UNA CLASSE DIRIGENZIALE DELLA REGIONE “MUMMIFICATA” CHE SI MUOVE MAI IN DIFESA DI INTERESSI GENERALI E UN SUD DOVE L’OCCUPAZIONE NON C’E’ ANCORA E PERDE I SUOI GIOVANI

 

ANNO 2022:  CON LA SPERANZA DI UN INTERLOCUTORE NEI COMUNI E NELLA REGIONE SICILIANA

Vogliono giovani con esperienza ma non ce la fanno fare»
Non c’è una politica attiva nel Sud, in Sicilia, per l’impiego dei giovani

 

DI RAFFAELE   LANZA
Anche quest’anno sembra la riedizione quasi integrale del 2020   I servizi pubblici funzionano sempre peggio, in prima posizione le necessità pubbliche di strade e servizi annessi come l’illuminazione. Quando un lampione si guasta non si sa più chi sia il suo gestore. Una volta si telefonava al numero verde dell’Enel e, con  qualche giorno di ritardo ,il problema si chiudeva lì.  Oggi passano invece diversi giorni per indagare a chi il Comune – nel caso quello di Nicolosi – abbia affidato l’incarico di procedere alla sostituzione delle lampade.  Una volta scoperto neppure inefficienti vigili urbani rappresentano l’emergenza od informano l’utente.
Chi se ne frega delle proteste e lamentele pubbliche? Importante è conservare intatto lo “stipendio” e non finire nei guai come i  famosi vigili sanremesi che timbravano”in mutande”.      Nei comuni, specie quelli più piccoli,  ogni cosa invecchia entro gli scaffali municipali.  
Chi vuol risolvere i problemi di una strada o di un piano tecnico non fluido, “ha l’obbligo” di parlare con il Sindaco del Paese. Insomma la richiesta si traduce in altre parole in un”favore” da parte del primo cittadino       Puntigliosamente inapplicate le norme sulla trasparenza anche negli Uffici Tari/rifiuti/Imu di Comuni come quello -per documentarne uno chiarissimo ma indisciplinato- di Paternò , terra ancora del malaffare della burocrazia e degli uffici comunali. 
Avviene che tasse cioè inviate da un ufficio malfunzionante e, in palese malafede, a soggetti diversi da quelli dovuti non vengono mai corretti  dall inadeguato personale in servizio(due unità) nè da una dirigente nominata dalla Giunta comunale che preferisce non disturbare i propri “amici”, nè  si pensa di eliminare l’illegalità dagli uffici che essa dirige per l’incompatibilità di funzionari che di mattina lavorano nella stanza accanto alla dirigente comunale ed il pomeriggio in Caf  di natura pubblica     In sostanza,  l’atmosfera è quella biblica di una Torre di Babele quantunque la classe politica si sforzi di comunicare che tutto funziona a meraviglia nel loro ente.
Ed un altro cimitero dei bisogni inappagati è la Soprintendenza ai beni culturali con il Polo e strutture affini – specie a Catania e provincia – dove ,causa i pensionamenti anticipati e una inefficiente classe dirigenziale “invisibile” negli enti culturali e musei vari, ha ammainato per fallimento- da tempo oramai francamente – la bandiera.  Non una idea nuova ma solo ambizioni personali di dirigenti alla ricerca di incarichi remunerativi ed indennità di servizio e coordinamento. Marciume che andrebbe spazzato via da amministratori attenti e sensibili ma ,purtroppo, conniventi . 
   Anche la legge Antimafia, che prevedeva l’occupazione di un posto pubblico non più di cinque anni, è stata messa nella muffa. Così posti strategici come la segreteria della Soprintendenza-di Catania  occupata dalla dipendente funzionario D  signora Marletta Elvira da oltre quindici anni, che riesce a leggere,e ad “usare” il misterioso protocollo riservato,” segreto”, valgono una vita intera da dipendente al riparo dai problemi  d’ufficio con la complicità di una dirigente Soprintendente Donatella Aprilia appartenente – si sa già- al partito “Fratelli d’Italia” (ex candidata al Senato del partito) del governatore Musumeci.   Viva il potere.  Viva il malaffare.  Che volete? 
Questa è la Sicilia, questo è il Sud
Uffici della Regione ancora. Il rilancio del Genio civile di Catania è ancora in mente dei . Questo ente ha un organico di professionalità ridottissimo  Mancano progetti di opere pubbliche, il nuovo dirigente alla guida della struttura eredita una burocrazia micidiale che aveva messo in ginocchio per oltre quindici anni, allorchè la reggenza era tenuta dal dirigente Ragusa, l’intera popolazione  della città di Catania soffocata nei suoi bisogni di un semplice certificato di avvio lavori.  Il rilascio cioè del più semplice certificato che nelle altre città d’Italia è una bazzecola risolta a vista, in Sicilia e a Catania in particolare è un vero affare di Stato.Non parliamo della sicurezza del Genio civile ,ben mimetizzata da un suo funzionario incaricato- Domenico Contarino_ con le pratiche d’archivio riservate per anni sui pavimenti e mai messi in luce da “ispettori Asp compiacenti” contrari ovviamente a denunciare un collega ingegnere pur inadempiente e favorevoli  invece – coro unanime dei testimoni presenti -a chiaccherare con la tazzina del caffè in mano con l’ex capo del Genio civile Ragusa.     Gli unici segni di vitalità negli uffici regionali sono rappresentati dalla ricerca di progetti  per aumentare le risorse economiche del personale regionale anzichè migliorare i servizi pubblici. 
Dimissioni dei dirigenti incapaci come nel preriferito esempio del Genio civile di Catania?    A parole gli amministratori della Regione hanno comunicato di cacciare via i dirigenti che non assolvono ai loro doveri.   Poi nei fatti , i dirigenti “cacciati”, per un meccanismo perverso sempre presente nella Regione siciliana, vuoi anche per le amicizia consolidate in un decennio di insolito potere di guida, dove vanno a finire?    Non ci crederete ma quelli più criticati e presi a calci dal governatore, riescono a farsi trasferire all’ Urega, l’ente che in Sicilia paga più di tutti gli altri, funzionari e dirigenti. Buste paga qui molto pesanti. Anche per arrivarci, si dice, occorre la misericordia di Dio.  Un “premio” dunque, sorrideva un “sindacalista fallito o fuori causa ormai della Uil” nel  riferire ingenuamente questi movimenti a chi scrive
I disoccupati, i licenziamenti illegittimi e fantasiosi della Regione SIcilia all’Istituto autonomo Incremento ippico, le “sentenze” singolari di giudici amministrativi che sull’Istituto Incremento ippico hanno il sapore dell’inettitudine e della “stretta di mano con la Regione”, l’attesa per sei lavoratori, qualificati dal 2000 istruttori direttivi come una “condanna” anzichè come promozione generale      eguale ad altra topica regionale dei custodi, operatori A rilanciati a istruttori con tanto di diritto di scrivania ornamentale, libreria e telefono  con computer d’avanguardia.     
Potere arrogante che cancella anche la fierezza degli uomini migliori al servizio di Istituzioni mummificate.  
Disoccupati.    Tante chiacchiere dicono sull’occupazione giovanile al Sud . Ma non è mai cambiato nulla. Tutto il mondo si foggia sull’esempio dei capi” sentenziò Claudi o, poeta latino . E mai la Sicilia, il Sud  è l’esempio vivente di così pernicioso contagio.    I giovani ci lasciano, la Sicilia non piace a nessuno con questo modus vivendi, con questa politica e classe dirigente che privilegia soltanto i propri favoriti.  Che Dio li possa punire severamente là dove saranno destinati ad andare (Inferno)

