Reggio Calabria
Aveva letteralmente terrorizzato alcune delle proprie vittime un pregiudicato, legato ad una conosciuta famiglia rosarnese, tratto in arresto dai Carabinieri nella mattinata odierna.
Un dispositivo di ben 30 militari della Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, supportati anche dai Cacciatori del Gruppo Eliportato con sede a Vibo Valentia, ha provveduto a circondare l’abitazione del malvivente, ritenuto molto pericoloso; obiettivo dei Carabinieri, perquisire attentamente l’abitazione ed eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari della Procura della Repubblica di Palmi.
Numerose le contestazioni nei confronti del rosarnese, a partire dall’anno 2020; in particolare, nel primo episodio, aveva avvicinato il titolare di una ditta di autotrasporti e, dietro gravi minacce, si era fatto consegnare il portafogli.
In un secondo episodio, era stato preso di mira un autista della medesima ditta, verso il quale il malvivente si era prima presentato presso l’abitazione per chiedere notizie sullo stesso e sui familiari, mentre nei giorni successivi lo aveva inseguito a bordo della propria autovettura, costringendolo a farsi consegnare la somma di 2.100 euro ed alcuni pacchi che trasportava, mentre, non pago, due giorni dopo, nel terzo episodio contestato, lo aveva nuovamente rapinato, facendosi consegnare 1.200 euro. Per le minacce subite, l’autista era costretto a lasciare il posto di lavoro ma, nonostante tutto, non si perdeva d’animo, denunciando il tutto ai Carabinieri.
In un quarto episodio, sempre commesso a fine 2020, in Maropati, aveva avvicinato il corriere di un’altra ditta impugnando una pistola e, travisato, aveva cercato di rapinarlo; l’azione non riusciva per la pronta reazione del corriere che accelerava con il mezzo, facendolo desistere. Lo stesso corriere però, veniva nuovamente preso di mira pochi giorni dopo quando, nel quinto episodio contestato, sempre a Maropati, veniva nuovamente avvicinato dal rapinatore armato di pistola: il malcapitato tentava di scappare finendo fuori strada con il furgone e, raggiunto dal malvivente, rimediava un pugno in pieno volto e veniva rapinato di 150 euro, in quanto il resto del denaro era in una cassaforte.
Lo stesso giorno, questa volta a Melicucco, nel sesto episodio contestato dall’Autorità Giudiziaria, veniva sempre preso di mira un corriere, sempre appartenente alla ditta del primo episodio: l’autista veniva pesantemente minacciato alludendo vicinanze a famiglie mafiose ma lo stesso non cedeva alle minacce e, tenuto conto che si trattava di pieno giorno ed i due si trovavano in una zona coperta da videosorveglianza, il rapinatore desisteva.
Un settimo episodio, avveniva in Rosarno a fine dicembre 2020 quando, di prima mattina, quattro cacciatori, peraltro provenienti da Reggio Calabria, venivano avvicinati da due soggetti, dei quali uno riconosciuto nell’odierno arrestato e l’altro rimasto ignoto, in quali venivano rapinati di ben tre fucili e di 105 euro. Nella circostanza i rapinatori, armati, esplodevano a scopo intimidatorio due colpi di arma da fuoco, danneggiando anche un cancello di un’abitazione privata, dove era installata una telecamera risultata poi utile per le indagini, con l’intenzione -non riuscita- di danneggiarla.
In tutte le circostanze, nonostante il clima di vero e proprio terrore instaurato dall’arrestato, già ampiamente conosciuto alle forze dell’ordine, le vittime hanno sempre avuto il coraggio di denunciare, contribuendo ad aiutare gli inquirenti nella ricostruzione degli episodi e riponendo la propria fiducia nei Carabinieri della Tenenza di Rosarno che hanno condotto le indagini.
I Carabinieri della Tenenza rosarnese, inoltre, hanno provveduto a richiedere ed ottenere, nei confronti del malvivente, anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Rosarno, concessa dall’Autorità Giudiziaria per anni 3 e mesi 6, misura che ora sarà sospesa e riprenderà al termine del periodo detentivo.
Nel corso della perquisizione, sono stati inoltre: scoperti due bunker (uno ricavato in una intercapedine sottostante la cucina ed un altro sotto un capannone di fronte all’abitazione) utilizzati verosimilmente per nascondere oggetti utili a compiere i fatti delittuosi e/o quale nascondiglio per latitanti o refurtiva;rinvenute alcune cartucce da caccia.
