Siracusa,
Siracusa,
E’ davvero incredibile .Un infermiere del Cannizzaro di Catania, Vincenzo Villani Conti di 50 anni, è stato arrestato con l’accusa di duplice omicidio di due pazienti. La notifica del provvedimento eseguita dalla Polizia. Il Gip del Tribunale di Catania ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Secondo le indagini raccolte della Procura di Catania Villani Conti avrebbe provocato la morte di due pazienti ricoverati nel reparto di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e Urgenza somministrando loro, con modalità estranee ad esigenze terapeutiche, Diazepam e Midazolam.
Gli accertamenti tecnici e la consulenza medico-legale e le analisi tossicologiche eseguite dopo la riesumazione dei cadaveri dei due pazienti, hanno risolto il quesito sul decesso delle due persone avvenuto dopo il turno notturno svolto dall’indagato. Gli investigatori affermano: ” Nelle cartelle cliniche non risultava indicata la prescrizione dei farmaci, proprio perché del tutto controindicati rispetto alle patologie. Sui cadaveri, pur a distanza di diversi mesi dalla morte, sono state trovate, durante l’autopsia, tracce significative di tali farmaci. Resta l’enigma perchè l’infermiere abbia fatto questi delitti. E l’interrogativo: e nel passato?
“Sia nei campioni biologici dei due pazienti i dati relativi al Midazolam e al Diazepam sono compatibili con una somministrazione delle sostanze avvenuta pressoché contemporaneamente – hanno spiegato dalla Procura – determinando un aumento reciproco degli effetti tossici sull’apparato respiratorio. Considerando le condizioni cliniche delle due pazienti, la grave compromissione della loro funzione respiratoria avrebbe dovuto costituire una controindicazione specifica alla somministrazione”.
A questo punto la Procura ha così chiesto e ottenuto dal Gip la cattura del cinquantenne che ora si trova rinchiuso in un carcere catanese.
Napoli,
Il Comando Provinciale e il Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Napoli hanno scoperto, tra Torre Annunziata e Trecase, una piantagione di marijuana costituita da 1200 piante di cannabis indica e arrestato un ventenne di Trecase con precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti. La scoperta è stata effettuata dai finanzieri del Gruppo di Torre Annunziata grazie alle sofisticate apparecchiature dell’innovativo elicottero PH-139D in uso alla Sezione Aerea di Napoli che, nel corso delle quotidiane perlustrazioni aeree della provincia partenopea, ha individuato delle colture sospette, verosimilmente di cannabis, occultate in un anello boschivo, ubicato in un appezzamento di terra ai confini tra i due comuni vesuviani.
Il nuovo sistema in uso al comparto aereo del Corpo ha permesso di effettuare delle riprese che hanno consentito di individuare i punti di accesso alla piantagione e persino i sistemi di irrigazione che vi erano stati installati. Alla luce di tali evidenze, le Fiamme Gialle partenopee hanno avviato degli approfondimenti volti a individuare i soggetti che gestivano la piantagione e, coadiuvati dall’alto e a terra dai colleghi della componente aeronavale, hanno effettuato l’accesso nell’area in questione dove hanno rinvenuto le 1200 piante di cannabis. La resa stimata della coltivazione sarebbe stata di circa 350,00 kg. di marijuana, per un controvalore di mercato di oltre 550.000,00 euro.
Le approfondite ricerche nell’area e, in particolare, tra gli alberi che fungevano da occultamento per la piantagione, hanno poi portato a ulteriori scoperte. Infatti, all’interno di alcuni tubi per l’irrigazione sono state rinvenute armi da sparo, comuni e da guerra, munizioni nonché un considerevole quantitativo di sostanze stupefacenti già confezionate. In particolare, sono state ritrovate, perfettamente funzionanti e appena lubrificati, una pistola mitragliatrice e un fucile a pompa Franchi con matricola abrasa, una pistola a tamburo senza matricola, un fucile da guerra cal. 8×57 tipo Mauser, 4 fucili cal. 20, un fucile cal. 12, n. 317 cartucce di vario calibro. Sequestrati anche 4,7 kg. di hashish e altre sostanze sottovuoto (548 gr. di lidocaina, 450 gr. di cocaina e 320 gr. di marijuana), già pronti per essere immessi sul mercato, del controvalore al dettaglio di oltre 70.000,00 euro.
La piantagione e il locale adibito ad essiccatoio e confezionamento dei panetti di hashish e delle dosi di cocaina erano energizzati elettricamente con allaccio abusivo alla rete elettrica nazionale, concretizzando anche l’ipotesi di furto aggravato. Al termine dell’operazione, il responsabile, risultato avere nella propria disponibilità la piantagione, lo stupefacente e le armi, è stato tratto in arresto in flagranza di reato. Si tratta di un giovane ventiduenne originario della zona. Il provvedimento è stato convalidato dal GIP. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, la piantagione è stata distrutta previo campionamento e analisi delle piante.