La distanza del Sud in termini economici e anche “demografici” rispetto al resto del Paese  ricorre spesso quando si affronta la discussione sulla crisi causata dalla pandemia e sugli scenari di ripresa. La Sicilia ,il Sud, restano sempre più penalizzate insieme alla burocrazia, micro-illegalità diffusa, accessibilità insufficiente e comparativamente minore qualità del capitale umano …

Un fattore è essenziale : l tema della produttività, quello delle condizioni economiche e sociali di vita e, infine, quello della scelta di risiedere o piuttosto di emigrare, sono strettamente collegati. Negli ultimi 25 anni, la riduzione degli occupati, come conseguenza dello spopolamento (soprattutto giovanile, -1,6 milioni), e i deficit di lungo corso dei quelli abbiamo detto, hanno, di fatto, determinato un continuo e progressivo calo del Pil prodotto dal Sud ampliando ulteriormente i divari con le altre aree del Paese.

Secondo alcuni studi approfonditi t a il 1995 e il 2020,, il peso percentuale della ricchezza prodotta da quest’area sul totale Italia è passato da poco più del 24% al 22%, mentre il Pil pro capite è sempre rimasto intorno alla metà di quello del Nord; tuttavia, nel 2020, l’impatto della crisi da Covid-19 al Sud è stato più contenuto rispetto alle altre aree del Paese che hanno patito maggiormente il blocco delle attività produttive durante la pandemia (Pil -8,4% contro il -9,1% al Nord rispetto al 2019). 

 

 

PIL: peso percentuale del Sud rispetto al totale Italia

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat.

 

 

PIL pro capite per abitante

Migliaia di euro a prezzi costanti del 2020

1995

2007

2019

2020

Nord-ovest

34,2

38,9

37,6

34,3

Nord-est

32,7

37,5

36,1

32,9

Centro

31,1

36,6

32,9

30,2

Sud

18,8

21,6

19,8

18,2

Italia

27,7

32,1

30,3

27,8

Sud/Nord-ovest x 100

54,9

55,4

52,6

53,1

Elaborazioni USC su dati Istat.

Fonte: elaborazioni USC su dati Istat.

Disoccupazione , eterno problema: troppe chiacchere politiche

Tutta la fragilità dell’economia del Sud  emerge anche dall’andamento del mercato del lavoro con un tasso di variazione degli occupati cresciuto quattro volte meno rispetto alla media nazionale (4,1% contro il 16,4% tra il 1995 e il 2019), con distanze ancora maggiori rispetto alle regioni del Centro e del Nord; nemmeno la particolare vocazione turistica delle regioni meridionali  o la spinta di vedere i beni culturali , sembrerebbe essere di maggior peso a spingere l’economia di quest’area, visto che in un anno “normale” come il 2019 i consumi dei turisti stranieri al Sud sono risultati inferiori di quasi un terzo rispetto a quanto speso nelle regioni del Centro e del Nord-Est.

 

 

ANCORA TENEBRE E OSCURITA’ MALAFFARE SUL “GENIO CIVILE” DI CATANIA-

 

 

Corruzione, l'Italia resta tra i Paesi peggiori ma migliora - Il Sole 24 ORE

 

DI   RAFFAELE    LANZA

 

Genio civile di Catania: ente tenebroso ,antidemocratico, campione assoluto nella città e provincia della burocrazia più spietata, simbolo della corruzione-accordo con gli ingegneri, architetti e tecnici di alti enti pubblici e noti ed importanti studi tecnici privati.   Un ente spavaldo, prepotente ed arrogante sin dalla preposizione al suo governo di funzionari-dirigenti obbedienti alla Mafia dei due governatori condannati per mafia.

Tempi non lontani, – lo denunciammo pubblicamente -quando un dirigente regionale ing Gabriele Ragusa alla guida del Genio catanese paralizzò l’ente regionale e la popolazione con richieste inusitate, confinanti nell’assurdo, utenti massacrati per le cose più semplici, tecnici  assenteisti, in libera uscita e la trasparenza uccisa giorno dopo giorno. Neppure l’Urp, l’ufficio pubbliche relazioni , previsto per legge era stato istituito come struttura se non con un ritardo ultratrentennale affidato “ad personam”.          Un giorno  nelle stanze di questo Ente si scoprì  un vagone di pratiche edilizie seppellite dalla polvere   chissà da quanto tempo , violazione palese di norme sulla Sicurezza, assenza di bagni a norma e assenza di tutto quello che era considerato elementare in materia di sicurezza pubblica  Un sindacato molto attivo dell’epoca ( Siad  )denunciò le disfunzioni  del Genio civile al Dipartimento Asl che inviò tre ispettori (alcuni ingegneri) per un sopralluogo ed accertamenti     Gli ispettori ritennero fondata la denuncia del  Siad ma l’ing.G.Ragusa riuscì ad eludere l’esposto documentato invitando – è noto a tutti i dipendenti – i tre ispettori  al bar dirimpetto in Via Lago di Nicito, a Catania per un caffè e cornetti crema insieme al rappresentante interno della sicurezza del Genio invitato dal  Ragusa al silenzio.

Poi sappiamo che il governatore Musumeci ha fatto fuori l’ex capo del Genio civile, Ragusa, per la sua lentezza di “tartaruga” nell’espletamento delle pratiche in particolare sulle opere pubbliche.  Silurato e “licenziato”, per incapacità visibile e notoria, dalla funzione di dirigente capo.

