Operazione “Piramide”: Agrigento e Caltanissetta, piazze di droga “liberate” dai Carabinieri che procedono a 26 misure cautelari

Agrigento: carabinieri liberano la piazza della droga – SUD LIBERTA’

AGRIGENTO

Operazione antidroga dei Carabinieri  in corso tra le province di Agrigento e Caltanissetta. I l Comando provinciale di Agrigento sta  notificando 26 ordinanze cautelari nei confronti di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di detenzione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, cocaina e hashish in maniera particolare.

IL coordinamento è svolto dal   Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e del sostituto Gloria Andreoli. Le misure sono state firmate dal gip Stefano Zammuto. 

Sette indagati, in esecuzione del provvedimento del gip del tribunale di Agrigento, sono stati posti agli arresti domiciliari, due dei quali con l’applicazione del “braccialetto elettronico”. Ad altri 19 è stata applicata un’ordinanza di divieto di dimora. L’operazione antidroga, denominata «Piramide», dei carabinieri del nucleo Operativo e Radiomobile è stata realizzata fra Agrigento, Canicattì, Racalmuto, Grotte, Favara, e i comuni di Gela e San Cataldo nel nisseno. 

Si apprende pure dagli investigatori che sono  sette gli arrestati dell’operazione «Piramide», messa a segno dai carabinieri, fra le province di Agrigento e Caltanissetta: C.S di 31 anni di Canicattì; A.I. di 63 anni di Racalmuto; R.M.S. di 40 anni di Gela; V.S. di 45 anni di Favara; P.S.B. una donna di 38 anni di Favara; B.C. di 50 anni di Grotte e T.G. di 42 anni di Racalmuto. Gli altri 19 soggetti, residenti ad Agrigento, Racalmuto, San Cataldo, Grotte e Canicattì, sono stati invece sottoposti al divieto di dimora nella provincia di Agrigento. 

Definita «Piramide» per via della struttura verticistica creatasi tra i vari pusher, collaboratori di questi ultimi e gli acquirenti. L’attività investigativa, coordinata dal maggiore Marco La Rovere che è a capo della compagnia dell’Arma di Agrigento, è stata avviata per contrastare il massiccio flusso di cocaina che dalla provincia giungeva sulle piazze di spaccio di Agrigento.

La piazza   della droga si svolgeva con quantitativi che si aggiravano tra i 50 ed i 100 grammi, sia al dettaglio con la vendita di singole dosi. Nel corso dell’attività sono stati sequestrati consistenti quantitativi di droga: circa 2 chili di cocaina e 4 di hashish. Infine si registrano  anche 5 arresti in flagranza e 2 denunce, oltre a numerose segnalazioni amministrative. Il valore dello stupefacente sequestrato ammonta a circa 100 mila euro. I fermati sono stati condotti in carcere…

Trapani,Droga: maxi-sequestro di stupefacente nell’isola pantesca, tre arresti

L'Italia spende (poco) per combattere l'uso di droghe, e non si sa come lo fa - Eunews

Trapani –
Sequestrati  dai Carabinieri della Stazione di Pantelleria138 Kilogrammi di hashish, suddivisi in oltre 1.300 panetti pronti per essere smerciati al di fuori dell’isola. Il valore che avrebbe fruttato la vendita dello stupefacente è superiore al milione di euro.
Dopo giorni di appostamenti e pedinamenti a carico di tre “insospettabili” panteschi, i militari hanno individuato una casa semiabbandonata nella quale si recavano spesso, senza apparente motivo.
L’irruzione, effettuata all’imbrunire, ha colto di sorpresa un quarantenne e una coppia di trentenni, tra cui una ragazza originaria di Lodi ma ormai stabilitasi sull’isola. Presi alla sprovvista, i giovani hanno consegnato subito nove panetti di hashish del peso di 1 kilogrammo circa.
I Carabinieri hanno notato che ogni panetto era identificato con un logo diverso, intuendo che potesse trattarsi di un campionario appartenente a un vero e proprio carico di droga.
Così, dopo accertamenti, i tre indagati sono stati condotti nell’abitazione della coppia, poco distante. In un ripostiglio, nascosti all’interno di trolley da viaggio, i Carabinieri hanno trovato una quantità incredibile di hashish: oltre 1.300 panetti perfettamente confezionati.
138 Kilogrammi complessivi di hashish, già imballati all’interno di valigie e pronti per essere smerciati al di fuori dell’isola: i tre arrestati avrebbero ricavato oltre un milione di euro dall’attività illecita.
I Carabinieri hanno tratto in arresto i due uomini e la donna e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Marsala, i tre sono stati condotti in carcere con l’accusa di detenzione di ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.
Il sequestro dei 138 Kilogrammi di hashish, record sull’isola di Pantelleria, lascia spazio a numerose ipotesi, tra le quali quella che il carico provenisse direttamente dalla Tunisia e dovesse esser trafficato all’esterno della piccola isola. Sono in corso indagini da parte dei Carabinieri.
Nella mattinata di ieri gli arresti sono stati convalidati e disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari per tutti e tre.

