Cancellato l’abuso d’ufficio, rafforzati amministratori e sindaci, cittadini e magistrati antimafia indeboliti, senza strumenti di difesa dal malaffare

 

Approvato in via definitiva il ddl Nordio con 199 voti a favore, 102 voti contrari e nessun astenuto. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio   ha affermato : .”L’approvazione di questo ddl rappresenta una svolta nel rafforzamento delle garanzie per gli indagati e una mano tesa a tutti i pubblici amministratori, che non avranno più paura di firmare. Di questo importante risultato desidero ringraziare tutti i parlamentari, i colleghi di Governo e l’intero staff del Ministero”…

Nordio: "digitalizzazione e assunzioni per più efficienza"
Il ministro  Carlo Nordio
La passione dei Cinque stelle per i magistrati antimafia
Federico Cafiero De Raho  : “Il governo indebolisce le intercettazioni e la lotta alla corruzione”

Dichiara Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera di Fdi : “La giustizia compie un passo importante verso la tutela dei diritti e delle garanzie dei cittadini. Si tratta di una riforma che rappresenta l’avvio di una stagione che si completerà con la separazione delle carriere dei magistrati. I valori, le idee di Silvio Berlusconi sono quelle contenute negli articoli di questo disegno di legge che rappresenta il primo traguardo di una serie di battaglie condotte da Forza Italia negli anni. Con lo spirito di chi vuole una giustizia veramente giusta, andremo avanti con le prossime riforme“….

Anche per il deputato di Forza Italia e Sottosegretario di Stato al Mit, Tullio Ferrante, “l’approvazione del ddl Nordio rappresenta una svolta storica con la quale si pone un argine alle distorsioni del sistema giudiziario che per troppi anni hanno inquinato la vita del Paese, dei cittadini e delle istituzioni, introducendo principi basilari di civiltà giuridica. Come Forza Italia siamo orgogliosi di questo traguardo e continueremo a batterci per varare le riforme sulla giustizia, con l’obiettivo di garantire finalmente il diritto al giusto processo”..

Il commento del ministro Nordio

Nordio ha inoltre commentato : “Avremo una velocizzazione della giustizia penale, i nostri tribunali sono intasati in buona parte di indagini assolutamente inutili, costose e dannose e la depenalizzazione di questi tipi di reato che non servono a nessuno e sono anzi un intralcio alla corretta amministrazione della giustizia, avranno anche un effetto benefico sull’efficienza”…

Infine sulla misura che prevede che “un tribunale collegiale deve esprimersi sull’emissione dell’ordinanza cautelare”, Nordio ammette che “tutto questo può provocare alcune ragioni di incompatibilità nei tribunali piccoli dove ci sono pochi giudici, ma a questo abbiamo posto provvedimento con la soluzione di 250 magistrati nuovi”.

Quanto alle intercettazioni, “la disciplina radicalmente non cambia, cambierà quando avremo fatto la riforma organica e completa delle intercettazioni”. Nordio aggiunge che “l’Italia 10 giorni fa, con la sentenza Contrada, è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”. “Da noi l’articolo 15 della costituzione che tutela la riservatezza delle comunicazioni è stato stracciato e alcuni magistrati hanno intercettato persone che non erano indagate: su questo l’Europa ha fatto una sentenza umiliante per noi e la magistratura”…

Rispondendo a una domanda sull’emendamento relativo allo stop al rinvio della detenzione per le donne incinte o con figli fino a un anno, il ministro spiega che “si tratta di coniugare la presunzione di innocenza, l’umanità della pena, con l’allarme sociale creato da certi tipi di reati. Questo allarme sociale è così diffuso perché tutti vedono le situazioni in cui si trovano le stazioni e certe persone dedite al delitto, soprattutto per reati contro il patrimonio come scippi e rapine, che non espiano la pena perché si tratta di donne incinte. Vi è da parte della donna uno sfruttamento della maternità quasi blasfermo perché diventa uno strumento per evitare una punizione”. “Concordo in linea di massima, ma teniamo sempre presente che è il magistrato che decide volta per volta le misure da adottare”,…

 

 

 

Palermo, al congresso dell’Anm diversità di opinioni sulla Giustizia “che deve essere umana” e sull’ abuso d’ufficio che riduce, se tolto, l’azione del magistrato. Applausi per Mattarella

 

 

 

 Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accolto da Renato Schifani, Presidente della Regione Sicilia, Gaetano Galvagno, Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana e Roberto Lagalla, Sindaco di Palermo, in occasione  del 36° Congresso Naziobale dell'Associazione Nazionale Magistrati dal titolo "Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione"

