Cultura, i vasi di Panitteri ad Agrigento dopo due secoli.

 

 

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Dal 18 dicembre 2024 e fino al 18 maggio 2025 il Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento ospiterà al museo “Pietro Griffo” una eccezionale collezione di antichi vasi greci del VI e V secolo a.C. che, dopo duecento anni, ritornano – sia pur temporaneamente – ad Agrigento da Monaco di Baviera.

La mostra si intitola “Da Girgenti a Monaco. Da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei vasi del ciantro Panitteri”. Un progetto culturale tra Italia e Germania con cui, simbolicamente, la Regione Siciliana, tramite il Parco della Valle dei Templi, dà il via agli eventi che vedranno per dodici mesi la città di Pirandello al centro dell’attenzione internazionale come “Capitale italiana della cultura 2025” In mostra saranno dieci straordinari vasi provenienti dalla cosiddetta Collezione Panitteri: una raccolta di ben 47 tra crateri e anfore di produzione attica, a figure nere o rosse, che ripropongono scene epiche e mitologiche e che nel 1824 furono venduti al principe Ludwig I di Baviera dal ciantro Panitteri, alto prelato della curia di Agrigento.

All’inaugurazione, in programma mercoledì 18 dicembre alle 12, interverranno: Francesco Paolo Scarpinato, assessore regionale dei Beni culturali e dell’identità Siciliana; Roberto Sciarratta, direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi; Francesco Miccichè, sindaco di Agrigento; Giacomo Minio, presidente della Fondazione Agrigento Capitale della cultura 2025; Giuseppe Parello, presidente del Consiglio del Parco; Giuseppe Avenia, dirigente responsabile del Museo Griffo; Maria Concetta Parello, archeologa e curatrice scientifica della mostra. Organizzata dal Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi con la collaborazione della Soprintendenza dei Beni culturali e ambientali di Agrigento, la mostra è sostenuta dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana e si inserisce tra gli eventi per la promozione e l’organizzazione delle iniziative collegate ad “Agrigento capitale italiana della cultura 2025

Agrigento Capitale Cultura 2025, il trio Il Volo nella Valle dei Templi. Regione Sicilia: «Un progetto internazionale per promuovere la Sicilia»

 

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Due eventi televisivi del trio Il Volo nella Valle dei Templi di Agrigento in vista del 2025, anno in cui la città siciliana sarà “Capitale italiana della Cultura”. Un progetto di promozione internazionale realizzato grazie al finanziamento congiunto di Regione Siciliana e ministero del Turismo.

 

Sabato 31 agosto i tre artisti del gruppo – Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble – registreranno lo spettacolo musicale di Natale che andrà in onda, in prima serata su Canale 5, il 24 dicembre, con un repertorio interamente dedicato alle più belle arie e canzoni natalizie. Il giorno successivo, domenica primo settembre, gli artisti saranno impegnati, invece, nella registrazione del grande concerto televisivo che sarà trasmesso sull’emittente pubblica televisiva PBS (Public Broadcasting Service) in tutti gli Stati Uniti d’America a partire da fine novembre e per tutto il 2025. Quest’ultimo spettacolo, inoltre, grazie a un accordo con un’agenzia di distribuzione internazionale potrà essere diffuso sulle reti televisive di molti altri Paesi del mondo (Brasile, Cile, Francia, Germania, Belgio, etc…, ), i cui principali promoter saranno presenti tra il pubblico della seconda serata. I tre artisti, infine, saranno anche testimonial di clip promozionali per “Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025”; gli spot tv saranno girati proprio nella Valle dei Templi e messi in onda su Canale 5.

 

«Un’occasione straordinaria – dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – non solo per la promozione di Agrigento 2025, ma per tutta l’Isola. Gli artisti che compongono Il Volo, con l’unicità delle loro voci, rappresentano la grande tradizione canora italiana a livello nazionale e internazionale. Sono tre ragazzi molto amati dal pubblico e molto legati alla Sicilia e al territorio di Agrigento in particolare, anche perché uno di loro, Piero Barone, è nato a Naro, proprio nell’Agrigentino. Abbiamo apprezzato che, dopo Pompei, Matera e Verona, questi grandi artisti abbiano scelto la nostra Regione e un luogo iconico come la Valle dei Templi per le loro esibizioni che saranno trasmesse a livello mondiale portando a un pubblico vastissimo l’immagine migliore della Sicilia».