Oggi la nuova vicenda legata all’inchiesta della Procura di Catania sulla gestione degli appalti del Genio civile che ha affidato le indagini alle Fiamme gialle autori delle perquisizioni. alle abitazioni dei dirigenti e di Zuccarello   Cambiano i nomi ma la sostanza è sempre quella.     La corruzione in questo ente è sempre dietro l’angolo. E si profilano guai di non poco conto per aver  scoperto la Finanza denaro in quantità nella casa del dipendente     Naturalmente l’attuale dirigente capo Zuccarello, anche se ha presentato le dimissioni dalla funzione, dovrà rendere conto agli inquirenti di questa circostanza

Non c’è dubbio che occorrono norme più severe di vigilanza su questi Enti, sulle procedure di affidamento perchè la trasparenza è sempre stata presa a calci in culo sia dal Genio civile che dall’ente fratello, per presenza tecnica e rilascio autorizzazioni, della Soprintendenza etnea , Polo e isolette periferiche della provincia.  Trscurando naturalmente enti autonomi, come l’Istituto Incremento Ippico, dove sono in corso denunce penali per “distrazione” di finanziamenti ( come l’Istituto Vacanza contrattuale, già pagata parzialmente dai vertici,  l’Ersu di Catania e Palermo, dove i giornalisti hanno illecitamente “gonfiato” le loro indennità , nel silenzio della dirigenza di Palermo incompetente sulla materia, senza controllo alcuno dei finanziamenti distribuiti dalla Regione.   Insomma una Sicilia dove il malaffare e l’oscurità sembrano prendere il sopravvento

 

«EDILIZIA: PER I FONDI EUROPEI E SUPERBONUS SERVE SNELLIMENTO BUROCRATICO”

Il Prefetto del capoluogo etneo incontra il presidente di Ance Catania

COSMOS COSTRUZIONI EDILI | Realizzazioni: Costruzione Edifici e Abitazioni  a Verona

CATANIA –

Ripartire dopo il Covid e dare nuovo impulso al settore delle Costruzioni. Cosa possibile, ma solo attraverso la collaborazione di tutte le parti coinvolte. Da qui il confronto tra il presidente dell’associazione dei costruttori etnei Rosario Fresta e il prefetto del capoluogo etneo Maria Carmela Librizzi: «Un’occasione per analizzare l’attuale situazione dei lavori pubblici e privati e fare il punto sullo stato di salute delle imprese etnee. Dall’inizio della pandemia, infatti, il settore edile ha subito una brusca frenata – ha sottolineato Fresta – da un lato le difficoltà nel reperire i materiali, dall’altro le misure restrittive nei cantieri per limitare la diffusione del virus. Prima il lockdown, poi l’Italia “a colori” non hanno certamente facilitato il rilancio del settore. Ma i decreti governativi e le risorse europee e nazionali sono dei validi alleati per uscire dalla crisi. Si tratta di grandi opportunità che vanno colte e sfruttate al meglio».

Ance Catania, eletto il nuovo presidente Rosario Fresta - La Sicilia

Nella foto d’archivio, il Presidente dell’associazione costruttori etnei Rosario Fresta

Le considerazioni del presidente di Ance Catania sono strettamente legate ai dati del 2020 e alle previsioni per l’anno in corso, emerse durante il report annuale di Ance. «Negli ultimi 365 giorni si è registrata una perdita del 10%, che rappresenta un ulteriore duro colpo per il comparto, dopo il flusso negativo registrato a partire dal 2008 – commenta Fresta – complice il crollo delle compravendite, dei permessi per costruire e di una macchina burocratica lenta. Ancor più ingolfata nel periodo della pandemia per sistemi obsoleti e per la carenza registrata sul fronte della digitalizzazione dei servizi».

Se, come emerso durante il confronto con il prefetto, molte imprese hanno dovuto stringere i denti in un contesto di sfiducia generale, adeguandosi sul fronte della sicurezza con nuove figure professionali e con il potenziamento dei dispositivi di protezione, lo sguardo dev’essere rivolto in avanti. «Nel post Covid, gli incentivi quali il Superbonus e il Recovery Plan, potranno certamente dare un impulso positivo. La riapertura dei cantieri – grazie alle gare d’appalto, i lavori nel pubblico e nel privato – potranno far registrare nuovamente valori positivi, consentendo di uscire – seppur lentamente – dallo stato di crisi in cui ci troviamo. Adesso serve guardare avanti con rinnovato ottimismo».

Ottimismo mostrato anche dal prefetto Librizzi, che ha elogiato la «tenacia e la resilienza degli operatori del settore, che hanno portato avanti le attività nel miglior modo possibile in questo periodo pandemico. La ripresa ci sarà – ha concluso il Prefetto – soprattutto in questa fase di incremento dei lavori dovrà essere riposta grande attenzione alla normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro».

Focus sui lavori pubblici ,il sindaco Pogliese incontra l’ANCE

 

Pogliese: «Potenzieremo gli uffici tecnici per accelerare gli iter per l’utilizzo delle risorse extra-comunali»

CATANIA –

 Focus sui lavori Pubblici, in un clima di collaborazione volto ad avviare un nuovo corso che veda Amministrazione e imprenditori edili insieme, per sbloccare i cantieri e sfruttare al meglio i finanziamenti destinati al capoluogo etneo.

Questa mattina il sindaco di Catania Salvo Pogliese ha partecipato al Consiglio Generale di Ance per confrontarsi con la nuova governance – guidata dal neopresidente Rosario Fresta – accogliendo idee e suggerimenti per affrontare questo delicato momento di difficoltà «che fa registrare un rapporto Debito-Pil del 160%, con un valore assoluto (su scala nazionale) di oltre 2.500 miliardi di euro di debiti – ha sottolineato il primo cittadino – Questo, inevitabilmente, avrà delle ripercussioni sui nostri figli e, forse, anche sui nostri nipoti. A tutto ciò si aggiunge il dissesto del nostro Comune, con 1 miliardo 580 milioni di euro di debiti ereditati formalmente il 12 dicembre del 2018, e con tutte le conseguenze del caso. È su questi dati che dobbiamo riflettere e trovare rimedi e soluzioni utili per risollevarci nel minor tempo possibile. Cosa che la nostra Amministrazione sta cercando di fare, sfruttando le opportunità derivanti dalla nuova Legge di Stabilità».

Tra queste, l’assunzione di nuove risorse per potenziare gli uffici e accelerare iter burocratici: «Noi sappiamo perfettamente che abbiamo delle criticità – continua il sindaco – prima di tutto un organico sottodimensionato, soprattutto negli uffici tecnici: abbiamo necessità d’immettere forze fresche e competenti, così come di coinvolgere progettisti esterni in affiancamento ai RUP, al momento oberati di lavoro per far fronte alle molteplici gare da esitare. Questo, che rappresenta uno degli obiettivi prioritari di questa Amministrazione, consentirà realmente di far risollevare il settore dell’edilizia, impiegando prima di tutto le risorse previste dal Patto per Catania e dal Pon Metro»

Il primo cittadino si è poi soffermato sugli strumenti urbanistici – in primis il nuovo Piano Regolatore Generale – e sulle opere cantierabili: dal rifacimento e abbellimento della mantellata del Porto, ai lavori necessari all’interno delle municipalità, con cui recentemente c’è stato un confronto per mappare le emergenze. Spazio poi al dibattito: i costruttori hanno chiesto a Pogliese di spingere anche su altri fronti – aeroporto, porto, circumetnea – dove il Comune non è direttamente e finanziariamente interessato, ma ha un peso sulle scelte e sulle direzioni politiche in tema di infrastrutture.

