Napoli: ucciso dai “Falchi” un rapinatore, arrestato l’altro..Avevano una pistola “replica”

 

Arrestato 38enne responsabile di rapina a mano armata | Riviera Web

Immagine d’Archivio Sud Libertà

NAPOLI

Tensione a Napoli.Un rapinatore è morto e un altro è stato arrestato dalla Polizia..

La Polizia è intervenuta ieri notte per sventare un tentativo di rapina con una pistola, poi risultata una replica, in via Duomo, nei pressi della zona portuale, ai danni di tre automobilisti. Ci ha rimesso la vita uno dei due rapinatori, un 17enne, morto sul posto, mentre l’altro – il 18enne  incensurato – è stato arrestato per rapina e denunciato per ricettazione. Il giovane è stato trasferito nel carcere di Poggioreale. Secondo quanto si è appreso i due avevano una pistola replica.

Gli inquirenti informano che  i due giovani a bordo di uno scooter hanno bloccato un’auto e stavano rapinando le tre persone a bordo. Sul posto è quindi intervento un equipaggio dei ” Falchi “della polizia. Poi il conflitto a fuoco e la morte del 17enne. L’arma utilizzata per la rapina è stata sequestrata e lo scooter utilizzato per la rapina è risultato rubato.

Il 18enne arresto è il figlio di Gennaro De Tommaso, detto “La Carogna” degli Ultras del Napoli noto per i fatti avvenuti nello stadio Olimpico di Roma in occasione della finale di Coppa Italia il 3 maggio 2014, dopo il ferimento di Ciro Esposito da parte dell’ultras romanista Daniele De Santis. Gennaro De Tommaso, ritenuto vicino al clan camorristico Misso, è stato in seguito condannato per traffico di droga e ha scelto di collaborare con la giustizia.

La Polizia ha acquisito un filmato di un impianto di videosorveglianza collocato da un centro revisioni auto e  conferma la circostanza secondo la quale l 17enne con precedenti di polizia e il 18enne , hanno affiancato un’auto ferma all’angolo con a bordo tre giovani con l’intenzione di rapinarli.

 

NAPOLI: UCCISA DAL FRATELLO CHE NON SOPPORTAVA LA RELAZIONE GAY

 

Napoli. Speronata dal fratello perché ha una relazione con ragazza trans,  cade da scooter e muore - Rai News

Foto Sud Libertà

ACERRA (NAPOLI)

Non sopportava la relazione particolare di sua sorella con altra ragazza gay. Così l’altra notte  Antonio Gaglione, 25 anni,  inforca lo scooter e decide  di seguire le due giovani in moto dirette da Caivano ad Acerra (Napoli) per dare loro -dirà poi agli inquirenti una lezione da ricordare.     Antonio Gaglione per fermare sua sorella Maria Paola in moto la tampona rovinandola insieme all’altra ragazza fuori strada

Volevo darle lezione, era infettata" e uccide la sorella per relazione con  ragazzo trans | L'HuffPost

Imprevisto in agguato: Maria Paola-la sorella- sbatte la testa  contro un tubo e perde la vita  mentre la fidanzata rimane ferita, ancora sanguinante per terra,  anche picchiata dal fratello della vittima…  Il giovane violento viene arrestato dai  carabinieri. della caserma di Acerra. La ragazza ferita è stata portata in una clinica della zona, le sue condizioni non sarebbero gravi.

 Antonio Gaglione ha perso la sorella ed  è ora in carcere per omicidio e violenza privata aggravata da omofobia.