 

Per l’occasione, verrà allestito un palco a terrazze di fronte al maestoso Tempio della Concordia. Questo non sarà soltanto uno sfondo, ma si trasformerà in un elemento scenografico centrale, esaltato da un raffinato gioco di luci. Sul palco, oltre ai tre cantanti si esibiranno anche un coro e un’orchestra, creando un’esperienza immersiva che darà nuova vita e visibilità a uno dei luoghi più iconici della Sicilia.

 

 

Il progetto, che rientra nel programma di promozione turistica “Agrigento Capitale della Cultura 2025”, è stato finanziato con 900 mila euro dalla Regione Siciliana, attraverso l’assessorato del Turismo, e con 300 mila euro dal governo nazionale, attraverso il ministero del Turismo e l’Enit – Agenzia nazionale del Turismo.

Agrigento, accoltella moglie e due figli poi si barrica in casa: si arrende ai carabinieri negoziatori dopo ore

 

Auto dei carabinieri - (Fotogramma)

Non è ancora chiaro cosa abbia spinto Daniele Alba, un meccanico di 35 anni, verso l’insano gesto

Agrigento,

Si è arreso in serata ai negoziatori il meccanico  35enne che oggi pomeriggio ha accoltellato la moglie- che sembra volesse lasciarlo- e i due figli piccoli. Dopo alcune ore di trattative l’uomo è stato convinto a uscire di casa dal negoziatore del reparto operativo dei carabinieri. L’agguato alla moglie e ai figli -una bambina di 3 anni e un bambino di 7- è  avvenuto in una palazzina popolare a Cianciana (Agrigento)  La piccola è stata intubata e presenta un’emorragia cerebrale, mentre il bambino ha profonde ferite all’addome e al torace. Sono entrambi all’ospedale dei Bambini a Palermo- trasportati con l’elisoccorso- dove la piccola è stata sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico: una delle coltellate avrebbe infatti sfiorato il cuore. La bambina è in condizioni disperate.

. Il bambino è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale dei bambini di Palermo. La moglie dell’uomo, Anetha, una donna di origini polacche, è stata invece portata in ospedale a Ribera: anche lei è stata operata, ma non sarebbe invece in pericolo di vita.Davanti all’abitazione di Piazza Bellini, in una palazzina di edilizia popolare, stanno operando le forze dell’ordine che hanno fatto sgomberare la zona. Le indagini sono coordinate dal Procuratore di Sciacca Roberta Buzzolani, competente per territorio.

Archeologia Sicilia,dopo un degrado trentennale adesso si pensa al concorso di restauro teatro greco di Eraclea Minoa: il 4 aprile presentazione del progetto

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Agrigento,

Porre fine al degrado trentennale dell’area archeologica di Eraclea Minoa e, nello stesso tempo, permetterne la fruizione e la valorizzazione, salvaguardando l’unicità di un sito straordinario. È questo il principale obiettivo del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi e dell’Ordine degli architetti di Agrigento, che hanno bandito un concorso internazionale di idee per il restauro e la conservazione del teatro greco di Eraclea Minoa.

La commissione valutatrice ha selezionato e aggiudicato il progetto dello studio Francesco Cellini di Padova, che sarà presentato giovedì 4 aprile alle 10,30 al Parco Valle dei Templi, Casa Sanfilippo, ad Agrigento.

All’evento saranno presenti l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato; il direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta; il sindaco di Cattolica Eraclea, Santo Borsellino; il componente della commissione giudicatrice, Giuseppe Parello; il presidente dell’Ordine degli architetti di Agrigento, Rino La Mendola; il vincitore del concorso di progettazione, Francesco Cellini.

