Agrigento: sgominata dai Carabinieri banda di “Rom”per numerosi furti in abitazioni

 

Ardea, ennesima notte di furti e paura a Nuova Florida - Il Faro Online

 

Al termine di una lunga ed articolata indagine volta al contrasto di reati predatori, i Carabinieri della Compagnia di Agrigento, su disposizione della locale Procura, hanno arrestato cinque cittadini di etnia Rom, responsabili di aver commesso venti furti in abitazione. L’ organizzazione criminale, che aveva stabilito la base logistica presso un’abitazione di Agrigento, partiva per raggiungere le località da depredare, svuotando ville isolate e poco frequentate.
Le indagini sono iniziate a seguito di furti avvenuti ad inizio 2019 ad Agrigento, nelle località di San Leone, Villaggio Mosè e Montaperto, fino ad interessare altri paesi circostanti, nonché le province di Caltanissetta ed Enna: i ladri, forzando porte e finestre con guanti e passamontagna, riuscivano ad introdursi all’interno delle abitazioni sottraendo oro, gioielli di valore, computer, persino armi legalmente custodite in cassaforte. I Carabinieri hanno lavorato incessantemente per più di un anno e mezzo, visionando sia le telecamere installate nei centri cittadini, che nelle case private. L’attività investigativa ha dunque permesso di  accertare un vero e proprio sodalizio di stanza ad Agrigento, un consolidato gruppo dove ognuno aveva il suo compito: prima di ogni furto, osservavano con attenzione villette isolate e, nell’ arco temporale di assenza dei proprietari, facevano irruzione.
Al termine quindi delle indagini, sono stati raccolti molteplici elementi in capo all’organizzazione criminale che, con sistematica regolarità e modalità violente e spregiudicate, hanno perpetrato almeno 20 furti in abitazione, a volte scardinando con mazze ferrate le casseforti custodite all’interno delle stanze da letto. La Procura della Repubblica di Agrigento ha così disposto cinque fermi di indiziato di delitto, eseguiti dall’ Arma la notte trascorsa nelle città di Palermo ed Agrigento. Nel corso delle perquisizioni domiciliari è stata rinvenuta refurtiva, monili in oro, tablet e pc, oggetti preziosi ed orologi, verosimile bottino di furti commessi nei mesi precedenti.
Gli arrestati sono stati condotti nelle case circondariali di Agrigento, Sciacca (AG) e Termini Imerese (PA). Gli stessi, dell’età compresa tra i 25 e 40 anni, più uno di 60 anni, sono tutti gravati da precedenti per reati specifici.
Già da questa mattina sono state individuate diverse vittime dei furti e la refurtiva riconosciuta è stata loro restituita. Proseguono le indagini per verificare correlazioni tra furti avvenuti nei mesi scorsi e gli arrestati, nonché per il rintraccio delle vittime e la restituzione dei beni rubati.
L’operazione odierna segna dunque un punto fermo nel contrasto ai reati predatori, soprattutto in prossimità del periodo natalizio, già segnato dalle tante difficoltà dovute al persistere del Coronavirus.

 

In ginocchio a Catania la Mafia modello “Gomorra”

 

 

Foto Droga, Immagini E Vettoriali

 

Catania come nella serie         televisiva “Gomorra”.   Il Nucleo dei  carabinieri di Catania mette a soqquadro il  quartiere di San Giovanni Galermo, il suk della droga etneo.  Le indagini conducono ad un imponente operazione -blitz di arresti nei confronti di 101 malavitosi

raggiunti da un provvedimento del Gip su richiesta della Procura distrettuale antimafia della città siciliana.   Gigantesca operazione che vede l’impegno di 500 militari dell’Arma del comando provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma (Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia”, Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia”, Nucleo Elicotteri e Nucleo Cinofili), disarticolate 12 piazze di spaccio, radicate nel rione di San Giovanni Galermo, tra le vie Egadi, Capo passero, Pantelleria e Ustica, roccaforte storica del traffico e della vendita di stupefacenti nel capoluogo etneo.

I reati di cui sono accusati gli indagati sono, a vario titolo,  di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo e della finalità mafiosa, e per detenzione illegale e porto di armi da fuoco.

