Nasce un nuovo modello di impresa che cambia lo scenario nel comparto edile

 

A Catania il convegno nazionale sul tema, tra i più attuali nel settore Costruzioni

CONSORZI STABILI NEGLI APPALTI PUBBLICI, “IMPRESE AGGREGATE” IN CRESCITA COME STRUMENTO DI REAZIONE ALLA CRISI EDILIZIA

In Sicilia attive 22 strutture su 47, ma includono la maggioranza delle aziende

Foto Press

CATANIA

La fotografia dell’attività dei Consorzi Stabili in Italia restituisce l’immagine di un fenomeno sempre più significativo nel settore delle costruzioni. Sebbene i dati statistici del 2018 rilevino operative soltanto 261 aggregazioni su 635 esistenti, questo 41% ha registrato un fatturato di oltre 5milioni e 200mila euro, un milione in più rispetto all’anno precedente. Inoltre, i consorzi attivi includono in media il doppio delle imprese rispetto a quelli inattivi. La Sicilia segue alla lettera questa tendenza: su 47 consorzi stabili presenti nell’Isola ne sono attivi 22 ma rappresentano 294 aziende, mentre ai 25 inattivi ne appartengono 119.

In altre parole, laddove l’unione è maggiore cresce la forza competitiva delle strutture consortili. Non a caso, “Unione” si chiama l’organo istituzionale di rappresentanza  (UCSI – Unione Consorzi Stabili Italiani) e “Uniti si cresce” s’intitola il convegno nazionale che si è svolto a Catania ieri pomeriggio (18 ottobre).

Ma il tema è molto dibattuto tra gli addetti ai lavori perché se da un lato c’è chi crede fermamente nell’opportunità di consorziare le piccole e medie imprese per competere negli appalti pubblici, dall’altro lato c’è chi ne evidenzia l’aspetto concorrenziale nei confronti delle singole imprese.

«Siamo di fronte a un nuovo modello d’impresa che ha cambiato lo scenario del comparto edile – ha affermato Giuseppe Costantino, organizzatore del convegno e CEO del Consorzio Stabile Agoraa – L’offerta produttiva del mercato dei Lavori Pubblici, a fronte di una domanda che negli ultimi dieci anni si è ridotta a causa del 50 per cento in meno degli investimenti in opere pubbliche, ha trovato nella struttura consortile un modo di reagire alla crisi. Consideriamo inoltre che le imprese ancora presenti sul mercato costituiscono realtà ancora più piccole rispetto al passato».

Il presidente dell’Ance di Catania Giuseppe Piana esprime in merito una posizione di mediazione: «Il Consorzio Stabile è senza dubbio un’opportunità importante, ma è chiaro che le imprese che si affidano devono possedere requisiti che diano serietà all’aggregazione. La stabilità del Consorzio deve innanzitutto essere frutto delle responsabilità di ciascuna impresa. La dicotomia con le grandi aziende è sentita, ma in realtà si tratta di due approcci differenti al mercato, ciascuno con le proprie peculiarità. Sono convinto che l’equilibrio è alla base di qualsiasi progetto economico».

In rappresentanza della Regione Siciliana sono intervenuti il capo di gabinetto dell’assessorato alle Infrastrutture Ettore Foti, che si è soffermato sul procedimento delle gare d’appalto e su alcuni criticità da correggere per accelerare i tempi, come gli interventi sul sistema d’apertura delle buste; e Maurizio Croce (soggetto attuatore per il dissesto idrogeologico in Sicilia) il quale ha soprattutto sottolineato la difficoltà del governo regionale a spendere i fondi per la carenza di progettazione.

Dopo l’introduzione del presidente dell’Ucsi Franco Vorro sono seguite le relazioni di: Gaetano Vecchio (presidente “Gruppo PMI Internazionale” Ance nazionale) che ha illustrato la presenza delle imprese italiane all’estero e le potenzialità e il ruolo che possono svolgere i consorzi stabili; Eleonora Iannace (componente Consiglio direttivo Ucsi), la quale ha esposto i dati statistici; Mariano Maggi (founding partner MMZ studio legale) che ha affrontato gli aspetti relativi alla contabilizzazione dei lavori e dei ritardi delle amministrazioni, ma anche agli strumenti a tutela delle imprese; e Luigi Corea (responsabile area controlli tecnici e formazione specialistica Dirextra), cha ha chiuso gli interventi trattando il tema delle riserve dell’appaltatore. Numerosi gli interventi da parte dei partecipanti in platea per approfondire aspetti specifici dei singoli interventi.

