LA TAV DIVENTA LO “SPECCHIO DELLA DISTANZA DI IDEE TRA GLI SCHIERAMENTI POLITICI ITALIANI”

 

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La Tav, la Torino-Lione è diventato lo specchio della distanza di idee fra i componenti dell’esecutivo e degli schieramenti politici.

Tav, no Tav , il  ministro  Tria – ancora spera “in un’evoluzione positiva” – i Toninelli, contrario alla grande opera che Parigi attende. Nel mezzo il premier Conte, che vorrebbe conciliare ogni cosa e sta “studiando bene il dossier” sulla linea ferroviaria e  con diplomazia assicura come si arriverà alla “migliore decisione possibile nell’interesse del Paese”.

Nella vicenda si inserisce supplemento di analisi voluto dal Mit che dimezzerebbe gli svantaggi dell’opera, considerando i soli costi a carico dell’Italia. Dati “non scientifici” per Toninelli, ma un dossier che potrebbe comunque rimettere le carte in tavola come ulteriore argomento di discussione. Palazzo Chigi nella mattinata di ieri ha tenuto in ogni caso a precisare che il premier “non ha aperto a nessuna ipotesi di mini-Tav”né tantomeno “ha mai richiesto un ulteriore contributo all’analisi costi-benefici dell’opera”, contributo sollecitato appunto dal solo ministero dei Trasporti. ”

.Troppa incertezza per l’opposizione, che in giornata ha parlato di “sceneggiata” e bollato il titolare del Mit come “inadeguato”, tanto che il Pd – spiega il dem Marino – “ha deciso di presentare una mozione di sfiducia contro Toninelli alla Camera ed al Senato, dopo l’ultima vergognosa operazione della Commissione costi/benefici, un orpello inutile voluto da questo indegno ministro dei trasporti. Per il bene di Torino e dell’Italia, la Tav si deve ultimare e Toninelli deve andare a casa”.

Anche la Francia attende ma chiede tempi più brevi. Occorre una soluzione al più presto. L’impresa si profila ardua …Anche per un campione della diplomazia come Giuseppe Conte..

Il commissario della TAV: “Il ministro Toninelli che ha detto “No” ai lavori,”dovrebbe ripassare la geografia..”

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Critiche   sull’analisi L’analisi costi-benefici sulla Tav- Torino Lione  “è un documento omertoso perché fornisce dei numeri ma non dice come sono stati costruiti“. Provengono dal  commissario straordinario  Paolo Foietta, nel suo ultimo giorno di incarico, presentando quella che ha definito “la risposta tecnica e critica” al documento redatto dall’equipe guidata da Marco Ponti. “Nel mio ultimo giorno di lavoro – ha detto Foietta – ci tenevo a trasmettere un documento ufficiale in cui si dicesse che in quell’analisi ci sono diverse cose che non funzionano sia sotto il profilo del metodo, sia sotto quello dei numeri”. “Foietta ha ribadito  la sua “piena disponibilità anche dopo l’imminente fine del mio mandato, al confronto e alla discussione di merito su tutti gli argomenti trattati”.

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Nella foto il commissario straordinario Paolo Foietta

 La teoria del docente Ponti è assolutamente legittima che va bene discutere in sede universitaria ma se fosse applicata dallo Stato nella modalità definita in questa analisi costituirebbe la fine del trasporto ferroviario merci in Italia”. A chi gli domandava se a suo giudizio Ponti potrebbe aver ricevuto pressioni nella redazione del documento, Foietta ha risposto: “Mi sembra molto complicato fare pressione a Ponti. Qualcuno mi dice che sono l’anti Ponti, assolutamente no. E’ un personaggio che trovo anche simpatico dal punto di vista personale. E’ uno che non ha peli sulla lingua e come me dice quello che pensa”.

Foietta,  ha anche criticato il  ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli: “Dire che c’è poco interesse ad andare a Lione è come quelli che dicono che da Milano nessuno va a Rogoredo, peccato che tutti i treni che vanno a Roma passino di lì”. “Il ministro Toninelli – ha aggiunto – dovrebbe ripassare la geografia e viaggiare un po’ di più. Tutte le merci che vanno nell’occidente d’Europa che valgono in termini di interscambio economico 205 mld di euro all’anno passano per Lione e passeranno per Lione”. “Oggi passano per Ventimiglia – ha precisato – ma sappiamo tutti che è un valico che ha migliaia di problemi e che soprattutto i francesi avrebbero idee diverse di come utilizzare la costa azzurra piuttosto che farne un corridoio infrastrutturale”.

 

Sul podio nazionale Calabria, Sicilia, Campania per diffusione di Auto diesel

 

 

Sono quasi 5 milioni, circa il 12,9% del totale delle auto in circolazione, i veicoli diesel Euro 3 o inferiori a rischio stop.

