L’Alta corte australiana ha prosciolto il cardinale George Pell dall’accusa infamante di abuso su minori per cui stava scontando una condanna a 6 anni, ribaltando la sentenza della Corte d’Appello emessa nell’agosto dell’anno scorso che confermava la decisione del Tribunale di Melbourne del dicembre 2018. Il porporato, che compirà 79 anni a giugno si è sempre dichiarato innocente. Pell ha lasciato il carcere di Barwon per recarsi in un istituto religioso presso Melbourne.
Il cardinale Pell, (nella foto sopra )che ha trascorso circa 400 giorni in prigione, dopo la decisione dell’Alta Corte, ha ribadito di aver “costantemente sostenuto” la sua innocenza e che l’ingiustizia che ha ricevuto è stata ora sanata. Rivolgendosi alla persona che lo ha accusato per un fatto avvenuto negli anni ‘90, a quel tempo era un chierichetto della Cattedrale di Melbourne, il porporato ha detto di non nutrire alcun risentimento. Quindi ha auspicato che la sua assoluzione non aggiunga altro dolore. La base della guarigione a lungo termine – ha affermato – è la verità e l’unica base della giustizia è la verità, perché giustizia significa verità per tutti. Nella dichiarazione, Pell ha poi affermato: “Il mio processo non era un referendum sulla Chiesa cattolica, né un referendum sul modo in cui le autorità della Chiesa in Australia hanno fronteggiato il crimine di pedofilia nella Chiesa. Il punto era solo se io avevo o no commesso quei crimini orribili, e io non li ho commessi”.
Papa Francesco, la Chiesa ha preso atto delle decisioni dei giudici australiani, e, ha costantemente confermato la vicinanza alle vittime di abusi sessuali e l’impegno, attraverso le competenti autorità ecclesiastiche, a perseguire i membri del clero che ne siano responsabili.
“In questi giorni di Quaresima – ha detto il Pontefice nel corso della S.Messa -abbiamo visto la persecuzione che ha subito Gesù e come i dottori della Legge si sono accaniti contro di lui: è stato giudicato sotto accanimento, con accanimento, essendo innocente. Io vorrei pregare oggi per tutte le persone che soffrono una sentenza ingiusta per l’accanimento”.
La sentenza dell’Alta Corte ribalta quindi quella di primo grado confermata lo scorso agosto dalla Corte d’Appello di tre giudici dello stato di Victoria con un voto di due a uno. La condanna era stata di 6 anni, con 3 anni e otto mesi da scontare prima di una eventuale libertà condizionale. Pell era stato dichiarato colpevole di aver abusato sessualmente nel 1996 nella sacrestia della cattedrale di Melbourne, quando era arcivescovo della diocesi, di due coristi di 13 anni sorpresi a bere il vino della messa.