Eco e Sismabonus per riqualificare il patrimonio edilizio

 

ANCE:” il 70% degli edifici in Italia è stato costruito prima dell’entrata in vigore delle norme antisismiche..”

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CATANIA –

 Eco e Sismabonus come incentivi fondamentali per riqualificare il patrimonio edilizio attraverso la leva fiscale, migliorando le performance in tema di sostenibilità e sicurezza. Strumenti che oggi si rivelano indispensabili per rigenerare il tessuto immobiliare di un Paese come l’Italia, in cui il 70% degli edifici residenziali è stato costruito prima dell’entrata in vigore delle norme antisismiche e sull’efficienza energetica.

Questi alcuni dei dati emersi durante il convegno tenutosi ieri (27 settembre) nella sede Ance Catania, organizzato dall’associazione dei costruttori catanesi, in collaborazione con l’Ordine dei Commercialisti etnei e la sezione cittadina di Anaci – Associazione degli amministratori condominiali e immobiliari – per approfondire vantaggi e opportunità degli incentivi fiscali Eco e Sismabonus.

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«Si tratta di leve formidabili – ha dichiarato il presidente di Ance Catania Giuseppe Pianaaprendo il seminario insieme al presidente Anaci Salvatore Mammana – che però hanno un periodo di cogenza limitato, per questo lanciamo un grido d’allarme che speriamo venga ascoltato. Il Tavolo #CataniaSicura si è battuto per consentire alla nostra città di utilizzare il “Sismabonus acquisti”, inizialmente previsto solo per la zona a rischio sismico 1, quindi non operante su Catania (classificata rischio sismico 2). Il decreto Crescita ci ha dato sì questa possibilità, ma pone un problema di tempistiche, prevedendo che le opere edili debbano iniziare e concludersi con relativa vendita entro il 2021. Un treno da non perdere, soprattutto per Catania: città con il rischio sismico più alto in Europa – sottolinea Piana – parliamo di un istituto che potrebbe portare ai cittadini un beneficio di 81mila euro per ogni appartamento acquistato da un’impresa che ha effettuato una demolizione e una ricostruzione innovativa ed evoluta dal punto di vista sismico».

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A rafforzare l’utilità dei bonus, la panoramica sullo stato del patrimonio edilizio di Catania fornita dal vicepresidente linea Urbanistica di Ance Marcello La Rosa: «Dai dati del censimento Istat 2011 emerge che l’86% degli alloggi nel capoluogo etneo non è antisismico in quanto costruito ante 1981. Molti di questi edifici residenziali, inoltre, versano in condizioni pessime o mediocri. In tale contesto è necessario che questi bonus diventino strutturali, affinché la leva fiscale possa divenire strumento di riconversione del patrimonio edilizio, sia in termini di abbattimento di consumi che di sicurezza, fungendo anche da fattore di rilancio occupazionale per tutta la filiera edile».

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«Si tratta di bonus che possono essere goduti non soltanto dal soggetto che acquista immobili rigenerati o effettua ristrutturazioni, ma anche ceduti a terzi ottenendo uno sconto in fattura – ha aggiunto Giovanni Privitera, in rappresentanza dell’Ordine dei commercialisti – scontistiche importanti che vanno dal 50% per le ristrutturazioni all’85% per il Sismabonus, che aumenta il suo valore di spesa se unito ad interventi in ecobonus. Chiarire i passaggi di accesso a tali benefici è un’opportunità indispensabile per la crescita professionale di tutte le categorie coinvolte nella filiera edile».

I diversi aspetti fiscali degli istituti, sia per i bonus acquisti sui beni immobili che per interventi di riqualificazione di interi condomini, sono stati approfonditi da Marco Zandonà (direttore Area Fiscalità Edilizia Ance), che nel fornire una panoramica complessiva delle agevolazioni ne ha illustrato vantaggi e criticità, tra cui la durata temporale soprattutto in riferimento al sismabonus acquisti e quindi la necessità di renderlo strutturale o quanto meno prevederne una proroga. Salvatore Russo (Odcec Catania) ha affrontato gli aspetti relativi della sostenibilità delle cessioni da parte delle imprese e dei fornitori, mettendo in evidenza le criticità relative agli aspetti fiscali.