 

Napoli, uccide la sorella perché gay facendola cadere dallo scooter |  Notizie Oggi 24

Liberato Calogero Valenza Nicolas, il gelese fermato in Egitto per droga

Egitto, 27enne italiano fermato dalla polizia al Cairo: Sto bene, torno a casa

 

Calogero Nicolas Valenza, il gelese fermato in Egitto, è stato liberato oggi  per la mediazione  dell’ambasciata italiana al Cairo e alla collaborazione delle autorità egiziane. La Farnesina conferma la liberazione del siciliano.
Originario di Gela,il giovane 27 enne era stato fermato la sera del 23 agosto all’aeroporto del Cairo dalla polizia egiziana con l’accusa di traffico di stupefacenti. A tre giorni dal fermo, il ventisettenne siciliano aveva telefonato alla famiglia per far sapere che stava bene e che il suo rilascio era solo questione di tempo. Valenza era stato arrestato al suo arrivo all’aeroporto internazionale del Cairo dopo un volo proveniente da Barcellona,in Spagna, dove il giovane vive e lavora da quattro anni.

Le accuse partivano, dopo un interrogatorio condotto dalla polizia egiziana, da uno straniero, componente di un gruppo di amici arrestati alcuni giorni prima per traffico di stupefacenti

Comune di Gela - CALOGERO VALENZA TORNA A CASA. GRECO: "SIAMO SOLLEVATI. GRAZIE A CHI SI E' SPESO PER RISOLVERE IL PROBLEMA"

Il gelese Calogero Nicolas Valenza liberato per la mediazione dell’ambasciata italiana

Il giovane- si apprende -, è arrivato all’aeroporto di Roma e dovrebbe rientrare- la famiglia conferma – a casa domani. 

Cooperazione internazionale di polizia: catturati sei latitanti di spicco della Ndrangheta

La prosperità della Ndrangheta ha un nome: cocaina | Il Tacco d'Italia

 

 ‘Ndrangheta  alle corde : la Guardia di Finanza di Roma e il Gico della Guardia di Finanza di Reggio Calabria in collaborazione con la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. ha catturato sei latitanti in tre Paesi di due continenti nell’ambito dell’operazione ‘Magma 2007’.

Gli arresti sono stati messi a segno in virtù della cooperazione internazionale di polizia e al progetto I-Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), promosso dall’Italia insieme all’Interpol. Quattro latitanti sono stati arrestati in Argentina ed Albania alle 19 di martedì ora italiana, il quinto è stato preso la notte scorsa alle 2.30 in Costa Rica. Inoltre un altro latitante era già stato arrestato ad Elbasan in Albania già il 26 maggio scorso. Tutti erano irreperibili a seguito dell’operazione Magma 2007.

Ricorderemo che l’operazione ‘Magma 2007’ si è conclusa a novembre dello scorso anno con l’esecuzione di 45 misure cautelari per associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico internazionale di stupefacenti, detenzione illegale di armi. Le attività investigative, culminate con le ordinanze eseguite il 29 novembre del 2019, hanno avuto il brillante risultato  di sequestrare circa 400 Kg di cocaina, 30 Kg di hashish, 15 Kg di marijuana, un fucile d’assalto automatico, 3 pistole semiautomatiche, un silenziatore e munizionamento di vario calibro.

Gli inquirenti spiegano: “, le attività investigative hanno consentito di destrutturare completamente la cosca di ‘ndrangheta riconducibile ai Bellocco di Rosarno (Reggio Calabria) e le sue articolazioni extra regionali, arrestando tutti i membri apicali della famiglia, appartenente al “mandamento tirrenico” che operava nella piana di Gioia Tauro, in Emilia Romagna, in Lazio e in Lombardia.

Il Clan malavitoso, articolato su più livelli e dotato di elevatissime disponibilità finanziarieaveva individuato in Sud America, in particolare in Argentina e Costarica, fonti di approvvigionamento di ingenti partite di quella sostanza stupefacente da inviare in Italia occultate, per il trasporto navale, in appositi borsoni all’interno di container. Per farlo gli uomini della cosca Bellocco si sono serviti di alcuni emissari che hanno effettuato diversi viaggi in territorio sudamericano, per visionare lo stupefacente e contrattare con i referenti in loco al fine di poter organizzare gli aspetti logistici dell’importazione.