«Un grazie sentito al sindaco per la sua disponibilità – ha concluso il presidente Ance Catania, Rosario Fresta – questo confronto ci ha permesso di comprendere qual è la vision di questa Amministrazione e anche quali sono gli ostacoli che frenano il comparto dei lavori pubblici. Analizzare insieme le criticità può solo servire ad ampliare lo sguardo ed evitare incomprensioni. L’efficienza della macchina amministrativa e burocratica è centrale per lo slancio dell’edilizia: noi continueremo a fare la nostra parte, facendo sentire la voce dei nostri associati e inoltrando istanze e proposte della categoria. Certi che la sinergia e la collaborazione tra le parti, non potranno far altro che migliorare il drammatico contesto in cui ci troviamo».

Disco rosso della Regione Sicilia al Click-day che apre alle imprese sul Bonus-Sicilia (a fondo perduto)

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Palermo

Disco rosso della Regione Siciliana  sul click day, che  apre a tutte le imprese che ne faranno richiesta, di accedere al Bonus Sicilia. Il comunicato è dell’assessore alle Attività produttive, Mimmo Turano, nel corso di una conferenza stampa, dopo il flop della piattaforma digitale sulla quale aveva puntato il governo siciliano.

“La platea degli imprenditori è confermata”, ma “cambieranno le modalità del bando e prenderemo in considerazione tutte le domande, verificando soluzioni per rispondere a categorie non comprese nel bando stesso”.

Io ero pronto a dare i fondi lunedì mattina – ha ammesso -, sono cambiate le regole sul campo per fatti non imputabili a me. L’arbitro quella mattina non è venuto sto rimodellando il sistema per permettere a tutti di prendere qualcosa. Vogliamo pagare il prima possibile”.

 

La Regione Sicilia continua a pagare i debiti di una società che non esiste  più

Vediamo come si presenta la situazione in Sicilia e quali sono le criticità rilevate   La “Concessione contributi a fondo perduto a favore delle microimprese artigiane, commerciali, industriali e di servizi” presenta problematiche applicative relative alla maggior parte delle imprese colpite dalla crisi determinate dallemergenza sanitaria tuttora in corso. Si tratta di problematiche  rilevate dalle  associazioni di categoria, ordini professionali e dai tecnici, in genere, che hanno avuto modo di entrare nel dettaglio dellavviso pubblico di recente pubblicazione.

Tra i vari requisiti che devono possedere le aziende operanti in Sicilia  cè quella che devono avere sede legale e/o perativa nellisola e risultare attive alla data del 31 dicembre 2019. Ed è proprio questultima condizione che ci lascia perplessi come a dire che le aziende che hanno iniziato lattività il 31 gennaio 2020 non hanno subito le conseguenze nefaste della chiusura a causa del Covid 19. Appare, piuttosto, un modo penalizzante per i giovani imprenditori che hanno investito sul proprio futuro. Si rende indispensabile, altresì, rivedere la tabella dei Codici Ateco ammissibili al finanziamento. Alcune attività, seppur non ricomprese tra i codici del Dpcm di marzo, erano di fatto chiuse. Per rendersene conto, basta consultare i dati della Cig.Occorre dunque fare – per le associazioni di categoria, ela Confcommercio -in modo che resti in primo piano, rispetto alla valutazione delle istanze presentate, la riduzione del fatturato in maniera evidente rispetto allo stesso periodo dellanno precedente.

Altra condizione di ammissibilità prevista   riguarda lessere in possesso di Durc rilasciato da Inps-Inail. Parlando di piccole e medie imprese, già in sofferenza economica prima della pandemia, il non versare i contributi per un imprenditore rappresenta, non un atto di evasione con un intento fraudolento, ma una necessità per far fronte a esigenze vitali primarie ed aspettare tempi migliori per costruirsi la propria pensione. E una condizione in cui, allo stato attuale, si trovano migliaia di imprese siciliane. Poi, altra richiesta che sembra eccessiva, la certificazione del revisore contabile che comporterebbe un costo aggiuntivo per limpresa e che, piuttosto, si potrebbe risolvere con unautocertificazione da parte dellimpresa stessa. Vi sono  criticità relative allaccessibilità al servizio di prenotazione, compilazione e invio della stessa istanza. La presenza dello Spid, così come abbiamo già avuto modo di precisare nei giorni scorsi, sta facendo riscontrare delle criticità non da poco nei tempi di attivazione dello stesso da parte delle varie Camere di commercio dove, da un giorno allaltro, si sono riversate migliaia di domande da evadere. La burocrazia è rimasta tale, non sono state eliminate le anomalie e fornire un sostegno realmente efficace alle varie attività produttive ricadenti sul nostro territorio.

Nuova legge sull’Urbanistica: recupero del territorio e procedure più veloci.Il cittadino potrà contestare i ritardi comunali e altri Enti

 

 

Disco verde ad una delle grandi riforme

Giusi Savarino: "Accordo al ribasso sulle candidature" - Malgrado ...
Giusi Savarino, deputata agrigentina
Dopo 42 anni anche la Sicilia ha nuova legge Urbanistica”    Parole della  Presidente della IV Commissione, Giusi Savarino, che della legge è stata anche la relatrice “Sono orgogliosa del lavoro svolto, abbiamo modernizzato la legge fortemente voluta da Piersanti Mattarella, ma che purtroppo pose il primo tassello per la sua condanna a morte. Con questa legge abbiamo onorato la sua memoria, proseguendo il cammino nella direzione che in maniera forte e dirompente ci indicò 42 anni fa, cambiando ora il punto di vista della Regione: non più estranea al contesto, gerarchica e autoritativa, ma vicina agli enti territoriali ed ai cittadini, diventando regista e coordinatrice di un lavoro sinergico e di collaborazione, pur mantenendo un potere sostitutivo a garanzia dei Siciliani contro eventuali Comuni inadempienti”.
“Questa legge, a cui seguiranno per l’approvazione in Aula il DDL Edilizia ed il DDL cooperative edilizie e cooperative di auto recupero, – – ci fa fare un balzo in avanti nel tempo verso l’orientamento, ormai consolidato in tutto il mondo, di smartcity, pone uno Stop al consumo del suolo, puntando sul recupero dell’abitato e sulla perequazione urbanistica, introduce il “piano del verde” e standard di “qualità urbana, ambientale ed architettonica”, semplifica e velocizza fortemente le procedure amministrative, in particolar modo l’approvazione dell’ex piano regolatore (adesso PUG: Piano urbanistico generale comunale), crea una “governance multi-livello” che tramite la Conferenza di pianificazione e gli accordi di pianificazione e programma, favorisce la partecipazione di enti e cittadini ai processi decisionali, migliorandone la qualità e riducendo la burocrazia, quindi i tempi”.