Agrigento, il “telamone”una delle colossali statue antropomorfe del tempio di Zeus Olimpio, simbolo della Valle dei Templi, si è rialzato

 

 

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SIGNORI, ECCOVI   “IL COLOSSO DI PIETRA”

 

Agrigento,

Dopo venti anni di studi, ricerche e restauri il “gigante di pietra” dell’antica Akragas si è rialzato. Il “telamone”, una delle colossali statue antropomorfe che sostenevano l’architrave del tempio di Zeus Olimpio, l’Olympieion, simbolo della Valle dei templi, è stato riportato in posizione eretta. 

 

Stamattina la cerimonia di presentazione del telamone ricostruito con il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, il direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei templi, Roberto Sciarratta, il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, il curatore del progetto di musealizzazione, Carmelo Bennardo, e l’esperto scientifico del progetto, Alessandro Carlino.

La statua, alta quasi 8 metri, è sostenuta da una struttura in acciaio di 12 metri alla quale sono ancorate delle mensole dove sono collocati i singoli pezzi del monumento riassemblato. 
«Oggi – dice il presidente Renato Schifani – è un giorno importante per Agrigento e per tutta la Sicilia. Certifica la grande attenzione del governo regionale per la tutela e la valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico e culturale che la nostra Isola custodisce. Il telamone, che oggi consegniamo alla collettività nella sua straordinaria imponenza, rappresenta uno dei migliori biglietti da visita di Agrigento Capitale della cultura. Questo gigante di pietra dell’antica Akragas, che dopo tanti anni di studi e ricerche possiamo osservare nella sua posizione naturale, è il cuore di un importante progetto di musealizzazione dell’intera area del tempio di Zeus». 

 

«Tuttavia – sottolinea il presidente della Regione Siciliana –  la giornata di oggi non va intesa come punto di arrivo, ma deve servire da stimolo a tutti gli addetti ai lavori, per fare di più e meglio. Occorre migliorare la capacità attrattiva e la fruizione del nostro inestimabile patrimonio culturale. Nonostante i dati sul turismo del 2022 e del 2023 ci dicano che la Sicilia è una delle mete turistiche più gettonate, il rapporto tra patrimonio culturale e flussi turistici non è ancora, a mio avviso, soddisfacente. Si può fare di più e meglio. Dobbiamo migliorare i servizi di accoglienza, soprattutto per le persone con disabilità, dobbiamo aumentare la capacità ricettiva nei confronti dei turisti stranieri, occorre lavorare per rendere attrattivi i nostri gioielli 365 giorni all’anno, nell’ottica di processo di destagionalizzazione dei flussi turistici». 

«Il telamone –  osserva  l’assessore regionale ai Beni culturali, Scarpinato – diventerà uno dei punti di attrazione della Valle dei templi, un nuovo ambasciatore internazionale di un sito archeologico unico al mondo che, proprio lo scorso novembre, ha superato il milione di visitatori in un anno. Grazie a un progetto di valorizzazione che include visite guidate, un progetto di realtà aumentata e anche una particolare illuminazione per favorire le visite notturne, potremo far conoscere questa imponente opera alla comunità internazionale». 

L’intero progetto di musealizzazione dell’area dell’Olympieion, che finora è costato 500 mila euro di fondi del Parco, include la prossima ricostruzione a terra di una parte della trabeazione e della cornice del tempio, in modo rendere un’idea più concreta delle dimensioni colossali e dell’unicità del monumento ma, nello stesso tempo, proteggere i reperti. 

Nel 2004, il Parco della Valle dei templi ha avviato un’estesa campagna di studi e ricerche sull’Olympieion affidata all’Istituto archeologico germanico di Roma (Dai Rome) e guidata da Heinz-Jürgen Beste. Lo studio, oltre a nuove conoscenze sul monumento, ha portato alla precisa catalogazione degli elementi ancora in situ. Sono stati così individuati più di 90 frammenti che appartenevano ad almeno otto diversi telamoni e, di uno di essi, si conservavano circa i due terzi degli elementi originari che lo componevano. Questo nucleo omogeneo di blocchi è stato utilizzato per la ricostruzione del telamone, “fratello” di quello già ricostruito a fine Ottocento, ospitato al Museo archeologico “Pietro Griffo” dove è tuttora. Il curatore del progetto è l’architetto Carmelo Bennardo, attuale direttore del Parco archeologico di Siracusa, mentre l’esperto scientifico è l’architetto Alessandro Carlino. 