Gli investigatori hanno creato a questo punto  un canale di collaborazione tra la Guardia di Finanza di Reggio Calabria e la Gendarmeria Argentina, attraverso un’apposita Rogatoria Internazionale promossa dalla Dda di Reggio Calabria, è stato possibile accertare che proprio a Buenos Aires l’associazione criminale calabrese poteva contare sulla collaborazione di alcuni ‘colletti bianchi’ italoargentini, intranei all’organizzazione, disposti ad agevolare la pianificazione degli illeciti traffici e l’importazione di ingenti quantitativi di cocaina.

 

L’operazione di oggi rappresenta il risultato positivo raggiunto dal procuratore Bombardieri e dai suoi magistrati volta a perseguire e sottoporre a giudizio tutti gli indagati compresi quelli che cercano di sottrarsi alle proprie responsabilità penali riparando all’estero. La ricerca dei latitanti è proseguita infatti in questi mesi per l’attività coordinata dalla Direzione centrale della polizia criminale, guidata dal Prefetto Rizzi e dal Segretariato Generale dell’Oipc-interpol di Lione, attraverso le unità I-Can dell’Italia, dell’Argentina, dell’Albania e del Costa Rica e il lavoro degli esperti per la Sicurezza italiani in quei Paesi che ha portato al coordinamento dell’esecuzione degli arresti in contemporanea di 4 latitanti in Argentina ed Albania alle 19 di martedì ora italiana più un quinto arrestato la notte scorsa alle 2.30 in Costa Rica.

Sono stati arrestati a Buenos Aires dal locale Interpol, dalla Polizia Federale e dalla Gendarmeria Nacional argentina, coordinati dalla locale Procura: Ferdinando Sarago’, Giovanni Di Pietro e Fabio Pompetti. Sarago’, 79enne nato a Rosarno (Reggio Calabria), è considerato il corriere e uomo di fiducia della ‘Ndrangheta che faceva la spola tra il Sudamerica e la Calabria: a lui si rivolgevano le cosche per le varie necessità operative e per il trasporto di documenti segreti. Ha incontrato in Argentina Carmelo Aglioti (uno dei 45 arrestati a novembre) in occasione di un viaggio finalizzato alla risoluzione di una mancata importazione di droga per conto delle famiglie Pesce e Bellocco.

Giovanni Di Pietro, nato a Roma il 24 giugno 1956, alias Massimo Pertini, residente a Buenos Aires, costituiva il front office fra le cosche italiane e i fornitori sudamericani di droga, occupandosi anche direttamente dell’esportazione delle sostanze stupefacenti. Da un’intercettazione è risultato che abbia informato lo stesso Aglioti di un’indagine a suo carico dell’autorità giudiziaria argentina. Aveva partecipato, nel 1978, al rapimento ad Acireale di Franz Trovato, figlio di un industriale locale, terminato poi con la tragica uccisione del ragazzo dopo ventuno giorni di prigionia a bastonate e con quattro colpi di pistola mentre tentava di fuggire. Nel settembre del 1979 Di Pietro viene arrestato in Argentina per rapina, furto e falsificazione di documenti.

La polizia gli sequestrò una serie di documenti che tiravano in ballo il suo coinvolgimento nella terribile storia di Franz Trovato. Di Pietro non agì da solo, anche se ammise all’Interpol che lo bloccò una seconda volta nel 1990 a Buenos Aires, di esser stato uno dei promotori della banda composta da dieci persone che ideò il sequestro. Quelle persone furono tutte individuate e arrestate. Il 10 maggio 1979 arrivò la sentenza di condanna, confermata in appello il 6 maggio 1981 e resa definitiva dalla Cassazione che il 28 gennaio 1981 respinse il ricorso degli imputati. Due di loro furono condannati all’ergastolo, gli altri a pene pesantissime. Tra di loro c’era Di Pietro, dichiarato colpevole in contumacia. Una volta condannato, però, la sentenza non gli è stata notificata mai. Giovanni Di Pietro ha atteso che il tempo passasse a Buenos Aires. Sono decorsi i 30 anni entro i quali la condanna doveva essere messa in esecuzione.

