Arresti a Catania di mafiosi del Clan Santapaola-Ercolano

 

Foto di Nitto Santapaola
Nella foto sopra il Boss supercapo in carcere Nitto Santapaola

 

CATANIA

La “Squadra Lupi” del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale etneo, – secondo un comunicazione pervenutaci – unitamente ai colleghi della Compagnia di Palagonia e del Comando Provinciale di Siracusa, in esecuzione di 11 ordini di carcerazione emessi dall’Ufficio Esecuzioni Penali della citata Procura Generale, hanno arrestato secondo quanto confermato da sentenza di condanna irrevocabile:

Rosario BONTEMPO SCAVO di 33 anni, che dovrà espiare la pena di 8 anni di reclusione colpevole del reato di associazione mafiosa pluriaggravata;

Pierpaolo DI GAETANO di 42 anni, che dovrà espiare la pena di 8 anni e 2 mesi di reclusione  colpevole dei reati di associazione mafiosa pluriaggravata, nonché detenzione illegale di armi;

Cosimo Davide FERLITO di 50 anni, che dovrà espiare la pena di 11 anni e 4 mesi di reclusione  colpevole dei reati di associazione mafiosa pluriaggravata, detenzione illegale di armi pluriaggravata, plurime estorsioni pluriaggravate, nonché tentata estorsione pluriaggravata;

Antonino GALIOTO di 57 anni, che dovrà espiare la pena di 8 anni e 8 mesi di reclusione  colpevole del reato di associazione mafiosa pluriaggravata;

Carmelo OLIVA di 48 anni, che dovrà espiare la pena di 10 anni e 6 mesi di reclusione  colpevole dei reati di associazione mafiosa pluriaggravata, plurime estorsioni pluriaggravate, nonché tentata estorsione pluriaggravata;

Febronio OLIVA di 60 anni, che dovrà espiare la pena di 10 anni di reclusione  colpevole del reato di associazione mafiosa pluriaggravata;

Giovanni PAPPALARDO di 47 anni, che dovrà espiare la pena di 10 anni e 10 mesi di reclusione  colpevole del reato di associazione mafiosa pluriaggravata;

Giovanni PINTO di 45 anni, che dovrà espiare la pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione  colpevole dei reati di associazione mafiosa e detenzione illegale di armi;

Salvatore RUSSO di 47 anni, che dovrà espiare la pena di 8 anni di reclusione  colpevole del reato di associazione mafiosa pluriaggravata;

Giuseppe SIMONTE di 41 anni, che dovrà espiare la pena di 9 anni e 8 mesi di reclusione  colpevole dei reati di associazione mafiosa e detenzione illegale di armi, nonché di ricettazione.

L’attività d’indagine denominata “Kronos”, coordinata da questa Procura Distrettuale e svolta del ROS di Catania nel 2016, aveva attenzionato alcune “squadre” operanti nei vari quartieri catanesi e nei paesi della provincia, appartenenti alla famiglia “SANTAPAOLA-ERCOLANO” dell’associazione di tipo mafioso denominata Cosa Nostra catanese.

 

 

Palermo: quattro arresti per droga e “stecchette” di fumo

Mafie, droga, proibizionismo | Wall Street International Magazine
Arresti a Palermo per droga- Sud Libertà
 Palermo
Nell’ambito degli estesi servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, i militari dei reparti dipendenti hanno effettuato numerosi servizi antidroga conseguendo i seguenti risultati:
a Collesano, i Carabinieri della Stazione hanno tratto in arresto un 50enne che, a seguito di perquisizione personale e domiciliare, è stato trovato in possesso di circa 350 grammi di marijuana, nonché di attrezzatura atta alla coltivazione della predetta sostanza;
a Partinico, i militari della locale Compagnia hanno rinvenuto quasi 900 grammi di cocaina suddivisa in involucri. La perquisizione domiciliare ha portato all’arresto di due giovani nella disponibilità dei quali si trovava lo stupefacente.
Nel cuore di Palermo sono stati, invece, i Carabinieri della Stazione Centro ad arrestare un 60enne intento a cedere hashish ad un giovane. A suo carico sono state sequestrate 12 “stecchette” di fumo, mentre l’acquirente è stato segnalato alla Prefettura del Capoluogo come assuntore di sostanze stupefacenti.
Gli arresti sono stati convalidati e la droga rinvenuta è stata trasmessa al Laboratorio Analisi del Comando Provinciale di Palermo per le analisi tecniche.

