FESTA DI S.RITA :” ALZATE VERSO IL CIELO LE ROSE PER LA BENEDIZIONE E…PORTATELE A CASA ALLA FAMIGLIA E ALLE PERSONE PIU’ CARE”

 

Una festa del popolo che, in tutto il mese di maggio, si reca al Santuario di Cascia da ogni angolo della Terra per partecipare agli eventi ritiani, fermarsi accanto all’urna della Santa e trovare la comprensione, il raccoglimento e l’ascolto di cui ognuno di noi ha bisogno.   Ma anche nelle altre città d’Italia e in Sicilia si festeggia la Santa, con calendari e programmi diversificati per la disponibilità dei sacerdoti, e la  Supplica che ricade giorno 22 Mercoledì Maggio. A Catania la Supplica si svolgerà alle ore 12.

Calendario eventi ritiani a Cascia


1a domenica di maggio

Giornata della vocazione familiare.
A ricordo della vita familiare di Rita, vissuta cristianamente con semplicità e laboriosità, numerose famiglie partecipano alla festa, ricevendo in dono una pergamena ricordo ed una rosa.

A ricordo della vita familiare di Rita, vissuta cristianamente con semplicità e laboriosità, numerose famiglie partecipano alla festa, ricevendo in dono una pergamena ricordo ed una rosa.

12-20 maggio

Novena.
Nove giorni per prepararsi alla festa del 22 maggio. Al termine di ogni celebrazione in Basilica, i fedeli possono avvicinarsi all’urna d’argento e cristallo che custodisce il corpo di Rita.

La domenica di maggio che precede la festa – Processione dello Stendardo
La processione, oggi chiamata “dello Stendardo”, fu istituita dal Comune di Cascia nel 1731 per ringraziare l’allora beata Rita della sua protezione sulla città in occasione del terremoto del 1730. Nel tempo, nella processione fu portato anche lo “Stendardo processionale”, fatto dipingere dal Comune di Cascia nel 1614, che si portava in processione il 22 maggio festa della Santa. In questo, è raffigurato l’ingresso di Rita nel monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena, in un lato, e la santa in atto di ricevere la stimmate, nell’altro.

20-22 maggio – Festa di Santa Rita


20 Maggio

Presentazione Riconoscimento Internazionale Santa Rita.
Ogni anno, un importante personaggio dell’informazione mediatica presenta alla comunità, le donne protagoniste del Riconoscimento, che mira a individuare le donne di oggi “portatrici del messaggio ritiano nel mondo”.

21 Maggio

Riconoscimento Internazionale Santa Rita.
Le donne protagoniste del prestigioso riconoscimento ricevono una pergamena che attesta la loro opera di donne ritiane, che si sono distinte, cioè, per aver contribuito a portare il dialogo e la pace, ai nostri giorni. Il Riconoscimento Intemazionale Santa Rita da Cascia è stato istituito nel 1988 dal Comune di Cascia per mettere in risalto il fatto che anche oggi vi sono persone che vivono i valori del perdono, di pace, di solidarietà, di dedizione, di fede, di amore, già incarnati dalla umile donna di Roccaporena di Cascia.

Transito di Santa Rita.
La cerimonia liturgica del Transito ricorda la morte di Rita: il momento in cui la sofferenza della donna si trasforma in pace e il suo nome entra nella storia.

Fiaccola.
Ogni anno Cascia rivive la tradizione della sera in cui furono in tanti, ad accorrere al monastero per accompagnare Rita nel suo ritorno al Padre. Migliaia di fiammelle accese creano uno spettacolo unico, mentre un atleta giunge con la fiaccola sul sagrato della Basilica. La fiaccola viene così consegnata al rappresentante della Città gemellata con Cascia, che accende il tripode votivo.

22 Maggio

Corteo Storico.
Si tratta della rievocazione in costume della vita di Rita e della gente del suo tempo. Ogni pellegrino sembra riconoscersi in uno dei figuranti che rappresentano Rita, nelle vesti di figlia, moglie, madre, vedova e suora, ma anche il popolo di Rita, la gente comune, la stessa che tutti gli anni inonda i portici, i vicoli e le piazze di Cascia.

Pontificale.
Solenne Celebrazione liturgica in onore di Santa Rita.

Santa Rita 160 cm vetroresina colorata occhi di vetro - Foto 1 di 1

Benedizione delle rose.
A chiusura del Pontificale, i numerosi pellegrini presenti alzano verso il cielo le rose, quasi a voler raccogliere quanta più grazia possibile dalla benedizione fatta dal celebrante, così da condividerla, al ritorno a casa, con la famiglia e le persone più care.