Fabio Pompetti, nato in Argentina, 54 anni, era un interlocutore privilegiato dello stesso Aglioti e di Francesco Morano, detto Gianfranco, anch’egli arrestato nell’operazione del novembre 2019, perché considerato problem solving man: grazie alla sua rete di relazioni in loco e alle sue indicazioni venivano aggirati i sistemi antiriciclaggio e venivano elusi i controlli doganali. Per anni è stato il portavoce dei fornitori sudamericani nei confronti della ‘Ndrangheta.

Con la colllaborazione dell’Ocn Interpol di San José in Costa Rica è stato arrestato a Jaco’ Franco D’Agapiti, 74enne nato a Velletri, compropietario dell’Hotel Casino Amapola di San Josè de Costa Rica che si era stabilito nel paese sudamericano e fungeva da punto di riferimento per gli esponenti della cosca. Il suo ruolo era quello di agevolare l’ingresso di cocaina in Italia, mettendo a frutto da oltreoceano la fitta rete di contatti e conoscenze e offrendo ospitalità e appoggio logistico agli ‘ndranghetisti, grazie alla disponibilità della struttura alberghiera di sua proprietà.

Arrestato in Albania Bujar Sejdinaj, 61 anni, detto “lo zio”, avamposto della ‘Ndrangheta in quell’area balcanica, ed in particolare della ‘Ndrina Bellocco, catturato a Tirana dal locale Interpol e dalla Polizia albanese. Ha partecipato insieme ad altri all’organizzazione dell’acquisto in Spagna di circa 20 kg di cocaina. I cinque latitanti catturati seguono l’arresto di Adrian Cekini, albanese di 48 anni, avvenuto ad Elbasan in Albania già il 26 maggio scorso. Anche lui si era reso irreperibile a seguito dell’operazione Magma 2007.

 

Comportamento “anomalo” di madre “violenta” e/o insana contro la figlia: Carabinieri la fermano per evitare altre sevizie

Picchiavano figlia di sei anni, arrestati madre e convivente - La ...

(Archivi Sud Libertà)

Forse non era sana di mente. Saranno gli specialisti sanitari a dirlo e, se il caso, ad esprimersi.    Certamente un comportamento che non rientra nella norma.  Dicono gli inquirenti: “Legava la figlia, che ha meno di due anni, al seggiolone, anche dalle 12 alle 21, per obbligarla a non muoversi mentre lei usciva di casa. La colpiva violentemente e le ha rotto due denti con un colpo di cucchiaio perché aveva difficoltà a deglutire. Una volta, quando aveva 15 mesi, l’ha lanciata contro il parabrezza dell’auto del padre naturale della piccola, un suo ex amante, per convincerlo a dargli dei soldi.

Quando l’uomo si è rivolto ai Carabinieri lei ha rivolto minacce di farla finita con la bambina : “l’ammazzo di botte e, se me la penso, una volte per tutte, la prendo e la butto dal balcone”. E’ il quadro di sevizie emerso dalle indagini dei carabinieri di Catania su una 23enne, madre di tre figli, due bambine di 5 e 2 anni e un maschietto di due mesi, che è stata fermata e posta ai domiciliari in un’altra casa.

Il Gip, su richiesta della Procura, ha disposto anche la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio della responsabilità genitoriale per sei mesi nei confronti della 23enne. Stando a quanto accertato dalle autorità, la donna,  avrebbe problemi di tossicodipendenza La famiglia ha sempre evitato di sporgere denuncia per paura delle vendette annunciate dalla 23enne sulla figlioletta, nel tentativo di proteggerla, ma senza riuscirci. Le violenze sono emerse dopo la denuncia ai servizi sociali comunali di una parente che ha notato la bambina piena di lividi e con un occhio sanguinante.

