LA DISPERAZIONE DI UN BARCHINO DI 36 MIGRANTI DISGRAZIATI CHE STA PER AFFONDARE NELLA ZONA DI MALTA. GRIDANO AIUTO! QUALCUNO DELLA GUARDIA COSTIERA ASCOLTA?

 

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iL BARCHINO CON 36 MIGRANTI A RISCHIO VITA

 

Trentasei migranti   partiti da Bengasi ,gridano aiuto, che qualcuno li raccolga!    “Le condizioni meteo peggiorano, sta entrando acqua, temiamo per le nostre vite“. E’ il disperato grido d’aiuto di 36 migranti ad Alarm Phone, che ieri aveva segnalato un barchino in pericolo in zona Sar maltese. Fuggiti da Bengasi in Libia hanno contattato l’ong spiegando di avere problemi al motore.

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“Dodici ore dopo il primo allarme, le 36 persone sono ancora in pericolo in Sar Maltese – aveva nuovamente segnalatoo ieri sera Alarm Phone -. Il peschereccio Grande madre, con bandiera maltese, è vicino alla barca in pericolo e potrebbe soccorrerla. Forze armate maltesi coordinate il soccorso, è vostro dovere! Non lasciateli annegare”. 

Forse, in assenza di aiuto da parte di Malta una motovedetta italiana potrebbe andare sul posto indicato da Alarm  Phone e cercare di soccorrere questi disgraziati che si avventurano su un barchino-giocattolo

“Già 180 famiglie palermitane hanno dato disponibilità ad accogliere chi fugge dalla guerra”

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Nella foto l’assessore alla Cittadinanza solidale del Comune di Palermo

Palermo,

“In una nota l’assessore alla Cittadinanza solidale del Comune di Palermo, Cinzia Mantegna, informa   

Da quando l’Assessorato alla Cittadinanza solidale del Comune di Palermo ha istituito la mail  specifica dedicata per far fronte all’emergenza profughi provenienti dall’Ucraina – il 28 febbraio scorso – sono pervenute circa 15 segnalazioni di richiesta di aiuto per ricongiungimento familiare o segnalazioni di persone in difficoltà nel tentativo disperato di raggiungere il confine e trovare via di scampo. Si tratta di donne o giovani rifugiati in ricoveri, non in grado di mettersi in viaggio.

Questi casi sono stati opportunamente segnalati alla Prefettura e alla CRI per un tempestivo raccordo. Per quanto riguarda Palermo stiamo provando a gestire questa fase di emergenza con attento ascolto ai bisogni di chi fugge dalla guerra, rispettando le richieste di aiuto, connettendole con la rete di solidarietà manifestata da cittadini e famiglie. Le disponibilità di famiglie palermitane ad accogliere nelle proprie case o sostenere la spesa per l’alloggio sono alla data di oggi circa 180, anche se si stima che le 600 persone con cittadinanza ucraina che vivono in città ospiteranno almeno 4/5 persone: ad oggi, infatti, sono numerosi i nuclei  familiari arrivati informalmente, in gran parte  mamme e bambini, per ricongiungersi alle famiglie o a connazionali.

Secondo le direttive ministeriali, inoltre, si è costituita una cabina di regia coordinata dal Comune di Palermo e dalla Prefettura.

Alla riunione hanno partecipato la Questura-Ufficio Immigrazione, l’ASP, il Commissario Covid, l’Università, Caritas e CRI, UNCHR ed enti del Terzo settore che ieri mattina hanno partecipato alla riunione convocata dal Prefetto. Si sta realizzando un protocollo operativo con il Commissario Costa per garantire all’arrivo in aeroporto il rispetto del protocollo sanitario previsto dalle normative”.

 

Tanti naufraghi, 439, attendono di sbarcare. Uno su quattro è minore ma nel Paese del Papa nessuno più risponde alle richieste di porto sicuro

La Geo Barents verso il porto di Messina | il manifesto
Geo Barents aspetta aiuti urgenti

 

Nel Paese del Papa nessuno più tende la mano.A bordo ci sono 439 naufraghi che attendono di sbarcare. Arrivano tutti dalla Libia, uno su quattro è minore. Moltissimi i bambini, ancor di più gli adolescenti. Quando è partito dalla sua Eritrea lo era anche Isaiah, che adesso sogna l’Europa per “studiare e imparare a salvare vite umane”

Dopo dodici giorni di navigazione e sei salvataggi, Geo Barents aspetta ancora. Al largo della costa siciliana, fra Agrigento e Gela, la nave umanitaria di Medici senza frontiere procede lenta nella speranza che finalmente arrivi autorizzazione allo sbarco. E aspettano, sempre più tesi e provati i 439 naufraghi salvati nel corso dell’ultima missione.