Sulle verifiche e sui criteri di accertamento è intervenuto Giuseppe Taranto (Agenzia delle Entrate di Catania) che, data la complessità degli strumenti e della norma, ha richiamato l’istituto della consulenza giuridica offerta dall’Agenzia a cui le Associazioni di categoria possono ricorrere per la corretta individuazione del trattamento fiscale con riferimento a problematiche di carattere generale.

A seguire Alessandro Arcuri, senior VAT Consultant di Deloitte STS, che ha illustrato operatività e potenzialità della piattaforma Ance–Deloitte nel favorire l’incontro tra titolari dei crediti di imposta e soggetti terzi, nell’obiettivo di semplificare e rendere certi i meccanismi della cessione del credito sia nelle forme del metodo diretto che indiretto. Infine Domenico Albanese – project coordinator di Tep Energy Solution Srl Gruppo Snam – ha illustrato gli interventi realizzati su condomini e le fasi in cui si sviluppa il Modello TEP dall’offerta all’esecuzione lavori e richiesta incentivo. Un processo, ha sottolineato Albanese, che si realizza con il pieno coinvolgimento e la sinergia di professionisti e imprese qualificate sul territorio, che ha già dato vita a moltissime iniziative sul territorio nazionale, di cui purtroppo la maggior parte al nord.

Ritardi opere pubbliche in Sicilia e centinaia di cantieri fermi -Le accuse dell’Ance

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«PROGETTO ITALIA, LA POLITICA A SOSTEGNO DELLE GRANDI IMPRESE RISCHIA DI METTERE IN GINOCCHIO IL MERCATO SICILIANO»

Giuseppe Piana : «Questa non è la risposta alla crisi, occorrono investimenti in opere pubbliche. In Sicilia continuiamo a registrare allarmanti ritardi e centinaia di cantieri bloccati»

 CATANIA –

A pochi giorni dall’annuncio del via libera a “Progetto Italia”, il maxi-polo delle costruzioni – nato dall’accordo tra Salini Impregilo, Cdp e le banche – che mira alla creazione di un gruppo italiano in grado aggregare molteplici realtà del settore per fronteggiare la concorrenza internazionale, il presidente di Ance Catania Giuseppe Piana (nella foto d’archivio), punta i riflettori sulle ricadute (negative) che l’operazione potrebbe avere sul territorio siciliano.

 

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Giuseppe Piana

«Progetto Italia non è la risposta alla crisi che da un decennio ha letteralmente messo in ginocchio il settore delle costruzioni – afferma Piana – occorrono serie politiche di rilancio del settore: investimenti in opere pubbliche che invece, ogni anno, registrano un costante calo. Occorrono politiche di intervento sul patrimonio immobiliare esistente per rafforzare un settore che da sempre rappresenta il caposaldo della nostra economia».

Pur condividendo l’obiettivo di creare un grande player internazionale, l’operazione “non convince” perché non “tutela la concorrenza”:«Non è un attacco al gruppo Salini – continua il presidente di Ance Catania – questa soluzione, che vede il coinvolgimento di Cdp (Cassa deposito e prestiti), rischia di destabilizzare i rapporti all’interno del mercato delle costruzioni, fatto di piccole e medie imprese che così invece rischiano la sopravvivenza per i possibili effetti distorsivi del mercato, vanificando gli sforzi fatti fino ad oggi per rimanere aggrappate al sistema».

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«L’intero Paese e ancor più la Sicilia, ha bisogno di infrastrutture ma anche di interventi su quelle già esistenti, coinvolgendo l’intero tessuto imprenditoriale fatto Pmi, di tantissimi tecnici e maestranze qualificate. In Sicilia, invece – aggiunge Piana – continuiamo a registrare allarmanti ritardi e centinaia di opere bloccate, mentre continua inarrestabile l’emorragia di imprese e lavoratori. Imprese che in questi anni non hanno chiesto salvataggi, né posizioni di mercato, che da sole hanno affrontato la più lunga e pesante crisi del settore chiedendo solo l’avvio di opere che restano però sulla carta. Solo a Catania – continua Piana – almeno 10 imprese avrebbero potuto oggi, se avessero goduto di aiuti di accesso al credito o da Cdp proporzionalmente ai propri fatturati, rappresentare una importante realtà sul territorio. Temiamo invece – ha concluso Piana – che si stia avviando una politica a sostegno delle grandi imprese, con un mercato delle opere pubbliche dai grandi lotti, quale potrebbe rischiare di essere già l’eventuale accorpamento in un unico lotto del raddoppio Catenanuova/Cefalù, con le note conseguenze per le nostre realtà imprenditoriali».