Operazione EFESTO, arresti in Sicilia per traffico illecito di rifiuti

Carabinieri: chi sono e che cosa fanno - CM Junior
Operazione Efesto- Un controllo dei Carabinieri sul territorio

 

PALERMO
Nelle prime ore della giornata odierna i militari del Comando Provinciali dei Carabinieri di Palermo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare reale (sequestro preventivo ex artt. 321 c.p.p e 452 quaterdecies, comma 5, c.p.) emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Palermo, nel corso dell’indagine preliminare diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo nei confronti di due società con sede in Palermo e Carini (PA) operanti, rispettivamente, nel settore del recupero per il riciclaggio e nel commercio all’ingrosso di rottami metallici, poiché coinvolte nella ricettazione di materiali metallici di provenienza delittuosa (art. 648 c.p.) e traffico illecito di rifiuti (art. 452 quaterdecies  c.p.).
Sequestrati, inoltre, beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa 1.100.000 euro.
Il provvedimento scaturisce da articolata attività investigativa iniziata nel giugno 2017 e conclusasi nel mese di giugno 2019 e condotta dalla Compagnia Carabinieri di Cefalù (PA)
In particolare, l’attività investigativa permetteva di raccogliere gravi indizi di colpevolezza, sostanzialmente accolti nel provvedimento cautelare,  a carico delle citate due società, aziende leader in Sicilia nel settore della rottamazione dei metalli, e ritenute presunto punto di riferimento per una moltitudine di soggetti con precedenti penali specifici per reati contro il patrimonio, i quali, giornalmente, si sarebbero recati presso le aziende predette per conferire materiale metallico provento di furto o, comunque, di provenienza illecita.
La polizia giudiziaria, nel complesso, ha documentato presunte cessioni di materiali per un corrispettivo di 2 milioni di euro circa. La sintesi investigativa permetteva, in taluni casi, di monitorare l’intero illecito iter che, partendo dai furti commessi ai danni di privati o di aziende di pubblica utilità (come nel caso della società Enel), si concludeva con il conferimento presso gli stabilimenti delle aziende coinvolte nelle indagini, attraverso ricettatori intermediari. Successivamente, tale materiale sarebbe stato oggetto di vendita ad altri gruppi commerciali compiacenti di maggiori dimensioni. con base a Roma e Bologna, ed operanti su tutto il territorio nazionale ed estero. 
Gli ulteriori accertamenti eseguiti sulla documentazione amministrativo-contabile permetteva di individuare prima facie la quantità di materiale ferroso oggetto del reato e, successivamente, di quantificare l’ingiusto profitto derivante dalle vendite in nero.    Le indagini condotte hanno portato al sequestro per equivalente, sino alla concorrenza di 1.095.863 euro, delle disponibilità finanziarie rinvenute in capo alle imprese coinvolte ed ai loro amministratori e soci, nonché delle due società e dei beni facenti parte del patrimonio aziendale.
Al fine di assicurare la continuità dell’attività imprenditoriale e salvaguardare i posti di lavoro, l’Autorità Giudiziaria ha affidato la gestione delle due società ad un amministratore giudiziario.

Operazione “Piramide”: Agrigento e Caltanissetta, piazze di droga “liberate” dai Carabinieri che procedono a 26 misure cautelari

Agrigento: carabinieri liberano la piazza della droga – SUD LIBERTA’

AGRIGENTO

Operazione antidroga dei Carabinieri  in corso tra le province di Agrigento e Caltanissetta. I l Comando provinciale di Agrigento sta  notificando 26 ordinanze cautelari nei confronti di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di detenzione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, cocaina e hashish in maniera particolare.