Un dispositivo di ben 30 militari della Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, supportati anche dai Cacciatori del Gruppo Eliportato con sede a Vibo Valentia, ha provveduto a circondare l’abitazione del malvivente, ritenuto molto pericoloso; obiettivo dei Carabinieri, perquisire attentamente l’abitazione ed eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari della Procura della Repubblica di Palmi.
Numerose le contestazioni nei confronti del rosarnese, a partire dall’anno 2020; in particolare, nel primo episodio, aveva avvicinato il titolare di una ditta di autotrasporti e, dietro gravi minacce, si era fatto consegnare il portafogli.
In un secondo episodio, era stato preso di mira un autista della medesima ditta, verso il quale il malvivente si era prima presentato presso l’abitazione per chiedere notizie sullo stesso e sui familiari, mentre nei giorni successivi lo aveva inseguito a bordo della propria autovettura, costringendolo a farsi consegnare la somma di 2.100 euro ed alcuni pacchi che trasportava, mentre, non pago, due giorni dopo, nel terzo episodio contestato, lo aveva nuovamente rapinato, facendosi consegnare 1.200 euro. Per le minacce subite, l’autista era costretto a lasciare il posto di lavoro ma, nonostante tutto, non si perdeva d’animo, denunciando il tutto ai Carabinieri.
In un quarto episodio, sempre commesso a fine 2020, in Maropati, aveva avvicinato il corriere di un’altra ditta impugnando una pistola e, travisato, aveva cercato di rapinarlo; l’azione non riusciva per la pronta reazione del corriere che accelerava con il mezzo, facendolo desistere. Lo stesso corriere però, veniva nuovamente preso di mira pochi giorni dopo quando, nel quinto episodio contestato, sempre a Maropati, veniva nuovamente avvicinato dal rapinatore armato di pistola: il malcapitato tentava di scappare finendo fuori strada con il furgone e, raggiunto dal malvivente, rimediava un pugno in pieno volto e veniva rapinato di 150 euro, in quanto il resto del denaro era in una cassaforte.
Lo stesso giorno, questa volta a Melicucco, nel sesto episodio contestato dall’Autorità Giudiziaria, veniva sempre preso di mira un corriere, sempre appartenente alla ditta del primo episodio: l’autista veniva pesantemente minacciato alludendo vicinanze a famiglie mafiose ma lo stesso non cedeva alle minacce e, tenuto conto che si trattava di pieno giorno ed i due si trovavano in una zona coperta da videosorveglianza, il rapinatore desisteva.
Un settimo episodio, avveniva in Rosarno a fine dicembre 2020 quando, di prima mattina, quattro cacciatori, peraltro provenienti da Reggio Calabria, venivano avvicinati da due soggetti, dei quali uno riconosciuto nell’odierno arrestato e l’altro rimasto ignoto, in quali venivano rapinati di ben tre fucili e di 105 euro. Nella circostanza i rapinatori, armati, esplodevano a scopo intimidatorio due colpi di arma da fuoco, danneggiando anche un cancello di un’abitazione privata, dove era installata una telecamera risultata poi utile per le indagini, con l’intenzione -non riuscita- di danneggiarla.
In tutte le circostanze, nonostante il clima di vero e proprio terrore instaurato dall’arrestato, già ampiamente conosciuto alle forze dell’ordine, le vittime hanno sempre avuto il coraggio di denunciare, contribuendo ad aiutare gli inquirenti nella ricostruzione degli episodi e riponendo la propria fiducia nei Carabinieri della Tenenza di Rosarno che hanno condotto le indagini.
I Carabinieri della Tenenza rosarnese, inoltre, hanno provveduto a richiedere ed ottenere, nei confronti del malvivente, anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Rosarno, concessa dall’Autorità Giudiziaria per anni 3 e mesi 6, misura che ora sarà sospesa e riprenderà al termine del periodo detentivo.
Nel corso della perquisizione, sono stati inoltre: scoperti due bunker (uno ricavato in una intercapedine sottostante la cucina ed un altro sotto un capannone di fronte all’abitazione) utilizzati verosimilmente per nascondere oggetti utili a compiere i fatti delittuosi e/o quale nascondiglio per latitanti o refurtiva;rinvenute alcune cartucce da caccia.