“PREMIO D’ARCHITETTURA ANCE CATANIA”: “PROVIAMO A DISEGNARE LA CITTA’ DEL FUTURO”

 

Giovedì 18 luglio, ore 19.00, Chiostro Convitto Cutelli

“PREMIO D’ARCHITETTURA ANCE CATANIA”

In programma presentazione del volume su cent’anni di edilizia catanese e due lectio magistralis su rigenerazione e mobilità urbana

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CATANIA –

La presentazione di un volume dedicato a cent’anni di edilizia catanese, presente il presidente nazionale dei costruttori edili ANCE, Gabriele Buia, e due lectio magistralis su rigenerazione e mobilità urbana: un grande ritorno culturale quello del “Premio d’Architettura” istituito dall’Ance Catania, che si terrà giovedì 18 luglio, a partire dalle 19.00, nel Chiostro del Convitto Cutelli (via V. Emanuele 56). Nel corso dell’evento si svolgerà la cerimonia di premiazione del concorso d’idee che ha visto architetti e ingegneri d’Italia candidare i propri progetti per un’opera di riqualificazione e recupero paesaggistico all’interno del capoluogo etneo.

Sullo sfondo tematico “Disegniamo la città del futuro”, la quinta edizione del Premio ha puntato l’attenzione su Piazza Nettuno, definita la “Terrazza dello Ionio”, quel tratto del Lungomare di Catania – delimitato dalle vie Artale d’Alagona, Del Tritone e Del Rotolo – che necessita di un progetto architettonico, urbano e sociale di rivalorizzazione.

Aprirà i lavori il presidente dell’Ance Catania Giuseppe Piana, che ha composto il comitato esecutivo del Premio insieme a Luigi Longhitano, Carmelo Maria Grasso e Biagio Bisignani.

Seguiranno i saluti delle autorità presenti e dei rappresentanti degli enti patrocinatori: Regione Siciliana – Assessorato Beni Culturali e Soprintendenza di Catania, Comune di Catania, Consigli Nazionali degli Architetti e degli Ingegneri e rispettivi Ordini territoriali, Collegio etneo dei Geometri.

Sarà affidata al docente universitario, Enrico Iachello, la presentazione del volume «Catania e i suoi costruttori 1861-1961: cent’anni di edilizia per fare una grande città», alla presenza dell’autore Salvatore Padrenostro.

Le due lectio magistralis saranno tenute da Matteo Pedaso (Urban Planner, Strategic Planning Director, Partner di LAND Italia Srl) e Samuele Camolese (Senior Transport Consultant, MSc [Arch] di Systematica srl).

«È un momento significativo per la nostra associazione – ha affermato il presidente dei Costruttori etnei Giuseppe Piana – perché il Premio ha come finalità anche quella di aprire il dibattito sulla città futura, per una politica dell’innovazione che passi per la cultura architettonica».

Project Financing: “35 mila procedimenti per un importo di 100 miliardi di euro”

 

Commercialisti, Ance e Confindustria Catania su partenariato pubblico privato

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Corradino: «Sblocca Cantieri, linee-guida Anac congelate in attesa che il Governo emani il regolamento»

CATANIA –

Uno strumento fondamentale per trasformare idee in opere pubbliche e quindi in servizi per la comunità, ma anche per far tornare a dialogare amministrazioni e imprese edili: il Partenariato Pubblico-Privato (PPP), insieme all’istituto finanziario del project financing, registra da 15 anni una continua crescita, con oltre 35mila procedimenti in corso per un importo di 100 miliardi di euro. Da 322 procedure nel 2002 si è passati alle oltre 4mila nel 2018, con un incremento dei bandi del 22%.

