AUTOSTRADE: IL GOVERNO NON RIESCE A CANCELLARE IL TERMINE SINONIMO DI INFAMIA E MANCANZA DEL DOVERE

 

L’avvertimento dell’Avvocatura dello Stato: “Revocare la concessione di Autostrade costerebbe 23 miliardi”
DI RAFFAELE LANZA
Roma,
Sembrerebbe che l’intesa ci sia: Cdp entra nel capitale,nell’assetto azionario di Aspi, Autostrade diventa di fatto una public company, e i Benetton progressivamente usciranno. “Restano all’inizio con un 10-12% e poi escono definitivamente non oltre il 27 luglio”.   Questa è una brutta storia che riporta le pagine di tutti i lutti avvenuti con la disperazione delle famiglie, per la negligenza di una società che aveva il dovere di provvedere periodicamente alla manutenzione del Ponte   “Morandi”.   Negligenze accertate già dalla Procura di Genova fino alla consumazione del reato di falso per eludere l’intervento dei magistrati.    Anche altri ponti sono crollati successivamente in altre parti d’Italia.   Eravamo presi allora da un solo sentimento di solidarietà verso i familiari: la rabbia e il desiderio urgente di fare giustizia. 

Non si parlava di conti, ma di procedere subito a cancellare quel termine sinonimo di infamia e di mancanca del dovere che si chiama Autostrade ed Atlantia.        Ma la forza del potere economico rappresentata dal plumiliardario Benetton ,in fuga per tanti mesi, ha dilatato ad oggi una questione che doveva ad occhi chiusi essere liquidata subito dopo le rivelazioni e le consulenze della Procura di Genova. 

   Ancora una volta i soldi vincono sul dovere morale di non trattare con chi si è macchiato del reato di “Omicidio del Ponte per manutenzione fantasma”.      Certamente sotto il profilo economico tutti gli esponenti e i contrari alla revoca avranno  “ragioni” da vendere.    

Ma si è trascurata quella più importante, quella che in un Paese cristiano come il nostro, non può accettare di sedersi al tavolo del confronto con gli “autori indiretti di quel  disastro”.      Non si fanno trattative con i criminali, signori.   I  criminali che sparano, uccidono, rapinano sanno bene cosa significa perdere la libertà quando vengono catturati  E sanno anche che non avranno più alternative nella società dei “giusti”    Altro che sedersi accanto a politici e dirigenti.    Quelle persone sanno bene di essere considerate infatti delle “bestie”

L’Avvocatura dello Stato: “Revocare la concessione di Autostrade costerebbe 23 miliardi”

Autostrade, Conte: ”Se c’è stato inadempimento responsabilità è dei manager. No ricatto concessionario ai cittadini”
L’eventuale risarcimento sarebbe legato a «un’eventuale deliberazione negativa della conformità dell’art.35 del decreto legge c.d. “milleproroghe” rispetto ai parametri normativi. Ogni eventuale intervento di codesta amministrazione dovrà, pertanto, tenere nella dovuta considerazione anche tale rischio»

Ponte Morandi, le immagini del viadotto crollato a Genova - Foto 1 ...

(Archivi Sud Libertà)

Mandato anche ai “ministeri dell’Economia e dei Trasporti per concludere una transazione” sul dossier Aspi “riportando la concessione in equilibrio giuridico ed economico”. Il risarcimento per la vicenda del ponte Morandi resta, come definito nella proposta della scorsa settimana, di 3,4 miliardi di euro.