Operazione “Pandora”: arresti a raffica dei Carabinieri di Palermo di 31 persone che realizzavano piazze di spaccio in Sicilia

 

Un’Ordinanza cautelare è stata notificata dai Carabinieri di Palermo nei confronti di 31 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio di droga. Di questi 8 sono finiti in carcere, 23 ai domiciliari.

L’operazione è denominata dagli inquirenti “Pandora” e il provvedimento è del Gip del Tribunale di Palermo su richiesta del Procuratore aggiunto Salvatore dr. De Luca della Dda. L’indagine condotta dalla compagnia San Lorenzo tra il 2019 e il 2020 avrebbe permesso di svelare l’esistenza di tre organizzazioni che si rifornivano di droga nel mercato di Ballarò e avrebbero realizzato tre piazze di spaccio a Partanna Mondello, Borgo Nuovo e San Giovanni Apostolo (ex Cep).

 

 

Gli illeciti procuravano alle organizzazioni somme elevate come  500 mila euro ogni anno. I componenti avrebbero utilizzato come basi di spaccio sia i propri appartamenti, ma anche una fitta rete di pusher che garantivano il rifornimento delle dosi su piazza.

Si apprende che un  gruppo era specializzato anche nella vendita a domicilio degli stupefacenti ad una fitta rete di clienti soprattutto nel centro del capoluogo. Alle bande si rivolgevano anche i pusher della provincia di Palermo per rifornirsi. I militari nel corso delle indagini hanno accertato la collaborazione tra i gruppi, soprattutto quando la droga scarseggiava. Le organizzazioni avrebbero avuto a disposizione magazzini, appartamenti ed esercizi commerciali per riunioni nel corso delle quali decidere le strategie, per nascondere e lavorare la droga.

Una delle basi -informano i Carabinieri-era una macelleria riconducibile ad uno degli arrestati da dove, insieme alla carne e agli insaccati, sarebbe stata smistata una grossa quantità di droga. Nel corso delle indagini sono già state arrestate in flagranza di reato 13 persone e segnalate alla locale Prefettura, quali acquirenti, 6 soggetti e sequestrati 12 chili di stupefacenti e circa 2.000 euro in contanti. 

Altri luoghi sono sedi di spaccio di droga. Scoperti dai Carabinieri. Giunge anche la notizia che i  Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Santa Margherita Ligure, nell’ambito di mirato servizio di contrasto dei reati in materia di stupefacenti, hanno tratto in arresto, per detenzione ai fini di spaccio, un uomo di 40 anni, con precedenti di polizia, titolare di un esercizio commerciale di Rapallo.

L’arresto, effettuato a seguito di complesse e prolungate attività di osservazione e pedinamento, scaturisce da una mirata campagna di controlli volti a tutelare e salvaguardare i luoghi di aggregazione giovanili, tra i quali, in particolar modo, le scuole di ogni ordine e grado. Il locale commerciale è infatti ubicato nelle immediate vicinanze di uno dei principali comprensori scolastici della cittadina, frequentato giornalmente da centinaia di ragazzi di giovane età.