Sono alcuni dei dati emersi durante il convegno organizzato da Ordine dei Commercialisti, Ance e Confindustria di Catania, sviluppatosi nella sessione pomeridiana di ieri e in quella mattutina di oggi

«Prospettive di sviluppo per il territorio è il significativo sottotitolo dell’evento – ha sottolineato il presidente di Ance Catania Giuseppe Piana – perché è in quest’ottica che noi imprenditori intendiamo confrontarci e agire, per far ripartire i cantieri a seguito dell’immobilismo che ha contraddistinto questi ultimi anni». Pensiero condiviso anche dal presidente dei Commercialisti etnei Giorgio Sangiorgio: «La Sicilia è al terzo posto in Italia per numero di enti dissestati: per incidere nell’economia del territorio la nostra categoria sta investendo sull’alta formazione specializzata, anche per strumenti efficaci come può rivelarsi il project financing». All’evento formativo è intervenuto anche il consigliere AnacMichele Corradino, che ha puntato l’attenzione sullo “Sblocca Cantieri”: «La legge di conversione – ha chiarito – congela le linee guida dell’Autorità Anticorruzione sul monitoraggio del rischio operativo nel Partenariato Pubblico Privato in attesa che il Governo emani il regolamento di esecuzione del Codice Appalti»

Il peso del PPP sul totale delle opere pubbliche, in termini di importi di gara, è salito dal 6% del 2002 al 32% del 2018: i settori maggiormente coinvolti sono energia, telecomunicazioni, sanità, ambiente, con un trend costante sulla realizzazione di aeroporti e cimiteri. I Comuni sono i principali committenti pesando l’81% sul totale dei bandi, come emerge dalle statistiche dello studio Ance illustrato dal costruttore cataneseFilippo Colombrita.

Il Comune di Catania ha partecipato con la presenza dell’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Arcidiacono, che ha sottolineato «l’opportunità che il PPP rappresenta soprattutto per quegli enti locali in situazioni finanziarie di sofferenza», e con la relazione di Biagio Bisignani, direttore ad interim dell’Ufficio al ramo, che ha rimarcato il ruolo della pubblica amministrazione nel partenariato, «a tutela delle necessità pubbliche e dell’interesse della comunità, in contrapposizione a quello dell’imprenditore per i proventi della gestione».

Hanno completato l’approfondimento sul tema i commercialisti Fabrizio Leotta, Gaetano Oliva e Fabrizio Bencini. «In questi scenari è centrale il Piano Economico Finanziario» ha sottolineato il consigliere dell’Ordine Leotta, focalizzando l’attenzione sui profili tecnici e sugli aspetti operativi nella predisposizione del documento strategico, che può determinare molteplici criticità: «In primis la sostenibilità finanziaria messa alla prova dalla lunghezza delle procedure burocratiche – ha dichiarato – con una bancabilità da 12 a 36 mesi dall’aggiudicazione alla firma del finanziamento, come evidenziato dallo studio del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica».

Anche da qui l’elevata percentuale che si registra di bandi interrotti per via di gare deserte, procedure o aggiudicazioni revocate con un basso tasso di procedimenti in corso divenuti concessioni, pari al solo 27% del totale.

Anticorruzione: azioni di prevenzione e strumenti di contrasto. Si discute a Catania

 

Oggi 21 Giugno, ore 15.00, Dipartimento Scienze Politiche e Sociali

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Quali strumenti e modelli utili per il rilancio etico ed economico del settore

CATANIA

Non solo una questione etica che lede i principi della convivenza sociale di qualsiasi società civile, ma anche un ostacolo alla crescita, alla competitività del Paese, alla libera concorrenza: il fenomeno della corruzione rappresenta tutto questo, in uno scenario che impone un dibattito fondamentale su azioni di prevenzione e strumenti di contrasto.

L’ultimo report in materia è quello della Convenzione delle Nazioni Unite che ha promosso l’Italia riconoscendo «una serie di passi avanti per promuovere la trasparenza generale a livello governativo e l’uso di dati aperti per esempio sulla trasparenza delle informazioni sugli appalti». Ma tali strumenti e i modelli gestionali esistenti sono efficaci?

Alla possibile risposta è dedicato il convegno nazionale che si terrà oggi , alle 15.00, nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania (via Vittorio Emanuele II, 49), organizzato dall’Associazione Italiana Cultura Qualità (Aicq) – Settore Costruzioni insieme agli Ordini professionali etnei di Ingegneri, Architetti, Commercialisti e Avvocati, la Fondazione Ingegneri, con il supporto di Ance Catania, a cui si aggiunge il patrocinio di Accredia.

