Finanziaria Regione Sicilia, ok a manovra da quasi un miliardo. Si prevedono investimenti contro la crisi idrica

 

 

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Palermo,

«Con la legge di Stabilità, superiamo un’altra pagina di precariato, variamo misure per la crescita del tessuto economico siciliano e per sostenere i consumi, prevediamo investimenti contro la crisi idrica e stanziamo importanti risorse, a vario titolo, a favore degli enti locali».
Così il presidente della Regione, Renato Schifani, annuncia alcuni dei principali capisaldi della manovra finanziaria votata oggi dall’Assemblea regionale siciliana. Il parlamento ha votato tre documenti contabili con un valore globale che si attesta attorno a 950 milioni di euro: la legge di Bilancio, la legge di Stabilità e il collegato prodotto dalle norme proposte nel maxi-emendamento del governo e del parlamento.
«Oggi – sottolinea Schifani – governo e parlamento conseguono un obiettivo storico: dopo oltre 20 anni la manovra viene approvata entro il 31 dicembre e ancora prima di quella nazionale. Viene evitato, per il secondo anno consecutivo, il ricorso all’esercizio provvisorio, ma anche alla gestione provvisoria, che erano diventati una consuetudine. Si tratta di un risultato fortemente voluto dal mio governo che conferma la nostra volontà di rafforzare il percorso di affidabilità della Regione nei confronti dei cittadini, delle imprese e degli enti locali. Al conseguimento di questo risultato hanno lavorato tutti i deputati di maggioranza e di opposizione e in particolare l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino con i suoi uffici, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e il presidente della commissione Bilancio Dario Daidone. A loro va il mio personale ringraziamento».
Negli ultimi 25 anni, Bilancio e legge di Stabilità sono stati approvati entro l’anno solamente in altri due esercizi finanziari, nel 2004 e nel 2005. «L’approvazione prima della fine dell’anno è un risultato storico per la Regione e per il governo Schifani, la cui portata viene resa ancora più significativa dall’ampiezza degli interventi previsti. La manovra contiene, infatti, norme altamente caratterizzanti, a partire da quelle per lo sviluppo economico, con le quali vengono introdotte alcune misure coerenti con il disegno di politica economica tracciato dalla Nadefr (Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale).
Il governo, in particolare, punta ad attrarre gli investimenti dall’esterno dell’area attraverso l’istituzione di un’apposita task force e a rafforzare il tessuto economico stanziando 12,5 milioni per le imprese che decideranno di aggregarsi, diventando più competitive; 15 milioni saranno inoltre dedicati a sostenere, con una contribuzione in conto interessi da parte dell’Irfis, l’acquisto di beni durevoli da parte delle famiglie.
Oltre un quarto del valore della manovra, 280 milioni di euro, è destinato a investimenti, mentre il fondo sanitario cresce di 120 milioni di euro». L’assessore all’Economia Alessandro Dagnino illustra i punti qualificanti della legge di Stabilità appena approvata dall’Ars.
«Di rilievo anche le disposizioni sui contributi per il servizio pubblico svolto da Ast – aggiunge l’assessore – che costituiscono l’ultimo tassello con il quale si completa in tempi record il processo di risanamento dell’azienda regionale, avviato soltanto lo scorso luglio».
La Finanziaria regionale stanzia, inoltre, circa 700 milioni di euro a favore degli enti locali: 350 milioni sul fondo ordinario per i Comuni, 115 milioni sul fondo investimenti per i Comuni, 105 milioni sul fondo per le ex Province e un inedito fondo di 4,5 milioni per incentivare i comuni virtuosi nella riscossione dei tributi propri. E ancora 10 milioni per i contributi agli enti in crisi economico-finanziaria, 6 milioni di maggiore contributo per le comunità alloggio per i disabili psichici e per il trasporto degli alunni pendolari, 5 milioni per la progettazione a favore dei Comuni.
In tema di siccità, il governo stanzia circa 60 milioni di euro: 10 per la realizzazione di un impianto di dissalazione, 20 milioni per gli investimenti contro la siccità da parte degli operatori agricoli pubblici e privati, 9,5 milioni per opere di manutenzione straordinaria nel settore agricolo e 10 milioni per iniziative e interventi di riutilizzo delle acque reflue. Tra le norme approvate, particolarmente qualificante è infine il superamento di un’ulteriore pagina di precariato con l’assunzione in Sas dei precari Asu in servizio nei luoghi della cultura, cui vengono anche aumentate a 36 le ore di lavoro settimanali.