Il comunicato – “Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli ha svolto un’informativa sullo stato di definizione della procedura di grave inadempimento nei confronti di Autostrade per l’Italia S.p.a. (ASPI), nella quale sono state esposte le possibili alternative sulla definizione della vicenda. Durante la riunione, sono state trasmesse da parte di ASPI due nuove proposte transattive, riguardanti, rispettivamente, un nuovo assetto societario di ASPI e nuovi contenuti per la definizione transattiva della controversia. Considerato il loro contenuto, il Consiglio dei ministri ha ritenuto di avviare l’iter previsto dalla legge per la formale definizione della transazione, fermo restando che la rinuncia alla revoca potrà avvenire solo in caso di completamento dell’accordo transattivo”, si legge nel comunicato di palazzo Chigi diffuso dopo il Cdm.
La proposta -si legge nel comunicato- prevede specifici punti qualificanti riguardo alla transazione e al futuro assetto societario del concessionario. Punti relativi alla transazione -Misure compensative ad esclusivo carico di ASPI per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro; -riscrittura delle clausole della convenzione al fine di adeguarle all’articolo 35 del decreto-legge “Milleproroghe” (decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162); -rafforzamento del sistema dei controlli a carico del concessionario; -aumento delle sanzioni anche in caso di lievi violazioni da parte del concessionario; -rinuncia a tutti i giudizi promossi in relazione alle attività di ricostruzione del ponte Morandi, al sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) e i ricorsi per contestare la legittimità dell’art. 35 del decreto-legge “Milleproroghe”; -accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall’ART con una significativa moderazione della dinamica tariffaria“.

Punti relativi all’assetto societario del concessionario. In vista della realizzazione di un rilevantissimo piano di manutenzione e investimenti, contenuto nella stessa proposta transattiva, Atlantia S.p.a. e ASPI si sono impegnate a garantire: -l’immediato passaggio del controllo di ASPI a un soggetto a partecipazione statale (Cassa depositi e prestiti – CDP), attraverso: 1.la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di CDP; 2.l’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali; -la cessione diretta di azioni ASPI a investitori istituzionali di gradimento di CDP, con l’impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi; -la scissione proporzionale di Atlantia, con l’uscita di ASPI dal perimetro di Atlantia e la contestuale quotazione di ASPI in Borsa. Gli azionisti di Atlantia valuteranno la smobilizzazione delle quote di ASPI, con conseguente aumento del flottante. In alternativa, Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l’intera partecipazione in ASPI, pari all’88%, a CDP e a investitori istituzionali di suo gradimento“.

 

ACCETTARE LA PROPOSTA DI “AUTOSTRADE” -3,4 MILIARDI DI RISARCIMENTO -NON RENDEREBBE ONORE ALLE VITTIME

Un anno fa il crollo di ponte Morandi, Genova ferita al cuore ...

Un risarcimento di 3,4 miliardi per evitare il procedimento di revoca e chiudere una disputa iniziata con la tragedia del crollo del ponte Morandi. che prevederebbe anche 13,2 miliardi di investimenti e 7 di manutenzioni, nonché un taglio dei pedaggi.

Genova, la ricostruzione del ponte Morandi corre senza burocrazia ...

Autostrade offre la disponibilità dell’azienda di aprire il capitale a nuovi investitori, una strada che passa dall’aumento di capitale. Elemento di assoluta novità, è che nell’offerta targata Aspi,  non figurerebbe la richiesta di modifica del decreto Milleproroghe. Si tratta, in altre parole, dell’articolo che riduceva l’indennizzo, in caso di revoca, a 7 miliardi, cifra di gran lunga più bassa dei 23 miliardi previsti dalla convenzione siglata nel 2008. Nessuna richiesta di modifica,  nella speranza di chiudere la partita con un accordo.    La società di Benetton è molto cauta e la posizione del premier Conte diventa difficile economicamente        di fronte  alla prospettiva  che c’è sul piatto  Un freno morale  lo ferma e attende di conoscere la pozione del Consiglio dei ministri e dei capigruppo,in particolare del Pd

Quello che si sapeva da tempo del “Ponte Morandi” di Genova ...

Ma accettare la proposta di Autostrade significherebbe non rendere onore alle tante vittime della tragedia Morandi.  .   I pentastellati bocciano dunque la proposta    Per i 5S la via maestra resta dunque quella della revoca o in alternativa l’uscita di scena dei Benetton da Aspi, senza ruoli di minoranza.        Pensiamo che per restare in sella Benetton possa lanciare pure l’idea immaginaria di costruire ponti d’oro. E  “affari d’oro” si prevedono chi esprime un “placet” a beneficio della permanenza della società Autostrade la cui revoca la stragrande maggioranza degli italiani attende dal giorno della catastrofe e della responsabilità accertata. Ma a questo punto la parola decisiva spetterà al Cdm, dove le posizioni delle forze di maggioranza restano distanti.