Il Presidente della Regione Sicilia: “Cacciare sia i politici mafiosi che i burocrati dirigenti che fanno da cerniera con i mafiosi”

MA  L’INEFFICIENZA DEI COMUNI E’ PARI A QUELLA DELLA REGIONE SICILIANA DOVE SPESSO ,IN ALCUNI UFFICI, I DIRIGENTI SI ASSENTONO DAL POSTO DI LAVORO.                                       Risultati immagini per immagine di comuni sciolti per mafia

Un motivo scottante sullo scioglimento dei Comuni per mafia induce il Presidente della Regione Musumeci a formulare un intervento-comunicato per sollecitare la sostituzione dei dirigenti -posti ai vertici- nei comuni interessati dalla Mafia.  Un intervento molto interessante perchè non basta individuare un Comune mafioso e allontanare solo i vertici politici “ma anche l’alta burocrazia che volente o nolente – si trova spesso a fungere da “cerniera tra il consenso del politico e la pressione del mafioso”. Non va trascurato che l’inefficienza dei Comuni è almeno pari a quella della Regione siciliana articolata nelle sue numerose galassie di grandi e piccoli Uffici dove tutti i dirigenti hanno una poltrona e spesso, come in qualche dipartimento, sono altrove- assenti anche in presenza di pubblico –  anzichè al proprio posto di lavoro. Non è mafia anche questa On. Presidente ? 

R.Lanza

Riportiamo tratti essenziali di tale intervento:

 

Al di là delle contrastanti reazioni emotive o strumentali della gente, il crescente fenomeno dei Comuni sciolti per mafia invita ad alcune serene riflessioni. In questo momento 167mila siciliani non sono amministrati da organi elettivi: in dieci Comuni dell’Isola la democrazia, in un certo senso, rimane sospesa per almeno diciotto mesi, ma anche fino a due anni. Il decreto di scioglimento, inutile dirlo, si rivela fortemente invasivo nella vita civile di una comunità, ma siamo di fronte ad una misura dello Stato straordinaria, di natura preventiva e perciò caratterizzata da una certa discrezionalità dell’autorità proponente (la Prefettura). Per sciogliere un Comune, infatti, non è necessario l’accertamento di reati penali, ma è sufficiente che emerga una possibile soggezione degli amministratori locali alla criminalità organizzata, anche a prescindere dal fatto che i politici abbiano voluto assecondare le richieste mafiose. Ma se l’applicazione di una norma non sempre porta ai risultati sperati, lo Stato rischia di non essere più in sintonia col comune sentire dei cittadini. Un esempio: decine di Comuni, dopo essere stati sciolti per mafia una prima volta, tornano ad esserlo per la seconda e, in alcuni casi, anche per la terza volta. È capitato anche in Sicilia. Cosa significa? Che la normativa sullo scioglimento dei Comuni, ormai dopo quasi trent’anni, va rivista, anche per alcune incongruenze che rendono il provvedimento spesso inutile se non dannoso. Ne cito due.

Prima incongruenza: perché in un Comune sciolto per mafia, lo Stato allontana solo il ceto politico e lascia al proprio posto i dirigenti della burocrazia comunale? Eppure è risaputo che in uffici a “rischio” il dirigente – volente o nolente – si trova spesso a fungere da “cerniera” tra il consenso del politico e la pressione del mafioso.

Cosa fare, dunque? Estendere gli effetti del provvedimento di scioglimento anche ai vertici burocratici. Il segretario comunale, i dirigenti alla guida di uffici strategici e con un’ampia sfera di autonomia decisionale non dovrebbero rimanere al loro posto. Anche in assenza di indizi, andrebbero destinati ad altro ente (senza dover subire alcun danno economico) per tutta la durata del commissariamento ed essere sostituiti da dirigenti esterni assolutamente estranei all’ambiente sociale e professionale del Comune sciolto.

 

Risultati immagini per immagine di comuni sciolti per mafia

Seconda incongruenza: perché in un Comune sciolto per mafia, lo Stato manda commissari straordinari già oberati da altri gravosi impegni d’ufficio e senza neppure verificarne la idoneità e l’attitudine al governo di un Ente? Ho conosciuto in questi anni commissari assai competenti ma presenti al Comune solo per uno-due giorni la settimana, perché già assorbiti da altro incarico. Un Comune commissariato non è un “Dopolavoro” da frequentare nel tempo libero: bisogna starci sette giorni su sette. E servono commissari che abbiano propensione al dialogo e al confronto con i cittadini. Sarebbe perciò necessario istituire presso il ministero dell’Interno un apposito Albo di dirigenti pubblici che abbiano tutti i requisiti per essere destinati ad amministrare Comuni sciolti.

 

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Foto Sud Libertà_ Il Presidente della Regione On. Nello Musumeci

Rimane il tema dei “poteri” in deroga da affidare alla gestione commissariale: in condizioni straordinarie servono misure straordinarie, azioni propulsive e di crescita, se si vuole restituire alla comunità un Ente libero da ogni opacità e non più vulnerabile”.

Progetto FARI, l’imprenditore Di Bella denuncia ed accusa l’ufficio del Demanio perchè “nega -inspiegabilmente- la valorizzazione del Faro”

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Bando Valore Paese-Fari per recuperare e valorizzare edifici costieri storici dismessi

 

«NOI, PRONTI A RIACCENDERE IL FARO DI CAPO MULINI MA BLOCCATI DA OLTRE DUE ANNI PER UN CAVILLO BUROCRATICO,   NON SI PUO’ FARE IMPRESA IN UNA TERRA COME LA SICILIA…….IL DEMANIO  NON RISPONDE»

 La società siciliana ITM denuncia: «Abbiamo vinto la gara e ottenuto la concessione nel 2016 per realizzare – con 1,5 milioni d’investimenti privati – un piccolo hotel di charme, ma l’Agenzia del Demanio non autorizza l’accesso all’unica via che porta alla struttura»       A questo punto SUD LIBERTA’  chiede alla direzione del Demanio le ragioni del diniego alla “Valorizzazione del Faro”    Attendiamo risposta,ritorneremo sull’argomento.  

                                                                                                                                                                  R.L.

 

CATANIA

Mentre il progetto “Valore Paese – Fari”, destinato al recupero di edifici costieri di proprietà dello Stato, va avanti con successo espletando la sua quarta edizione, il faro di Capo Mulini rimane ancora “spento” a causa della burocrazia, che oggi pesa come un macigno sulproject financing messo a punto dalla società siciliana che due anni e mezzo fa si è aggiudicata la gara (bando 2016).