Roma,
Oltre 54 chilogrammi di hashish, 210 mila euro in contanti e un’arma da fuoco con relative cartucce sono stati intercettati al porto di Civitavecchia dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma.
Le Fiamme Gialle del Gruppo di Civitavecchia, con l’ausilio del cane antidroga “Fanda”, hanno scovato – occultati all’interno di un autoarticolato proveniente da Barcellona – 4 borsoni contenenti 551 panetti di hashish.
L’autista del veicolo, un Italiano di 70 anni, è stato arrestato per l’ipotesi di reato di traffico di droga. Inoltre, su un carro attrezzi sbarcato da Olbia, grazie al fiuto del cane “Jackpot”, i Finanzieri hanno rinvenuto e sequestrato una pistola calibro 7,65 marca Browning di fabbricazione belga, illegalmente detenuta, 19 cartucce e banconote di vario taglio per oltre 210 mila euro. Anche in questo caso l’autista, un Italiano di 34 anni, è stato arrestato per le ipotesi delittuose di porto illegale di arma e riciclaggio.
Le misure sono state adottate allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza.
Le due operazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, rientrano nel più ampio dispositivo di contrasto ai traffici illeciti messo in campo dalla Guardia di Finanza negli scali aeroportuali e portuali di accesso alla Capitale.
Messina,
Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, con l’ausilio delle unità cinofile, hanno operato un significativo sequestro di droga del tipo marijuana per oltre 32 chili, traendo in arresto un responsabile.
Durante gli ordinari controlli agli imbarcaderi privati, le Fiamme Gialle del Gruppo di Messina hanno intimato l’alt ad un’autovettura appena sbarcata dalla costa calabra, con a bordo un soggetto, il quale sin da subito ha mostrato evidenti segni di nervosismo, adducendo di provenire dal nord Italia dove avrebbe sostenuto un colloquio di lavoro presso una non meglio specificata azienda.
I preliminari accertamenti, in realtà, hanno fatto emergere evidenti anomalie, insospettendo i militari operanti. In particolare, il soggetto fermato, a fronte di un viaggio così lungo e importante, non risultava avere al seguito alcuna valigia o trolley e, una volta aperto il portellone posteriore, la ruota di scorta era stranamente posizionata al di fuori dal suo naturale alloggiamento, ovvero poggiata nel vano portabagagli.
Successivamente, i cani antidroga Ghimly e Sara, altamente specializzati in servizi della specie, hanno segnalato in maniera evidente la presenza di narcotico a bordo del mezzo attenzionato e, in particolare, nella parte sottostante dello stesso.
La sostanza stupefacente, infatti, abilmente occultata in un doppio fondo creato sotto il pianale dell’auto, ha richiesto l’intervento di personale specializzato di un’autofficina della città, che ha consentito di rinvenire trenta involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana, di circa 1 Kg ciascuno.
Sulla base delle risultanze investigative, che dovranno comunque trovare conferma in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio e fermo restando il generale principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, l’indagato è stato tratto in arresto, in flagranza di reato, per traffico di sostanze stupefacenti ed aggregato alla casa circondariale di Gazzi.
Dalle analisi effettuate, la marijuana è risultata essere di ottima qualità, essendo stata rilevata un’elevata percentuale di principio attivo.
Il complessivo quantitativo di droga sottoposto a sequestro avrebbe potuto fruttare, sulle piazze di spaccio della provincia, circa 320 mila euro.
L’odierna attività conferma l’impegno nel particolare comparto e testimoniano la rilevanza attribuita alla tematica dalle Fiamme Gialle peloritane e dall’Autorità Giudiziaria di Messina: l’attenzione è altissima rispetto a tale fenomeno criminale, sintomatico, peraltro, dell’esistenza di agguerrite e strutturate organizzazioni criminali, in grado di gestire così rilevanti quantitativi di droga.
Un fenomeno, altresì, di grave impatto sociale che costituisce, come ormai documentato da numerose operazioni di polizia, una delle primarie fonti di finanziamento della locale criminalità organizzata, così confermando la centralità del comprensorio messinese quale porta d’ingresso dello stupefacente in Sicilia, nonché punto strategico per il transito ed il traffico di ingenti quantità di narcotico.
Napoli,
I finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, nel corso della costante attività di controllo economico del territorio, hanno arrestato, in tre distinti interventi, quattro responsabili, per resistenza a Pubblico Ufficiale e contrabbando di sigarette.
In particolare, nel corso di una prima operazione, i “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego hanno arrestato un 21enne che aveva tentato di fuggire con la propria autovettura all’alt dei finanzieri.
Invece di rispettare il segnale dei militari, il veicolo ha accelerato e proseguito la propria rocambolesca corsa, mettendo in pericolo gli stessi finanzieri, nonché gli altri autisti e pedoni, cercando in modo spericolato di darsi alla fuga con l’obiettivo di seminare la pattuglia, che in stretto raccordo con la Sala Operativa ha subito iniziato l’inseguimento.