Il 40enne aveva predisposto un complesso sistema di sicurezza volto a tutelare la propria attività criminosa. Infatti i locali dell’esercizio commerciale, celati da vetri oscurati, erano dotati di un sofisticato sistema di videosorveglianza esterno – a doppia telecamera – che ne monitorava costantemente l’accesso, consentendo così al titolare di individuare in anticipo un eventuale controllo da parte dei carabinieri.

Il luogo, sede di attività di spaccio, era da tempo meta – come emerso nel corso delle articolate attività di indagine – di diversi tossicodipendenti della cittadina ligure, che vi accedevano non solo per fruire dei servizi commerciali ivi erogati, ma soprattutto per assicurarsi la fornitura di sostanze stupefacenti.

Al termine di un’accurata perquisizione nei locali dell’esercizio l’esercente veniva trovato in possesso di circa 15 grammi di cocaina ed eroina, in parte già confezionate e pronte alla vendita, e la somma di 1220 euro ritenuta provento dell’attività illecita.

Agrigento, scoperta dai Carabinieri serra di canapa. Due arresti.

 

Arresto per pochi grammi di droga: giusto non convalidarlo se l'indagato è  incensurato e collaborativo | Quotidiano Giuridico

AGRIGENTO
Lotta quotidiana alla droga. I Carabinieri della Tenenza di Favara  nel corso di attività info-investigativa, finalizzata al contrasto dei reati in materia di stupefacenti, hanno tratto in  arresto una coppia di conviventi residenti a Favara, trovati in possesso di una serra domestica costituita da 30 piante di canapa indiana, in piena vegetazione dell’altezza compresa tra 1 mt e 2.50mt.
Le piante erano in parte collocate nel giardino dell’abitazione ed in parte stoccate in un magazzino di proprietà della coppia.
I militari da un po’ di tempo tenevano d’occhio il 46enne, con precedenti di polizia, disoccupato e la convivente di 36 anni, casalinga, fino a quando nella serata di ieri hanno eseguito la perquisizione domiciliare, nel corso della quale, oltre alle piante di canapa, sono stati sequestrati anche 5 grammi di marijuana già essiccata. L’uomo era già sottoposto alla misura alternativa alla detenzione dell’affidamento ai servizi sociali per fatti analoghi.
Su disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento, i due sono stati sottoposti agli arresti domiciliari presso la loro abitazione, in attesa dell’Udienza di Convalida dell’Arresto operato per le ipotesi di reato di produzione, coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. La droga sarà successivamente sottoposta ad accertamenti tecnici.

Bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. A Palermo 3 Arresti e sequestro di 4 societa’ e 6 negozi

Bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. 3 Arresti e sequestro di 4 societa’ e 6 negozi

Foto G.di Finanza

PALERMO

Su delega della locale Procura della Repubblica, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di 3 soggetti, destinatari della misura degli arresti domiciliari e della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercizio di attività d’impresa per la durata di dodici mesi, procedendo contestualmente al sequestro preventivo del capitale di 4 società, nonché di 6 negozi di abbigliamento attivi nel centro di Palermo e Cefalù.

I destinatari del provvedimento cautelare sono C. C. (cl. 60), G. P. (cl. 62) e C. N. (cl. 94), imprenditori storicamente presenti nel settore della vendita di abbigliamento e accessori, ai quali vengono contestati, nella loro veste rispettivamente di amministratori di fatto e di diritto, i reati di bancarotta fraudolenta e riciclaggio.

Le indagini, condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo – Gruppo Tutela Mercato Capitali con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, nonché attraverso accurati accertamenti contabili, documentali e finanziari, hanno permesso di disvelare un articolato “sistema di società”, ideato e realizzato da un’unica regia riconducibile agli indagati, frutto di una complessa pianificazione distrattiva, finalizzata a proseguire l’attività imprenditoriale attraverso la costituzione di nuove società aventi similare compagine societaria e governance nonché coincidenti sedi legali e operative ed identici asset aziendali, che rappresentavano la continuazione aziendale della precedente impresa.

Gli indagati, mediante artificiosi contratti di locazione di rami d’azienda, procedevano a svuotare la società che, lasciata in un irreversibile stato di decozione, falliva mentre l’attività di vendita dei capi di abbigliamento proseguiva senza interruzione grazie alle nuove compagini societarie.