Ma al momento, nessuno ha risposto alle reiterate richieste di porto sicuro. Quattro in tutto, due all’Italia, due a Malta, tutte inascoltate, inclusa l’ultima diramata ieri pomeriggio. “Dopo il rifiuto di Malta, chiediamo al governo italiano di assegnarci un porto sicuro per permettere lo sbarco dei 439 persone, dopo un lungo ed estenuante viaggio – è l’ennesimo appello di Alida Serrachieri, responsabile medico di Medici senza frontiere a bordo della ‘Geo Barents’ – Di notte fa molto freddo. Il senso di paura e incertezza a bordo aumenta”. E fra i naufraghi uno su quattro è minore, tantissimi i bambini, molti di più gli adolescenti che hanno sfidato il Mediterraneo da soli, senza che ci fosse un adulto ad accompagnarli.

Tra i sopravvissuti sono sempre più frequenti attacchi di panico e un forte stress psicologico, mentre il team medico sta fornendo le prime cure ai casi clinici a bordo. “La salute psicologica e fisica dei sopravvissuti sta peggiorando mentre l’Europa si gira dall’altra parte”, spiega l’equipaggio. 
«Siamo stati testimoni di un peggioramento della situazione con il passare dei giorni – dice Hager Saadallah, psicologa a bordo della nave di Msf -.

Quando ha lasciato casa sua era un ragazzino anche Isaiah, che adesso sulla Geo Barents attende da giorni di lasciare il mare che quasi lo ha inghiottito. Ma in Eritrea non poteva più starci, pena l’arruolamento forzato nell’esercito, che solo sulla carta – ricorda Amnesty International – dura solo 18 mesi. In realtà, si prolunga per anni, se non decenni, disertare è impossibile pena condannare tutta la famiglia a pesanti ritorsioni. Ecco perché intere generazioni scelgono la via dell’esodo.

 

Aci Sant’Antonio, accesso ai buoni spesa elettronici per chi si trova in maggiore difficoltà

Covid, Coldiretti Liguria: "4 milioni di persone in difficoltà economica a  livello nazionale a causa della pandemia"

Emergenza Coronavirus, : domande buoni spesa entro il
15 dicembre. Caruso: “Fondamentale in questo momento”

Ad Aci Sant’Antonio è nuovamente possibile-informa il Comune – presentare istanza per l’accesso ai buoni spesa elettronici, nello specifico quelli previsti dal Decreto Legge n. 154 del 23 novembre e dall’Ordinanza del Dipartimento della Protezione Civile n. 658/2020.
I cittadini potranno presentare una sola istanza (il cui modello è presente sul sito web istituzionale dell’Ente) per nucleo famigliare dichiarando tutti i redditi, percepiti a qualunque titolo (come NASPI,CIG, RC e quant’altro) da ogni componente del nucleo.
Sarà possibile inoltrare le domande corredate da copia del documento di identità in corso di validità presso l’Ufficio Protocollo o a mezzo PEC(all’indirizzo comune-acisantantonio@legalmail.it) entro le ore 20:00 di martedì 15 dicembre, e l’Ufficio Servizi Sociali su base dell’articolo 6 dell’Ordinanza della Protezione Civile citata in altro provvederà a stilare un elenco di quelle accolte tenendo in considerazione lo stato di bisogno a fronte dell’emergenza economica.
Il buono sarà di tipo elettronico, legato alla tessera sanitaria, e non sarà possibile farlo convertire in denaro, né potrà essere rimborsato: lo si potrà solo utilizzare presso gli esercizi commerciali che avranno manifestato la propria disponibilità convenzionandosi con il Comune attraverso il modello di domanda presente sul sito istituzionale dell’Ente.
Gli esercizi coinvolti sono quelli di generi alimentari, prodotti farmaceutici, prodotti per l’igiene personale, prodotti per l’igiene domestica e bombole del gas (in questo caso ci si rivolge a rivenditori e distributori). Gli esercenti non dovranno trovarsi in alcuna delle condizioni di esclusione di cui all’art.80 del D.lgs. 50/2016 e s.m.i., non dovranno sussistere cause di decadenza, sospensione o divieto di cui all’art.67 del D.lgs. 59/2011 e ss.mm.ii, e dovranno avere regolare posizione contributiva INPS/INAIL.
L’elenco dei codici ATECO ammessi è consultabile presso il sito web istituzionale dell’Ente, così come le finalità e le caratteristiche dei buoni e le modalità di rimborso e fatturazione.  L’assessore ai Servizi Sociali, Antonio Scuderi, mette in evidenza il lavoro degli Uffici: “Ci saranno dei controlli a campione, e chi non sarà in regola verrà escluso. È bene ricordare che l’elenco dei beneficiari è comunque vincolato ai fondi stanziati: non si potrà andare oltre quella cifra, e vi rientrerà chi si trova in maggiori difficoltà”.
“Si tratta di una vera e propria boccata di ossigeno, fondamentale in questo momento – ha dichiarato il Sindaco, Santo Caruso – Le feste si avvicinano, e sarà già difficile affrontarle con le restrizioni cui siamo tutti giocoforza sottoposti: c’è sempre chi sta peggio, però,soprattutto a fronte di questa crisi economica, e l’arrivo dei buoni spesa, al fianco delle iniziative che abbiamo già messo in campo in questo senso grazie anche alla collaborazione dei volontari, è di grandissimo aiuto.”

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