Tensioni in Spagna dopo le elezioni. Non c’è la maggioranza governativa come previsto I socialisti vincono le elezioni e con lo scrutinio del 93,29% dei seggi, il Psoe ottiene 120 deputati, il Pp 88 e Vox 52. Seguono Unidas Podemos con 35 seggi e Ciudadanos con 10. Terza l’ultradestra che conferma l’exploit.
Ricorderemo che Sanchez aveva già vinto le elezioni del 28 aprile, in vetta con 123 seggi, un risultato sotto la soglia di maggioranza di 176 deputati. Premier ad interim, dopo che la caduta del suo governo di minoranza aveva portato al voto, il leader socialista non è riuscito a formare un nuovo governo malgrado il successo elettorale. I negoziati con la sinistra radicale del partito anti sistema Podemos di Pablo Iglesias si sono arenati su veti reciproci, mentre i liberali di Ciudadanos, ormai spostati a destra, non hanno voluto sostenere l’esecutivo dall’esterno.
A metà settembre, quando il re è stato costretto a convocare nuove elezioni, Sanchez ha impostato una campagna tesa a chiedere una maggioranza chiara per avere un governo stabile.
La vibrata protesta secessionista ha sconfessato la linea dialogante di Sanchez, mentre la polizia è stata accusata di essere intervenuta in modo eccessivo. Neanche la promessa mantenuta di spostare la salma dell’ex dittatore Francisco Franco dall’imponente mausoleo della valle dei caduti ad un semplice cimitero, sembra essere riuscita ad aumentare i consensi per il leader socialista.
Intanto la crisi catalana ha riportato in auge Vox, il partito di ultradestra di Santiago Abascal, entrato per la prima volta in parlamento in aprile.