Attentato con droni volanti a Nicolas Maduro ,Presidente del Venezuela

 

 

Difficoltà dei giornalisti internazionali a comunicare liberamente nel Venezuela

Nicolás Maduro

Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro è rimasto illeso ad  un attentato  con droni carichi di esplosivo a Caracas.  Nel corso di un evento militare Maduro stava pronunciando un discorso di fronte a più di 17mila soldati      L’attentato ha provocato- si apprende -il ferimento di  Sette militari .

Maduro ha lanciato sospetti  contro il presidente della Colombia l’opposizione di estrema destra. Il presidente ha detto di  “non avere alcun dubbio che l’estrema destra e Juan Manuel Santos siano dietro a quello che è accaduto”. Le indagini “sono in corso e “alcuni dei responsabili di questi attacchi sono già stati arrestati. Sembra che ci fosse un filo conduttore negli Stati Uniti…

Maduro ha detto che inizialmente pensava alla comparsa dei  droni  come un gioco/effetto pirotecnico in suo onore. Il procuratore generale venezuelano Tarek William Saab comunica un’altra versione e cioè  che l’attacco non mirava soltanto a Maduro ma a tutto l’alto comando dell’esercito venezuelano. Un piccolo gruppo paramilitare ha rivendicato l’attacco, ma ci sono molti dubbi sull’autenticità della rivendicazione.

Secondo altri dei funzionari dei vigili del fuoco hanno contraddetto la versione di Maduro, sostenendo che l’esplosione sia stata causata da una fuga di gas in un’abitazione poco distante dal comizio . Alcune foto diffuse dalle agenzie fotografiche mostrano le autorità venezuelane ispezionare un’abitazione esplosa, ma non ci sono altri dettagli su questa versione. Il Venezuela è un Paese in cui i giornalisti internazionali non si muovono liberamente e hanno difficoltà a confermare le notizie, Non è escluso che usciranno  varie tesi alternative sulle esplosioni…..

Cosa Nostra di Messina: la Procura demolisce il “Terzo livello” ed esponenti politici che cercavano illecitamente appoggi elettorali

Risultati immagini per immagine della procura di messina

Il Tribunale di Messina ha emesso stamane, nei confronti di esponenti di spicco della politica cittadina e della criminalità peloritananonché imprenditori e faccendieri di origine messinese 13 ordinanze cautelari.      Le indagini della Dia del capoluogo siciliano hanno coinvolto diverse città siciliane,Catania, Caltanisetta, Agrigento oltre Reggio Calabria, Bari, Roma dove le infiltrazioni mafiose erano estese.   Sequestrate diverse società ed imprese per un ingente valore di milioni di euro.         Negli affari illeciti coinvolta pure l’ex Presidente del Consiglio comunale di Messina, candidata sindaco alle recenti amministrative, Emilia Barrile. Secondo l’accusa, “Barrile, che è ai domiciliari, con l’aiuto di imprenditori avrebbe messo su un sistema d’affari “per avere appoggio elettorale”. Sarebbero state create cooperative fatte “ad arte” con l’assunzione di giovani per svolgere dei lavori per la Pubblica amministrazione, “il tutto – dicono gli investigatori -per avere consensi”. “Attraverso i patronati – spiegano ancora – si agevolavano i giovani per poi avere la disoccupazione”. Emilia Barrile è accusata di diversi reati, pesanti come associazione a delinquere, abuso d’ufficio, atti contrari a doveri d’ufficio.

Si apprende che l’indagine è stata denominata “Terzo livello”  coordinata dalla Procura della Repubblica-DDA di Messina, diretta dal Procuratore Capo Maurizio De Lucia ed ha “evidenziato, secondo un comunicato pervenutoci, una rete di rapporti clientelari/affaristici nella gestione della cosa pubblica“.   Vedremo altri sviluppi quanto prima..e soprattutto cosa ne pensano- e come si difendono – i diretti interessati…

ANTIMAFIA IN AZIONE A PALERMO: PER 11 SUPERBOSS E’ BUIO PROFONDO

Blitz antimafia nella notte a Palermo 11 arresti

foto Comunication
  

La religione al servizio della mafia. Le processioni e le feste religiose erano organizzate infatti dalla mafia. 