«Il lavoro che abbiamo condotto sul telamone e sull’intera area dell’Olympeion – dice Roberto Sciarratta, direttore del Parco della Valle dei templi – risponde perfettamente alla nostra mission di tutela e valorizzazione della Valle dei templi, insieme all’identificazione, alla conservazione, agli studi, alla ricerca e alla promozione di ogni intervento che porti lo sviluppo di risorse del territorio. Sin dal 2019, da quando sono alla guida del Parco, ho fatto mio il progetto del precedente direttore Pietro Meli, ma ho anche risposto al grande fascino esercitato da questi colossi di pietra, dal tempo antico ad oggi».

 

 

Info accesso al Parco

Il Parco Valle dei templi, con il supporto di CoopCulture, ha già annunciato eventi formativi per le guide turistiche a cui parteciperanno studiosi e archeologi coinvolti nel progetto di musealizzazione. È stata integrata, inoltre, l’app gratuita per i visitatori della Valle con notizie sul telamone e sull’antico Olympieion e sono stati realizzati cartelli esplicativi in italiano e inglese lungo il percorso che conduce all’area del tempio. È nata anche una linea di merchandising dedicata al telamone, in vendita nei bookshop della Valle dei templi. Sempre a cura di CoopCulture, nella prima domenica del mese (3 marzo, alle 16) a ingresso gratuito sarà invece organizzata una visita laboratorio, quasi una caccia al tesoro tra i ruderi del tempio, per bambini tra 6 e 12 anni che potranno così scoprire le caratteristiche, i segreti e le curiosità dell’antica e colossale struttura. 

Altre iniziative coinvolgeranno gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Agrigento: si sta lavorando a un puzzle in 3D che resterà nel Parco e all’organizzazione di giornate di “disegno en plein air”, sullo stile degli acquerellisti del Gran Tour, usando le diverse tecniche artistiche.

 

Scheda tecnica 

Il tempio di Zeus Olimpio sorgeva a sud della città antica, sulla parte occidentale della collina dei templi. Venne eretto in segno di ringraziamento per la vittoria di Akràgas sui Cartaginesi dopo il 480 a.C. per celebrare il prestigio del tiranno Terone. Furono escogitate soluzioni architettoniche mai viste prima, come le altissime semicolonne scanalate, in ognuna delle quali “poteva stare comodamente un uomo” (scrive Diodoro Siculo). Di dimensioni colossali, basti pensare che misurava circa 112 x 56 metri (il Partenone ad Atene misura 69,54 x 30,87 m.), occupava 6340 mq e fu realizzato in blocchi di calcarenite locale. A pianta inusuale (pseudoperipteroeptastilo, 7 semicolonne doriche sui lati corti e 14 sui lati lunghi), con l’architrave, composto da tre filari di blocchi, sormontato da un fregio dorico, dal geison e dalla sima. Negli spazi tra le colonne (intercolumni), a circa 11 metri d’altezza, erano posizionate le statue monumentali (telamoni) nell’atto di reggere con le braccia un gravoso carico. Il tempio fu irrimediabilmente compromesso da un terremoto nel 1401, poi depredato nel XVIII secolo  e i suoi blocchi utilizzati per costruire il molo di Porto Empedocle. 

Con il tempio della Concordia e i templi di Paestum, l’Olympieion affascinò viaggiatori ed eruditi tra ‘700 e ‘800, soprattutto Winckelmann, padre della moderna storia dell’arte, che ne sottolineò le dimensioni enormi paragonando le sue colonne a quelle di San Pietro. Con il contributo delle incisioni e degli acquerelli di Jean Houel e Philipp Hackert, nacque il mito del misterioso Olympieion. Gli archeologi si interrogavano su dimensioni e struttura, ma fu un giovane architetto britannico, Charles R. Cockerell, nel 1812, a individuare per primo l’esistenza dei telamoni – riconobbe una testa rinvenuta durante scavi borbonici, erroneamente attribuita al frontone – e combinarli in una prima figura. Sarà poi Pirro Marconi, intorno al 1920, a portare alla luce i diversi reperti che oggi fanno parte dell’attuale progetto di musealizzazione; e fu l’allora sovrintendente Pietro Griffo nel 1965, a collocare nel neonato Museo archeologico (a lui oggi intitolato) il primo telamone ricostruito. Negli anni successivi, il crescente interesse per i resti dei misteriosi colossi mai menzionati nella descrizione del tempio fatta da Diodoro, ha visto proseguire un acceso dibattito internazionale tra gli archeologi, che prosegue tutt’ora. 