Autostrade per l'Italia: nuovo ponte Morandi pronto in nove mesi ...

Il nuovo Ponte “Morandi” ricostruito in nove mesi

Rilancio dell’esecutivo con la nomina di due nuovi ministri

“Azzolina ministro Scuola, Manfredi a Ricerca e Università

Conte: Azzolina ministra Scuola, Manfredi a Ricerca e Università /LIVE

Obiettivi raggiunti, rilancio dell’azione di governo e l’annuncio della creazione del ministero dell’Università e della Ricerca. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, fa il punto sulle priorità dell’esecutivo e le novità parlando alla conferenza stampa di fine anno a Villa Madama.

Occorre “separare il comparto scuola dal comparto ricerca e università. Hanno logiche diverse – osserva il premier – Mi farò latore della creazione di un nuovo ministero dell’Università e della Ricerca. Ho pensato, avendo conosciuto già l’operato della sottosegretaria Azzolina, di nominarla ministra della Scuola” mentre Gaetano Manfredi sarà il nuovo ministro dell’Università e della Ricerca annuncia il presidente del Consiglio  ringraziando “il ministro Fioramonti per l’attività sin qui prestata. Abbiamo la necessità di rilanciare il comparto della ricerca e dell’università, non è vero che non abbiamo compiuto passi in avanti. Nel 2020 introdurremo l’Agenzia nazionale per la ricerca. Dobbiamo fare qualche sforzo in più, dovremo rilanciare un Piano straordinario per i ricercatori, migliorare i Fondi per il diritto allo studio”.

 – “Abbiamo avanti a noi una maratona di tre anni, marceremo spediti. Questo spazio temporale ci consentirà di programmare meglio le nostre iniziative di governo” dice Conte. “Siamo stati costretti in questi primi giorni a correre i cento metri – spiega il presidente del Consiglio – addirittura è stato uno sprint a ostacoli  Dovevamo mettere il Paese in sicurezza, occorreva una manovra economica seria, responsabile, non dimentichiamo mai che avevamo il compito improbo di reperire ben 23 miliardi per quanto riguarda l’Iva da disinnescare. Sono orgoglioso di aver raggiunto, insieme a tutti i ministri, insieme a tutte le forze politiche che sostengono questo governo, gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Addirittura siamo andati oltre, perché non ci siamo limitati a disinnescare l’incremento dell’Iva, ma abbiamo già iniziato a realizzare alcuni degli impegni per i quali abbiamo chiesto la fiducia” . Conte aggiunge che “gennaio sarà l’occasione per fermarsi un attimo a riflettere, a confrontarsi con le varie forze politiche per rilanciare l’azione di governo”. A tal proposito sarà definito un ”cronoprogramma”, “abbiamo presenti le priorità”, sottolinea il presidente del Consiglio.

Non vogliamo promettere delle cose irrealizzabili, nei nostri 29 punti non ci sono promesse irrealizzabili – osserva-ci sono degli obiettivi molto chiari, programmatici, che a gennaio verranno declinati sulla base delle priorità. Vogliamo lavorare per rendere un servizio utile al Paese, riscoprire il senso di comunità, lavorare come una squadra e vogliamo rivolgerci a tutti i cittadini sollecitando fiducia nei confronti della politica”, che “non deve promettere cose che non può mantenere, deve essere credibile”. “Se la politica si presenta credibile, determinata, convinta nel perseguire obiettivi alla portata, le riforme che i cittadini attendono da anni – aggiunge il premier – la politica farà il suo compito, senza proclami, senza gesti eclatanti, senza lasciarsi distrarre da polemiche. La politica non ha bisogno di conflitti e nessuna forza politica alimenta il consenso con le polemiche. Non possiamo sprecare questa occasione d’oro, le polemiche e i distinguo non ci fanno bene”. “Il metodo di lavoro di questo governo – sottolinea ancora – si basa sul confronto che io rivendico. Un dialogo anche acceso, ma mai dei litigi fini a se stessi”. ”Ho visto la stampa che ironizza su di noi: chiama questo governo, il governo delle riunioni e dei vertici – rileva poi – I vertici servono per alimentare il confronto, i vertici non sono litigi. Io non sono mai stato a litigare su poltrone o altro”.