Sarà occasione, da un lato, per approfondire la conoscenza degli strumenti necessari per rilanciare il comparto edile, sia in termini economici che etico-comportamentali; dall’altro, per promuovere lo sviluppo di una mentalità orientata alla gestione dei rischi nel mercato legati al fenomeno della corruzione.

Il convegno – dal titolo “Modelli organizzativi e certificazione: strumenti utili per la prevenzione della corruzione?” – sarà aperto dagli interventi dal direttore del Dipartimento universitario di Scienze Politiche e Sociali Giuseppe Vecchio, e dai presidenti Giuseppe Platania (Ordine Ingegneri),Mauro Scaccianoce (Fondazione Ingegneri), Claudio Rosso (Aicq nazionale), Pietro Vitiello (Aicq Sicilia), Pietro Fedele (Aicq Settore Costruzioni).

Introdurrà i lavori Antonino Santonocito, che ha fortemente voluto l’evento in qualità di coordinatore nazionale Aicq di Comitati e Settori.

In programma gli interventi del consigliere Anac Ida Angela Nicotra sul Piano Nazionale Anticorruzione; del direttore generale Accredia Filippo Trifiletti sul modello gestionale certificato; e del procuratore aggiunto di Catania Francesco Puleio su investigazioni e aspetti patrimoniali nel contrasto alla corruzione.

Seguirà una tavola rotonda a cui parteciperanno: il docente ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico Felice Giuffrè e i presidenti Alessandro Amaro(Ordine Architetti PPC), Giuseppe Piana (Ance Catania), Giuseppe Platania (Ordine Ingegneri), Giorgio Sangiorgio (Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili), Marco Tortorici (Ordine Avvocati). Modererà il giornalista dell’agenzia Ansa Mimmo Trovato.

Valorizziamo lo spazio urbano: concorso dell’Ance

Concorso d’idee rivolto ad architetti e ingegneri italiani e stranieri

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Foto d’Archivio-Sud Libertà (Berlino)

PREMIO D’ARCHITETTURA ANCE CATANIA”: PUBBLICATO BANDO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLA “TERRAZZA DELLO IONIO

Adesioni entro il 4 luglio, tema della V edizione: «Disegniamo la città del futuro»

CATANIA –

La “Terrazza dello Ionio”, ovvero Piazza Nettuno a Catania. Riparte da qui il “Premio d’Architettura” voluto da Ance Catania, il concorso d’idee per la progettazione di un’opera di riqualificazione e recupero paesaggistico all’interno del capoluogo etneo. La nuova e quinta edizione propone il tema “Disegniamo la città del futuro”, individuando quell’area del Lungomare – definita dalle vie Artale d’Alagona, Del Tritone e Del Rotolo – come oggetto di appassionata sfida tra i professionisti partecipanti chiamati a concepire un progetto compatibile, congruo e coerente, ma anche come spazio urbano, tra i più amati dai cittadini, da ravvivare e valorizzare.

Il bando  è rivolto ad architetti e ingegneri del territorio nazionale e internazionale, che potranno aderire secondo le modalità indicate e i requisiti richiesti, entro 60 giorni dalla pubblicazione, avvenuta ieri 6 maggio 2019, e dunque entro il 4 luglio.

«Il concorso si prefigge diversi obiettivi: dal punto di vista urbano mira a eliminare i punti di debolezza dell’area attuale, e a promuovere il concetto di un futuro architettonico a volume zero; da quello politico e da quello sociale intende aprire il dibattito sulle prospettive di sviluppo della città, rilanciando la centralità del ruolo svolto dall’architettura», ha affermato il presidente dell’Ance Catania Giuseppe Piana, componente del comitato esecutivo del Premio insieme Luigi Longhitano, Carmelo Maria Grasso e Biagio Bisignani.

 

 

Il concorso prevede l’assegnazione di 5mila euro al primo classificato, di 3mila euro al secondo e di 1.500 euro al terzo. I premi verranno assegnati – durante una cerimonia dedicata – da una giuria qualificata, composta dai rappresentanti degli enti organizzatori: Ance nazionale e Ance Catania, Regione Siciliana – Assessorato Beni Culturali e Soprintendenza di Catania, Comune di Catania, Consigli Nazionali degli Architetti e degli Ingegneri e rispettivi Ordini territoriali, Collegio etneo dei Geometri.