 

Archeologia, recuperato altorilievo ,raffigurante un quadrupede, nei fondali marini di San Leone ad Agrigento- Adesso trattamento di restauro

 

 

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Agrigento,

È stato recuperato dai fondali marini di San Leone ad Agrigento un altorilievo di oltre due metri di larghezza raffigurante un quadrupede, visto dal profilo sinistro. Si tratta di una grande struttura in pietra lavorata, riportata alla luce grazie a un’operazione congiunta della Soprintendenza del mare della Regione Siciliana e del parco archeologico della Valle dei Templi, con il nucleo Tutela patrimonio culturale dei Carabinieri di Palermo e il nucleo Carabinieri subacquei di Messina.

 

«È ancora prematuro stabilire l’origine e l’utilizzo dell’altorilievo – dichiara l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato –. Soltanto un attento lavoro da parte degli archeologi e dei tecnici potrà svelare la natura del reperto, già al vaglio degli esperti. L’incessante attività della Soprintendenza nelle azioni di tutela dei beni culturali sommersi conferma, ancora una volta, l’attenzione rivolta alla storia celata nei nostri fondali e operazioni come questa aprono nuovi scenari per la ricostruzione del passato».

 

Il reperto era stato segnalato lo scorso anno dall’associazione “BC Sicilia” e dopo alcuni tentativi di recupero, ostacolati dalle cattive condizioni meteo, è stato portato in superficie grazie all’utilizzo di palloni di sollevamento. Il pesante monolito è stato recuperato da un fondale di circa 10 metri, poco fuori dal porto della località balneare agrigentina e trainato con un mezzo nautico dei Carabinieri fino al molo del porto turistico. Da qui, con mezzi messi a disposizione dal Parco di Agrigento, l’altorilievo è stato collocato in una grande vasca realizzata nei laboratori di restauro per il necessario primo trattamento di desalinizzazione.

 

Il livello di conservazione è discreto ma occorrerà un’accurata opera di pulizia per rivelarne i particolari. In collaborazione con l’Università di Palermo, nelle prossime settimane, verranno condotte analisi di laboratorio per determinare la natura litologica e, possibilmente, la provenienza del materiale. Seguiranno indagini più squisitamente di tipo archeologico e storico-artistico per cercare di precisare natura, epoca e destinazione della grande scultura.

Violenta rissa ad Agrigento: quattro giovani extracomunitari arrestati Uno dei quattro ha riportato ferite da armi da taglio

due uomini di essere affrontati da uomo con coltello - rissa foto e immagini stock

Archivi -Sud Libertà
 – Agrigento,
I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Agrigento hanno arrestato in flagranza di reato per il reato di rissa e lesioni personali 4 giovani extracomunitari domiciliati ad Agrigento e di età compresa tra i 36 e 23 anni. L’evento è accaduto nella tarda serata di ieri in piazzale Aldo Moro di Agrigento. I quattro individui, a causa di futili motivi, hanno dato luogo a una violenta rissa, nella quale si sono provocati lesioni personali.
Inoltre, uno dei quattro ha riportato ferite da arma da taglio, causate dall’uso di un coltello. Grazie all’immediato intervento dei Carabinieri, che hanno faticato non poco a tranquillizzare gli animi, sono state evitate ulteriori gravi conseguenze. Al termine delle formalità di rito, tutti e quattro sono stati tratti in arresto con l’accusa di “rissa aggravata e lesioni personali”. Attualmente, 2 degli arrestati sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari, mentre altri 2 sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza della Stazione CC di Villaggio Mosè, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Il Procuratore di Agrigento, dott Vella coordina le indagini delle due rumene trovate senza vita a Naro nelle loro case

Scientifica dei carabinieri all'opera - Fotogramma

Identificazione delle due donne grazie all’opera della scientifica

Agrigento,

La morte delle due donne rumene trovate all’alba di oggi senza vita nelle loro abitazioni a Naro nell’agrigentino  ha uno sviluppo giudiziario. Un indagato, ‘ accusato di duplice omicidio e vilipendio di cadavere. In questo momento è in caserma a Naro per essere interrogato, alla presenza del suo legale. L’inchiesta è coordinata dal Procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella.