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accolto da Renato Schifani, Presidente della Regione Sicilia, Gaetano Galvagno, Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e Roberto Lagalla, Sindaco di Palermo, in occasione del 36° Congresso Nazionale dell’Associazione Nazionale Magistrati dal titolo “Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accolto da Giuseppe Santalucia, Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, in occasione  del 36° Congresso Nazionale dell'Associazione Nazionale Magistrati dal titolo "Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione"

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella accolto da Giuseppe Santalucia, Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, in occasione del 36° Congresso Nazionale dell’Associazione Nazionale Magistrati dal titolo “Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Ignazio La Russa, Presidente del Senato, Giorgio Mulè, Vice Presidente della Camera, Francesco Paolo Sisto, Vice Ministro della Giustizia e Fabio Pinelli, Vice Presidente del CSM,  in occasione  del 36° Congresso Nazionbale dell'Associazione Nazionale Magistrati dal titolo "Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione"

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Ignazio La Russa, Presidente del Senato, Giorgio Mulè, Vice Presidente della Camera, Francesco Paolo Sisto, Vice Ministro della Giustizia e Fabio Pinelli, Vice Presidente del CSM, in occasione del 36° Congresso Nazionale dell’Associazione Nazionale Magistrati dal titolo “Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al 36° Congresso Nazionale dell'Associazione Nazionale Magistrati dal titolo "Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione"

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al 36° Congresso Nazionale dell'Associazione Nazionale Magistrati dal titolo "Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione"

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al 36° Congresso Nazionale dell'Associazione Nazionale Magistrati dal titolo "Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione"

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine del 36° Congresso Nazionale dell'Associazione Nazionale Magistrati dal titolo "Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione"

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine del 36° Congresso Nazionale dell'Associazione Nazionale Magistrati dal titolo "Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione"

 

Il tema del dibattito è «Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione».

Palermo,

Ha preso il via, al Teatro Massimo di Palermo, dopo l’arrivo del Capo dello Stato Sergio Mattarella, il 36esimo congresso dell’Associazione Nazionale Magistrati dal titolo «Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione».

Il Capo dello Stato è stato salutato con un lungo applauso da tutti i presenti che si sono alzati in piedi. Una standing ovation e un applauso duranto diversi minuti. Dopo l’ingresso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il teatro Massimo di Palermo ha osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Casteldaccia.

 

Schifani: l’imparzialità è un valore etico

Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, nel suo intervento : «L’imparzialità del magistrato, e quindi non solo quella del giudice, non è soltanto un principio, che diviene dovere puntuale inerente la singola posizione istituzionale, ma è soprattutto un imprescindibile valore etico. Valore immanente per la figura del magistrato nell’esercizio della giurisdizione che si estende alla proiezione esterna, all’immagine di imparzialità, la cosiddetta neutralità dell’apparenza, che è garanzia di imparzialità per chi è giudicato e che si intreccia con l’esercizio di diritti e libertà fondamentali»

«Questo – ha aggiunto – richiede ad ogni magistrato di impegnarsi a superare i pregiudizi culturali che lo possono condizionare e ad assicurare e garantire la sua immagine di imparzialità. L’essere imparziale va così declinato in relazione al concreto processo, mentre l’apparire imparziale costituisce, piuttosto, un valore immanente alla posizione istituzionale del magistrato, indispensabile per legittimare, presso la pubblica opinione, l’esercizio della giurisdizione come funzione sovrana: l’essere magistrato implica, sotto tale profilo ed in termini sostanziali, una immagine pubblica di imparzialità».

 

No all’abolizione dell’abuso d’ufficio perchè si vuole ridurre l’incidenza dell’azione giudiziaria

«il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia nel suo intervento. ” Si coglie in più occasioni una spinta alla ridefinizione in senso restrittivo dei confini entro cui la giurisdizione può esprimersi e può far uso degli strumenti propri del suo agire. L’idea sottesa a più critiche è che progressivamente essa abbia accresciuto il proprio ruolo, finendo con l’essere, invece che fattore di stabilizzazione e di ordinata risoluzione dei conflitti, causa o concausa di quella instabilità e precarietà di necessari equilibri che segnano la società nel tempo presente»

«Si denuncia – ha proseguito Santalucia – l’espansione del potere giudiziario collegandolo più o meno dichiaratamente ad una pretesa egemonica della magistratura, che sperimenterebbe da tempo una libertà di azione conquistata a scapito della legge. Si trascura però di considerare che l’enfatizzazione del giudiziario potrebbe essere in buona misura figlia della incapacità della politica latamente intesa, che è propria del nostro tempo, di coinvolgere e di includere ampi strati della società nella definizione di progetti collettivi per la realizzazione di fini comuni e condivisi.

