappiate che questo è il momento giusto per contribuire alla prospettiva di governo, declinata in senso europeista e anti-sovranista”, dice quindi il premier rivolgendosi a quanti intendono farsi “costruttori”. “Servono volenterosi, a chi ha a cuore il destino dell’Italia dico ‘aiutateci'”, afferma Conte. L’invito è quello di “mettersi alle spalle il grave gesto di irresponsabilità che ci ha gettato in questa incertezza”. “Questa alleanza può già contare su una solida base di dialogo alimentata da M5s, Pd, Leu” e “sarebbe un arricchimento di questa alleanza poter acquisire contributo politico di formazioni che si collocano nella più alta tradizione europeista: liberale, popolare, socialista. Ma chiedo un appoggio limpido e trasparente”, sottolinea.

“Nei prossimi giorni completeremo il percorso già avviato per un patto di legislatura per definire le riforme più utili” e per “rafforzare la squadra di governo””Questa alleanza” a cui guarda il governo “sarà chiamata a esprimere una imprescindibile vocazione europeiste, perseguendo una chiara scelta di campo contro derive nazionalistiche e logiche sovraniste”.

“Da parte mia, assicuro massima disponibilità e mi impegno a guidare con tutti questa fase decisiva per la rinascita del Paese”, assicura Conte, aggiungendo: “Se il Parlamento vorrà accordare la fiducia garantisco a tutti i cittadini italiani che, oltre a tutte le energie fisiche e intellettuali, aggiungeremo il nostro cuore, perché la politica senza sentimento e una reale condivisione è disciplina senz’anima“.

“Mi avvarrò della facoltà di assegnare un’autorità delegata di Intelligence sui Servizi, una persona di mia fiducia”, ha quindi annunciato Conte ‘aprendo’ di fatto a una delle richieste e nodi dello scontro con Iv. “Teniamo fuori il comparto di Intelligence dalle polemiche”, ha detto poi di fronte alle proteste dell’Aula. Conte ha inoltre annunciato che, “viste le nuove sfide e anche gli impegni internazionali, non intendo mantenere la delega all’Agricoltura se non lo stretto necessario”.

“E’ stato fondamentale il senso di responsabilità manifestato anche dalle forze di opposizione, che pur nella chiara differenza, nella dialettica politica, differenti posizioni, hanno contributi, avete contribuito, ad affrontare alcuni passaggi critici”, ha spiegato ancora il premier. “Bisogna darne pubblicamente atto, avete votato varie volte lo scostamento di Bilancio, avanzato proposte concrete, qualificanti, alcune convintamente accolte dalle forze di maggioranza. Anche grazie a questo dialogo abbiamo potenziato, nella legge di Bilancio, il sostegno ai lavoratori autonomi, alle partite Iva”,

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La deputata Renata Polverini vota la fiducia a Conte e lascia Forza Italia

“La Camera, udite le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri sulla situazione politica in atto, le approva”. E’ il testo della telegrafica risoluzione di maggioranza alla Camera depositata dopo l’intervento del premier in aula. A firmarla i capigruppo Davide Crippa (M5s), Graziano Delrio (Pd), Federico Fornaro (Leu) e anche Alessandro Fusacchia (Centro democratico), Renate Gebhard (Minoranze linguistiche) e Antonio Tasso (Maie).

“Mezzogiorno di fuoco”, Conte alla sfida dell’Aula alle ore 12 ha frecce da scoccare nel duello contro Renzi “il flagello-distruttore”

 

Clint Eastwood, 90 anni di successi: dal western ai polizieschi alla regia  impegnata - La Stampa

”  Mezzogiorno di fuoco”, oggi alle 12 in Camera    Ricordate il  film ambientato nella cittadina di Hadleyville, nel territorio del Nuovo Messico che  narra la vicenda di uno sceriffo  moralmente obbligato ad affrontare un manipolo di fuorilegge che sta per giungere in città,a mezzogiorno, ma viene tradito e abbandonato da tutti i cittadini e getta alla fine sulla polvere con disdegno la stella di sceriffo?.    Oggi alle 12 il premier Giuseppe Conte sfida il teorema -assurdo e immotivato è il coro della maggioranza -di Matteo Renzi con il quale il recupero politico  appare insanabile. Nonostante oggi anche Nicola Zingaretti sia sceso in campo in difesa del premier Conte ed abbia fatto appello alle “forze democratiche, liberali e europeiste” ad un unità “per salvare il paese”, i numeri soprattutto al Senato sembrano garantire, anche grazie all’astensione di Iv, una maggioranza relativa, che dovrebbe essere sufficiente a mantenere in sella il governo ma non a d avere la serenità per affrontare i problemiCrisi di governo, Renzi-Conte e quel feeling (impossibile): «Incapace»,  «pensa a sé»- Corriere.it