IL coordinamento è svolto dal   Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e del sostituto Gloria Andreoli. Le misure sono state firmate dal gip Stefano Zammuto. 

Sette indagati, in esecuzione del provvedimento del gip del tribunale di Agrigento, sono stati posti agli arresti domiciliari, due dei quali con l’applicazione del “braccialetto elettronico”. Ad altri 19 è stata applicata un’ordinanza di divieto di dimora. L’operazione antidroga, denominata «Piramide», dei carabinieri del nucleo Operativo e Radiomobile è stata realizzata fra Agrigento, Canicattì, Racalmuto, Grotte, Favara, e i comuni di Gela e San Cataldo nel nisseno. 

Si apprende pure dagli investigatori che sono  sette gli arrestati dell’operazione «Piramide», messa a segno dai carabinieri, fra le province di Agrigento e Caltanissetta: C.S di 31 anni di Canicattì; A.I. di 63 anni di Racalmuto; R.M.S. di 40 anni di Gela; V.S. di 45 anni di Favara; P.S.B. una donna di 38 anni di Favara; B.C. di 50 anni di Grotte e T.G. di 42 anni di Racalmuto. Gli altri 19 soggetti, residenti ad Agrigento, Racalmuto, San Cataldo, Grotte e Canicattì, sono stati invece sottoposti al divieto di dimora nella provincia di Agrigento. 

Definita «Piramide» per via della struttura verticistica creatasi tra i vari pusher, collaboratori di questi ultimi e gli acquirenti. L’attività investigativa, coordinata dal maggiore Marco La Rovere che è a capo della compagnia dell’Arma di Agrigento, è stata avviata per contrastare il massiccio flusso di cocaina che dalla provincia giungeva sulle piazze di spaccio di Agrigento.

La piazza   della droga si svolgeva con quantitativi che si aggiravano tra i 50 ed i 100 grammi, sia al dettaglio con la vendita di singole dosi. Nel corso dell’attività sono stati sequestrati consistenti quantitativi di droga: circa 2 chili di cocaina e 4 di hashish. Infine si registrano  anche 5 arresti in flagranza e 2 denunce, oltre a numerose segnalazioni amministrative. Il valore dello stupefacente sequestrato ammonta a circa 100 mila euro. I fermati sono stati condotti in carcere…

Trapani,Droga: maxi-sequestro di stupefacente nell’isola pantesca, tre arresti

L'Italia spende (poco) per combattere l'uso di droghe, e non si sa come lo fa - Eunews

Trapani –
Sequestrati  dai Carabinieri della Stazione di Pantelleria138 Kilogrammi di hashish, suddivisi in oltre 1.300 panetti pronti per essere smerciati al di fuori dell’isola. Il valore che avrebbe fruttato la vendita dello stupefacente è superiore al milione di euro.
Dopo giorni di appostamenti e pedinamenti a carico di tre “insospettabili” panteschi, i militari hanno individuato una casa semiabbandonata nella quale si recavano spesso, senza apparente motivo.
L’irruzione, effettuata all’imbrunire, ha colto di sorpresa un quarantenne e una coppia di trentenni, tra cui una ragazza originaria di Lodi ma ormai stabilitasi sull’isola. Presi alla sprovvista, i giovani hanno consegnato subito nove panetti di hashish del peso di 1 kilogrammo circa.
I Carabinieri hanno notato che ogni panetto era identificato con un logo diverso, intuendo che potesse trattarsi di un campionario appartenente a un vero e proprio carico di droga.
Così, dopo accertamenti, i tre indagati sono stati condotti nell’abitazione della coppia, poco distante. In un ripostiglio, nascosti all’interno di trolley da viaggio, i Carabinieri hanno trovato una quantità incredibile di hashish: oltre 1.300 panetti perfettamente confezionati.
138 Kilogrammi complessivi di hashish, già imballati all’interno di valigie e pronti per essere smerciati al di fuori dell’isola: i tre arrestati avrebbero ricavato oltre un milione di euro dall’attività illecita.
I Carabinieri hanno tratto in arresto i due uomini e la donna e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Marsala, i tre sono stati condotti in carcere con l’accusa di detenzione di ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.
Il sequestro dei 138 Kilogrammi di hashish, record sull’isola di Pantelleria, lascia spazio a numerose ipotesi, tra le quali quella che il carico provenisse direttamente dalla Tunisia e dovesse esser trafficato all’esterno della piccola isola. Sono in corso indagini da parte dei Carabinieri.
Nella mattinata di ieri gli arresti sono stati convalidati e disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari per tutti e tre.