Si apprende infine che l’indagine del  nucleo operativo della compagnia carabinieri Fontanarossa ha alzato il velo sulla circostanza delle modalità di “lavoro”  delle diverse squadre che gestivano le piazze di spaccio godevano di una chiara autonomia sotto il profilo della competenza territoriale e della gestione organizzativa, ma agivano comunque sotto il diretto controllo del gruppo ‘Nizza’ aderente alla famiglia di Cosa Nostra catanese dei Santapaola–Ercolano, che-in possesso di un vero arsenale, imponeva ai “capi piazza” il rifornimento esclusivo dello stupefacente dal medesimo gruppo, nonché i costi e i quantitativi di stupefacente da acquistare.

 

Napoli, spari tra esponenti di cosche contrapposte. Arrestati tre “capi” dai Carabinieri

Arrestato 37enne per spaccio di droga, era diventato un punto di  riferimento nella realtà di Urbino

Niente interferenze nel territorio di altri camorristi-estortori quali i Mazzarella  e due Clan si dichiarano guerra trascurando di aver acceso i riflettori degli investigatori. . Una indagine dei carabinieri ha condotto a provvedimenti di arresto tra componenti dei Clan rivali.   Il cuore del traffico  è Napoli a piazza Mercato, centro del commercio storico cittadino ma anche di traffici illeciti, dove persone vicine al Clan  De Luca Bossa-Minichini-Rinaldi, aggregato che viene dal quartiere di Ponticelli, ha tentato una estorsione in una piazza di spaccio dell’area.

Si apprende che gli  emissari del gruppo sono stati messi in fuga sparando da affiliati dei Mazzarella. I militari del comando provinciale dell’Arma hanno dato esecuzione a una misura di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Napoli nei confronti di tre indagati, esponenti dei due contrapposti sodalizi di criminalità organizzata, autori di reati gravi ,di associazione mafiosa e metodo mafioso,  a vario titolo di estorsione, porto e detenzione illegale di armi  eccetera..

Mafia catanese  “Santapaola-Ercolano”, 18 arresti dei Carabinieri

 

VARI REATI  TRA CUI “PIZZO ED ESTORSIONI”

Blitz antimafia nel Catanese disarticola il Clan Santapaola-Ercolano attiva nel capoluogo e in tutta la provincia etnea. Sono 18 gli arresti eseguiti Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania su delega della Dda, in esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catania. Scattato anche un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dal Pubblico Ministero a carico di ulteriori 2 persone.

Anche il Clan di S Giovanni Galermo e  Assinnata di Paternò che fanno riferimento alla famiglia “Santapaola- Ercolano”sono nei guai. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di “concorso in estorsione continuata, commessa con l’aggravante del metodo mafioso”.
E’ bastata la denuncia di un commerciante vessato dal racket delle estorsioni nel quartiere San Giovanni Galermo per far partire le indagini. Le vittime, inizialmente titolari di un punto vendita aperto nel 2001 ad Aci Sant’Antonio (CT), vennero avvicinate dai criminali che offrirono la loro “protezione” in cambio di denaro minacciando che, in mancanza, avrebbero fatto saltare in aria il supermercato.
Gli imprenditori iniziarono così a pagare mensilmente dapprima la somma di euro 350, quindi lievitata prima a 700, poi a 1.000 ed infine a 1.500 euro, in funzione dell’apertura di ulteriori altri due punti vendita situati a Valcorrente (Belpasso) e Misterbianco e di un Bar Tabacchi nel quartiere di San Giorgio a Catania, oltre al versamento di periodiche somme di denaro oscillanti tra i 500 ed i 1.500 euro versati agli esattori nelle giornate di festa in particolare quelle di spicco natalizia e pasquale

Le donne dei boss svolgevano ruolo di supplente  nelle richieste estorsive e nella riscossione delle rate mensili. Alcune si occupavano di ritirare il pizzo, mentre altre ricevevano a casa le rate estorsive.

Dicono gli inquirenti: “Dopo la pausa imposta dall’emergenza sanitaria una delle indagate, subito dopo ferragosto, si è presentata in un supermercato per chiedere gli arretrati del pizzo, avvisando il titolare dell’esercizio commerciale che da quel momento non era più protetto da rapine e danneggiamenti. Il giorno successivo lo stesso supermercato aveva subito una rapina da parte di tre soggetti con il volto coperto ed armati di pistola”.

