Puigdemont e gli altri esponenti del deposto governo catalano sono i destinatari di un mandato di comparizione del Tribunale nazionale spagnolo. Puigdemont e gli altri esponenti catalani dovranno comparire in tribunale domani e dopodomani. I giudici spagnoli della Audiencia Nacional hanno chiesto anche il deposito cauzionale di 6.207.450 euro, con l’avvertimento che in caso di mancato versamento saranno pignorati i loro beni per una cifra corrispondente.
Se giovedì Puigdemont e i 13 consiglieri del destituito governo catalano non dovessero comparire davanti ai giudici dell’Audiencia Nacional come richiesto dalla Procura spagnola, quest’ultima ha facoltà (Carmen Lamea9 di procedere con dei mandati di arresto europei.
“Siamo qui alla ricerca di garanzie che per ora alla Catalogna non vengono date in Spagna – ha detto Puigdemont in conferenza stampa a Bruxelles – Avete notato qual è il titolo del documento del procuratore generale? ‘Màs dura serà la caìda’ (‘La caduta sarà più dura’, ndr): questo denota non un desiderio di giustizia, ma un desiderio di vendetta. E dunque, finché ci sarà il rischio di non avere un processo che garantisca tutti, e in particolare coloro che sono stati presi di mira da gruppi molto violenti, non ci saranno le condizioni oggettive” per tornare in Spagna.
“Non scartiamo la possibilità – ha proseguito – ma vogliamo poter agire in modo libero e tranquillo. Insisto: non stiamo sfuggendo alle nostre responsabilità davanti alla giustizia“, ma siamo qui a Bruxelles “per avere garanzie giuridiche, nel quadro dell’Unione Europea. Siamo qui come cittadini europei, che possono girare liberi per tutta l’Europa. Dovremo lavorare come governo legittimo e abbiamo deciso che il modo migliore per comunicare al mondo quello che succede in Catalogna era quello di andare nella capitale d’Europa”
“Quanto a lungo resterò qui? Dipende dalle circostanze – ha spiegato – Certo, se ci fosse la garanzia di un trattamento equo e se fosse garantito un processo giusto, con la separazione dei poteri, non ci sarebbero dubbi: tornerei immediatamente. Ma dobbiamo poter continuare a lavorare ed è per questo che venerdì sera abbiamo deciso per questa strategia”, il trasferimento a Bruxelles.
“Con il governo, di cui sono il presidente legittimo, ci siamo trasferiti a Bruxelles per rendere evidente il problema catalano nel cuore istituzionale dell’Europa e denunciare anche la politicizzazione della giustizia spagnola, l’assenza di imparzialità, la volontà di perseguire non i delitti e i crimini, ma le idee”. Il trasferimento a Bruxelles è stato deciso “anche per rendere evidente al mondo il grave deficit democratico che c’è oggi nello Stato spagnolo, nonché l’impegno e la risolutezza del popolo catalano per il diritto all’autodeterminazione, per il dialogo e per una soluzione concordata”.
“Se lo Stato spagnolo intende attuare il suo progetto a partire dalla violenza, sarà una sua decisione, ma non ci può trascinare verso uno scenario che tutto il movimento indipendentista ha rifiutato in modo coerente”.
“RISPETTERÒ ESITO ELEZIONI” – “Noi – ha assicurato – rispetteremo i risultati delle elezioni convocate per il 21 dicembre, come abbiamo sempre fatto, quale che sia il risultato. Chiedo al governo spagnolo: faranno lo stesso? Voglio un impegno chiaro da parte dello Stato: sono pronti a rispettare un risultato che dia la maggioranza agli indipendentisti o no? Sono pronti a rispettare il risultato elettorale, quale che sia? Noi sì”.
“ – “Alla comunità internazionale, e in particolare all’Europa” Puigdemont ha chiesto “di reagire. Bisogna comprendere che la causa dei catalani è la causa dei valori sui quali è fondata l’Europa: la democrazia, la libertà, la libera espressione, l’accoglienza, la non violenza”.
“Permettere al governo spagnolo di non dialogare, di tollerare la violenza dell’estrema destra, di imporsi militarmente, di metterci in prigione per 30 anni significa farla finita con l’idea dell’Europa – ha avvertito – ed è un errore enorme, che pagheremo tutti”.
– Carles Puigdemont ha fatto sapere che non chiederà asilo politico al Belgio, tuttavia questa opzione non può essere esclusa. E’ quanto ha precisato il suo legale belga, Paul Bekaert, parlando dopo la conferenza stampa. “Un mandato d’arresto europeo può sempre essere emesso” dalla Spagna, ha sottolineato Bekaert, in riferimento alle accuse di “ribellione, sedizione e malversazione” mosse dalla procura di Madrid nei confronti dei leader catalani.
“Fino a quando ci sarà il rischio che la Spagna chieda che Puigdemont sia consegnato, non si può escludere che chieda asilo politico“, ha chiarito l’avvocato. Bekaert, citato dal sito dell’emittente Rtbf, ha poi lamentato tutta l’agitazione ‘inutile’ che si è creata per l’arrivo del leader catalano a Bruxelles: “Quello che fa Puigdemont è perfettamente legale. Ogni spagnolo è libero di venire in Belgio. Inoltre ha precisato lui stesso di aver scelto Bruxelles per beneficiare di un foro europeo”.