– Conte aggiunge anche  che “in questo momento una frammentazione delle forze politiche che sostengono la maggioranza non fa bene neppure all’azione di governo”.      Il  premier lancia un appello ai deputati , se ci sono parlamentari in dissenso con il proprio partito, “rimanete nelle rispettive forze politiche, non alimentate questi passaggi che non contribuiscono alla stabilizzazione del quadro politico. Se ci sono manifestazioni di dissenso lavorate all’interno” dei partiti. Il presidente del Consiglio richiama “tutti a un senso di responsabilità”. Quanto alla possibile nascita di gruppi ‘contiani’ in Parlamento, “non ho velleità di avere un partito o un gruppo di riferimento – mette in chiaro – non è nelle mie corde e sarebbe una missione diversa da quella che ho assunto con i cittadini italiani”.

 

– “Vogliamo agire per abbassare la pressione fiscale. Sul fisco puntiamo a semplificare, rimodulare o ridurre le aliquote – spiega Conte – Se non vogliamo mandare il Paese in bancarotta e non vogliamo esporre il Paese a una procedura di infrazione dobbiamo lavorare in modo serio e credibile. L’unica prospettiva seria e credibile è combattere contro l’evasione fiscale”. Quanto alla rimodulazione dell’Iva, questa “non è all’ordine del giorno”. “Dobbiamo valutare l’impatto che avranno le misure anti-evasione”, dice il premier, aggiungendo che “arriveremo all’inizio dell’anno successivo al 2021 a restituire ai singoli cittadini anche 2.000 euro di superbonus”. Mentre “sulla flat tax riteniamo che una articolazione ci debba essere e che debba essere anche rispettato il principio della progressività dell’imposizione”. E poi ”dobbiamo mettere mano in modo organico e sistematico alla giustizia tributaria”.

CONTI PUBBLICI troppo elevatii– “Il nostro debito pubblico è elevato sicuramente ma ricordiamo che i nostri fondamentali sono molto saldi e che il nostro debito pubblico è per la maggior parte nelle nostre mani. E questo fa la differenza. Abbiamo un cospicuo risparmio privato” afferma il presidente del Consiglio, sottolineando la necessità di “governi credibili, coerenti che parlino con voce univoca” per evitare un innalzamento dello spread “come è stato già sperimentato”. Il problema, aggiunge, “non è un problema di risorse che abbiamo anche incrementato. Ormai la diagnosi è molto chiara. Il problema è riuscire a spenderle. Da gennaio ci concentreremo su come spendere bene ed efficacemente intervenendo sui centri di spesa, snellendo la burocrazia e semplificando il quadro regolatorio“.

– “Se riusciremo a innovare sul piano tecnologico la pubblica amministrazione”, soprattutto sul piano della ”digitalizzazione”, si potrà fornire un “volano” per la crescita economica, osserva Conte. E, ancora, “vogliamo snellire la macchina burocratica. Nessuno può illudersi che questa riforma sia facile, ecco perché occorre un orizzonte temporale minimamente ampio”, rimarca il premier, che avverte: “Sarà una riforma che scontenterà molti”.

“E’ nel nostro programma l’intervento sui decreti sicurezza, per recepire le preoccupazioni espresse dal presidente Mattarella. Il decreto sicurezza bis è stato varato dal Cdm in una versione diversa. La versione originaria teneva ben conto delle premure del presidente Mattarella” dice Conte nel corso della conferenza stampa di fine anno. “Cento giorni son pochi, adesso però potremo lavorare” e “sarà uno dei temi del confronto di gennaio”, assicura il presidente del Consiglio.

– Riguardo all’immigrazione, “il problema non è porto aperto o porto chiuso. Diciamolo francamente al di là della propaganda: i nostri porti non sono mai stati chiusi, la differenza era tenere” i migranti “più o meno giorni in mare” spiega il premier. “Non sono solito sottrarmi alle responsabilità. Anche io commetto degli errori ,il problema non è tutti contro Salvini, puntualizza – Ho commesso anche io degli errori e sono disponibile ad ammetterli. Però quando dico che in materia di immigrazione non sono mai stato favorevole allo schema ‘porto aperto porto chiuso’, questo l’ho detto in tutte le occasioni – rimarca – Se ho commesso errori me ne assumo le conseguenze. Però se lo spread è salito, non lo ha fatto per le mie dichiarazioni”.