I nomi delle persone fermate

Condotti in carcere salvo richieste legali degli avvocati difensori

1. Salvatore Basile, nato a Catania il 7.7.1971;
2. Carmelo Basile , nato a Catania il 13.8.1949;
3. Salvatore Fiore, nato a Catania il 24.12.1967;
4. Salvatore Gurreri, nato a Catania il 2.10.1973;
5. Giovanni La Mattina, nato a Catania il 12.6.1960;
6. Luca Marino, nato a Catania il 27.10.1982;
7. Roberto Marino, nato a Catania il 22.5.1959;
8. Vincenzo Mirenda, nato a Catania il 27.12.1973;
9. Francesco Lucio Motta, nato a Catania il 13.12.1986;
10. Cristian Paterno’, nato a Catania il 21.2.1981;
11. Rita Spartà, nata a Catania l’1.2.1976;

Ai domiciliari

12. Domenico Filippo Assinnata, nato ad Agira il 29.4.1952;
13. Domenico Assinnata, nato a Paternò il 16.11.1990;
14. Angelo Mirenda, nato a Bronte il 3.9.1964;
15. Arturo Mirenda, nato a Bronte il 29.6.1961;
16. Alfio Emanuele Longo, nato a Paternò il 20.12.1985;

Stato di  fermo

17. Gaetano Riolo, nato a Catania il 28.11.1968
18. Francesca Spartà, nata a Catania il 6.12.1982

Operazione della Polizia per reprimere l’azione dei parcheggiatori/taglieggiatori abusivi

Catania: si è insediato il nuovo questore Mario Della Cioppa - QdS

  Altra operazione straordinaria del Questore Dr. Mario Della Cioppa (nella foto d’archivio) per il controllo del territorio a largo raggio in tutta la provincia di Catania e nel comune capoluogo, che ha impegnato diverse pattuglie della Polizia di Stato.

Siamo all’ottavo intervento che ha riguardato l’azione di prevenzione e di repressione di vari reati e che ha come obiettivo attuare un presidio allargato a diverse zone, sviluppandosi attraverso la contemporanea azione di più posti di controllo, così da realizzare una perimetrazione della città.

Complessivamente,- si apprende – sono stati schierati 18 equipaggi all’interno dell’area urbana, composti da agenti dei Commissariati cittadini, del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, della Sezione di Polizia Stradale, della Polizia Ferroviaria e della Polizia di Frontiera Aeroportuale, dei Cinofili dell’UPGSP e del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica. A loro si aggiungono le 11 pattuglie disposte nelle città di Adrano, Caltagirone e Acireale con posti di controllo strategici in modo da garantire la massima efficacia.
A essi si aggiunge l’ausilio dell’elicottero della Polizia di Stato – IV Reparto Volo di Palermo, che ha consentito il coordinamento delle operazioni dall’alto e di individuare per tempo eventuali situazioni d’emergenza operativa.

La mappa delle strade da controllare è già consolidata dalle precedenti edizioni dell’operazione e prende in considerazione quelle aree ritenute particolarmente sensibili sotto il profilo della sicurezza: viale Africa, via Acicastello, via del Bosco, via S. Martelli Castaldi, piazza Giovanni XXIII, via Del Rotolo, via San Pio, via G.M. Frontini, Piazza Europa, piazza Federico di Svevia, piazza Stazione Acquicella, via Acquicella Porto, via Plebiscito, viale Librino, viale San Teodoro, viale Castagnola.

Ad Acireale: Lungomare Santa Tecla, Lungomare Stazzo, Zona Capo Mulini. A cura della Polizia di Frontiera: Santa Maria Goretti e Terminal Autolinee, Sedime portuale, via San Giuseppe La Rena. A cura della Polizia Ferroviaria: Stazione FS Catania Centrale, Stazione FS Acireale.

Ripetuta è anche la strategica presenza degli istruttori di tecniche operative che hanno dato, come la volta scorsa, un contributo in più per la sicurezza degli uomini della Polizia di Stato, accrescendone la professionalità e, quindi, l’efficacia operativa.

Complessivamente sono state controllate 170 persone e 106 veicoli, le contestazioni per infrazioni al Codice della strada sono state: 19 tra esse 4 per mancato uso del casco protettivo, 6 per mancata copertura assicurativa R.C.A. e 2 per guida senza patente.