La donna  è stata trovata carbonizzata nell’incendio che ha interessato l’appartamento in cui viveva, l’altra in un lago di sangue. Le due donne ritrovate cadaveri erano entrambe rumene. I carabinieri, coordinati dal Procuratore aggiunto Salvatore Vella, stanno indagando per fare luce su quanto accaduto. Si stanno cercando collegamenti tra le due vittimepare che le due donne fossero amiche. Il marito di una delle due era morto da tempo.

Si apprende dell’identificazione:     delle due donne trovate morte: si tratta di Delia Zarniscu, 54 anni e Maria Rus, 58 anni, entrambe romene. Le vittime vivevano a Naro da qualche tempo.

Una notta d’inferno

Sono state le urla strazianti di una delle donne morte a far scattare la notte scorsa l’allarme dei vicini di casa, che hanno quindi allertato le forze dell’ordine. Delia Zarniscu sarebbe stata aggredita e uccisa dentro casa, in via Vinci: l’abitazione era a soqquadro e il corpo in una pozza di sangue.

Agrigento: inscena teatralmente un’aggressione con acido,per incastrare l’ex marito. La donna arrestata per i reati di calunnia e lesioni permanenti

 

 

Volante di Agrigento

 

Agrigento,

Stavolta è un uomo a subire la violenza familiare di una donna.  Si voleva far credere il contrario. E una donna teatralmente inscena un’aggressione con l’acido per incastrare l’ex marito.     I poliziotti svolgono indagini  ,la Squadra mobile di Agrigento e quelli del commissariato di Palma di Montechiaro (Agrigento) sotto la direzione della Procura, e il quadro accusatorio che inizialmente si prospettava a carico dell’uomo viene completamente ribaltato 

Nei confronti della donna è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di calunnia e deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso.

Si apprende che lo scorso 5 dicembre, la 50enne aveva accusato l’ex marito di una aggressione brutale con una sostanza corrosiva da cui era uscita miracolosamente illesa se non per alcune gocce di acido che l’avevano raggiunta in volto. In quella circostanza l’ex marito venne arrestato immediatamente e trasferito in ospedale perché gravemente ustionato.

Individuati i rapinatori della gioielleria di Menfi (Agrigento) -Agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico

Foto: Uccide ex moglie: verifiche sul braccialetto ...

Archivi -Sud Libertà-  (nella foto il braccialetto elettronico)
Agrigento – Menfi 
I Carabinieri della Compagnia di Sciacca hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. del Tribunale di Sciacca su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di due palermitani, un 26enne pregiudicato e un 24enne incensurato, ritenuti responsabili della rapina aggravata e del sequestro di persona commessi il 26 luglio 2023 presso una gioielleria di Menfi.
Durante la rapina, i due soggetti armati di pistola e travisati, dopo aver fatto irruzione nella gioielleria, minacciavano il titolare, i dipendenti e un cliente, asportando dalla cassaforte e dal bancone espositivo 25 rotoli contenenti gioielli e preziosi di ingente valore. Inoltre, per assicurarsi una fuga indisturbata, avevano anche rinchiuso a chiave i presenti in uno stanzino, legandoli mani e piedi con delle fascette in plastica. L’attività investigativa dei militari, coordinata dalla Procura della Repubblica di Sciacca, ha consentito di individuare e identificare i due uomini, ritenuti gli autori del fatto delittuoso, grazie all’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza, dei tabulati telefonici e dei riscontri testimoniali. I due arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari nelle loro rispettive abitazioni con applicazione del braccialetto elettronico.