Sulla vicenda della nave Gregoretti “sto completando le verifiche, perché mi occupo contemporaneamente di tantissimi dossier. Con il massimo scrupolo, con la massima correttezza verificherò il ruolo che ho avuto”. “Ho fatto già una verifica – aggiunge – per quanto riguarda i messaggi anche sul cellulare, sto facendo fare una verifica per quanto riguarda le mail, sicuramente dal primo riscontro c’è stato un coinvolgimento della presidenza, come è sempre avvenuto, per la ricollocazione”. “In questo momento non ho avuto ancora riscontri sul mio coinvolgimento per quanto riguarda invece lo sbarco, però non ho ancora sciolto la riserva – prosegue – voglio completare tutte le verifiche. Se troverò un frammento di coinvolgimento sarò il primo a dirlo, perché è giusto che sia così, però permettetemi di completare l’istruttoria”.

Poi, rispondendo a chi, durante la conferenza stampa a Villa Madama, gli chiede se la Lega e Salvini possano mettere a rischio la stabilità democratica del Paese, il premier replica: ”Io considero la Lega una forza pienamente legittimata a partecipare al gioco democratico”, ma ”secondo me è insidiosa la modalità con cui Salvini interpreta la sua leadership…”.

– Poi il cancro  della prescrizione. “Ritengo che una prescrizione che sia sospesa in corrispondenza della sentenza di primo grado, sia essa di assoluzione che di condanna, non è un obbrobrio giuridico, c’è in Germania, c’è in Francia, in altri Paesi” rileva il presidente del Consiglio. “Sicuramente – aggiunge – il problema è abbinare dei meccanismi che assicurino la durata ragionevole del processo. Quando a gennaio entrerà in vigore questa norma, gli effetti non si avranno subito, occorreranno 3-4 anni”. “E’ ovvio che le varie forze politiche su questo tema hanno delle differenti sensibilità ma credo che su questo obiettivo ci ritroveremo tutti – prosegue – Sono a conoscenza del disegno di legge presentato dal Pd, lo capisco, ma siamo in dirittura d’arrivo per accelerare i tempi della giustizia penale e introdurre garanzie per la durata ragionevole del processo penale”.

INFRASTRUTTURE – “Dobbiamo lavorare per incrementare le infrastrutture, migliorarle e manutenerle in modo efficace: quello che abbiamo visto fino a qui non ci piace affatto. Serve una manutenzione più efficace, ordinaria e straordinaria” dice Conte sottolineando la necessità di salvaguardare il territorio e di puntare anche al Mezzogiorno. “Stiamo lavorando a un piano strutturale per il Sud, anche con le Ferrovie dello Stato e di altri soggetti coinvolti”, spiega.

. “Alitalia è una compagnia in difficoltà ma con asset che fanno gola a molti. Non vogliamo regalarla – mette in chiaro – Per questo stiamo cercando di ristrutturarla per offrirla a soluzioni di mercato”. “Stiamo interloquendo con l’Ue” per quanto riguarda il prestito ponte per Alitalia. “L’interlocuzione è sempre preventiva ed è costante. Non voglio ipotecare l’esito ma confidiamo di non aver difficoltà” afferma il presidente del Consiglio.

– Per la questione delle concessioni ad Autostrade per l’Italia “il procedimento è in corso. Confidavo di poter completare l’istruttoria entro il mese, slitteremo di un po’ ma siamo in dirittura finale” dice il premier che comunque non si sbilancia sull’esito di questo procedimento. “In questo momento – rileva – non mi sento di dire che esito sarà ma deve essere ben chiaro che non vogliamo fare sconti a nessun privato. Tuteliamo l’interesse pubblico”. E ricorda che nel decreto legge Milleproroghe “abbiamo introdotto una norma che non riguarda solo Aspi ma tutti i concessionari. Abbiamo eliminato privilegi inaccettabili, perché c’era una sperequazione nelle convenzioni e alcune erano sproporzionate nei vantaggi ai privati rispetto agli svantaggi al pubblico”. Conte rileva inoltre che il rapporto della Corte dei Conti “è stato scioccante e inaccettabile”.