Operazione “Pandora”: arresti a raffica dei Carabinieri di Palermo di 31 persone che realizzavano piazze di spaccio in Sicilia

 

Un’Ordinanza cautelare è stata notificata dai Carabinieri di Palermo nei confronti di 31 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio di droga. Di questi 8 sono finiti in carcere, 23 ai domiciliari.

L’operazione è denominata dagli inquirenti “Pandora” e il provvedimento è del Gip del Tribunale di Palermo su richiesta del Procuratore aggiunto Salvatore dr. De Luca della Dda. L’indagine condotta dalla compagnia San Lorenzo tra il 2019 e il 2020 avrebbe permesso di svelare l’esistenza di tre organizzazioni che si rifornivano di droga nel mercato di Ballarò e avrebbero realizzato tre piazze di spaccio a Partanna Mondello, Borgo Nuovo e San Giovanni Apostolo (ex Cep).

 

 

Gli illeciti procuravano alle organizzazioni somme elevate come  500 mila euro ogni anno. I componenti avrebbero utilizzato come basi di spaccio sia i propri appartamenti, ma anche una fitta rete di pusher che garantivano il rifornimento delle dosi su piazza.

Si apprende che un  gruppo era specializzato anche nella vendita a domicilio degli stupefacenti ad una fitta rete di clienti soprattutto nel centro del capoluogo. Alle bande si rivolgevano anche i pusher della provincia di Palermo per rifornirsi. I militari nel corso delle indagini hanno accertato la collaborazione tra i gruppi, soprattutto quando la droga scarseggiava. Le organizzazioni avrebbero avuto a disposizione magazzini, appartamenti ed esercizi commerciali per riunioni nel corso delle quali decidere le strategie, per nascondere e lavorare la droga.

Una delle basi -informano i Carabinieri-era una macelleria riconducibile ad uno degli arrestati da dove, insieme alla carne e agli insaccati, sarebbe stata smistata una grossa quantità di droga. Nel corso delle indagini sono già state arrestate in flagranza di reato 13 persone e segnalate alla locale Prefettura, quali acquirenti, 6 soggetti e sequestrati 12 chili di stupefacenti e circa 2.000 euro in contanti. 

Altri luoghi sono sedi di spaccio di droga. Scoperti dai Carabinieri. Giunge anche la notizia che i  Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Santa Margherita Ligure, nell’ambito di mirato servizio di contrasto dei reati in materia di stupefacenti, hanno tratto in arresto, per detenzione ai fini di spaccio, un uomo di 40 anni, con precedenti di polizia, titolare di un esercizio commerciale di Rapallo.

L’arresto, effettuato a seguito di complesse e prolungate attività di osservazione e pedinamento, scaturisce da una mirata campagna di controlli volti a tutelare e salvaguardare i luoghi di aggregazione giovanili, tra i quali, in particolar modo, le scuole di ogni ordine e grado. Il locale commerciale è infatti ubicato nelle immediate vicinanze di uno dei principali comprensori scolastici della cittadina, frequentato giornalmente da centinaia di ragazzi di giovane età.

Il 40enne aveva predisposto un complesso sistema di sicurezza volto a tutelare la propria attività criminosa. Infatti i locali dell’esercizio commerciale, celati da vetri oscurati, erano dotati di un sofisticato sistema di videosorveglianza esterno – a doppia telecamera – che ne monitorava costantemente l’accesso, consentendo così al titolare di individuare in anticipo un eventuale controllo da parte dei carabinieri.

