Si voterà fra pochi minuti ,alle 9.30 al Senato la sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Dopo ascolteremo la replica del Ministro tirato in ballo da dichiarazioni tardive e/o fantasiose dell’ex Pm Di Matteo come un prestigiatore fantasioso estrae dal proprio cilindro i conigli e che ha causato con l’alibi (ingiusto) di trattare “Affari giudiziari antimafia” tutto questo trambusto ai danni del sorpreso Bonafede che nel 2018 in un primo momento prescelse il magistrato a capo dell’Amministrazione penintenziaria.
“Luigi Di Maio.non ha dubbi sulla solidità della maggioranza governativa: “Sono trent’anni che ci chiediamo sempre se il governo tiene, se il governo traballa, anche per dinamiche legate alle maggioranze che lo sostengono. Ciò che posso dire è che il governo è solido e lo dimostrerà.
. Dal canto suo il leader dei pentastellati Vito Crimi, spiega chiaramente che l‘iniziativa delle opposizioni è “un attacco strumentale” all’esecutivo: “Sono convinto – sottolinea – che la maggioranza voterà compatta”. “Stanca vedere Italia Viva impegnata nella ricerca di visibilità mentre il resto del governo lavora per superare la crisi”, lamenta il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. .
“Non posso pensare che mettano in scena questa follia. Le opposizioni fanno il loro gioco, quello di Italia Viva, che non ha una golden share, è incomprensibile”, osserva Francesca Businarolo, presidente della Commissione Giustizia di Montecitorio. “È ora di prendersi le proprie responsabilità.
Antonio Tajani, vicvepresidente di “Forza Italia” ha comunicato che : “Su Bonafede abbiamo presentato un testo di sfiducia come centrodestra, un altro testo con la prima firma della Bonino, è stato presentato, noi voteremo entrambe le mozioni“.
Decisivo sarà l’intervento dei 17 senatori di Italia viva compreso il loro leader Matteo Renzi. Senza di loro l’attuale maggioranza che sostiene il governo può contare su 151 voti: 96 del Movimento 5 stelle, 7 del Gruppo Misto, 5 di Leu, 2 del Maie e 6 delle Autonomie. Da considerare che Gregorio De Falco si è però astenuto in occasione della fiducia sul decreto legge ‘Cura Italia’.
Secondo fonti di Italia Viva, infatti, il partito di Renzi ha chiesto alcuni impegni al governo, in primis un cambio di passo sulle politiche della giustizia in senso garantista e si aspetta a Palazzo Madama “un segnale da Bonafede”.