Provvedimento di fermo per 20 persone appartenenti alla famiglia mafiosa di Borgo Vecchio a Palermo
Riflettori dei Carabinieri sulla famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, a Palermo Su delega dalla procura Distrettuale Antimafia di Palermo, è stata data esecuzione a un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso nei confronti di 20 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili dei delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata ai furti e alla ricettazione, tentato omicidio aggravato, danneggiamento seguito da incendio, estorsioni consumate e tentate aggravate, danneggiamento aggravato, furto aggravato e ricettazione.
“Come carabinieri di Palermo vorremmo ringraziare quegli imprenditori che si sono fidati di noi. Molti sono venuti spontaneamente a denunciare i fatti, ci hanno messo la faccia e noi li abbiamo tutelati. E’ questo il messaggio del comandante provinciale Carabinieri di Palermo, Gen. Arturo Guarino- che vogliamo dare alla città e a questa collettività: basta al pizzo – Grazie agli imprenditori che si sono fidati dell’Arma e grazie alle associazioni antiracket che hanno collaborato. Noi siamo a fianco di chi denuncia”.
L’indagine, coordinata da un gruppo di sostituti diretti dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, costituisce un’ulteriore fase di un’articolata manovra condotta dal Nucleo investigativo di Palermo sulla famiglia mafiosa di Borgo Vecchio che, sottolineano gli investigatori, “ha consentito di comprovare la perdurante operatività di quell’articolazione di Cosa Nostra dopo l’ultima operazione del novembre 2017”. L’operazione ha permesso di individuare il nuovo reggente della famiglia di Borgo Vecchio, Angelo Monti che si è occupato della riorganizzazione dell’articolazione mafiosa, affidando posizioni direttive a suoi uomini di fiducia.
Le indagini hanno consentito la disarticolazione dell’intero organigramma della famiglia mafiosa e l’individuazione delle attività di controllo del territorio e di ricerca del consenso sociale; le attività di assistenza economica verso le famiglie degli affiliati detenuti e dei diversi metodi illeciti di finanziamento dell’articolazione mafiosa; le infiltrazioni nel tessuto economico del territorio e le ingerenze nel mondo del tifo organizzato del calcio palermitano, esercitate attraverso il controllo di Cosa Nostra dei gruppi ultras locali.