Il luogo, sede di attività di spaccio, era da tempo meta – come emerso nel corso delle articolate attività di indagine – di diversi tossicodipendenti della cittadina ligure, che vi accedevano non solo per fruire dei servizi commerciali ivi erogati, ma soprattutto per assicurarsi la fornitura di sostanze stupefacenti.

Al termine di un’accurata perquisizione nei locali dell’esercizio l’esercente veniva trovato in possesso di circa 15 grammi di cocaina ed eroina, in parte già confezionate e pronte alla vendita, e la somma di 1220 euro ritenuta provento dell’attività illecita.

Agrigento, scoperta dai Carabinieri serra di canapa. Due arresti.

 

Arresto per pochi grammi di droga: giusto non convalidarlo se l'indagato è  incensurato e collaborativo | Quotidiano Giuridico

AGRIGENTO
Lotta quotidiana alla droga. I Carabinieri della Tenenza di Favara  nel corso di attività info-investigativa, finalizzata al contrasto dei reati in materia di stupefacenti, hanno tratto in  arresto una coppia di conviventi residenti a Favara, trovati in possesso di una serra domestica costituita da 30 piante di canapa indiana, in piena vegetazione dell’altezza compresa tra 1 mt e 2.50mt.
Le piante erano in parte collocate nel giardino dell’abitazione ed in parte stoccate in un magazzino di proprietà della coppia.
I militari da un po’ di tempo tenevano d’occhio il 46enne, con precedenti di polizia, disoccupato e la convivente di 36 anni, casalinga, fino a quando nella serata di ieri hanno eseguito la perquisizione domiciliare, nel corso della quale, oltre alle piante di canapa, sono stati sequestrati anche 5 grammi di marijuana già essiccata. L’uomo era già sottoposto alla misura alternativa alla detenzione dell’affidamento ai servizi sociali per fatti analoghi.
Su disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento, i due sono stati sottoposti agli arresti domiciliari presso la loro abitazione, in attesa dell’Udienza di Convalida dell’Arresto operato per le ipotesi di reato di produzione, coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. La droga sarà successivamente sottoposta ad accertamenti tecnici.

Bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. A Palermo 3 Arresti e sequestro di 4 societa’ e 6 negozi

Bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio. 3 Arresti e sequestro di 4 societa’ e 6 negozi

Foto G.di Finanza

PALERMO

Su delega della locale Procura della Repubblica, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo nei confronti di 3 soggetti, destinatari della misura degli arresti domiciliari e della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercizio di attività d’impresa per la durata di dodici mesi, procedendo contestualmente al sequestro preventivo del capitale di 4 società, nonché di 6 negozi di abbigliamento attivi nel centro di Palermo e Cefalù.

I destinatari del provvedimento cautelare sono C. C. (cl. 60), G. P. (cl. 62) e C. N. (cl. 94), imprenditori storicamente presenti nel settore della vendita di abbigliamento e accessori, ai quali vengono contestati, nella loro veste rispettivamente di amministratori di fatto e di diritto, i reati di bancarotta fraudolenta e riciclaggio.

Le indagini, condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo – Gruppo Tutela Mercato Capitali con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, nonché attraverso accurati accertamenti contabili, documentali e finanziari, hanno permesso di disvelare un articolato “sistema di società”, ideato e realizzato da un’unica regia riconducibile agli indagati, frutto di una complessa pianificazione distrattiva, finalizzata a proseguire l’attività imprenditoriale attraverso la costituzione di nuove società aventi similare compagine societaria e governance nonché coincidenti sedi legali e operative ed identici asset aziendali, che rappresentavano la continuazione aziendale della precedente impresa.

Gli indagati, mediante artificiosi contratti di locazione di rami d’azienda, procedevano a svuotare la società che, lasciata in un irreversibile stato di decozione, falliva mentre l’attività di vendita dei capi di abbigliamento proseguiva senza interruzione grazie alle nuove compagini societarie.

Con questo schema veniva accumulato un passivo fallimentare allo stato quantificato in almeno 1,2 milioni di euro.

