Quel bambino ….Di Matteo…sciolto nell’acido e la cattura di Matteo Messina Denaro

 

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DI    RAFFAELE    LANZA

Matteo Messina Denaro arrestato dopo una vita da superlatitante.  Facciamo una sommaria ricostruzione sulla vicenda raccontata dalle Autorità ed  i  più elevati vertici dei Carabinieri in Conferenza stampa.

Trent’anni trascorsi sottotraccia prima della cattura di ieri da parte dei carabinieri del Ros in una clinica privata di Palermo, dove il boss – malato e in cura per un cancro al colon – si era recato per effettuare alcune terapie. E la cattura del boss mafioso è arrivata a 30 anni esatti dall’arresto di Toto Riina, preso il 15 gennaio 1993. L’ex Primula rossa, indicato dall’Europol nel 2016 tra i latitanti più pericolosi d’Europa, era ritenuto capo di Cosa nostra, ultimo grande latitante di mafia.    Dicono gli investigatori che il boss avrebbe una ventina di delitti a suo carico più la tremenda morte del bambino Di Matteo che ha suscitato orrore in tutto il mondo. 

Avere pietà di lui, un uomo simile?   Salvo il diritto delle famiglie di sputargli in faccia, quest’uomo meriterebbe almeno l’impiccagione o la camera a gas.  Ma siamo cattolici, crediamo in Dio, l’unico che può togliere la vita ad un uomo.  Di quest’uomo si occuperà la giustizia terrena

Una parte dell’impero economico del boss è stata accumulata con investimenti nelle rinnovabili,  l’eolico, complice il  l’imprenditore trapanese Vito Nicastri, l’ex elettricista di Alcamo e pioniere del green in Sicilia     Si interessò anche  dell’edilizia e la grande distribuzione, attraverso la “6 Gdo” di Giuseppe Grigoli, il salumiere diventato in poco tempo il re dei Despar  – di proprietà del boss  – per 700 milioni. 

L'arresto del boss Matteo Messina Denaro. Blitz dei Ros, seguito il metodo  Dalla Chiesa - Cronaca - ANSA

Nel settore turistico: l’ex Valtur,  di proprietà di Carmelo Patti, l’ex muratore di Castelvetrano.        Nello staff del superlatitante anche il commercialista Michele Alagna, padre di una delle amanti di Messina Denaro, Francesca, che al boss ha dato una figlia mai riconosciuta. Nel 2018 il tribunale di Trapani gli sequestrò beni per 1,5 miliardi, un delle misure patrimoniali più ingenti mai eseguite, disse la Dia. I sigilli vennero messi a resort, beni della vecchia Valtur, una barca di 21 metri, un campo da golf, terreni, 232 proprietà immobiliari e 25 società. 

 Messina Denaro sembra si sia spinto i anche in Venezuela, regno dei clan Cuntrera e Caruana che da Siculiana, paese dell’agrigentino, colonizzarono Canada e Sudamerica diventando monopolisti del narcotraffico. Un pentito «minore», Franco Safina, raccontò che Messina Denaro aveva un tesoro in Venezuela creato investendo 5 milioni di dollari in un’azienda di pollame usata come riciclaggio del denaro della droga. 

Dal momento della cattura di ieri mattina, i carabinieri del Ros hanno scoperto  del luogo in cui il latitante si trovava, tra Campobello di Mazara e Castelvetrano, il luogo di nascita.  In pieno centro abitato probabilmente coperto dall’omertà e/o indifferenza della gente Le ricerche sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido che ha partecipato personalmente alla perquisizione del covo durata tutta la notte.

La cattura del boss è stato il risultato di una indagine ordinaria, coordinata dalla Procura di Palermo, da pochi mesi guidata da Maurizio de Lucia. I Carabinieri del Ros e gli uomini del Gis si sono presentati ieri mattina poco prima delle otto alla clinica Maddalena di Palermo per aspettare un paziente oncologico di nome ‘Andrea Bonafede’. Lo hanno atteso e quando è arrivato, dopo il tampone, lo hanno fermato. “Scusi, lei è Matteo Messina Denaro?” gli hanno chiesto. “Sono io Matteo Messina Denaro” ha detto senza opporre resistenza al momento della cattura.
Per lui si profila ora una vita affiancata da Carabinieri di controllo per presenziare nelle udienze dei tanti processi di Mafia che lo vedono a Palermo coinvolto.  Una lunga ed infinita “Via Crucis” che stroncheranno inevitabilmente il boss ancor prima del cancro al colon.