– Sulla Libia “c’è stata e c’è un’incessante attività diplomatica da parte dell’Italia spesso non visibile” dice Conte, ricordando di aver sentito nei giorni scorsi “il presidente Erdogan e il presidente Putin”. “C’è un costante dialogo per esortare tutti e indirizzare tutti verso una soluzione politica“, aggiunge il premier. E per cercare di ottenere un cessate un fuoco in Libia è necessario, ribadisce, “convincere tutti e indirizzare tutti e creare una grande pressione”. “Ecco perché si è intensificata la nostra iniziativa diplomatica, ecco perché il ministro Di Maio è stato di recente in Libia – aggiunge – ecco perché ci torneremo, stiamo lavorando anche con gli altri Paesi dell’Ue per tornare subito a farci risentire anche a livello di ministri degli Esteri e con la conferenza di Berlino”.

Favorevole ad una rielezione del Capo dello Stato.  Conte rileva: “E’ l’opinione della stragrande maggioranza degli italiani, c’è la massima riconoscenza per come il presidente Mattarella sta interpretando il suo magistero, con equilibrio, con saggezza, è veramente il presidente di tutti gli italiani. La fase politica ha attraversato momenti molti difficili e lui ha dimostrato delle grandi qualità e di saper interpretare con spirito condiviso quello che è il ruolo del Presidente della Repubblica, dando un’alta testimonianza di quello che è un senso di responsabilità e di rispetto delle istituzioni”. “Non spetta a me votare il nuovo presidente della Repubblica, sarei ben favorevole” a una rielezione di Sergio Mattarella, dice il presidente del Consiglio, “ma sono decisioni che non passano dalla mia volontà”.

 

Il marciume italiano : la facile ricchezza dei personaggi pubblici

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di    Raffaele  Lanza

Perchè l’Italia affonda? Perchè vi sono personaggi che si sono diventati ricchi  oltremisura?  Col loro lavoro? Suvvia non scherziamo.   Molti nel nostro Paese sono diventati Paperoni perchè hanno colto le debolezze del sistema di controllo. Un sistema che incardina manager, funzionari, politici che smuovono il placet per i finanziamenti/Contributi, insomma roba da spazzatura, marciume.    Fondazioni che nascono come nel cilindro di un prestigiatore fantasioso per avere soldi pubblici. Che indecenza. E poi presentarsi candidamente sui palcoscenici o nelle piazze per dire “Che volete-afferma Renzi- così va l’Italia..”

Ma il destino è sempre in agguato.  Cade un ponte, muoiono in tanti, ne cade un altro, si ispezionano viadotti e ponti, in particolare quelli gestiti dalla società di Autostrade. Si scopre che la manutenzione è mascherata. Finta.  Adesso è Benetton ad essere all”angolo.  Chiede aiuto e vuol sottrarsi alle sue responsabilità  . Che razza di uomini di carta ha l’Italia….Comunque vada per Benetton e la sua famiglia “miliardaria” sarebbe opportuno  andare a vivere in un Paese lontano dall’Italia Di lui abbiamo e avremo sempre un bruttissimo ricordo.  Riportiamo un “pezzo” che viene inviato alla direzione di Sud Libertà  ed è firmato dal movimento cinque stelle,pure sul Blog interno

Uno dei segreti del successo dei Benetton si chiama “convenzione”. E’ questa la parolina magica che dobbiamo inquadrare per capire il fiume di denaro incassato negli anni dalla famiglia di Ponzano Veneto. La convenzione è di fatto l’accordo che regola i rapporti tra lo Stato, che dà in concessione il servizio, e le Autostrade, ovvero il cosiddetto concessionario. Ebbene, la prima convenzione, risalente addirittura al 1968, regolava questi rapporti quando la società Autostrade era ancora pubblica, perché controllata dall’Iri. Questo presidio pubblico obbligava il concessionario a rispettare l’equilibrio economico-finanziario e prevedeva che gli utili dovessero essere riservati al bilancio dello Stato.