 

 

Lite a Lentini: anziano uccide una donna di 39 anni- Arrestato dai Carabinieri

Lentina, 82enne uccide donna di 39 anni anni che era andata a vivere in casa sua

 

SIRACUSA

Lentini  protagonista di cronaca nera.Una donna di 39 anni, Giuseppina Ponte, è stata uccisa questa mattina intorno alle 11 in un appartamento di via Sicilia a Lentini, in provincia di Siracusa. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri del nucleo operativo, ad ucciderla con due colpi di pistola sarebbe stato un 82enne, Antonino Zocco, proprietario della casa dove i due da diversi giorni vivevano insieme. I vicini, che hanno avvertito gli spari, hanno avvertito le forze dell’ordine. I militari dell’Arma hanno trovato il corpo della vittima in una pozza di sangue.  

Il pensionato è stato  interrogato da parte del sostituto procuratore Marco Dragonetti che coordina le indagini dei carabinieri. 

Dopo l’interrogatorio, Zocco è stato fermato con l’accusa di omicidio. L’assassino avrebbe rivelato al giudice che era scoppiata i una lite culminata poi nella reazione dell’uomo che ha ucciso la donna

Catania, fermato l’autore delle “spaccate” ai negozi

 

Nicolò Zagame, 42 anni, è stato arrestato dalla polizia a Catania per furto aggravato, reato commesso con la modalità della “spaccata”, e ricettazione.

La vicenda delle “spaccate” ai negozi forse può considerarsi conclusa nella città etnea. L’uomo “specialista”è stato fermato ed arrestato dopo un assalto a una farmacia nel popoloso rione San Giorgio, utilizzando una Fiat Uno poi risultata rubata. Le telecamere del  sistema di videosorveglianza registrano la vettura mentre fa retromarcia e con due “colpi” spacca la vetrina, permettendo all’uomo, mascherato da un  scaldacollo e cappello di lana, di entrare nel negozio e portare a compimento il furto.

Dopo l’allarme l’auto guidata dall’arrestato è stata intercettata dalla polizia nell’ambito di un piano della Questura che era stato predisposto proprio per l’aumento dei furti con spaccate commessi di notte soprattutto ai danni di farmacie e panifici. La squadra mobile ha avviato indagini per verificare se Zagame sia l’autore di rapine o di altri assalti portati a termini con identica tecnica nella città di Catania

IRAN: ALTRA VIOLAZIONE DEL DIRITTO INTERNAZIONALE, ARRESTO DELL’AMBASCIATORE BRITANNICO

 

Ue, preoccupa fermo ambasciatore Gb

 

Non c’è pace in Iran. La tensione sale sempre più a a Teheran.   Adesso assistiamo ad una grave violazione del diritto internazionale dell’Iran . Ieri per qualche ora era stato fermato e poi rilasciato l’ambasciatore del Regno Unito a Teheran, Rob Macaire, a causa della sua presenza alle manifestazioni davanti al Politecnico.   Agenti antisommossa sono infatti nei pressi dell’ambasciata britannica, dove è in corso una dimostrazione contro i britannici.

Una smentita sulle motivazioni dell’inusitato arresto proviene dallo stesso ambasciatore britannico in Iran, Rob Macaire…  Nel momento in cui è stato fermato dalle autorità del Paese con l’accusa di “fomentare una protesta” si stava limitando – afferma il diplomatico – a prendere parte a una veglia per le vittime del disastro aereo di mercoledì vicino Teheran.