L’Aula della Camera approva la fiducia posta dal governo sulla manovra finanziaria

 

 

 

 

 

Roma,

L’Aula della Camera ha approvato la fiducia posta dal governo sulla manovra. I voti favorevoli sono stati 211, quelli contrari 117. Il voto finale è previsto in serata.  Quindi seguirà un aggiornamento del testo…
Si apprende intanto che il ddl contiene misure per 30 miliardi di euro, di cui metà destinate a interventi strutturali. La settimana prossima è prevista l’approvazione definitiva in Senato.

Manovra finanziaria ed emendamento sull’accesso al pensionamento: con 25 anni di contributi si potrà andare in pensione a 64 anni

 

flp scuola foggia - Pagina 413 di 658 - Federazione Lavori Pubblici e  Funzioni Pubbliche

Novità nel mondo della pensione: un emendamento cambia le regole per l’accesso al pensionamento

 

 

Non ci’ pace nel mondo dei pensionati. La manovra finanziaria  del governo ha lanciato un nuovo testo che adesso cambia le regole del pensionamento .

La pensione anticipata avrà un tassello in più dal 2025, ma solo per le pensioni interamente contributive, quindi per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995: si tratta dell’accesso al pensionamento con 64 anni di età e 25 anni di contributi.

Una novità nata da un emendamento alla Manovra di bilancio 2025, approvato in Commissione Bilancio della Camera, che modifica la flessibilità in uscita.

A partire dal prossimo anno, i lavoratori interamente contributivi potranno infatti uscire da lavoro 64 anni, utilizzando anche la rendita della previdenza integrativa per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte l’assegno sociale.

Un neo, aumenteranno i requisiti di contribuzione: dal 2025 saranno necessari almeno 25 anni di versamenti, che saliranno a 30 dal 2030. Sarà però possibile sommare contributi previdenziali e fondi complementari per il raggiungimento dell’importo soglia richiesto (tre volte l’importo dell’assegno sociale).

L’emendamento approvato in Commissione Bilancio della Camera  promosso dalla Lega, con la firma della deputata Tiziana Nisini. Il testo introduce nella Legge di bilancio 2025 una misura che permette ai lavoratori interamente contributivi (cioè coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995) di accedere a un pensionamento anticipato a partire dai 64 anni di età, grazie all’uso della previdenza complementare.

La rendita della pensione integrativa potrà essere utilizzata per raggiungere un importo pensionistico pari a tre volte l’assegno sociale, a condizione di avere almeno 25 anni di contributi dal 2025 e 30 anni a partire dal 2030. Inoltre, l’emendamento prevede sconti per le lavoratrici con figli.

Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha sottolineato che questa riforma introduce per la prima volta la possibilità di cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per anticipare la pensione.

Inoltre, l’emendamento prevede sconti per le lavoratrici con figli. A partire dal 2026, la Lega propone di estendere questa misura anche ai lavoratori con un regime misto, ovvero quelli con carriera previdenziale iniziata prima del 1996, con la possibilità di coinvolgere circa 80.000 persone, ma con un costo potenziale superiore al miliardo di euro.

Cosa cambia nel 2025 con la pensione a 64 anni
 Chi avrà maturato 64 anni di età e 25 anni di contributi (5 anni in più rispetto ai classici 20 previsti), e avrà un importo del trattamento previsto pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale (534,41 euro mensili), potrà uscire da lavoro e andare in pensione.

A partire dal 2030 invece il tetto minimo di contributi da maturare sarà di 30 anni (10 in più rispetto agli attuali 20).