Le società e i negozi sequestrati sono stati affidati ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Palermo affinché li gestisca nell’interesse della collettività, con il compito di garantire la continuità aziendale e mantenere i livelli occupazionali, per preservare i diritti dei lavoratori e della stessa utenza.

L’odierna operazione eseguita dalla Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, si inserisce nel quadro delle linee strategiche dell’azione del Corpo volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni di illegalità economico-finanziaria connotati da maggiore gravità, nonché all’aggressione dei patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose, al fine di tutelare gli imprenditori onesti che operano nel rispetto della legge.

Napoli, arrestati sei contrabbandieri e sequestrate 3,8 tonnellate di sigarette

 

 

NAPOLI

Fermato a Napoli un carico di contrabbando sigarette.Sei responsabili tratti in arresto, 3,8 tonnellate di sigarette di contrabbando sequestrate per un valore di circa mezzo milione di euro, un deposito e sette automezzi: questo il bilancio di un’operazione anticontrabbando portata a termine dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli.

Sono stati i “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego Napoli, nel corso del costante pattugliamento del territorio, a notare attività in corso all’interno di un’area di collegamento tra due grossi capannoni industriali nel Comune di Somma Vesuviana (NA). In particolare, alcune persone stavano caricando e scaricando pedane in legno su un autocarro con targa bulgara. L’ispezione ha permesso ai finanzieri di scoprire che, sotto un’ingegnosa “copertura” costituita da tondini di ferro e specchi rifrangenti, erano state occultate 50 casse di sigarette di contrabbando, per un totale di 3,8 tonnellate.

Il carico era costituito da sigarette marca Winston Blue per un valore di mercato di circa mezzo milione di euro. I contrabbandieri arrestati sono cinque napoletani, tutti con precedenti di polizia, e un cittadino di nazionalità Kazaka.

DISCO ROSSO AD ASSOCIAZIONE A DELINQUERE , 17 MISURE CAUTELARI PER FERMARE MOVIMENTO DI 27 TONNELLATE DI SIGARETTE

 

NAPOLI

Guai in vista per tanti contrabbandieri . Scoperti ed arrestati..I Comandi Provinciali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Napoli, al termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica partenopea, hanno eseguito un provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di 17 persone ritenute gravemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri.

Per uno dei sodalizi è stata applicata la custodia in carcere, per sette di essi gli arresti domiciliari.Altri sette sono destinatari di divieto di dimora nella provincia di Napoli, mentre due dell’obbligo di dimora.

Nel complesso sono 67 le persone coinvolte nelle attività investigative e gravemente indiziate, a vario titolo, di aver costituito e fatto parte di sodalizi criminali attivi nella commissione di reati inerenti al contrabbando di T.L.E. provenienti dall’Est Europa e introdotti in Italia per alimentare il mercato clandestino campano.

Già sequestrati, e successivamente confiscati, anche due immobili utilizzati per lo stoccaggio dei TLE, per un valore di oltre 250.000 euro.

Tre i gruppi familiari autonomi investigati, operativi nella città di Napoli, nelle zone di Porta Nolana, Piazza Mercato, via Sant’Antonio Abate, Quartiere Forcella e nell’area metropolitana, tra Cardito, Frattaminore, Casoria e Melito di Napoli.

Tali sodalizi, inseriti in un livello intermedio nella catena distributiva delle sigarette di contrabbando, disponendo di locali adibiti a magazzini clandestini intestati a diversi prestanome, hanno gestito il mercato illegale delle sigarette canalizzando le forniture ai minutanti di posti fissi (le cosiddette “bancarelle”) secondo i differenti flussi di domanda, dipendenti dalla qualità e dai prezzi praticati.

Nel corso delle indagini, svolte tra l’estate del 2015 ed il 2017, sono stati individuati e monitorati sia gli immobili destinati a deposito (box, garage, sottoscala, appartamenti) che gli automezzi utilizzati per le consegne delle forniture di t.l.e. ai clienti: generalmente auto di piccola cilindrata ma capaci di occultare fino a 3 casse di sigarette