Spiega Santalucia:    “L’eliminazione del reato di abuso d’ufficio è un tentativo di ridurre l’incidenza del’azione giudiziaria. La paura della firma di amministratori e funzionari pubblici, invece che indurre ad una migliore tipizzazione delle fattispecie di responsabilità, sta portando alla eliminazione di una ipotesi criminosa – l’abuso di ufficio – secondo una direttrice che si stenta a ricondurre nell’alveo di una concezione liberale, che vorrebbe una rafforzata tutela delle libertà individuali di fronte alle angherie dei detentori dei pubblici poteri»

«Lo stesso può dirsi in riguardo alla spinta, che non si arresta, al mantenimento di moduli emergenziali, escogitati per affrontare la pandemia da Covid-19 e incentrati sull’allentamento dell’area del controllo e quindi sull’abbassamento dei livelli di responsabilità, ancora una volta dei detentori di pubblici poteri», prosegue. Stesso scopo avrebbe, secondo il magistrato, lo «scudo erariale, ossia la limitazione della responsabilità di amministratori pubblici ai casi di dolo e condotte omissive gravemente colpose, introdotto nel 2020 in piena emergenza pandemica, e ulteriormente prorogato sino al 31 dicembre 2024″ Un progetto che se «si combina – conclude – all’idea che un pieno esplicarsi della funzione giudiziaria può esser d’impiccio al recupero di efficienza della macchina amministrativa e mediatamente ad una maggiore vitalità dell’economia, allora prende corpo una concezione del giudiziario come potere scomodo».

 

La separazione delle carriere un errore

«Si mette mano alla Costituzione mostrando di non aver compreso il senso di massima garanzia per i diritti dei cittadini dell’attuale impianto, di un pubblico ministero appartenente al medesimo ordine del giudice e accomunato al giudice per formazione e per cultura della funzione» ha anche detto Giuseppe Santalucia. «Il messaggio costituzionale, che ora si vorrebbe cestinare, – prosegue – è che nella nostra Repubblica anche la magistratura inquirente non è e non può essere una magistratura di scopo; che essa condivide con la magistratura giudicante lo stesso disinteresse per il risultato dell’azione e del processo, indispensabile premessa per non restare indifferenti rispetto ai diritti e alle garanzie delle persone».

«Auspico che una riflessione ampia, che involge anzitutto il rapporto con gli altri poteri dello Stato, non attiri sul congresso l’usurata critica della politicizzazione, che si rinnova con puntualità quando la voce e l’azione dell’Associazione nazionale magistrati hanno la pretesa di uscir fuori dall’ambito, pur nobile, della difesa degli interessi di tipo impiegatizio». Così ha concluso il suo intervento al 36esimo congresso dell’Anm in corso a Palermo Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm.

Non appena l’orizzonte si amplia, nel tentativo di prendere parola su temi che interessano il mondo della giustizia anche più di qualche aspetto della carriera intesa in senso burocratico, – ha spiegato – viene revocata in dubbio la legittimazione ad intervenire, gettando l’ombra pesante della faziosità». “Va sgombrato il campo da questa ipoteca, liberandoci dal sospetto, maliziosamente coltivato, che i magistrati che intervengono nel pubblico dibattito su temi che ineriscono alla giustizia siano politicizzati e quindi inaffidabili.- ha aggiunto – Il termine politica, con i suoi derivati, non può divenire un dispositivo di espulsione dalla sfera pubblica, perché una democrazia partecipativa non può che arricchirsi del contributo di una categoria che di giustizia e di giurisdizione può dire a ragion veduta».

 

Il viceministro Sisto cita Calamandrei  .   LA GIUSTIZIA DEVE ESSERE UMANA

Non solo autonomia e indipendenza. Il vice ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, cita più volte Piero Calamandrei per affermare che «la giustizia deve essere umana». E per questo non può essere neppure «terreno di scontro». L’imparzialità è, nel suo Dna, ha aggiunto Sisto intervenuto al congresso dell’Anm che si svolge a Palermo, con l’indipendenza che qualifica la sua terzietà rispetto alle parti. Questo è ciò che, secondo il vice ministro, si aspetta il cittadino che deve potere «percepire il giudice come arbitro». Altro criterio essenziale di governo delle dinamiche tra magistratura e Parlamento è, secondo Sisto, quello del dialogo non la sopraffazione dello spirito critico, fermo restando il fatto che spetta al magistrato interpretare la legge. L’umanità evocata da Calamandrei, ha detto ancora il vice ministro, rafforza la credibilità della magistratura e la sua indipendenza. Il governo, ha assicurato Sisto, non intende nel ddl sull’intelligenza artificiale comprimere il ruolo del magistrato di interprete della norma.