Napoli: schiaffeggia un’agente della Polizia Locale per una multa alla sua auto: arrestato e condannato con rito direttissimo

 

Piazza del Plebiscito

Napoli-   Archivi Sud Libertà

 

 

Napoli

Nel corso delle attività di prevenzione e controllo – predisposte dalla Unità Operativa ‘Vomero’ della Polizia Locale in occasione della fiera natalizia allestita in piazza degli Artisti – è stato tratto in arresto un uomo di 67 anni che, dopo aver inveito contro una donna della Municipale, l’ha minacciata e poi aggredita colpendola con uno schiaffo. Tutto ha avuto inizio quando gli agenti hanno sanzionato le auto in sosta vietata nelle strade adiacenti al mercatino delle feste.

Le operazioni hanno scatenato la reazione di alcuni espositori che, lasciate le proprie casette-negozio, andavano a protestare con il personale della Polizia Locale. Il più attivo tra questi, a carico del quale era stata già elevata la contravvenzione, oltraggiava la donna che aveva sottoscritto l’accertamento e, dopo essersi opposto a fornire le proprie generalità, dalle minacce passava alle vie di fatto. Violento l’impatto al volto, che provocava per l’agente lesioni ed escoriazioni. L’uomo veniva immediatamente arrestato dal personale intervenuto a supporto degli operatori in difficoltà. A seguito del rito direttissimo, disposto dall’Autorità Giudiziaria, il responsabile dell’aggressione è stato condannato a 3 mesi di reclusione, beneficiando delle riduzioni connesse al patteggiamento della pena.

“La vile aggressione subita da una donna della nostra Polizia Municipale in Piazza degli Artisti è un atto intollerabile che va assolutamente stigmatizzato – ha detto l’Assessore alla Legalità Antonio De Iesu – Esprimo un sincero sentimento di vicinanza alla nostra agente impegnata insieme a tanti altri, tra mille difficoltà legate alla carenza di organico, nel difficile compito di garantire sostenibili condizioni di sicurezza urbana sul nostro territorio. A tutti loro va il mio affettuoso apprezzamento per il lavoro svolto quotidianamente al servizio e a tutela della cittadinanza”.

Fermato dai Carabinieri Giuseppe Sedita, l’uomo accusato di aver ucciso i genitori a Racalmuto

 

E’ in stato di fermo Giuseppe Sedita, l’uomo di 34 anni accusato di avere ucciso ieri sera i suoi genitori a Racalmuto (Agrigento).

Nella notte il pm di turno Gloria Andreoli e il Procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella hanno firmato il fermo di indiziato di delitto. La coppia di coniugi, Salvatore Sedita, 66 anni, e Rosa Sardo, 62, sono stati trovati morti nel pomeriggio,nell’appartamento al terzo piano di una delle palazzine di alloggi popolari di via Rosario Livatino, nel rione “Stazione”, a poche decine di metri dalla Fondazione Sciascia di Racalmuto, assassinata con una mannaia da macellaio. A trovare i corpi  è stata l’altra figlia della coppia.     Si indaga adesso sulle motivazioni (forse continue richieste di denaro ) che hanno provocato l’atroce delitto.

Napoli, violenza sessuale e/o attività sessuale “non consensuale” su 6 studentesse all’Università: custodia cautelare per un dipendente

Archivi -Sud Libertà

 

Violenza sessuale:un  tecnico di laboratorio in servizio presso l’Università Federico II di Napoli, Dipartimento di Biologia, è stato arrestato. I carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo, accusato del reato di violenza sessuale continuata, aggravata per essere stata commessa all’interno di un luogo di istruzione frequentato dalla vittima, ai danni di 6 studentesse.

Le indagini sono partite dalla denuncia-querela sporta ai carabinieri da una studentessa, che ha raccontato di essere stata costretta a subire atti sessuali da parte del tecnico di laboratorio nel mese di novembre 2021, consistiti in carezze e palpeggiamenti nelle parti intime, all’interno di locali dell’Università.   Un’attività sessuale, come affermano le studentesse, non consensuale.