Inoltre, a seguito di una segnalazione giunta sull’applicazione Youpol , gli agenti sono intervenuti in piazza Trento, dove hanno sanzionato amministrativamente, tale Filippo Bruno, nato a Catania il 28/10/1974, sorpreso ad esercitare l’attività di parcheggiatore abusivo Successivamente è stato accompagnato in Questura, dove gli veniva notificato l’avviso orale emesso dal Questore di Catania; un altro posteggiatore abusivo è stato sanzionato in piazza Manganelli.

Nel corso dei controlli, è stato sorpreso il pregiudicato S.D., poco dopo aver rubato un giubbotto da un’auto in sosta in piazza Grenoble. L’uomo è stato denunciato in stato di libertà.

A  BELPASSO PROSEGUE LA SUA ATTIVITA’ IL “PARCHEGGIATORE” ABUSIVO- IL PERSONALE PROTESTA INASCOLTATO

Risultati immagini per immagine del poliambulatorio di belpasso

Poliambulatorio di Belpasso       Qui il taglieggiatore prosegue ancora la sua azione indisturbato

Un rilievo lo pone Sud Libertà. A Belpasso davanti al Poliambulatorio ( nella foto d’archivio  sopra) continua ad esercitare la sua attività di parcheggiatore abusivo/taglieggiatore tale Giuseppe dalle ore 9 allee ore 12.  Qui si registrano alcune lamentele da parte del personale dipendente del Poliambulatorio che ritrova le automobili danneggiate o “visibili lineature nella carrozzeria rovinando la verniciatura delle auto” visto che gli operatori dell’Asl – sappiamo -non pagano in gran parte  “il pizzo” al “parcheggiatore”.   Diversi medici specialisti -si apprende – incoraggiano purtroppo il fenomeno pagando al giovane malavitoso la quota richiesta.  Non si comprende perchè il vicino Comando della Polizia urbana comunale – distante neppure 50 metri – non sia ancora intervenuto a riguardo . Sarà opportuno un controllo del Questore e una sanzione per reprimere comportamenti illeciti e dannosi per la comunità.

OPERAZIONE “DEMETRA”: ARRESTATE 25 PERSONE PER TRAFFICO DROGA ED ESTORSIONE

 

Cercavano aspiranti spacciatori e con spavalderia tipica della malavita pensavano di farla franca con  la pubblicazione di alcuni video sui social network, veri e propri spot pubblicitari della loro piazza di spaccio, e altri in cui si vantavano dei lauti guadagni della loro attività illecita.

Nei loro confronti la Polizia e i Carabinieri di Siracusa hanno notificato un’ordinanza emessa dal Gip, che ha disposto la custodia cautelare. Le accuse sono di associazione a delinquere, dedita al traffico di stupefacenti ed estorsione. Sono 25 le persone finite in carcere, mentre a due degli indagati sono stati concessi i domiciliari.

 

Giustizia. Processo per droga a Siracusa, collaboratore di giustizia ai  giudici: per ogni membro del gruppo una paga tra i 300 e i 500 euro a  settimana - Digitale terrestre free: canale 652

L’indagine è stata convenzionalmente denominata ‘Demetra’ e racchiude le risultanze di indagine raccolte dalla Squadra Mobile di Siracusa e dalla compagnia Carabinieri di Siracusa, e ha permesso di acclarare la perdurante operatività del’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, denominato “Gruppo della Via Italia” che opera nella città di Siracusa, come già emersa nell’ambito dell’Operazione “Itaca” del novembre 2013.

Gli investigatori hanno pure accertato l’esistenza di un altro gruppo criminale, anch’esso dedito al traffico di stupefacenti, ovvero il Gruppo della via Immordini. Le indagini hanno permesso di acclarare il meccanismo utilizzato dai due gruppi per spacciare e come fosse ben avviato e capace di rigenerarsi anche a seguito dei numerosi arresti dei ‘pusher’. Alcuni fra gli indagati avevano, anche, la disponibilità di armi detenute illegalmente.

Clan mafioso nigeriano con base Catania: ventotto arresti

Mafia, dati della DIA allarmanti - Movimento 5 Stelle Lombardia

Catania

Ventotto  persone, nigeriane, appartenenti alla confraternita cultista dei «Maphite»sono state fermate dalla Polizia di Stato di Catania, su delega della Dda etnea..    Tutti risultano , appartenenti ad un Clan ,alla confraternita cultista dei «Maphite» , organizzazione criminale transnazionale con sede in Nigeria e basi nei Paesi europei ed in diverse regioni italiane.

Gli inquirenti spiegano che gli arrestati fanno parte a loro volta di una ” cellula operativa siciliana “Family Light house of Sicily”; individuati il capo dell’organizzazione, i suoi responsabili di zona ed altri affiliati rintracciati nel resto della penisola. Nel corso delle indagini è stato possibile documentare diversi summit svolti tra i vertici dell’organizzazione. Ulteriori dettagli sull’operazione verranno illustrati alle ore 10.15 nella Sala riunioni della Questura di Catania. 

Operazione “New Park” Dda: dirigenti dell’Azienda speciale di Troina “monopolizzavano”,con il metodo mafioso, le gare di assegnazione

Parco dei Nebrodi: per Legambiente è "inaccettabile lo ...

(Foto Archivi-Sud Libertà-   “Parco dei Nebrodi”)

NICOSIA (Enna) –

Operazione “New Park” della Dda di Caltanissetta che ha disposto perquisizioni nei confronti di 12 indagati.

Il metodo della licitazione privata per l’assegnazione di  1.100 ettari di pascoli del Parco dei Nebrodi  con il meccanismo delle offerte segrete e, tra il 2014 e il 2017, da parte dell’Azienda speciale Silvo pastorale di Troina,   ha posto in luce illeciti vari sotto i riflettori” della Dda di Caltanissetta che ha disposto perquisizioni nei confronti di 12 indagati.

Il provvedimento, eseguito da militari della Tenenza della guardia di finanza di Nicosia, del comando provinciale di Enna e della compagnia pronto impiego di Catania, investe dieci  imprenditori agricoli e due funzionari pubblici “infedeli”. Ma le Fiamme gialle hanno notificato pure  un avviso di garanzia a 14 indagati per reati vari, quali  abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, estorsione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. E’ contestata anche la circostanza aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso.

Tra gli indagati dell’operazione ‘New Park’, avviata nel 2018 dalla Tenenza della Gdf di Nicosia ci sono anche due personaggi eccellenti, ex direttori pro tempore dell’Azienda speciale Silvo pastorale di Troina: Giuseppe Alessandro Militello e Salvatore Pantò. Gli imprenditori agricoli coinvolti sono: Giuseppe Conti Taguali, Carmela Pruiti, Gaetano Conti Taguali, Calogero Conti Taguali, Sebastiano Conti Taguali, Maria Conti Taguali, Melissa Miracolo, Sebastiano Musarra Pizzo, Salvatore Armeli Iapichino, e Sabastiano Foti Belligambi.

Secondo la Dda di Caltanissetta, i dieci «con la connivenza del direttore pro-tempore dell’Azienda Silvo-Pastorale, che procedeva anche all’arbitrario frazionamento del valore dei contratti al di sotto della soglia all’epoca prevista per le verifiche antimafia, avvalendosi del metodo mafioso e della forza intimidatrice, hanno di fatto monopolizzato le procedure negoziali». Questo, accusa la Procura, avrebbe «scoraggiato l’accesso alle stesse ad altri concorrenti con fondate aspettative di aggiudicazione della gara pubblica, ottenendo in tal modo l’assegnazione di lotti di pascolo mediante la presentazione di offerte ‘incoerentementè minime – previamente concordate tra i coindagati – rispetto a quelle fissate a base d’asta». Le aggiudicazioni illecite, ha ricostruito la Guardia di finanza, avrebbero permesso ai 10 imprenditori «la percezione indebita, dal 2014 al 2017, di contributi comunitari per complessivi 2,5 milioni di euro”.

Speciale Parco dei Nebrodi - Sicilia Parchi.com

Le indagini hanno messo in luce pure che  sulla gara bandita nel 2017,  è sussistente l’ipotesi di un’estorsione ad opera di altri 2 indagati a un imprenditore del Messinese legittimamente assegnatario di alcuni lotti di pascolo che erano prima gestiti da alcuni degli indagati. Durante le perquisizioni domiciliari eseguite dalle Fiamme gialle del comando provinciale di Enna sono stati rinvenuti e sottoposti a ritiro cautelare  una vera armeria,12 fucili, tre pistole, 10 coltelli e munizioni di vario calibro.

OPERAZIONE “FAKE CREDIT”: LA “MENTE”,ANTONIO PALADINO, REATI TRIBUTARI E INDEBITE COMPENSAZIONI

 

 

     Demolita dal Comando della Guardia di Finanza la Confimed Italia di Antonio Paladino, commercialista e presidente di Confimed Italia

   Operazione “Fake Credit” dei Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania che ha condotto all’arresto di tre persone, 21 agli arresti domiciliari e sei raggiunte dalla misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per un anno. Le Fiamme gialle hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo nei confronti di 30 persone indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata alla commissione continuata di reati tributari e, in particolare, di indebite compensazioni (attraverso l’utilizzo di crediti d’imposta inesistenti) aggravate dalla partecipazione di professionisti. L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura distrettuale di Catania.         Sequestrate pure 11 società commerciali, aziende utilizzate dagli indagati unicamente per mettere a segno i reati tributari e  beni per 9,5 milioni di euro.

Chi sono i fermati dai finanzieri? (Abbiamo ” oscurato” il nominativo di un soggetto a richiesta della stessa , a termini della nuova normativa perchè’,inviandoci i provvedimenti del Giudice è risultata estranea al fatto  n.d.r –   6  Settembre  2023)

Antonio Paladino, 57 anni, commercialista, presidente di Confimed Italia, un ente di organizzazione di datori di lavoro con sede a Roma e uffici amministrativi a Catania), Gaetano Sanfilippo, 43 anni, dipendente dello studio professionale “Paladino”, diretto collaboratore di Antonio Paladino in Confimed Italia e Andrea Nicastro, 46 anni, consulente amministrativo a disposizione della Confimed Italia.

Ai domiciliari sono finiti i professionisti attestatori per la loro opera di certificatori di crediti inesistenti. Si tratta di Paolo Bigi, 62 anni, consulente amministrativo; ). E poi Giuseppina Licciardello di 60 anni, commercialista domiciliata a Catania, professionista a disposizione di Paladino; Pasquale Toscano, 54 anni, commercialista operativo su Latina con studio a Napoli, che non risulta tra i soggetti abilitati al rilascio del visto di conformità; (Abbiamo  qui  “oscurato ” il nominativo di altro soggetto a richiesta dello stesso, a termini della nuova normativa perchè inviandoci i decreti del Giuice è risultato estraneo al fatto  n.d.r. 8  Settembre 2024) ; Gian Mario Gallo, 54 anni, commercialista con studio a Segrate (MI), che non risulta tra i soggetti abilitati al rilascio del visto di conformità; Salvatore Debole, 63 anni amministratore dell’Istituto di Vigilanza Privato A.N.C.R. con sede a Belpasso, società beneficiaria di crediti IVA fittizi compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di debiti erariali per 2,9 milioni di euro; Giuseppe Vetrano, 61 anni, rappresentante legale della “Delivery Express s.r.l.s”, con sede in Catania, esercente l’attività di “trasporto di merci su strada”, società beneficiaria della cessione di crediti IVA fasulli compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di debiti tributari per 450.000 euro; 

Gesualdo Piazza, 45 anni, rappresentante legale di “San Francesco Società Cooperativa”, con sede in Caltagirone, esercente l’attività di “altri servizi per la persona” società beneficiaria della cessione di crediti IVA fasulli utilizzati per la compensazione di 1 milione di euro di debiti erariali; Fabrizio De Santis, 59 anni, rappresentante legale della “Pachira S.r.l.”, società che si occupava (ora è cessata) di “cura e manutenzione del paesaggio, compresi parchi e giardini”, con sede a Roma, “portatrice” di crediti IVA inesistenti utilizzati per compensazioni per oltre 2,5 milioni di euro; Maria Rosa Crocco, 62 anni, rappresentante legale della “B suite società cooperativa”, che si occupava (attività ora cessata) di “pulizia generale (non specializzata) di edifici”, con sede in Rignano Flaminio (RM), anch’essa “generatrice” di crediti IVA fasulli utilizzati per compensazioni con debiti tributari non onorati; Carlo Noto, 55 anni, rappresentante legale della “Quattrotempi S.r.l.”, società che dichiarava quale attività (ora cessata) di “organizzazione di convegni e fiere”, con sede a Roma, anch’essa società strumento per la compensazione di crediti di imposte non esistenti; Roberto Pes 55 anni, rappresentante legale della “La Cartomatica S.r.l.”, società che dichiarava quale attività (ora cessata) di “servizi connessi a tecnologie informatiche”, con sede a Roma, anch’essa società utilizzata per generare la compensazione di imposte per 1,3 milioni di euro; Pietro Guardabascio di 56 anni, rappresentante legale di “Il Garofalo S.r.l.s.”, con sede a Roma ed esercente l’attività di “ipermercato”, società strumentale alla formazione di crediti tributari inesistenti da compensare con debiti tributari non assolti;

Sebastiano Di Meo, 69 anni, rappresentante legale della società “Di Meo S.r.l.s”, azienda che dichiarava quale attività (ora cessata) “l’installazione di impianti per la distribuzione del gas”, con sede a Napoli, anch’essa società utilizzata per generare una compensazione di imposte a favore dell’Istituto di Vigilanza Privato A.N.C.R.; Cosimo Damiano Gallone 38 anni, attualmente detenuto preso la Casa circondariale di Verona per rapina aggravata, rappresentante legale di “C.B.L. Trasporti e servizi società cooperativa”, avente quale attività il “trasporto di merci su strada” con sede in Pero (MI), anch’essa società veicolo per la creazione di crediti IVA fasulli; Mario Barrella di 58 anni, anch’egli nella qualità di rappresentante legale della succitata “C.B.L. Trasporti e servizi società cooperativa”; Marco Maggio, 41 anni, rappresentante legale di “Job Act Società Cooperativa”, attività dichiarata di “pulizia generale (non specializzata) di edifici”, avente sede a Milano, società cooperativa utilizzata dagli indagati per la creazione di crediti IVA fittizi poi portati in compensazione; Carmine Pelloni, 57 anni, rappresentante legale della “Molly Malone 2015 S.r.l.s.”, società che dichiarava quale attività (ora cessata) di “catering per eventi, banqueting”, con sede in Segni (RM), anch’essa utilizzata per generare la compensazione di imposte per circa 1,2 milioni di euro; Davide Bertolini di 45 anni, uno dei rappresentanti legali della “Textile Export S.r.l.”, avente sede in Roma (RM) ed esercente l’attività di “commercio all’ingrosso di tessuti”, società i cui crediti tributari fasulli sono stati ceduti per favorire l’inadempimento di debiti tributari di soggetti terzi; Michele Antonio Gerardo Gallo di 75 anni anch’egli rappresentante legale della citata “Textile Export S.r.l.”.

Specificano gli inquirenti: “Tutti sono accusati a vario titolo di avere costituito un’associazione a delinquere finalizzata alla sistematica perpetrazione di reati tributari”.

Divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale per Claudia Debole, 37 anni, rappresentante legale dell’Istituto di Vigilanza Privato A.N.C.R.; per Giacomo Celesti 50 anni, rappresentante legale della “Business Projects industrial services s.r.l. unipersonale” avente sede ad Augusta ed esercente l’attività di “installazione di impianti telecomunicazioni e elettronici”, beneficiaria di crediti IVA fittizi compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di un’esposizione tributaria complessiva di 3,9 milioni di euro, Federico Risicato 46 anni rappresentante legale della “Vigil Service s.r.l.” con sede a Belpasso, quale società beneficiaria di crediti IVA fittizi compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di debiti tributari effettivi per 62.000 euro; Michele Spera di 53 anni, rappresentante legale della “RE. POINT s.r.l.” avente sede a Ragusa, esercente l’attività di “altre attività di servizi connessi a tecnologie informatiche”, società beneficiaria di crediti IVA fittizi compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di un’esposizione tributaria complessiva di 105.000 euro; Rita Gianformaggio di 27 anni, rappresentante legale della “New Solar s.r.l.” avente sede a Catania esercente l’attività di “altre attività di consulenza amministrativa”, società beneficiaria di crediti IVA fittizi compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di debiti tributari complessivi per 252.000 euro; Renato Balsamo di 57 anni, rappresentante legale della “Ariel Società cooperativa Sociale” avente sede a Catania ed esercente l’attività di “altri servizi di sostegno alle imprese”, società anch’essa beneficiaria di crediti IVA fittizi compensati, attraverso l’accollo fiscale, a fronte di un’esposizione tributaria complessiva di 450.000.

L’operazione condotta dal Gruppo Tutela Finanza Pubblica del Nucleo P.E.F. di Catania, coordinata dalla Procura distrettuale di Catania si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e ambientali nonché di accertamenti bancari unitamente alla disamina di documentazione contabile ed extracontabile e di materiale informatico acquisito nel corso di una perquisizione locale  

Tracciata infine  la commercializzazione di oltre 25 milioni di euro di crediti fittizi di cui oltre 9,5 milioni utilizzati per indebite compensazioni.

 

 

 

 

CORRUZIONE AL CAS: ARRESTATI FUNZIONARI PUBBLICI, PROMETTEVANO ASSUNZIONI IN CAMBIO DI APPALTI.

OPERAZIONE  “FUORI DAL TUNNEL”

 

 

 Una indagine della Dia peloritana su illeciti nell’aggiudicazione di appalti per opere relative alla sicurezza della rete viaria gestita dal Consorzio per le Autostrade Siciliane ha messo in  luce corruzione, falsità ideologiche, turbativa d’asta, truffe,induzione indebita a dare o promettere utilità. Nell’inchiesta sono coinvolti anche altri 5 imprenditori..

Il Procuratore di Messina Maurizio De Lucia ha contestato questi reati a due funzionari ed a un imprenditore milanese 

L’inchiesta, denominata “Fuori dal Tunnel”, ha portato alla notifica di tre misure cautelari  All”ingegnere Angelo Puccia, 60enne (nella foto) funzionario del Consorzio Autostrade Siciliane, attualmente anche consigliere comunale di Castelbuono (PA). La sospensione dai pubblici uffici è stata notificata all’ingegnere Alfonso Edoardo Schepisi, 68enne, anche lui funzionario del Cas, mentre all’imprenditore milanese Fabrizio Notari, 62enne, rappresentante legale della Notari Luigi S.p.A., è stato notificato il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione.

 

Sotto i riflettori della Procura  alcuni appalti per i lavori effettuati negli ultimi anni lungo il tratto autostradale di competenza del CAS (A/20 Messina-Palermo e A/18 Messina-Catania), asse viario, che, nell’ordinanza cautelare il Gip descrive già sofferente, è «già drammaticamente e notoriamente afflitto da gravi carenze strutturali» e lungo il quale frequenti sono stati gli incidenti, anche mortali. Emblematico il caso degli appalti per i «lavori di messa in sicurezza» delle gallerie «Tindari» e «Capo d’Orlando», lungo la A/20 Messina-Palermo.

Informano gli investigatori:  sono  lavori – dall’importo complessivo a base d’asta, di circa 25 milioni di euro – aggiudicati nell’anno 2015 all’ATI Luigi Notari S.p.a. – Costruzioni Bruno Teodoro S.p.a, ditta in cui lavoravano familiari e persone vicine ai due funzionari indagati. Per gli inquirenti le assunzioni sarebbero state funzionali all’aggiudicazione dell’appalto.

Dall’inchiesta è emerso che, per quanto l’offerta dell’ATI NOTARI- BRUNO fosse stata considerata dalla commissione di gara «anormalmente bassa», Puccia, sulla base di una relazione presentata da Schepisi, attestò che «l’offerta presentata dall’ATI Notari-Bruno» fosse «attendibile ed affidabile» e che «le giustificazioni documentate» fossero «sufficienti ad escludere l’incongruità dell’offerta».

Gravi irregolarità sono venute in luce anche  riguardo la realizzazione di un importante sistema di sicurezza delle gallerie, ritenuto dalla legge indispensabile per garantire l’incolumità degli utenti. Schepisi, con l’avallo di Puccia, avrebbe preparato la documentazione finalizzata a percepire indebitamente gli incentivi previsti dal Consorzio per i progettisti. La somma, che ammontava a 47mila euro, non sarebbe stata intascata solo per alcune irregolarità formali. Gli altri episodi contestati si sarebbero verificati in tempi più recenti, nell’ambito dei lavori «di ripristino» dell’asfalto drenante» del viadotto Calamo, lungo la A/20.

Gli inquirenti, infine, hanno individuato illeciti ed an,omalie  anche nei lavori fatti per la riapertura della galleria Sant’Alessio, sull’autostrada A/18 ME-CT, opera in cui Puccia aveva fatto il direttore dei lavori. Piuttosto che preoccuparsi della corretta realizzazione delle opere l’ingegnere avrebbe utilizzato il proprio ruolo per – informa la Procura – «propiziare l’assunzione di un suo uomo di fiducia» nei cantieri del subappaltatore. Staremo a sentire appresso la difesa dei personaggi coinvolti nell’operazione “Fuori dal Tunnel”

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