Esiste infatti un’analisi –si apprende da un comunicato stampa pervenuto in Redazione -che, rielaborati  i dati ufficiali del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture (aggiornati al 31 ottobre 2017), la società ” Facile on line” è riuscita a disegnare la mappa delle automobili diesel presenti sul territorio, quasi un terzo (29,89%) delle auto private alimentate a gasolio ancora potenzialmente in circolazione.

L’analisi rileva che il peso percentuale delle auto diesel Euro 3 o inferiori varia sensibilmente da regione a regione, con una forbice compresa tra l’8,5% e il 22%. La diffusione di questo tipo di vetture risulta maggiore in Calabria e in Sicilia seguita dalla Campania , che occupano le prime otto posizioni della classifica nazionale. In vetta si trovano il Molise e la Basilicata, aree dove più di 1 auto privata su 5 è un diesel Euro 3 o inferiore (rispettivamente il 21,9% e il 21,7%); poi dopo la Calabria la Puglia, con il 18,5%.  Con  valori decisamente superiori alla media nazionale  Sicilia (17,2%), Campania (16,7%) e Abruzzo (15,4%).

Ritardi alla Motorizzazione civile di Catania, direttore: «Colpa dei tagli»

Nella foto la Motorizzazione Civile di Catania

 

Osservando la graduatoria delle regioni col minor numero di auto  è la Valle d’Aosta a risultare prima in quanto solo l’8,5% delle auto private appartiene alla categoria diesel Euro 3 o inferiore. A seguire si trovano Toscana (8,7%), Friuli Venezia Giulia(9,1%) e Liguria (9,4%). Al quinto posto si posiziona la Lombardia (9,5%), che precede solo di poco le altre due regioni che hanno recentemente introdotto lo stop ai diesel Euro 3: l’Emilia Romagna (9,7%) e il Piemonte (10%). Se si analizza la distribuzione delle automobili private diesel Euro 3 o inferiori in termini assoluti, invece, è la Lombardia, con i suoi 587.515 veicoli, a guadagnare il primo posto. Seguono la Campania, con 577.087 auto di questa categoria e la Sicilia (564.591).

– Estendendo l’analisi a tutti i veicoli presenti nell’archivio nazionale della Direzione Generale per la Motorizzazione, sempre , emerge che in totale i mezzi diesel Euro 3 o inferiori ancora regolarmente immatricolati sono più di 8 milioni (8.268.179), pari al 15,8% del parco mezzi italiano potenzialmente circolante mentre, se si guarda al numero totale di veicoli alimentati a diesel (includendo quindi anche gli Euro 4, 5 e 6), i mezzi sono più di 22,3 milioni (il 42,9% del totale).

                             IL    DECLINO DEL DIESEL

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Altra osservazione  – “Le auto diesel Euro 3 o inferiori, ormai da anni fuori produzione,saranno abbandonate dai possessori perchè hanno un’età media decisamente più alta rispetto a quella dei nuovi Euro 6 e per questo le compagnie assicurative applicano premi più cari”.    C’è anche l’anomalia del possesso e della richiesta di demolizione per chi decide di cambiare auto o di non tener più il diesel.  Infatti mentre prima si potevano   consegnare le targhe all’Ufficio dell’Aci  e conservare in garage o sotto una tettoia il veicolo, adesso paradossalmente il possesso non è più consentito. Occorre demolire il veicolo anche se presenta pezzi nuovi di valore di proprietà dell’utente. Un ‘anomalia dell’ex governo Renzi che andrebbe corretta per motivi di equità e di giustizia.

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Trump: ” il clima del pianeta sta cambiando ma non se la differenza sia un prodotto dell’uomo”

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Il Presidente americano , ha diffuso la notizia di una  possibile esistenza di un legame tra il leader della Federazione russa e casi ad esempio di avvelenamento D.Trump informa “che è possibile il coinvolgimento di Vladimir Putin in diversi omicidi-..

Quanto alle ingerenze russe nella campagna presidenziale del 2016, Trump ha dichiarato: “Hanno interferito. Ma credo che anche la Cina abbia interferito” e “anche la Cina si sia resa responsabile di ingerenze”….

Il presidente americano ha poi spiegato in questi termini il fenomeno del riscaldamento del pianeta : “Credo che qualcosa stia accadendo. Qualcosa sta cambiando e tornerà indietro nuovamente. Non credo sia una bufala. Credo che vi sia probabilmente una differenza”. 

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Ma non so se sia prodotto dall’uomo” ha aggiunto, mettendo in dubbio i risultati delle analisi degli scienziati. “Vi dirò questo: non voglio dare milioni di miliardi di dollari. Non voglio perdere milioni e milioni di posti di lavoro. Non voglio essere messo in una situazione di svantaggio”. Quanto agli scienziati, molti di loro “hanno una ricca agenda politica”.