Secondo i dati di Transcrime, comunica la Cgia, il fatturato complessivo dell’estorsione organizzata in Italia oscilli tra i 2,7 e i 7,7 miliardi di euro all’anno. Pur essendo molto contenute (nel 2015 le segnalazioni sono state solo 375), non va nemmeno sottovalutato il fenomeno dell’usura.
“Con le sole denunce effettuate all’Autorità giudiziaria – dichiara il segretario Cgia Renato Mason – non è possibile dimensionare il fenomeno dell’usura. Le segnalazioni, purtroppo, sono molto esigue. Tuttavia, l’attenzione non va assolutamente abbassata, perché come sanno gli addetti ai lavori è molto difficile che le vittime trovino la forza per denunciare i propri strozzini. Oltre al perdurare della crisi e la conseguente stretta creditizia, sono soprattutto le scadenze fiscali o la necessità di fronteggiare piccoli imprevisti di spesa a spingere molte micro aziende nella morsa degli usurai, spesso per importi molto contenuti che non superano qualche migliaio di euro”.
Una delle ragioni che probabilmente continua a spingere molti piccoli imprenditori tra le braccia degli usurai è il perdurare del credit crunch praticato dalle banche nei confronti delle imprese. Tra il giugno 2011 (punto più alto dell’erogazione del credito) e lo stesso mese di quest’anno, i prestiti bancari alle imprese (società non finanziarie e famiglie produttrici) sono diminuiti di 153,5 miliardi di euro (-15,3 per cento), aggiunge la Cgia. Con una caduta verticale di questo genere è molto probabile che alcune piccole imprese, sempre a corto di liquidità e tradizionalmente sotto-capitalizzate, pur di rimanere a galla siano ricorse a forme illegali di approvvigionamento del credito.
Negli ultimi 5 anni (2010-2015) le denunce per estorsione sono aumentate del 64,2%: in valori assoluti sono passate da 5.992 a 9.839. Sono i dati dell’Ufficio studi della Cgia, secondo quali gli incrementi percentuali più importanti hanno interessato in particolar modo le regioni del Nordest: nel Trentino Alto Adige del +188 per cento (in valore assoluti +94), in Emilia Romagna del +172,8 per cento (+ 501 in termini assoluti) e in Friuli Venezia Giulia del +125,4 per cento (+79 denunce). L’ultima regione il Veneto, ha registrato un incremento percentuale del 79,5 per cento, pari ad un aumento in termini assoluti di 217 denunce.
La regione con il più alto numero di denunce segnalate all’Autorità giudiziaria è la Lombardia che nel 2015 ne ha registrate 1.336. Al secondo posto troviamo la Campania con 1.277 e al terzo il Lazio con 916.