«Abbiamo ottenuto l’affidamento in concessione tramite il bando di “Difesa Servizi spa” – denuncia l’imprenditore Giovanni Di Bella, amministratore ITM, società di scopo che dovrebbe realizzare il progetto – per i lavori di riqualificazione, valorizzazione e promozione di questo “gioiello del mare” dismesso e abbandonato da oltre cinquant’anni. Il bando nazionale, attraverso la creazione di attività turistiche, ricettive, ristorative e ricreative, mira a dare nuova vita alle costruzioni che si stagliano lungo le coste: “lanterne” che per anni hanno guidato popoli di navigatori, che sono un concentrato di architettura, storia e cultura. Il nostro business plan prevede la creazione di un piccolo hotel di charme, che non solo metterà a reddito l’area di proprietà del Demanio, ma attiverà un indotto occupazionale con ricadute su tutto il territorio».

Il faro di Capo Mulini – con una concessione in uso fino a dicembre 2034 – per mano d’investimenti privati vedrà da un lato il restauro conservativo, dall’altro, la ristrutturazione del corpo di fabbrica che ospitava gli alloggi dei custodi dove verranno ubicate sette suite, spazi di accoglienza e servizi comuni, con un progetto innovativo sotto il profilo della sostenibilità ambientale.

«Abbiamo espletato tutte le procedure, ma ad oggi – dopo due anni e mezzo e un investimento di oltre 100mila euro tra progettazione e assicurazione – non possiamo perfezionare la pratica di concessione, firmare il contratto con “Difesa Servizi” e cominciare i lavori, a causa dell’autorizzazione mancante sull’unica strada che consentirebbe l’accesso alla struttura e che non era inserita, erroneamente, nel bando. Abbiamo fatto decine di istanze, inviato e-mail e sollecitato spiegazioni – continua Di Bella, che gestisce anche il lido “Il Faro” adiacente alla struttura – ma senza alcun riscontro. Capofaro, a Salina, così come tantissimi beni messi a bando nello stesso lotto, sono già aperti e messi a reddito, mentre noi continuiamo a vedere depotenziato l’investimento, in considerazione del fatto che i fari sono “in affitto” a scadenza e che ogni giorno che passa per noi rappresenta una perdita economica. Il loro utilizzo, infatti, è l’unico modo per avere un ritorno sullo sforzo imprenditoriale e sulla rifunzionalizzazione dell’edificio che vedrà la spesa di oltre 1,5 milioni di euro».

L’ennesimo tentativo di fare impresa in una terra come la Sicilia «non può sfumare a causa di un cavillo burocratico – continua Di Bella – per questo vogliamo denunciare a gran voce l’accaduto, affinché possa riaccendersi l’interesse con l’obiettivo di portare a compimento un progetto che metterà questo incantevole faro a disposizione della comunità e creerà nuovi posti di lavoro. Un luogo che non è soltanto nostro, ma di tutti coloro che amano il territorio». 