 

Problema Carceri e suicidi detenuti, la Camera approva il disegno di legge di Nordio. Ma i problemi vitali restano ancora sul tappeto

 

Disco verde della  Camera dei deputati al decreto legge sulle carceri con 153 voti favorevoli, 89 contrari e un astenuto. Essendo già stato approvato dal Senato è definitivamente convertito in legge. Oggi pomeriggio a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione presieduta dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla presenza del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Oggetto dell’incontro, fare il punto sul sistema carcerario che rappresenta un tema molto sensibile per il Governo.
Il Ministro Nordio  afferma :“Ho prospettato al Presidente Meloni soluzioni a breve e medio termine per il sovraffollamento carcerario. Su questo tema chiederò un incontro al Presidente della Repubblica, che ha sempre manifestato grande attenzione al riguardo. Del pari proporrò al Consiglio Superiore della Magistratura di considerare la copertura di organico per la magistratura di sorveglianza, garantendo da parte del Ministero agili e veloci procedure per il completamento della pianta organica degli amministrativi presso i Tribunali di sorveglianza”, 

Circa l’elevato numero di detenuti stranieri, il Ministro Nordio ha confermato “l’impegno a moltiplicare gli sforzi per rendere operativi in tempi celeri gli accordi con gli Stati interessati, al fine di garantire l’esecuzione della pena nei Paesi d’origine”. “Auspico che l’opposizione, invece di polemizzare su posizioni sedimentate nei decenni, possa collaborare fattivamente per rendere più veloce questo percorso che riguarda, sia a livello normativo che organizzativo, la modifica della custodia cautelare necessaria per evitare la carcerazione ingiustificata, ma soprattutto per affermare la detenzione differenziata dei tossicodipendenti presso le comunità di recupero”, ha concluso il Ministro

Cancellato l’abuso d’ufficio, rafforzati amministratori e sindaci, cittadini e magistrati antimafia indeboliti, senza strumenti di difesa dal malaffare

 

Approvato in via definitiva il ddl Nordio con 199 voti a favore, 102 voti contrari e nessun astenuto. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio   ha affermato : .”L’approvazione di questo ddl rappresenta una svolta nel rafforzamento delle garanzie per gli indagati e una mano tesa a tutti i pubblici amministratori, che non avranno più paura di firmare. Di questo importante risultato desidero ringraziare tutti i parlamentari, i colleghi di Governo e l’intero staff del Ministero”…

Nordio: "digitalizzazione e assunzioni per più efficienza"
Il ministro  Carlo Nordio
La passione dei Cinque stelle per i magistrati antimafia
Federico Cafiero De Raho  : “Il governo indebolisce le intercettazioni e la lotta alla corruzione”

Dichiara Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera di Fdi : “La giustizia compie un passo importante verso la tutela dei diritti e delle garanzie dei cittadini. Si tratta di una riforma che rappresenta l’avvio di una stagione che si completerà con la separazione delle carriere dei magistrati. I valori, le idee di Silvio Berlusconi sono quelle contenute negli articoli di questo disegno di legge che rappresenta il primo traguardo di una serie di battaglie condotte da Forza Italia negli anni. Con lo spirito di chi vuole una giustizia veramente giusta, andremo avanti con le prossime riforme“….

Anche per il deputato di Forza Italia e Sottosegretario di Stato al Mit, Tullio Ferrante, “l’approvazione del ddl Nordio rappresenta una svolta storica con la quale si pone un argine alle distorsioni del sistema giudiziario che per troppi anni hanno inquinato la vita del Paese, dei cittadini e delle istituzioni, introducendo principi basilari di civiltà giuridica. Come Forza Italia siamo orgogliosi di questo traguardo e continueremo a batterci per varare le riforme sulla giustizia, con l’obiettivo di garantire finalmente il diritto al giusto processo”..