Nel 1993, invece, il processo di privatizzazione cambia tutto. Ne consegue la seconda convenzione, snodo fondamentale dei privilegi che le Autostrade hanno avuto, coltivato e alimentato negli anni successivi. Per prima cosa questa convenzione, datata 1997, proroga la sua scadenza al 2038, 20 anni secchi in più rispetto al termine precedentemente fissato. Ma soprattutto, tarata su contraenti che in quel momento erano ancora pubblici, non tiene in considerazione il fatto che Autostrade di lì a poco sarebbe finita in mano agli appetiti privati. La privatizzazione, infatti, si perfeziona nel 1999. E subito dopo decolla la stagione degli affidamenti delle concessioni autostradali con trattativa privata, con l’ulteriore privilegio che consente ai concessionari di affidare lavori di manutenzione direttamente a imprese controllate. L’anticamera della cuccagna. Questa situazione viene censurata dal Garante della concorrenza in una segnalazione più che eloquente al Parlamento del 28 marzo 2006.     Non finisce qui.

A cogliere disfunzioni di ogni genere, che significano guadagni a palate per la società privatizzata, è anche l’allora Autorità di vigilanza sui lavori pubblici. In una segnalazione al Parlamento dell’8 giugno 2006, l’Autorità registra la “pacifica omessa realizzazione di notevole parte degli investimenti previsti” dai piani finanziari che vanno dal 1997 al 2005. E sempre l’Autorità censura duramente la convenzione in vigore, spiegando che la natura ancora pubblica di Autostrade all’epoca della sottoscrizione “poteva aver indotto a stipulare una convenzione alquanto generica, e con scarse garanzie formali per il concedente”.

A pochi anni dalla privatizzazione tutti sapevano dell’inaccettabile sbilanciamento del rapporto a favore dei Benetton. Le Autorità di controllo sapevano. Il Parlamento sapeva. Ma nessuno (o quasi) ha mosso un dito” 

  

Una lettera di Autostrade- sorprendente difesa d’ufficio – che sembra uscita dal cilindro di un prestigiatore

 

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E   adesso Autostrade mostra le unghie e l’astuzia.   Non ci sta a sopportare il peso di tutta la responsabilità delle conseguenze del crollo del Ponte Morandi e con una lettera, che sembra uscita adesso dal cilindro di un prestigiatore,  a firma del direttore della Manutenzione  di Autostrade dr. Michele Donferri  Mitelli”- come è già noto – comunica di aver avvertito il Ministero competente dei rischi  in caso di omessa approvazione del progetto.  E’ una sorprendente e strategica difesa d’ufficio dei vertici di Autostrade e di Benetton .  “Si tratta di una ordinaria comunicazione con cui la competente direzione del ministero delle Infrastrutture viene sollecitata per l’approvazione del progetto di miglioramento delle caratteristiche strutturali del viadotto Polcevera, per il quale era già stato prodotto il parere favorevole da parte del Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche, tenuto conto che il tempo di approvazione da parte del ministero si stava protraendo oltre il termine dei 90 giorni. Il progetto aveva l’obiettivo di migliorare la vita utile dell’infrastruttura“…

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La lettera di allarme del direttore di Autostrade – si apprende ancora – è la seconda di cinque scritte al ministero tra il 6 febbraio e il 13 aprile 2018. In quella del 28 febbraio, protocollata dalla società con il numero 5003, il manager è chiarissimo e solleva Autostrade da ogni responsabilità specifica. ‘Si fa riferimento a quanto in oggetto’, scrive Michele Donferri Mitelli, ‘alla nostra precedente corrispondenza e alle interlocuzioni intervenute presso il Comitato tecnico amministrativo del Provveditorato alla presenza del vostro funzionario Uit Genova nella seduta del 1.2.2018’. Quella del primo febbraio è la riunione presieduta dal provveditore Ferrazza, alla presenza del rappresentante genovese della Direzione generale per la vigilanza, l’ingegner Carmine Testa, capo del Uit, l’Ufficio ispettivo territoriale”.   