Sicilia    I    FARI  PIU’  IMPORTANTI

ID faro Nome e località Immagine Mare Coordinate Data Altezza luce Portata Descrizione luce Descrizione faro
2796 Faro Biscari, Catania– CT Mar Ionio 37°29.3′N15°05.1′E Costruito: 1951 31 m s.l.m. 22 miglia Ottica rotante Torre circolare in pietra bianca con lanterna e galleria. La cupola è color grigio-metallico. Flash ogni 5 secondi.
2954 Faro San Giacomo Licata – AG Faro San Giacomo.jpg Canale di Sicilia 37°05.8′N13°56.5′E Costruito: 1902 37,5 m s.l.m. 21 miglia Ottica rotante Edificio a due piani sormontato da una torre conica bianca
3170 Faro di San Vito lo Capo
Faro San Vito Lo capo.jpg
Mar Tirreno 38°11′18.77″N12°43′59.83″E Attivato: 1859 43 m s.l.m. 25 miglia Ottica Rotante Il faro è composto di un fabbricato bianco di un piano abitato dal farista con adiacente la Torre Faro alta 40 metri con lanterna e galleria. La portata è di 25 miglia ed è visibile per 228° (tra 225° e 93°) nella zona mare compresa tra Punta Carini e la rada di Trapani.
2942 Faro di Punta SeccaRagusa
Faro Punta Secca.jpg
Canale di Sicilia 36°47′14″N14°29′39″E Costruito: 1853 35 m s.l.m. 16 miglia nautiche Ottica fissa Il faro è composto dalla Torre Faro alta 35 metri con lanterna e galleria e da un edificio ad un piano dell’autorità marittima militare. Visibile per 206° (tra 112° e 318°) nella zona mare compresa tra Cava d’Aliga e Gela.
3261 Faro di Capo CefalùCefalù Catena (Palermo) msu2017-0569.jpg Mar Tirreno 38°02.3′N14°01.8′E Costruito: / 80 m s.l.m. 25 miglia Ottica rotante Il faro è composto dalla Torre Faro alta 26 metri con lanterna e galleria e da un edificio a 2 piani dell’autorità marittima militare.
3010 Faro di Torretta Granitola – TP Campobello di Mazara124.jpg Canale di Sicilia 37°33′57″N12°39′43″E Costruito:1862 38 m s.l.m. 23 miglia Ottica fissa Torre cilindrica su edificio bianco ad un piano
3264 Faro di Capo d’Orlando – ME[1] Faro di Capo d'Orlando Mar Tirreno 38°09.9′N14°44.8′E 27 m s.l.m. 16 miglia nautiche Ottica Fissa Torre rossa quadrangolare su edificio
3296 Capo Faro, Malfa Mar Tirreno 38°34.8′N14°52.3′E 56 m s.l.m. 18 miglia nautiche Ottica Fissa Torre adiacente ad edificio
3268 Faro di Capo Milazzo, Milazzo Cappo di Milazzo Lighthouse.jpg Mar Tirreno 38°16.2′N15°13.9′E 90 m s.l.m. 16 miglia nautiche Ottica Fissa Torrione bianco
2736 Faro di Capo Peloro, Messina Torre Faro.JPG Mar Tirreno 38°16.1′N15°39.4′E Attivato: 1909 37 m s.l.m. 19 miglia nautiche Ottica rotante Torre ottagonale a fascie bianche e nere su edificio bianco
2752 Faro di Punta San Raineri, Messina Messina Torre lanterna Montorsoli.jpg Mar Tirreno 38°11.6′N15°34.5′E Attivato 1857 42 m s.l.m. 22 miglia nautiche Ottica rotante Torretta ottagonale a fasce bianche e nere su un più vecchio torrione
3276 Faro di Capo Rasocolmo, Messina Mar Tirreno 38°17.7′N15°31.1′E 85 m s.l.m. 15 miglia nautiche Ottica Fissa Edificio in muratura
3280 Faro di Punta dei Porci, Lipari Mar Tirreno 38°22.1′N14°59.5′E Attivato: 1887 35 m s.l.m. 16 miglia nautiche Ottica Fissa Torre su edificio bianco a due piano
3284 Faro di Marina Corta, Lipari Mar Tirreno 38°27.9′N14°57.5′E Attivato: 1916 10 m s.l.m. 14 miglia nautiche Ottica Fissa Torre cilindrica bianca
3300 Faro di Punta Lingua, Santa Marina Salina Punta Lingua Leuchtturm Saline 2014.jpg Mar Tirreno 38°32.2′N14°52.3′E 13 m s.l.m. 11 miglia nautiche Ottica Fissa Torre su edificio bianco ad un piano
2788 Faro di Capo Molini, Acireale Mar Ionio 37°34.6′N15°10.6′E Attivato: 1919 42 m s.l.m. 22 miglia nautiche Ottica rotante Edificio bianco
2815 Faro di Brucoli, Augusta Mar Ionio 37°17.1′N15°11.4′E 13 m s.l.m. 11 miglia nautiche Ottica Fissa Torre bianca con fascia rossa su edificio
2820 Faro di Santa Croce, Augusta Faro di Santa Croce ad Augusta - Sicilia - cropped.jpg Mar Ionio 37°14.6′N15°15.4′E Attivato: 1859 39 m s.l.m. 16 miglia nautiche Ottica Fissa Torre cilindrica su edificio bianco
2910 Faro Capo Murro di Porco, Siracusa Faro Capo Murro di Porco.JPG Mar Ionio 37°00.1′N15°20.1′E Attivato: 1959 34 m s.l.m. 17 miglia nautiche Ottica Fissa Torre ottagonale su edificio bianco
2918 Faro di Cozzo Spadaro, Portopalo di Capo Passero Cozzo Spadaro Faro.JPG Mar Ionio 36°41.2′N15°07.9′E Attivato: 1864 82 m s.l.m. 24 miglia nautiche Ottica rotante Torre ottagonale su edificio bianco
2934 Faro di Pozzallo Canale di Sicilia 36°42.6′N14°49.9′E Attivato: 1905 18 m s.l.m. 15 miglia nautiche Ottica Fissa Torretta cilindrica in muratura
3194 Faro di Punta Cavazzi Ustica Mar Tirreno 38°41.6′N13°09.3′E Attivato: 1885 40 m s.l.m. 16 miglia nautiche Ottica Fissa Torre cilindrica bianca
3186 Faro di Punta Omo Morto Ustica Mar Tirreno 38°42.8′N13°11.9′E Attivato: 1884 100 m s.l.m. 25 miglia nautiche Ottica rotante Torre sull’angolo di un edificio bianco
3244 Faro di Capo Zafferano, Santa Flavia Capo-Zafferano-bjs2007-01.jpg Mar Tirreno 38°06.7′N13°32.2′E Attivato: 1884 34 m s.l.m. 16 miglia nautiche Ottica Fissa Torre su edificio bianco
3208 Faro di sulla diga foranea, Palermo Mar Tirreno 38°07.6′N13°22.6′E Attivato: 1982 15 m s.l.m. 15 miglia nautiche Ottica Fissa Torre cilindrica bianca
3198 Faro di Capo Gallo Palermo Farocapogallo.jpg Mar Tirreno 38°13.4′N13°19′E Attivato: 1854 40 m s.l.m. 16 miglia nautiche Ottica Fissa Torre su edificio bianco
3138 Faro di Scoglio Palumbo, Trapani Trapani-AP-p1070865.jpg Mar Tirreno 38°00.8′N12°29.3′E Attivato: 1881 16 m s.l.m. 11 miglia nautiche Ottica Fissa Torre cilindrica bianca adiacente ad un edificio in muratura
3128 Faro di Isolotto Formica, Trapani Isola Formica.jpg Mar Tirreno 37°59.3′N12°25.6′E Attivato: 1858 28 m s.l.m. 11 miglia nautiche Ottica Fissa Torre cilindrica posta sul castello
3120 Faro di Capo Grosso, Favignana Levanzo1.jpg Mar Tirreno 38°01.2′N12°20′E Attivato: 1858 68 m s.l.m. 11 miglia nautiche Ottica Fissa Torre cilindrica su edificio in muratura
3194 Faro di Scoglio Porcelli, Trapani Scogli Porcelli.jpg Mar Tirreno 38°02.6′N12°26.3′E Attivato: 1903 25 m s.l.m. 11 miglia nautiche Ottica Fissa Torre cilindrica
3112 Faro di Punta Libeccio, Favignana Mar Tirreno 37°57.4′N12°03′E Attivato: 1867 73 m s.l.m. 24 miglia nautiche Ottica rotante Torre su edificio a due piani
3104 Faro di Punta Sottile, Favignana Faro di Punta Sottile 01.jpg Mar Tirreno 37°56.1′N12°16.3′E Attivato: 1860 43 m s.l.m. 25 miglia nautiche Ottica rotante Torre cilindrica su edificio bianco
3100 Faro di Punta Marsala, Favignana Mar Tirreno 37°54.4′N12°21.1′E Attivato: 1859 20 m s.l.m. 15 miglia nautiche Ottica Fissa Torre cilindrica su edificio bianco a due piani
3080 Faro di Marsala Faro del Porto di Marsala.JPG Mar Tirreno 37°47.2′N12°26.2′E Attivato: 1885 19 m s.l.m. 15 miglia nautiche Ottica Fissa Torre cilindrica su edificio bianco
3020 Faro di Capo Granitola, Campobello di Mazara Campobello di Mazara124.jpg Mar Tirreno 37°33.9′N12°39.7′E Attivato: 1865 37 m s.l.m. 18 miglia nautiche Ottica Fissa Torre cilindrica su edificio bianco
3310 Faro di Strombolicchio Strombolicchio2.jpg Mar Tirreno 38°49′N15°15.2′E 57 m s.l.m. 11 miglia nautiche Ottica Fissa Torre cilindrica su edificio bianco
3038 Faro di Capo Grecale, Lampedusa Lampedusa, Cala Grecale, 2003.jpg Canale di Sicilia 35°31.1′N12°37.9′E 82 m s.l.m. 22 miglia nautiche Ottica rotante Torre ottagonale su edificio bianco
3054 Faro di Linosa Linosa Veduta Faro.JPG Canale di Sicilia 35°52.3′N12°52.7′E Attivato: 1891 32 m s.l.m. 16 miglia nautiche Ottica Fissa Torre cilindrica su edificio bianco
2998 Faro di Capo Rossello, Realmonte Canale di Sicilia 37°17.7′N13°27′E 89 m s.l.m. 22 miglia nautiche Ottica rotante Torre cilindrica su edificio bianco
3006 Faro di Capo San Marco, Sciacca Canale di Sicilia 37°29.8′N13°01.3′E Attivato: 1992 25 m s.l.m. 18 miglia nautiche Ottica Fissa Torretta cilindrica su edificio bianco
3018 Faro S. Leonardo, Pantelleria Canale di Sicilia 36°50.1′N11°56.7′E Attivato: 1988 21 m s.l.m. 15 miglia nautiche Ottica Fissa Lanterna posta su edificio prefabbricato
3014 Faro di Punta Spadillo, Pantelleria Faro pantelleria.JPG Canale di Sicilia 36°49.5′N12°00.7′E Attivato: 1884 50 m s.l.m. 24 miglia nautiche Ottica rotante Torre cilindrica su edificio bianco a due piano
(archivio Sud Libertà-Set.ricerche)

La Regione approva il Defr, condanna il peso burocratico degli Uffici e riconosce con Musumeci che la Sicilia è ‘ senza futuro”

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MUSUMECI : “E’ IN CORSO UNA STRAGE GENERAZIONALE, I GIOVANI ABBANDONANO LA SICILIA RITENENDOLA SENZA FUTURO..