Tutti i progetti in concorso saranno pubblicati nell’apposito catalogo dell’edizione del Premio; in particolare, quello vincitore sarà inserito anche all’interno della rivista “L’industria delle costruzioni” di Edilstampa.

«L’auspicio – conclude il presidente Piana – è che le idee progettuali di qualità, nel pieno rispetto dei diversi vincoli normativi esistenti nei luoghi e della conformità degli interventi, siano preziosi elementi utili con cui l’Amministrazione competente può dare nuovi input al governo del territorio»

 

“Catania Sicura”: urgente il processo di rinnovamento edilizio.”

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#CATANIASICURA: «NEL NUOVO PRG INDISPENSABILE UNA CONCRETA STRATEGIA DI PREVENZIONE SISMICA»

CATANIA

Il dialogo istituzionale tra la task force di #CataniaSicura – istituita dall’Ance – e l’Amministrazione comunale della città etnea si arricchisce di nuove tematiche e azioni operative che hanno come obiettivo la concreta attuazione della prevenzione sismica all’interno del nuovo Piano regolatore Generale. Il presidente dei Costruttori Giuseppe Piana e i rappresentati degli Ordini professionali degli Architetti, Ingegneri, Geometri e Geologi hanno incontrato (ieri 11 febbraio) l’assessore alla Protezione Civile Alessandro Porto e il presidente della Commissione Urbanistica Manfredi Zammataro. Presenti Maurizio Catania dell’Ufficio di Gabinetto del sindaco e il dirigente dell’INGV di Catania Domenico Patanè.

«Il redigendo Prg di Catania – ha affermato Piana, affiancato dal vicepresidente Marcello La Rosa – è tra le maggiori opportunità che possono innescare l’urgente processo di rinnovamento edilizio e di messa in sicurezza del patrimonio esistente. Com’è noto, la maggior parte degli edifici pubblici e privati della città soffre di una gravissima vulnerabilità sismica e uno strumento di pianificazione urbanistica finalmente aggiornato consentirebbe di adottare regole certe su come e dove intervenire. Ma questa strategia non può prescindere dal bisogno delle risorse economiche necessarie, come quelle stanziate per il Sismabonus, e di cui Catania invece non può paradossalmente beneficiare perché non classificata in zona sismica 1, così come più volte denunciato».

Il passaggio da area 2 a 1 è per l’Ance e per tutti gli attori della filiera edile riuniti attorno a #CataniaSicura, il primo, fondamentale e indifferibile passo per accendere i motori del meccanismo propositivo di prevenzione antisismica, «anche perché – ha aggiunto il presidente Piana – la nostra è la città con il più alto rischio sismico in Europa, come confermano numerosi dati e analisi».

L’assessore Porto ha ribadito la partecipazione fattiva dei professionisti alle politiche urbanistiche della città di Catania proponendo «ulteriori spazi di confronto per affrontare tutti gli aspetti che riguardano la riqualificazione del tessuto urbano catanese – ha detto – Mi riferisco alla tutela ambientale, alle aree verdi, alle innovazioni per le smart city, al risparmio energetico, per poter collaborare a 360 gradi nell’interesse della cittadinanza». Di «urbanistica partecipata» ha parlato anche Zammataro, che guida la Commissione comunale di competenza: «Il Prg è una grande scommessa che riguarda il futuro dell’intera città – ha detto – i professionisti sono interlocutori fondamentali per creare un documento che sia condiviso anche fuori dalle stanze del Palazzo municipale».