Il commento del ministro Nordio

Nordio ha inoltre commentato : “Avremo una velocizzazione della giustizia penale, i nostri tribunali sono intasati in buona parte di indagini assolutamente inutili, costose e dannose e la depenalizzazione di questi tipi di reato che non servono a nessuno e sono anzi un intralcio alla corretta amministrazione della giustizia, avranno anche un effetto benefico sull’efficienza”…

Infine sulla misura che prevede che “un tribunale collegiale deve esprimersi sull’emissione dell’ordinanza cautelare”, Nordio ammette che “tutto questo può provocare alcune ragioni di incompatibilità nei tribunali piccoli dove ci sono pochi giudici, ma a questo abbiamo posto provvedimento con la soluzione di 250 magistrati nuovi”.

Quanto alle intercettazioni, “la disciplina radicalmente non cambia, cambierà quando avremo fatto la riforma organica e completa delle intercettazioni”. Nordio aggiunge che “l’Italia 10 giorni fa, con la sentenza Contrada, è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”. “Da noi l’articolo 15 della costituzione che tutela la riservatezza delle comunicazioni è stato stracciato e alcuni magistrati hanno intercettato persone che non erano indagate: su questo l’Europa ha fatto una sentenza umiliante per noi e la magistratura”…

Rispondendo a una domanda sull’emendamento relativo allo stop al rinvio della detenzione per le donne incinte o con figli fino a un anno, il ministro spiega che “si tratta di coniugare la presunzione di innocenza, l’umanità della pena, con l’allarme sociale creato da certi tipi di reati. Questo allarme sociale è così diffuso perché tutti vedono le situazioni in cui si trovano le stazioni e certe persone dedite al delitto, soprattutto per reati contro il patrimonio come scippi e rapine, che non espiano la pena perché si tratta di donne incinte. Vi è da parte della donna uno sfruttamento della maternità quasi blasfermo perché diventa uno strumento per evitare una punizione”. “Concordo in linea di massima, ma teniamo sempre presente che è il magistrato che decide volta per volta le misure da adottare”,…

 

 

 

Economia in Sicilia, approvato dalla giunta Defr 2025/27 che traccia le linee guida e gli obiettivi della crescita dell’Isola.Nel programma anche “assunzioni”

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Palermo,

La conferma del trend di crescita del pil della Sicilia anche per il prossimo triennio, seppur a un ritmo attenuato per via delle difficoltà del quadro economico e politico internazionale, ma comunque in linea con il dato del Paese. È lo scenario delineato nel Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2025-2027 approvato questa mattina a Palazzo d’Orlèans dalla giunta Schifani, che traccia  le linee guida e gli obiettivi da perseguire nell’azione di governo per lo sviluppo dell’Isola. 

Secondo le stime, da una crescita dello 0,7% del pil siciliano per il 2024, si dovrebbe passare all’1,1% nel 2025, allo 0,9% nel 2026 e allo 0,8% nel 2027. Si prospetta un miglioramento di tutti i principali indicatori economici, grazie ai cospicui investimenti programmati con fondi regionali, nazionali ed europei e alle politiche del governo siciliano per il sostegno alle imprese e l’accelerazione della spesa. 

«Il Defr – dice il presidente della Regione, Renato Schifani – parte da un dato molto confortante certificato nei giorni scorsi da Svimez, secondo il quale la Sicilia è la Regione che ha registrato la crescita maggiore nel 2023 con un incremento del Pil pari al 2,2%. Il mio governo intende proseguire nell’azione di sviluppo del contesto economico attraverso un utilizzo ottimale di tutte le risorse disponibili. Il potenziamento delle infrastrutture, oltre a consentirci di impegnare le risorse europee, quelle del Pnrr e dei Fondi di sviluppo e coesione, pone le basi per l’ulteriore crescita del nostro territorio. Sosterremo – aggiunge il presidente – il settore dell’agricoltura, oggi in grosse difficoltà, ma che rappresenta una voce fondamentale della nostra economia, così come proseguiremo il percorso al fianco delle imprese, grazie alla velocizzazione della spesa e dei pagamenti. Continueremo, inoltre, l’azione di risanamento dei conti della Regione. Abbiamo già ridotto il disavanzo grazie all’aumento dell’entrate tributarie, dati che sono la diretta conseguenza della ripresa economica e delle imponenti iniezioni di liquidità che abbiamo realizzato nel mondo produttivo dell’isola. Siamo sulla strada giusta per invertire definitivamente la rotta e puntare, finalmente, allo sviluppo della nostra Sicilia». 

