Regione Sicilia, la Tarantola inietta il veleno sui sei dipendenti reintegrati

 

Conosciamo le tarantole

 

 

DI  RAFFAELE   LANZA

 

Dopo la reintegrazione nell’Ente ippico etneo del personale che aveva rifiutato il demansionamento,oggi un’altra sorpresa .  La fornisce stavolta Il dott. Alfredo Alessandra, direttore dell’Istituto Incremento ippico di Catania sferra un inusitato ’attacco ai “gladiatori” (sei)  dell’Ente e apre un inusitato procedimento disciplinare contro gli istruttori direttivi

Sostiene: “ Ho firmato la disposizione di servizio di cui alla nota n.2155 del 30 giugno scorso notificata brevi manu in data 1 luglio con la quale è stato chiesto di fornire entro il 4 luglio le misure e le taglie personali per poter provvedere alla fornitura dei DPI personali previsti dalla legge per  garantire l’espletamento in sicurezza delle mansioni lavorative come previsto dalla normativa vigente sulla sicurezza Dl 81/2008

“Visto che a tutt’oggi gli istruttori direttivi non hanno dato riscontro alla mia nota, considerato che in assenza di queste informazioni non si può provvedere alla fornitura delle dotazioni di sicurezza obbligatorie per legge, io sono impossibilitato al suo regolare inserimento nelle attività lavorative previste dall’art. 2 della legge Regionale n.5/1985…”

Tarantola Golia il ragno più grande al mondo
Tarantola, tipo Golia il ragno più grande ed impressionante del mondo-Archivi SUD LIBERTA’

 

Abbiamo detto che la classe dirigenziale della Regione Sicilia , in particolare di diversi dipartimenti dove sono in servizio diverse fasce di personale, funziona come comanda la casta dipartimentale. Il direttore generale è amico dei dirigenti del dipartimento, questi sono amici dei dirigenti delle strutture periferiche, insomma è una catena indiscutibile che prevede una turnazione  ad incarichi privilegiati per chi sta al gioco dei potenti.  Tutti, come sapete, al dipartimento ai Beni culturali e alle Soprintendenze, in primis, di Catania.  Legami paralleli con la Funzione pubblica-Presidenza presidiata da dirigenti di “controllo”.       I sindacati stanno anch’essi al gioco. Contributi e favoritismi ai segretari leader regionali.     

Chi non entra in questo sistema, per far valere, come in questo chiarissimo caso dell’Istituto ippico, il diritto alla carriera e alla propria qualifica contrattuale , è costretto a vivere l’incubo delle tarantole .Le tarantole sono senza dubbio l’incubo degli aracnofobici, ma anche creature intelligenti. Una delle loro caratteristiche più straordinarie è la grande capacità di adattamento: al mondo-sappiamo- ne esistono circa 9oo specie diffuse negli ambienti più disparati, dalle foreste tropicali agli aridi deserti.

Noi ne aggiungiamo metaforicamente un’altra: quella della classe dirigenziale (dal dipartimento ai beni culturali all’agricoltura, alla funzione pubblica, presidenza-dirigenza della Regione Sicilia)che non vive un rapporto alla pari con il personale delle strutture periferiche siciliane.

 

Istituto Incremento Ippico Archivi - Sud Libertà
Istituto Incremento Ippico Archivi – Sud Libertà

 

 

Qual è la competenza del direttore dell’Istituto ippico a richiedere ai dipendenti istruttori le misure dei dispositivi della sicurezza se almeno la metà di essi detiene  provvedimento dell’Asp di inidoneità alla gestione e pulizia dei cavalli?        Ma dobbiamo proprio giocare a scacchi, dott. Alessandra?

.Proseguiamo a dire della tarantola. Afferrata la preda, usa le zanne (lunghe fino a 2,5 centimetri) per iniettare una dose di veleno letale, subito dopo inietta enzimi digestivi, in modo da predigerire la preda e risucchiarne il corpo attraverso l’appendice boccale simile-vedi la foto-immagine- a una cannuccia..   

  Ora, pur comprendendo che nessuno vorrà iniettare veleno ai dipendenti dell’istituto incremento ippico che hanno il coraggio di rifiutare le mansioni inferiori, l’Istituto ippico apre un ridicolo e superfluo procedimento disciplinare che in sostanza ripropone il quesito depositato ai giudici catanesi–come la tarantola- cerca di spaventare l’aggressore ergendosi sulle zampe posteriori , in modo da sembrare più grande e mostra le zanne come avvertimento.

Cavalli Sicilia - Istituto Incremento Ippico per la Sicilia - Il Direttore
Nella foto (di”Cavalli Sicilia”) il direttore dell’Istituto Incremento ippico dal 2016, dr Alfredo Alessandra

 

ALESSANDRA,NON SI E’ RESO CONTO CHE DA OLTRE VENT’ANNI IL PERSONALE E’ STATO UTILIZZATO COME    “SCHIAVO” AGENTE TECNICO E PERSINO NELLE BUSTE PAGA LA QUALIFICA NON E’ STATA MAI CAMBIATA….

Non scherziamo dottAlessandra: lei per chi scrive ,è solo un pesce piccolo, non è lei la tarantola perchè non sta in cima alla classe dirigenziale che ha tolto dal 2000 smalto, e diritto alla carriera agli istruttori direttivi dell’Istituto ippico.  Perchè vuole pavoneggiarsi ora con le procedure disciplinari? Ha nel cassetto due sentenze favorevoli inerenti due elementi ?   Ma quei giudci d’Appello, dottAlessandra  non sapevano del giudizio di inidoneità del personale.    Oppure-vista l’assoluta evidenza dei fatti – potrebbero essere giudici  superficiali  ,opinionisti ancora. Per un ventennio i dirigenti dell’Istituto li hanno utilizzato come veri schiavi e, ora il direttore ha  la faccia tosta di aprire un procedimento disciplinare che getta solo discredito sull’immagine dell’Isttituto ippico e sulla incapacità della classe dirigenziale che prende la scorciatoia-la contestazione – quando pretende obbedienza cieca.

Deve sapere allora dott Alessandra –Lezione n.1 di Procedure disciplinari- che i dipendenti pubblici hanno facoltà di rimostranza nei confronti dell’ordine scritto del superiore gerarchico e, in questo caso, aggravato dal fatto che lei e la sua segreteria ne siete perfettamente a conoscenza- gli istruttori destinatari della sua contestazione possono assumere comportamenti  omissivi o astensivi.

Perché, si chiederà il dirigente direttore dell’Istituto Ippico?

Le rispondiamo: Lezione n. 2.

Il pubblico dipendente , generalmente tenuto a mente dell’art 17 del Testo Unico 10 gennaio 1957 n.3 ad eseguire gli ordini dei superiori gerarchici, non può farlo allorchè essi costituiscano un illecito penale o arrechino un danno o male fisico come nel caso di tre istruttori direttivi che hanno le carte e la documentazione in regola vistata dall’Asp.

Lezione n. 3 dott. Alessandra:     La tutela del pubblico dipendente va posta in relazione non alla sua posizione professionale ma alla sua responsabilità nel senso che l’obbedienza ad un ordine illegittimo trasferisce la responsabilità stessa al superiore dirigente che ha impartito l’ordine ( a mente-desidero citarle solo questo appunto -ricordo di studi sindacali- della sentenza del Tar Lazio  sez III 6 Aprile 1991 n.334.

Sostanzialmente i sei gladiatori potranno invertire la situazione e deferirla alla Presidenza-Ufficio disciplinare oppure-per i motivi preriferiti alla  Procura di Catania.     Scacco matto dott  Alessandra       !

 

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