Passa il bilancio della giunta Musumeci ma norme dubbie – e certamente illecite per la mancata copertura finanziaria- proiettano la Regione ai tempi della Mafia padrona

 

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iL BILANCIO PRENDE LUCE ma i rilievi e le anomalie sono ben visibili .L’accorpamento di Irfis, Ircac e Crias, l’abolizione degli Istituti autonomi case popolari (Iacp) con l’istituzione dell’Agenzia regionale per la Casa, la soppressione dell’Ente per lo sviluppo agricolo (Esa), la fusione tra Istituto di incremento ippico e Istituto sperimentale zootecnico.

Sono alcune delle norme inserite nel disegno di legge di stabilità regionale per il 2018 approvato dalla giunta Musumeci e che, insieme al Bilancio 2018/2020, passerà all’Assemblea regionale siciliana per l’esame da parte delle Commissioni di merito.

Nell’articolato trova spazio anche il biglietto unico per il trasporto locale che prevede progetti sperimentali di integrazione tariffaria tra i servizi urbani delle tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e quelli ferroviari regionali.

Una deroga consentirà all’Arpa di procedere con le nuove assunzioni.

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La nuova norma elude il blocco delle assunzioni ma dovrà presto fare i conti con la Corte dei conti visto che non ha alcuna garanzia di copertura finanziaria. Insomma una norma pubblicitaria per far capire di essere a favore della gente debole e in cerca di lavoro.
E apre, di fatto, a nuove assunzioni. Senza indicare, a dire il vero, quante unità devono essere inserite in pianta organica, né quanto costeranno. L’articolo 6 della Finanziaria regionale appena approdata a Palazzo dei Normanni consentirà all’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, di assumere nuovo personale, nonostante alla Regione sia ancora vigente la norma che non consente alcun tipo di nuova assunzione.E CHE DIRE  DEI SINDACATI REGIONALI?    Non interpellati  sono considerati fantasmi per il governo in carica o, probabilmente portatori di interessi di parte.

E lo “sblocco” del divieto è ingenuamente ammesso nella relazione tecnica che accompagna la legge Finanziaria: “La norma – si legge – deroga al blocco delle assunzioni al fine di garantire lo svolgimento di funzioni fondamentali nell’ambito della protezione ambientale e dei controlli prescritti dalla vigente normativa per la copertura di posizioni tecnico-scientifiche non fungibili dell’Ente che per la loro caratteristica e delicatezza – prosegue la norma – richiedono specifici profili professionali o requisiti idonei allo svolgimento delle funzioni”.
L’Arpa, si legge nell’articolo della legge di stabilità, “è autorizzata, al fine di garantire le funzioni istituzionali cui è preposta, ad avviare le procedure per l’assunzione di nuovo personale nel rispetto dell’analisi dell’effettivo fabbisogno e della relativa sostenibilità finanziaria e previo svolgimento delle procedure di mobilità”. Insomma, norma così vaga che al momento non è prevista nemmeno una copertura finanziaria. Ma di fatto, intanto, viene tolto il macigno delle assunzioni.  E LA RESPONSABILITA’ PER L’OMESSA COPERTURA NON PUO’ ESSERE ADDEBITATA SOLO AL PRESIDENTE MUSUMECI CHE “TECNICAMENTE” E POLITICAMENTE AFFERMA DI AVER RISPOSTO ALL’APPELLO DELLA SICILIA…
Nel frattempo, sempre lo stesso articolo prevede un inquadramento nei ruoli del Corpo forestale di lavoratori che al momento non sono a tutti gli effetti dei dipendenti regionali: si tratta di una trentina di componenti del Corpo di vigilanza del Parco dei Nebrodi, selezionati dall’ente (non quindi direttamente dalla Regione) nel 2006 e da allora addetti al controllo di quel territorio.

La norma della Finanziaria prevede il loro transito nel Corpo forestale, uno dei dipartimenti della Regione tanto contestati nelle loro funzioni e accusati di essere stati  un serbatoio clientelare di ex presidenti della Regione e “deriva – scrive il governo nella relazione alla legge di stabilità – dalla necessità di implementare le risorse organiche del Corpo Forestale regionale con particolare riferimento alla provincia di Messina dove le gravissime carenze di organico determinano criticità nel controllo del territorio e nella gestione della prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi”. Quindi i forestali non basterebbero, gli oltre 15 mila dipendenti regionali non sono più sufficienti.Nasce il sospetto  che il governo intenda aprire a clientele e a segreterie politiche per disciplinare le nuove assunzioni.   Nessuno crede ai forestali in Sicilia e alla loro attività sia nell’omesso controllo orario dei funzionari forestali dei vari distaccamenti dei paesi comunali sia negli incendi procurati per dimostrare la necessità di lavoro nei boschi…

 Stanziati, inoltre, nove milioni di euro per contributi in conto capitale, a favore di famiglie a basso reddito, per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione della prima casa. Dotato anche il capitolo per far fronte alle richieste pervenute da oltre dodicimila disabili gravissimi.

“E’ un testo molto snello di trentacinque norme – afferma il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci – nel quale sono contenute alcune delle priorità di questo governo. Le altre grandi riforme sulle quali stiamo lavorando faranno parte di disegni di legge organici che saranno presentati dopo la conclusione della sessione di Bilancio. Si tratta di uno strumento contabile non blindato e quindi aperto ai contributi di tutti i gruppi parlamentari”.

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