Tra gli obiettivi contenuti nel documento, c’è anche il riassetto organizzativo dell’amministrazione regionale attraverso piani assunzionali per la copertura delle carenze di organico e di competenze specifiche. Un processo già in corso grazie alla revisione delle regole sul turn over contenuta nell’accordo con lo Stato firmato dal governo Schifani del 16 ottobre 2023. Il risultato atteso è il rafforzamento della capacità amministrativa, coniugando il ricambio generazionale con la valorizzazione delle risorse interne, unitamente all’attuazione di processi di semplificazione delle procedure. 

 

L’Autonomia differenziata è legge, anche la Camera approva la riforma con 172 voti a favore e 99 contrari

 

 

 

Roma,

L’assemblea di Montecitorio, dopo una serata fiume durata tutta la notte l’ha approvato con 172 voti a favore, 99 contrari e un astenuto. Il Ddl era già stato approvato dal Senato. “Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà. Ecco i tre cardini del disegno di legge sull’autonomia differenziata approvato alla Camera.Giorgia Meloni esprime così la sua soddisfazione: “Un passo avanti per costruire un’Italia più forte e più giusta, superare le differenze che esistono oggi tra i diversi territori della Nazione e garantire gli stessi livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sull’intero territorio. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini” .

Matteo Salvini comunica: “Per un’Italia più efficiente e più moderna, con meno sprechi e più servizi a tutti i cittadini, da Nord a Sud: dopo tanti anni di battaglie e di impegno, nonostante le bugie e gli attacchi della sinistra, grazie alla Lega ed al governo l’Autonomia richiesta da milioni di Italiani è stata approvata questa mattina anche alla Camera ed è finalmente legge. Una vittoria di tutti gli italiani: GRAZIE a tutti!”. 

Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. ““A dirlo mi tremano le gambe per l’emozione… c’è il VIA LIBERA DEFINITIVO della Camera all’Autonomia differenziata! L’approvazione di oggi è il coronamento di anni e anni di battaglie politiche della Lega, all’interno delle istituzioni e nelle piazze insieme ai militanti, con un voto che scrive una pagina di storia per tutto il Paese. Un percorso che mi rende particolarmente orgoglioso, quando penso al mio caro nonno Guido e al suo progetto del Movimento Autonomista Bergamasco. Nel mio cuore scorre un sangue autonomista fin da prima che io nascessi, è bello pensare di aver coronato anche il suo sogno”.

Da questo momento in avanti c’è un iter tracciato e ben definito, che permetterà alle Regioni di valorizzare le proprie eccellenze e garantire servizi sempre migliori ai cittadini, nel segno della responsabilità e della trasparenza”.
“Sbaglia chi dice che questo provvedimento spaccherà l’Italia, perchè farà l’esatto contrario. L’obiettivo è permettere a tutte le Regioni di correre sempre più veloce, riducendo i divari territoriali e realizzando quell’unità che c’è solo sulla carta.
L’orizzonte è davanti a noi e la via da intraprendere è definita, ora non resta che avere il coraggio di percorrerla. Si apre una fase nuova, il Governo sarà al fianco di chi vorrà cogliere questa storica sfida” conclude Calderoli.

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.“Ci hanno tenuto tutta la notte in Parlamento pur di approvare l’Autonomia Differenziata e brandire lo scalpo del Sud prima dei ballottaggi. E così Fratelli d’Italia si piega all’antico sogno secessionista della Lega. Suggerirei che a questo punto cambiassero il nome in Brandelli d’Italia. O Fratelli di mezza Italia, visto che la stanno spaccando in due. Continueremo a batterci contro l’autonomia differenziata e il premierato insieme alle altre opposizioni, come abbiamo fatto ieri sera in una piazza unitaria e pienissima”….

Giuseppe Conte, leader dei 5stell“Sono le 7.39: da ieri e per tutta questa notte stiamo contrastando la maggioranza decisa ad approvare, in questa seduta fiume alla Camera, il disegno di legge Spacca-Italia, che condanna il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento delle proprie condizioni riguardanti la sanità, l’istruzione, i trasporti. Continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze”. 