Con questo schema veniva accumulato un passivo fallimentare allo stato quantificato in almeno 1,2 milioni di euro.

Le società e i negozi sequestrati sono stati affidati ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Palermo affinché li gestisca nell’interesse della collettività, con il compito di garantire la continuità aziendale e mantenere i livelli occupazionali, per preservare i diritti dei lavoratori e della stessa utenza.

L’odierna operazione eseguita dalla Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, si inserisce nel quadro delle linee strategiche dell’azione del Corpo volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni di illegalità economico-finanziaria connotati da maggiore gravità, nonché all’aggressione dei patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose, al fine di tutelare gli imprenditori onesti che operano nel rispetto della legge.

Napoli, arrestati sei contrabbandieri e sequestrate 3,8 tonnellate di sigarette

 

 

NAPOLI

Fermato a Napoli un carico di contrabbando sigarette.Sei responsabili tratti in arresto, 3,8 tonnellate di sigarette di contrabbando sequestrate per un valore di circa mezzo milione di euro, un deposito e sette automezzi: questo il bilancio di un’operazione anticontrabbando portata a termine dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli.

Sono stati i “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego Napoli, nel corso del costante pattugliamento del territorio, a notare attività in corso all’interno di un’area di collegamento tra due grossi capannoni industriali nel Comune di Somma Vesuviana (NA). In particolare, alcune persone stavano caricando e scaricando pedane in legno su un autocarro con targa bulgara. L’ispezione ha permesso ai finanzieri di scoprire che, sotto un’ingegnosa “copertura” costituita da tondini di ferro e specchi rifrangenti, erano state occultate 50 casse di sigarette di contrabbando, per un totale di 3,8 tonnellate.

Il carico era costituito da sigarette marca Winston Blue per un valore di mercato di circa mezzo milione di euro. I contrabbandieri arrestati sono cinque napoletani, tutti con precedenti di polizia, e un cittadino di nazionalità Kazaka.

DISCO ROSSO AD ASSOCIAZIONE A DELINQUERE , 17 MISURE CAUTELARI PER FERMARE MOVIMENTO DI 27 TONNELLATE DI SIGARETTE

 

NAPOLI

Guai in vista per tanti contrabbandieri . Scoperti ed arrestati..I Comandi Provinciali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Napoli, al termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica partenopea, hanno eseguito un provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di 17 persone ritenute gravemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri.

Per uno dei sodalizi è stata applicata la custodia in carcere, per sette di essi gli arresti domiciliari.Altri sette sono destinatari di divieto di dimora nella provincia di Napoli, mentre due dell’obbligo di dimora.

Nel complesso sono 67 le persone coinvolte nelle attività investigative e gravemente indiziate, a vario titolo, di aver costituito e fatto parte di sodalizi criminali attivi nella commissione di reati inerenti al contrabbando di T.L.E. provenienti dall’Est Europa e introdotti in Italia per alimentare il mercato clandestino campano.

Già sequestrati, e successivamente confiscati, anche due immobili utilizzati per lo stoccaggio dei TLE, per un valore di oltre 250.000 euro.

Tre i gruppi familiari autonomi investigati, operativi nella città di Napoli, nelle zone di Porta Nolana, Piazza Mercato, via Sant’Antonio Abate, Quartiere Forcella e nell’area metropolitana, tra Cardito, Frattaminore, Casoria e Melito di Napoli.

Tali sodalizi, inseriti in un livello intermedio nella catena distributiva delle sigarette di contrabbando, disponendo di locali adibiti a magazzini clandestini intestati a diversi prestanome, hanno gestito il mercato illegale delle sigarette canalizzando le forniture ai minutanti di posti fissi (le cosiddette “bancarelle”) secondo i differenti flussi di domanda, dipendenti dalla qualità e dai prezzi praticati.