Tra i progetti sostenuti, l’Alveare, struttura di accoglienza per minori con situazioni di disagio creata a Cascia (PG) dalla Beata Fasce, è il primo progetto sostenuto dalla Fondazione fin dalla sua origine. Invece, l’Auditorium di Cuzco ospiterà eventi educativi e di promozione e sensibilizzazione sociale, quali seminari, laboratori, incontri di formazione e gruppi di mutuo aiuto, a beneficio degli oltre 300 studenti e dei 32mila membri della comunità locale, colpita da gravi problemi socio-economici, come povertà, abuso di alcol e droga, violenza sulle donne, prostituzione.

STORIA    DI  S-RITA

Il vero nome della Santa è Margherita Lotti, figlia di Antonio Lotti e Amata Ferri.
La piccola Margherita di Roccaporena, frazione a 5 chilometri da Cascia, sboccia nel 1371, altri ritengono la data del 1381. Le ipotesi sono due: per la nascita 1371 o 1381, per il trapasso (rispettivamente) 1447 o 1457. Le date 1381-1457 sono state riconosciute come ufficiali da Papa Leone XIII quando proclamò Rita Santa

 Antonio e Amata svolgono la funzione di “pacieri”. I genitori di Rita sono particolarmente stimati e gli statuti del libero comune di Cascia affidano loro l’arduo incarico di pacificare i contendenti o almeno evitare stragi cruenti tra famiglie in conflitto.

  Affetti ed Amore.   Il giovane che s’innamora di lei, e che lei ricambia, si chiama Paolo di Ferdinando di Mancino. Non è un giovane violento, come alcuni descrivono, ma un ghibellino risentito . Rita, quindi, non “ammansisce” affatto Paolo, piuttosto lo aiuta a vivere con una condotta più autenticamente cristiana. Sarà questo il frutto di un amore incondizionato e reciproco illuminato dalla benedizione divina.
Il Signore benedice l’amore dei giovani con la grazia di due bambini, probabilmente gemelli o venuti al mondo a breve distanza tra loro: Giangiacomo e Paolo Maria.

Con la nascita di due figli si richiede sicuramente una condotta più consona e responsabile per Paolo, già uomo d’armi, ma anche una sistemazione domestica. È in questo momento che, probabilmente, la famiglia di Mancino si trasferisce al “Mulinaccio” (di proprietà di Paolo), dove hanno una dimora più grande e la possibilità di gestire un’attività di macinazione del grano direttamente e responsabilmente.

Paolo di Ferdinando di Mancino viene assassinato nei pressi del “Mulinaccio”, dove si era trasferito con Rita e i suoi due figli. La tradizione colloca l’accaduto intorno al 1406.
Rita se ne accorge, accorre ma non le resta che cogliere il rantolo finale del marito e affrettarsi a nascondere la camicia insanguinata, per non far alimentare la sete di vendetta ai figli..
Rita perdona di cuore e mai rivelerà il nome degli assassini, anche se  le costerà il risentimento e l’incomprensione della famiglia del marito ucciso

Un pensiero  affligge Rita: che i suoi ragazzi possano diventare vittime o protagonisti di quella spirale d’odio che s’è innescata. Si spiegano così le preghiere a Dio, perché non si macchino di simili atrocità e allontanino da loro il desiderio di vendicare il padre. Ma i  due giovani, Giangiacomo e Paolo Maria, per destino avverso, muoiono molto presto l’uno dopo l’altro, probabilmente di peste o a causa di qualche altro malanno.
Rimasta sola, tra il 1406 e il 1407, Rita si avvicina sempre più a Cristo sofferente. Secondo la tradizione, risalgono forse a quel momento le inerpicate sulla cima dello Scoglio di Roccaporena.

Dopo l’assassinio del marito e la tragica morte dei suoi due figli, Rita vive un immenso dolore, indescrivibile, è una donna  sola e, non più madre,   si rifugia nella preghiera. È in questo momento che deve aver maturato con forza il desiderio di elevare il suo amore ad un altro livello, ad un altro sposo  Dio, Gesù Cristo e Spirito Santo.

All’età di circa 36 anni, Rita bussa alla porta del Monastero di Santa Maria Maddalena. Superate le mille difficoltà, con l’aiuto della preghiera ai suoi tre protettori Sant’Agostino, San Nicola Da Tolentino e San Giovanni Battista, finalmente  il suo desiderio si realizza.
Nel 1407, inizia la sua nuova vita nel Monastero di Santa Maria Maddalena. Qui riceve l’abito e la Regola di Sant’Agostino, che professa e vive nei suoi quarant’anni di permanenza nel Monastero fino alla morte.

Nell’inverno precedente la sua scomparsa, gravemente malata, Rita trascorre lunghi periodi nella sua cella. Probabilmente la nostalgia per la sua Roccaporena, il ricordo di Paolo e dei figli che restano incaccellabili e vivi. Forse Rita, che ha sempre pregato per le loro anime, ora che sente avvicinarsi la fine, avverte una pena in cuore: sapere se il Signore abbia accolto le sue sofferenze e preghiere in espiazione dei peccati dei suoi cari. Chiede un segno all’Amore e il cielo le risponde.