Il percorso della vettura, condotta a velocità eccessiva e incurante della sicurezza stradale, ha interessato la zona del rione Traiano e i quartieri Soccavo e Fuorigrotta del capoluogo, dello stadio “Diego Armando Maradona” finché il fuggitivo, dopo aver tamponato un’altra auto, è stato raggiunto dai militari.
Il giovane guidatore è stato arrestato per resistenza a Pubblico Ufficiale, oltre che segnalato al Prefetto per possesso di alcune decine di grammi di hashish e per violazioni al Codice della Strada; il mezzo sul quale viaggiava è stato sequestrato poiché tra l’atro già sottoposto a fermo amministrativo e sprovvisto di copertura assicurativa.
Nel corso di un secondo intervento, le Fiamme Gialle del Gruppo di Nola hanno tratto in arresto ad Ottaviano un 62enne e un 32enne sorpresi con un veicolo commerciale a scaricare in un garage 660 kg. di sigarette.
Infine, il Gruppo di Torre Annunziata ha tratto in arresto a Boscoreale un 46enne, peraltro già arrestato nel mese di aprile ad Ercolano per fatti analoghi, mentre trasportava nel vano del suo autocarro circa 50 kg di sigarette di contrabbando.
Roma,
Inginocchiata nella capitale una associazione di ‘ndrangheta. Una vasta operazione di Dda e Dia ha portato all’arresto di 43 persone, alcune delle quali gravemente indiziate di far parte di un’associazione per delinquere di stampo mafioso radicata sul territorio della capitale, finalizzata ad acquisire la gestione e il controllo di attività economiche nei più svariati settori da quello ittico, alla panificazione, dalla pasticceria al ritiro delle pelli e degli olii esausti, facendo poi sistematicamente ricorso ad intestazioni fittizie al fine di schermare la reale titolarità delle attività.
L’organizzazione di matrice ‘ndranghetista si riproponeva, secondo le indagini sviluppate dal Centro operativo Dia di Roma, anche di commettere delitti contro il patrimonio, contro la vita e l’incolumità individuale e in materia di armi, affermando il controllo egemonico delle attività economiche sul territorio, realizzato anche attraverso accordi con organizzazioni criminose omologhe.
Insieme possiamo combatterle”, è il commento del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.”Grazie alla Dia e alla Dda di Roma per la più importante operazione mai fatta nella Capitale contro la ‘ndrangheta. Le mafie sono un pericolo per la democrazia. ..
Siracusa,
Le indagini sono partite dalla denuncia della donna che da ben 5 anni sopportava violenze fisiche e morali di ogni genere. La vittima era finita più volte in ospedale ma aveva sempre giustificato le lesioni come accidentali o da caduta. I maltrattamenti sono proseguiti anche durante il periodo di gravidanza della donna e l’arrestato, secondo le testimonianze della vittima e dei vicini, ha aggredito la convivente anche alla presenza della figlia appena nata.
I Carabinieri a seguito dei preliminari accertamenti hanno avviato le procedure previste dal c.d. “codice rosso” ed in tempi rapidissimi la Procura della Repubblica di Siracusa ha emesso il provvedimento cautelare nei confronti dell’uomo.
Palermo,
L’incessante attività di controllo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, volta a prevenire il fenomeno della razzia delle numerose aree archeologiche del territorio, ha dato i suoi frutti.
Nella notte tra il 2 e 3 Aprile i militari della Stazione di Baucina hanno sorpreso e arrestato in flagranza di reato 5 persone provenienti dalle province di Catania, Enna e Siracusa, a caccia di tesori nel palermitano, intente a scavare senza alcuna autorizzazione nella locale area archeologica denominata “Monte Falcone”, sede di una necropoli del VI secolo a.C., con tombe ricche di corredi funebri e vasellame.
I militari quindi, appostati in orario notturno, sono riusciti ad individuare, seguire e bloccare i malviventi, i quali sarebbero risultati perfettamente organizzati perché muniti di picconi, zappe e 3 metal detector. Il bottino, appena asportato dal sottosuolo, è stato sequestrato: ben 23 monete greche risalenti al V secolo A.C.
La particolarità dell’operazione consiste nel fatto che per la prima volta sono stati contestati alcuni nuovi articoli del codice penale, 518-bis e seguenti, introdotti nell’ordinamento solamente dal 23 marzo scorso, i quali inaspriscono le pene e prevedono dei reati specifici in materia di furto e devastazione di beni d’interesse storico e culturale, tra i quali appunto il “furto di beni culturali”.
Le monete sequestrate, qualora fossero state immesse nel mercato clandestino dei beni archeologici, avrebbero potuto fruttare diverse centinaia di euro, così arricchendo le gallerie dei numerosi collezionisti abusivi di beni culturali.
Le 5 persone tratte in arresto sono quindi stati tradotte presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari.