Recupero spazi a Librino: il progetto dei “Briganti”

DA VECCHIA PALESTRA A CENTRO POLIFUNZIONALE
LA BRIG-HAUS PENSATA DAI GIOVANI ARCHITETTI PER LIBRINO

Casette mobili “in kit” per uso ludico e di foresteria, realizzabili con risorse accessibili, in un’area interattiva ispirata ai giochi da tavolo

CATANIA – Quando i committenti principali di un’opera sono i bambini di Librino allora il progetto architettonico diventa un gioco serio. Ben 17 architetti – quelli che compongono il Coga, il Coordinamento Giovani Architetti dell’Ordine di Catania – si sono messi a lavoro per contribuire con solidarietà e concretezza al recupero degli spazi gestiti dall’associazione sportiva dei Briganti, dopo il vile incendio doloso che l’11 gennaio scorso ha distrutto la club house della squadra di rugby etnea.

Lì dove sorge la cosiddetta “palestra rossa”, che fino a pochi mesi fa fungeva solo da vecchio deposito, i professionisti del Coga hanno immaginato, tavole da disegno alla mano, un Monopoly a grandezza umana dove casette mobili si spostano realmente come pedine di un gioco da tavolo. Un percorso, come quello “dell’oca”, che fa tappa nelle “caselle” strategiche dei servizi (bar, laboratori didattici, cucina e bagni).

«L’apporto più grande che possiamo dare alla onlus dei Briganti è quello di fornire spunti e idee per allestire con risorse sostenibili un centro polifunzionale» spiegano i giovani professionisti, coordinati dal consigliere dell’Ordine Igor Nastasi.

 

Martina Arena, Giovanna Feltri, Nicoletta Grillo, Gabriele Incognito, Marilena Lanzafame, Alberto Leonforte, Dario Motta, Ilenia Luana Nicolosi, Liliana Puglisi, Michaela Re, Marcella Sangiovanni, Marco Santangelo, Guido Talarico, Luana Testa, Elena Trovato e Annamaria Zanini, hanno realizzato e firmato il “Progetto BrigHaus”, e lo hanno consegnato ieri (9 marzo) a Stefano Curcuruto, fondatore e presidente dei Briganti Asd Onlus di Librino.

I giovani del Coga hanno quindi recuperato gli spazi senza intaccare la struttura originale, ideando strutture modulari e mobili – casette di legno “in kit” – che ben si adattano a un’organizzazione flessibile e ottimale dell’area. «Le casette hanno costi di produzione davvero accessibili e possono essere costruite in poche ore anche dai ragazzi che ogni giorno vivono questo luogo – spiegano gli architetti del Coga – l’obiettivo era proprio quello di ricreare una grande area interattiva per favorire momenti di aggregazione. Ciascuna casetta può ospitare a piano terra diversi generi di attività, mentre nel piano di sopra può contenere comodi posti letto rispondendo alle esigenze dei Briganti di ricavare spazi per uso foresteria».