Va ricordata l’ indecenza in un momento in cui il Paese attraversa il periodo più drammatico della sua storia, dopo la seconda guerra mondiale, dimostrata da   un leader irresponsabile capace di aver creato le condizioni per provare ad affondare la compagine governativa. Un momento in cui le imprese chiudono per mancanza di soldi e ristori continui, la disoccupazione sale vertiginosamente,i giovani del Sud sono sempre più disperati,  il denaro non scorre più come un tempo neanche nella forma di contributi afondo perduto per aprire una sorta di bottega commercaile, il Sud accresce il divario con il resto del Paese e risulta ancora più penalizzato perchè nonostante l’impegno di Conte che prevede nella sua agenda il rilancio del Sud, con questo modus operandi di alcuni politici deteriori difficilmente si potranno recuperare ritardi e superare incertezze in buona parte addebitabili alla situazione di emergenza.

Dal canto suo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sta provando, con dichiarazioni, atti concreti e dialoghi informali, a creare quel clima di unità nazionale che mese dopo mese- si sta perdendo nel Paese e che è necessario per affrontare virtuosamente l’emergenza pandemica. Nella consapevolezza che la caduta del governo, in queste circostanze, rappresenterebbe per lui un macigno difficile da rimuovere  Ecco, quindi che diventa più agevole pensare ad un terzo incarico per Conte- stimatissimo da Mattarella – in caso di naufragio al Senato

“Gli scenari sono aperti a favore di Conte”,immagine della correttezza e dell’interesse pubblico istituzionale ammette con franchezza il ministro Peppe Provenzano. Il premier si presenterà alle 12 alla Camera e martedì mattina al Senato e rilancerà la sua azione di governo.   Intanto  alla Camera Italia viva” perde pezzi – dopo Vito De Filippo oggi anche Michela Rostan annuncia che voterà la fiducia – vedremo al Senato cosa avverrà.   Sono tutti parlamentari  quelli di Renzi che hanno ricevuto il voto e sono stati eletti con il Pd.

I dati sicuri sulla riconferma a Palazzo Madama, si apprende anche dopo un vertice di maggioranza con il ministro D’Incà e i capigruppo,  sono attestati su  151 senatori.

Ricordiamo qui   gli annunci pubblici di diversi leader sull’operato di Renzi visto adesso come un flagello-distruttore dalla sinistra, l’autore di una crisi immotivata difficilmente arginabile

“Il mio obiettivo non è mai stato cacciare Conte ma non sarò compartecipe di disegni mediocri, voteremo le misure che servono al paese ma non siamo in maggioranza”, afferma Renzi imbarazzato e sorpreso perchè non si aspettava il coro di critiche vibrate sulla sua persona e sul gruppo da lui fondato.Lui teme di tornare a elezioni, fattispecie che ne annullerebbe il potere parlamentare. Per il Pd e M5s l a crisi italiana ha una sola firma ed è quella dell’ex premier.     Tralasciamo anche la solidarietà e il sostegno oceanico ricevuto dal premier Conte sul Web, simbolo dell’Italia migliore e pulita. Un evento mai avvenuto finora. “Una cosa e’ rilanciare – attacca Nicola Zingaretti – un’ altra cosa è distruggere. Se non si rispettano le opinioni degli altri, avendo la presunzione di tenere in considerazione solo le proprie, allora viene meno la fiducia e la possibilità di lavorare insieme”.

Il Pd in direzione dà il via libera al passaggio parlamentare di Conte, “è un dovere e non un diritto chiedere la fiducia”, precisa il leader dem. E si aggiorna a dopo il passaggio al Senato per capire i passi successivi, tutti ancora da decidere alla luce dei numeri. “Non lasceremo mai gli italiani nelle mani di persone irresponsabili e non aventi diritto         a governare”, è l’impegno di Luigi Di Maio mentre M5s ripete ancora una volta per voce di Vito Crimi, Alfonso Bonafede e dei capigruppo M5S, che “Renzi ha fatto una scelta molto grave che ha separato definitivamente le nostre strade”.

 

 

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