Come riferiscono i carabinieri del comando provinciale di Napoli, dalle ulteriori attività investigative, che si sono giovate della collaborazione istituzionale degli organismi universitari (che, tra l’altro, avevano tempestivamente e cautelativamente disposto la sospensione del dipendente per 30 giorni e il successivo trasferimento ad altra sede, non a contatto con studenti), sono emerse altre “condotte perpetrate negli anni da parte del tecnico in danno di altre 5 giovani studentesse, secondo le stesse modalità”.  Adesso la difesa agli avvocati del dipendente arrestato

Siracusa, si disfà di un pacchetto di droga e tenta la fuga

 

Siracusa, uomo prova la fuga lanciando un pacchetto di droga

 

Siracusa,

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Siracusa e della Compagnia di Intervento Operativo del 12° Reggimento Sicilia hanno arrestato, in flagranza di reato, un pregiudicato quarantenne.
L’uomo, in sosta con la sua autovettura, alla vista dei militari, è sceso dalla macchina e ha tentato di darsi alla fuga lanciando un pacchetto di sigarette. I militari lo hanno bloccato e hanno recuperato il pacchetto di cui si era disfatto trovandovi all’interno 80 grammi di hashish. Lo stupefacente è stato sequestrato e l’uomo è stato arrestato.

Catania, uccidere pazienti ,forse per capriccio personale. Già in carcere “l’infermiere”autore del duplice omicidio

 

E’ davvero incredibile .Un infermiere del Cannizzaro di Catania, Vincenzo Villani Conti di 50 anni, è stato arrestato con l’accusa di duplice omicidio di due pazienti. La notifica del  provvedimento  eseguita dalla Polizia. Il Gip del Tribunale di Catania ha disposto la custodia cautelare in carcere.

Secondo le indagini raccolte della Procura di Catania Villani Conti avrebbe provocato la morte di due pazienti ricoverati nel reparto di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e Urgenza somministrando loro, con modalità estranee ad esigenze terapeutiche, Diazepam e Midazolam.

Gli accertamenti tecnici e la consulenza medico-legale e le analisi tossicologiche eseguite dopo la riesumazione dei cadaveri dei due pazienti, hanno risolto il quesito sul  decesso delle due persone  avvenuto dopo il turno notturno svolto dall’indagato.  Gli investigatori affermano: ” Nelle cartelle cliniche non risultava indicata la prescrizione dei farmaci, proprio perché del tutto controindicati rispetto alle patologie. Sui cadaveri, pur a distanza di diversi mesi dalla morte, sono state trovate, durante l’autopsia, tracce significative di tali farmaci.  Resta l’enigma perchè l’infermiere abbia fatto questi delitti.   E l’interrogativo: e nel passato?  

“Sia nei campioni biologici dei due pazienti i dati relativi al Midazolam e al Diazepam sono compatibili con una somministrazione delle sostanze avvenuta pressoché contemporaneamente – hanno spiegato dalla Procura – determinando un aumento reciproco degli effetti tossici sull’apparato respiratorio. Considerando le condizioni cliniche delle due pazienti, la grave compromissione della loro funzione respiratoria avrebbe dovuto costituire una controindicazione specifica alla somministrazione”.

A questo punto la Procura ha così chiesto e ottenuto dal Gip la cattura del cinquantenne che ora si trova rinchiuso in un carcere catanese.

Napoli, la Finanza sequestra 1200 piante di cannabis

 

La Finanza scopre 1200 piante di Cannabis

 

Napoli,

Il Comando Provinciale e il Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Napoli hanno scoperto, tra Torre Annunziata e Trecase, una piantagione di marijuana costituita da 1200 piante di cannabis indica e arrestato un ventenne di Trecase con precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti. La scoperta è stata effettuata dai finanzieri del Gruppo di Torre Annunziata grazie alle sofisticate apparecchiature dell’innovativo elicottero PH-139D in uso alla Sezione Aerea di Napoli che, nel corso delle quotidiane perlustrazioni aeree della provincia partenopea, ha individuato delle colture sospette, verosimilmente di cannabis, occultate in un anello boschivo, ubicato in un appezzamento di terra ai confini tra i due comuni vesuviani.