Nel corso delle indagini, svolte tra l’estate del 2015 ed il 2017, sono stati individuati e monitorati sia gli immobili destinati a deposito (box, garage, sottoscala, appartamenti) che gli automezzi utilizzati per le consegne delle forniture di t.l.e. ai clienti: generalmente auto di piccola cilindrata ma capaci di occultare fino a 3 casse di sigarette

SIRACUSA: ARRESTATI DUE GIOVANI MALVIVENTI CHE UTILIZZAVANO IL METODO DELLA “SPACCATA”

Carabinieri, NSC: Protocolli e misure di contrasto COVID-19 - INFODIFESA

Archivi -Sud Libertà
Due giovani malviventi terrorizzavano la popolazione , utilizzando il collaudato metodo della spaccata, facevano irruzione di notte negli esercizi commerciali prescelti e li derubavano dell’incasso contenuto nei registratori di cassa e di ogni bene presente nei negozi.
Pochi giorni fa le disperate vittime si erano anche rivolte al Prefetto che all’uopo ha convocato un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica per cercare di porre un argine agli odiosi furti perpetrati da questa improvvisata ma pericolosissima banda di ladri.
La Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri di Siracusa, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, erano già sulle tracce dei due giovani e ne seguivano i movimenti fino a quando il cerchio si è stretto attorno a due siracusani, rispettivamente di 26 e di 21 anni, entrambi già conosciuti alle forze dell’ordine, tanto che il ventiseienne era anche sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, misura che puntualmente eludeva per perpetrare i furti.
Per loro si sono finalmente aperte le porte del carcere dopo che gli investigatori della Squadra Mobile e dell’Arma hanno eseguito, nella giornata odierna, il provvedimento di fermo di indiziato di delitto a loro carico, disposto dal Procuratore Aggiunto dott. F.S.    
I due soggetti, entrambi gravati da precedenti di polizia, sono gravemente indiziati, complessivamente, di ben 13 episodi di furto aggravato, ai danni altrettante attività commerciali della città aretusea. 
Nell’ultimo periodo, la coppia di ladri aveva preso di mira e derubato bar, tabaccherie, benzinai, panifici, parrucchieri e negozi di alimentari, causando loro ingenti danni alle strutture oltre a quelli cagionati dalla razzia di merci e di denaro.
Il modus operandi era sempre lo stesso, i due lanciavano a velocità un motociclo a guisa di ariete contro le vetrate e le saracinesche degli esercizi commerciali e, dopo averle spaccate, si introducevano all’interno e operavano i furti.
Le risultanze investigative raccolte dal personale delle Forze di Polizie impegnate nelle indagini, attraverso la minuziosa attività di ricostruzione degli episodi delittuosi, con sopralluoghi delle attività depredate ed analisi delle immagini riprese dai circuiti di videosorveglianza, hanno permesso di costruire un solido quadro probatorio, consentendo all’Autorità Giudiziaria di emettere il provvedimento di fermo di indiziato di delitto a carico dei due giovani.
La Squadra Mobile e i Carabinieri di Siracusa, come gli altri Uffici operativi dell’Arma e della Questura, continueranno le indagini per appurare se i due avevano altri fiancheggiatori e per scongiurare che altri malviventi utilizzino lo stesso metodo per perpetrare altri reati della stessa specie. 

La Finanza di Catania paralizza e disarticola consorterie criminali internazionali dedite al traffico di droga

 

Nell’ambito di articolate attività d’indagine coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Catania, con la collaborazione e il supporto dello SCICO (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata) e del “Cuerpo Nacional de Policia” spagnolo, hanno individuato e tratto in arresto a Valencia (Spagna) J. C. H. R., narcotrafficante di origine colombiana, latitante, su cui pendeva un mandato di arresto europeo per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Nel dettaglio, le informazioni acquisite nel tempo e la collaborazione internazionale hanno permesso di individuare a Valencia il citato H., che è stato tratto in arresto dalla polizia spagnola ed è in attesa di estradizione.

H. era infatti tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania, con cui, lo scorso 25 maggio, sono state disposte misure restrittive nei confronti 13 persone, sottoposte a indagine, a vario titolo, per associazione a delinquere e spaccio di sostanze stupefacenti.

Si apprende anche che l’attività investigativa – svolta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania – ha consentito di porre in luce e disarticolare due consorterie criminali operanti nel capoluogo etneo, dedite alla commercializzazione di elevati quantitativi di sostanze stupefacenti, e di sottoporre a sequestro, in più occasioni, oltre 367 kg di marijuana e cocaina.