i l presidente dell’Anm Palermo Giuseppe Tango.: «I problemi della giustizia esistono e sono sotto gli occhi di tutti, in particolare modo degli operatori del settore. Ma mi permetto di dire sommessamente, ma senza alcun timore di essere smentito, che le soluzioni a tali problemi, se aspirano ad essere davvero valide, non potranno mai e sottolineo mai derivare da riforme che mirano direttamente o indirettamente, per non dire subdolamente, a scardinare quei principi costituzionali di indipendenza e di autonomia, che i nostri padri costituenti hanno fortemente voluto. Proprio loro che avevano vissuto sulla loro pelle ciò che significasse una magistratura non autonoma e non indipendente. E ogni volta che vi sarà li rischio che ciò accada, state sicuri che ci troverete sempre li, uniti, saldi e compatti in difesa di quei valori, che in definitiva non significa altro che in difesa dei diritti e delle libertà dei cittadini, che quelle prerogative mirano a tutelare» ..

Abrogazione dell’abuso d’ufficio e intercettazioni, Nordio favorisce “i fenomeni corruttivi”

I luoghi della giustizia - Cittadinanzattiva una ...

Roma,

I magistrati non ci stanno.In un documento approvato a maggioranza dal Comitato direttivo centrale dell’Anm, le toghe pongono in luce come il disegno di legge in discussione al Senato sulla cancellazione della fattispecie di reato rischi di «rendere priva di sanzione la violazione degli obblighi di astensione, la dolosa alterazione di concorsi pubblici, l’assegnazione di appalti, lavori o servizi pubblici: una fascia di impunità che non appare in linea con le esigenze, riconosciute dallo stesso Guardasigilli, di serio ed effettivo contrasto ai fenomeni corruttivi».

Anche la relazione del Guardasigilli alle Camere, non è esente da vibrate contestazioni ,l’Anm si sofferma poi sulla legge sulle intercettazioni e parla di una «nuova manifestazione del timore per il preteso eccessivo potere degli uffici di procura e per i pretesi abusi delle intercettazioni o di altri strumenti di ricerca della prova, essenziali nel contrasto delle forme di criminalità organizzata o di gravi delitti contro l’economia e la pubblica amministrazione.

Nel doveroso rispetto delle decisioni delle corti nazionali e sovranazionali in materia di utilizzazione delle conversazioni acquisite tramite i telefoni cellulari — continuano — e nel parimenti dovuto rispetto dei principi costituzionali di tutela della riservatezza delle conversazioni private, va quindi riaffermata la necessaria difesa e salvaguardia dello strumento delle intercettazioni».

Disco verde del Cdm alle semplificazioni, “salvo intese” e con riserva sull’abuso d’ufficio

SI VUOL RIDURRE LA “DISCREZIONALITA’ DEI PUBBLICI UFFICIALI SULL’ABUSO D’UFFICIO: UN REGALO ALLA CLASSE DIRIGENZIALE

Consiglio dei Ministri n. 31 | www.governo.it

 

 Seduta fiume del Consiglio dei ministri ma alla fine il decreto Semplificazioni è passato con la clausola “salvo intese”. 

L’elenco delle grandi opere da sbloccare è abbastanza lungo ma gli  appalti  potranno viaggiare su una ‘corsia preferenziale’ su ispirazione del cosiddetto ‘modello Genova’.

La riunione al Mit ha visto ‘partorire’ una lista di 50 opere, che potranno essere affidate a dei commissari nominati con Dpcm ad hoc da qui a fine anno. La lista non compare nel testo del decreto, ma nell’allegato infrastrutture adottato insieme al Programma nazionale di riforma, approvato anch’esso nella riunione di ieri assieme all’assestamento di bilancio e al rendiconto dello Stato.

Anche sulla riforma dell’abuso d’ufficio, altra ‘partita’ difficile del dl semplificazioni, sarà necessaria una riformulazione tecnica del testo, rispetto al quale però, nel corso della riunione,  capodelegazione di Iv,  ministro Teresa Bellanova, ha “confermato le riserve già espresse”.

L’accordo raggiunto però, riferiscono fonti di governo, ha ristretto i margini di responsabilità per abuso d’ufficio elencando ipotesi e violazioni che fanno scattare il penale, riducendo dunque la rilevanza della ‘discrezionalità’ di pubblici ufficiali e incaricati di un pubblico servizio.       Un omaggio in sostanza alla classe dirigenziale e un freno all’azione sindacale .Il danno erariale – altro tassello della riforma – scatterà solo in presenza di  dolo.

Nel testo – 48 articoli in 100 pagine – trova spazio poi la digitalizzazione della Pa, con servizi e pagamenti che potranno essere gestiti da un’App e la carta d’identità digitale che assume un ruolo sempre più centrale per accedere ai servizi della Pubblica amministrazione. Procedure speciali, e più veloci, poi, per la valutazione di impatto ambientale e per le autorizzazioni da parte degli enti locali: passa anche da qui la strada per la semplificazione del Paese.