Il nuovo sistema in uso al comparto aereo del Corpo ha permesso di effettuare delle riprese che hanno consentito di individuare i punti di accesso alla piantagione e persino i sistemi di irrigazione che vi erano stati installati. Alla luce di tali evidenze, le Fiamme Gialle partenopee hanno avviato degli approfondimenti volti a individuare i soggetti che gestivano la piantagione e, coadiuvati dall’alto e a terra dai colleghi della componente aeronavale, hanno effettuato l’accesso nell’area in questione dove hanno rinvenuto le 1200 piante di cannabis. La resa stimata della coltivazione sarebbe stata di circa 350,00 kg. di marijuana, per un controvalore di mercato di oltre 550.000,00 euro.

Le approfondite ricerche nell’area e, in particolare, tra gli alberi che fungevano da occultamento per la piantagione, hanno poi portato a ulteriori scoperte. Infatti, all’interno di alcuni tubi per l’irrigazione sono state rinvenute armi da sparo, comuni e da guerra, munizioni nonché un considerevole quantitativo di sostanze stupefacenti già confezionate. In particolare, sono state ritrovate, perfettamente funzionanti e appena lubrificati, una pistola mitragliatrice e un fucile a pompa Franchi con matricola abrasa, una pistola a tamburo senza matricola, un fucile da guerra cal. 8×57 tipo Mauser, 4 fucili cal. 20, un fucile cal. 12, n. 317 cartucce di vario calibro. Sequestrati anche 4,7 kg. di hashish e altre sostanze sottovuoto (548 gr. di lidocaina, 450 gr. di cocaina e 320 gr. di marijuana), già pronti per essere immessi sul mercato, del controvalore al dettaglio di oltre 70.000,00 euro.

La piantagione e il locale adibito ad essiccatoio e confezionamento dei panetti di hashish e delle dosi di cocaina erano energizzati elettricamente con allaccio abusivo alla rete elettrica nazionale, concretizzando anche l’ipotesi di furto aggravato. Al termine dell’operazione, il responsabile, risultato avere nella propria disponibilità la piantagione, lo stupefacente e le armi, è stato tratto in arresto in flagranza di reato. Si tratta di un giovane ventiduenne originario della zona. Il provvedimento è stato convalidato dal GIP. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, la piantagione è stata distrutta previo campionamento e analisi delle piante.

 

Con i cani antidroga “Fanda” e “Jachpot” la Finanza scopre un traffico illecito di droga,(54 Kg), armi e riciclaggio

Sequestrati al porto di Civitavecchia 54 chili di droga, armi e oltre 200 mila euro in contanti

Roma,

Oltre 54 chilogrammi di hashish, 210 mila euro in contanti e un’arma da fuoco con relative cartucce sono stati intercettati al porto di Civitavecchia dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma.

Le Fiamme Gialle del Gruppo di Civitavecchia, con l’ausilio del cane antidroga “Fanda”, hanno scovato – occultati all’interno di un autoarticolato proveniente da Barcellona – 4 borsoni contenenti 551 panetti di hashish.

L’autista del veicolo, un Italiano di 70 anni, è stato arrestato per l’ipotesi di reato di traffico di droga. Inoltre, su un carro attrezzi sbarcato da Olbia, grazie al fiuto del cane “Jackpot”, i Finanzieri hanno rinvenuto e sequestrato una pistola calibro 7,65 marca Browning di fabbricazione belga, illegalmente detenuta, 19 cartucce e banconote di vario taglio per oltre 210 mila euro. Anche in questo caso l’autista, un Italiano di 34 anni, è stato arrestato per le ipotesi delittuose di porto illegale di arma e riciclaggio.

Le misure sono state adottate allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza.

Le due operazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, rientrano nel più ampio dispositivo di contrasto ai traffici illeciti messo in campo dalla Guardia di Finanza negli scali aeroportuali e portuali di accesso alla Capitale.

 

Messina: contrasto al narcotraffico, arrestato un corriere proveniente dalla Calabria

 

 

Messina,

 Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, con l’ausilio delle unità cinofile, hanno operato un significativo sequestro di droga del tipo marijuana per oltre 32 chili, traendo in arresto un responsabile.

Durante gli ordinari controlli agli imbarcaderi privati, le Fiamme Gialle del Gruppo di Messina hanno intimato l’alt ad un’autovettura appena sbarcata dalla costa calabra, con a bordo un soggetto, il quale sin da subito ha mostrato evidenti segni di nervosismo, adducendo di provenire dal nord Italia dove avrebbe sostenuto un colloquio di lavoro presso una non meglio specificata azienda.