La Manovra della vergogna

 

 

Manovra contestata ma approvata. Adesso passa al Senato Queste le principali misure.

FISCO: FLAT TAX PIU’ AMPIA E TAGLIO. Si allarga la platea di professionisti e partite Iva beneficiari del regime forfettario al 15%: sale infatti da 65 mila a 85 mila euro la soglia dei ricavi o compensi per avere diritto all’agevolazione. Inoltre fino a 100 mila euro viene applicata la flat tax incrementale del 15% sulla differenza tra l’incremento e il reddito più alto dell’ultimo triennio. La Legge di Bilancio conferma il taglio contributivo del 2% per redditi fino a 35mila euro e allarga la platea per il taglio del cuneo fiscale al 3% estendendola ai redditi fino a 25mila euro dai precedenti 20mila. Inoltre nel pacchetto lavoro anche l’estensione da 6mila a 8mila euro del tetto per le decontribuzioni dei giovani, dei percettori di Rdc e delle donne fragili.

LAVORO: RDC, DECONTRIBUZIONI E SMARTWORKING. Prossima all’abolizione il  reddito di cittadinanza: la manovra stabilisce che perderà il beneficio se verrà rifiutata la prima offerta di lavoro, anche se questa non verrà considerata ‘congrua’. Con la modifica, invece, la prima proposta potrà essere localizzata in qualsiasi località sul territorio nazionale o potrà non essere compatibile con le proprie capacità, ma se non accettata porterà al termine della percezione del reddito di cittadinanza. Un’altra novità sul Rdc è che a decorrere dal 1 gennaio 2023 l’erogazione del reddito di cittadinanza ai giovani tra i 18 e i 29 anni sarà condizionata al completamento del percorso della scuola dell’obbligo. Novità in arrivo anche sull smartworking: fino al 31 marzo 2023 è prorogato anche il regime di smart working per i lavoratori fragili, sia nel settore pubblico che in quello privato. Esclusi i genitori di figli sotto i 14 anni.

PENSIONI: MINIME, RIVALUTAZIONE E OPZIONE DONNA. Pensioni minime rialzate a 600 euro nel 2023 per gli over 75. Viene rivista invece per due anni la rivalutazione automatica che sale dall’80 all’85% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo, mentre per gli assegni più alti ci sarà una riduzione della percentuale dello scaglione. Nel dettaglio, l’indicizzazione passa dal 55al 53% per le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo, dal 50 al 47% tra 6 e 8 volte il minimo, da 40 a 37% da 8 a 10, da 35 a 32% negli assegni superiori a 10 volte il minimo. Opzione Donna: le lavoratrici potranno quindi andare in pensione anticipatamente a 60 anni soltanto nel caso in cui si tratti di caregiver, invalide almeno al 74% oppure licenziate o dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto.

CASA: SUPERBONUS, IVA E MUTUI. Esteso al 31 dicembre il termine per presentare la Cilas e poter fruire del superbonus al 110% sulle ristrutturazioni edilizie. La manovra introduce anche una detrazione dall’imposta lorda ai fini dell’Irpef del 50% dell’importo corrisposto per il pagamento dell’Iva in relazione all’acquisto entro il 31 dicembre 2023 di unità immobiliari a destinazione residenziale di classe energetica A o B. Sul versante dei mutui invece sarà possibile rinegoziare il mutuo passando dal tasso variabile al fisso per quelli fino 200mila euro con Isee non superiore a 35mila euro e senza ritardi nei pagamenti.

FAMIGLIA: CONGEDO PAPA’ E ASSEGNO UNICO. Il congedo parentale sale dal 30 all’80% e potranno beneficiarne anche i padri. Aumenta l’assegno familiare per i nuclei con quattro o più figli.

POVERTA’: ARRIVA IL REDDITO ALIMENTARE. Al via la sperimentazione del ‘reddito alimentare’ per chi è in povertà assoluta: la manovra stanzia un fondo da 1,5 milioni nel 2023 e 2 milioni nel 2024 per distribuire pacchi alimentari con i prodotti invenduti.