A questo punto le responsabilità si restringono per il Procuratore Cozzi, ” Dobbiamo vedere ora le date e controllare i documenti del Ministero“, dice il magistrato

 

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Il Procuratore capo di Genova dr. Francesco Cozzi

Al riguardo, prosegue il direttore di Autostrade, ‘dal momento che non abbiamo più avuto evidenza se siano necessari ulteriori approfondimenti e/o elementi integrativi Vi significhiamo… di restare a Vostra disposizione qualora siano necessari chiarimenti e integrazioni in relazione agli aspetti tecnico-economici del progetto rappresentando, ancora una volta, l’urgenza che riveste la conclusione dell’iter approvativo dell’intervento'”……

“‘Vista l’importanza strategica dell’opera e la natura dell’intervento’, aggiunge Donferri Mitelli, tenuto conto che il completamento delle procedure di affidamento può essere stimato in 13-15 mesi, ‘si ritiene, in considerazione del protrarsi dei tempi di approvazione, che l’intervento non possa essere in esecuzione prima del secondo semestre 2019 o inizio 2020. Tale circostanza comporterebbe una serie di ripercussioni sia per la pianificazione economica che’,  ‘per l’incremento di sicurezza necessario sul viadotto Polcevera. Per quanto sopra, Vi preghiamo di portare avanti l’iter autorizzativo quanto prima’”.

Perchè la lettera e la restante documentazione è spuntata adesso ‘?   Chi di Autostrade ha consegnato i documenti o i file alla Stampa nazionale’?

Forse – è l’opinione di SUD LIBERTA’ . perchè già i vertici di Autostrade pensavano di essere indagati dalla Magistratura genovese’? Ma allora se la sicurezza era assente perchè non si chiudeva il Ponte ‘? E la palla adesso passa al Ministero’?

Le Fiamme gialle hanno sequestrato intanto tutti i documenti relativi al ponte. Il lavoro della Finanza è intenso perchè sono entrati negli uffici di Genova, Roma, Firenze e Milano, nelle sedi del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nell’Ufficio Ispettivo territoriale di Genova del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Liguria e nella sede della società Spea Engineering spa.

 

CONCESSIONI VOTATE: ACCUSE A SALVINI, RENZI, BERLUSCONI CHE SOSTENEVANO CON IL VOTO “I POTERI FORTI” – QUANTO MARCIUME….

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E’ il ponte delle maledizioni. Adesso i partiti politici si scaricano le responsabilità sulle concessioni dei ponti e i veleni affiorano.La prima cannonata è rivolta al vicepremier Matteo Salvini accusato di aver votato al tempo a favore delle concessione ad Autostrade nel 2008.     La maggiore accusatrice è  Debora Serracchiani che mostra lo screenshot dell’elenco dei voti, e pubblicamente afferma : “Salvini votò a favore del cosiddetto ‘Salva Benetton’,  diede al gruppo le concessioni molto vantaggiose per Autostrade”.  . “La convenzione con le autostrade – ha rincarato la dose l’ex premier Renzi  – è stata fatta dal governo Berlusconi: nessuno dice che il deputato Matteo Salvini votò a favore e il Pd contro. I soldi da Autostrade – ha aggiunto – li hanno presi la Lega come contributo elettorale e il premier Conte nella veste di avvocato”. La replica di Salvini non è mancata e anche questa è innegabile come l’accusa rivoltagli: e cioè che il Pd ha governato, per anni, firmato, approvato e verificato queste concessioni”.

Signori, è innegabile anche questo. Questa politica è davvero marciume, osserviamo noi di SUD LIBERTA’

La tendenza del governo- si apprende – è di essere  favorevole alla proposta avanzata dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, per una nazionalizzazione delle autostrade. “Se Autostrade – ha osservato Salvini- l’anno scorso ha incassato tre miliardi e seicento milioni di euro dai pedaggi degli italiani, senza far nulla, perché ha il casello, ha il telepass, significano notevoli incassi per lo Stato. E’ una di quelle realtà che all’estero sono gestite in maniera pubblica, addirittura gratuite in alcuni Paesi”. “