I preliminari accertamenti, in realtà, hanno fatto emergere evidenti anomalie, insospettendo i militari operanti. In particolare, il soggetto fermato, a fronte di un viaggio così lungo e importante, non risultava avere al seguito alcuna valigia o trolley e, una volta aperto il portellone posteriore, la ruota di scorta era stranamente posizionata al di fuori dal suo naturale alloggiamento, ovvero poggiata nel vano portabagagli.

Successivamente, i cani antidroga Ghimly e Sara, altamente specializzati in servizi della specie, hanno segnalato in maniera evidente la presenza di narcotico a bordo del mezzo attenzionato e, in particolare, nella parte sottostante dello stesso.

La sostanza stupefacente, infatti, abilmente occultata in un doppio fondo creato sotto il pianale dell’auto, ha richiesto l’intervento di personale specializzato di un’autofficina della città, che ha consentito di rinvenire trenta involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana, di circa 1 Kg ciascuno.

Sulla base delle risultanze investigative, che dovranno comunque trovare conferma in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio e fermo restando il generale principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, l’indagato è stato tratto in arresto, in flagranza di reato, per traffico di sostanze stupefacenti ed aggregato alla casa circondariale di Gazzi.

Dalle analisi effettuate, la marijuana è risultata essere di ottima qualità, essendo stata rilevata un’elevata percentuale di principio attivo.

Il complessivo quantitativo di droga sottoposto a sequestro avrebbe potuto fruttare, sulle piazze di spaccio della provincia, circa 320 mila euro.

L’odierna attività conferma l’impegno nel particolare comparto e testimoniano la rilevanza attribuita alla tematica dalle Fiamme Gialle peloritane e dall’Autorità Giudiziaria di Messina: l’attenzione è altissima rispetto a tale fenomeno criminale, sintomatico, peraltro, dell’esistenza di agguerrite e strutturate organizzazioni criminali, in grado di gestire così rilevanti quantitativi di droga.

Un fenomeno, altresì, di grave impatto sociale che costituisce, come ormai documentato da numerose operazioni di polizia, una delle primarie fonti di finanziamento della locale criminalità organizzata, così confermando la centralità del comprensorio messinese quale porta d’ingresso dello stupefacente in Sicilia, nonché punto strategico per il transito ed il traffico di ingenti quantità di narcotico.

 

Antimafia Archivi - Sud Libertà

 

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Fuggono all’alt dei finanzieri: arresti

Napoli,

I finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, nel corso della costante attività di controllo economico del territorio, hanno arrestato, in tre distinti interventi, quattro responsabili, per resistenza a Pubblico Ufficiale e contrabbando di sigarette.

In particolare, nel corso di una prima operazione, i “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego hanno arrestato un 21enne che aveva tentato di fuggire con la propria autovettura all’alt dei finanzieri.

Invece di rispettare il segnale dei militari, il veicolo ha accelerato e proseguito la propria rocambolesca corsa, mettendo in pericolo gli stessi finanzieri, nonché gli altri autisti e pedoni, cercando in modo spericolato di darsi alla fuga con l’obiettivo di seminare la pattuglia, che in stretto raccordo con la Sala Operativa ha subito iniziato l’inseguimento.

Il percorso della vettura, condotta a velocità eccessiva e incurante della sicurezza stradale, ha interessato la zona del rione Traiano e i quartieri Soccavo e Fuorigrotta del capoluogo, dello stadio “Diego Armando Maradona” finché il fuggitivo, dopo aver tamponato un’altra auto, è stato raggiunto dai militari.

Il giovane guidatore è stato arrestato per resistenza a Pubblico Ufficiale, oltre che segnalato al Prefetto per possesso di alcune decine di grammi di hashish e per violazioni al Codice della Strada; il mezzo sul quale viaggiava è stato sequestrato poiché tra l’atro già sottoposto a fermo amministrativo e sprovvisto di copertura assicurativa.

Nel corso di un secondo intervento, le Fiamme Gialle del Gruppo di Nola hanno tratto in arresto ad Ottaviano un 62enne e un 32enne sorpresi con un veicolo commerciale a scaricare in un garage 660 kg. di sigarette.

Infine, il Gruppo di Torre Annunziata ha tratto in arresto a Boscoreale un 46enne, peraltro già arrestato nel mese di aprile ad Ercolano per fatti analoghi, mentre trasportava nel vano del suo autocarro circa 50 kg di sigarette di contrabbando.