 

Approvato l’aggiornamento del Defr, il Documento di Economia e Finanza regionale  per le previsioni di entrate della Regione e dunque per la predisposizione del nuovo bilancio del prossimo anno e della Legge di stabilità . Il def regionale parte dalle previsioni nazionali e conclude con riflessioni di condanna del peso burocratico ereditato dalle passate gestioni. 

Il pensiero dell’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao :“Sulla base del dato previsionale che emerge dall’aggiornamento del documento di economia e finanza dello Stato appena approvato dalle Camere, ne scaturisce un quadro pro grammatico di crescita del Pil reale corrispondente a 1,7% nel 2018, 1,5% nel 2019, 1,5% nel 2020 e 1,2% nel 2021, tendenza che si fonda sull’attivazione della spesa di sviluppo (fondi regionali, europei e statali), secondo il profilo temporale e gli importi previsti nei programmi di investimento del governo regionale e di quelli operati dalle imprese: solo per Enel e Terna gli investimenti programmati nel triennio dovrebbero superare il miliardo di euro” 

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“E cosi superati i 90 miliardi di euro nel 2021 si potranno raggiungere i 100 miliardi di valore nominale del Pil – Il 2021, da qui una flessione delle previsioni di crescita, sarà anche l’anno di avvio della nuova programmazione per la quale dovrà essere evitata la stasi iniziale di investimenti registrata nel periodo 2014-2020, sopratutto concentrando la spesa di fondi extra-regionale di fonte statale”. Nel quadriennio, rispetto alla ricchezza perduta nel periodo della crisi 2008-14 (quando il Pil regionale é sceso del 15,3%) “si recupererà così il 5,9%, circa il 40%, che si aggiunge al meno robusto 20% recuperato nel periodo 2015-17 (2,4%)”.

  “Come per l’approvazione del Defr a giugno scorso anche questa volta i tempi sono stati rispettati in linea con gli impegni assunti dal governo Musumeci – afferma l’assessore – Il Documento potrà adesso entrare in Parlamento per le valutazioni di rito, dopo l’approvazione del rendiconto generale, dell’assestamento, dei debiti fuori bilancio già calendarizzati”.

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Il presidente Musumeci esprime un assunto : “E’ in corso una ‘strage generazionale’: decine di migliaia di giovani abbandonano annualmente la Sicilia ritendola una terra senza futuro. Diplomati e laureati, il meglio delle nuove generazioni alle quali dovremmo affidare le possibilità di sviluppo, dopo esser stati educati e formati in Sicilia, con grandi sacrifici per le famiglie, affidano le speranze di lavoro all’emigrazione senza ritorno”.

Di più : “sembra ormai prevalere un’irrimediabile percezione della decrescita che tracima in una vera e propria frattura del sistema del diritti di cittadinanza che si misura nel livello dei servizi pubblici i quali, nonostante la pur lievissima ripresa del Pil e occupazione, rimane drammaticamente più basso del centro-nord ed analoghe tendenze hanno riguardato vivibilità, ambiente, dotazione infrastrutturale, standard di istruzione, università e ricerca, efficienza dei trasporti locali, ed in particolare qualità dei servizi sanitari e cura per adulti ed infanzia”.

Nel Mezzogiorno la pressione della burocrazia comprime le possibilità di crescita con un’intensità doppia, pari al 48,2% in più, rispetto al Centro Nord”, prosegue il documento della Giunta Musumeci.

E “così tempi della giustizia civile e tributaria, tempi di pagamento della Pa, lunghezza delle code negli uffici pubblici, pratiche on line gestite dai comuni, durata delle opere pubbliche, corruzione, qualità di governo, assenteismo per malattia dei dipendenti pubblici e creazione di valore delle società partecipate dagli enti territoriali, sono tutti elementi che militano in senso negativo sulla competitività del Sud e della Sicilia e che occorre urgentemente riformare, ed in questo si esplica l’impegno del governo regionale, si vedrà di seguito, per consentire una ripresa economica”.

Musumeci rincara la dose nel suo aggiornamento: “In questo contesto costo del credito, carenza di misure di incentivazione fiscale, arretratezza e costi di trasporto, concorrenza sleale da parte del sommerso e inerzia burocratica – scrive il governo nella nota di aggiornamento del Defr – costituiscono gli ostacoli allo sviluppo che il governo intende aggredire con una decisa politica di riforme strutturali unita all’aumento della capacità di tempestivo impiego delle risorse finanziarie extraregionali. Un rilievo peculiare va riconosciuto alla riforma delle generali procedure amministrative da accompagnare con riforme di settore (urbanistica ed edilizia, appalti, contributi, controlli, organizzazione). E’ infatti proprio la Sicilia – sottolinea il documento – che una recente ricerca rileva avere il più alto tasso di peso burocratico con effetto oppressivo per cittadini ed imprese e disincentivo per gli investimenti”.

LAVORO.    “Il complesso quadro macroeconomico impone alla Regione, senza che tuttavia questa possa sostituire le troppo timide misure di perequazione infrastrutturale e di compensazione della condizione di insularità, uno straordinario sforzo legislativo ed amministrativo. Sul primo il governo può contribuire attraverso una serrata attività propositiva di iniziative legislative di riforma, che sono state declinate nel programma illustrato al Parlamento”.

Con riguardo alle riforme legislative, oltre ad alcune prime misure inserite nella legge di stabilità del 2018 e nella legge ad essa collegato sono state intraprese molteplici iniziative nei settori ritenuti strategici, alcune delle quali già avviate. In taluni casi – prosegue il documento – in materie particolarmente complesse ed articolate, si è fatto ricorso con successo alla delegificazione attraverso una demoltiplicazione regolativa tra legge e regolamento”. Per il governo “questa tecnica normativa pur lasciando impregiudicato il ruolo del Parlamento, consente mediante l’utilizzo della fonte regolamentare la compiuta disciplina della fattispecie”. “Ed in tal senso –sono cadute nel vuoto le perplessità di chi riteneva incostituzionale tale forma innovativa di regolazione che troverà ampia applicazione in futuro”.

Il documento del governo è ben studiato, tocca importanti tematiche sociali come il lavoro,vedremo adesso le valutazioni dei partiti politici siciliani