In particolare, la prima associazione, promossa da due fratelli colombiani, coadiuvati da altri due cittadini del medesimo paese sudamericano, era dedita al traffico di cocaina.

La seconda associazione criminale era a sua volta articolata in due gruppi.

Il primo, costituito da cittadini albanesi, ed è risultato attivo nell’importazione di importanti quantitativi di droga dall’Albania, poi rivenduti a organizzazioni operanti sul territorio siciliano.

Il secondo gruppo si riforniva di stupefacente del tipo marijuana dal primo sodalizio, per poi rivenderlo a Catania.

Le investigazioni, condotte dalle unità specializzate antidroga del GICO del Nucleo di PEF della Guardia di finanza di Catania, hanno consentito, nel tempo, di effettuare sei interventi repressivi del traffico di stupefacente. In particolare, gli interventi, operati in provincia di Catania (Belpasso e Misterbianco) e a Messina, hanno consentito di pervenire al sequestro di 367 kg tra marijuana e cocaina, destinate al mercato catanese.

Controlli e sicurezza: quattro arresti per smercio di sostanze stupefacenti ed altri reati gravi

 

Droga, torna a crescere uso dell'eroina ,+9,7% morti overdose - Società &  Diritti - ANSA.it

Archivi -Sud Libertà

Nel corso degli ultimi giorni, a seguito dell’incremento dei turisti nell’area dello Stretto, i Carabinieri della Compagnia Messina Centro, supportati dalle pattuglie del Nucleo Radiomobile, hanno intensificato i controlli lungo le principali arterie stradali del capoluogo peloritano ed in particolare sono stati predisposti controlli allo scopo di contrastare lo smercio di sostanze stupefacenti e reati predatori in generale.
Nel corso dei servizi, i militari dell’Arma di Messina Giostra hanno arrestato, in esecuzione di distinti ordini di carcerazione emessi dalla Corte di Appello di Messina, il 35enne messinese O.C. e il 38enne B.E., originario del Veneto, entrambi già noti alle forze dell’ordine. I due, già sottoposti alla detenzione domiciliare, si erano resi responsabili di molteplici violazioni delle prescrizioni imposte dalla misura alternativa, accertate dai Carabinieri durante i periodici controlli.

Le segnalazioni delle ripetute trasgressioni all’Autorità Giudiziaria, quindi, hanno determinato, per ambedue, il ripristino della carcerazione. Sempre i militari dell’Arma di Messina Giostra hanno arrestato il 38enne A.C., già noto alle forze dell’ordine, rintracciato dai Carabinieri nella sua abitazione. Lo stesso dovrà espiare la pena di due anni di reclusione perché riconosciuto colpevole di spaccio di sostanze stupefacenti. I tre arrestati sono stati ristretti presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
I Carabinieri della Stazione di Villafranca Tirrena, impegnati nella vigilanza delle aree costiere, hanno arrestato, nella flagranza del reato di evasione, B.L., 35enne, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari si era arbitrariamente allontanato da casa per andare a consumare una bevanda in un bar. I militari, riconosciutolo, lo hanno arrestato e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, lo hanno ristretto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.
Durante l’attività di controllo, i militari del Nucleo Radiomobile hanno altresì proceduto, segnalandoli alla Procura della Repubblica di Messina, nei confronti di due giovani messinesi poiché responsabili di disturbo delle occupazioni o delle persone, in quanto individuati, nel corso dei controlli alla circolazione stradale, con elevatissimo volume dello stereo della propria auto, tale da provocare rumori molesti.
Inoltre, nel corso del servizio è stato denunciato dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia Messina Centro un 26enne che, perquisito in via Santa Marta mente circolava a bordo di una bici elettrica, è stato trovato in possesso di circa 35 grammi di marijuana. Altresì tre messinesi, sono stati segnalati alla Prefettura di Messina quali assuntori di stupefacente, poiché trovati in possesso di modiche quantità di hashish, detenute per uso personale, con il sequestro di 6 grammi complessivi di sostanza stupefacente. 
Infine sono stati intensificati i controlli alle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ai soggetti sottoposti al regime degli arresti domiciliari ed alla sorveglianza speciale di P.S..