CARO-ENERGIA: PROROGHE BONUS SOCIALE E SCONTI IMPRESE. La manovra destina la gran parte delle risorse (21 miliardi) alle misure contro il caro-bolletta, innanzitutto prorogando fino al 31 marzo le misure dei decreti Aiuti: il bonus sociale con lo sconto automatico per le utenze di gas e luce dei nuclei familiari con Isee fino a 15 mila euro annui; l’azzeramento degli oneri di sistema in bolletta; il rifinanziamento del credito d’imposta sulle bollette elettriche e alle utenze gas per le imprese salirà dal 30 al 35%, per le energivore e gasivore dal 40 al 45%. Passa inoltre dal 22% al 5% l’aliquota Iva per le fatture dei consumi nel primo trimestre del 2023 dei servizi di teleriscaldamento e dal 22% al 10% quella del pellet per tutto il 2023. La tassa sugli extraprofitti verrà applicata solamente solo alle società il cui 75% dei ricavi è generato da attività nei settori della produzione e rivendita di energia, gas e prodotti petroliferi. Il contributo è dovuto se almeno il 75% dei ricavi del periodo d’imposta antecedente a quello in corso al 1 gennaio 2023 deriva dalle attività indicate.

Disco verde dell’Ars al completamento e alla sanatoria delle costruzioni realizzate in Sicilia senza autorizzazioni

Abusi edilizi ed i loro effetti

 

Disco verde dell’ assemblea regionale siciliana ad un  emendamento che promuove (solo in Sicilia per intenderci) una sanatoria edilizia per le costruzioni realizzate  senza chiedere-per qualsiasi motivo, spesso anche economico – l’autorizzazione agli enti di governo e controllo del territorio e dove esiste un vincolo di inedificabilità relativa (e non assoluta). Il testo ha avuto l’approvazione con un solo voto di scarto 19 favorevoli e 18 contrari, nonostante una spaccatura nella maggioranza con diversi deputati che non hanno votato e con due voti arrivati dagli ex grillini di Attiva Sicilia Angela Foti e Sergio Tancredi.

La sinistra coalizzata con il M5S  hanno espresso parere contrario       basato sul principio di non edificare nell’isola, si sono invece astenuti la presidente della commissione Ambiente, Giusi Savarino di Diventerà bellissima e Danilo Lo Giudice (Gruppo misto). Prima, a Sala d’Ercole erano state votate altre due “leggine”: una concede la proroga fino al 30 luglio per la possibilità di chiedere il rinnovo fino al 2033 delle concessioni balneari, l’altra modifica la legge sul gioco d’azzardo.

 

“Riaccendiamo Messina: approvato il progetto di illuminazione del lungomare

 

L’Assessorato alla Pianificazione Energetica e il Servizio comunale di Politiche Energetiche comunica di aver approvato nei giorni scorsi il progetto di realizzazione dell’impianto di illuminazione del lungomare di Santa Margherita, un’opera fortemente voluta per una migliore fruibilità di uno splendido tratto della costa jonica del Comune di Messina, sottratto negli anni scorsi all’erosione costiera. 

Il Comune  aggiunge “Il lungomare, che ha uno sviluppo di quasi un chilometro, fronteggia una zona di intenso sviluppo abitativo con caratteristiche di residenza sia stagionale che stabile. L’impianto, finanziato con investimenti reperiti dall’Amministrazione comunale, si comporrà di 41 punti luce equipaggiati con corpi illuminati a Led della tipologia adottata per tali ambiti nel più generale progetto di relamping della città ed avrà un costo di € 83.500 per lavori. Il rendering dà contezza della realizzazione prevista che completerà l’intervento di relamping già posto in essere lungo la SS114. Prosegue così, sotto le direttive dell’Assessore al ramo Francesco Caminiti, in sinergia con gli uffici comunali, il programma ‘Riaccendiamo Messina’. Al momento sono in fase di avvio le procedure di gara”.

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