. “Posso confermare che non stavo partecipando ad alcuna protesta. Sono stato a un evento descritto come una veglia per le vittime del volo PS752″. Il diplomatico ha spiegato di aver considerato ‘normale’ andare di persona a rendere omaggio alla memoria delle vittime tra le quali figurano tre cittadini britannici, ma ha voluto precisare di aver lasciato il posto dopo cinque minuti, quando alcuni hanno iniziato ad intonare canti. “Dopo aver lasciato la zona sono stato fermato e trattenuto per mezz’ora“…,. Macaire ha quindi rimandato alla nota di protesta del ministro degli Esteri britannico Dominic Raab, che ha denunciato una ‘flagrante violazione del diritto internazionale’.

” Il rispetto della Convenzione di Vienna è un obbligo. L’Unione europea chiede una de-escalation e l’apertura di uno spazio per la diplomazia”.   Sono queste le parole del  capo della diplomazia europea Josep Borrell, (nella foto sopra)dopo la vicenda dell’ambasciatore britannico fermato  a Teheran con l’accusa di ‘istigazione alla rivolta’ e poi rilasciato.

L’arresto temporaneo dell’Ambasciatore britannico a Teheran è inaccettabile” informa  la Farnesina. “Esprimiamo solidarietà al Regno Unito e lanciamo forte richiamo all Iran perché rispetti norme e principi di diritto internazionale”.

A partire dal pomeriggio inoltrato di oggi sono previste, inoltre, altre manifestazioni sia a Teheran sia in altre città.

CORRUZIONE A REGGIO CALABRIA: IN MANETTE SINDACO ED UNDICI PERSONE “…PER INTERESSI PRIVATI..”

In manette il sindaco di Villa S.Giovanni in Calabria. Con lui in manette sono finiti pure altri nove ai domiciliari, e due in carcere L’indagine ha la paternità  dei carabinieri di Reggio Calabria, con  il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia.       Il comunicato del Nucleo dei Carabinieri lo trascriviamo integralmente: Gli arrestati”sono il sindaco del comune di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari, oltre che a Antonino Repaci e Calogero Fimiani, rispettivamente presidente del consiglio di amministratore e amministratore delegato della società di navigazione ‘Caronte & Tourist S.p.A.’, i principali destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria”.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Reggio Calabria,  ” i manager indagati, hanno promesso di elargire utilità ad amministratori comunali, che in cambio hanno asservito la loro pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione“.

 

Svolta nelle indagini dell’omicidio di Angela Stefani: prove raccolte dai Carabinieri contro l’ex compagno

 

Vincenzo Caradonna, 47 anni, arrestato per l’omicidio di Angela Stefani

Salemi, svolta nel giallo di Angela Stefani: arrestato l'ex compagno a 8 mesi dalla scomparsa

TRAPANI

Novità nelle indagini degli investigatori su l delitto di Angela Stefani I carabinieri hanno arrestato l’ex compagno della donna, 48 anni,  scomparsa il 5 febbraio scorso a Salemi (Trapani), Vincenzo Caradonna, di 47 anni, con l’accusa di omicidio volontario, distruzione e occultamento di cadavere e detenzione di ordigni esplosivi.

Il provvedimento è stato emesso dal Gip di Marsala, su richiesta della Procura della Repubblica,in virtù  delle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Mazara del Vallo e dai militari del Ris che avevano trovate tracce di sangue nell’abitazione della donna.

Angela Stefani, 48 anni, originaria del Bolognese, abitava a Salemi da diversi anni. A denunciarne la scomparsa l’ex marito della donna, Rosario Scianna. I coniugi hanno anche un figlio di 21 anni, Francesco. La segnalazione agli investigatori sulle violenze dell’ex compagno della donna è partita -si apprende- proprio da Francesco    L’ex marito. Scianna  accusava a sua volta il giovane di essere il responsabile della scomparsa della madre.

A questo punto  i carabinieri hanno arrestato il Caradonna in casa della sorella. Si era trasferito lì da quando la sua abitazione, dove viveva con Angela, era stata posta sotto sequestro dalla Procura.   In casa i militari rintracciavano tracce di sangue ;ll’esame degli investigatori anche i tabulati del cellulare della donna scomparsa e dell’indagato.