Il Presidente Ance Giuseppe Piana chiede alla Regione la “sicurezza del patrimonio edilizio”

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#CATANIASICURA – Giuseppe Piana: «NESSUN PASSO AVANTI VERSO LA MESSA IN SICUREZZA

DELLA CITTÀ. SUBITO RICLASSIFICAZIONE IN ZONA SISMICA 1»

Con l’obiettivo di attivare immediatamente nella città etnea il processo di messa in sicurezza del patrimonio edilizio, il presidente di Ance Catania Giuseppe Piana – a nome di tutte le istituzioni rappresentate nel tavolo tecnico #Cataniasicura – ha scritto al presidente dellaRegione Siciliana Nello Musumeci la seguente lettera aperta:

«Egregio Presidente, il Tavolo #Cataniasicura, istituito da Ance Catania con l’obiettivo di promuovere la sicurezza sismica degli immobili e delle infrastrutture della città, riunisce periodicamente i tecnici e gli specialisti che fanno parte della filiera edile per analizzare lo stato dell’arte, avanzare proposte, scuotere coscienze e diventare motore di meccanismi propositivi di prevenzione.

Fino a oggi non siamo riusciti a ottenere niente di concreto, neanche il più scontato e banale degli interventi: la riclassificazione del capoluogo etneo da zona sismica 2 a zona 1. L’ultima mappatura risale al 2003 e necessita di aggiornamento, frattanto le scosse avanzano e sprigionano energia, generando paura, danni, allarmismo, emergenze. L’amarezza nel constatare che la situazione rimane impantanata nell’immobilismo burocratico è generalizzata: cosa sarebbe successo se l’epicentro del terremoto del 26 dicembre avesse colpito il centro di Catania?

Lei stesso ha recentemente dichiarato che “una infelice catalogazione del rischio ha considerato addirittura Catania e Siracusa come città a rischio due” e che “serva rivedere questa mappatura delle zone maggiormente vulnerabili”.

La riflessione è comune: la revisione della classificazione sismica non solo è possibile ma è un atto dovuto e improcrastinabile. Un segnale di presa di coscienza del rischio esistente necessario per intervenire con urgenza sul costruito utilizzando tutti gli strumenti e incentivi attualmente disponibili.

Abbiamo toccato con mano il reale pericolo che incombe sulla nostra città, la sua Giunta ha adottato iniziative essenziali per superare l’emergenza e per effettuare una ricognizione degli edifici strategici, ma per una reale azione di prevenzione e mitigazione del rischio è urgente avviare gli interventi di riqualificazione volti a salvaguardare le abitazioni e le vite umane.

In rappresentanza del Tavolo #Cataniasicura, le chiedo urgentemente un incontro per illustrare le nostre proposte».

Il Presidente dell’Ance,Piana: “Urgente il processo di rinnovamento edilizio”

L’appello del presidente Ance in rappresentanza della task force per la prevenzione sismica

(foto Ansa)

#CATANIASICURA SU TERREMOTO

«SEGNALE D’EMERGENZA PER AVVIARE MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO»

CATANIA – «Lo sciame sismico che ha interessato pochi giorni fa la zona di Santa Maria di Licodia, e ieri pomeriggio il paese di Ragalna, con echi in buona parte della Sicilia orientale, è un segnale fondamentale, non solo dell’alto grado di pericolosità a cui è esposto il territorio di Catania, ma anche dell’urgenza con cui occorre innescare il processo di rinnovamento edilizio e di messa in sicurezza della città e del suo circondario». Queste le parole del presidente dell’Ance Catania Giuseppe Piana in rappresentanza del tavolo tecnico #CataniaSicura, che da anni riunisce gli attori istituzionali della filiera edile etnea proprio con l’obiettivo di promuovere un ampio e indispensabile processo di prevenzione sismica.

«I recenti episodi devono poter servire per rendere sempre più nitida la presa di coscienza del grave rischio che corriamo tutti noi cittadini del luogo – continua Piana – La maggior parte del patrimonio edilizio catanese (abitazioni, uffici, strutture pubbliche) non è costruito per resistere a terremoti, pertanto è estremamente vulnerabile. Non possiamo nascondere questa emergenza, ma dobbiamo e possiamo far in modo di prevenire i danni e salvare in tempo le vite umane».

In conclusione, il presidente Piana afferma: «Faccio un appello al presidente della Regione Siciliana affinché sia aggiornata l’attuale classificazione sismica del territorio. Infatti, nonostante Catania sia considerata dal Dipartimento della Protezione civile come la città italiana maggiormente esposta al pericolo di crollo nell’eventualità di un sisma, viene riconosciuta come zona a rischio 2 e non 1 come invece sono i casi più gravi. Un paradosso che impedisce l’accesso completo alle agevolazioni fiscali messe a disposizione dallo Stato per riqualificare gli immobili in chiave antisismica».