Si è svolta ieri pomeriggio nei locali della Soprintendenza di Catania l’attesa assemblea sindacale sull’organizzazione del lavoro e gli istituti contrattuali ad essa connessi. Presenti i segretari provinciali ed esponenti regionali delle OO.SS. Cisl, Uil, Cgil, Siad, Sadirs, Ugl, Cobas-Codir, la dirigente del servizio Sovrintendenza Maria Grazia Patanè ha letto la lunga relazione contenente i dati raccolti, le iniziative promosse nel 2016 nonchè le valutazioni espresse dalla stessa e dai dirigenti al personale del comparto.Il consenso sindacale non è risultato alla fine unanime visto che il Siad -presente con il segretario regionale RaffaeleLanza- ha messo a fuoco le lacune del piano della Sovrintendenza
“Sono tutte carte di facciata queste elaborate dalla Sovrintendente – ha spiegato ai sindacalisti presenti il Lanza- che non tengono conto della legalità vera e dell’assunzione di responsabilità personale dei dirigenti diversi dei quali dovrebbero essere sottoposti ,in primis la sovrintendente Patanè, a procedimento disciplinare per aver omesso in palese malafede i carichi di lavoro a tanti dipendenti che hanno avuto una valutazione non riflettente la realtà delle cose. Il modello del Piano di lavoro non è risultato partecipativo, innovativo e professionale perchè la guida della Sovrintendenza non ha basato la propria azione – contrariamente a quel che vuol far credere– sulla trasparenza e sulla valorizzazione e lo sviluppo del personale. E’ venuta a mancare la capacità di gestione delle risorse umane. Il sistema valutativo impiantato che avrebbe dovuto perseguire l’obiettivo di ottenere un perfezionamento nella funzionalità degli uffici, ha mostrato molte lacune, è servito ad accrescere la discrezionalità dei dirigenti interni e ha contribuito ad aumentare i dissapori. i meccanismi di valutazione sono risultati inadatti a stimare il lavoro intellettuale o altamente specialistico perchè difficilmente quantificabile. Ed il segretario del Siad rincara la dose nella sua ricca esposizione contro l’omessa trasparenza della Soprintendenza.” Il verbalizzante (il paradosso: unrappresentante della Cgil) scriva – puntualizza Lanza – che le valutazioni espresse- in alcuni casi sono autentici falsi dal momento che – è notorio – vi sono dipendenti costretti ad non avere alcuna consistenza di carico di lavoro come prevede la legge n.29 del 93 per combattere il disavanzo pubblico e poter aggiornare le dotazioni organiche” Il metodo adottato dalla Soprintendente ad esempio non favorisce per nulla la capacità di autoanalisi di ogni singolo collaboratore tesa allo sviluppo della propria professionalità. Siamo in pieno clientelismo e paradossalmente le valutazioni della Patanè in comune assenso con il dirigente dell’Unità Personale G.Pulvirenti, contrastano vibratamente con le disposizioni della Presidenza della Regione laddove spiegano che “il dirigente deve valorizzare le competenze ed attitudini dei suoi collaboratori, li incontra periodicamente, rileva le loro esigenze, ricorre costantemente al dialogo e realizza una adeguata assegnazione dei compiti”. Fra l’altro stiamo parlando di un piano di lavoro dove vi sono posizioni incancrenite illlegittime a mente della normativa anticorruzione perchè un dipendente perennamente assegnato ad una determinata mansione. soprattutto la posizione della segreteria dove perviene tutta la posta, versa in una situazione di chiara illeciità che la Patanè non ha voluto finora rimuovere tantomeno il dirigente generale Gaetano Pennino”-
Altro che trasparenza. Qui alla Soprintendenza nascondono persino il documento di valutazione dei rischi- aggiunge Lanza -che dovrebbe essere rimesso in tali occasioni al tavolo sindacale. Peccato che gli altri sindacalisti –alcuni dei quali-guarda caso- sono stati valutati, quali interni, al massimo della valutazione dalla Soprintendente, nascondono la testa o, comunque non riescano a cogliere l’invisibile come ho voluto dimostrare chiaramente nel corso della riunione dove mi hanno disturbato con insensate interferenze”.La conclusione della seduta sindacale ha visto la dirigente Patanè protagonista di un ridicolo quanto maldestro tentativo di condotta antisindacale ponendo la pregiudiziale ai sindacati presenti di escludere il Siad dalla trattativa sul successivo punto inerente ” la premialità-art-94″ perchè connesso al Piano di lavoro che il Siad ha condannato”. Su questo punto- il coordinatore provinciale della Cgil Del Popolo – è intervenuto con la seguente affermazione .:” poichè considero sacro il principio sindacale delle prerogative concesse al Siad che ha la sua riconosciuta rappresentanza sindacale esprimo fermo dissenso alla proposta della Sovrintendente anche se risulta evidente e logica u’altra bocciatura da parte dell’esponente Lanza”. Un’altra evidentissima prova della gestione antidemocratica della Sovrintendenza di Catania tra l’indifferenza del dirigente generale del dipartimento Dr.Gaetano Pennino e dell’assessore al ramo avv.Carlo Vermiglio.