 Forse siamo alla fine del romanzo  della gestione del racket, tra sacro e profano, uscito dall’inchiesta della Dda di Palermo culminata nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di 11 tra boss, gregari ed estortori del clan Noce di Palermo.

Colui che non si  piegava alle richieste era fatto oggetto di pesanti ritorsioni come nel caso di un commerciante cui era stata incendiata la casa quale conseguenza al suo rifiuto di pagare o contribuire alle spese dei malavitosi.

 

L’inchiesta- si apprende – è stata coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvo De Luca e dai pm Roberto Tartaglia, Annamaria Picozzi e Amelia Luise.

 

Sorprendente Operazione Antimafia della Guardia di Finanza tra Roma e la Sicilia

Risultati immagini per foto della guardia di finanza

Una operazione antimafia ha condotto a 15 fermi e la paralisi di due associazioni che hanno commesso secondo il comunicato dell’azione congiunta tra la Procura di Roma e Messina avrebbero commesso reati contro la pubblica amministrazione, corruzione in atti giudiziari e frode fiscale. Una sorpresa c’è perchè tra gli arrestati figura un illustre nome ,  Giancarlo Longo, ex pm della Procura di Siracusa, l’avvocato Piero Amara e gli imprenditori Fabrizio Centofanti e Enzo Bigotti, quest’ultimo già coinvolto nel caso Consip.

Piero Amara, 48 anni, è un noto avvocato con clientela internazionale. Secondo l’accusa, avrebbe tentato di inquinare indagini sull’Eni. In particolare il legale avrebbe tentato  un depistaggio presso la procura di Siracusa: nel 2016 avrebbe fatto presentare presso la Procura aretusea un uomo, Alessandro Ferrara, che denunciò ai magistrati di essere stato vittima di un tentativo di sequestro a Siracusa da parte di tre persone che gli avrebbero chiesto notizie su un presunto complotto internazionale contro l’amministratore delegato dalla società Claudio Descalzi. A coordinare l’inchiesta aperta era stato proprio il pm Giancarlo Longo. Secondo gli investigatori, l’avvocato Amara sarebbe stato a capo di un vero e proprio comitato di affari. Vedremo nelle prossime ore  le difese degli arrestati, e in particolare delle figure eccellenti arrestate per la sussistenza dei reati contestati…

Scacco a Cosa Nostra: scoperti enormi flussi di denaro in Sicilia- Arresti di Capiboss

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Momenti difficili per i mafiosi che hanno il culto del gioco in Sicilia. Dalle indagini è emerso un “vero e proprio contratto tra Cosa Nostra palermitana” e Benedetto. B., “imprenditore del settore dei giochi e delle scommesse, che era riuscito, con l’appoggio delle famiglie mafiose, a monopolizzare il settore e realizzare una rete di agenzie di scommesse abusive, più di settecento in tutta Italia, capaci di generare profitti quantificati nell’ordine di oltre un milione di euro mensili”, avverte la Polizia di Stato.

“Parte di queste somme, tra i 300 e gli 800mila euro all’anno, veniva poi distribuita all’organizzazione mafiosa” spiega ancora la Polizia. È stata in parte ricostruita la movimentazione dei flussi di denaro provenienti dal gioco illecito e sono stati sequestrati beni immobili, società e conti correnti bancari dell’imprenditore e di altri uomini che lo avevano aiutato nell’opera di riciclaggio per diversi milioni di euro.

Sequestrate con l’ausilio delle Squadre Mobili territorialmente competenti più di 40 agenzie di scommesse su tutto il territorio con il marchio di proprietà dell’imprenditore. Tra gli arrestati, oltre a persone legate a Cosa Nostra, con ruoli apicali, anche insospettabili professionisti.

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