Vivrà dunque  un fioretto di profonda tenerezza umana. Ad una sua parente, che era venuta a trovarla, chiede di passare nel suo orto di Roccaporena e cogliere una rosa e due fichi. È un gennaio nevoso e freddo. La parente si reca all’orto e trova – un pò sorpresa per la fioritura delle rose in quel periodo invernale-  le due rose e i due fichi richiesti, che coglie e porta a Rita. Le sue preghiere sono state esaudite: il marito, morto ammazzato e i due figli, morti uno dopo l’altro, sono stati accolti da Dio in paradiso.

Con un fisico ormai provato dalle tante sofferenze, Rita giunge all’alba dell’incontro celeste la notte tra il 21 e il 22 maggio dell’anno 1457. In questo momento, la tradizione vuole che le campane del Monastero, mosse da mani invisibili, si siano messe a suonare, richiamando la cittadinanza che, come per ispirazione celeste, si è recata in Monastero per venerare la suora Santa.

Se tra i concittadini la venerazione è stata rapida, non altrettanto rapido è il cammino di ascesa agli altari. Il processo di beatificazione ha inizio il 19 ottobre 1626, sotto il pontificato di Urbano VIII, che ben conosce la Santa essendo stato vescovo di Spoleto fino al 1617.
Fra i principali sostenitori della causa di beatificazione, oltre alla famiglia Barberini, c’è il cardinale Fausto Poli, nativo di Usigni, villaggio del territorio casciano. È lui a interessarsi anche dei luoghi ritiani di Roccaporena, trasformando nel 1630 la casa-domuncola in capella.

Il processo si svolge a Cascia, nella chiesa di San Francesco, con capillarità minuziosa. In seguito al processo casciano, il 2 ottobre 1627, Urbano VIII concede alla diocesi di Spoleto e ai religiosi agostiniani la facoltà di celebrare la messa in onore della beata Rita. Il 4 febbraio 1628 dispone che tale messa possa essere celebrata nelle chiese agostiniane anche dal clero secolare. Con queste iniziative che autorizzavano il culto, si sanciva la beatificazione anche se non nella forma solenne e canonica tradizionale.

Nel 1737 gli agostiniani e il comune di Cascia intendono premere per la canonizzazione. Per una lunga serie di vicissitudini, il processo canonico viene più volte interrotto e ripreso, fino alla riapertura del 1853 e alla svolta rappresentata dal miracolo ottenuto da Cosma Pellegrini di Conversano del 1887.

Il 25 febbraio 1896, viene finalmente redatto il decreto sulle virtù eroiche. Nel 1899, dopo aver preso in esame i vari miracoli, stimati utili per la canonizzazione, tra questi si approvano: il profumo che si diffonde dal corpo della santa, la guarigione della piccola Elisabetta Bergamini e quella di Cosma Pellegrini, che viene guarito da una malattia incurabile.
Finalmente il 24 maggio 1900, Leone XIII proclama Santa la Margherita di Cascia.

Giovanni Paolo II, nel grande giubileo del 2000, il 20 maggio concede udienza generale a una pellegrina speciale e ai suoi fratelli. Rita da Cascia giunge di nuovo a Roma,  l’arcivescovo diocesano Monsignor Riccardo Fontana, il rettore Padre Bolivar Centeno e Padre Giovanni Scanavino, il giorno 19 maggio.

È subito scortata presso i suoi confratelli in Sant’Agostino in campo Marzio. L’intera giornata trascorre in preghiera, fino a notte fonda. Il giorno dopo, accompagnata da un tripudio di gente, mentre già i devoti l’attendono in piazza San Pietro, accorsi da ogni parte del mondo, si realizza l’incontro tra il Vicario di Cristo, l’umile Santa di Cascia ed i suoi fratelli; testimoniando al mondo che il messaggio d’amore e di pace deve ancora oggi trionfare. Da quest’incontro, per volontà del Sommo Pontefice, Santa Rita viene di fatto inserita nell’edizione tipica latina del messale romano del 2001.

Il corpo di Rita, dal 18 maggio 1947, riposa nella Basilica a Cascia, dentro l’urna d’argento e cristallo realizzata nel 1930. Indagini mediche hanno accertato la presenza di una piaga ossea (osteomielite) sulla fronte, a riprova dell’esistenza della stigmata. Il viso, le mani e i piedi sono mummificati, mentre sotto l’abito di suora agostiniana c’è l’intero scheletro (così ridottosi dalla prima metà del ’700). Il piede destro ha segni di una malattia sofferta negli ultimi anni, forse una sciatalgia, mentre la sua statura era di 1,57 metri.